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Autore: Berenike    18/12/2010    18 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme a Venezia




Capitolo 4: Una verità ingombrante

Poche ore dopo lo scrittore di fama mondiale Richard Castle si avviò verso la propria stanza.
Aveva passato una serata incredibilmente piacevole: aveva cenato nel ristorante più chic dell'hotel (aveva potuto scegliere tra ben cinque ristoranti); aveva mangiato pesce fresco e ben curato, aveva scherzato con Alexis e Martha, che furono sorprese di vederlo ancora vivo.
-La Detective non ti ha ancora sparato? - gli disse Martha appena lo vide. Castle rise sonoramente. Poi assunse un'aria seria e le rispose:
-No non ancora. Ma non manca molto... - Alexis lo aveva abbracciato con affetto.
Era tutto perfetto.
Con la scusa della stanchezza per il viaggio però, lo scrittore finì presto la serata con la propria famiglia e si diresse in camera subito dopo aver cenato. Era combattuto tra la voglia irrefrenabile di sorprendere la Detective nuda nella iacuzzi, e il desiderio di stare insieme a lei, semplicemente ballare, parlare e stare insieme, come due persone adulte.
Spinto più dal primo istinto che dal secondo, Richard si precipitò al quarto piano e si fermò così davanti alla porta: cercò di sentire qualche rumore, ma nulla. Doveva farsi avanti senza difese.
Toc, Toc
Si era dimenticato lo chiavi, nella foga di uscire. Sperò con tutto il cuore che la Detective non stesse dormendo.
Questa, al contrario, gli aprì subito, senza farlo attendere se non pochi secondi.
Appena aprì la porta, Castle notò che si era cambiata: ora indossava una tuta nera che le aveva già visto quando una volta era andato a vederla allenarsi. Stava benissimo: le forme si vedevano appena sotto quel tessuto elastico, che si adagiava al corpo della donna in maniera impeccabile.
-Ti ho disturbata? - le chiese dolcemente lo scrittore, sperando di non scatenare una seconda lite.
-No, non ti preoccupare. - Lei tornò china verso la propria valigia. Stava riponendo le proprie cose nella cabina armadio, ormai aveva quasi finito.
-Com'è stato il bagno? - Castle non riuscì a trattenersi. Non voleva, non doveva pensare a quell'episodio, ma la sua mente traditrice gli portava alla mente continuamente l'immagine della Detective in iacuzzi. Da impazzire.
Kate non sembrò accorgersi dell'eccitazione dell'uomo, così rispose animatamente:
-Benissimo! E' una vasca meravigliosa... idromassaggio! - disse, come fosse una bambina di fronte ad una bambola nuova.
-Sono felice che ti sia piaciuta... - le rispose lui, senza nascondere un certo imbarazzo. Avrebbe voluto anche lui rilassarsi in quella trappola di acqua e bolle, ma non da solo.
-Ti ho portato una cosa. - disse improvvisamente poi, iniziando a disfare la propria valigia. Da dietro la schiena le porse un cestino, un carico abbastanza pesante per un contenitore così piccolo.
-Cosa? - Kate sembrò sorpresa. Annusò il contenuto del cestino: un profumo decisamente invitante.
Si sedette sul letto ed aprì curiosa il contenitore di quelle prelibatezze: era affamata. Il suo orgoglio le aveva vietato di scendere a cena insieme all'uomo con cui avrebbe dovuto dormire, ma ora non poteva vietarle di sbranare quei due panini ed un tramezzino che Castle le aveva portato. All'interno del cestino notò anche una bottiglietta d'acqua, un caffè da portar via (Kate sospettò fosse il caffè che le piaceva tanto e che lo scrittore le portava ogni mattina al distretto), e della frutta.
Castle disfò la valigia mentre la osservava sbranarsi il cestino che le aveva portato: era semplicemente meravigliosa quando era concentrata in qualcosa. Se ne scopriva innamorato ogni secondo che passava insieme a quella donna.
-Cosa c'è? - gli chiese lei, vedendo che la stava osservando senza mai sbattere le palpebre.
-Nulla – Castle si svegliò come da un sogno. - Mi sono incantato! - sorrise dolcemente. Mentre finiva di riporre le proprie cose nei vari cassetti, si domandò cosa avrebbero fatto lui e Kate per tutto quel tempo da passare insieme. Ebbe paura dell'imbarazzo che si sarebbe potuto creare; pensò infine che forse sarebbe stato meglio dormire con sua madre, nonostante russasse come un trombone.
-Richard, corri! - Lo scrittore non se lo fece ripetere due volte. Sorpassò velocemente la cabina armadio e rise quando scoprì Kate premuta contro la vetrata, il naso schiacciato pur di guardar fuori, più lontano possibile. Lui le si avvicinò lentamente, come fosse stato un gatto, per non farla sobbalzare. Quel viaggio gli stava rivelando una Kate curiosa, bambina, dolce, orgogliosa...
-Guarda, nevica! - Rick si avvicinò alla grande vetrata. Appoggiando le mani sul vetro, notò che era molto freddo, e ritrasse le mani come fosse stato ghiaccio. Kate, al contrario, non si mosse.
Poi lo scrittore guardò fuori: la prima cosa che pensò fu che sarebbe stato impossibile descrivere a parole descrivere quello spettacolo.
La neve scendeva pigramente dal cielo, ballando nel buio tra le stelle; alla fine, si confondeva con il mare del Canale e si immergeva nell'acqua gelida fino a sciogliersi.
Era uno spettacolo insieme magico e straordinario. Castle si girò verso Kate: lo spettacolo più bello di tutti però, ce lo aveva di fianco.
Doveva andare fino a Venezia per capire che la cosa più preziosa l'aveva sempre avuta accanto?
La detective stava ancora fissando la neve: i suoi occhi erano rapaci di quello spettacolo, si spostavano attenti da un fiocco di neve all'altro. La sua mente però sapeva che gli occhi dell'uomo erano posati su di lei e su di lei soltanto; avrebbe dato qualsiasi cosa pur di trovarsi sotto la neve insieme a Castle.
-Ho un idea folle! - disse Rick all'improvviso.
-Non avevo dubbi... - rispose sarcastica la donna.
-Perché non andiamo giù a giocare con la neve? - Lo scrittore sorrise ancora.
Maledizione. Kate cercò di resistergli, ma era più difficile di quanto pensasse.
Sopratutto quando la guardava con quello sguardo dolce, quando le sorrideva come se lei fosse la cosa più bella del mondo...
-Sei matto? Fa freddissimo fuori! - Kate, al sol pensarci, si strinse nella sua felpa della tuta.
Castle le sorrise ancora. Ecco di nuovo quell'espressione da cucciolo.
-Per favore... - Decisamente resistergli era cosa non facile.
-E va bene, te lo concedo, sarà divertente! -
Castle passò il giubbotto alla donna, si vestì con il suo e la seguì quando questa uscì per raggiungere il pian terreno.


Dopo due ore di palle di neve, di urla, di prese, di affetto e di malizia, Richard e Kate tornarono nella propria stanza. Ormai erano le undici passate della Vigilia di Natale e loro erano più felici che mai. In ascensore, Castle notò che la donna aveva le guance rosse per la fatica: si erano ricorsi, avevano lottato come bambini e com'era prevedibile, aveva vinto lei.
Ma poco importava: si erano divertiti ed ora erano più stanchi che mai.
Kate tremava dal freddo: mentre era fuori a giocare non si era accorta del freddo che facesse ma, ora che era al caldo, sentiva la differenza di temperatura come se fosse nel deserto e fosse stata in un ghiacciaio.
La coppia entrò in camera: entrambi si tolsero le giacche, e sfiniti, ancora con il fiatone ed il cuore martellante nel petto, si distesero sul letto.
Castle si buttò ed istintivamente si mise a forma di stella: era tutto sudato, aveva caldo per la corsa e per quella differenza di temperatura improvvisa.
Kate al contrario si rannicchiò nell'angolo, cercando di concentrare tutto il calore che le era rimasto e non farlo uscire dal proprio corpo.
-Kate, stai tremando? - Rick si alzò appena con il busto, e notò che la detective era all'angolo, tremante. Aveva le mani rosse e i denti le battevano.
Non gli rispose.
-Spogliati. - le ordinò lo scrittore, alzandosi in piedi.
Kate sollevò la testa da dentro le braccia.
-Scusa? - era sbalordita.
-Stai tremando. Spogliati. - Lo scrittore iniziò a togliersi il maglione di cachemire, la camicia, i pantaloni. Rimase solo in boxer e in canottiera.
Kate lo guardò per un secondo, poi distolse lo sguardo.
-Spogliati. O prenderai un raffreddore. - le ordinò ancora.
Kate cercò di resistere poi guardò quell'uomo che emanava calore da ogni cellula: sapeva che se ne sarebbe pentita, ma o abbracciava un termosifone, o sentiva che sarebbe morta dal freddo.
Non poteva permettersi di passare i seguenti tre giorni chiusa in casa con la febbre. Doveva accettare le conseguenze delle proprie azioni.
Si alzò in piedi ed iniziò a spogliarsi velocemente: era una tortura togliersi i vestiti.
Davanti a Castle.
Lo scrittore fece il gentiluomo e non la guardò: al contrario entrò nel letto e disse
-Intanto scaldo il letto... - Sorrise preoccupato.
In un secondo Kate era pronta: si era tolta la tuta nera ed ora aveva solo i calzini di lana, ed un completino intimo di seta.
Castle cercò di non guardarla, ma i suoi occhi traditori agirono senza il suo permesso.
-Stavi aspettando qualcuno? - scherzò, notando l'eleganza del suo abbigliamento intimo.
Kate lo fulminò con lo sguardo ed entrò nel letto.
Notò subito che era bollente: Richard aveva scaldato con la sua sola presenza tutto il letto, poteva sentire il profumo maschile in ogni dove.
Poi lo scrittore le si avvicinò.
-Castle, non mi pare il caso... - Lui le si avvicinò ancora.
Kate scappò da quelle mani che si allungavano sotto le coperte calde, ma presto il letto finì e dovette fermarsi.
-Castle, preferirei di no, sto bene così...-
Lui sorrise ancora. Le si avvicinò fino al bordo del letto, poi con forza la tirò a sé come se fosse la cosa più fragile e leggera dell'universo.
Kate al suo tocco si sciolse: era bollente, mentre lei si scoprì fredda come la neve con cui avevano giocato.
-Senti come sei fredda... Vieni qui. - Se la tirò ancora verso sé, delicatamente. La detective si lasciò fare questa volta, succube di quel calore così avvolgente.
I loro corpi non erano mai stati così vicini: il seno di Kate era appoggiato al petto di Richard che emanava un calore immenso. Le loro gambe erano intrecciate e Beckett cercò i piedi dello scrittore per appoggiare i propri: i suoi erano davvero freddissimi.
Se proprio doveva andare all'inferno...
Solo i loro bacini non si stavano toccando, anche se Kate poteva sentire distintamente gli addominali premere contro la propria pancia. La donna contrasse tutti i muscoli: non ne aveva bisogno, ma non voleva perdere in quella gara.
Poco a poco la donna si scaldò, ma mai, nemmeno per un secondo, Richard la lasciò andare: anzi, Kate poteva sentire le sue braccia muscolose stringerla forte come se per la prima volta potesse dirle che non l'avrebbe mai lasciata.
Come ghiaccio al sole, la detective si sciolse: Castle la guardava teneramente, preoccupandosi di scaldarle la pancia, le gambe, i piedi, le mani.
Poi, per un movimento sbagliato, il bacino di Kate si scontrò con quello di Richard.
Ci volle un secondo perché lei analizzasse la situazione, mentre Castle abbassò lo sguardo, conscio di ciò che sarebbe presto accaduto.
-Tu! - lo additò la detective, alzandosi in piedi e liberandosi della sua stretta.
-Kate mi dispiace, ma...-
-Ma cosa? Tutto questo l'hai organizzato per cosa, per venire a letto con me? -
Castle tenne fisso lo sguardo. Si sentì in colpa per ciò che la detective aveva sentito sotto le coperte, quel chiaro segno di eccitazione maschile che lo aveva mascherato troppo presto, ma non voleva che pensasse che quella era tutta una sua macchinazione.
-Kate non è così, non è come pensi... - le disse. Questa si avvicinò appena al letto, coprendo Castle con le coperte.
-E com'è allora? - gli chiese inquisitoria. Sapeva che tutto quello era stato uno sbaglio, sapeva che non avrebbe dovuto partire...
-Kate, io sono un uomo. E tu sei... Bellissima. - A queste parole Kate si sciolse come se fossero stati ancora abbracciati. In effetti Castle non era persona da programmare tutto quello se non per passare qualche giorno felice con la propria famiglia e con un'amica.
Kate, improvvisamente imbarazzata per l'eccitazione di Castle e la sua reazione improvvisa a ciò che aveva sentito, si rivestì ed andò in bagno.
Kate cosa stai combinando? Non devi mostrarti così vulnerabile, così suscettibile. Sei una detective ricordi? Vedi cadaveri tutti i giorni, e poi ti scandalizzi per un'eccitazione?
Castle rimase fermo, nel letto, complice della propria colpa. Si alzò, si rivestì e pensò ad una buona idea per farsi perdonare. Possibile che non ne combinasse una giusta?
Quando la detective uscì dal bagno con un sorriso stampato in faccia, si sorprese di trovare Castle vestito, accanto al tavolo dell'angolo cottura, con una bottiglia di Champagne in mano.
-Che ne dici? - Richard sorrise dolcemente. Aveva già preparato i due bicchieri ed aspettava solo l'approvazione della donna.
-Versa pure, ne avevo proprio voglia... - Sorrise in cambio. Guardò involontariamente nei pantaloni dello scrittore: la situazione era tornata normale. Rabbrividii nel sentire ancora il membro di Castle contro la propria vita sottile.
Lui era così forte, così virile, così prepotente.
L'uomo, ignaro di tutto ciò che stesse succedendo, versò da bere e attese che Kate gli si avvicinò per brindare.
-A cosa brindiamo? - Chiese lui, senza azzardare nulla. Per quella sera era stato fin troppo coinvolto.
-A noi due, Insieme a Venezia. - disse Kate, sorridendo. Non c'era nulla di malizioso in ciò che aveva appena detto, era la pura verità. Era solo grazie a lui se ora lei era in quella città meravigliosa.
Entrambi alzarono i calici e brindarono alla magia e al romanticismo che regnava in quella stanza.
All'improvviso, in uno dei suoi tipici gesti folli, lo scrittore di gialli abbassò il calice, lo posò sulla tavola, e fece fare lo stesso alla detective.
Questa lo guardò preoccupata che potesse chiederle ancora di spogliarsi.
Non era nulla del genere: sapeva che Richard, tutto sommato, era un gentiluomo.
Castle si avvicinò allo stereo, sintonizzò una stazione radio qualsiasi e si inchinò verso Kate.
La detective non poteva credere ai suoi occhi: la stava forse invitando a ballare?
-Vuoi ballare con me? - Kate rise, in segno affermativo.
Pochi secondi e la canzone sconosciuta che stavano ascoltando finì. L'uomo alla radio annunciò in italiano il titolo della canzone successiva, e la coppia attese, in piedi mano nella mano.
E poi iniziò.
Let it Snow di Micheal Bublé.
Ed insieme al cantante canadese, anche Castle si mise a cantare, ballando insieme alla detective.
-Oh the weather outside is frightful, but the fire is so delightful, and since we've no place to go, let it snow, let it snow, let it snow! -
Kate rideva di gusto mentre Castle cantava e ballava insieme a lei. Poi fu il suo turno:
-It doesn't show signs of stopping, and I've brought some corn for popping, the lights are turned way down low, let is snow, let it snow, let it snow! -
-Vai così, detective! - Insieme intonarono le strofe successive, mentre ballavano, si guardano e si scambiavano sguardi divertiti. Fuori la neve sembrava cadere a tempo di musica.
Quando la canzone finì (fu Castle ad intonare l'ultimo: “As long as you love me so, let it snow, let it snow, let it snow!”) entrambi erano esausti.
Tornarono ai loro bicchieri e ancora con il battito accelerato e il fiatone, bevvero gli ultimi sorsi rimasti. E fu così che guardando la neve cadere fuori dalla grande vetrata, e dando un'occhiata al proprio orologio (00:04), Richard guardò negli occhi Kate e le sussurrò:
-Buona Natale, Detective. -
-Buona Natale, Rick. -






ANGOLO DELL'AUTRICE
A un solo giorno di distanza dal terzo capitolo, ecco a voi il quarto capitolo di questa serie, intitolato Una verità ingombrante.
Non so quanti di voi abbiano capito a cosa mi riferisco con questo titolo, spero sia chiaro alla fine della lettura!
Ho adorato descrivere un Castle eccitato ed una Beckett imbarazzata: insomma, per quanto lei sia una dura, non penso che rimarrebbe tanto indifferente all'eccitazione di Castle! :-)
La canzone che i due protagonisti cantano è una canzone secondo me meraivigliosa di Frank Sinatra, intitolata appunto Let it snow, e riproposta da Micheal Bublé nel suo album natalizio.
Potete ascoltare questa canzone QUI!... Spero piaccia a voi, com'è tanto piaciuta a me la prima volta che l'ho ascoltata!
Mi pare di aver detto tutto... Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno recensito il terzo capitolo, spero continuerete a seguirmi!
Ovviamente, ogni recensione è sempre ben accetta...
La vostra,
Berenike




(Aggiunta postuma)
La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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