Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LoveChild    18/12/2010    1 recensioni
Alice Paciock e il suo storico fidanzato, Scorpius Malfoy, hanno litigato. Riusciranno a fare pace?
Finale aperto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice, Paciock, Jr, Scorpius, Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
- Questa storia fa parte della serie 'Alice Augusta Paciock &Scorpius Hyperion Malfoy'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono (esclusi gli eventuali OC, ovvio, e chi me li tocca lo mangio u.u), ma sono proprietà di Madam J.K. Rowling (beata lei...).



Questa Storia ha Partecipato allo 'Sweets Contest' di Only_Me classificandosi undicesima.

Nick Autore: LoveChild                                                          
Titolo: Gli Oracoli  
Fandom: Harry Potter
Personaggi/Pairing: Scorpius Malfoy, Alice Augusta Paciock (personaggio originale)
Genere: romantico
Rating: /
Avvertimenti: /
Introduzione: Scorpius e Alice hanno litigato, risolveranno il problema?
NdA: Non sono per niente convinta di questa ficcy, soprattutto non mi piace la caratterizzazione dei personaggi, poiché credo di essermi appoggiata troppo a ciò che avevo scritto in un’altra ff dedicata a questa coppia, probabilmente non c’è proprio caratterizzazione. Le uniche cose di cui sono soddisfatta sono la forma e la grammatica. A dire il vero avevo deciso di non inviarla, poiché solitamente sono molto esigente verso quello che scrivo, ma penso che comunque avere un giudizio, positivo o negativo, sia un ottima cosa.

 

Gli Oracoli

 

 

 

 

 

L’aria fredda sferzava il viso di Alice Paciock; uscire senza sciarpa, cappello e guanti era stata una pessima idea. Uscire, a dire il vero, era stata una pessima idea. Ultimamente aveva molte pessime idee. Camminava silenziosa e leggera sullo strato di neve appena caduto, come un fantasma o una fata … Come una banshee, le suggerì una voce nella sua testa.  Ed effettivamente gli occhi rossi di pianto si stagliavano sulla pelle bianca, i capelli biondi arruffati e le lacrime che continuavano a scendere ribelli la facevano assomigliare davvero ad una Banshee. Una folata di vento improvvisa la schiaffeggiò e come risvegliata si decise a tirare su il cappuccio della felpa sottile, per proteggersi dal freddo e dalla neve.

Camminava sola per Diagon Alley, chiedendosi come fosse potuta succedere, a lei e Scorpius, una cosa del genere. Certo, non era la prima volta che litigavano, lei aveva un caratteraccio a volte, e il carattere dei Malfoy non era quello che si definisce pacifico e conciliante, ma mai, mai erano arrivati così in là. Alice era uscita di casa come una furia, senza prendere il cappotto, e aveva sbattuto la porta; il tonfo non le aveva impedito, però, di sentire il pop della Smaterializzazione nell’ingresso della loro casa. Scorpius se ne era andato chissà dove, probabilmente da Albus… Questo comportamento la mise in allarme: per quanto i loro caratteri fossero talvolta insopportabili, erano sempre stati abbastanza maturi da padroneggiarsi per discutere i loro problemi. Quella volta no, e questo le dava una brutta sensazione lungo la spina dorsale. Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di razionalizzare. Lei doveva razionalizzare, era nella sua natura, la aiutava a capire meglio, a tranquillizzarsi. In quel momento, però, non sapeva con chi parlare: i loro amici non voleva metterli in mezzo, con le sue colleghe di lavoro non si sentiva abbastanza in confidenza, sua nonna, con cui parlava di tutto, era partita per un viaggio circa una settimana prima. C’erano sua madre e suo padre, ovviamente, ma ci sono cose che ai genitori non si dicono… In quel momento si sentiva persa nel bel mezzo del nulla. Rimase un bel pezzo a pensare, girando a vuoto fra i negozi, a chi chiedere consiglio.  L’unica che in quel momento sembrava capace di darle una mano era Hermione, la sua “zia” preferita, il cervello del Trio, nonché dell’intera famiglia, e l’unica, probabilmente, dotata del tatto necessario per affrontare un certo tipo di argomenti…

 

***

 

Quando si ritrovò nel bel mezzo dell’Ottavo Livello del Ministero, le sembrò di trovarsi sul Binario 9 e ¾ come quando andava a scuola: una folla multicolore che si muoveva disordinatamente in tutte le direzioni, un brusio incomprensibile che poteva risultare persino armonico, una volta che vi si era abituati. Rimase qualche minuto intontita finché una vecchietta dall’aria arcigna non le sbraitò contro di muoversi; riscossasi, si diresse verso uno degli ascensori che portavano al Secondo Livello. Entrare al Dipartimento della Regolazione della Legge Magica era come entrare a villa Malfoy: stressante, sconvolgente e terribilmente eccitante. Dovette faticare non poco per poter parlare con una delle segretarie che si trovavano dietro la mastodontica scrivania in mogano che fungeva da sportello. La signorina Bright, questo era il nome inciso sulla targhetta lustra della segretaria, era un’odiosa trentenne dai capelli rosso fuoco, con un’abbondante dose di trucco, un’aria irritantemente civettuola e una voce oltremodo stridula.

-Desidera?

-Buongiorno, vorrei parlare con la Signora Granger.

La segretaria la squadrò da capo a piedi: evidentemente disapprovava i suoi capelli arruffati, gli occhi gonfi, la felpa zuppa e i jeans rovinati.

-Mi dispiace la Signora Granger è molto occupata e di certo non può riceverla…

-La prego, è urgente, le dica che Alice Augusta Paciock ha bisogno di vederla.

Le sopracciglia della Signorina Bright s’inarcarono visibilmente, ma acconsentì alla richiesta.

Pochi minuti dopo, con aria stupita, e vagamente disgustata, scortò Alice fino all’ufficio di Hermione Granger.

-Prego, Signorina.- aprì con mal grazia una porta alla fine del corridoio e le fece segno di entrare.

Hermione alzò la testa dalle carte in cui era immersa e le sorrise radiosa.

-Alice! Tesoro, è un po’ che non ci vediamo! Fatti abbracciare!- accortasi che la signorina Bright si trovava ancora lì la congedò, poi si rivolse ad Alice storcendo il naso-Mi dispiace che tu abbia avuto a che fare con lei, è davvero tremenda… - Aggiunse poi sospirando - Alice, dimmi che è stato il freddo a farti arrossare gli occhi…-

-Mi piacerebbe Zia, ma non è così. Non è stato il freddo.- sospirò Alice, trattenendosi per non ricominciare a piangere.

-E’ successo qualcosa con Scorpius, vero?- chiese Hermione con voce dolce e pacata. Alice assentì.

-Sono venuta a chiederti aiuto… la nonna non c’è e non me la sento di confidarmi con nessun altro. Zia, tu sei l’unica che può aiutarmi con oggettività e sensibilità.

Gli occhi di Hermione diventarono leggermente lucidi. Era molto affezionata alla figlia di Neville ed Hannah, a volte le ricordava un po’ se stessa…

–Dimmi cosa è successo, Alice, e farò del mio meglio per aiutarti. Per prima cosa, però, ordinerò una tazza di cioccolata fumante, devi aver preso molto freddo e sei vestita così leggera!

Un foglietto di colore blu fu incantato per l’occasione e inviato alla segreteria, poi Hermione si sedette su di una poltroncina di fronte ad Alice e le fece segno di parlare.

-Io e Scorpius abbiamo litigato perché lui è geloso…- iniziò a spiegare Alice, dopo aver tratto un respiro profondo.  -Nel reparto Pozioni e Avvelenamenti da Piante, al San Mungo, dove io lavoro, c’è un mio collega, Lancelot Garlic, che qualche mese fa mi ha chiesto di uscire, allora era appena arrivato dall’Irlanda e non sapeva che ero fidanzata… Ma da allora Scorpius vuole che chieda al mio capo reparto di cambiare squadra e se non è possibile, vuole che sfrutti la mia seconda specializzazione e mi sposti al Reparto Sei…- sospirò, - Ero quasi riuscita a tranquillizzarlo quando mi ha trovata da sola con Lancelot durante la pausa pranzo e mi ha fatto una scenata davanti a tutti. Quando ieri sera sono tornata a casa, era già andato a dormire, ma stamattina abbiamo continuato a litigare, e sai com’è Zia, in queste situazioni si dicono cose che non si vorrebbero dire, con un tono sbagliato… E si butta contro l’altra persona tutto quello che si prova, alla rinfusa, venendo fraintesi la maggior parte delle volte…

 Alice prese un fazzoletto dalla tasca e si soffiò il naso. In quel momento la Signorina Bright entrò portando due tazze di cioccolata, Hermione la ringraziò con un cenno del capo e lei uscì, non prima di aver gettato uno sguardo curioso ad Alice.

-Prendi la cioccolata, ora, ti farà bene- le disse Hermione dolcemente.

Mentre bevevano la cioccolata, Hermione, fissava assorta sua nipote. Raramente lei e Ron avevano litigato dopo essersi fidanzati, e lei aveva capito che le loro litigate durante gli anni di scuola erano l’unico modo, maldestro, che avevano per comunicare l’intensità dei propri sentimenti. Per Alice e Scorpius era diverso, erano tranquilli e silenziosi, ma avevano una forte dose di orgoglio e vanità che spesso impediva loro di essere totalmente sinceri l’uno con l’altra.

Quante volte li aveva visti insieme? Migliaia, forse, e mai, mai si erano scambiati effusioni in pubblico; potevano perfino sembrare indifferenti… Ad un attento osservatore, però, non sarebbe sfuggito che il braccio di Scorpius stava sempre ben serrato attorno alla vita di Alice che, dal canto suo, si poggiava morbidamente a lui. Quello, come tanti altri, era un segno, un simbolo, dei loro sentimenti. L’amore dei due ragazzi era un insieme di segni impercettibili ma forti e ben radicati…

Hermione bevve l’ultimo sorso di cioccolata, fece evanescere la tazza e si rivolse ad Alice.

-Chi credi che abbia ragione, Alice? O, meglio, poiché la ragione non è mai da una sola parte… chi credi abbia più ragione?

-Lui, ha sbagliato, non doveva fare quella scenata, non doveva urlarmi contro… Ma io non avrei dovuto metterlo in quella situazione, è stata colpa mia. - gli occhi di Alice si spalancarono leggermente mentre le lacrime le pungevano gli occhi. –La vita di coppia è un compromesso, lui ha rinunciato al lavoro in Nuova Zelanda per me, senza battere ciglio, non ha provato a convincermi ad andare con lui, mentre io non ho mai pensato veramente a cambiare il mio lavoro. Sono stata un’egoista, ed è colpa mia tutto questo.

Hermione le carezzò i capelli, tranquillizzandola.

-Il torto non è mai da una sola parte, Alice.- le disse tranquillamente –L’importante è non farsi accecare dall’orgoglio… So che, per il tipo di carattere che avete entrambi, nessuno dei due vorrà piegarsi a chiedere un chiarimento, figuriamoci a chiedere scusa! E’ questo il tuo vero problema in questo momento: scegliere se vale di più il tuo orgoglio o la tua relazione con Scorpius, perché il tuo amore per lui non è assolutamente in dubbio. Sbaglio, forse?

-No…- mormorò la ragazza –io lo amo ma l’idea di chiedergli scusa, mi fa innervosire.

Hermione sorrise indulgente: -Non cadere in questa trappola, cara, stavo per rimetterci Ron per una stupida questione di orgoglio…

Alice sgranò gli occhi:-Davvero Zia?

-Davvero. Ma non tentare di guadagnare tempo, devi andare da Scorpius, ora.

Hermione si alzò e si diresse verso la sua scrivania, da uno dei cassetti estrasse un sacchetto azzurro.

-Tieni Alice, sono cioccolatini alla vaniglia. Ti chiariranno le idee…- disse sibillina.

-Grazie, Zia…

Le due donne si abbracciarono ed Alice lasciò la stanza, con la promessa che, non appena risolta la questione, lei e Scorpius sarebbero andati a cena dai Weasley.

 

***

 

Appena fuori dal Dipartimento, mentre aspettava l’ascensore, aprì il pacchetto di cioccolatini e ne assaggiò uno. Strano a dirsi, a ventidue anni suonati non aveva mai assaggiato cioccolato con vaniglia, perciò prese cautamente il cioccolatino e gli diede un morso: l’odore dolce della vaniglia si scontrava con il suo gusto amaro ed Alice decise che quel cioccolato le piaceva, così mangiò tutto il cioccolatino.

Arrivata all’Ottavo Livello lo infilò nella tasca della felpa e si materializzò nuovamente a Diagon Alley. Sfilò nuovamente il sacchetto dalla tasca e prese un altro cioccolatino, ma questa volta non lo morse, lasciò che la cioccolata le si sciogliesse sotto il palato e che l’amaro della vaniglia si confondesse con la dolcezza del cioccolato a latte per poter assaporare meglio il contrasto. Sublime, si disse.

Cominciò a camminare lenta ma decisa verso il punto della strada diametralmente opposto al Paiolo Magico e mentre camminava continuava ad assaporare i cioccolatini.

Ad ogni cioccolatino sentiva qualcosa di nuovo, di diverso. Quando aveva mangiato il terzo aveva distinto una lieve traccia di piccante, di certo dovuta alla vaniglia, che le aveva ricordato i baci di Scorpius subito dopo aver fatto l’amore; mentre il quarto le aveva fatto tornare in mente una sera dell’inverno precedente, quando Scorpius le aveva preparato la cioccolata calda e vi aveva spolverato del cacao sopra. 

 Così passava da una vetrina all’altra assaporando lentamente, uno dopo l’altro, quei cioccolatini meravigliosi. Superata la Gringott di qualche metrò si fermò davanti ad un casa dalla porta verde, che si trovava esattamente sopra un negozio di musica. Mentre saliva le scale e si avviava verso l’ultimo piano, mangiò un altro cioccolatino, questa volta velocemente, ansiosamente, ed una brutta sensazione la colpì: era amaro. Totalmente amaro, come se non vi fosse stata traccia alcuna di cioccolato a latte.

Cautamente aprì la porta di casa.

-Scorpius!- nessuna risposta. –Scorpius dove sei…?

Sapeva per certo che doveva essere a casa perché era il suo giorno libero. Non poteva credere che fosse ancora fuori… Erano passate almeno cinque ore da quando si era smaterializzato. Pensò allora che forse si era addormentato sul divano nel salotto. Quando entrò nella stanza per un attimo ebbe l’impressione di essere stata derubata; poi, osservando più attentamente, capì: lui se ne era andato. Scorpius aveva fatto armi e bagagli, impacchettato la sua roba e se ne era andato, davvero.

Un’ondata di panico le fece tremare le ginocchia, si sedette sul divano tremando. Non era mai stata senza Scorpius, mai. Da quando si conoscevano, da quando erano diventati amici, lei non aveva mai vissuto senza di lui. Fisicamente erano spesso lontani, ma con la mente, con il cuore e con l’anima non si erano allontanati mai più di quanto potessero sopportare; e, ad esser franchi, sopportavano davvero poco.

Tentando di tranquillizzarsi aprì nuovamente il pacchetto: erano rimasti solo due cioccolatini. Ne prese uno e, mentre lo assaporava, si accorse che sul fondo del pacchetto c’era un biglietto celeste, solo in quel momento si rese conto che si trattava degli “Oracoli”.

Gli Oracoli erano dei cioccolatini particolari, ideati da un mago norvegese, tale Aslak Gynt, che contenevano un biglietto che si trasformava in una piccola sentenza quando il possessore avesse mangiato il penultimo cioccolatino. L’oracolo, in definitiva, dipendevano dalla situazione psicologica, mentale, fisica e sociale, di colui che mangiava i cioccolatini e anche il modo di mangiarli incideva sull’oracolo.

Si diceva che gli Oracoli non avessero mai sbagliato.

Alice aprì tremante il suo bigliettino. Questo era scritto in uno stile raffinato ed elegante, con un inchiostro verde brillante , e recitava:

 

“L’amore è come il cioccolato alla vainiglia: amaro e dolce si fondono e confondono.

Sta alla finezza del nostro palato far trionfare l’uno o l’altro.”

 

Anche quella volta l’Oracolo mostrò la sua infallibilità. Alice stette a fissarlo sbigottita per qualche minuto: non credeva a quelle cose, nella sua opinione di specializzanda Medimaga certe cose avevano soltanto due tipi di decorso: semplice digestione o intossicazione alimentare. A quanto pareva si doveva ricredere.

Ripensò alle sensazioni ed ai ricordi che le avevano provocato i cioccolatini, poi pensò a Scorpius, e a quello che Hermione le aveva detto riguardo l’orgoglio. Non aveva la minima intenzione di far trionfare l’amaro dell’amore, assolutamente no! La sua docente di pozioni le aveva sempre insegnato che nel mezzo c’era il giusto: in medias res, si trovava l’equilibrio. Il compromesso, che non aveva a che vedere con la rinuncia, quella era la via giusta da seguire. Alice decise che avrebbe rischiato.

Cosa le diceva sua madre? “Meglio rimorsi che rimpianti”.

Amava troppo Scorpius per lasciarlo scappare. Scattò in piedi tenendo stretto il pacchetto con l’ultimo cioccolatino, afferrò la bacchetta dal tavolo dove l’aveva lasciata la mattina stessa e prese il tesserino del San Mungo. C’era qualcosa che doveva fare, prima di recarsi a Malfoy Manor…

 

***

 

Mentre Alice Paciock si dirigeva a passo di carica verso l’Ospedale, a Villa Malfoy la situazione sfiorava il comico. Il proprietario, infatti, era in rivolta.

Scorpius Hyperion Malfoy si era presentato a casa dei suoi genitori circa sei ore prima, con un’aria da cane bastonato e una serie di cianfrusaglie che spaziavano da una poltrona in pelle a una lampada da tavolo. Inizialmente si era rifiutato di dare spiegazioni, quando poi suo padre gli aveva fatto la Pastoia, sottolineando con piacere che era un incantesimo che gli era sempre riuscito particolarmente bene, e minacciandolo di somministrargli il Veritaserum, Scorpius aveva ceduto. Non si era dilungato in particolari, semplicemente aveva comunicato con aria arrabbiata che lui ed Alice avevano litigato furiosamente, che aveva fatto armi e bagagli, e aveva intenzione di ritornare a vivere, almeno per il momento, a Villa Malfoy.

Draco Malfoy non poteva sopportare nulla di simile! Ormai vicino ai cinquant’anni, il proprietario del Manor era troppo contento di poter stare in santa pace con sua moglie per poter accettare di riprendere suo figlio ventitreenne a casa.

 Difatti, in quel momento era intento a sventolare minaccioso la sua bacchetta sotto il naso del suo unigenito.

-Stammi bene a sentire Scorpius! Dal giorno in cui l’ho conosciuto ho sempre preso in giro Neville Paciock! Ma ti posso assicurare che di uomini coraggiosi come lui, mi irrita ammetterlo, ce ne sono ben pochi! E certo durante la guerra lui ha fatto meglio di me, in tutti i sensi… Non conoscevo l’esistenza di Hannah Abbott ma tutti mi hanno detto che è una bravissima persona! La loro bambina è una bravissima ragazza, e sarei onorato di imparentarmi con i Paciock! E tu vuoi rompere con lei?

Astoria e Scorpius Malfoy guardarono entrambi con stupore il loro capo famiglia.

-Eh non mi guardate con quelle facce!- tuonò l’uomo –Non è demenza senile! Ma ho quasi mezzo secolo, - e a questo punto fece una smorfia – e mi pare che a quest’età un uomo sia abbastanza maturo da poter essere onesto con se stesso e con gli altri senza farsi venire una sincope!

Un sorriso orgoglioso increspò le labbra di Astoria, mentre Scorpius alzò pericolosamente le sopracciglia.

-Non mi guardare così, Scorpius! Ammetto che i Malfoy pecchino di superbia, e ne hanno ben donde, ma non siamo degli stupidi, Scorpius! E se lasci quella ragazza sei uno stupido! Peggio! Un idiota! Un mentecatto! Un disgraziato! ...

-Insomma, papà!- sbottò Scorpius –Questa è la mia vita! E faccio come mi pare!

Come non gli capitava ormai da anni, le guance di Draco si tinsero leggermente di rosa, segno visibile che la sua irritazione aveva raggiunto la spannung.

-E’ la TUA vita, è vero ma questa è la MIA casa! E non ho intenzione di avere un idiota fra i piedi!

-Bene! Allora me ne vado!

Draco afferrò il braccio di Scorpius: -Stammi bene a sentire Scorpius, perché te lo dirò una sola volta: non ti permetterò di fare quest’errore. Io ci sono andato molto vicino e ti assicuro che non permetterò che tu finisca impantanato fino al collo!

Il ragazzo guardò stupito il padre, poi chiese cauto: -Tu stavi per lasciare mamma?

-Peggio,- ringhiò Draco –prima di tua madre, stavo per sposare Pansy Parkinson.

Scorpius Malfoy alzò le sopracciglia all’inverosimile: -Pansy Parkinson?

-Sì.

-Quella Pansy Parkinson?

-Sì, Scorpius.

-P.P.P. ? Perfida, perfida Pansy?

-…

-Quella che ha avuto circa cinque mariti, numerosi amanti e che ha un posto fisso nella Gazzetta del Profeta sulle pagine di cronaca rosa?

-Sì SCORPIUS!- ululò suo padre irritato.

-Mamma… perché hai sposato quest’individuo?

Astoria, che era apparsa alle spalle del marito, scrollò le spalle: -Non sono affari tuoi, tesoro mio. Ora, vogliamo risolvere questo problema civilmente?- disse con voce candida- Sedetevi!- aggiunse, con gesto imperioso. Nessuno aveva mai detto no ad Astoria Greengrass, figuriamoci poi ad Astoria Malfoy.

-Bene.- disse lei soddisfatta, dopo aver ottenuto la loro attenzione –Tieni Scorpius, magia questi e vai a fare un giro nel parco… tutto ti sarà più chiaro, dopo.

-Cosa sono?- chiese cautamente il ragazzo.

-Cioccolatini allo zenzero.- rispose angelicamente la madre.

-E perché devo mangiarli mentre cammino nel parco?

-Mi pare ovvio! Io e tuo padre non ti vogliamo fra i piedi più del dovuto!- disse Astoria sorridendogli dolcemente.

-Ben detto!- assentì Draco convinto.

-Hmpf!- fu l’unica risposta che i coniugi ottennero dalla loro progenie.

Con un’espressione scettica e vagamente irritata Scorpius prese il sacchettino ecru e si diresse verso la porta finestra, l’aprì e scomparve nel parco.

Draco si poggiò stancamente una mano sulla fronte: -Astoria… abbiamo cresciuto un idiota, vero?

-No, caro… Ti somiglia molto, però… Ha la tua stessa vena drammatica…

Draco Malfoy ignorò la provocazione: -Mi piace Alice… E’ intelligente, educata e una bellissima ragazza! Viene da un ottima famiglia e, anche se ormai non importa più, è purosangue. Quando si misero insieme tirai un sospiro di sollievo! Ti ricordi l’ultima ragazza con cui era uscito prima di fidanzarsi con Alice? Mary Sue Bolt!- Astoria fece una faccia profondamente disgustata e la mascella di Draco si irrigidì. –E lui vuole lasciare Alice! Ma non glielo permetterò! Non ho la minima intenzione di perdere una nuora come quella! Farò di tutto per tenermi Alice Paciock come nuora! A costo di andare in galera!- si fermò all’improvviso, e si girò verso la moglie come se si fosse improvvisamente ricordato qualcosa, -A proposito… cosa gli hai dato?

 

***

 

Quando Alice arrivò alle sedici e quarantacinque minuti davanti al gigantesco portone di Malfoy Manor fu colta da un dubbio atroce: l’avrebbero fatta entrare in quello stato?

Era completamente ricoperta di neve, i capelli avevano superato perfino lo stadio di arruffamento e ora sembrava avere una gigantesca Puffola Pigmea in testa, con licenza, di asciutto non aveva neppure l’intimo, aveva un pacchetto con un misero cioccolatino in una mano e un plico, dove si diceva che aveva cambiato reparto al San Mungo, nell’altra ed era arrivata giusto in tempo per il the. Le stava per venire un attacco d’ansia, lo sentiva! Allora, per farsi coraggio, Alice prese l’ultimo cioccolatino e se lo ficcò in bocca stizzita. Mentre assaporava la dolcezza del cioccolato e cominciava a tranquillizzarsi sentì un urlo provenire dall’interno della villa.

-E QUESTA E’ LA TUA SOLUZIONE? HAI DATO A NOSTRO FIGLIO DEGLI ORACOLI???!

Alice rimase pietrificata con la mano sul battente del portone per pochi secondi, il cioccolatino le andò di traverso e quando cominciò a bussare annaspando, sperò ardentemente che i Malfoy avrebbero acconsentito almeno a salvarla dal soffocamento.

Se fosse stata lucida si sarebbe stupita nel vedere che la porta le era stata aperta direttamente da un Draco Malfoy livido.

-Oh, cara, sei tu!- disse allegramente Astoria, -Gradisci un the?

L’ultima cosa che Alice riuscì a pensare prima di svenire fu che, di certo, casa Malfoy non era più la temibile dimora di un tempo…

 

 

 

 

FINE

 

Giudizio di Only_Me

- Originalità ed attinenza: 15/15 → molto carina l'idea degli Oracoli, questi cioccolatini magici ti hanno fatto guadagnare il massimo in questo parametro.
- Grammatica e forma: 12.675/15 → diciotto errori di battitura e spaziatura scorretta, uno di punteggiatura e due ripetizioni hanno abbassato notevolmente il punteggio.
- Caratterizzazione personaggi: 3.5/5 → purtroppo i personaggi erano poco approfonditi; Alice, in particolare, è un OC, quindi era molto importante che la studiassi un po' più la sua caratterizzazione.
- Gradimento personale: 4.5/5 →
molto carina, come ho già detto, l'idea di questi cioccolatini magici; Alice, poi, mi sta simpatica a pelle, e il tuo modo di trattare Draco e Astoria mi è piaciuto molto. Nonostante questo, però, il finale così 'aperto' mi ha lasciata un po' così; sembra che tu abbia tagliato il finale alla storia. E questo, purtroppo, non ha giocato a tuo favore.
Totale: 35.675/40

 

N.d.A. Direi con mio enorme disappunto che la risposta all'introduzione è un grande, immenso, gigantesco 'BOH!'. Sono un po' delusa da me stessa... Beh a questo punto potrei fare una raccolta di OneShot... Che ne dite?

Ne approfitto per rispondere ai commenti del precedente capitolo:

_Yuuki_: Inannazi tutto grazie per la preferenza espressa! ^.^ Poi complimenti hai un bellissimo nome!!! :D Spero che leggerai anche questa ficcy sebbene non sia al livello della precedente

Samuel87: Anche se non è al livello che probabilmente ti aspettavi... eccoti il seguito!!! :D

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LoveChild