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Autore: ka_chan87    05/12/2005    11 recensioni
Tempi duri aspettano il Continente delle Tre Terre con un nuovo nemico a minacciare la sua stabilità. Cinque giovani per unire le Tre Terre a comabattere sotto un'unica bandiera l'odiato nemico... avventure, scontri tra la magica atmosfera di tre misteriosi paesi, ognuno con la propria storia e le proprie magie e la nascita di grandi amicizie e grandi amori... tutto questo è "La Guerra delle Tre Terre"
Genere: Romantico, Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Sango, Shippou
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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‘Tanti auguri a me, tanti auguri a me, tanti auguri Francesca, tanti auguri a me!’.
Salve a tutti, gente!! Oggi è una – finalmente – maggiorenne che vi parla ahah! I’m very happy anche se la settimana che mi aspetta non è delle migliori dal punto di vista scolastico…!
Ma parlando della ff…anche lo scorso capitolo lo avete commentato in tanti e devo dire che in generale – cosa che mi aspettavo eheh ^^ - è piaciuto molto a tutti – non per niente è entrata scena la nostra meravigliosa Kagome…!
Bè, non ho molto da dire, perciò passo subito ai ringraziamenti per chi ha commentato: cri-chan (Sono contenta che la mia versione di Kagome ti piaccia – perché io la adoro – anche se, devo dire, non è ancora venuta fuori del tutto – cosa che comincia a fare in questo cap. Ti ringrazio, poi, davvero tantissimo per il tuo super complimento…sentirmi dire che questa è la ff più bella che tu abbia mai letto mi manda al settimo cielo! E poi tu sei una delle mie fedelissime perciò sono doppiamente contenta!!^^); Lorimhar (In effetti, devo dire che ho fatto una Kagome molto indipendente e molto abile – scusatemi ma io non sopporto chi pensa che lei sia solo una palla al piede – ma non mi pento della mia scelta. Comunque Kagome ora possiede solo i suoi poteri da miko, non è una maga. Può sembrare la stessa cosa ma anche questo lo spiegherò più avanti, non temete ^^. ); Elychan; Vale_chAn; Mech (Come ho già spiegato, sì, Kagome è molto diversa e fredda…ma aspettate, aspettate!^^); Arukochan (Ciao tesoruccio!! Grazie per il tuo commento, penso tu l’abbia vista, comunque ti ho mandato due e-mail – anche se nella seconda c’è un disegno! – Ti adoro di bene!!);le due new- entry: lili99 (Well…Kagome e Inuyasha NON sono parenti; Kagome è imparentata con Miroku – sono cugini di secondo grado. Comunque hai fatto bene a domandarlo e se ci sono altri dubbi non esitate a chiedere – sono qui apposta ^^) e Topomouse e, infine, Hikari_Takahishi87 che ha commentato in estremis ^^.
Come sempre ringrazio anche chi ha solo letto e, di nuovo, ringrazio cri-chan e Lorimhar che mi hanno fatto gli auguri in anticipo ^^.
Grazie ancora a tutti e, ora, vi auguro una buona lettura (ah, vi avviso che questo cap. è un po’ più lungo rispetto al solito…).

13° CAPITOLO “COME TUTTO PUÒ CAMBIARE…”

Per una landa desolata, sotto un sole cocente, correva veloce uno Youkai.
Il monotono paesaggio davanti agli occhi, mentre un forte vento gli fischiava nelle orecchie. Doveva fare presto. Se tutto fosse andato bene chissà se il suo signore non lo avrebbe anche premiato….
Accelerò ancora il passo, entusiasta delle informazioni preziose in suo possesso mentre davanti agli occhi gli si mostravano, imponenti, le alte, scure e massicce mura di Kaosu. La capitale del Regno del Sud.

“Mio signore…”
“Mh? Che c’è… Kagura?”.
In una grande sala ottagonale si fece avanti la figura sinuosa di un Demone femmina. Le gambe lunghe e lisce, lasciate scoperte dal corto abito che metteva in risalto le sue cosce, si mossero lentamente mentre un fascio di luce giocava sulla sua pelle abbronzata con tenui riflessi.
La Yasha di nome Kagura si avvicinò al massiccio trono in bronzo scuro lucido, decorato da ghirigori dorati, sul quale sedeva il suo signore.
“È arrivato da Eldoras uno dei nostri soldati…. So che non volevi essere disturbato, ma dice di avere informazioni urgenti” riferì con voce atona, mentre fissava i suoi occhi scarlatti sulla figura seduta del suo padrone. Questi si mosse impercettibilmente, il viso dall’espressione annoiata appoggiato su una mano. I lunghi, mossi capelli neri ondeggiarono lievemente.
“Fallo venire… e sarà meglio per lui che abbia davvero delle valide motivazioni per aver abbandonato Eldoras” le ordinò, mentre il viso gli si contraeva in un’espressione severa. Si raddrizzò, sedendosi con la schiena eretta guardando davanti a sé nell’attesa che arrivasse il soldato.
Dopo pochi istanti venne avanti, preceduto da Kagura, uno Youko di mezza età. L’uomo seduto sorrise nel vederlo.
“Dovevo immaginarmelo che eri tu, Akira…” disse, con un sorriso ambiguo sul volto che fece rabbrividire l’interpellato che, intanto, arrivatogli davanti, si era inchinato.
“Mio signore…. Perdonatemi se sono tornato così all’improvviso, ma dovevo assolutamente vedervi” disse, con la voce leggermente tremante
“Kagura mi ha detto che hai delle notizie importanti. Parla” gli ordinò, gelido, ma senza abbandonare quella specie di sorriso.
“Precisamente tre giorni fa sono partiti da Eldoras tre Cavalieri di cui uno, ne sono certo, era il figlio del Governatore. Puntavano in direzione nord- est, verso il mare…” riferì, sempre con la voce tremula
“Verso nord- est, hai detto? Mmh… non mi sembra ci sia niente di significativo da quelle parti…. In quella direzione dovrebbe esserci solo l’ Isola di Arlem, se non ricordo male. Sbaglio?”
“Eh? Ah, no, n- non sbagliate mio signore…” balbettò lo Youko
“Akira… ho come la sensazione che tu abbia qualcos’ altro da dire… è così?” gli domandò, sempre con lo stesso sguardo, facendo sobbalzare il Demone
“Ecco… sì. Non so se vi è giunta già la voce, ma mi è stato detto da un altro dei nostri soldati che era da poco arrivato a Eldoras che la maggior parte dei gruppi di Youkai presenti sull’Isola di Arlem sono stati eliminati. Si tratta proprio dei gruppi con cui avete fatto quel patto…”
“Ah, sì… avevo mandato qualcuno, un po’ di tempo fa, perché dicesse loro di attaccare a tappeto le varie cittadine con l’accordo di mandare qui a Kaosu metà delle merci che avrebbero sottratto. Ma dimmi… com’è possibile che un branco di insulsi Ningen campagnoli abbiano sconfitto comunità intere di Youkai?” gli domandò infine, senza abbandonare quel sorriso finto, anzi, accentuandolo
“E- ecco… in verità… è opera di una sacerdotessa, mio signore del-” ma si tappò la bocca sotto lo sguardo sospetto del suo signore a cui non era sfuggito il gesto
“Parla, Akira. Sai bene che non mi piacciono questi giochetti” gli disse, abbandonando infine quella maschera di finta cortesia che fino a quel momento aveva indossato “A quale villaggio appartiene quella sacerdotessa?”
“Al… al villaggio di Kandem” disse tutto d’un fiato quello, ingoiando rumorosamente, a vuoto
“Kandem… non mi dice niente. Come mai non volevi dirlo? E poi, non capisco una cosa... come può esistere una sacerdotessa su una delle isole da noi – anzi, per la precisione proprio da te - conquistate ormai da otto anni? Non è un caso se sulle isole del Continente ci siano ancora dei Demoni… e non Youkai qualunque, ma mie soldati. Se è così potente, perché non sono stato informato prima?” domandò, reso sospettoso da tutte quelle domande senza risposta e, soprattutto, dal comportamento chiaramente teso dello Youko
“In… in verità signore… quel villaggio… non l’abbiamo mai distrutto come… come invece vi avevo detto…. Non… non ci siamo riusciti…. E… la sacerdotessa…è già da tempo che… che ci crea dei problemi, ma non ho voluto avvertirvi perché… pensavo non fosse… così grave…” si giustificò balbettando, sudando freddo.
Il suo signore si alzò, in silenzio, con lo sguardo privo di qualsiasi emozione. I lunghi capelli neri gli piombarono sulle spalle, coprendo la larga ed eretta schiena.
Con passi lenti scese i tre gradini che portavano al piano rialzato dove vi era il trono, avvicinandosi allo Youkai, sovrastandolo. L’altro alzò gli occhi timoroso, osservando la figura immobile del suo padrone che lo guardava con uno sguardo neutro.
“Mio… signore… non volevo ingannarvi…. A- abbiate pietà!” balbettò implorante, stringendo terrorizzato il lungo e morbido mantello color della pece del suo signore che, sempre con la stessa espressione, gli afferrò saldamente il polso, allontanandolo da sé
“Non toccarmi…” disse, gelido, sotto lo sguardo sempre più terrorizzato del soldato “Sai… mi hai deluso Akira. Ti sbeffeggiavi da gran capitano quando in realtà sei più codardo di quegli stupidi e insignificanti Ningen. Ma grazie a te, ora, ho capito una cosa preziosa…” disse, mentre sul suo volto ricompariva il sorriso di prima, stringendo maggiormente il polso del Demone
“Mio… mio signore vi prego! Imploro il vostro perdono, abbiate pietà!” sbraitò disperato quello mentre lo sguardo del suo padrone si faceva, ora, insofferente
“Smettila di sbraitare. Basta, non so più che farmene di uno come te…”
“Nooo, no, vi prego, abbiate pietà!!” ma il suo urlo terrorizzato venne stroncato dall’altro che, con una mano sola, gli afferrò il collo, girandolo dalla parte opposta. Lasciò la presa e il corpo esamine dello Youko cadde a terra mentre i suoi occhi vitrei e pieni di sorpresa fissavano il freddo pavimento in marmo.
“Naraku non ha pietà per nessuno!” disse quello, soddisfatto, con un ghigno di pura perfidia dipinto sul volto a stravolgergli i lineamenti raffinati. Kagura lo guardò rabbrividendo.
“Pensaci tu a sbarazzarti del corpo, Kagura. Se vuoi puoi anche consegnarlo alla sua famiglia” ghignò, mentre, con movimenti lenti e eleganti, si risiedeva sul suo trono con il mantello che accarezzava il pavimento.
“Addirittura? Come sei magnanimo…” rispose la Yasha, guardando il corpo senza vita del soldato con indifferenza
“Ehe, lo so, oggi sono in vena di carinerie…. In un certo senso mi è stato utile…”
“Anche prima hai detto che hai capito una cosa… di che si tratta?” gli chiese mentre il sorriso di quello si allargava maggiormente
“Oh, semplicemente credo di sapere di preciso chi è quella sacerdotessa…”
“Ovvero?”
“Niente di meno che la piccola Kagome…!” disse, soddisfatto dell’espressione sorpresa di Kagura
“Kagome?! Quella Kagome?!”
“Sì… l’erede degli Higurashi”
“E ora? Immagino vorrai sbarazzartene!”
“No, affatto…”
“Ma, Naraku! Aspetta, dove stai andando?!?” urlò, guardandolo, sorpresa, mentre si era alzato
“Ho un piano di cui occuparmi, Kagura. Tu fammi il favore di liberarmi da quell’inutile cadavere” le ordinò, secco, e si girò allontanandosi con il mantello che gli fluttuava intorno insieme ai capelli.
La Yasha rimase sola nella grande sala guardando con la bocca spalancata il suo signore. Poi sbuffò e, insieme al cadavere di Akira, scomparve.

- Bene… credo che io e te ci incontreremo presto, Kagome – una risata diabolica riecheggiò per il grande castello di Kaosu, diffondendosi nella città, trasportata dalle folate violente del vento.
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Il suono ovattato di leggeri passi si diffondeva per la distesa d’erba ricoperta di rugiada.
Era ancora mattina presto e una bassa foschia serpeggiava per il paesaggio facendolo sembrare quasi una rappresentazione onirica.
Come tutte le mattine, Kagome si era alzata di buon’ora, dirigendosi verso il grande lago che si trovava poco lontano dalla sua abitazione.
Quella mattina era più nervosa del solito, soprattutto se ripensava all’arrivo del famoso gruppo che per tutte quelle notti l’aveva torturata con il sogno del suo arrivo.
Le tornò alla mente lo sguardo saccente del mezzo- demone Inuyasha… una delle persone più odiose che avesse mai avuto il dispiacere di conoscere. Già il fatto di essere un Hanyou non glielo faceva prendere in simpatia… ma con quel carattere scorbutico e arrogante non c’era speranza che tra loro due potesse nascere un qualsiasi tipo di rapporto.
Sbuffò. Sì, era decisamente di pessimo umore.
Accelerò il passo, sperando di riuscire a trovare, tramite le sue mattutine abluzioni, un po’ di pace.

Inuyasha si destò di scatto, così come si era addormentato di botto la sera prima. Non se n’era nemmeno accorto….
Si guardò intorno un po’ spaesato, godendo del panorama a più ampio raggio che gli offriva l’alto ramo di una grossa quercia sul quale aveva deciso di passare la notte… da solo.
Gli rivennero alla mente tutti i fatti del giorno prima e, soprattutto… il loro incontro con… ‘quella Kagome ’, come lui la definiva.
Già, quella ragazzina… una delle più insopportabili che avesse mai conosciuto. Se solo ripensava a come lo aveva trattato… gli veniva una gran voglia di farla a pezzi!
Sbuffò indignato… e pensare che sarebbe dovuta venire a Eldoras con loro, che avrebbe abitato nello stesso Palazzo… e pensare che era proprio LEI la principessa!
- Aaargh! Come farò?! Non riuscirò mai a sopportarla! – pensò, quasi disperato. Era la principessa, avrebbe dovuto portarle rispetto…
- Ehi, un momento! Anche io sono un principe! Se dovrò portarle rispetto… bè, lei dovrà fare altrettanto! – quel pensiero lo rincuorò almeno un po’.
Sospirando, si accoccolò meglio contro la dura corteccia dell’albero, godendosi lo spettacolo dell’alba che stava iniziando. Si era rilassato notevolmente quando sentì il fievole rumore di alcuni passi e poi la percezione di un odore particolare, conosciuto e allo stesso tempo non. Incuriosito aguzzò lo sguardo, visto che la foschia presente rendeva sfocato il terreno. Poi, dal nulla, vide la persona a cui apparteneva quell’odore così… buono. Kagome.
Prima di quel momento non ci aveva fatto caso… ma quella ragazza aveva un odore davvero particolare.
La vide avanzare lentamente, quasi con una grazia innaturale, verso la sponda ghiaiosa del grande lago circolare nel quale si rispecchiavano le tenui e pallide tonalità del cielo mattutino.
Quella mattina indossava un semplice e immacolato abito bianco, quasi impalpabile, che le ricopriva il sinuoso corpo quasi come una seconda pelle.
- Che diavolo ci fa qui a quest’ora? E poi… possibile che non si sia accorta della mia presenza? – si domandò, leggermente confuso, Inuyasha.
Ma osservando bene il volto della ragazza, era facile capire che i suoi pensieri fossero a miglia e miglia di distanza da lì.
Kagome si avvicinò alle acque gelide del lago con in mano una piccola tinozza di legno nella quale aveva riposto un grande telo bianco che depose, poi, delicatamente sul terreno.
Sporgendosi, si rispecchiò nel limpido specchio naturale del lago, guardando attentamente il suo volto, rimanendone quasi stupita.
Com’era cambiata… non si riconosceva quasi. Aveva sedici anni, era una ragazzina… mentre il suo era il volto di un’adulta.
La sua maschera di freddezza a quella vista si infranse, sostituita da un’espressione di intenso dolore.
Che cos’era diventata?
Turbata da quei pensieri, riempì velocemente la piccola bacinella per poi gettarsi brutalmente addosso l’acqua gelida, come a voler cancellare quell’immagine insieme al suo animo… ‘malato ’.
Andò avanti così per diversi minuti e tutto sotto lo sguardo attento di Inuyasha che, dalla sua postazione, aveva potuto vedere più che bene la trasformazione che era avvenuta nel volto della ragazza…. Cosa che lo lasciò alquanto sbigottito.
Già il giorno prima aveva assistito a un cambiamento del genere, quando al solo nominare Naraku sul suo volto impassibile era comparsa l’espressione di una rabbia terribile….
Ma quell’intenso dolore…. Non credeva potesse esistere qualcuno con una simile espressione.
Un turbinio di domande gli si insinuò nella mente. Chi era quella ragazza in realtà?
Con un’ultima secchiata, la vide infine aprire gli occhi di color argento che fino a quel momento aveva tenuto serrati, come a volersi rifiutare di guardare la realtà dolorosa che la circondava.
Kagome rabbrividì mentre gocce di acqua gelida le scorrevano per il corpo, mentre il vestito e i capelli le si attaccavano completamente addosso.
Si alzò in piedi, imperiosa, guardando davanti a sé con sguardo sicuro. Ancora una volta Inuyasha si stupì nel vedere un’ennesima e diversa espressione su quel volto quasi sempre inespressivo.
Questa volta non c’era né dolore né freddezza… non riusciva a definirlo bene nemmeno lui. Poi il suo sguardo si spostò dal suo viso, andando a dirigersi verso il resto della sua figura. Arrossì violentemente nel vedere che quella semplice veste bianca, ora completamente zuppa, era davvero diventata come una seconda pelle, con la scarso risultato di coprire il corpo – dovette ammettere – più che ben fatto della ragazza.
Distolse lo sguardo con le gote in fiamme. Si maledì da solo per la sua infantilità.
Kagome, invece, ignara delle reazioni suscitate da lei – seppur involontariamente – nell’ Hanyou, si asciugò con calma, avvolgendosi nel morbido e grande telo di lino bianco.
Aggiustandosi, infine, i lunghi capelli raccolti nella coda alta, si diresse con calma verso la sua abitazione.
Appena la ragazza non fu più visibile, Inuyasha scese dall’albero sospirando di sollievo. Chissà che gli avrebbe fatto se si fosse accorta che lui era stato lì per tutto il tempo….
Stiracchiandosi e respirando a pieni polmoni decise poi, anche lui, di fare ritorno, con calma, alla casa della ragazza sperando che i suoi compagni si fossero già svegliati.

Kagome entrò silenziosamente nella piccola abitazione, attenta a non far rumore.
Poiché la loro casa non era molto grande, l’unico posto in cui avevano potuto dormire i tre forestieri era stato il soggiorno. Sollevò un sopracciglio nel constatare, come quando era uscita, che l’ Hanyou non c’era… chissà dove aveva passato la notte….
‘Mi troverò un altro alloggio… non vorrei creare disturbo più di quanto non mi sia già stato fatto notare…’ , aveva detto, la sera prima, quel mezzo- demone, chiaramente riferitosi a lei, vista l’occhiataccia che le aveva lanciato. Fece spallucce. Per quello che le importava poteva anche morire congelato.
Attraversò la piccola stanza, col sottofondo dei regolari respiri dei loro ospiti, dirigendosi verso la sua camera per cambiarsi e…per preparare le cose per il viaggio.
Si guardò intorno, memorizzando ogni minimo particolare… quella sarebbe stata, forse, l’ultima volta in cui rimetteva piede in quella casa.
Sentiva che l’ansia che già da quando aveva incontrato il gruppo proveniente da Eldoras stava cercando, in tutti i modi, di sommergerla, spingere per invaderla del tutto.
Cercando di respingerla nuovamente, di seppellirla lontano affinché non potesse più emergere, si concentrò sui preparativi dei bagagli… incombenza che non le avrebbe impiegato molto tempo, viste le poche ed essenziali cose che si sarebbe portata dietro. Più che altro, il suo bagaglio era costituito da armi: la sua fedele katana e il suo inseparabile arco. Doveva però ricordarsi di farsi dare da sua nonna anche qualche amuleto… non si sapeva mai cosa poteva accadere.
E sempre pensando a sua nonna, sorrise mentre decideva di indossare quegli abiti che l’anziana miko odiava così tanto: pantaloni di pelle marrone scuro infilati in stivali – sempre di pelle – alti fino al ginocchio, maglioncino di lana bianca, gilè di pelle scamosciata e una giacca aderente sempre di pelle; infine, il mantello.
Sistemò alcuni vestiti di ricambio nella sacca ed uscì, sentendo il lieve vociare dei loro ospiti che, evidentemente, si erano svegliati.
“Oh, buongiorno Divina Kagome!” la salutò allegro il ragazzo di nome Miroku, il Majutsushi. Li conosceva da poche ore… ma quel ragazzo aveva l’aria di essere un uomo abbastanza frivolo. E la cosa era anche accentuata dalle cinque dita che aveva stampate sulla guancia. Volse lo sguardo verso l’unica ragazza di quella strana compagnia, Sango, che aveva ancora la mano alzata e il viso, oltre che arrossato, con una espressione di furente rabbia.
“Buongiorno anche a voi…” rispose, più gentile e, se possibile, meno freddamente rispetto il giorno prima. Non sapeva per quanto, ma supponeva che avrebbe dovuto scorrere del tempo con loro e voleva rendere la loro convivenza un po’ meno tesa. Ma il suo sguardo non poté che ritornare quello del giorno prima nel vedere Shippo. La sola idea di stare a contatto così ravvicinato con uno Youkai – per quanto piccolo – la mandava fuori di testa.
“Ce l’ha proprio con me…” sussurrò triste il cucciolo sulla spalla di Sango.
“Buongiorno Kagome…” la voce bassa e profonda di Kaede la raggiunse alle spalle. La vide uscire dalla cucina con in mano un vassoio con fumanti tazze di the.
“Buongiorno nonna. Aspetta…” le disse, prendendole di mano il vassoio e appoggiandolo delicatamente sul piccolo tavolino che avevano sistemato momentaneamente nel soggiorno.
“Mmh, chissà dove si è cacciato quel testardo di Inuyasha…” disse Miroku, volgendo gli occhi al cielo, mentre soffiava per raffreddare la bevanda bollente all’interno della sua semplice tazza di terracotta.
“Sono qui, sono qui… comunque, chi sarebbe testardo?” la voce del diretto interessato li raggiunse mentre l’ Hanyou faceva il suo ingresso nell’abitazione. Aveva fatto bene a procedere con calma, almeno adesso i suoi compagni erano svegli.
Si guardò intorno e il suo sguardo si posò sulla figura di Kagome che sorseggiava tranquillamente il suo the, senza degnarlo di uno sguardo. Meglio così, se avesse incrociato il suoi occhi argentei si sarebbe ritrovato ad arrossire come uno stupido.
“Si può sapere dove sei stato? Hai davvero passato la notte là fuori?” gli domandò Miroku, guardandolo scioccato mentre l’altro si sedeva in un angolo
“E allora? Non sono mica debole come voi Ningen, non soffro né il freddo né il caldo io” rispose quello con la sua solita aria da superiore, cosa che fece alquanto irritare Kagome che si alzò bruscamente, dirigendosi poi verso la cucina.
“Tsk!” emise irritato Inuyasha. Quella Ningen era davvero una seccatura.
“Comunque… vogliamo darci una mossa? Non possiamo perdere dell’altro tempo, no?” constatò poi, guardando Miroku perché gli desse una risposta affermativa
“Sì, hai ragione, non possiamo tardare oltre – rispose mentre finiva di bere l’ultimo sorso del suo the – Mi spiace somma Kaede… ma credo proprio che dobbiamo partire” le disse, rammaricato, immaginando la tristezza che in quel momento doveva provare la donna.
“Sì, lo so…. Anche se mi costa tantissimo… dovete andare, non c’è altro modo…” sospirò, più triste che mai. Dopo sua figlia… l’avrebbe abbandonata anche sua nipote.
“Non sapete quanto mi dispiace, davvero…” aggiunse Miroku, guardandola sinceramente dispiaciuto. Kaede sorrise debolmente
“Non dovete preoccuparvi. Sapevo che prima o poi sarebbe successo…”.
In quel momento fece ritorno anche Kagome che sembrava essersi calmata. Tutti gli sguardi si puntarono su di lei, mettendola a disagio
“Che c’è?!” sbottò, innervosita
“Dobbiamo andare” le disse, semplicemente e con sguardo serio, Miroku. Lei annuì, decisa, voltandosi poi, più incerta verso la nonna.
“Allora… hai avvisato tu Yoshikawa, vero?” le domandò l’anziana e Kagome scosse la testa, in segno di assenso. Le parole le erano morte in gola.
“Hai avvisato solo lui?”
“Sì…”
“E Kliff e Deniel? A loro non hai detto niente?” le domandò Kaede, con tono più sorpreso e apprensivo “Avresti dovuto almeno dirlo a Deniel sai quanto ci tie-”
“No. Sarebbe stato…troppo difficile – la interruppe Kagome – Avrebbe fatto di tutto per trattenermi…”
“Ma hanno il diritto di sapere!” insistette la donna
“E lo sapranno, ovviamente… è inevitabile, no? – disse quest’ultima frase con una chiara nota di tristezza e dolore nella voce. Inuyasha la guardò meglio: stava soffrendo.
Evidentemente le persone di cui stavano parlando erano importanti per lei… - Non posso dargli delle preoccupazioni in più, nonna. Almeno, sapendomi già partita… soffriranno di meno…”
“Oh, Kagome…” Kaede le si avvicinò e l’abbracciò più stretta che poteva. Quella che la ragazza stava andando ad affrontare non era un semplice viaggio…. Avrebbe dovuto combattere, affrontare una delle minacce più potenti che fossero mai comparse sul Continente. Chissà quando e se l’avrebbe rivista…questa domanda le bloccò il respiro, terrorizzandola.
In qualche modo la ragazza percepì la paura della nonna e si staccò da lei, temendo di essere a sua volta pervasa dagli stessi timori. Non poteva indugiare.
La guardò nei suoi piccoli occhi contornati da una serie di rughe e le rivolse un sincero sorriso, pieno di gratitudine.
Kaede restò interdetta per la dolcezza di quello sguardo… quello sguardo che rivedeva dopo così tanto tempo.
“Grazie… grazie di tutto nonna. E… scusa se per tutti questi anni… non ho fatto altro che farti preoccupare…. Perdonami” le disse, cercando di trasmetterle tutto l’affetto che provava per lei. Non le importava se in quel momento c’erano anche Inuyasha e gli altri… voleva solo dire grazie alla sua adorata nonna.
L’anziana miko non riuscì a trattenersi dal versare alcune lacrime mentre Kagome raccoglieva le sue poche cose e si preparava per il viaggio. Da quel giorno cominciava una nuova vita.
In silenzio, uscirono dalla piccola abitazione, scambiandosi gli ultimi saluti.
“Grazie di tutto, somma Kaede – la salutò Sango – le promettiamo che ci prenderemo cura di sua nipote”.
Anche Inuyasha, inaspettatamente, la ringraziò a modo suo, accennando un saluto con la testa – che per uno come lui, era già tanto.
Nonna e nipote si scambiarono un ultimo sguardo, carico d’affetto, prima di separarsi definitivamente.
Appena voltatasi, Kagome tenne la testa alta, riacquistando la sua aria impassibile mentre, invece, nel suo cuore, si muoveva, frenetico, un turbinio di emozioni.
Quello, molto probabilmente… era un addio.

Alcune ore dopo i cinque erano ancora in cammino. Mentre inizialmente il viaggio era stato immerso nel silenzio, ora la compagnia chiacchierava allegramente. O, almeno,quasi tutti.
Kagome, infatti, si era chiusa in uno stato di isolamento, camminando separata e in testa al gruppo.
Lo stesso valeva per Inuyasha che, però, chiudeva la fila.
“Ah, non vedo l’ora di riabbracciare la mia Varandir!” sospirò Miroku
“Almeno tu la potrai vedere tra poche ore…. Io devo aspettare di essere arrivata a Eldoras per vedere Sieg!” piagnucolò, invece, Sango
“Ci toccherà pazientare. Purtroppo siamo ancora troppo distanti e non posso nemmeno comunicare telepaticamente con lei…. Ehi ma… secondo voi che avrà Inuyasha?” domandò Miroku, bisbigliando, a Sango e Shippo che, come lui, rivolsero una fuggevole occhiata all’ Hanyou
“Mah, e chi lo capisce quello! È così da quando abbiamo lasciato la casa di Kagome” constatò Shippo, scuotendo la testa
“Già, Kagome…” sospirò Miroku, spostando l’attenzione sulla cugina. Era veramente in pensiero per lei, ma avendo capito pressappoco il carattere della ragazza… non era il caso di parlarle in quel momento.
“Non ti preoccupare – gli disse Sango – Vedrai che si aprirà. Posso intuire perfettamente quali siano i suoi sentimenti, adesso…. Ma, come hai fatto con me, sono sicura che riuscirai a risollevare il morale anche a lei” e gli rivolse un bellissimo sorriso che lo fece incantare
“Oh, mia dolce Sango! Non credevo di avere questo effetto su di te! Siamo proprio fatti l’uno per l’altro, allora!” e, puntualmente, la sua mano non riuscì a non trattenersi dal posarsi sul suo fondoschiena e, sempre puntualmente, risuonò nell’aria il rumore di uno schiaffo.
Questo attirò l’attenzione di Kagome e Inuyasha, che volsero lo sguardo verso i due che litigavano.
Nel fare ciò, lo sguardo ambrato di lui, incontrò quello argentato di lei che, a differenza delle altre volte però, lo distolse subito, volgendosi e continuando a camminare.
L’ Hanyou lasciò il suo sguardo puntato su di lei, ora di spalle. Quella ragazza aveva un qual cosa che… lo mandava in confusione e non capiva perché.
- Bè, almeno, standosene zitta, eviteremo di litigare… - rifletté, continuando poi tranquillamente a camminare col sottofondo delle urla di un’inferocita Sango e dei piagnistei di un più che malridotto Miroku.
Tutto come sempre.

“Allora Inuyasha… dove si trova ‘sto benedetto posto? Io non ce la faccio più, ho fameee!”
“Smettila di piagnucolare Shippo! Manca poco, accidenti!”.
Mezzogiorno ormai era passato da un po’ e la nostra compagnia era in cerca di un luogo in cui potersi riposare.
Minuti prima l’ Hanyou aveva dichiarato che, poco distante da lì, ci doveva essere una foresta con anche un piccolo laghetto ed era proprio là che stavano andando.
“Forza Shippo cerca di resistere – lo riprese dolcemente Sango – Tra poco potrai mangiare, non preoccuparti”
“Voi state bene, divina Kagome?” le domandò, avvicinandosele, Miroku, con un gran sorriso a illuminargli il volto. In quelle ultime ore aveva notato che la ragazza si era come risvegliata dal suo stato di isolamento e, anche se non aveva ancora aperto bocca, almeno aveva camminato vicino a loro, ascoltando i loro discorsi.
“Sì, non vi preoccupate…” rispose la ragazza, cercando di adottare un tono gentile
“Ci siamo, forza gente!” li incitò Inuyasha mentre puntava una mano in direzione della fitta foresta che gli si era parata davanti all’improvviso.
“Ehm… Inuyasha… non metto in dubbio le tue capacità ma…. Sei certo che saremo al sicuro là dentro?” gli domandò, scettico, il ragazzo dal codino, fissando di sbieco la schiera di fitti alberi davanti a loro
“Non lo scopriremo mai se non ci entriamo, no?” rispose di rimando, sogghignando, l’altro
“M- ma come?! Non voglio finire come carne da macello per i primi Youkai che passano!” protestò insistente Miroku
“Già, nemmeno io voglio fare quella fine!” si aggiunse con la sua voce acuta Shippo, perorando la causa del Majutsushi
“Eeeehhh… voi due mi farete impazzire! Che volete fare allora, continuare a camminare fino a Gale senza sosta?! Per me andrebbe anche bene visto che non vedo l’ora di tornare a Eldoras! E inoltre… non so se ve ne siete accorti, ma abbiamo finito l’acqua… e dentro la foresta, guarda caso, c’è pure una sorgente…” gli argomenti avanzati dall’ Hanyou erano molto validi tant’è che sia Shippo che Miroku restarono ammutoliti, riflettendo attentamente. In effetti l’idea di dover continuare a viaggiare senza neanche riposarsi non li allettava per niente… e poi avevano finito l’acqua….
Si guardarono e, sospirando rassegnati contemporaneamente, accettarono di proseguire nella foresta.
“Era ora…. Sarebbe l’ideale se la usaste più spesso quella vostra testa bacata!” grugnì il mezzo- demone
“Mph!”. Questo verso attirò l’attenzione dell’ Hanyou che percepì chiaramente chi l’avesse emesso
“Scusa hai qualcosa da ridire?!” domandò irritato, squadrando con sguardo inceneritore Kagome. Lei, di rimando, prima lo osservò indifferente per poi assumere un’espressione sarcastica…cosa che fece imbestialire Inuyasha.
“Ehi, che significa quello sguardo?!? Se hai qualcosa da dire, dillo, invece di limitarti a guardarmi con quell’espressione idiota!!”
“Senti… - cominciò abbastanza seccata la ragazza – Se tu la smettessi di comportarti come un bambino forse eviterei anche io di guardarti così…. E poi ci stai facendo perdere tempo”.
Inuyasha restò impietrito da quelle parole mentre, invece, come se nulla fosse, Kagome continuò per la sua strada, entrando nella foresta
“Incredibile… ha zittito Inuyasha…!” esclamò stupita Sango, accompagnata dagli sguardi altrettanto sorpresi di Miroku e Shippo.
Infine, emettendo un misero “Tsk!”, anche il mezzo- demone li seguì.
Appena entrati nella foresta, i cinque si sorpresero nel vedere quanto fosse fitta e come addirittura i raggi del sole facessero fatica a penetrare tra le alte fronde degli alberi.
“Proprio un bel posticino…” sussurrò Miroku, guardandosi intorno allerta
“Bah, non puoi mica pretendere tutte le volt- attenzione!” esclamò Inuyasha, avendo avvertito una presenza demoniaca. Si girò, insieme agli altri, verso la direzione da cui l’aura proveniva aspettandosi di vedere sbucare all’improvviso uno Youkai…e in effetti il Demone c’era… solo che si ritrovava attaccato a un tronco, infilzato da una lunga freccia.
Si voltarono, quindi, verso l’unica persona che aveva con sé un arco, ovvero Kagome che, infatti, teneva in mano la sua fedele arma la cui corda ancora vibrava lievemente per il dardo appena lanciato
“Sei lento Hanyou” disse lei rivolta a Inuyasha, guardandolo con sguardo di sfida. In fondo… si stava quasi divertendo….
Lui divenne rosso per la rabbia e, senza dire una parola, si voltò di scatto, continuando a camminare.
Gli altri sorrisero divertiti…Inuyasha aveva trovato pane per i suoi denti.
L’ Hanyou fiutò poi di nuovo l’aria e, prestando maggior attenzione ad eventuali altre aure demoniache – non voleva di certo essere da meno da una Ningen e in particolare ‘quella Kagome ’ - , si diresse verso il punto da cui sentiva il debole rumore dell’acqua.
Si mossero silenziosi per la foresta mentre un leggero vento muoveva le alte fronde degli alberi, facendo passare così, a intermittenza, la luce del sole nel suo zenit.
Dopo poco arrivarono in un punto più libero dalla presenza degli alberi, cosa che permise loro di riposarsi come si deve.
Le due ragazze si diressero immediatamente verso la modesta sorgente d’acqua che andava a formare un piccolo laghetto la cui superficie colorata d’oro per via dei raggi solari, abbagliava gli occhi.
Kagome si deterse un poco il viso e il collo… cosa che la rinvigorì notevolmente. Guardò il suo riflesso sull’acqua e sospirò.
Era preoccupata. Ma non tanto per se stessa e per la sua sorte… quanto per sua nonna.
Solo in quel momento si rese conto di come avesse trascurato tante cose…. Come aveva potuto abbandonarla così frettolosamente senza nemmeno aver pensato ad una sistemazione più sicura per lei? Non dubitava dei poteri spirituali della miko, ma ormai… aveva una certa età.
Per fortuna che, almeno, si era raccomandata col signor Yoshikawa… bè, sperava di averlo fatto visto che quando era andata ad avvertirlo della sua decisione era stata frettolosa e non è che fosse stata particolarmente concentrata nel momento in cui gli aveva parlato.
Sospirò di nuovo. Era un’irresponsabile.
“C’è qualcosa che non va?” la voce gentile e preoccupata di Sango la fece trasalire e si ritrovò nello specchiarsi negli occhi marrone scuro della ragazza che le si era avvicinata
“Scusa, non volevo disturbarti…. Ah, a proposito… posso darti del tu?” le domandò, sedendosi accanto a lei su un grande masso vicino alla riva
“Sì, certo…” sussurrò Kagome, annuendo debolmente e tornando a fissare la sua immagine riflessa
“Spero di non essere troppo invadente se ti chiedo cos’è che ti turba…. E non dirmi che non c’è niente perché te lo si legge in faccia…” le disse Sango, volgendo lo sguardo verso di lei
“… Sono… preoccupata…” rispose debolmente Kagome. Si sorprese lei stessa nel sentire la sua risposta…. Conoscendosi, l’avrebbero dovuta torturare prima che lei potesse parlare delle proprie angosce. Ma, non sapeva perché, con quelle persone sentiva di potersi aprire… forse, poteva sembrare un paradosso… perché erano degli estranei.
“Intendi… per quello che ti aspetta?” insistette la ragazza del Nord.
Kagome scosse la testa in segno di diniego “Tempo per la sorte di mia nonna. Questa storia mi ha mandato fuori di testa e non mi sono nemmeno preoccupata di assicurarmi che non le sarebbe mancato niente durante la mia assenza…. Sono proprio un’egoista…”
“Non è vero. Il solo fatto che adesso sei qui, a preoccuparti per tua nonna, invece di temere per il futuro ignoto che ti attende… dimostra che sei tutto tranne che una persona egoista”
“… Sarà anche vero…ma nonappena ho sentito nominare Naraku non c’ho pensato due volte a partire e a lasciarla sola… nonostante tutto quello che lei ha fatto per me. Non ne avevo il diritto… ma… non posso nemmeno tornare indietro…” era da tempo che non si sentiva così… in colpa. È sempre dolorosa la fase in cui ci mettiamo a ripensare alle nostre decisioni e quando capiamo che non si può, comunque, tornare indietro… è davvero straziante.
“Kagome… in questo momento ti può sembrare che tu sia partita esclusivamente per i tuoi interessi…. Vedrai che col tempo non sarà più così. Indubbiamente il tuo desiderio di vendetta ha giocato un ruolo importante nella tua decisione, ma non credo che tu ti sia scordata che quella che è stata uccisa…era anche la figlia di tua nonna. È anche per lei che hai deciso di andartene, ne sono sicura.
“In più credo che, inconsciamente, anche l’idea di poter aiutare persone nelle tue stesse condizioni o che potrebbero soffrire come hai sofferto tu ti ha spinto a prendere una decisione così importante…”.
Kagome la guardò intensamente. Le parole della ragazza erano state come un balsamo per il suo cuore a pezzi…. Avrebbe voluto esprimerle la sua gratitudine a parole ma non ci riusciva. Sango parve però intuire i pensieri della miko e le sorrise
“Anche se ci siamo appena conosciute… sappi che potrai sempre contare sul mio aiuto. E poi l’idea di avere, finalmente, un po’ di compagnia femminile mi rende alquanto entusiasta! Come hai potuto vedere quegli altri tre sono difficili da gestire… e tu vedo che ormai sai già come rapportarti a Inuyasha…!”
“Eh, quell’ Hanyou! È a dir poco insopportabile!!” sbottò Kagome, davvero irritata, cosa che fece sorprendere Sango che non l’aveva mai vista così energica
“Accidenti, lo odi proprio a morte!” scherzò il Cavaliere, ridacchiando mentre, invece, lo sguardo di Kagome si faceva serio
“Io odio tutti i Demoni”. Sango la guardò di nuovo, sorpresa per quel cambiamento repentino
“Capisco…. Allora immagino che non ti troverai bene a Eldoras, lì convivono Ningen, Demoni e Hanyou…”
“Vedremo. Se mi fascio la testa adesso non riuscirò più ad andare avanti”
“Giusto. Forza, raggiungiamo gli altri, sperando che abbiano acceso il fuoco…!”.
Così le due si diressero verso il punto in cui avevano lasciato gli altri membri del gruppo che videro, nell’avvicinarsi, intenti nell’accendere il fuoco.
Kagome e Inuyasha si rivolsero le solite occhiatacce e tutto procedette con tranquillità.
Nonostante dovessero far ritorno a Eldoras con una certa urgenza, decisero di prendersela con relativa calma, visto che avevano deciso che anche la notte, se necessario, l’avrebbero passata in volo.
Tra una litigata e l’altra, i cinque riuscirono e rifocillarsi come si deve e Miroku riuscì a togliersi anche il capriccio di fare un pisolino sotto le lamentele insistenti di Inuyasha che però, alla fine, non riuscì a tenere testa alla pigrizia del Majutsushi che riuscì ad addormentarsi come un sasso sotto le sue urla.
In sostanza, solo dopo due ore abbondanti, il gruppo poté riprendere il viaggio.

[…]

Solo verso sera i cinque riuscirono ad essere in vista di Gale. Insolitamente, avevano proceduto con calma e nemmeno Inuyasha aveva avuto niente da ridire al riguardo.
Kagome e Sango sembravano essere entrate ormai in sintonia e più o meno la stessa cosa con Miroku…. Peccato che, invece, con Shippo e Inuyasha le cose fossero molto diverse.
Col primo la ragazza era continuamente e assolutamente fredda, ostinandosi a non rivolgergli la parola e a limitarsi a lanciargli sguardi carichi d’odio, nonostante fosse solo un cucciolo.
Ma con Inuyasha era anche peggio… i due, più di una volta, nel corso del viaggio, non avevano fatto che litigare e, seppur si fosse chiaramente trattenuta, la compagnia aveva potuto intuire quanto Kagome potesse far venire i brividi se si fosse infuriata davvero.
“Eri molto meglio quando te ne stavi zitta e ce l’avevi con il mondo!” sbottò Inuyasha, dopo un’altra delle loro vivaci discussioni
“Non è di certo colpa mia se sei una testa vuota…. E, di nuovo, non è colpa mia se ci siamo incontrati visto che siete stati VOI a venire da me” ribatté, tranquilla la ragazza, senza guardarlo
“Ah, stai sicura che se avessi saputo che dovevamo venire a prendere una smorfiosa come te mi sarei rifiutato categoricamente!”
“Per quello che me ne importa… tanto avevate comunque bisogno di me, perciò è meglio se taci” lo rimbrottò lei, sicura, e chiudendo il discorso facendolo ancora di più imbestialire
“Su, su ragazzi… è tutto il giorno che andate avanti così, possibile che non vi siate ancora stancati?” cercò di calmarli Miroku che non sapeva fino a che punto Inuyasha sarebbe riuscito a trattenerla dall’ucciderla anche se era una ragazza
“Ecco Gale, ragazzi!” esclamò poi Sango, attirando l’attenzione di tutti.
In lontananza si potevano vedere le deboli luci dei lampioni e delle fiaccole che illuminavano la piccola cittadina e le diverse lingue di fumo grigio dei comignoli che si alzavano in cielo, trasportate dalla corrente.
I cinque accelerarono il passo, felici di aver raggiunto finalmente la meta
- Varandir… mi senti? – Miroku tentò di contattare il suo Drago, ansioso di parlare con lei
- Era ora! Finalmente siete tornati, non ce la facevo più! – la voce quasi esasperata della dragonessa lo raggiunse, facendolo sorridere
- Anche io sono contento di risentirti… - ridacchiò il ragazzo dal codino
- Se, se… a parte gli scherzi…. Allora? L’avete trovata? – gli domandò ansiosa, non riuscendo a resistere all’attesa di vedere con i propri occhi se erano riusciti a trovare la principessa o no
- Bè… credo che quando torneremo mio padre sarà molto contento… - le disse, lui, facendole intendere che la missione aveva raggiunto il suo scopo
- Sì! Bravissimi ragazzi! – esclamò entusiasta lei
- Ma ricordati Varandir… non fatevi sfuggire niente! So che voi Draghi, in qualunque circostanza, avete un certo comportamento da tenere di fronte all’erede della Famiglia Reale… ma Kagome non sa ancora niente e quindi- -
- Lo so, lo so… abbiamo anche noi le nostre tradizioni… eravamo già pronti a questo. Anche se è irrispettoso, non faremo niente
- Bene… ci vediamo tra poco, allora –
- Sì, ma sbrigatevi! Sono ansiosa di vederla! – e, con quest’ultima sollecitazione, i due interruppero il loro contatto.
Gli altri due Cavalieri, nel frattempo, vedendolo così concentrato, avevano subito capito che l’amico stava parlando con il suo Drago.
Inuyasha un po’ invidiava Miroku… lui aveva la possibilità di affrontare qualunque missione insieme a Varandir mentre lui e Sango, proprio perché avevano fatto tutto così in fretta, avrebbero dovuto aspettare ancora.
Sorrise sinceramente nel pensare a quanto la sua Harliem probabilmente era cresciuta in quei giorni in cui erano stati lontani…. Era così curioso!
Più o meno, questo era anche quello che pensava Sango che sentiva la mancanza della gelosia del suo Sieg con i suoi abituali e dolcissimi sbuffi. Non vedeva l’ora di poter finalmente volare insieme a lui….
A Kagome non sfuggirono gli sguardi dei tre. Prima era rimasta un po’ interdetta dal comportamento di Miroku che, all’improvviso, aveva assunto un’espressione concentrata, sorridendo, poi, a volte da solo. Poi Sango e anche… Inuyasha. Rimase davvero sorpresa nel vedere sul volto dell’ Hanyou un sincero e dolce sorriso mentre pensava, con lo sguardo vacuo, a chissà quale cosa. Comunque, doveva trattarsi di qualcosa davvero importante se era riuscita, al solo pensarci, a dargli quell’espressione.
Si ritrovò, poi, a rabbrividire all’improvviso, avvertendo qualcosa che prima non c’era.
“Invece di starvene lì con quelle espressioni beate vi consiglio di stare in guardia” li avvertì mentre sfoderava la sua fedele katana la cui lama brillò alla luce della luna
“Come?” disse, perplesso, Miroku, guardandola spaesato
“Youkai” lo informò lei semplicemente mentre si guardava intorno in allerta.
Anche gli altri, allora, si irrigidirono, estraendo le armi
“Sì, in effetti, seppur debole, avverto la presenza di Demoni” disse Inuyasha con la sua fedele Tessaiga in mano mentre un sorriso soddisfatto gli si allargava sul viso “Bene, finalmente un po’ di movimento…. Non mi piace stare con le mani in mano per troppo tempo”
“Eh, bisogna poi vedere se riuscirai ad adoperare quello spadone… sempre se è affilato…” gli disse ironica Kagome, sempre attenta nel capire la probabile posizione degli Youkai
“Vuoi che facciamo una prova su di te?!?” la minacciò l’ Hanyou, sogghignando malvagio
“Zitto, arrivano” lo interruppe glaciale la ragazza, scansando velocemente degli artigli affilati che le erano piombati addosso all’improvviso
“Tsk, la ragazzina è veloce!” esclamò la voce acuta di una Yasha che le si era parata davanti, dopo che Kagome, con sua sorpresa, aveva evitato il suo attacco
“Oppure sei tu che sei troppo lenta” le disse, glaciale, Kagome, guardando attentamente la giovane Demone: una Neko Youkai. Ora capiva il perché le fosse piombata addosso così all’improvviso.
“Ma come ti permet-”
“Fermati Sumire *” un’altra voce si aggiunse, e dalle tenebre emerse la figura di un altro Youkai, in particolare un altro Demone gatto.
“Ehe, cos’è, un raduno?!” ghignò divertito Inuyasha, guardando il nuovo arrivato che si mise dietro di loro, dalla parte opposta dell’altra compagna Youkai.
“Può darsi – cominciò quello, guardando Inuyasha – Perché, vorresti unirti a noi… Hanyou?” gli domandò, sprezzante mentre la sua lunga coda argentea frustava l’aria.
“Declino l’invito, grazie. Già odio i gatti, figurati tutti quelli precisini come te…” gli rispose il mezzo- demone, riferendosi chiaramente all’aspetto più che ordinato dello Youko.
Questo era alto, con lisci e morbidi capelli argentei legati perfettamente in una bassa coda; gli occhi dal taglio felino, di un azzurro quasi abbagliante, lo scrutarono indifferenti mentre sistemava il suo abito.
“Come ti permetti Hanyou?! Non hai idea con chi stai parlando!” lo rimbrottò la giovane Yasha, infuriata per l’offesa al suo capo.
“Basta Sumire. Piuttosto…dove sono finiti gli altri? Avevo dato ordini precisi anche a loro…” la scrutò lo Youko, aspettando una risposta soddisfacente
“Bè… erano qui anche loro…magari sono andati a far fuori qualche Ningen…” ipotizzò quella, temendo l’ira dell’altro
“Quegli stupidi…” sibilò lo Youkai avvertendo poi l’aura dei suoi compagni
“Non dovrai aspettare ancora molto prima di punirli…” disse Kagome, guardandolo con la sua stessa freddezza, avendo anche lei avvertito la presenza di altri Demoni
“Mh, sei in gamba Ningen. Mi hai sorpreso anche prima… è difficile evitare un attacco di Sumire…” lo Youko abbandonò la sua espressione indifferente per rivolgerle uno sguardo interessato
“Lascia perdere. Non accetto complimenti da Youkai” ribatté la miko, sotto gli sguardi leggermente preoccupati dei suoi nuovi compagni… va bene, odiava i Demoni… ma bisognava andarci piano in circostanze del genere….
“Accidenti, che Ningen arrogante…”. Kagome si ritrovò alle spalle un’altra presenza, anche questa, come Sumire, sbucata dal nulla
“Però non mi sembra così veloce come dicevate…” aggiunse sempre il nuovo venuto, un altro Youko.
“Osserva bene Saikuron*…” gli disse l’altro Youkai.
L’ultimo arrivato guardò il punto in cui anche l’altro stava osservando e poté notare che Kagome non si era fatta sorprendere e aveva estratto, oltre alla katana, anche un piccolo pugnale che stava appunto puntando contro l’addome del Demone.
Questo sorrise e si spostò velocemente per poi, con grandissima velocità, ricomparire affianco dell’altro Youkai.
“Potevi anche avvisarmi Shimo*- kun. Ci sarei potuto rimanere secco!” piagnucolò quello
“Non dire sciocchezze. Dove sono gli altri due? Sapete che odio i ritardi”
“E chi lo sa, tu sai bene come sono fatti quei due…”. Il Demone di nome Saikuron puntò l’attenzione verso la compagnia che, man mano, stavano circondando.
“Scusate signori… avete bisogno di qualcosa in particolare?” disse Miroku con un sorriso di cortesia dipinto sul volto
“Ah, non gli hai detto ancora niente Shimo- kun? Non è da te…. Di solito sei così preciso…” gli chiese Saikuron, guardandolo sorpreso
“Aspettavo voi. Ma come al solito dovete sempre rovinare tutto… ma questa volta non sarò così indulgente…” l’altro Youko rabbrividì insieme alla giovane Sumire
“S- su capo, non fare così… sono sicura che Tsuyu*- san e Kiri*- kun saranno qui a momenti…” balbettò la Yasha, cercando di rabbonirlo
“Oh, piccola Sumire sei sempre così carina!” la voce femminile di una provocante Yasha si fece avanti e ai tre neko Youkai se ne aggiunsero altri due.
“Eccoci qui! I mitici fratelli Tsuyu e Kiri! Scusate per il ritardo!”
“Modera l’entusiasmo, Tsuyu. Shimo- kun è arrabbiato…” la informò Saikuron , indicando lo sguardo più serio del solito del loro capo. La Yasha sorrise maliziosa e si avvicinò al Demone dai capelli argentei, strusciandosi contro di lui
“Perdonaci Shimo- kun… io e Kiri- chan eravamo molto affamati e non abbiamo saputo resistere…” gli sussurrò seducente, abbracciandolo mentre lui la guardava indifferente. Poi, come se nulla fosse, lo Youko l’afferrò bruscamente per poi darle un profondo e violento bacio.
Inuyasha e gli altri rimasero impietriti di fronte a quella scena… insomma prima gli sbarrano la strada e poi si fanno i comodi loro?
“Ehi, maledetti!! Si può sapere che diavolo state facendo?? Se dovete amoreggiare noi ce ne andiamo!!” sbottò, cieco di rabbia, il mezzo- demone, stufo di dover perdere tempo a quel modo.
Shimo si staccò dalla Yasha allontanandola bruscamente da sé, puntando lo sguardo su di loro.
“Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare” disse glaciale mentre gli altri quattro Demoni, dietro di lui, ghignavano, trepidanti.
“Cominciare che cosa?! Si può sapere perché diavolo ci avete sbarrato la strada?!?” domandò furioso Inuyasha
“Per uccidervi. È da tempo ormai che vi puntiamo” li informò candidamente l’altro senza distogliere lo sguardo
“Ah, è così? Feh! Questo è tutto da vedere, gatto!” e tutti impugnarono saldamente le armi, pronti per lo scontro…. O, almeno, quasi tutti, visto che Shippo stava letteralmente tremando per la paura
“Dovrete accontentarvi di uno scontro quattro contro cinque…ritenetevi fortunati! Anche se basterebbe uno solo di noi per farvi fuori tutti!” disse sprezzante Inuyasha, eccitato all’idea di poter, finalmente, combattere sul serio.
“Staremo a vedere. Forza, all’attacco!”.
Inuyasha si ritrovò a combattere proprio contro Shimo che, fin da subito, si rivelò un avversario difficile. Ma questo valeva anche per gli altri: Saikuron si era lanciato contro Sango mentre Miroku stava affrontando la provocante Tsuyu – cosa che, da una parte, vista la sua sensibilità al fascino femminile, lo rendeva felice.
Kagome, invece, o perché sottovalutata o perché ritenuta un avversario pericoloso, si era ritrovata a combattere con i due rimasti, Sumire – che, evidentemente, fin da subito, l’aveva presa in antipatia – e il taciturno Kiri.
Shippo, nel frattempo, si era leggermente allontanato, dispiaciuto che, per colpa sua, ora Kagome si ritrovasse a combattere con due nemici.

Il combattimento stava durando ormai da diversi minuti e nessuna delle due parti sembrava voler cedere.
Inuyasha dovette riconoscere di aver sottovalutato il suo avversario ma non solo lui, anche i suoi compagni e tutti sembravano essere accomunati da una velocità sorprendente.
Alcune volte aveva subito anche qualche ferita, perché distratto nel vedere come i suoi compagni se la stessero cavando. Soprattutto aveva prestato attenzione a Kagome che si era ritrovata addirittura con l’affrontare due avversari. In effetti non c’era un motivo apparente per cui doversi preoccupare – l’aveva vista lui stesso sterminare senza troppe difficoltà una ventina di Youkai – ma quei Demoni erano un’altra cosa.
“Dovresti preoccuparti più per te stesso che per quella Ningen – gli disse Shimo dopo l’ennesima sua distrazione – Anche se, in effetti, è difficile distogliere lo sguardo da una donna così bella…. Sai non mi dispiacerebbe prenderla come mia concubina…” rifletté ad alta voce
“Bah, per quel che mi riguarda potresti farne quello che ti pare… - cominciò Inuyasha, rialzandosi dopo essere caduto a terra – Ma bisogna vedere se sei così forte e, soprattutto, coraggioso da tentare anche solo di sfiorarla. Sai, credo proprio che avrebbe qualcosa da ridire!” disse, sorridendo divertito nel ripensare ai battibecchi che in così pochi giorni già avevano avuto e dal caratterino che la ragazza aveva dimostrato di possedere
“Che vuoi che mi faccia una semplice Ningen? O forse sei tu che la sopravvaluti…” rispose scettico il Demone gatto “Ma ora pensiamo a noi…” e i due ripresero a combattere mentre la stanchezza, un po’ per tutti, cominciava a farsi sentire. Ma i primi a cedere furono proprio i loro avversari che, di certo, non si erano aspettati che un gruppo formato in prevalenza da Umani potesse dar loro così tanti problemi.
Il primo a soccombere fu Kiri, che Kagome riuscì con facilità a far fuori grazie al suo potere spirituale. La morte dello Youko fece infuriare la sorella, Tsuyu, che, in preda al furore, si lanciò contro la miko, senza prestare attenzione verso il suo avversario, Miroku, che ne approfittò per eliminarla.
Ne rimanevano solo tre. Ora erano loro ad essere in vantaggio.
Il ragazzo dal codino corse in aiuto di Sango, dandole man forte contro Saikuron che combatteva con grande ferocia, grazie ai suoi potenti attacchi energetici.
Continuarono a combattere incessantemente per altri minuti… minuti preziosi visto che Inuyasha e gli altri, stanchi di quella lotta e, soprattutto, infastiditi dal fatto che il loro ritorno a casa fosse stato rallentato, attinsero dalle loro riserve di energia, decisi ad eliminare i loro avversari.
Quasi contemporaneamente, i quattro riuscirono a infliggere ai rispettivi nemici attacchi fatali, riducendoli in fin di vita.
“Che siate dannati maledetti! Ci avete fatto perdere un sacco di tempo!” sbraitò l’ hanyou osservando quasi con disgusto i corpi esamini di quei fastidiosi Demoni.
“Ma… anf… non eri proprio tu…quello che aveva voglia di fare del movimento?” lo rimbrottò ironico Miroku
“Feh!”
“Accidenti… non mi aspettavo fossero così forti!” puntualizzò Sango, col fiato corto “Se abbiamo finito, proporrei di proseguire” disse Kagome, che apparve ai loro occhi fresca come una rosa
“Ehi, sbaglio o hai combattuto anche tu? Possibile che tu non abbia nemmeno un po’ di fiatone?” sbottò Inuyasha, guardandola infastidito…. Certo, nemmeno lui era spompato, ma il fiatone ce l’aveva ugualmente! Ma non solo questo… mentre loro avevano io vestiti sgualciti e leggermente sporchi lei… niente! Non ci poteva credere.
“Ehi ma… dov’è Shippo?” domandò poi Sango, notando l’assenza del piccolo Youkai
“Già, è vero…” si aggiunse Miroku, guardandosi in giro
“Bah, vedrete che sarà nascosto qui da qualche parte…” mugolò indifferente il mezzo- demone
“Shippo?! Dove sei?” disse ad alta voce Sango, sperando che lo Youko l’avesse sentita
“S- sono qua…” la voce tremante del piccolo Shippo li raggiunse, e lo videro sbucare da dietro un folto cespuglio e avanzare sospettoso verso di loro
“Feh, smettila di tremare moccioso! Li abbiamo fatti fuori quei dannati!” lo rassicurò, con il suo solito tono ‘garbato ’, Inuyasha
“Davvero?! Siete grandi!” esclamò il piccolo Youkai, cominciando a saltellare allegro verso di loro.
Kagome stava guardando la scena distrattamente quando improvvisamente un brivido la percorse e scorse la figura di Shimo comparire dietro a Shippo, pronto ad attaccare. Come per riflesso incondizionato si lanciò nella sua direzione, parandosi davanti al piccolo Youkai.
Dei lunghi ed affilati artigli la trapassarono da parte a parte mentre Inuyasha e gli altri rimasero impietriti di fronte a quella scena. Tutto era avvenuto così velocemente che non se ne erano nemmeno resi conto.
“Tu…tutto bene?” chiese, a fatica, la miko a Shippo che la fissava con una sguardo di terrore misto a sorpresa
“Ka… Kagome…” balbettò il piccolo Demone
“Ehe… almeno tu morirai Ningen, anche se è quasi un peccato!” ghignò soddisfatto, invece, dietro di lei, Shimo, con i suoi artigli conficcati ancora nella sua carne.
Kagome, con uno sguardo raggelante, afferrò saldamente quegli stessi artigli e attingendo al suo potere spirituale, attraverso di lei, scagliò un potente attacco allo Youko che, bloccato, non riuscì ad evitarlo, venendo colpito in pieno.
La miko, sentì dietro di lei cadere con un tonfo lo Youkai e, allo stesso tempo, gli artigli di lui abbandonare il suo corpo.
“Kagome!!” esclamò terrorizzata Sango, mentre l’altra tossiva sangue.
Anche Inuyasha e Miroku le si avvicinarono, l’ultimo in particolare con lo sguardo sconvolto dal terrore per la paura di perdere la cugina che aveva appena ritrovato.
“Sa… Sango… dammi…una mano…” ansimò Kagome, afferrando la mano del Cavaliere e stendendosi a pancia in su sul terreno
“Cosa devo fare?” le domandò la ragazza del Nord, cercando di mantenere la calma per esserle d’aiuto
“Aiutami… a togliermi i… vestiti…” Sango annuì, facendo allontanare Miroku e Inuyasha per poterla spogliare. Le tolse il mantello più la giacca e il gilè. Quando le tolse quest’ultimo poté vedere chiaramente le macchie di sangue sul suo maglioncino bianco che, man mano, si andavano allargando.
Togliendole anche quest’ultimo, vide con orrore i quattro profondi fori lasciati dagli artigli, dai quali usciva copioso il sangue vermiglio.
Kagome guardò impassibile le ferite mentre gocce di sudore le imperlavano la fronte.
Inspirò profondamente e con un ennesimo sforzo, attinse al suo potere spirituale, premendo una mano contro le ferite.
Solo dopo alcuni minuti Sango, con enorme stupore, vide richiudersi i quattro fori e il sangue smettere di fuoriuscire e macchiare la pelle candida della ragazza.
La miko sorrise debolmente, col fiato corto, mentre sentiva, in una sola volta, le forze abbandonarla velocemente a causa di quello sforzo immane.
Sango la rivestì velocemente cosicché i due ragazzi, insieme a Shippo, potessero avvicinarsi e, facendo ciò, i tre rimasero ancora più spaventati nel vedere il pallore del volto della miko che respirava a fatica.
“Ho… chiuso… le ferite…” disse ansimando mentre Miroku le si era avvicinato, prendendole tremante una mano, gelata, fra le sue
“Ma… temo che… gli artigli fossero… avvelenati…” aggiunse.
Il ragazzo dal codino restò ammutolito, stringendo più saldamente la mano della ragazza.
“Maledetto!” sibilò, invece, Inuyasha. Guardò intensamente Kagome con Miroku chino su di lei, terrorizzato. Quella scena lo fece infuriare e, deciso, si avvicinò ai due sollevando poi da terra la ragazza, tenendola saldamente tra le sue braccia.
“Che diavolo fai?!?” gli urlò contro Miroku “Il veleno entrerà in circolo più velocemente se la muovi!”
“Lo so benissimo, idiota! Ma non possiamo certo aspettare che muoia senza far nulla! Dobbiamo portarla almeno a Gale, sperando che abbiano qualcosa capace di rallentare il veleno e poi tornare il più velocemente possibile a Eldoras! Torna in te, Miroku!” cercò di farlo rinsavire l’ Hanyou. Non c’era tempo da perdere, sarebbe andato da solo se necessario. Ma per fortuna le sue parole ebbero l’effetto sperato e Miroku si calmò, riappropriandosi della sua abituale lucidità.
Senza aggiungere altro, il gruppo si diresse velocemente verso Gale mentre il ragazzo dal codino avvertiva Varandir di quello che era successo.

Poco dopo i cinque facevano il loro frettoloso ingresso al villaggio dove vennero nuovamente accolti dal signor Hiro al quale spiegarono velocemente la situazione.
“E… ehi…” Inuyasha, mentre Miroku e Sango parlavano col capo villaggio, sentì il debole richiamo di Kagome
“Cosa?” le domandò apprensivo nel vederla sempre più pallida
“Nella… nella mia borsa… ci sono delle erbe… in un… sacchetto verde…” l’ Hanyou annuì. Evidentemente dovevano servire a qualcosa se glielo aveva detto
“Miroku!” esclamò, attirando l’attenzione del ragazzo “Kagome mi ha detto che nella sua sacca ci sono delle erbe…. Forse possono servire a qualcosa”
“Faccio io” rispose semplicemente l’altro, armeggiando con la borsa della ragazza alla ricerca delle erbe che dopo poco trovò.
Prese il sacchetto verde in cui erano contenute e ne estrasse una manciata, preparandone un infuso con l’acqua bollente che, nel frattempo, si era fatto portare.
Aspettarono alcuni minuti poi, finalmente pronto, lo fece bere a una Kagome febbricitante.
Senza aspettare di vedere un qualche effetto, il gruppo decise di partire immediatamente.
Preparati i Draghi – anche grazie all’aiuto di alcuni abitanti del villaggio – i tre Cavalieri partirono, incitando le loro creature nel volare il più velocemente possibile.
Kagome venne affidata a Inuyasha perché, tra Varandir e Theodor, il suo Drago era quello più grande e che non sarebbe stato appesantito più di tanto dalla presenza della ragazza.
- Devi resistere! Non ci puoi mollare proprio ora! – pensava Inuyasha, guardando la figura di Kagome appoggiata al suo petto
“Kagome…” sussurrò, coprendola col suo mantello vista l’aria fredda “Non puoi morire…. Non te lo permetto, dannata!” si ritrovò a dire con foga, come se avessero appena litigato.
“… Taci… Hanyou…” le sentì dire debolmente, prima di vederla crollare svenuta.

FINE 13° CAPITOLO.

*CURIOSITÀ:
‘Sumire ’ = viola;
‘Shimo ’= gelo;
‘Saikuron ’= ciclone;
‘Tsuyu ’= rugiada;
‘Kiri ’= nebbia.

Un po’ lungo ma…sono soddisfatta.
Che ne dite? Io non lo trovo male…per niente – magari è la volta in cui, visto che piace a me fa schifo a voi…-___- .
Inuyasha e Kagome non si smentiscono e già da qui si capisce, riferito a coloro che temevano una cosa simile, che la nostra miko ha poco a che fare con Kikyo. Certo, un po’ diversa dal manga lo è, ma questo non è il manga e io ho elaborato i comportamenti dei personaggi in relazione al passato che mi sono inventata per loro.
Ma cosa ancora più importante – o, almeno, lo è per me… - …finalmente è comparso anche il mio adorato Naraku- sama! Era ora, accidenti! Quello che, da un certo punto di vista, potrebbe essere preso come il protagonista della storia – senza di lui, in effetti, niente avrebbe avuto inizio! ^^’ – compare solo nel tredicesimo capitolo…argh! Bè…non ho potuto fare altrimenti….
Comunque tornerò a parlare anche di lui – ovviamente – e vi fornirò anche una descrizione della capitale del Sud, Kaosu (mi piace un casino questo nome!).
Per il resto…non ho molto da dire. Non credo ci siano cose da spiegare e, se me ne sono scordata…scusatemi ma non ci sto molto con la testa…(per forza, è un intero pomeriggio che studio Diritto…mi sembra inevitabile, per quanto adori questa materia…!).
Ora vi lascio, andrò a ripassare, magari…proprio una bella settimana questa, oggi la verifica di Biologia, domani interrogazione di Storia e mercoledì la verifica di Diritto che saranno si e no 100 pagine…. E io che non vedevo l’ora di compiere gli anni! -___-
Bè, prima di deprimere tutti, vi lascio che è meglio…!
Spero di ricevere vostri commenti (in fondo è il mio compleanno, potreste farmi questo regalo! ;P).
Vi auguro una buona settimana,
baci, baci
ka_chan

  
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