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Autore: Zest    18/12/2010    11 recensioni
Partendo dal fatto che non mi sono per niente piaciute molte cose nell'ultimo libro della carissima J.K. ho deciso di riscriverlo! Con tutti gli annessi e connessi, scremando molti dei suoi cuoricini, aggiungendo tinte fosche, realismo, per quanto possibile e dando una bella svegliata al caro zio Voldy, che ultimamente mi ha fatto un po' pensare! Insomma non mi è mai sembrato un così grande e malefico signore oscuro, così sono intervenuta io, benvenuti nel mondo contorto di Zest!
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'The Other Ending'
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Piccolo angolo dell’autrice…

Questa è la primerrima volta che pubblico su efp, è da un po’ che scrivo, ma solo ora mi sento pronta per pubblicare qual cosina… questa è solo un’ideuzza che mi è venuta in mente, ma che se avrà successo so già come far continuare…

A parte questo, se pensate che qui ci saranno cuoricini e robe varie no… chiudete e smettete di leggere, sono un’appassionata dell’horror e non esiterò a mostrarvelo, ho messo rating arancione, ma se è esagerato ditemelo…

Che altro…

Ah si! Buona lettura

Zest  

 

Prologo

 

In casa Granger quella sera tutto si svolgeva come tutte le sere

 

-“Per quanto riguarda il sig. Bresson ti arriverà una sua chiamata a giorni, non è un paziente difficile, solo tienigli lontano quella tua nuova segretaria, come si chiama, ah si! Laura, non voglio che si traumatizzi subito con quel vecchietto fin troppo arzillo!”-

-“Certo cara!”- borbottò Granger padre roteando gli occhi e posando sulla tavola un’insalatiera straripante dell’omonimo ortaggio

-“Alan non alzare gli occhi al cielo! Ti ho visto!”- trillò giuliva la donna dalla cucina, poi riprese –“ quale è il problema di quel paziente che mi hai mandato… oh come si chiama? Aaal?”-

-“Baldassarri?”- domandò l’uomo appoggiandosi allo stipite della porta ed incrociando le braccia

-“Ah! Si! Proprio lui, oggi non si è fatto vedere, viene domani, che cosa dovrei fargli?”-

-“Mh, fondamentalmente niente… ha problemi di masticazione, ma da un esame superficiale non si capisce molto, avrei bisogno che tu gli facessi una lastrina, solo una panoramica veloce veloce, niente di stampato, da mandarmi per e-mail…”-

-“Ok, vedrò cosa posso fare... Hermione! A tavola!”- urlò la donna appoggiando lo stracchino sulla tavola

-“Che cosa sai di quell’operazione che hai domani?”- le domandò Alan sedendosi al suo posto

-“Quale? Quella di quel povero ragazzo?”-

-“Si, Adrian Releven sai niente?”-

-“mmh”- la donna storse la bocca e si sedette –“Hermione! Ho detto che è in tavola! Non lo so, forse sarà una cosa lunga, ma così avrò la mattinata libera per accompagnare Herm al treno, tu ce la fai?”-

-“Non lo so Jane…”-

-“Al! Ma come! L’anno scorso non potevi ed io e tua figlia abbiamo capito, ma questo sarà il suo ultimo anno!!! Devi esserci!”-

-“Ma cara, ho lo studio e…”-

-“Mi ascolti bene dottor Alan Joseph Granger, se lei non sarà al binario nove e tre quarti il giorno della partenza di sua figlia la avviso che ci saranno pesanti rappresaglie!!!”- minacciò severamente la donna sottolineando le sue parole agitando il dito davanti al pover’uomo –“Hermione? Ma dove sei finita? La cena si fredda!”-

-“Ho capito mamma! Arrivo! Ma dubito che l’insalata si possa raffreddare di più di quanto non lo sia già, a meno che tu non la voglia mettere in frigo! Cosa che ne dubito fortemente!”- ribatté la ragazza scendendo le scale e precipitandosi in cucina

-“Oh andiamo! Lo sai che è un modo di dire!!!”- borbottò la donna agitando una mano in aria

Alan per tutta risposta ridacchiò

-“E tu cosa ridacchi? Sei in bolletta per quanto mi riguarda…”- lo zittì bruscamente Jane

-“Perché? Cosa hai fatto sta volta papà?”- domandò curiosa la ragazza sedendosi

Alan sospirò –“Forse non riuscirò ad accompagnarti al treno dopodomani, ho un paziente urgente e non penso di riuscire a farlo entro questi due giorni”-

-“Ma no! Anche quest’anno?!”- mugugnò triste Hermione mettendosi una generosa porzione di insalata e stracchino nel piatto

-“Già”-

-“Avanti sentiamo, cos’ha questo paziente così urgente?”- lo incalzò Jane

-“Un bambino, sette anni, un brutto ascesso unilaterale in bocca,il problema però non è l’ascesso, voglio vedere se il dente definitivo sottostante non si sia danneggiato e voglio dare un po’ di pace a quei due poveri genitori, quel bimbo strilla in un modo…”-

-“Ho capito”- Jane addentò una forchettata di insalata –“E se la mandassi da me? Io domani avrei avuto pomeriggio libero, pensavo di andare dal parrucchiere, ma tant’è! Mandamelo, dai, faccio io”-

-“Davvero! Saresti meravigliosa”-

-“Si, ma i soldi dell’intervento vanno a me, a te il resto!”-

-“Ma certo! Ti farò avere cartella ed anamnesi entro le undici”-

-“E se non ci sarai dopodomani ci saranno rappresaglie più che pesanti! Mi sono spiegata?”-lo redarguì minacciandolo con la forchetta

Per tutta risposta Alan si cacciò in bocca una forchettata di insalata

-“Bene!”- concluse soddisfatta Jane

Hermione che per tutto il tempo  era rimasta semplicemente in silenzio gustandosi il suo amato stracchino annusò un attimo l’aria e guardando la mamma interrogativa chiese –“Hai qualcosa nel forno?”-

Jane realizzando si mise le mani nei capelli -“Ommioddio! La torta salata!”- e corse in cucina

-“Porca miseria! Ma non è possibile! La mia torta salata tutta bruciata!!”-

Hermione e suo padre si affacciarono nel cucinotto per assistere al lutto di Jane.

Una cosa annerita, di cui se ne distingueva soltanto la terrina, giaceva sui guantoni da forno della donna in lacrime.

Hermione guardò il padre –“Pizza?”- domandò accostandosi al telefono

-“Nah, ricordi? Mangiata ieri al decesso dell’arrosto di tacchino, che ne dici di cinese?”-

-“Ok, ma io prendo il pollo con le mandorle, ed è solo mio!”- lo minacciò Hermione tirando su la cornetta e digitando un numero con mano veloce. In quel mentre suonarono al campanello

-“Vai tu papà? Io sto ordinando e la mamma sta piangendo ancora per la dipartita della sua torta salata! Involtini di primavera?”-

-“Si ad entrambi tesoro!”- ribatté il padre avvicinandosi alla porta –“Arrivo arrivo! Che urgenza ci sarà alle sette di sera per accanirsi su un povero campanello in questa maniera!”- borbottò aprendo la porta e ritrovandosi davanti la faccia ghignante di una donna –“Casa Granger?”-

-“Si, ma chi…”-

-“Perfetto!”-

L’uomo non riuscì a dire altro che un getto rosso lo scaraventò dall’altra parte della casa.

-“Mezzosangue? Posso entrare?”- ridacchiò la strega entrando in casa seguita da due uomini

-“Papà! No!”- urlò Hermione lasciando andare la cornetta

-“Povera ragazza!”- ghignò la donna

Per tutta risposta Hermione si tolse dalla tasca la bacchetta e la schiantò contro al muro

-“Bastarda!”-

-“Uccideteli tutti!!! Nessuno deve rimanere vivo! Avada Kedavra!”- strillò in risposta la donna rialzandosi da terra e dirigendo il getto verde contro Alan riverso svenuto a terra

-“NO!”- con un movimento della bacchetta Hermione diresse l’anatema verso un dei due mangiamorte che avanzavano uccidendone uno

-“TU! COME OSI!”- la donna fremeva di collera

Hermione provò ad attaccarla ma venne distratta da un’urlo proveniente dal cucinotto

-“Mamma!”- tentò di raggiungerla ma venne pervenuta dall’urlo della donna e dal suo anatema

-“CRUCIO!”- Hermione cadde a terra contorcendosi sotto allo sguardo compiaciuto della donna

-“Bene, ora ragioniamo!”- rise accostandosi a lei

-“Vaffanculo Bellatrix”- ribatté Hermione

Bellatrix per tutta risposta le scagliò un calcio nello stomaco sibilando irata

-“Ora vedremo cosa farai… vogliamo fare un giochino?”- le domandò prendendola per i capelli

-“Dolohov! Ti ricordi di lui Granger? Eh? Ti ricordi di lui?”-

Hermione a quel nome spalancò gli occhi

-“Bene, vedo che la memori a ti assiste piccola sanguesporco, allora lo farai con lui questo bel giochino, ma prima via le distrazioni! Avada Kedavra!”-

-“PAPÀ!”-

-“Togli di mezzo anche l’altra”-

-“Già fatto Black”-

-“NO!”- urlò Hermione in lacrime

-“Bene! Ed ora a noi lurida mezzosangue… Dolohov ha un giochino che vorrebbe farti vedere…”-

L’uomo ghignò mentre estraeva una sfera di vetro del tutto simile ad una ricordella, ma con dentro qualcosa che roteava furiosamente, Bellatrix mollò pesantemente Hermione facendole sbattere la testa contro il pavimento, ma la ragazza agguantò la bacchetta e si tirò velocemente in piedi.

Dolohov sorrise mentre lasciava cadere la sfera e si smaterializzava con Bellatrix.

Nel momento esatto in cui la sfera toccò terra ci fu un esplosione che scaraventò Hermione contro al muro mentre metà casa le franava addosso quando riuscì a togliersi dalle macerie l’impensabile si ergeva di fronte a lei: un demone alto più di due metri fatto e finito stava divorando davanti ai suoi occhi suo padre mentre teneva il corpo di sua madre in una mano.

 

Dalla gola della ragazza non uscì nient’altro che un urlo di disperazione e panico. Che attirò l’attenzione del suddetto demone, un’alito caldo, un olezzo di carne marcia ed in decomposizione raggiunse Hermione che trattenne un conato di vomito , ancora stordita fece appena in tempo a scartare di lato per non venire afferrata dall’essere che in quel momento sembrava non avere occhi che per lei, provò a smaterializzarsi, ma ogni tentativo risultò inutile.

 Una  risata le arrivò alle orecchie ed il suo cervello elaborò la risposta, non poteva smaterializzarsi perché il demone con la sua presenza lo impediva! Disperata continuò a scartare mentre l’essere si faceva sempre più vicino pregustando il lauto banchetto.

Hermione sull’orlo del panico frugò nella sua memoria tentando di ricordarsi le serate passate nella sezione proibita, stava per arrendersi quando un oggetto attirò la sua attenzione, ma certo!

La ragazza si bloccò, ma non fu abbastanza veloce da evitare che gli artigli del demone la colpissero ad un fianco scagliandola contro una credenza, di riflesso con la mano sinistra afferrò un coltello d’argento lì riposto solo per decorazione, ma quando venne afferrata per la vita dal demone non esitò a piantarglielo profondamente nello spazio di carne tra il pollice e l’indice squarciandoglielo.

Venne scaraventata a terra quasi completamente ricoperta dal seno in giù di sangue nero e grumoso.

Guardò il demone che la fisava stavolta pieno d’ira, senza dire una parola gli puntò la bacchetta al petto ed urlò

-“Ego te purifico, ego te repello, ego te absolvo!”-

Il demone barcollò su se stesso strillando tutto il suo dolore poi scomparve così come era venuto, al suo posto non rimase che una sfera di vetro vuota.

Hermione, ansimante, si guardò intorno portandosi una mano al fianco, il suo cervello registrò soltanto tre cose prima di abbandonarla misericordioso al buio dell’incoscienza, la sua mano sinistra ed il suo avambraccio parevano ustionati, mentre le ferite del fianco sembravano rimarginate, ma l’ultima cosa che pensò prima di svenire fu che non si era legata i capelli prima di andare a mangiare, per fortuna che mamma non se ne era accorta.

   
 
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