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Autore: silvj    17/12/2010    1 recensioni
Tutto andava bene, tutto era sereno, finché un giorno una campana suonò una triste melodia… è una ReinxShade e FinexBrigth è la prima storia che scrivo, fatemi sapere cosa ne pensate.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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XXXI CAPITOLO


 Da quella sconvolgente rivelazione, erano ormai passati diversi giorni.

I principi dovevano ancora digerire la pesante notizia.

Com’era possibile?

Perché non era stato spiegato loro nulla?

Come si dovevano comportare ora?

Infinite domande senza risposta affollavano la mente dei giovani.

Fine era cambiata. Non sorrideva più come prima.

In molti avevano provato a farla parlare, ma lei si ostinava a dire che andava tutto bene.

Finché, un giorno, Bright la convinse a fidarsi di lui.

FINE – oh Bright, non capisci? Non ho problemi ad accettare di avere un fratello, anzi è meraviglioso, ma non dimentico ciò che ho sentito!

BRIGHT – cosa?

FINE – non ricordi? Ho ascoltato una conversazione tra Rein e Daisuke dove si parlava tranquillamente della fine di Shade! Non riesco ad accettare che vogliano fargli del male!

BRIGHT – Fine non puoi sapere cosa è realmente accaduto. Magari volevano solo fargli uno scherzo …

Si capiva, però, che nemmeno lui ne era convinto.

La cosa che spaventava tutti era l’assenza così prolungata del principe della Luna.

Mai Shade si era assentato per tanto tempo, senza mai comunicare con gli amici.

Tutti si stavano chiedendo dove fosse finito.

………

 

giorni prima …

 

Aveva lasciato passare alcuni giorni dalla sera del ballo, per non destare sospetti.

Ora si sentiva pronto ad affrontare qualunque cosa lo stesse attendendo.

Si travestì, per non essere riconosciuto dagli abitanti.

Si inoltrò per le vie della città.

Si avvicinò alla casa del segreto.

Un segreto così ben custodito che nessuno ne sospettava l’esistenza.

Si assicurò che nessuno fosse nelle vicinanze o l’avesse seguito.

Si accostò alla porta d’ingresso.

La sua mano prese la maniglia e, con circospezione, l’abbassò.

Non accadde nulla.

La porta era chiusa e non si apriva.

Si abbassò, allora, per studiarne il buco della serratura.

Notò subito la sua unicità.

Non serviva una chiave tradizionale, ma qualcosa di unico.

Non sapeva che fare, finché …

 

è intrisa di sentimenti molto potenti e profondi che possono dar vita ad un enorme

 

Prese la collana, guardò la pietra e provò.

Introdusse il ciondolo nella serratura, come fosse una semplice chiave, e girò.

Trattenne il respiro e …

La porta, come per incanto, si aprì.

 

Sembrava non ci fosse nessuno.

La casa era silenziosa.

Nessun rumore.

Si inoltrò, allora, in essa, ricordandosi il percorso di Rein, qualche sera prima.

Arrivò, così, indisturbato alla porta che, aperta, avrebbe cambiato, radicalmente, la sua vita.

 

Forse non avrebbe dovuto aprirla.

Forse non avrebbe dovuto nemmeno trovarsi lì.

Forse era solo un equivoco.

Forse aveva sentito male.

Forse, tutto ciò che aveva dedotto, era sbagliato.

Forse avrebbe dovuto andarsene.

Tropi forse albergavano nella sua mente.

Non poteva più aspettare.

La verità doveva essere conosciuta.

 

Lentamente, per non far troppo rumore, aprì la porta.

La stanza era semplice, ma molto bella. Le grandi finestre la inondavano di luce. Vi era tutto l’occorrente per prendersi cura dei bambini.

Tutto questo, però, non venne visto dal principe Shade, che rimase sbloccato alla vista di due culle, al centro della camera.

Lentamente, si avvicinò.

Solo quando si trovò in mezzo alle culle vide che i bimbi erano svegli e lo guardavano intensamente.

La piccola principessa aveva dei bellissimi capelli con boccoli blu scuro e dei grandi occhi blu. Esattamente come il suo papà. Si chiamava Selene, come si leggeva sulla targhetta appesa alla porta.

Il piccolo principe, invece, aveva capelli lisci e di un bel azzurro egli occhi grandi, come quelli della sorella, verde-acqua. Esattamente come la sua mamma. Si chiamava Yari.

Non riuscì più a muoversi.

Era troppo emozionato.

Possibile che la verità fosse proprio quella?

Possibile che quella notte aveva portato con se un dono così immenso e inaspettato?

Possibile che dal sogno fosse nata la realtà?

No non potava essere vero, non poteva illudersi così.

Sicuramente c’era una spiegazione diversa.

 

Proprio in quel momento si fece strada in lui una voce.

“PAPA’”

I due bambini lo stavano chiamando, telepaticamente, per la prima volta.

Sconvolto, shoccato, terrorizzato, ma profondamente e irrimediabilmente felice.

Si il suo sogno era diventato realtà.

Le sue speranze certezze.

Stava guardando e accarezzando i bambini, quando la porta si aprì.

 

Lentamente si voltò e incontrò gli occhi tanto amati.

 

Si fissarono per un minuto che racchiudeva in sé l’eternità.

Non servirono le parole.

Si capirono.

Si lessero, come solo due cuori e due anime tanto unita da esserne una sola possono fare.

Nessuna parola uscì dalle loro labbra.

Shade capì la verità.

Rein non negò.

Prima di sparire, però, Shade si avvicinò alla donna della sua anima e la baciò infondendole tutto l’amore che non sapeva potesse essere così immenso.

La guardò.

Lei lo supplicò con lo sguardo.

Lui annuì e se ne andò.

Si lui non avrebbe rivelato nulla glielo aveva promesso con quel bacio.

Ora la principessa sapeva di poter affrontare il nemico più grande con la serenità nel cuore e una forza senza pari.

Si ora era pronta all’ultima battaglia.

La guerra sarebbe presto finita.

 


nel presente …

 

 

Fine non riusciva a capacitarsi del fatto che la sorella non le avesse rivelato la verità.

Cosa stava nascondendo?

Perché non voleva parlarle?

Com’era possibili che fosse cambiata in quel modo?

Perché avrebbe dovuto fare del male a Shade?

Cosa aveva scoperto di così compromettente da meritare la morte?

Certo, Rein, aveva espresso la sua contrarietà nel colpire il principe della Luna, ma, allora dov’era finito?

Perché non tornava?

 

Queste e molte altre domande affollavano la mente della giovane principessa solare, ma non trovava le risposte ai suoi quesiti.

Decise, allora di affrontare a viso aperto la sorella.

Questa volta si sarebbe fatta dire tutta la verità.

 

Rein stava osservando il sole scomparire dietro le nuvole, mentre si accingeva a salutare il suo Regno.

Stava per calare la notte e la luna si era già affacciata nello splendido cielo blu.

Stava salutando i due astri reali, quando, una voce la riscosse dai suoi pensieri.

Si voltò e vide che una figura regale le si stava avvicinando.

Il suo bellissimo viso, si aprì in un sorriso d’affetto per il suo amato fratello.

Daisuke si inchinò e le baciò la mano.

Era il segnale.

Era arrivato.

Ora nessuno poteva più tirarsi indietro.

Lei allora, guardandolo negli occhi, annuì.

Era pronta a compiere il suo destino.

Si stavano allontanando per prepararsi, quando …

 

? – REIN!!!

REIN – ciao Fine, come stai? mi stavi cercando?

FINE – si, ti devo parlare. Subito.

REIN – mi dispiace sorellina, ma ora non posso proprio fermarmi. Devo partire immediatamente. Ci rivedremo presto. Te lo prometto.

FINE – come sarebbe a dire che te ne vai? Non puoi devi rispondere alle mie domande. Non puoi scappare ora!

REIN – oh Fine non ho scelta. Devo partire subito. Un giorno avrai tutte le risposte che vorrai. Molto presto tutti conoscerete la verità, ma non è ancora opportuno che si alzi il velo che la copre. Ma non dovrai mai dimenticare che ti voglio bene Fine sei e rimarrai sempre la mia sorellina pasticciona. Non dimenticarlo mai. Ora scusami ma devo andare.

FINE – che stai cercando di dirmi Rein?

REIN – ci rivedremo presto. Promess …

Rein non riuscì a trattenere l’urlo provocato dal lancinante dolore che le squarciava il cuore.

Si contorse urlando.

Fine non sapeva cosa fare, era shoccata.

Daisuke, sentendo l’urlo, si precipitò da loro, prese Rein tra le braccia e sussurrò delle parole al suo orecchio.

Rein si calmò e si accasciò tra le braccia del fratello svenuta.

 

Quello stesso giorno lei e Daisuke partirono per il Regno delle Ninfee.

La causa ufficiale del viaggio era la salute di Rein.

 

 

 

scusa, scusa, scusa.

sono in enorme ritardo lo so, ma tra una cosa e l'altra non sono riuscita a scrivere nulla o molto poco.

spero che abbiate la pazienza di leggere anche questo capitolo.

vi avverto che la storia si sta avvicinando alla sua conclusione.

mancano, ormai pochi capitoli.

con la speranza di leggere i vostri commenti e di potervi rispondere.

un bacio da Silvia.




   
 
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