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Autore: Vampires_    18/12/2010    1 recensioni
Tutte ha inizio ad un pigiama party, un pigiama party all'apparenza normale...Ma che cambierà la vita di Alyson...
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Boston.

Quello doveva essere una sera come un altro, non pensavo che mi avrebbe cambiato la vita per sempre.                                                                                                     
“Okey ammettilo”disse Emma mettendosi in bocca un pezzo di pizza.                                                         
“Ammettere cosa?” rispose Amber masticano una patatina.                                                                                     
“Oh lo sai cosa, carissima patita dei giocatori di football” Amber si fece una fragorosa risata.                             
Poi spezzando una patatina in due rispose “Be vuoi dire che Clark Hotton non sia un fico da paura?”                                                                                                                                          
“Ha ragione” dissi io sorridendo.                                                                                                                                                         
Emma prese una bottiglia di Coca e se ne versò un po’ nel bicchiere. Sorridendo scosto un ciuffo di capelli dietro l’orecchi “Sono d’accordo”.Amber si alzò per aprire la finestra e l’aria calda di Boston, entrò nella camera.Emma prese un altro tralcio di pizza e ne mangiò un pezzo , poi puntando il pezzo di pizza morso verso di me disse “Alyson, quanto a te tesoro perché non fai un pensierino sul nostro capitano di Palla a Nuoto?”                                                                                                                       
Emma era cosi, sempre in cerca di fidanzati per gli altri e mai per se stessa. Secondo lei i ragazzi erano da una botta e via come i fazzoletti. Spostando i suoi lisci capelli rossi da una parte del collo mi guardò aspettando una risposta che potesse soddisfarla.“Mmmh non male, ma Emma non ho voglia di cercare nessuno per ora” risposi.  “O mio dio, pensi ancora a Nick?” sbuffo Amber. Emma alzò gli occhi al celo “Scordatelo è acqua passata”.                                                                                                                                             
Bè certo per loro poteva essere acqua passata, ma non potevo scordarmi di un ragazzo che avevo amato per quattro anni. Ho un cuore anche io. Quindi alzai le spalle, sperando che l’argomento cambiasse radicalmente.Avevo lasciato Nick da due settimane per un presunto tradimento che lui negava, e ogni giorno Emma e Amber cercavano di confortarmi e avvolte senza successo, “quando tornano i tuoi Amber?” le dissi.                                                                                                                                             
I genitori di Amber erano partiti per lavoro da due giorni per a Boston, entrambi avvocati “Dopo domani” rispose Amber  “Wow ancora qualche giorno di tranquillità” scherzò Emma. Amber annuii sorridendo.                                                                                                                             
Per qualche secondo restammo in silenzio, ognuno mangiando un pezzo di pizza, poi un rumore dal giardino, ci guardammo. “Sarò qualche animale” ci tranquillizzò Amber, abbozzando un sorrisetto.Scordandoci del rumore riprendemmo a parlare ”Domani mi accompagnate a compare il vestito per il matrimonio di mio padre okey ?” disse Emma, i suoi genitori erano divorziati e sua madre era scappata in Europa, con un ragazzo di dieci anni più piccolo di lei. Io e Amber annuimmo in unisono.                                                                                                                                   
Poi il rumore di prima si fece risentire e questa volta ci alzammo tutte in piedi, poi la lampadina cominciò a tremolare come in un film Horror. Prima piano, poi più veloce fino a spegnersi del tutto. “Amber se questo è uno scherzo che hai organizzato per metterci paura … bè cavolo non è divertente” quasi urali.                                                                                                                
Amber non rispose. Emma prese in mano la situazione “Hai una torcia o una candela per fare luce?”  “Si” e prese il mazzo di chiavi di casa e accese la piccola  torcia che faceva da porta chiavi “Meglio di niente” disse Emma.                                                                                                                                                                                 
 I mobili della camera di Amber producevano ombre inquietanti, colpa dei raggi della luna che passavano dalla finestra “Vai aventi tu!” mi disse Amber prendendomi per una braccio. Scendendo le scale piano cercando di non cadere rovinosamente a terra arrivammo al piano inferiore. I rumori non si sentivano più “Non c’e niente, molto probabilmente la luce è salata aspettiamo che torni” disse Emma sollevata quanto noi.                                                                                                                     
Amber salendo le scale disse “Vado a prendere delle candele”. Mi misi a sedere per terra davanti alla porta di casa imitata da Emma.  Mi guardai in giro, la casa al buio era spettrale.  “Quanto ci mette Amber” dissi io sbuffando. Un rumore diverso dai precedenti ci sorprese e ci alzammo dalla nostra posizione. “Amber?” gridai io. Nessuna riposta. Salimmo le poche scale che conducevano al piano superiore in tempo di record e andammo in camera di Amber, nessuna traccia. Poi vidi la finestra, le tende si muovevano con l’aria che era diventata fredda.                                                                                                                                                       
“Emma” dissi, lei guardò nella direzione che il mio dito indicava. “O mio dio” sospirò. Gocce di sangue rosso scarlatto sporcava le tende gocciolando sul pavimento bianco.Ci avvicinammo alla finestra e dietro di noi un fruscio ci solletico il collo.  Poi lo vedemmo, il corpo di Amber giaceva sul erba del giardino della casa, scomposto e privo di vita. Era una cosa irreale, Amber, distesa per terra morta, sporca di sangue.                                                               
Lanciammo un urlo acuto e le luci spente delle case vicine si accesero. Ci voltammo per uscire dalla casa e guardammo negli occhi un uomo, gli occhi rossi e iniettati di sangue, altro e muscolo, non si distingueva altro della sua figura a causa del buio. Qualcuno suonò il campanello dalla casa e lui si volatilizzò, troppo velocemente perché i nostri occhi potessero vederlo. Scese le scale di corsa aprii la porta.                                                                                              
E dopo fu come un incubo ad occhi aperti. Il vicinato si era riunito intorno alla casa incuriosito dalle nostre urla. Qualcuno trovò il corpo di Amber e gridò. Chiamarono la polizia e l’ambulanza. Io e Emma eravamo percorse da brividi incessanti e qualcuno ci diede delle coperte. Poi riuscimmo a vedere alla luce dei lampioni il corpo di Amber che veniva portato via. Il sangue raggrumato su tutto il corpo, graffi sui bracci e uno squarcio sul polso e sul collo, non aveva bisogno di cure o dell’ospedale. Amber era morta. Morta per sempre e noi avevamo visto chi o che cosa l’aveva uccisa.                                                                                            
L’uomo dagli occhi rossi era entrato nella casa e aveva ucciso Amber.                                                                
Caddi a terra forse per la paura. Ero sempre stata forte e coraggiosa, ma quello era troppo, troppo da sopportare, troppo. Troppo perfino per me.
 

   

  
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