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Autore: Karyon    18/12/2010    2 recensioni
Si guardarono e Joe vide quegli occhi del colore delle foglie in autunno, Quelle che – anche se ormai aride – resistono sugli alberi fino alla comparsa della nuova stagione, per poi lasciarsi trasportare via, sfinite, dal vento invernale.
Partecipa al "A year together" del Collection of Starlight.
Prima classificata al Contest "In memory of Fabrizio de André" di Desy Macis .
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipa al “AYT  A year together” del Collection of Starlight.
Prompt ~ 351. Rue du Balchétte.
 
||Rue du Balchétte||
Via del Campo c'è una puttana 
gli occhi grandi color di foglia 
se di amarla ti vien la voglia 
basta prenderla per la mano[…]
|| Via del Campo ©F. De Andrè.
 
 
Rue du Balchétte era un luogo sporco in cui colori, odori, suoni e persone s’impastavano in un calderone fatto di pareti scrostate, strade inesistenti e aria.
Joe si era spesso chiesto per quale motivo Claudia insistesse a vivere in un posto del genere, poi – quando vi ritornava – capiva: ogni volta alla scoperta di qualcosa di piccolo, fondamentalmente insignificante e bum, di nuovo colpito in pieno dall’Espressione che quella spaziosa e scardinata strada di periferia sapeva ispirarti.
Perché Rue de Balchétte era fatta di mercati tirati su dal nulla, chiassosi e irriverenti, magma di dialetti, lingue, culture e tinte sparate negli occhi disabituati al colore; era limitata da mura decadenti, case sfasciate, residui di un dopoguerra mai lontano del tutto, scheletri di malinconiche memorie del passato.
E c’erano persone lì, che Joe non aveva mai visto, neanche in quella cloaca di gente che era il Vyper River: gli “invisibili” lì erano i padroni di qualcosa d’altrettanto impercettibile per il resto del Mondo, ma a loro non importava. Non a loro che vivevano – in fondo – la vita così come veniva.
Claudia era una di loro, artista buttata nel piccolo e angusto spazio di un secondo piano sbilenco, eppure con tanta arte dentro da invidiare persino quegli altri dell’Accademia, larghi nelle loro ville in zona centrale.
A farne, di arte come quella. E che c’aveva la vita dentro, lei, e tutt’intorno.
La vita vera, quella che era povera ma colorata, quella che era dolore e a tratti piccola gioia quotidiana, quella che era speranza nella miseria.
Quando tornava lì, Joe diventava sicuro che lui, arroccato in quella grande casa della città – bianca, bianco ovunque – non avrebbe mai fatto arte.
Ficcandosi le mani in tasca ad accarezzare la sottile matita da disegno, Joe spostò lo sguardo verso Nord dove, molto spesso, Claudia spuntava fuori carica di oggetti all’apparenza privi d'interesse e idee visionarie.
L’appuntamento era stato fissato, per la prima volta, in quella strada che Joe aveva visto solo di sfuggita in passato; pronto, quella volta, a capire e imparare sul serio.
Con voce sommessa, cominciò a canticchiare melodie inventate sul momento, poi gli occhi chiari si posarono su qualcuno in un angolo buio che, per un solo istante, a lui parve più luminoso di Sunset Boulevard in pieno mezzogiorno.
Una donna sui quarantacinque, dai capelli scarmigliati e la pelle bianchissima, in attesa sul ciglio della sponda destra, in fondo; un vestito lungo e strappato dalle tonalità rossastre, trucco – leggero e impalpabile – sul viso segnato dal tempo.
Lei si girò a fissarlo per qualche secondo, sbattendo palpebre dalle ciglia ben delineate e forti, prima di scambiare qualche parola incomprensibile con un passante interessato.  
 E Claudia arrivò, tra le braccia cartoni e cavi in rame, virgole di pittura su guance e naso lentigginosi, capelli rossi al vento «Andiamo?» Fece, con solita allegria, anticipandolo in quel Mondo caotico senza argini.
Joe annuì distratto e quando fu vicino, ebbe cura di guardare meglio la donna che in quel momento stava stringendo al corpo la borsetta laccata di nero, mentre l’uomo di poco prima l’aspettava con fare prudente.
Si guardarono e Joe vide quegli occhi del colore delle foglie in autunno, Quelle che – anche se ormai aride – resistono sugli alberi fino alla comparsa della nuova stagione, per poi lasciarsi trasportare via, sfinite, dal vento invernale.
Con un piccolo cenno, la donna sembrò salutarlo, per poi scomparire dietro l’angolo scuro che già più non era “Rue de Balchétte”, mentre sfumava in Rue de La Fayette tornando ad essere un Mondo per bene.
Joe, invece, seguì Claudia fino alla stretta scaletta che portava al suo universo d’arte, pensando che il suo primo soggetto, quello vero, sarebbe stata la Donna della Strada degli Invisibili.
 
N/A
Oddio, schifezza e blabla.
Joe, Claudia e persino la donna di Rue du Balchétte sono miei. Quindi non rompete.
Grazie ♥
   
 
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