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Autore: adamantina    17/12/2010    4 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
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~not human beings~

 

[Blake]

 

Quando arriviamo all’arena, intorno alle due, sono teso e furioso.

Non perché tema di essere battuto –figuriamoci, è di Vanessa e Lily che stiamo parlando!- quanto perché nessuna delle due ha voluto darmi la certezza assoluta che mi avrebbero lasciato vincere. Vincerò comunque –lo so- ma se succedesse qualcosa, qualunque cosa, come potrei sopportare che una ragazza subisca quello che ho subito io?

Soprattutto Lily.

Questo è il motivo per cui dovrò assolutamente dare il massimo.

E, quando Vahel ci dà il via, è questo che faccio.

Vanessa scompare, quindi per il momento devo occuparmi di Lily.

Mi dispiace doverla colpire –per quanto sia stata testarda e irragionevole, è pur sempre la mia Lily- ma devo farlo.

Per il suo bene.

Allungo una mano per colpirla, ma mi precede. Un incendio si sprigiona improvvisamente di fronte a me, facendomi balzare indietro. Il fumo mi acceca; colpire senza vedere sarebbe inutile. Poi, un momento prima che io crolli, il fuoco diventa acqua gelida.

Attraverso la pioggia battente vedo Lily che fissa un punto in cui l’acqua non cade –un vuoto: Vanessa. Lily allunga una mano e la terra si apre sotto Vanessa, facendola cadere in una buca.

È il momento giusto: lancio un lampo di energia contro Lily, che viene sbalzata contro il muro. Mi avvicino mentre lei si rialza.

Faccio per sferrare il colpo definitivo, ma qualcosa mi blocca.

Forse è la parte meno razionale di me che mi impedisce di fare qualcosa di così profondamente sbagliato come colpire Lily.

Esito per un secondo di troppo, e un getto di acqua violento, come da un idrante, mi scaraventa a terra.

Sento le parole che mai avrei voluto –dovuto- permettere che fossero pronunciate.

-Vince la signorina Bennett.-

 

-Lily, non puoi farlo.-

-Ti ho battuto.-

-Perché non volevo farti del male!-

-Resta il fatto che ti ho battuto.-

-Non voglio che tu vada.-

-Devo farlo.-

Trafiggo Lily –la mia rovina personale, lo giuro- con un’occhiata omicida.

-Non lascerò che ti torca un capello, Bennett-, sibilo.

Siamo in giardino, soli, e tra poco più di dieci minuti lei dovrà andare da Vahel.

-Non puoi evitarlo, Blake.- Il suo tono si addolcisce. –So che ti preoccupi per me, ma se avessi avuto intenzione di scappare ti avrei lasciato vincere.-

-Ma … -

-Se ti opponessi a Vahel adesso, puoi stare certo che ti punirebbe di nuovo.-

-Non mi interessa!-

-Interessa a me.- Lily mi fissa con occhi fiammeggianti. –Quello che ho fatto, l’ho fatto per risparmiare te. Non renderlo inutile.-

Detto ciò, si allontana.

Mi dirigo verso la biblioteca, un’idea ben chiara in mente.

-Vanessa.-

Lei si gira.

-Dimmi.-

-Ti prego, vai da Lily e stalle vicina. Non ti vedrà, ma almeno non sarà da sola.-

Vanessa accetta immediatamente e io vado nella mia stanza, dove comincio a girare in tondo, nervoso, teso e arrabbiato.

Come ho potuto permettere che succedesse una cosa del genere a Lily?

La mia Lily.

Non che sia innamorato di lei, niente del genere.

Per carità.

Non sono fatto per certe stupidaggini –e poi, voglio dire, ho diciott’anni e tutta la vita davanti.

Lily è la mia migliore amica, nonché –periodicamente- la mia amante.

Ok, è davvero pessimo chiamarla così (mi ucciderebbe se lo sentisse), però … è quello che è.

Non è la mia ragazza, non ufficialmente almeno, ma ogni tanto capita che si comporti come tale.

Mi lascio cadere sul letto, perfettamente consapevole della mia totale impossibilità ad agire. Non c’è niente che io possa fare per impedire a quel pazzo bastardo di Vahel di … non riesco neanche a pensare a quella parola.

Come un cane in gabbia, aspetto con ansia che il mio orologio smetta di muoversi al ralenty.

Dopo milioni di ore, a quanto mi è sembrato, sento una porta sbattere. Il rumore è quasi nullo, ma le mie orecchie aspettano un suono del genere da troppo tempo.

Scatto in piedi e corro giù.

Sono tutti lì: Jonathan, Charlotte, Damien, Vanessa e Lily.

La raggiungo. È pallida come uno straccio.

-Cosa ti ha fatto?-, chiedo, esaminandola preoccupato.

Lei scuote la testa e mi stringe forte.

Mando via tutti gli altri con un cenno e la scorto in camera sua..

-Lily-, ripeto. –Cosa ti ha fatto?-

Lei alza lo sguardo per incontrare il mio.

-Mi ha tolto i poteri-, mormora.

-Che cosa?!-

-Io … Dio, Blake, è stato così … -

-Calmati, Lily-belle-, mormoro. –E raccontami tutto.-

Lei chiude gli occhi per un secondo, e quando li riapre sembra meno spaventata e più sicura.

-Mi ha dato qualcosa. Non so cosa fosse, me l’ha iniettato nel braccio.- Mi mostra un minuscolo segno rosso nell’incavo del gomito. –Non ho sentito nulla, ma poi … i miei poteri sono scomparsi. Non riesco più a fare nulla. Neanche una fiammella, neanche una goccia d’acqua … -, la sua voce si affievolisce.

Mi lascia un senso crescente di orrore.

-Non può averlo fatto-, dico.

Mi alzo in piedi, quasi come un automa, ed esco.

-No, Blake … -

Incontro Charlotte e le chiedo di restare con Lily, quindi raggiungo l’ufficio del preside.

Ivan Vahel sta leggendo alcuni documenti.

-Non può fare una cosa del genere!-, urlo.

Lui solleva lo sguardo.

-Buon pomeriggio anche a lei, signor Gray.-

Dio, adesso lo uccido. Sul serio.

-Lei non può togliere i poteri a Lily! Non ne ha il diritto!-

-Diritto? Chi ha mai parlato di diritti, Gray? Voi non avete diritti. Io ne ho, verso di voi.-

-Noi siamo persone. Cittadini. Abbiamo tutti i diritti che … -

-Oh, ma questo non è vero.-

Il tono di Vahel è tanto mellifluo da farmi venire la nausea.

-Che cosa? Non siamo cittadini?-

-Signor Gray, per il governo degli Stati Uniti non siete persone. Non siete esseri umani.-

-E cosa saremmo, allora?-

-Una minaccia.-

Avrei dovuto saperlo.

Avrei dovuto capirlo.

Avrei dovuto accettarlo quando Charlotte –maledetto quel suo super cervello- lo aveva sostenuto.

E invece riesco a farmi sconvolgere.

-E io-, prosegue Vahel, come se non avesse notato il mio shock (ma sono certo che lo ha notato), -Ho il compito di tenervi a bada con tutti i metodi che riterrò necessari per impedirvi di ledere alla società.-

-Noi non siamo una minaccia. Potremmo aiutare la gente!-

-Potreste, è questo il punto. Perché, Gray, potreste anche uccidere, ferire, rapinare banche. E il presidente non vuole correre questo rischio.-

-Ma questo è il nostro ultimo anno di scuola! Tra qualche mese saremo liberi e … -

Vahel sorride con una freddezza incredibile.

-La vostra ingenuità è estremamente sorprendente-, dice, prima di congedarmi con un gesto.

-No-, mi intestardisco. –Voglio che ridia i poteri a Lily.-

-Torneranno presto, l’effetto di quel farmaco è solo temporaneo. Ora, se non le dispiace, vorrei che se ne andasse, Gray.-

Esito, quindi obbedisco.

Nel momento stesso in cui esco, trovo Damien davanti alla porta. Sguscia dentro lasciandola socchiusa. Non mi saluta, sembra che non mi abbia neanche visto.

Nonostante la preoccupazione, la stanchezza, il desiderio di raggiungere Lily, la mia curiosità prende il sopravvento.

-Di nuovo qui, Knight?-, chiede Vahel, e distinguo chiaramente il sarcasmo nella sua voce.

-Potrebbe … per favore … darmene ancora?-, domanda di rimando Damien, esitante.

-E se ti dicessi di no?-

-La prego!-

Sussulto.

Cosa diavolo sta facendo?

-A quanto sei arrivato, cinque, sei al giorno? È un po’ troppo, non credi?-

-La supplico, professore, ne ho bisogno!-

La supplica mi stordisce, non riesco a capire cosa stia succedendo. Perché Damien è caduto così in basso? Cosa vuole?

-Ho bisogno di qualcosa in cambio.-

-Qualsiasi cosa!-

-Dimmi … come ha reagito la signorina Bennett?-

Sono certo, certo che Damien non risponderà.

-Piangeva, e Blake l’ha consolata, credo.-

Almeno abbi il buon gusto di mentire!

-Mm. Va bene. Ecco a te … per un paio di giorni dovrebbero bastare.-

-Grazie.-

Capisco che Damien sta uscendo e mi allontano di corsa, tornando nel nostro salotto.

Lily è coricata sul divano e sembra essersi addormentata. Charlotte e Vanessa sono sedute poco distante e leggono insieme un libro, Charlie che le spiega qualcosa a bassa voce.

Jonathan è stravaccato su una poltrona e ascolta della musica.

Non ho neanche tempo di sedermi che la porta si riapre e Damien rientra.

La rabbia che ho dovuto trattenere per tutto il giorno esplode all’improvviso, e prima di rendermene conto gli sto urlando contro.

-Cosa credevi di fare?-, lo aggredisco con furia.

-Di cosa stai parlando?-

-Cosa ci facevi da Vahel?-

-Io … niente. E comunque non sono affari tuoi.-

Vanessa, Jonathan e Charlotte hanno alzato la testa, e Lily si è svegliata.

-Non sono affari miei?-, sibilo a denti stretti. –Gli hai detto di Lily! Gli avresti detto qualsiasi cosa se te l’avesse chiesta!-

-Smettila di darmi contro, Blake. Non sai niente.-

Cerca di superarmi per andarsene, ma lo prendo per un braccio e lo fermo.

-Cosa volevi da lui?-

-Lasciami andare!-

-E tu rispondimi!-

-Non ho intenzione di farlo.-

-Ti rendi conto di quello che stai facendo? Vahel è il pazzo che ha torturato Jonathan e me! Ci ha fatti combattere l’uno contro l’altro! Ha tolto i poteri a Lily!-

-Ho dovuto farlo!-

-Perché?!-

-Io … non posso dirtelo.-

-Te lo dico io-, interviene Vanessa, freddamente, alzandosi. –Ha dovuto implorare Vahel di dargli quelle pastiglie che fermano le visioni. Sono una droga e lui ne è diventato completamente dipendente.-

Fisso Vanessa.

-Che cosa?-

-È così. Mi aveva promesso che avrebbe smesso, ma a quanto pare non ci ha neanche provato.-

-Io non voglio smettere, Ness!-

-C’è un altro modo, lo sai.-

-Ma tu mi hai mentito-, ringhia Damien. –Mi hai detto che avrebbe funzionato di sicuro, ma non è così.-

-L’hai visto nel futuro?-

-Ho visto due futuri possibili. Potrebbe essere inutile!-

-Quella droga ti ucciderà, Damien!-

-Io non posso ricominciare ad avere le visioni, lo capisci?-

Mi fa male la testa. Guardo alternativamente Vanessa e Damien, cercando di capirci qualcosa.

-Smettetela-, dico, e tacciono entrambi. –Damien, non puoi continuare così.-

-Perché? A te che te ne frega, Blake?-

Aspetto un attimo a rispondere, incerto su come gli altri reagiranno alla mia idea. Abbasso la voce.

-Oggi Vahel mi ha fatto capire cosa vuole farne di noi, e io voglio progettare la fuga.-

   
 
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