Ron era disteso su un brutto lettino scomodo. Faceva freddo, ma la
misera coperta che aveva non serviva a riscaldarlo. Era esattamente un
anno che era entrato in prigione, come un volgare delinquente Babbano.
Il giorno dopo ci sarebbe stato il processo finale; lì i
giudici avrebbero deciso il suo destino.
Era praticamente sicuro di dover essere giustiziato .
E tutto perché aveva difeso la donna che amava. Ma
soprattutto per la sua stupida impulsività.
Per questo aveva perso un anno di scuola, non si era diplomato e,
inoltre non aveva visto nascere sua figlia; sempre, ammesso e concesso,
che quella bambina fosse sua.
Quei ricordi gli affollavano la mente a ogni ora del giorno e della
notte.
Tutto era iniziato il natale dell’anno precedente, quei
giorni erano stati i più belli ma anche i più
terribili della sua vita.
Lui e Hermione festeggiavano il loro primo anno di fidanzamento.
Avevano deciso di festeggiare per bene, così mentre Ron si
era procurato tutto il necessario, Hermione era andata nella Stanza
delle Necessità.
Il loro amico Harry aveva prestato loro il mantello
dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino.
La stanza era perfetta: un tavolino era illuminato dalla luce delle
candele, un letto a baldacchino troneggiava al centro della stanza.
Quando hermione aveva varcato la soglia di quel magnifico luogo era
rimnasta a bocca aperta.
Anche Ron, però, era stato piacevolmente sorpreso, come
quella volta al balllo del Ceppo: Hermione era veramente splendida.
Lui aveva acceso la musica, dolce e soffusa.
L’aveva presa per mano e l’aveva fatta sedere,
avevano mangiato guardandosi negli occhi, poi lui l’aveva
fatta alzare, l’aveva stretta a sé e avevano
iniziato a muoversi al ritmo della musica.
Così iniziarono a baciarsi, sempre con più
passione e si portarono sul letto. Lentamente si liberarono degli
indumenti e celebrarono il loro amore nella maniera più
perfetta; unendo i loro corpi e le loro anime.
Si risvegliarono varie volte e rifecero l’amore, molte altre
volte.
Se ne andarono solo la mattina dopo, più innamorati di prima.
Passarono tutte le vacanze insieme, andando in giro mano nella
mano per i corridoi e per il giardino.
Si divertirono molto anche con i loro amici Harry e Ginny, nella sala
comune, anche perché erano praticamente rimasti solo loro
quattro.
Lwe vacanze passarono in un baleno, perché, come si sa,
quando ci si diverte, il tempo ha la spiacevole abitudine di accelerare.
Il loro buonumore continuò anche quando ricominciarono le
lezioni e tutti gli altri erano ritornati al castello.
Non avevano notato qualcuno che li spiava, meditando di distruggere
quell’idillio che c’era tra loro. Occhi grigi e
freddi li spiavano ovunque andavano, ma, soprattutto, spiavano tutte le
mosse di Hermione.
I due ragazzi continuavano a incontrarsi di nascosto nella stanza delle
Necessità, ogni volta che potevano.
Un giorno di fine gennaio, però, Ron dovette scontare una
punizione per aver preso una D a Pozioni, per cui dovette passare tutte
le sere della settimana a schiacciare e tagliuzzare orridi animaletti
per la dispensa di Piton.
L’ultima sera di punizione era stata un inferno: Piton gli
aveva fatto imbottigliare una montagna di ragni…vivi!
Ron, finita la punizione, uscì dai sotterranei ancora
shockato.
Mentre malediva Piton, udì dei lamenti indistinti
provenienti da un corridoio del terzo piano; si fermò per
ascoltare meglio, quando capì che ciò che aveva
udito erano proprio singhiozzi disperati.
Da bravo prefetto, entrò nella stanza dalla quale proveniva
il rumore, quando la scena che gli si parò davanti era
veramente shockante: Hermione, la sua Hermione, era appoggiata ad un
lavandino, con i capelli arruffati e il viso arrossato e bagnato da
lacrime, i vestiti erano spiegazzati e strappati, aveva lividi e ferite
su tutto il corpo.
Ron le corse incontro
- Hermy, cosa è successo?chi
è stato?-
Hermione però non rispondeva,balbettava frasi sconnesse,
confuse ancora di più dai singhiozzi.
Ron allora la prese e la portò in infermeria.