PORTATEMI UNO SPECCHIO

Un urlo.

Il pianto di un bambino a fendere la notte.

Era solo in una stanza buia senza anima, nell’orfanotrofio dove era nato.

Non aveva più di cinque anni.

*

Mi sveglio di colpo e mi guardo intorno.

Tende nere intorno al mio letto, un ritratto di Salazar Serpeverde appeso davanti a me ad una parete cremisi.

Sì, questa è la mia stanza, ne sono certo.

Eppure perché provo questa strana sensazione?

Mi alzo con lentezza estenuante, non mi piace fare le cose di fretta, e mi avvicino allo specchio.

Ciò che vedo al suo interno è un volto bianco e serpentino. Vedo due grandi occhi color sangue.

Ma quella è l’immagine di un uomo?

No, quello non può essere un uomo.

È l’immagine di un demone?

No, ma è ciò che in questo mondo più gli assomiglia.

Ma allora che cos’è?

Ciò che lo specchio ritrae sono io. Semplicemente io.

Io non sono un uomo, e non sono un demone.

Io sono Lord Voldemort.

L’uomo tra i demoni, il demone tra gli uomini.

Io sono colui che ognuno a questo mondo teme.

Io sono colui che ognuno a questo mondo rispetta.

Io sono colui che ognuno a questo mondo odia.

Si può temere, rispettare e odiare contemporaneamente? Sì, se l’alternativa è la morte.

Ed io sono colui che fa la differenza tra la vita e la morte.

Io sono colui che uccide per diletto. Diletto di vedere la sofferenza negli occhi della gente.

Io sono colui che uccide per odio. Odio verso quel mondo indifferente al pianto di un bambino solo.

Io sono colui che uccide per vendetta. Vendetta verso chi ha spinto quel bambino a piangere.

La rabbia monta dentro di me. Involontariamente faccio esplodere lo specchio. I Babbani dicono che per ogni specchio infranto sono sette anni di sfortuna.

Le schegge sono volate ovunque, una mi ha ferito la mano. La porto alla bocca e lecco via il sangue.

Sette anni di sfortuna…

Lord Voldemort è così per colpa vostra, stupidi Babbani! Per colpa del vostro popolo menefreghista che non voleva ascoltare un bimbo; un innocente che non aveva da chiedere nulla di più dell’affetto di una famiglia.

Mi giro di scatto, alle mie spalle è apparso un altro specchio. Senza esitare un momento lo colpisco con forza, distruggendolo.

Sette più sette sono quattordici.

Quattordici anni di sfortuna per me? No…

Quattordici anni di incubo che porterò all’umanità.

Il mondo è pieno di specchi. Forse ce ne sono abbastanza per assicurare ad ogni essere vivente la dannazione eterna!

Se prima avete tremato, ora desidererete di essere morti. Ma io non vi ucciderò, sarebbe troppo facile. Non ci sarebbe gusto.

Prima vi farò assaporare l’inferno.

Il regno del terrore di Lord Voldemort sta per ricominciare da capo. Da queste mie mani dipende il destino del mondo. E adesso è tutto chiaro: questa volta nessuno potrà salvarsi!

«Miei Mangiamorte! Portatemi uno specchio.»

ok, scusate la follia ma l’ho scritta durante una noiosissima notte insonne che ho dedicato alla stesura di one-shot (e questa è la prima, quindi immaginatevi come possono essere le altre!!!).

sinceramente non sono per niente soddisfatta di questo mio lavoro. A voi che ve ne pare? A me sembra troppo scontata, troppo anonima (oltre che troppo corta...). Insomma, sempre la stessa roba di cui parlano tutti (è per questo che Voldy lo preferisco OOC, per distinguermi dalla massa!). Ma si sa, nel bene o nel male il parere dell’autrice è sempre di parte!! Comunque RECENSITE NUMEROSI, e vi prometto che appena avrò tempo di copiare al computer le altre storie composte nella “notte delle follie” le inserirò di corsa (così poi mi linciate una sola volta alla fine). Per il momento… aspetto i vostri commenti.

Lady Voldemort