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Autore: Amy In Wonderland    17/12/2010    9 recensioni
Damon ha messo in chiaro i suoi sentimenti con Bonnie: non prova niente per lei.
così, dopo un anno, la strega è quasi indifferente al bel vampiro che è ancora in lotta contro il fratello per Elena.
ma, nel frattempo, arriverà in città un nuovo "cattivo ragazzo", vampiro anche lui, che si unisce al gruppo e punta le sue attenzioni su Bonnie.
Bonnie ricambierà il nuovo arrivato? ma sopratutto, Damon come reagirà?
ovviamente è una Donnie!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. INIZIO DEI GIOCHI.
 
 
 
 
<< Di preciso, come dovrei fare a convincerli? Insomma, non si fideranno mai di uno sconosciuto! >> notò Trevor, seduto comodamente su un ramo. Quello era il grande giorno, la mossa fondamentale per la riuscita del piano. Conquistare la fiducia del gruppo.
<< Pensi che non ci abbiamo pensato? >> domandò acida Misao, << Secondo te perché siamo andati fino in Francia a prendere lui? >>. Trevor guardò per l’ennesima volta l’uomo accasciato per terra che dormiva, portato da Shinichi quella mattina stessa dopo aver passato una settimana intera in Francia.
<< Quando si sveglierà, non ricorderà gli ultimi tre mesi passati in Francia, o meglio… li ricorderà male… >> ridacchiò la kitsune.
<< Potete fare anche questo ai vampiri? >>, Trevor era sconcertato dalla quantità di malefici che da soli – e talvolta, con l’aiuto di qualche strega – erano in grado di fare… e non solo per la quantità, ma per cosa facevano.
<< Beh, il rito che gli è stato fatto consiste nel prendere un pezzo di memoria, non troppo grosso, dalla mente del soggetto e sostituirlo, senza troppi dettagli. Era particolarmente debole, non cacciava da settimane e quindi il maleficio è riuscito perfettamente. Inoltre, il nostro potere è aumentato…>> spiegò. “Giusto, la vicinanza dell’eclissi” ricordò il vampiro.
 “Devo ricordarmi di cacciare ogni giorno finché dovrò sopportare questi due” annotò mentalmente.
<< E quindi, basterà lui? >>
<< Assolutamente, non crederanno a te, ma a lui sì. >>
<< E Damon? >> chiese nuovamente.
<< L’aggressione alla strega è riuscita perfettamente, quindi non devi preoccuparti. Piuttosto, ricordi ciò che ti ho detto su lui? >>.
Il biondo guardò di sbieco la gemella, annuendo impercettibilmente.
Respirò profondamente: era arrivato al punto di non ritorno, ma doveva farlo.
 
 
<< Meredith adesso calmati! >> intervenne Stefan allo sproloquio generale che si stava tendendo in quel preciso momento, al pensionato.
Se Stefan avesse dovuto descrivere ciò che era successo al suo ritorno e a quello di Damon (e di una Bonnie priva di sensi) nel pensionato, sicuramente non ci sarebbe riuscito. Tuttavia ora si ritrovava a reggere Matt che tentava di prendere a pugni Damon, quest’ultimo cercava di spiegare a Meredith cosa era successo mentre lei lo aggrediva – avrebbe giurato di non aver mai visto Meredith così arrabbiata – e Stefan continuava a guardare Elena che fissava a occhi spalancati il corpo, sdraiato sul divano, di Bonnie.
Stefan percepiva tutti i sentimenti di Elena, nonostante la stanchezza, e gli facevano male. Sapeva perfettamente quanto tenesse all’amica e a Meredith, era sicuro che sarebbe stata disposta a dare la vita per loro due anche perché era ciò che, in fondo, aveva fatto quando era morta nella cripta di Katherine: dare la vita per quelli che amava.
Elena era in silenzio a reggere la mano dell’amica: la bionda era sempre stata una ragazza forte e a volte impulsiva ma, invece di aggredire Damon, la prima cosa che aveva fatto era andare da Bonnie.
 “Non che dopo, Damon la passerà liscia…” pensò Stefan, leggermente arrabbiato anche lui. Scosso da questo pensiero, rivolse lo sguardo su Meredith: la ragazza, essendo molto protettiva nei confronti di Bonnie, era impegnata a dirle di tutti i colori a un Damon che ne traeva divertimento; ma Stefan era sicuro che, molto in fondo, il fratello fosse dispiaciuto.
<< Invece di prendertela con me, Miss Inquietudine, ti consiglierei di concentrarti su altro >> stava rispondendo, nel frattempo, un Damon spavaldo.
<< SU ALTRO?! Ma io non so chi tu ti creda di essere… >>
<< Va bene, va bene Meredith, aspetta un attimo. Matt fermo dove sei. Volete stare calmi?! >>, Stefan era al limite dell’esasperazione.
<< Bravo fratellino, ti conviene calmare la fedele compagnia, sennò questa notte qualcuno perderà la vita >> disse Damon guardando in cagnesco Meredith.
<< Oh, ma qualcuno l’ha quasi persa la vita! Bonnie! te ne sei già scordato schifoso vampiro del cavolo? >> Matt era intervenuto, arrancando a grandi passi verso Damon. Stefan si affrettò a bloccare nuovamente l’amico.
<< E’ già tanto che io non l’abbia uccisa! Dovrebbe ringraziare il cielo, dopo l’affronto che mi aveva fatto: non vedo il motivo per cui avrei dovuto risparmiarla! >>
<< Io ti uccido! >> Matt tentò disperatamente di liberarsi dalla stretta ferrea di Stefan.
<< Ragazzi, per favore, cerchiamo di essere ragionevoli! Questa è una situazione spiacevole, me ne rendo conto, ma non è stata completamente colpa di Damon >>
<< Oh, certo che no, Stefan! Un immaginario vampiro, sbucato dal nulla, che solo Damon ha visto, lo ha convinto a cercare di uccidere Bonnie! Sì, come no… >> iniziò Meredith.
<< Ti ho già detto che non è andata così! Non esattamente! >>.
Stefan avrebbe giurato che, se la conversazione con la mora fosse continuata, Damon avrebbe superato l’inquietudine che Meredith gli incuteva e l’avrebbe sicuramente uccisa; ma per fortuna Elena li bloccò esclamando:
<< Bonnie! >>.
In pochi secondi tutti, tranne Damon, si fiondarono sul divano in cui si trovavano le due per vedere cosa fosse successo.
Bonnie si era appena svegliata, mormorando un “Che succede” e guardandosi spaesata intorno.
<< Perché mi state fissando tutti? >> domandò in un sussurro, per poi sganciare un sorriso luminoso.
<< Grazie al cielo stai bene! >> Elena si lanciò in un abbraccio sull’amica.
<< Non ricorda ciò che è successo? >> domandò Matt in preda all’euforia.
<< Sì, ma ancora non si è resa conto! Si è appena svegliata, Matt! >> rispose Meredith, visibilmente sollevata.
<< Bene, adesso che Mutt ha dimostrato per l’ennesima volta di non avere nulla nel cervello e che la vostra amata compagna si è svegliata, potete tornare ad essere “l’allegra compagnia al completo” ! >> disse una voce sarcastica alle loro spalle, << Per quanto mi riguarda… >>, scoccò un’occhiata a Elena e a Bonnie e uscì dalla finestra del pensionato, sottoforma di corvo.
<< Non ci credo, non prova il minimo senso di colpa? >> domandò Matt, che era tornato arrabbiato.
Stefan alzò le spalle in risposta.
“Ma è davvero così, Damon?” si chiese Stefan.
 
 
 
 
Dal suo risveglio al pensionato, erano passati cinque giorni nei quali Elena, che ultimamente assomigliava a sua madre in modo smisurato, l’aveva obbligata a stare a letto, cosa che Bonnie aveva accolto mal volentieri.
“Oh, ma sei crudele Bonnie! In fin dei conti, ti lascia andare anche sul divano se stai particolarmente in forma per lei!” si disse sarcasticamente.
“Perfetto, parlo anche da sola! Vedi Bonnie è questo l’effetto che fa stare rinchiusi in una stanza per cinque giorni! CINQUE GIORNI!”.
Bonnie iniziava a credere di essere diventata matta, come biasimarla dopotutto, chiunque impazzirebbe a stare cinque giorni in un posto in cui:
primo, non le è concesso alzarsi o stare in un’altra qualsiasi posizione diversa dallo stare seduta o sdraiata;
secondo, deve subirsi le prediche di “mamma-Elena” e “sorella-Meredith”;
terzo, ogni tre secondi le viene chiesto se sta bene.
Tutto ciò, in fondo, la lusingava perché era la dimostrazione di quanto i suoi amici le volessero bene. Tuttavia la faceva sentire come una bambina, cosa che ormai era abituata a provare nel gruppo: lei era sempre quella da proteggere, sempre.
E a rendere l’atmosfera ancora più sgradevole c’era la presenza di lui.
Da quella notte Bonnie non riusciva neanche a pronunciare il suo nome che sentiva gli occhi lucidi: non per la rabbia – o forse un pochino – né per la tristezza che le aveva provocato il gesto di Damon, ma per la delusione.
Perché era proprio ciò che aveva fatto: l’aveva delusa, profondamente.
Da quella notte Bonnie aveva fatto un voto di silenzio: diamine, l’orgoglio lo aveva anche lei!
Il tentato omicidio del vampiro, oltre ad averla delusa, l’aveva anche offesa e così aveva deciso: non avrebbe parlato a Damon finché questo non le avesse chiesto scusa.
Ma, a giudicare dalla situazione, ne sarebbe passato di tempo: infatti, il vampiro non sembrava avere il minimo rimorso, anzi quella situazione lo divertiva e ciò rendeva l’intera atmosfera ancora più sgradevole: Bonnie era costretta a conviverci per ordine di Elena (che non la faceva tornare a casa perché aveva paura che la storia del vampiro nuovo fosse vera e, in effetti, non aveva nessun torto) ed era costantemente irritata perché lui non si scusava, Damon era arrabbiato con lei perché… di preciso non l’aveva capito, probabilmente perché non lo aveva sostenuto con la storia dell’”ossigenato del cavolo”, ma cosa pretendeva? Anche il suo aiuto? Tuttavia lui si consolava divertendosi a litigare con Meredith e Matt con la frequenza di ogni mezzora. Elena, dopo il suo risveglio, si era molto arrabbiata con Damon, ma dopo quel momento era troppo impegnata a prendersi cura di Bonnie per essere arrabbiata con il vampiro. L’unico che sembrava essere normale era Stefan, l’unico che la faceva rilassare.
Così, in questa atmosfera, passarono settimane e finalmente Elena e Meredith decretarono che Bonnie poteva tornare a vivere normalmente, anche perché i lividi al collo erano praticamente spariti.
Nei giorni successivi, provarono a cercare di nuovo tracce di Shinichi e Misao mentre Damon era impegnato a cercare l’altro vampiro, diventato una leggenda ormai per Meredith, Matt - e in parte Elena - che ancora non ci credevano; e più dubitavano di lui, più Damon s’infuriava con Bonnie che non diceva la verità. Tuttavia per giorni entrambe le ricerche furono praticamente inutili, tanto da fargli perdere le speranze.
Le ragazze continuavano a essere possedute e, nonostante tutti i piani che Elena, Stefan, Matt, Meredith e lei inventavano, non riuscivano mai a prendere né Shinichi né Misao. Eppure dovevano trovare un modo per sconfiggerli: l’unica speranza era che Damon parlasse con Shinichi in modo da fargli scappare qualche informazione, come usare le sfere stellate: non potevano permettere che la città venisse distrutta come le altre in cui erano stati i due kitsune.
E i giorni passarono così, nessuna traccia dei kitsune né tantomeno del Signorino: Bonnie aveva sperato di rincontrarlo al pub, ma sembrava essere scomparso.
 
 
 
“Diamine! Sto in ritardo, Elena mi ucciderà!”, imprecò mentalmente Bonnie, aprendo di scatto la porta del pensionato, in tutta fretta.
<< Buongiorno Signora Flowers! >> salutò la rossa correndo su per le scale verso la camera di Stefan ed Elena, senza nemmeno sentire il “Buongiorno, cara” dell’amabile donna. Bonnie, mentre era “ricoverata” al pensionato, aveva passato gran parte del suo tempo con la Signora Flowers e aveva spesso pensato di farle conoscere Craig… inutile dire che, con molto tempo a disposizione, Bonnie si era fatta un lungo film mentale sulla possibile storia d’amore tra i due e aveva deciso che insieme erano perfetti; ma il piano “Craig-Flowers” lo avrebbe progettato una volta sconfitti i kitsune.
Aprì bruscamente la porta della stanza di Stefan ed entrò in fretta e furia, inciampando e cadendo sulla poltrona, addosso a Matt.
<< Ehi Bonnie, vacci piano! >> scherzò Matt, ridendo e aiutandola ad alzarsi.
<< Mutt, ma fammi il favore! >> sentì dire da una voce dura alle sue spalle, Bonnie arrossì pesantemente per la gaffe.
<< Bene >>, cominciò Elena lanciandole un’occhiataccia << adesso che anche Bonnie ci degna della sua presenza, volevamo riunirci per parlare della situazione con Shinichi e Misao >>
<< E il biondo ossigenato del cavolo >> intervenne Damon, che in risposta ebbe ben quattro “Damon!”.
<< Dicevo… come sappiamo le cose non stanno andando bene. Bisogna preparare un piano preciso, o non riusciremo mai a prendere Shinichi e Misao >>.
<< Io ed Elena pensavamo di usare una ragazza come esca… >> iniziò Stefan titubante.
<< Cosa? >> domandarono all’unisono Bonnie, Matt e Meredith.
<< Ragazzi, lo so, è pericoloso. Ma la salveremo prima che Shinichi possa farle entrare un Malach dentro il suo corpo. >> spiegò Elena.
<< No, Elena è troppo pericoloso! >> esclamò Bonnie, << Insomma potr… >>,
Bonnie si interruppe, vedendo Stefan e Damon che erano scattati in piedi concentrati.
<< Damon cos’è? >> domandò Stefan.
<< E’ una scarica di potere e… e sembra di Shinichi! >>, a Damon si illuminarono gli occhi e sparì velocemente dalla vista di tutti, diretto verso Shinichi.
<< Andiamo >>, tutti si avviarono verso la porta, quando Bonnie fu bloccata da Elena.
<< No, Bonnie non voglio rischiare che tu ti faccia male. >>
“Ci risiamo” pensò la rossa alzando gli occhi.
<< Elena non se ne parla, non resto qui! >>, adesso la strega iniziava ad arrabbiarsi.
<< Bonnie, sei ancora troppo debole… >> intervenne Stefan.
<< Sì, ma io… >>
<< Bonnie resta qui e basta, non abbiamo tempo! >> disse Meredith con il suo tono che non ammetteva repliche, dopodiché i quattro uscirono dalla stanza lasciando sola Bonnie.
La ragazza si mise a sedere sulla grossa poltrona di pelle nera, dove poco prima era seduto Damon: era sempre la solita storia, sempre.
“Voi umani mi divertite, come avrei potuto innamorarmi di te? Un piccola, fragile ed inutile umana? Anzi, strega… se tale ti si può definire.”, quelle parole le risuonarono in testa per l’ennesima volta, ardenti come fuoco: era ciò che pensava Damon, ma in fondo era ciò che pensavano tutti, solo che lui era l’unico ad averlo detto apertamente.
Bonnie sentì una lacrima solitaria rigarle il volto, così con il dorso della mano se l’asciugò bruscamente.
“Basta piangere!”, si ordinò in modo rabbioso, “io non sono quella che piange sempre, non sono la più debole. Io sono una donna! Sono diventata una donna forte e indipendente!”. Bonnie sentì che quelle parole erano vere ed erano solo da dimostrare agli altri: le scappò un sorriso.
“E glielo dimostrerò: vedranno, tutti loro, di cosa sono capace!”, rassicurata da quelle parole, andò a riscaldarsi con il tè della signora Flowers.
 
 
Damon planò a tutta velocità sopra l’Old Wood, fino a scorgere, a una novantina di metri sotto di lui, la radura; allora volò in picchiata.
Più si avvicinava, più riusciva a distinguere i dettagli di quell’immenso prato verde: gli alberi che lo circondavano, i fiori… finché non vide ciò che gli interessava: una piccola macchiolina rossa che, dall’odore e dalle scariche di potere che emanava, era chiaro fosse Shinichi. Tuttavia un pensiero bloccò il corvo:
cosa ci faceva Shinichi nella radura da solo ed esposto? Dov’era Misao?
Damon decise di farsi un giro intorno alla radura per essere sicuro che non fosse un qualche tipo di trappola. Constatò che non vi era traccia né di Misao, né di Malach né tantomeno di uomo-albero e notò tre ragazze che il kitsune stava incantando. Così volò in tutta fretta verso Shinichi, facendo un’entrata in scena da oscar, spaventandolo:
volò in picchiata sopra di lui e si trasformò comparendo a una decida di centimetri dal kitsune, tutto ciò schermando i suoi poteri e per questo Shinichi non lo sentì arrivare.
Damon vide il kitsune saltare per lo spavento e sgranare gli occhi, con il suo volto a pochi centimetri.
<< Ma sei matto? >> sbottò il rosso.
<< Il Diavolo Shinichi che perde il contegno?! Che novità è mai questa? Non sarà mica che ti stai indebolendo, eh Shinichi? >> lo beffò il vampiro.
Shinichi si limitò a riacquistare il controllo, socchiudendo minacciosamente gli occhi in uno sguardo omicida.
<< Oh, per quello non c’è pericolo, Damon. >> disse parlando lentamente il kitsune, scandendo parola per parola.
<< Beh, menomale, altrimenti mi annoierei. >> lo imitò nel modo di parlare Damon, riducendo gli occhi a due fessure.
<< Quindi… Cos’è che fai qui? Così esposto? Così… solo…? >> alzò la voce Damon, mentre aveva allungato le distanze tra lui e il kitsune, rivolgendo lo sguardo verso le vette degli alberi e girando intorno a Shinichi, come fa un predatore quando segna il territorio entro cui la sua preda morirà.
Damon Salvatore non era un esperto quando si parlava di sentimenti. Ma di quel tipo sì, adorava le sensazioni che provava prima di una caccia e soprattutto prima di compiere una vendetta: sentiva quasi il cuore battere, il sangue pompare più velocemente nelle vene per l’impazienza che aumentava se la preda provava paura. Sentiva i singoli istanti passare lentamente, tutti ben definiti e scanditi, come un ticchettio che fa l’orologio.
Poteva avere la mente sovrastata da mille emozioni, ma la freddezza e la precisione della sua parte da cacciatore prevaleva su tutto: era una macchina creata per uccidere e, per quanto gli riguardava, a lui andava benissimo.
E adesso tutte quelle sensazioni erano amplificate per un semplice motivo: mai prima d’allora nessuno aveva preso il controllo del suo corpo, lo aveva comandato, mai! Per questo immaginava già le possibili torture da applicare prima a Shinichi e poi a Misao, il modo per ucciderli non importava fosse semplice ed efficace (come voleva l’Allegra Compagnia), bensì doveva infliggere il più possibile dolore. E dopo ciò, sarebbe andato a cercare il vampiro Ossigenato, per dimostrare a Elena che non era colpa sua.
“E per dimostrarlo a Bonnie”, di nuovo la vocina fastidiosa. No, Bonnie non c’entrava niente, non lo aveva neppure difeso né tantomeno aiutato, perché avrebbe dovuto dimostrarle qualcosa?
“E perché lei avrebbe dovuto aiutarti dopo che l’hai quasi uccisa? Non so se lo hai notato, ma praticamente non ti parla più”. Damon alzò gli occhi al cielo: doveva assolutamente risolvere questa storia, insomma Damon Salvatore era uno e per quanto ne sapesse non era schizofrenico, cosa gli rappresentava quella vocina idiota?
<< Oh Mio Dio! Sei messo peggio di come ti avevo lasciato l’ultima volta… >> lo interruppe Shinichi, che evidentemente gli stava leggendo i pensieri.
<< Stai zitto tu! >> sbottò Damon, << Più che altro non hai ancora risposto alla mia domanda! >>.
Shinchi sorrise compiaciuto, poi alzando le spalle disse, con aria innocente:
<< Alleno il mio piccolo esercito. Avevamo fatto un patto no? La Città per Elena… Se poi tu hai deciso di liberare la concorrenza, non è colpa mia, Damon… >>, Damon si ricordò improvvisamente delle quattro ragazze intorno a Shinichi. Il moro iniziava già a non vederci più.
<< E poi mi hai posseduto. Questo non era parte del piano. >> disse ringhiando Damon. In risposta il kitsune si mise a ridere, facendo capire a Damon che era ora di agire, ma prima chiese nuovamente:
<< E Misao? >>
<< Si sta divertendo altrove. >>
<< Beh, mi spiace che non possa dirti addio, perché se ti ritroverà, lo farà quando tu sarai morto >>, nessuna reazione. Improvvisamente Damon si ricordò di un particolare: << E lei sarà la prossima >> disse con un tono malvagio e sorridendo in modo sadico.
Come previsto Shinichi scattò preso dalla rabbia, trasformandosi in volpe e facendo scappare le tre ragazze che, urlando, iniziarono a correrere addentrandosi nel bosco.
“Perché diamine non c’ho pensato prima?” si domandò Damon, mentre schivava un colpo sferrato da una delle sette code del kitsune.
In effetti, negli anni precedenti, tutto il gruppo aveva avuto modo di conoscere lo strano rapporto tra i due fratelli, inviolabile, e avevano capito la gelosia e il senso di protezione che nutrivano l’uno per l’altra.
Damon con un ringhio tentò di azzannare il collo alla volpe che fu più veloce: il vampiro, senza accorgersene, fu spinto una ventina di metri più in là da un colpo di due code e cadde per terra in malo modo.
Tuttavia si rialzò immediatamente, ma quando lo fece non c’era più nessuno con cui combattere.
Damon ringhiò profondamente irritato:
aveva perso di vista Shinichi anche se lo sentiva nei dintorni, ma non riusciva a concentrarsi con il fratello che lo stava chiamando e che, purtroppo, era sempre più vicino.
Il moro tentò di concentrarsi: in effetti, Shinichi era vicino… era davvero molto, ma molto vicino…
<< Damon dietro di te! >> sentì Elena gridare alcuni metri più in là.
Il vampiro non fece in tempo a voltarsi che senti il kitsune che lo aveva afferrato per il collo e tentava di… di morderlo?
“No, un altro malach no!” pensò più irritato che furioso.
Quando stava per credere che ormai non c’erano speranze, sentì lasciare la presa da Shinichi che venne scaraventato pochi metri più in là.
Tutti i presenti, sconcertati, videro il kitsune combattere con qualcosa, in modo troppo veloce da poter essere distinto da un occhio umano.
Ma Damon non era umano e, anche se non riusciva a vedere il vampiro con chiarezza, aveva una brutta sensazione, una bruttissima sensazione.
Il combattimento durò pochi minuti finchè il vampiro non fu spintò su un albero e Shinichi sparì lasciando una scia di sangue, evidentemente ferito.
Elena corse verso il ragazzo che si stava rialzando e che stava… ridendo?!
<< Tu! >> gridò Damon in un ringhio, gli occhi due fessure.
Le sue sensazioni si erano rivelate, ancora una volta, vere.
“E poi è Bonnie quella che prevede il futuro” pensò, quasi divertito, il moro. Ma Bonnie, non fece altro che ricordargli l’increscioso incontro accaduto con l’Ossigenato verso cui, impulsivamente, scattò in avanti.
In pochi secondi il biondo si trovo con le spalle su una quercia, alzato da terra e con un Damon alquanto minaccioso davanti.
<< Ehi, calmati amico. Ti ho appena salvato la vita, è questo il modo di ripagare? >>, sorrise in modo odioso.
“Lo ammazzo” pensò convinto Damon: non solo lo stava provocando di nuovo, ma gli rinfacciava il fatto che adesso aveva un debito, e quel debito era la sua vita!
“Non gliel’ho chiesto io! Damon Salvatore non deve la vita a nessuno” pensò amareggiato e decise di farla finita una volta per tutte.
<< Damon, smettila! >>, si sentì afferrare per la spalla dalla dolce mano di Elena.
Il solo pensare che Elena potesse avere contatti con l’Ossigenato lo obbligò ad afferrarla per la vita, allontanandola dal vampiro che se la rideva.
<< Damon ma ti sei impazzito! >> la bionda si divincolò dal moro e andò con un sorriso verso il ragazzo nuovo, ma uno di quei sorrisi che, con Elena Gilbert, faceva capire la poca fiducia nel nuovo arrivato e anche la curiosità della ragazza.
<< Chi sei? >>, a chiederlo fu Mutt. Damon non poté farsi mancare quell’occasione, così rispose prontamente:
<< L’Ossigenato del cavolo, ovviamente! Adesso, Miss Inquietudine, Mutt, mi credete? >>, il tono compiaciuto del vampiro faceva capire quanto piacere provasse ad avere ragione, perché, finalmente, lui aveva ragione e Miss Inquietudine aveva torto.
<< Non sono ossigenato! >> si introdusse con tono offeso il ragazzo, avvicinandosi alla mora e, con un baciamano, si presentò:
 << E comunque il mio nome è Trevor >>.
“Trevor… che razza di nome è Trevor?”
<< Potrei dire la stessa cosa del tuo nome. Insomma, che razza di nome è Damon? >> disse il vampiro acido, per poi voltarsi di nuovo verso Meredith con un sorriso:
<< E tu sei…? >>
<< Meredith… >> continuò la ragazza. Damon si bloccò paralizzato, come tutti i presenti: la mora sembrava quasi incantata dall’Ossigenato che, a quanto pareva, l’aveva colpita con i suoi modi di fare; tuttavia, pochi istanti dopo sembrò aver capito il suo errore e tornò alla sua perpetua diffidenza in tutto e tutti.
<< Meredith. >> ripeté il vampiro con un sorriso gentile.
<< E voi siete? >> continuò, rivolgendosi verso il resto del gruppo.
<< Io sono Elena, lui è il mio ragazzo, Stefan e lui è Matt, mentre Damon… a quanto pare lo conosci… >>
<< Oh ma sì Elena, continuiamo a presentarci al nemico! È possibile che non vi rendete conto? >> disse Damon esasperato. Si voltò verso Meredith, quella con un po’ più di sale in zucca, e disse: << Lui è quello che mi ha fatto qualcosa… è per colpa sua che ho aggredito Bonnie! >>.
<< Hai aggredito la ragazzina? >> domandò sconcertato il vampiro, << Beh, io non ne sapevo niente! >> continuò.
<< Ah, ma davvero? >>, gli occhi di Damon erano due fessure che lanciavano fulmini, il cielo cominciò ad annuvolarsi velocemente e i primi tuoni si fecero sentire.
Il vampiro alzò la testa e poi guardò il moro. << Sorprendente, davvero sorprendente… >> mormorò fra sé e sé, << Non sembrava, l’altra notte, che tu avessi tanti poteri >> continuò.
Inutile dire che Damon provò piacere per quella frase.
<< E vedessi cos’altro so fare… >> disse minacciosamente Damon.
<< Adesso basta! >> sbottò Elena, << Prima ci dici che lui ti ha convinto ad uccidere la mia migliore amica, e poi ci fai conversazione da salotto? >>.
“Certo che Elena è lunatica in questo periodo!” pensò il moro.
<< Io l’avrei convinto a fare cosa? >> chiese esasperato Trevor, << Io ho lasciato te e la ragazzina sana e salva, e me ne sono andato al ballo… non so cosa sia successo, ma io non centro niente! >>, Elena confusa guardò Damon, in cerca di risposte.
<< No, Elena mente. Cioè, lui se ne era andato ma… ma ha fatto qualcosa che… >> Damon si bloccò per un attimo… come poteva spiegare un qualcosa che non sapeva nemmeno lui cosa fosse di preciso?
Insomma, non aveva capito il motivo per cui aveva aggredito Bonnie era stato solo uno scatto di rabbia, che però non era dipeso da lui ma da qualcosa di… esterno.
<< Fantastico, quindi l’hai aggredita di tua spontanea volontà >> intervenne Meredith arrabbiata.
Stefan, che fino all’ora era stato in silenzio, intervenne per ristabilire la calma:
<< Okay ragazzi, calmatevi. Innanzitutto, torniamo al Pensionato, parleremo di tutto lì: vi ricordo che abbiamo lasciato Bonnie da sola e chissà Shinichi e Misao dove potrebbero essere adesso… meglio tornare… >>
<< Sì, ha ragione Stefan. Andiamo. >> Elena.
Tutti si avviarono, Damon si voltò lanciando un’occhiataccia all’Ossigenato che stava, spavaldamente, appoggiato ad un albero, e poi seguì a malincuore gli altri raggiungendo Elena: gli avevano levato una bella vendetta.
<< E quindi avete problemi con Shinichi. Ah, buona fortuna! >> urlò il vampiro dietro, ridendo. Tutta la comitiva si bloccò.
<< Conosci Shinichi e Misao? >> domandò in un sussurro Elena.
<< No, dolcezza, ho attaccato Shinichi perché volevo salvare la vita a Damon… insomma, posso capire se stava aggredendo te… ma LUI! >> disse divertito, guardandolo, << Ho dei piccoli problemini anche io con quei due.. >> spiegò.
<< E di cosa si tratta? >> domandò Damon.
<< Niente di cui vi possa interessare. Almeno che non vi serva aiuto… >>.
Damon sbottò a ridere: << No, non ne abbiamo bisogno. >>. Ci aveva riflettuto: non era ancora giunta l’ora per quel vampiro, ma presto si sarebbe vendicato.
<< Quindi, immagino che sappiate come uccidere i kitsune, come impedirgli di distruggere la città… Beh, tanto meglio! >> disse con tono sarcastico il vampiro.
<< Sì, lo sappiamo >> rispose nuovamente Damon.
<< Aspetta Damon… Tu sai come ucciderli? >> domandò Elena al biondo.
<< Eccome! Ne ho già uccisi… l’unico problema è che ho bisogno di alcune cose per uccidere Shinichi e Misao… >> restò vago il biondo.
<< Elena no! >> rispose Damon allo sguardo della bionda.
<< Damon, ragiona! Potrebbe esserci d’aiuto! >> disse Stefan.
<< Sì, Stefan ha ragione. Noi sappiamo solo delle sfere, ma non abbiamo trovato ancora un modo preciso per ucciderli! Insomma, stavamo per usare come esca una ragazza! >> intervenne Meredith, con tutti che annuivano dietro.
<< Bene, addio! >> fece il biondo, quasi come una sorta d’incitamento e si girò.
<< Trevor, dove vai? >>, l’intero gruppo s’irrigidì al suono di quella voce che aveva qualcosa di familiare. Improvvisamente, da dietro un Pino, spuntò un uomo, alto più o meno quanto il biondo.
<< Sage? >> domandò Stefan incerto. In poco Damon vide che era proprio la sua vecchia conoscenza.
<< Sage, ma dov’eri finito? >> domandò Damon, avvicinandosi sorridendo e dimenticandosi momentaneamente del biondo. Il vampiro era partito per la Francia circa tre mesi prima, seguendo una traccia che aveva trovato Meredith riguardo un’entità che sapeva come uccidere i kitsune e come usare le sfere stellate: dovevano provare di tutto, questo avevano detto e così si era deciso di mandare Sage. In seguito era scomparso completamente.
<< Hai presente quell’entità di cui ha parlato Meredith? >>, gli chiese solare Sage. Damon annuì.
<< Beh, si è rivelata essere un vampiro, un vampiro davvero insopportabile! >> spiegò.
<< Modestamente… >> rise Trevor.
“Oh, no, no!” Damon si sentì sprofondare, guardò con gli occhi sgranati Sage e sperando che qualcosa gli rivelasse che,ciò che stava accadendo, non era la realtà.
“E’ impossibile! Non può essere vero!”.
<< Cosa?! >> sbottò Damon, in risposta il biondo gli sorrise compiaciuto.
<< Trevor, perché non gliel’hai detto? Ti ho mandato due mesi prima per aiutarli, non per farti il giro turistico della città! Poi vengo qui e scopro che neanche sei andato da loro! >> esclamò Sage. Trevor alzò gli occhi al cielo e rispose:
<< Primo, non ero sicuro fossero loro. Secondo di poi, non ho avuto un’accoglienza molto gentile >> a giudicar dal tono acido,alludeva senza dubbio a Damon, << così ho deciso di divertirmi un po’. E poi, ho ferito Shinichi, se ti può interessare! >>.
<< Tanto le sue ferite si rimarginano, lo hai detto tu no? >> disse Sage, voltandosi verso il moro << Damon… tutto apposto? >>
Il vampiro era ancora immobile, incredulo a fissare i due.
<< Non è possibile! Come facciamo a fidarci? Sage, sei sicuro che vuole aiutarci e non sia un nostro nemico? >>
<< Damon fidati, andiamo tutti al Pensionato e vi spiegherò… >>
<< Come faccio a fidarmi! >> gridò preso dalla collera e, forse, dalla disperazione, << Lui mi ha fatto aggredire Bonnie! >>
<< Basta Damon! >> intervenne Elena che fino a quel momento era stata zitta come gli altri, senza nemmeno salutare Sage,  << A quanto pare non ci hai raccontato la verità e noi abbiamo bisogno di lui! >> disse, riferendosi alle parole dette prima dal biondo. << Trevor… >> sorrise gentilmente la ragazza << Vieni al pensionato con noi, andiamo… >>.
Il ragazzo umilmente rispose con un “con piacere” e l’intero gruppo, dopo aver salutato in modo consueto Sage, si avviò in silenzio, ognuno preso dai propri pensieri. Damon tuttavia, restò fermo ad aspettare l’Ossigenato:
ne era sicuro, non era solo una sensazione perché in tutta quella situazione c’era qualcosa che non quadrava. Forse doveva semplicemente ascoltare ciò che doveva dire Sage, ma aveva percepito qualcosa di strano nel suo amico, stava avendo la stessa sensazione che aveva sentito la notte del ballo in maschera, prima di aggredire Bonnie.
<< Complimenti, reciti da Oscar >> disse acido Damon a bassa voce, all’arrivo del vampiro. Questo si fermò e lasciò che il resto del gruppo fosse abbastanza lontano, poi sorridendo spavaldo rispose:
<< Non so di cosa tu stia parlando. >>
Damon spazientito lo afferrò per una spalla:
<< Senti non so chi sei o per quale motivo tu sia qui, né tantomeno cosa tu abbia in mente… no, non so niente di te e non m’interessa saperlo. Ma giuro che scoprirò cosa hai in mente. Nonostante Sage, non mi fido di te e so per certo che sei stato tu a farmi aggredire la Streghetta, non so in che modo, ma lo hai fatto tu. E fai attenzione, ricorda che non puoi ingannarmi: non sono mio fratello e non sono stupido. E se proverai anche solo a guardare Elena… >>, Damon fu interrotto dal biondo che, ridendo, si era avvicinato a lui e, con il volto a pochi centimetri da quello del moro, disse semplicemente:
<< Tranquillo Damon, non m’interessa Elena >>.
<< Bene >> rispose duro il vampiro e fece per andare, quando Trevor lo bloccò nuovamente e aggiunse:
<< Io, personalmente… preferisco le rosse… >>, sorridendo, il vampiro raggiunse gli altri che, impegnati a parlare con Sage, non si erano accorti di nulla.
Damon rimase fermo, solo e confuso, con un turbine di emozioni che gli giravano nella testa, impossibili da distinguere anche per lui.
Per alcuni secondi non seppe cosa pensare, cosa provare: non riusciva a capire cosa stava succedendo. Tuttavia, lui era Damon e come tale non aveva alcuna paura e in pochi istanti ritornò lucido e freddo.
“Se è una sfida che mi sta mandando, Trevor, la accetto molto volentieri. E sappi che io non perdo, non perdo mai.”, inviò mentalmente al biondo per poi trasformarsi in corvo e volare in modo quasi divino verso il pensionato.
 
Chiunque avesse, in quel momento, visto quel corvo più nero della notte e minaccioso quanto solo la morte può esserlo, avrebbe avuto paura. E quando Shinichi lo vide, capì che qualcosa di veramente pericoloso era stato mosso.
 
 
 
 
*Angolo  dell’autrice *
 
*si guarda intorno spaventata *
Okay, okay, sì lo so! Scusatemi tantissimo, sono in un ritardo imperdonabile, ma ho delle buone ragioni:
per prima cosa, sono stata occupatissima con la scuola, lo sport e il pianoforte ed ergo ho avuto poco tempo per scrivere.
Ma soprattutto, la cosa che mi ha ostacolato di più, è che ho avuto un totale blocco dello scrittore: non riuscivo a scrivere .-.
Infatti, penso che non mi sia venuto molto bene il capitolo, secondo voi è un pochino forzato? In tal caso me ne rendo conto e chiedo perdono, ma cerco davvero di fare del mio meglio, solo che non è un bellissimo periodo! Comunque, sembra che questo problemino se ne stia andando, perché la mia mente malvagia (muahahah) ha progettato una cosa ancora più impicciata di quello che avevo pensato prima (sì, mi sono ricordata di Sage e delle parole di Shinichi nell’ultimo libro).
Tuttavia, non ricordo molto bene l’ombra del male (perché era troppo Delena -.-) e quindi non ricordo se avevano scoperto come si usavano le sfere stellate e soprattutto, non ricordo fisicamente Sage *-* se qualche buon recensore mi potesse dare una mano (anche solo dirmi le pagine dove magari è descritto e rispondere alla domanda) vi farei un monumento, scusate se sono indiscreta!
Ahimè, non ho tempo per rispondere alle recensioni, purtroppo ora non lo posso fare sennò non aggiorno più! Quindi vi informo che dal prossimo capitolo userò la nuova funzione “rispondi” di EFP (sempre se non mi abbandonerete XD).
Probabilmente questo capitolo è venuto un po’ forzato e un po’ confusionale, ma spiegherò bene al prossimo. Forse risulterà noioso, ma è un capitolo di passaggio come sarà quello dopo (eh sì, i capitolo di cui vi avevo parlato li ho dovuti scalare di uno!) in cui Sage ci spieghera un po’ il suo viaggio in Francia e dove capiremo cosa è successo in quell’anno e mezzo che ho saltato all’inizio.
Già, anche se l’avrete capito, vi informo che, dato che non ricordo se è anche così nel libro, il gruppo non sa come funzionano le sfere stellate.
Poi, come forse avrete notato ho dato più risalto agli altri personaggi, come suggerito da uno di voi recensori (sì, sono d’accordo con te, gli altri li avevo un po’ ignorati, ma rimedierò… il problema lo trovo con Mutt che, dato che non lo sopporto, ho difficoltà a scriverne). Poi, decisione recente è quella di trattare non solo il nostro caro amore Donnie, ma anche il rapporto tra Stefan e Damon (che io adoro particolarmente e che desidero che la Smith aggiusti) e ho anche voluto esaltare quello dell’amicizia di Elena con Meredith e Bonnie (unica cosa di Elena che mi piace XD).
Comunque, qui abbiamo Trevor che lancia il guanto di sfida a Damon che accetta; tra uno o due capitoli (o forse più), come ho accennato, vedremo la vera e propria sfida tra i due, e piano piano ci saranno sempre più sorprese (muahah non potete immaginare XD) dove tutti ingannano tutti… okay sto dicendo troppo!
Un grazie mille a tutti quelli che hanno recensito, risponderò al prossimo capitolo alle recensioni di questo e di quello precedente, sono bene accette le critiche, come sempre (però tenete in conto il blocco che ho avuto XD esco da una fase di crisi!), le risposte a ciò che vi ho domandato (se siete così gentili vi rigrazio moltissimo) e fatemi sapere cosa ne pensate!! Grazie anche a chi segue silenziosamente, siete davvero uno stimolo per continuare e scusate per il ritardo e se il capitolo non è molto avvincente, ma appena avrò sistemato bene la situazione generale e potrò inserire il passato di Trevor e di Sage, e alcune risposte alle domande che dice Shinichi alla fine de “l’Ombra del male”, diventerà tutto molto più interessante e molto più Donnie e - ahimè è la ff che me lo fa fare - anche Brevor (non mi è venuta un’unione più carina, anche perché Tronnie, Trennie, Bovor e così via, sono molto peggio, no? XD)
Un bacio e scusate ancora!!
   
 
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