~not
human beings~
[Blake]
Quando
arriviamo
all’arena, intorno alle due, sono teso e furioso.
Non
perché tema di
essere battuto –figuriamoci, è di Vanessa e Lily
che stiamo parlando!- quanto
perché nessuna delle due ha voluto darmi la certezza
assoluta che mi avrebbero
lasciato vincere. Vincerò comunque –lo
so-
ma se succedesse qualcosa, qualunque cosa, come potrei sopportare che
una
ragazza subisca quello che ho subito io?
Soprattutto
Lily.
Questo
è il motivo
per cui dovrò assolutamente dare il massimo.
E,
quando Vahel ci
dà il via, è questo che faccio.
Vanessa
scompare,
quindi per il momento devo occuparmi di Lily.
Mi
dispiace doverla
colpire –per quanto sia stata testarda e irragionevole,
è pur sempre la mia Lily-
ma devo farlo.
Per
il suo bene.
Allungo
una mano
per colpirla, ma mi precede. Un incendio si sprigiona improvvisamente
di fronte
a me, facendomi balzare indietro. Il fumo mi acceca; colpire senza
vedere
sarebbe inutile. Poi, un momento prima che io crolli, il fuoco diventa
acqua
gelida.
Attraverso
la
pioggia battente vedo Lily che fissa un punto in cui l’acqua
non cade –un
vuoto: Vanessa. Lily allunga una mano e la terra si apre sotto Vanessa,
facendola cadere in una buca.
È
il momento
giusto: lancio un lampo di energia contro Lily, che viene sbalzata
contro il
muro. Mi avvicino mentre lei si rialza.
Faccio
per sferrare
il colpo definitivo, ma qualcosa mi blocca.
Forse
è la parte
meno razionale di me che mi impedisce di fare qualcosa di
così profondamente sbagliato come
colpire Lily.
Esito
per un
secondo di troppo, e un getto di acqua violento, come da un idrante, mi
scaraventa a terra.
Sento
le parole che
mai avrei voluto –dovuto-
permettere
che fossero pronunciate.
-Vince
la signorina
Bennett.-
-Lily,
non puoi
farlo.-
-Ti
ho battuto.-
-Perché
non volevo
farti del male!-
-Resta
il fatto che
ti ho battuto.-
-Non
voglio che tu
vada.-
-Devo
farlo.-
Trafiggo
Lily –la
mia rovina personale, lo giuro- con un’occhiata omicida.
-Non
lascerò che ti
torca un capello, Bennett-, sibilo.
Siamo
in giardino,
soli, e tra poco più di dieci minuti lei dovrà
andare da Vahel.
-Non
puoi evitarlo,
Blake.- Il suo tono si addolcisce. –So che ti preoccupi per
me, ma se avessi
avuto intenzione di scappare ti avrei lasciato vincere.-
-Ma
… -
-Se
ti opponessi a
Vahel adesso, puoi stare certo che ti punirebbe di nuovo.-
-Non
mi interessa!-
-Interessa
a me.-
Lily mi fissa con occhi fiammeggianti. –Quello che ho fatto,
l’ho fatto per
risparmiare te. Non renderlo inutile.-
Detto
ciò, si
allontana.
Mi
dirigo verso la
biblioteca, un’idea ben chiara in mente.
-Vanessa.-
Lei
si gira.
-Dimmi.-
-Ti
prego, vai da
Lily e stalle vicina. Non ti vedrà, ma almeno non
sarà da sola.-
Vanessa
accetta
immediatamente e io vado nella mia stanza, dove comincio a girare in
tondo,
nervoso, teso e arrabbiato.
Come
ho potuto
permettere che succedesse una cosa del genere a Lily?
La
mia Lily.
Non
che sia
innamorato di lei, niente del genere.
Per
carità.
Non
sono fatto per
certe stupidaggini –e poi, voglio dire, ho
diciott’anni e tutta la vita
davanti.
Lily
è la mia
migliore amica, nonché –periodicamente- la mia
amante.
Ok,
è davvero pessimo chiamarla
così (mi ucciderebbe
se lo sentisse), però … è quello che
è.
Non
è la mia
ragazza, non ufficialmente almeno, ma ogni tanto capita che si comporti
come
tale.
Mi
lascio cadere
sul letto, perfettamente consapevole della mia totale
impossibilità ad agire.
Non c’è niente che io possa fare per impedire a
quel pazzo bastardo di Vahel di
… non riesco neanche a pensare a
quella
parola.
Come
un cane in
gabbia, aspetto con ansia che il mio orologio smetta di muoversi al
ralenty.
Dopo
milioni di
ore, a quanto mi è sembrato, sento una porta sbattere. Il
rumore è quasi nullo,
ma le mie orecchie aspettano un suono del genere da troppo tempo.
Scatto
in piedi e
corro giù.
Sono
tutti lì:
Jonathan, Charlotte, Damien, Vanessa e Lily.
La
raggiungo. È
pallida come uno straccio.
-Cosa
ti ha
fatto?-, chiedo, esaminandola preoccupato.
Lei
scuote la testa
e mi stringe forte.
Mando
via tutti gli
altri con un cenno e la scorto in camera sua..
-Lily-,
ripeto.
–Cosa ti ha fatto?-
Lei
alza lo sguardo
per incontrare il mio.
-Mi
ha tolto i
poteri-, mormora.
-Che
cosa?!-
-Io
… Dio, Blake, è
stato così … -
-Calmati,
Lily-belle-, mormoro. –E
raccontami
tutto.-
Lei
chiude gli
occhi per un secondo, e quando li riapre sembra meno spaventata e
più sicura.
-Mi
ha dato qualcosa. Non so cosa
fosse, me l’ha
iniettato nel braccio.- Mi mostra un minuscolo segno rosso
nell’incavo del
gomito. –Non ho sentito nulla, ma poi … i miei
poteri sono scomparsi. Non
riesco più a fare nulla. Neanche una fiammella, neanche una
goccia d’acqua … -,
la sua voce si affievolisce.
Mi
lascia un senso
crescente di orrore.
-Non
può averlo
fatto-, dico.
Mi
alzo in piedi,
quasi come un automa, ed esco.
-No,
Blake … -
Incontro
Charlotte
e le chiedo di restare con Lily, quindi raggiungo l’ufficio
del preside.
Ivan
Vahel sta
leggendo alcuni documenti.
-Non
può fare una
cosa del genere!-, urlo.
Lui
solleva lo
sguardo.
-Buon
pomeriggio
anche a lei, signor Gray.-
Dio,
adesso lo uccido. Sul
serio.
-Lei
non può
togliere i poteri a Lily! Non ne ha il diritto!-
-Diritto?
Chi ha
mai parlato di diritti, Gray? Voi non
avete diritti. Io ne ho, verso di voi.-
-Noi
siamo persone. Cittadini. Abbiamo
tutti i
diritti che … -
-Oh,
ma questo non
è vero.-
Il
tono di Vahel è
tanto mellifluo da farmi venire la nausea.
-Che
cosa? Non
siamo cittadini?-
-Signor
Gray, per
il governo degli Stati Uniti non siete
persone. Non siete esseri umani.-
-E
cosa saremmo,
allora?-
-Una
minaccia.-
Avrei
dovuto
saperlo.
Avrei
dovuto
capirlo.
Avrei
dovuto
accettarlo quando Charlotte –maledetto quel suo super
cervello- lo aveva sostenuto.
E
invece riesco a farmi sconvolgere.
-E
io-, prosegue
Vahel, come se non avesse notato il mio shock (ma sono
certo che lo ha notato), -Ho il compito di tenervi a bada con
tutti i metodi che riterrò necessari per impedirvi di ledere
alla società.-
-Noi
non siamo una
minaccia. Potremmo aiutare la gente!-
-Potreste, è questo il punto.
Perché, Gray,
potreste anche uccidere, ferire,
rapinare banche. E il presidente non vuole correre questo rischio.-
-Ma
questo è il
nostro ultimo anno di scuola! Tra qualche mese saremo liberi e
… -
Vahel
sorride con
una freddezza incredibile.
-La
vostra
ingenuità è estremamente sorprendente-, dice,
prima di congedarmi con un gesto.
-No-,
mi
intestardisco. –Voglio che ridia i poteri a Lily.-
-Torneranno
presto,
l’effetto di quel farmaco è solo temporaneo. Ora,
se non le dispiace, vorrei
che se ne andasse, Gray.-
Esito,
quindi
obbedisco.
Nel
momento stesso
in cui esco, trovo Damien davanti alla porta. Sguscia dentro
lasciandola
socchiusa. Non mi saluta, sembra che non mi abbia neanche visto.
Nonostante
la
preoccupazione, la stanchezza, il desiderio di raggiungere Lily, la mia
curiosità prende il sopravvento.
-Di
nuovo qui,
Knight?-, chiede Vahel, e distinguo chiaramente il sarcasmo nella sua
voce.
-Potrebbe
… per
favore … darmene ancora?-, domanda di rimando Damien,
esitante.
-E
se ti dicessi di
no?-
-La
prego!-
Sussulto.
Cosa
diavolo sta facendo?
-A
quanto sei
arrivato, cinque, sei al giorno? È un po’ troppo,
non credi?-
-La
supplico,
professore, ne ho bisogno!-
La
supplica mi
stordisce, non riesco a capire cosa stia succedendo. Perché
Damien è caduto
così in basso? Cosa vuole?
-Ho
bisogno di
qualcosa in cambio.-
-Qualsiasi
cosa!-
-Dimmi
… come ha
reagito la signorina Bennett?-
Sono
certo, certo che Damien non
risponderà.
-Piangeva,
e Blake
l’ha consolata, credo.-
Almeno
abbi il buon gusto di mentire!
-Mm.
Va bene. Ecco
a te … per un paio di giorni dovrebbero bastare.-
-Grazie.-
Capisco
che Damien
sta uscendo e mi allontano di corsa, tornando nel nostro salotto.
Lily
è coricata sul
divano e sembra essersi addormentata. Charlotte e Vanessa sono sedute
poco
distante e leggono insieme un libro, Charlie che le spiega qualcosa a
bassa
voce.
Jonathan
è
stravaccato su una poltrona e ascolta della musica.
Non
ho neanche
tempo di sedermi che la porta si riapre e Damien rientra.
La
rabbia che ho
dovuto trattenere per tutto il giorno esplode all’improvviso,
e prima di
rendermene conto gli sto urlando contro.
-Cosa
credevi di
fare?-, lo aggredisco con furia.
-Di
cosa stai
parlando?-
-Cosa
ci facevi da
Vahel?-
-Io
… niente. E
comunque non sono affari tuoi.-
Vanessa,
Jonathan e
Charlotte hanno alzato la testa, e Lily si è svegliata.
-Non sono affari miei?-, sibilo a denti
stretti. –Gli hai detto di Lily! Gli avresti detto qualsiasi
cosa se te
l’avesse chiesta!-
-Smettila
di darmi
contro, Blake. Non sai niente.-
Cerca
di superarmi
per andarsene, ma lo prendo per un braccio e lo fermo.
-Cosa
volevi da
lui?-
-Lasciami
andare!-
-E
tu rispondimi!-
-Non
ho intenzione
di farlo.-
-Ti
rendi conto di
quello che stai facendo? Vahel è il pazzo che ha torturato
Jonathan e me! Ci ha
fatti combattere l’uno contro l’altro! Ha tolto i
poteri a Lily!-
-Ho
dovuto farlo!-
-Perché?!-
-Io
… non posso
dirtelo.-
-Te
lo dico io-, interviene
Vanessa, freddamente, alzandosi. –Ha dovuto implorare Vahel
di dargli quelle
pastiglie che fermano le visioni. Sono una droga e lui ne è
diventato
completamente dipendente.-
Fisso
Vanessa.
-Che
cosa?-
-È
così. Mi aveva
promesso che avrebbe smesso, ma a quanto pare non ci ha neanche
provato.-
-Io
non voglio
smettere, Ness!-
-C’è
un altro modo,
lo sai.-
-Ma
tu mi hai
mentito-, ringhia Damien. –Mi hai detto che avrebbe
funzionato di sicuro, ma
non è così.-
-L’hai
visto nel
futuro?-
-Ho
visto due futuri
possibili. Potrebbe essere inutile!-
-Quella
droga ti
ucciderà, Damien!-
-Io
non posso ricominciare ad avere le
visioni, lo capisci?-
Mi
fa male la
testa. Guardo alternativamente Vanessa e Damien, cercando di capirci
qualcosa.
-Smettetela-,
dico,
e tacciono entrambi. –Damien, non puoi continuare
così.-
-Perché?
A te che
te ne frega, Blake?-
Aspetto
un attimo a
rispondere, incerto su come gli altri reagiranno alla mia idea. Abbasso
la
voce.
-Oggi
Vahel mi ha
fatto capire cosa vuole farne di noi, e io voglio progettare la fuga.-