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Autore: Lalla Aya    19/12/2010    0 recensioni
Due ragazzini intrappolati in un tranquillo paesino tedesco con gli occhi sempre rivolti ad un orizzonte lontano. Una ragazzina strappata dalle mille luci di Parigi che mostra la sua diversità con orgoglio e sfrontatezza. Tom, Bill e Laure vogliono le luci della ribalta, ma il cammino verso il successo sarà più duro di quanto immaginano. Insieme cercheranno la forza per seguire i propri sogni e rimanere se stessi, nonostante tutto.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il tinto, il pastore bergamasco, la ballerina.

 

 

Capitolo 15

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lauren si vestì e con Alice uscì dalla stanza per fare colazione, nella hall ad attenderle Vito e Roberto, i quattro si sedettero nel ristorante dell'hotel e, insieme, ridendo e scherzando, affrontarono il pasto più importante della giornata, i ballerini mangiarono di tutto, le ragazze furono più oculate.

-Ragazzi vi siete scofanati l'impossibile- commentò Alice

-Mi ricordano i miei amici, quante volte li invidiavo, a scuola mangiavano pizzette, bomboloni e panino e salame e in due pesavano cinquanta chili.-aggiunse Lauren mentre sorseggiava il suo tè nero.

-Sollevare voi signorine è faticoso- ricordò Roberto infilando in bocca una fetta di prosciutto.

-Ma se facciamo tutto noi- rimarcò Alice con aria scocciata.

-Già- sottolineò Lauren con sguardo divertito- a sentir voi non dovremmo mai mangiare!

-Ecco sarebbe meglio- commentò ridendo Roberto, mentre Vito rideva sotto i baffi addentando una brioche.

La colazione si svolse in armonia, i quattro ragazzi avevano da subito legato e Lauren, anche se era la nuova venuta, si era integrata bene, ogni tanto doveva chiedere di rallentare o di farsi spiegare frasi con gergo a lei sconosciuto, ma per il resto tutto stava filando al meglio e Lauren appariva distesa e felice, chiacchierando con loro si era completamente dimenticata delle prove e della malignità di alcune persone.

Quando i quattro giovani ebbero finito ritrovarono i loro maestri e accompagnatori, guardandosi attorno Lauren si scontrò subito con la realtà: le telecamere erano lì ad attenderla.

-Ecco come ti dicevo le telecamere mi perseguitano- sussurrò all'orecchio di Alice.

-Dai, piccola star, io sarei felicissima e comunque sappi che presto spunteranno anche per me.

-Cosa?

-Sì una rete televisiva vuole girare uno speciale e verrà alle prove.

-Cavoli che bello, insomma mi sento meglio.

-Già non potrò fare rumori di pancia in camerino- esordì Roberto

-Idiota ti fai subito riconoscere, i rumorini non li dovresti fare comunque per rispetto.

-Ma lo sai Alice, prima di entrare in scena il mio intestino si manifesta così- si difese Roberto

-Uh, anche io ho un amico il cui intestino è testimone della sua ansia, di solito se va a cagare prima di un concerto va tutto bene- esclamò Lauren ridendo felice pensando a Georg.

-Cavoli, vedi che non sono l'unico?- fece fiero Roberto.

-Lauren, scusa ti prego non dargli ragione- disse Alice scherzosa prendendo a braccetto la ragazza- devi sapere che se apri il capitolo flatulenze e affini questi due prototipi di cavernicoli non si arrestano.

-Ti capisco spesso ne sopporto quattro di deficienti integrali, non ti sto a dire cominciano con statistiche sulle flatulenze, quante volte, come, perché, in che modo farle meglio, più rumorose, schiacciate, silenziose , sostiene, il più deficiente, inoltre che se la schiacci c'è pericolo, per la legge dei vasi comunicanti, che ti parta un embolo e quindi, alé nel letto dà il meglio di sé e qui mi fermo.

-Allora mi capisci, coraggio prendiamo la navetta e defiliamoci.

Lauren e Alice presero posto insieme agli altri ballerini su un autobus messo a loro disposizione e furono condotti davanti al Teatro Bolshoi, li aspettava una sessione di sbarra mattutina di riscaldamento e poi le prove luci.

Quando Lauren scese dall'autobus a braccetto di Alice si trovò improvvisamente confrontata alla dura realtà, era lì, in uno dei teatri più famosi al mondo e avrebbe ballato per un pubblico abituato a standard elevati, il solo pensiero la terrorizzava. Una luce magica si sprigionava da quelle mura inondate da una coltre di neve che regalavano un riverbero quasi magico, la fontana che vi era dall'altra parte della piazza era gelata e i giochi d'acqua immobili e silenziosi conferivano un'atmosfera da favola, Lauren si guardava intorno con l'avidità di una persona che in pochi minuti vuole appropriarsi di tutti i particolari di ciò che la circonda. La neve candida caduta quella notte aveva ricoperto tutto e il piccolo giardino che circondava la fontana sembrava incantato, sulle strade la neve bianca era ormai solo un ricordo, Lauren affondò i sui stivaletti candidi e sotto di lei la neve scricchiolò dolcemente, improvvisamente un ricordo le balenò alla memoria, udì le voci di due ragazzini chiamarla per nome al di là della finestra e salutarla richiamando la sua attenzione verso un pupazzo di neve gigantesco. Tom e Bill avevano costruito per lei quel immenso pupazzo perché da cittadina parigina, Lauren, la neve l'aveva vista raramente. La mente era volata agli scherzi camerateschi che avevano fatto in quei lunghi giorni invernali. Si ricordò di quella volta che Tom e lei avevano riempito i boxer di Bill di neve, si sovvenne delle loro discese spericolate in slittino e dalla ribaltata con rovinosa caduta pel di leone di Tom che gli era costata una bella epistassi e un naso da Rudolf la renna.

Una stretta al braccio e una voce la ridestarono dai ricordi:

-Un penny per i tuoi pensieri- disse Alice, Lauren sorridendo fu riportata alla realtà e sussurrò

-Perché di fronte a queste colonne e a questa quadriga mi sento così piccola?

-Anch'io- confessò arrossendo Alice- ma voglio pensare che sia un teatro qualunque.

-Già- fece ironica Lauren- un teatro di una piccolissima città sperduta.

-Sì, il teatro di un oratorio con solo bimbi che ci guardano.

-Sì sì. Hai ragione.

-Oddio un incubo- fece Lauren in un orecchio Ad Alice-Le due ragazze si diedero man forte anche se le ginocchia tremavano e quando furono negli spogliatoi misurarono ancora di più la grandezza dell'evento.

-Oddio quella è la Osipova?- domandò Alice

-Sì, oddio e quello e Savarov

-Oh, cavolo, bene- fece Lauren tirando un sospiro- sono all'Opera, quelli sono i miei compagni di sempre, ora faccio la sbarra.

-Sì, sono a casa, questa è una sbarra dopo tutto fece Alice altrettanto spaventata.

Le due ragazze si prepararono insieme dandosi man forte con larghi sorrisi e aiutandosi a sistemarsi al meglio la pettinatura, i ballerini russi dal canto loro erano impassibili, per loro era una prova qualunque.

-Oggi misurerai tutta la tua insignificante bravura Lauren- disse Susan con un largo sorriso.

-Grazie come sei gentile così di primo mattino.

-Mi raccomando- aggiunse Sasha avvicinandosi a sua volta a Lauren-non piangere quando concluderemo il riscaldamento e ti sentirai umiliata.

-Non preoccuparti per me, ho una valida scorta di clinex- confermò Lauren senza batter ciglio quelle scaramucce infantili non la ferivano più.

Sasha e Susan raggiunsero Yuri e Jean Pierre, i quattro avevano fatto amicizia e ben presto raggiunsero il gruppo dei ballerini del Teatro introdotti da Sasha che si premurò di fare le presentazioni. Lauren, Lara, Roberto e Vito si ritrovarono insieme. La sbarra di riscaldamento e gli esercizi di routine furono eseguiti davanti ad un pubblico di maestri, accompagnatori, dalla direttrice della scuola e dal direttore del teatro. Le telecamere poste in un angolo riprendeva la Lauren durante gli esercizi cercando di non disturbare la lezione, per la ballerina era un incubo, ma presto le aveva dimenticate, una volta toccata la sbarra di legno i suoi pensieri erano svaniti, la routine degli esercizi e la voglia di far bene presero il sopravvento. Fu poi la volta degli esercizi in centro e in diagonale ed infine la lezione continuò con il lavoro a coppie, Lauren si avvicinò a Jean Pierre anche se avrebbe preferito ballare con Vito che fino a quel momento l'aveva sostenuta con sguardi affettuosi e sorrisi caldi. 

-Che brava che sei, sembri la prima della classe- esordì Jean Pierre avvicinandosi alla sua partner- sempre in prima fila, vestita in perfetto stile accademico, con sorrisi e sguardi melliflui, il tuo bell'imbusto italiano ti fa girare la testa? E il pidocchiosissimo chitarrista?

-Tom sa tutto di noi, non preoccuparti e non è geloso.

I due ragazzi si misero in posizione in un angolo della sala, aspettarono il loro turno per svolgere insieme ad altre tre coppie il loro adagio, ma mentre eseguivano il sollevamento finale, Jean Pierre perse la presa, Lauren si sbilanciò stava per cadere, ma per fortuna ebbe il riflesso di non finire per terra rovinosamente.

-Senti- fece Lauren veramente scocciata- se sei venuto qui per scopare come un riccio con la tua Susan e strafogarti di Vodka dimmelo, così penso alla mia carriera.

-Quando sei tu che scopi come un riccio con il tuo Bosh, va bene.

-Mi sembra di esser stata sempre professionale e se chiami Tom ancora una volta Bosh ti sputtano davanti a tutti.

-Mamma che paura

-Fai poco lo spiritoso, da raccontare al maestro di stronzate che fai ne ho un largo campionario.

Ad interrompere il piccolo alterco ci pensò indelicatamente Sasha che sussurrò mentre prendeva posto nella fila e fare a sua volta il passo:

-Jean Pierre, attenzione, chi rompe paga, la danza perderebbe una grande stella. 

Alcuni ragazzi che sentirono il commento risero per la battuta.

Lauren si allontanò amareggiata, l'atmosfera pesante che viveva da un mese con Jean Pierre la stava logorando. Il loro rapporto si era deteriorato mano a mano che la relazione con Tom si era  consolidata. Dover lavorare poi a così stretto contatto aveva creato una tensione che ogni tanto esplodeva in piccoli alterchi subito appianati dalla professionalità dei due ragazzi. Il maestro dei due ballerini, che lavorava da un mese a stretto contatto con loro, aveva intuito il sentimento contrastante che legava i due ragazzi, tuttavia non era riuscito a ricucire il loro rapporto.

Quando ebbero finito il riscaldamento i ballerini del Bolshoi si divisero, ognuno impegnato in prove settoriali, i ballerini ospiti raggiunsero i loro maestri e i loro accompagnatori per sapere il loro destino.

-Signorina Lauren- disse il maestro accogliendo la ragazza con un largo sorriso- le devo dare una notizia che spero le faccia piacere.

-Mi dica- fece Lauren con stupore misto a paura.

-Il direttore del corpo di ballo vorrebbe offrirle l'occasione di assistere alle prove della Zakarova con Savarov in Giselle nella sala grande.

-Cosa?- domandò Lauren che credeva di aver sognato o di aver capito male.

-Dopo le prove luci del suo pezzo potrà seguire e provare insieme a loro nella sala grande, il direttore ha scelto lei e un altro ragazzo.

-Non ci credo- ribatté Lauren stralunata

-La signora Leonova è rimasta molto colpita dalla sua interpretazione di ieri e oggi a lezione è stata magnifica, ha coperto anche gli errori del suo compagno. Quando ho raccontato che avrebbe partecipato al Concorso Varna la signora Leonova ha insistito perché mettesse a frutto questa giornata. Assistere alla preparazione di due ballerini così strabilianti la farà sicuramente crescere.

-Questo è un onore che mi lascia interdetta.

-Coraggio raggiunga in camerino Jean Pierre, si prepari per la prova luci e si concentri sulla generale, avrà il tempo per rimanere senza parole più tardi.

Lauren agitata e felice si avviò verso il camerino ad attenderla Jean Pierre, Alice e Roberto.

-Allora?- la accolse con freddezza il suo partner

-Allora? C'è che dopo le prove luci e la generale farò lezione con Zakarova e Savarov

-Be'- fece Jean Pierre con estrema freddezza nascondendo un certo risentimento per non esser stato scelto- preparati, il maestro ci vuole vestiti con i costumi per mettere a punto al meglio le luci.

-Sì- fece asciutta la ragazza che leggeva negli occhi di Jean Pierre un certo livore, ma decise di non dare peso a quei sentimenti e, ritrovando il sorriso, spiegò ai suoi nuovi amici quello che era appena accaduto.

-Cavoli beata te- concluse Alice dopo il racconto di Lauren

-Sì, ma sarò morta ora della fine della giornata.

-Sai chi ci sarà con te?- domandò Roberto

-No, ma spero non l'orribile e odioso Yuri, sarebbe un incubo.

-Ma come è così gentile con te- disse ironico Roberto che era perfettamente al corrente delle inimicizie che correvano tra Lauren, Yuri, Sasha e Susan.

Lauren si preparò, indossò il suo stranissimo costume di scena aiutata da Alice che la osservava stupita, la ragazza aveva un vestitino di voile grigio azzurro sotto un body dello stesso colore, sopra portava un vestito fatto di maglia simile a ferro come una armatura medioevale. Poi prese un nastro di raso rosso.

-E io che mi lamentavo del mio costume di scena- fece Alice osservando l'amica- all'inizio ballo con una gonna lunga, ma poi con un gesto elegante me la tolgo, ogni volta ho il terrore che qualcosa vada storto.

-Ecco come vedi io mi devo togliere l'armatura e poi ballare con il nastro rosso attaccato a polso insieme al mio partner.

-Cavoli ma come fate?

-Un mese di prove e molte attorcigliate, comunque il vestito di maglia è solo nei primi sessanta secondi.

-Sono proprio curiosa seguirò le tue prove dalla platea

-Grazie.

Le due ballerine avevano legato molto in poche ore, Lauren ne era veramente contenta insieme a Roberto e Alice salirono verso il palco e da dietro le quinte ammirarono il passo a due di Vito e Susan impegnati nella scena del balcone da Romeo e Giulietta. I passi armoniosi dei due ballerini sprofondarono Lauren in un sogno ad occhi aperti, ripensò che solo due estati erano trascorse da quando aveva ballato sulle stesse note insieme a Vito lo stesso pezzo davanti alla platea londinese.

La ragazza si ricordò del rossore che aveva ricoperto le sue gote la prima volta che lo aveva visto nella classe di danza e della figuraccia che aveva fatto.

 

-Scusa- una ragazzo alto con i capelli scomposti e il fiatone era entrato in una sala prove gremita di giovani dai sedici ai venti anni e si era rivolto in un inglese un po' stentato- è questa la classe di danza in cui si svolge lo stage estivo?

Lauren lo aveva guardato confusa e imbarazzata, improvvisamente era spuntato dal nulla colui che da sempre incarnava il suo ideale di principe azzurro: alto, moro, occhi verde come due smeraldi luccicanti, un sorriso largo e caloroso, un corpo perfetto come tutti i ballerini, affusolato, magro e longilineo. Lauren non riuscì a proferire verbo e quando vi riuscì sembrò una afasica, balbetto in un inglese praticamente incomprensibile, ma come aveva la media del 18su20 in Francia e del 1,2 su 6 in Germania.

-Oui, ja, yes ist hier, Yes is here.

Il ragazzo dagli occhi magnetici le aveva sorriso gentilmente e forse aveva pensato che quella ragazzina dall'aria seriosa e un po' imbranata non era proprio il suo tipo, era strana e in mano stringeva un peluche a forma di gattino rosa.

Alla sbarra Lauren quella mattina fu ripresa più volte, era imbarazzata e per nulla a suo agio, le ginocchia le tremavano e ogni volta che la correggevano era sempre più confusa. Al contrario quel ragazzo moro dal fascino latino aveva da subito colpito per la sua eleganza, bravura e preparazione, si era appena diplomato alla Scala con il massimo dei voti, quando ballava sapeva catalizzare tutti gli occhi su di lui, i maestri lo avevano da subito notato.

-Dai- le aveva detto alla fine della lezione il bellissimo ragazzo italiano avvicinandosi con un sorriso largo e gentile- domani è un altro giorno.

Lauren aveva sorriso con imbarazzo e impacciata era inciampata sulla sua borsa ed era finita direttamente tra le sue braccia, al contatto di quel corpo così perfetto che, benché sudato, emanava un odore inebriante le aveva fatto batter forte il cuore. Nei giorni successivi Vito aveva completamente ignorato Lauren, circondato da molte ragazze che se lo contestavano a suon di moine e occhi dolci, il ragazzo cedeva spesso al loro fascino in particolare a quello di Susan con cui si vedeva fuori orario per trascorrere lunghe giornate nei parchi e tra i mille divertimenti della metropoli londinese. Ma un pomeriggio:

-Oggi cambieremo un po' le coppie- aveva detto il maestro Coppel che si occupava delle lezioni di passo a due.

-Susan Kamph tu ballerai con Dimitri Polishuk

-Lauren Bart tu ballerai con Vito De Matteo

Quella semplice frase aveva dato una svolta alla vita di Lauren, sembra strano, ma da quel giorno lo stage era cambiato e la ragazza da spaurita e insicura ballerina si era trasformata in quello che era oggi.

 

 E mentre vedeva Vito che semplicemente marcava il passo a due per la prova luci insieme a Susan Lauren si sentì pienamente consapevole, lo stage di quell'estate le aveva cambiato la vita, non solo con Vito lei era diventata donna, ma lo stage le aveva dato l'impulso e le aveva fatto toccare con mano la sua innata abilità di ballerina.

 

-Chissà perché il maestro mi ha messo con te- aveva detto Lauren raggiungendo il ragazzo alto moro che le sorrideva gentile

-Non preoccuparti -le aveva detto porgendole con grazia la mano e stringendogliela forte per infonderle sicurezza solo attraverso quel contatto

-Ma io sono una tale frana- aveva risposto timidamente.

Da subito l'intesa però fra i due ragazzi era palpabile e Vito si era offerto di fermarsi oltre le ore di lezione per aiutare la ragazza. Ben presto tra i due ragazzi era nata una grande intesa fuori e dentro la classe di danza, uscivano per passeggiare nelle ariose vie del centro di Londra, avevano fatto un po' di turismo, un po' di shopping ed erano diventati inseparabili. La possibilità di ballare con un ballerino più grande ed esperto di lei aveva contribuito a farla sbocciare, il senso di smarrimento e inadeguatezza che aveva provato nei primi dieci giorni dello stage erano ormai solo un lontano ricordo e ora, durante le lezioni, i maestri la osservavano stupiti. Ormai mancavano solo due settimane alla fine del corso e finalmente erano stati assegnati i pezzi da ballare al galà conclusivo: Lauren avrebbe ballato  con Vit il Romeo e Giulietta, passo a due del primo atto, la famosa scena del balcone attirandosi l'odio profondo di Susan Kamph che si era vista detronizzata nel passo a due e nel cuore del ragazzo.

 

Lauren guardava ora Susan a distanza di due anni, la ragazza benché stesse solo marcando alcuni passaggi era senza dubio diventata bravissima e l'intesa con Vito era eccezionale, nei pezzi romantici i due ragazzi sembravano veramente innamorati. Improvvisamente rivide davanti a suoi occhi anche la sua prima volta.

 

-Facciamo la pizza- fece Vito invitando Lauren ad entrare- ieri i miei genitori sono venuti a trovarmi e mi hanno portato un po' di viveri tra cui la mozzarella.

-Quella vera non quell'ammasso informe e insapore che si trova nei supermercati?- esclamò Lauren felice come una bambina davanti a una vetrina di una pasticceria

-Esatto

-Gioia sommo gaudio non vedo l'ora, mettiamoci all'opera.

I due ragazzi entrarono nella cucinina del piccolo appartamento londinese che il ragazzo aveva preso in affitto con un suo amico. L'appartamento quella sera era off limits per tutti, Vito era stato chiaro, “Lauren mi piace da impazzire, quindi questa sera Lucio fuori dalle palle, vai dalla tua Sinead” al coinquilino non era rimasto altro che prendere i suoi effetti personali per una notte e uscire. La casa per l'occasione era stata tirata a lucido, ovviamente ci aveva pensato mamma Concetta che entrando nel piccolo appartamento il giorno prima si era subito messa all'opera:

-Il mio piccolo non può vivere in questo letamaio, ma io lo dicevo, Lucio è un tale disordinato, povero il mio Titino.

Lauren entrò nell'appartamento e insieme al ragazzo si avviò verso la cucina, vide una tavola apparecchiata romanticamente nella sala da pranzo salotto e ne fu veramente felice, Vito le piaceva molto e per ore era stata al telefono con Sylvie e Leonor per consultarsi, come doveva vestirsi, come doveva comportarsi e “se lui si faceva troppo pressante? Forse doveva dirglielo che era ancora vergine?” insomma era molto tesa e nervosa. Aveva anche consultato Bill che purtroppo però era molto impegnato e aveva potuto dedicarle solo pochi minuti, con consigli che le fecero supporre che il ragazzo fosse un po' imbranato con le ragazze, da Tom aveva ricevuto invece consigli degni di una porno diva, totalmente inutili per una serata romantica.

-Allora passami la farina, dobbiamo stendere la pasta- Lauren aveva subito preso in mano la situazione con la sua piccola mania del controllo e in men che non si dica aveva infilato un grembiule e affondato le mani nella pasta. La cenetta era stata perfetta i due ragazzi avevano chiacchierato, spettegolato in modo cameratesco sui loro compagni di danza e si erano raccontati dettagli della loro vita.

-Ma quei tuoi amici che musica fanno?- chiese Vito improvvisamente alzandosi e mettendo un cd nello stereo.

-Rock

-E ti piace?

-Sì, mi hanno mandato il loro singolo e a quanto pare stanno spaccando in Germania sono alla numero uno e vengono invitati ad ogni trasmissione.

-Ah e la loro canzone?

-Be' è in tedesco non si sentirà mai qui a Londra

-In effetti il tedesco non è una lingua semplice e non mi sembra neanche molto musicale- Il ragazzo inserì una canzone lenta, molto bella e romantica, poi le allungò la mano invitandola a ballare, Lauren si alzò

-Si intitola “Durch den Monsun”- la ragazza fece seguire quelle parole da un gesto lento della mano che appoggiò sulla spalla di Vito proprio al di sopra del cuore e ne percepì i battiti che erano accelerati almeno quanto i suoi. Distrattamente Vito tentò di ripetere il titolo di quella canzone, ma non vi riuscì.

-Attraverso il monsone- fece Lauren con il cuore in gola per l'emozione porgendo la mano destra al ragazzo che la strinse forte a sé.

-E' una canzone d'amore?

-Sì, amore travagliato che sfida il mondo, il tempo, le avversità.

-Me la farai sentire?

-Sì, un giorno forse.

 

Quel giorno non era mai arrivato, Lauren aveva vissuto quella breve, ma intensa storia d'amore con tutta se stessa, non aveva rimpianti, per il tempo che era durata era stata meravigliosa, improvvisamente, la sua mente si soffermò sul suo primo bacio e si ritrovò alla pensilina dell'autobus mentre si allacciava le scarpe e quel ragazzo dalla chioma fluente rasta e una felpa più grande di lui l'aveva colta di sorpresa sfiorando le sue labbra con un delicato bacio. Lauren portò la mano al cuore e sentì la catenina al di sotto del delicato costume di scena e non ebbe dubbi, il suo cuore apparteneva a quel buffo ragazzino chitarrista strampalato e al suo sciroccato fratello.

-Sempre eccezionale, eh pacco fetido?- commentò Roberto porgendo un asciugamano al suo vecchio compagno di Accademia.

-Grazie, per ora abbiamo solo marcato parecchio, adesso tocca a voi?

-Sì Alice ed io balleremo dopo di voi e così si vedrà il profondo abisso che ci separa.

-Ma va, piantala- Vito spinse in ragazzo in modo cameratesco- sarete stupendi le coreografie di Manuela Tagliavia sono stupende.

-Le coreografie sì ma noi- Alice si guardò intorno il palco era enorme, il luogo era il tempio della danza, l'importanza di quella platea, tutto la facevano dubitare, mentre rivolgeva a Vito quelle parole era mollemente appoggiata ad una sbarra e faceva degli esercizi di streaching.

-Dai, non abbatterti ne abbiamo discusso tanto ieri sera- Lauren riemerse dal suo sogno ad occhi aperti e cominciando anche lei a fare esercizi di riscaldamento proseguì-siamo in un teatro come un altro, dobbiamo solo fare l'occhio sulle distanze e l'inclinazione del palco e poi...

-Certo tranquilli- fece Vito riprendendo fiato e infilandosi una tuta per tenere caldi i muscoli-tutto andrà bene.

La signora Tagliavia sollecitò i suoi allievi e insieme cominciarono le prove, Lauren osservava con interesse i suoi due nuovi amici, era la prima volta che li vedeva ballare e insieme stavano dando prova della preparazione offerta della Scuola della Scala, l'onore e la fama di quel teatro erano ben riposte.

I due ragazzi iniziarono a marcare la coreografia diretti dalla loro coreografa che di volta in volta chiedeva loro di adattare una passo piuttosto che un gesto mentre venivano messe a punto le luci con il regista. 

-Allora- fece Vito avvolgendo Lauren in un abbraccio- che ne pensi?

La ragazza sentì il cuore cominciare a abbattere all'impazzata, l'odore di sudore di Vito, il suo fiato sul collo la riportarono a quei giorni a Londra.

 

-Scusa mi troverai stupida ma te lo devo dire- Lauren distolse lo sguardo da quei due occhi verde smeraldo che l'avevano catturata, si guardò le sue ballerine di vernice rosa e tentò di articolare una frase che avesse un minimo di senso compiuto e che non la facesse apparire una totale imbranata-uhm, cioè io.

-Non ti preoccupare, ho capito- Vito le sfiorò le labbra con l'indice per intimarle il silenzio, fece scorrere quello stesso dito dolcemente sulle labbra della ragazza come a volerle disegnare e poi la baciò a lungo stringendola a sé.

 

-Sono bravi, mi piace, Alice ha uno sguardo vivo, molto espressiva, bello il gesto di far cadere la gonna- fece Lauren confusa sentendo il respiro di Vito sempre più vicino al suo collo.

-Sì, sono bravi e io ti sono piaciuto?- il ragazzo scandendo queste parole la strinse più forte, Lauren tremava, quel calore che le penetrava fin dentro la confortava, in quel momento aveva bisogno di affetto, fra poco avrebbe dovuto dar prova della sua bravura davanti a una platea di intenditori, tutti gli occhi sarebbero stati puntati su di lei, visto che quella sera avrebbe dovuto provare con due nomi grandi della danza. Lauren si lasciò mollemente andare, si sentiva un po' come Giulietta e le forti braccia del ragazzo la stavano facendo ripiombare nel ricordo di quelle stesse braccia che l'avevano stretta quella notte.

 

***

 

Lauren si rannicchiò sul lettino, prese il telefono e fece partire la chiamata, era estremamente agitata e due grosse lacrime le solcavano il viso.

-Tom- pronunciò tra un singhiozzo e l'altro

-Fragolina che c'è?- il ragazzo vide il volto della ragazza ridotta ad una maschera di dolore-tesoro che c'è?

-Sono stanca, mi fanno male le gambe, le prove luci sono state complicatissime e Jean Pierre mi ha fatto cadere.

-Gli spacco la faccia io a quello.

-Questa mattina era totalmente rincoglionito perché aveva partecipato ad un Vodka party con scopata ne sono sicura.

-Lo castro- fece Tom inviperito- dammi il suo indirizzo

-No, ora non voglio questo, voglio sentirmi raccontare cose carine da te- Lauren piangeva stringendo a sé la catenina con il peltro che le aveva regalato il ragazzo.

-Che ti racconto che forse con Bill siamo arrivati a quota dieci valigie, che si sta preparando un discorso in francese e quindi...

-Condoglianze

-Esatto, mi spiace per la vostra adorata lingua, ma i balbettii di Bill si ripeteranno.

-Credo che farò finta di non conoscerlo.

-Beata te, io non posso, ma ho intenzione di annunciare al mondo che c'è stato uno scambio di culle

-Sì?

-Sai quella volta che siamo finiti in ospedale per intossicazione da Nutella, ecco, avevamo quattro anni e ci siamo scofanati un barattolo a testa di nettare nero, ecco quella volta c'è stato lo scambio ci hanno dato un altro Bill.

Lauren sorrideva, era sollevata di sentire la voce di Tom raccontarle stronzate per allietarla e le avventure dei Kaulitz bambini le piacevano molto. Poi il ragazzo azzardò:

-Vuoi dirmi che è successo?

Lauren raccontò tutto ciò che era accaduto durante le prove.

La coreografia contemporanea che la vedeva impegnata con Jean Pierre era molto difficile e complicata: comportava una scenografia essenziale, dei costumi semplici, ma un complesso gioco di luci e contrasti per sottolineare i movimenti dei ballerini. All'inizio un occhio di bue illuminava solo il violoncellista, Stephan Lemarchal, un giovane ragazzo del conservatorio Parigino una grande promessa e vincitore di un prestigioso concorso. In un silenzio profondo i due ballerini dal fondo del palco camminavano lentamente testa reclinata, vestiti con una specie di leggera armatura, erano poi legati uno all'altro da un nastro rosso di raso che si srotolava lentamente durante la coreografia. Quando i due ballerini giungevano alla fine del palco si slacciavano l'armatura e la lasciavano cadere ai loro piedi, qui cominciava il travolgente preludio di Bach, i due ragazzi si muovevano sinuosi in una coreografia ricca di emozioni e passi difficili.

-Sai c'è la famosa presa quella in cui sono totalmente a testa in giù- fece Lauren trattenendo un singhiozzo

-Sì quella che ti fa tanta paura, fragolina?- Tom sorrise dolcemente dallo schermo allungando la mano come a voler toccare la guancia dell'amica- e che vi ha causato mille screzi.

-Be' oggi ha causato quasi un infortunio grave.

-Lo ammazzo- ululò furente il ragazzo.

-Guarda, ti dirò – fece Lauren con un lungo sospiro mentre cambiava posizione, era sdraiata su un lettino di infermeria e aveva una borsa del ghiaccio in testa, sulla schiena e sulla coscia- ma JP questa volta è stato bravissimo, 

-E allora perché sei su un lettino in infermeria e hai una quantità di ghiaccio da polo nord?

-No, poveroJP, il tecnico delle luci ha acceso un faro su di me direttamente negli occhi, mi sono sbilanciata mentre Jean Pierre doveva girare anche lui è rimasto accecato e disorientato e per non farmi cadere ha affondato le dita nella carne. Io sono caduta ma ha attutito il colpo.

-Cosa?

-Ora mi trovo in infermeria.

-Cosa?- fece sempre più incredulo Tom

-Si ho un livido viola con tutte le dita di Jean Pierre nella coscia destra, un enorme ematoma con le altre cinque dita sulla schiena e un bernoccolino sulla testa dietro l'orecchio sinistro, post caduta.

-Ma sei fuori e dici che è stato bravo?

-Sì se non mi avesse afferrato forte sarei caduta tipo sacco di patate non avendo io nessuna possibilità di afferrarmi.

-Ma in pratica siete stati semi ammazzati dal tecnico delle luci?- concluse Tom non del tutto rassicurato dalle parole della ragazza.

-Sì, ma...- Lauren non poté fare a meno di versare qualche lacrima ancora, avrebbe voluto Tom accanto, ciò che la consolava tuttavia era che presto avrebbe potuto fare una bella sorpresa proprio  al ragazzo, complici i due amici Gusta e Georg.

-E poi- disse Lauren con un filo di voce- sono stufa di sentirmi dire che non sono una ballerina.

-Cosa, perché che cosa sei? Io ho sempre creduto che lo fossi-fece Tom confuso dalle parole dell'amica.

-Mi dicono che sembro più una ginnasta.

-Ahi, ahi- Tom sapeva che questa critica feriva profondamente Lauren, poiché le sue affusolate linee  e il suo background potevano dare adito a queste voci.

-Appunto ahi, ahi- disse Lauren rattristata e ormai senza voglia di controbattere- non è colpa mia se il coreografo ha usato le mie doti e le ha accentuate, sono molto triste, perché, dopo, durante la generale ci saranno i giornalisti e la stampa e io temo i commenti.

Il dialogo dei due innamorati fu interrotto, in infermeria entrò Jean Pierre che vide la sua partner impegnata nella conversazione ed ebbe un moto di gelosia subito represso, si avvicinò alla ragazza sdraiata, le posò gentilmente una mano sulla testa sfiorandole il capo nel punto in cui era sorto il bernoccolo e le sussurrò entrando nell'inquadratura del telefonino:

-I'm so sorry.

Lauren si voltò stupita posò una mano su quella di Jean Pierre, il ballerino posò l'altra mano sulla schiena e poi sulla coscia dove si vedevano distinti i lividi.

-Fra un po' tocca a noi, le prove generali sono cominciate, spero ti sia riposata, mi dispiace tanto. Lauren si voltò quella mano che le percorreva dolcemente il corpo la fece sussultare, per la prima volta il suo cuore sentiva amica quella mano.

-Tommichou, amore il dovere mi chiama e dopo la generale dovrò fare le prove di Giselle farò tardi, ma appena avrò finito ti chiamerò, mi manchi.

Tom aveva assistito alle carezze del ragazzo e un moto di gelosia gli percorse il corpo, ma dallo sguardo di Lauren comprese che l'amore che la ragazza provava era interamente suo. Jean Pierre intuì lo sguardo furente del chitarrista, ma il suo senso di colpa per aver ferito così profondamente la sua partner gli fecero di nuovo pronunciare la semplice frase

-I'm so sorry.

-Dai, piantala JP- fece Lauren sorridendo ai due ragazzi che si squadravano torvi- non preoccuparti il mio cosciotto sta benone, la schiena è un po' dolorante e il bernoccolo, be' è elegante, lo chignon verrà un po' buffo ma per il resto è tutto a posto- poi dando un bacio volante a Tom fece sorridendo sollevata- Tom Tom vatti a preparare per Cannes, guarda che per la sera della premiazione voglio che ti metta la felpa figa.

-Quale? quella che abbiamo comprato insieme bianca con i disegni neri?

-No quella opposta, nera con i disegni bianchi.

-Va bene, promesso, sappi che potrei indossarne un' altra perché devi vedere piccolo Bill, temo che il povero tecnico delle luci di Cannes chiederà il pensionamento per cui dovrò calcolare bene.

Lauren chiuse la telefonata dando un bacio a Tom, poi si alzò dal lettino e aiutata da Jean Pierre raggiunse il retro del palco dove presto avrebbe ballato per la prova generale. Per fortuna era ormai rimessa dallo spavento e dal dolore, si era riposata e si era rilassata il maestro aveva fatto di tutto per renderle il pomeriggio leggero almeno fino al fatidico momento, in camerino fu premuroso come un padre e insieme ai suoi allievi scherzò premuroso.

-Ragazzi, sono molto fiero di voi, vi chiedo ora di fare la presa, dai.

I due ragazzi si misero in posizione e

-Uno, due, tre- fece il maestro e i due ballerini con sicurezza eseguirono la presa-Ecco, perfetto- disse il maestro quando Jean Pierre sollevò Lauren con sicurezza e la ragazza si lasciò andare totalmente fiduciosa- vedrete sarete stupendi. 

 

***

 

-Oh mio Dio- esclamò Lauren al telefono vedendo dalla camera uno strano movimento dietro alle spalle di Tom- che cos'è quel Gianduiotto che canta?

-Credo che sia mio fratello, ma sostengo già da un po' di anni che ci deve esser stato uno scambio all'ospedale.

-Il Ferrero Rocher che sculetta felice lo sa che è come dire...

-Improponibile?

-Sì esatto.

-No, ne va fiero è già la terza mise che cambia e questa è quella che lo soddisfa di più, ti mostro anche la faccia di Andreas e Nat, sono sconvolti.

-Offri loro un wisky.

-Già loro non sanno cosa si prova ad averlo tra le palle da diciotto anni.

-Credo che lo abbiano intuito adesso, comunque ha intenzione di vestirsi così a Cannes?

-Sì

-Ok fammi una foto quando Gustav vedrà Bill ti prego, già immagino la sua faccia.

-Non vedo l'ora di solito non commenta ma la sua faccia è uno spettacolo eloquente, sarà fatto.

-Ti amo

-Anch'io

-Ma come mai è in camera tua?

-L'idiota sta finendo l'ottava valigia.

-Cavoli allora la sua camera sarà modello Hiroshima.

-Esatto e purtroppo il culo che ondeggia e i gargarismi inconsulti me li sciroppo io.

-Dai amore abbi pazienza, sai come è fatto cucciolo deve sempre essere in tiro, diverso e spettacolare.

-Lo avrei gradito più sobrio

-Temo anche il regista e il tecnico delle luci a Cannes, adesso comprendo la tua battuta di questo pomeriggio.

-Poveri, io ho accennato che nelle telecamere avrebbe sparato ma lui vuole essere al meglio

-Ecco ma la giacchetta di lurex dorata forse è un po' eccessiva?

-No perché? Trovi?-fece ironico Tom- quando ho provato ad accennarlo mi ha azzannato alla giugulare e poi non ti dico è da un'ora che disquisisce su “maglietta bianca o nera”

-Cavoli grande dilemma

-Ti prego salvami- scongiurò Tom

-Dai, dai pensa a me sono le dieci e attendo la mia bistecca se non me la portano azzanno il primo cameriere che passa qui, meno male che c'è Vito.

-Sei con lui?- fece Tom il cui tono si raffreddò subito.

-Sì Otello te l'ho detto prima che ci avevano trattenuto.

-Uhm, sì e la tua crisi?

-Superata- Lauren fece una piccola pausa poi sfoderò un grande sorriso- grazie a te ovviamente, il tuo messaggio con la foto, ti adoro quando hai dei gesti così romantici.

-Guarda che sotto sotto c'è un cuore tenero, tenero- fece Tom battendosi il petto.

-Scusa- intervenne Vito accanto a Lauren incuriosito dalle immagini- che fa quel matto davanti allo specchio?

Lauren scoppiò a ridere per l'uscita dell'amico e in effetti aveva esternato il suo pensiero, poi disse a  Tom- ti prego ci allunghi la visuale sul Ferrero Rocher che sculetta vorremmo ridere un po'.

-Vi agevolo il filmato- con sadismo Tom si avvicinò a Bill che davanti allo specchio provava gli abiti e si muoveva come su un palco. Lauren e Vito lo guardavano e ridevano di gusto commentando:

-Be' in fondo facciamo così anche noi- disse tra una risata e l'altra il ballerino italiano

-Sì il culo lo muove bene.

-Perché le mani?

-Devi vedere con l'asta del microfono io mi dico ogni volta: prima o poi se la darà negli zebedei.

Quando Bill si accorse di esser osservato e sentì strani suoni alle spalle si girò e partì un improperio:

-Brutto stronzo con chi mi stai sputtanando?

-Con fragolina- si difese Tom arretrando

-Passamela- Bill afferrò il cellulare e dallo schermo vide Lauren con le lacrime agli occhi e Vito che  commentavano in lingua sconosciuta. Il ragazzo offeso ululò:

-Stronza, basta sfottermi, traduci

-No amore- si difese Lauren asciugandosi gli occhi- stavamo ammirando la tua capacità di muovere il bacino.

-Senti non raccontarmi palle.

-Va be' cucciolo è ovvio ti stavamo prendendo per il culo eravamo indecisi se chiamarla mise Gianduiotto o Ferrero Rocher.

-Stronzi, sappi che quel Vito mi sta sulle palle!

-Altro Otello, certo che siete sanguigni voi Kaulitz.

-Sanguigni e sanguinari.

-Dai cucciolo è stata una giornata di merda e lo sapevo che telefonandoti mi si sarebbe risollevato il morale.

-Che stronza- commentarono i due gemelli che facevano capolino dallo schermo.

-Dovreste farvi pagare i diritti come comici non siete niente male.

-Sempre più stronza- fece Bill offeso- sempre meglio far ridere che far piangere.

-Sì grazie e meno male che voi due mi fate tanto ridere, vi adoro.

-Ma sei perdonata perché oggi per te è stata una giornata di merda, ma la prossima volta che ti ho tra le mani ti faccio vedere io.

-Non vedo l'ora- disse Lauren mandando un bacino.

-Raccontami invece come è andata la tua prova extra.

Lauren guardò Vito i due ragazzi avevano versioni contrastanti, la ragazza descrisse con dovizia di particolari le prove e le sue sensazioni.

-All'inizio sono entrati gli Dei, Vito ed io ci siamo presentati e i due ballerini sono stati felici di accoglierci, Vito aveva già avuto la fortuna di ballare sullo stesso palco della Zakarova, mentre per me era la prima volta ero in panne totale.

-Insomma come al solito quando sei agita straparli.

-Esatto- fece Lauren con uno sguardo di intesa a Tom e Bill- per fortuna Vito mi ha salvato dai miei balbettamenti, no perché avevo cominciato veramente a straparlare.

-Eri finita sulle figure del balletto che ti ricordavano alcune immagini del Kamasutra?

-Bill, sostengo da tempo che tu e Gustav guardate troppe riviste controindicate- Bill arrossì e facendo un gestaccio aggiunse

-Sei una porzione di roba cilindrica marrone che non nomino.

-Uhm, mister elegance- disse Lauren per poi proseguire nel suo racconto- le prove sono andate bene è stato interessantissimo, Zakarova e Savarov stavano provando il primo atto, la scena in cui Giselle è sulla panchina e si scambiano le prime effusioni d'amore- Lauren interruppe il suo racconto per sospirare a fondo- non vi sono aggettivi, ogni tanto ci imbambolavamo ad ammirarli mentre noi dal cantuccio nostro dovevamo imparare la coreografia, accanto a noi anche i sostituti, due ragazzi giovanissimi, bravissimi. Alla fine di un'ora e mezza le due star hanno lasciato la stanza e qui.

-Hai distrutto la scenografia?- incalzò Tom conoscendo a volte l'imbranataggine della ragazza.

-No, questa volta non ho fatto cadere la panchina come l'altra volta ad Amburgo dove distrussi il velo posteriore della scena solo alzando la mia borsa-Lauren punta sul vivo si incupì, non era dell'umore di esser presa in giro e quindi- Ah, parliamo della volta che tu sei finito con il piede nel basso di Georg?

-Io?- fece il ragazzo cercando di scavare nella sua memoria

-Sì è vero- incalzò Bill che per la prima volta non era l'oggetto della presa in giro- parliamo a tal proposito della volta che hai distrutto con il culo la gran cassa di Gustav cadendoci rovinosamente dentro.

-Certo se un idiota dopo una dose di lacca fetida non mi avesse ottenebrato la vista.

-Oddio ha mangiato lo Zingarelli?- esclamò Lauren-esci da questo corpo oh essere maligno, ridacci lo sboccato Tom.

Bill scherzando prese il crocifisso che portava al collo in perfetto stile rock dark e cominciò a metterglielo davanti agli occhi.

-Lascia il corpo impuro oh essere maligno.

-Piantatela idioti- incalzò Tom tentando di schivare il fratello, ma Bill continuò il suo pressante rito esorcistico riuscendo a buttare il fratello sul letto, i due cominciarono una lotta che Vito e Lauren poterono vedere da lontano.

-Vito tu non farci caso ci avrai preso per matti- e mentre i due gemelli si picchiavano scherzosamente, la ragazza spiegò al ballerino il motivo della lite.

-Siete un trio di fuori di melone- fu il solo commento del ballerino.

Quando i due gemelli senza più fiato ebbero finito, Tom si appropriò del cellulare e chiese altri particolari della fine della prova a Lauren.

-Non ci crederai ma il direttore del balletto e il maestro ci hanno chiesto di vedere noi due alle prese con la scena, quando hanno detto così mi si è gelato il sangue, Vito ed io abbiamo tentato di sottrarci ma nulla.

-Ma è un grande onore- esclamò Bill che aveva raggiunto il fratello.

-Sì, grazie ma io ero stanca, malandata, la generale era andata non benissimo e dopo la rovinosa caduta del pomeriggio avrei volentieri fatto a meno di sentirmi una merda.

-Ma va là sarai stata stupenda- esclamò Bill cercando di sdrammatizzare. Da un po' di tempo riusciva a capire la ragazza meglio di chiunque altro, il successo che ormai riscuoteva lo faceva sentire insicuro. Ultimamente il rovescio della medaglia della fama aveva preso il sopravvento, suo padre e suo nonno non volevano più vederlo accusandolo di infangare il cognome Kaulitz con il suo comportamento eccentrico. Molte suoi amici si erano allontanati non potendo uscire liberamente, andare al cinema, nei locali, o bere qualcosa era difficile divertirsi per poterlo fare bisognava organizzare giorni prima. Affittare un privé, organizzare la scorta, cercare il locale giusto, nulla poteva esser lasciato al caso o alle voglie improvvise, le serate dovevano essere pianificate niente spontaneità e questo aveva causato non pochi problemi. Quando poi si riusciva ad organizzare tutto, le persone che avevano l'accesso erano limitate per mantenere il più possibile la privacy, fare nuovi incontri quindi era difficili, anche se alcuni amici avevano fatto loro conoscere persone nuove non era sempre facile instaurare rapporti duraturi, restava sempre il dubbio al ragazzo: parlano con me perché sono simpatico, carino, divertente o perché sono Bill Kaulitz, cantante dei Tokio Hotel. Il pomeriggio con Alex, quando Tom era via con Lauren nel loro piccolo viaggio romantico ad Amrum, aveva fatto vacillare ancora di più Bill che si era misurato ancora una volta con l'inconveniente della fama.

-Dai, ti riaccompagniamo noi- suggerì Bill a Lena- credo che i tuoi amici Friedrich, Franz, Ute e Brigitta vadano dall'altra parte della città, noi siamo a un tiro di schioppo da te.

-Grazie, volentieri- fece la ragazza con un largo sorriso.

Bill da gentiluomo le aprì la portiera e salì dal lato del passeggero, Alex dietro e Bill al volante.

Per tutto il tragitto Lena e Bill chiacchierarono amabilmente come avevano fatto d'altronde tutto il pomeriggio al bowling. Il ragazzo si era ritrovato infatti in squadra con Ute, Lena e Brigitta e più di una volta si era sentito in imbarazzo quando le ragazze toccavano argomenti troppo intimi, arrossiva come un pomodoro e spesso combinava qualcosa di maldestro. Per non parlare della sua scarsa destrezza con le palle da bowling troppo pesanti per le sue misere braccia, cosa che gli era valsa una sciolinata di insulti dagli amici e tantissime risate di tutti gli astanti debitamente filmate dai sadici Gustav e Georg. Durante tutto il pomeriggio Lena si era dedicata al ragazzo con attenzione, si era sempre seduta accanto a lui facendo delle vere e proprie avances, Bill era rimasto piuttosto affascinato dalla ragazza e con lei aveva potuto parlare di svariati argomenti, come i viaggi, i cani, gli studi, i progetti per il futuro, l'università. Il pomeriggio era stato proficuo e Bill si era sentito felice, si era divertito con gli amici e i due gemelli Friedrich e Franz erano stati gentilissimi e divertenti, con loro aveva potuto osservare altri due gemelli omozigoti e le loro dinamiche gli avevano ricordato quelle con Tom, i due squinternati Gustav e Georg gli avevano fatto sentir meno la mancanza del gemello, insomma in una parola si sentiva realizzato.

Quando giunsero davanti a casa della ragazza Bill con il suo più largo sorriso disse:

-E' stato proprio bello conoscerti, mi sono divertito molto in tua compagnia.

-Anch'io- rispose con un sorriso largo la ragazza.

-Potresti darmi il tuo numero?

La ragazza non aspettava altro, lo guardò con aria di sufficienza e improvvisamente il suo volto cambiò come il giorno e la notte, con due occhi taglienti pronunciò lentamente la frase:

-Come sei ingenuo, come hai potuto credere che tu mi piacessi, ho voluto solo divertirmi e anche quel bacio- la ragazza passò la mano sulla guancia del ragazzo che ancora cercava di mettere a fuoco la situazione-ridicolo, io sono felicemente fidanzata e ho voluto solo divertirmi e avere una conferma, Bill Kaulitz è veramente stupido come dicono- senza attendere nulla Lena scese dall'auto, chiuse la portiera e si diresse verso il cancello di una villetta immersa nel verde. Bill rimase interdetto, scosso da quelle parole, stentava a credere alle sue orecchie, proprio non si capacitava della reazione della ragazza, Alex intuì il turbamento dell'amico e senza dire una parola gli posò una mano sulla spalla:

-Dai non te la prendere, probabilmente ha dei disturbi dell'apprendimento o è solo imbecille, direi una stronza di dimensioni epocali, una serpe in confronto sarebbe meno velenosa.

Bill ingranò la prima, percorsero pochi chilometri fino a raggiungere il garage della villa dei ragazzi, in silenzio risalirono il giardino. Bill aprì l'enorme porta finestra che dava sull'ampio salone, accese le luci e si lasciò cadere sul divano come se avesse affrontato una sessione di ginnastica, il morale era a terra.

-Cosa ordiniamo per cena?- chiese Alex avvicinandosi all'amico.

-Nulla.

-Dai non prendertela la conoscevi appena.

-Ma lo so non sono minimamente scalfito da quelle parole è solo- il ragazzo si rannicchiò chiudendosi a riccio. Alex sapeva che solo Tom l'avrebbe potuto aiutare, ma da migliore amico ci riprovò.

-Se vogliamo magiare qualcosa dobbiamo sbrigarci o fra un po' il servizio da asporto dei supermercati termina e mi sembra che nel deserto del Gobi ci sia più roba da mangiare che nel vostro frigo.

-Sì lo so- Bill non accennava minimamente ad abbandonare la sua posizione accucciata.

-Non dirmi pizza perché potrei sboccare.

-Lo so è quello che stavo per dire- confessò Bill.

Alex si avvicinò al computer e apri il sito del supermercato più vicino a loro che offrisse le consegne a domicilio. Scorse un po' le immagine e cominciò un lungo elenco. Bill non rispondeva.

-Bello fare la spesa per te, ci vuole un manuale di interpretazione dei tuoi mugugni.

-E' che non so, non ho fame.

-E' solo che...un kinder bueno- Alex tentò di far ridere Bill con una nota frase di una pubblicità e in effetti sortì l'effetto voluto, Bill fece capolino dalle ginocchia e come rinfrancato dalla presenza dell'amico rise e cominciò ad interagire, dentro di sé tuttavia una battaglia contro la tristezza, la voglia di piangere, urlare si mescolavano ed implodevano lasciando lo stomaco contratto. Bill si sforzò e si lasciò guidare, se fosse stato per lui avrebbe fatto volentieri a meno di mangiare.

 

-Sai- Lauren proseguì nel suo racconto delle prove- mi hanno coretto spesso, ma alcune cose che ho fatto sono piaciute molto, al solito nei salti a volte sembro un ippopotamo.

-Ma va, se pesi trenta chili con le scarpe è la tua solita paranoia- la redarguì Tom

-No uffi è così, mi sento sempre pesante e impacciata, invece mi hanno fatto i complimenti quando dovevo rappresentare l'imbarazzo, l'ingenuità e la freschezza del primo incontro con Albrecht.

-Bene vedi che sei la solita disfattista- concluse Tom.

-Mi sono ispirata a Bill quando fece la sua dichiarazione d'amore a Lisbeth, ti ricordi?

-Oddio sì, i due imbranati cronici- esclamò Tom guardando di sottecchi Bill.

-Cosa no, mettiamo in chiaro, sarò stato anche imbranato e un po' deficiente quella volta, ma uffi ero veramente stra cotto e quando non sono a mio agio straparlo o balbetto.

-Bene io ho reso i tuo balbettii danzando, ma l'apice hanno detto che lo abbiamo toccato con la scena delicata e romantica della margherita.

-Il responso?- chiese Tom con una punta di mal celata gelosia?

-Che Vito ed io siamo una bellissima coppia di danza, ma io amo un certo crucco chitarrista da strapazzo.

-Ah ecco- sottolineò Tom che da quelle parole si sentiva rassicurato.

La telefonata terminò con un saluto quando finalmente arrivò la tanto agognata bistecca.

 

***

 

Mentre le luci si spegnevano Lauren e Jean Pierre si riunirono al centro per ricevere gli applausi, il silenzio era calato, la musica era terminata e il tendone del teatro ormai chiuso.

-Jp perché non applaudono?- domandò Lauren con un filo di voce e il fiatone stringendo forte la mano del suo partner mentre l'occhio di bue si accendeva su di loro al centro del palco.

-Non so- rispose affannato tra i denti il ragazzo. 

I due ballerini avevano appena finito la loro esibizione, il violoncellista si era alzato dalla sua sedia, mentre i due ragazzi erano al centro. Il pubblico era ammutolito per qualche secondo vi fu un silenzio irreale, il tendone si stava riaprendo lentamente, quei pochi secondi sembravano un'eternità, una strana atmosfera aleggiava nel teatro fino al momento in cui scoppiò in un fragoroso applauso che durò più di tre minuti. I due ballerini furono sollevati e stringendosi forte la mano si presero gli applausi, con le luci puntate dritte negli occhi Lauren assaporava il momento, la fatica di un mese, la tensione delle ore di attesa erano finalmente ripagate. La ragazza chiuse gli occhi era commossa e un turbinio di pensieri si affollavano nella sua mente, riviveva gli ultimi giorni, le emozioni che aveva sentito ballando si stemperarono, la malinconia e la tristezza che aveva espresso ballando lasciarono il posto alla gioia. Con un gesto concordato Lauren si avvicinò al violoncellista che raggiunse al centro i due ballerini, la ragazza in centro fu invitata a prendersi gli applausi, come consuetudine i due uomini rimasero qualche passo indietro. Poi il sipario si richiuse, Lauren e Jean Pierre furono raggiunti da tutte gli altri ballerini che avevano animato la serata, Yuri e Sasha si avvicinarono mettendosi al centro, loro erano stati fino a quel momento i beniamini del pubblico, con un sorriso ironico e tagliente Sasha si avvicinò a Jean Pierre e rivolgendosi al ragazzo disse:

-Sei stato bravo complimenti, ballare così con una dilettante deve esser stato durissimo.

-Già nel suo assolo ho pensato che Lauren cadesse come un sacco di patate e si strozzasse con il nastro.

-Nella batteria di salti ho temuto per il palco- aggiunse con livore Sasha sapendo che era il punto debole di Lauren.

Jean Pierre strinse forte la mano della sua partner, per la prima volta prese posizione contro la coppia russa dicendo semplicemente:

-Credo che la serie di applausi e “bravo” che ci hanno accolto abbia parlato per noi.

Lauren sorrise felice al ragazzo e ricambiò la stretta, a suo lato si erano messi Vito e Susan, subito accanto Alice e Roberto, a seguire tutte le altre coppie che insieme al corpo di ballo della scuola avevano animato la serata.

Quando le coppie uscivano una ad una per raccogliere i saluti le ovazioni più alte si alzavano per Lauren e Jean Pierre, evidentemente il loro balletto contemporaneo aveva fatto breccia nel pubblico. Ogni qualvolta Lauren avanzava di un passo e si inchinava come consuetudine riceveva una serie infinita di “Bravo”, la ragazza era sopraffatta e senza dubbio come ad Amburgo avrebbe voluto accanto a sé Tom e Bill per sostenerla.

Quando il sipario si chiuse definitivamente il maestro di Lauren e Jean Pierre si avvicinò ai suoi due pupilli e si congratulò con loro. Un sorriso largo e un caldo abbraccio furono elargiti con il calore di un padre, Lauren si strinse tra quelle braccia e vi si accoccolò qualche minuto. La scena fu puntualmente ripresa dalle telecamere che non avevano mai abbandonato la ballerina per tutto il tempo di quella lunghissima giornata. Lauren chiuse gli occhi e le tensioni provate da metà del pomeriggio in poi si sciolsero come neve al sole.

-Signorina Lauren- una voce la riportò alla realtà- dei giornalisti vorrebbero farle delle foto- esordì la direttrice della scuola con accanto il direttore del teatro che voleva congratularsi con la ragazza. Lauren camminava a un metro da terra, lusingata da tutte quelle attenzioni e nello stesso tempo spaventata per l'enorme responsibilità che ricadeva sulle sue minute spalle.

Un traduttore simultaneo fece da tramite tra lei e i giornalisti che le posero moltissime domande, Lauren all'inizio un po' impacciata sembrava la fotocopia di Gustav davanti alla stampa, ben presto però si lasciò andare e cominciò a gesticolare, evidentemente il demone di Bill l'aveva contagiata. Gesticolando come il suo amico e sorridendo felice fu lieta di quelle attenzioni. Quando raggiunse il suo camerino quarantacinque minuti dopo le emozioni non erano finite, il solito bellissimo mazzo di rose rosse e nere con il simbolo dei Tokio Hotel era lì ad attenderla, seguita dalla scatola di caramelle gelé e cioccolatini, per finire la dozzina di rose rosse a gambo lungo svettavano fiere nella scatola dorata, un biglietto con dolci parole completavano i regali. Lauren si sedette sullo sgabello e leggendo il biglietto lasciò libero sfogo alle lacrime che caddero copiose. Vito le si mise dietro e prendendo tra le mani quelle fragili spalle cominciò a massaggiarla dolcemente, mentre Alice le strinse la mano cercando di infonderle forze. Jean Pierre si tenne lontano, si cambiò in fretta e uscendo disse solo:

-Tu es magnifique, le gars allemand a de la chance.

Lauren strinse a sé il biglietto di Tom e con un gesto tirò fuori la sua collanina dal petto.

-Me la metteresti- disse con un filo di voce rivolta a Vito, il ragazzo prese la collanina dall'aria così semplice poi comprese, il piccolo peltro e un piccolo diamante doveva certamente essere un regalo del fidanzato. Vito indugiò qualche istante, a cingere quel collo a stringerlo e a baciarlo avrebbe potuto esserci lui, se solo fosse stato più paziente e provato con maggiore impegno a far funzionare la loro relazione a distanza a quest'ora poteva esserci lui a possedere quel leggiadro corpo e dargli la felicità che meritava.

Lauren quando la ebbe al collo la strinse forte, poi prese il cellulare pronta per inoltrare la chiamata ma qualcuno bussò alla porta del camerino.

 

***

-Tesoro!- urlò felice Lauren quando vide Tom apparire nello schermo del piccolo pc che portava con sé, poi alle sue spalle un' esclamazione.

-Porca paletta straccia- urlò Roberto

-Capperi, alla faccia del famoso!- aggiunse Alice.

-Ragazzi ve lo avevo detto- fece Lauren girandosi verso i suoi amici

-Sì, avevi detto “abbastanza famoso”, non la band del momento.

-Scusate ragazzi, vi presento il mio ragazzo, Tom, l'inutile chitarrista, comunque sappiate che suona  in playback, fa solo finta!

Roberto e Alice scoppiarono a ridere, mentre Tom si accigliava

-Lo so mi hai sputtanato come sempre- disse il chitarrista senza un sorriso.

-Esatto, ma aspetta di sapere cosa è successo oggi!- esclamò Lauren con un sorriso sornione.

-Raccontami voglio sapere tutto- fece Tom

-Anch'io!- si sentì la voce di Bill e poi il suo viso fare capolino nello schermo.

-Ah, ma allora non ha sempre i capelli sparati e il trucco incorporato- fece Roberto vedendo il cantante.

-Idiota, vuoi lasciare Lauren un po' da sola con il suo ragazzo e l'altro, cazzo è veramente Bill Kaulitz- disse Alice poco finemente ipnotizzandosi a guardare i due gemelli.

-Caspita e poi dici a me di moderarmi!- Roberto diede un buffetto sulla spalla ad Alice che a bocca aperta osservava i due ragazzi al di là dello schermo come incantata le passò poi una mano davanti al viso e punto dalla gelosia la strappò dai suoi pensieri -Allora lasciamo Lauren un po' sola- fece canzonando la sua partner. 

Alice a quelle parole si giustificò:

-Cioè veramente il suo ragazzo è così famoso.

-Ma non ti hanno sempre fatto schifo i coso hotel?- Roberto era sempre più geloso e per non urtare Lauren si limitò a storpiare blandamente il nome della band anche se avrebbe voluto usare altri termini più volgari comunemente usati dai detrattori.

-Non ne vado matta ma sono pur sempre famosi e cioè.

-Dai Roberto- intervenne Lauren sorridendo- i due idioti fanno sempre quell'effetto, ma poi quando si scopre che ruttano, fanno flatulenze e molto altro ti cade un mito.

Alice sorrise baciando teneramente Roberto che appariva imbronciato, i due ragazzi presero le loro cose e lasciarono sola Lauren.

-Finalmente, come è andata la serata?- disse Bill assetato di particolari.

-Benissimo, sono così emozionata, sta notte non dormirò.

-Cavoli è la prima volta che sento la parola “benissimo” dopo una performance.

-No ovvio, ho ballato abbastanza bene, ma potevo fare di più, tutto è filato liscio e i giri sono stati perfetti, la presa rischiosa, liscia come l'olio, purtroppo ho pasticciato con i saltelli, mascherato da dio l'errore.

-Immagino, come quando Tom sbaglia accordo e dà la colpa a Georg.

-O come quando Bill toppa alla grande e dà la colpa a Gustav.

-Gustav?- domandò Lauren stupita

-Allora, quella volta lì- si difese Bill

-Cioè veramente Bill hai dato la colpa a Gustav, che cazzo c'entra la batteria?

-C'entra si difese il cantante.

-Ma è fuori- interruppe la ragazza facendo un gesto eloquente.

-La lacca- aggiunse sottovoce Tom

-Sì, condita con sostanze allucinogene- sentenziò Lauren ridendo

-E che sostanze- rimarcò Tom ridendo

-Piantatela è vero- si difese Bill alzando la voce, convinto delle sue asserzioni.

-Cioè lo ribadisce!- esclamò Lauren sempre più sorpresa- ecco perché Bill è sempre così impettito nelle interviste, ha le bacchette della batteria di Gustav nel colon.

Tom scoppiò a ridere, seguito a ruota dalla ragazza che aspettava solo la risposta di Bill che non si fece tanto attendere.

-Fan culo, se mi lasci finire ti dico, no non ci sono strane erbe nella mia lacca e sì Gustav mi ha fatto sbagliare una volta- tentò di spiegare il ragazzo mentre Lauren dall'altra parte dello schermo con le lacrime agli occhi dal ridere, faceva l'imitazione di Bill impettito e Tom che si slogava la mascella vedendola.

-Insomma, ha suonato una variante durante Leb die Sekunde e io mi sono distratto e ho sbagliato.

-Sì ok, ha steccato alla grande e ha fatto lo scarica barile come sempre- concluse Tom mentre Lauren imperterrita continuava la sua imitazione.

-Stronza piantala!

Quando Lauren si riprese dal momento di ilarità proseguì il suo racconto, senza tralasciare nulla, con dovizia di particolari descrisse la faccia di Susan, Sasha e Yuri nel sentire le ovazioni del pubblico, i loro volti rosi dall'invidia quando i giornalisti le facevano le domande e infine la gioia che aveva provato quando un assistente del teatro le aveva comunicato che ad attenderla nel foyer c'era un piccolo drappello di persone che volevano conoscerla.

-Ho firmato tanti libretti, ho posato con alcune persone e pensa- la ragazza fece una piccola pausa cercando l'effetto di suspense- c'era un gruppo di ragazze che sapendo della nostra amicizia erano contente di conoscermi.

-Oh caspita non come a Parigi che ti aspettano per farti fuori?- domandò incredulo Tom

-No, volevano conoscermi e mi hanno dato dei regali da darvi, ma hanno fatto uno stupendo regalo anche a me, inoltre vogliono occuparsi del mio sito curandone la parte russa.

-Cavoli, che bello, sono contento- esclamò Bill orgoglioso.

-Già bellissimo, ma nelle riprese tv si vede la faccia delle serpi?

-Sì, chiederò, il filmato e userò un fermo immagine come bersaglio delle freccette!

-Sì, sì lo voglio anche io- esclamò Bill saltellando come un bambino.

-Ah, a proposito, ho regalato alle ragazze due piccole cosucce vostre.

-Tipo?

-Tipo, boxer fetidi di Tom e calzini marci di Bill?

-Ma sei fuori!

-Dove cavolo li hai trovati?

-Nella mia borsa!

-E come ci sono finiti?

-Forse perché quando ero ad Amburgo, qualcuno di voi prendeva la mia borsa per un cestino dei panni sporchi?

-Io?

-Ma tu sei fuori, regalare i miei boxer?

-Sì, quelli fetidi verdi cagarella con fascia nera in cui il tuo arnese navigava come un gamberetto in un oceano.

Bill si sbellicò dal ridere all'immagine vivida scelta da Lauren, mentre Tom si rabbuiava, la sua espressione stava per passare verso l'offeso.

-Quando poi hanno visto il calzino di flanella di Bill ci sono state scene di ilarità difficilmente contenute.

-Ah, ah, perché io ci credo!- disse sicuro il cantante che sapeva che nel suo guardaroba non vi erano calzini di flanella.

-Ma sì Bill, sputtanato ormai, sai i tuoi calzini neri quelli che hai messo il giorno del compleanno di Gustav, quelli neri con leggere strisce argentate, come fosse un gessato. Ecco quelle.

Il ragazzo ebbe un cedimento, quelle sì erano sue, ne era sicuro e già tremava al pensiero che di lì a poche ore sarebbero apparse sui siti le sue calze, perfino quelle avrebbero fatto il giro del pianeta e la colpa era tutta di Lauren, un improvviso moto di rabbia sembrò esplodergli negli occhi. Lauren vide il cambiamento dei due ragazzi e scoppiò in una sonora risata.

-Ok, fermo immagine, i Kaulitz come due tonni all'amo – Lauren con un gesto eloquente si mise a far segno di “abboccato”-ci sono cascati in piedi, mutande e calzini fetidi compresi!

-Stronza vuoi dire che era solo...- cominciò Bill

-Una presa per il culo gigante?-Finì Lauren

-Sì, quella- confermò Tom con le braccia conserte con sguardo torvo.

-Esatto!- fece la ballerina soddisfatta come una bambina che ha appena ottenuto un vasetto di Nutella da mangiare.

-Ma va fan culo!- partirono in coro i due gemelli.

-Bellissima la vostra espressione e il sincrono perfetto, grazie- Lauren sempre più tronfia per aver fatto passare un brutto quarto d'ora ai due ragazzi sorrise felice

-Grazie!- Tom esclamò quella semplice parola con una certa enfasi che ben sottolineava la sua effimera paura

-Grazie un corno, ti odio- aggiunse Bill che ritrovava il sorriso, per qualche istante si era sentito violato nella sua persona e tradito dalla sua migliore amica, per qualche minuto aveva sentito intorno a sé il vuoto, per qualche secondo si era sentito abbandonato dall'ennesima persona sulla quale poter contare, un buco nero lo stava per risucchiare, per fortuna in una baleno era tornato il cielo azzurro e gli occhi blu di Lauren sereni e sornioni lo guardavano con affetto.

-Sì anch'io se fossi lì ti metterei le mani addosso- 

-Oh, sì, dai, dai sculacciami- Lauren aveva accompagnato quelle parole con un tono da film porno di bassa lega

-Piantala!- fece Tom avvampando, mentre il fratello lo guardava divertito.

-Sì, sì dai!- urlava stupidamente la ragazza per far innervosire sempre più il ragazzo.

Improvvisamente il siparietto che Lauren aveva messo insieme fu interrotto, Vito entrò nel camerino sollecitando la presenza della ragazza: tutti i ballerini erano attesi nel foyer dove era stato allestito un piccolo rinfresco di ringraziamento e tutti stavano aspettando la stella nascente dell'Opera.

-Tesori- fece Lauren dal piccolo schermo- devo lasciarvi.

-No, no- insistette Tom- non ho finito con te.

-Ebbene il dovere mi chiama, ci sentiamo più tardi, Tommichou, promesso- con un bacio volante chiuse la chiamata. 

Tom rimase a lungo a guardare lo schermo del computer come inebetito, quelle lunghe chiamate, quei momenti trascorsi ridendo e scherzando insieme gli facevano provare sempre di più un dolore al petto, quando lo schermo diventava nero sentiva il suo cuore fermarsi e un nodo in gola formarsi, cercava di ricordarsi il profumo della ragazza, cercava di ricordarsi il calore del suo esile corpo e non vedeva l'ora di poterlo riavere tutto per sé. Sapeva che per lui quel momento sarebbe stato ancora lungo, Cannes era il primo dei mille impegni che, la sua agenda per quel 2008, gli presentava: un viaggio promozionale in America e il tour in Europa lo avrebbero tenuto lontano dalla sua piccola fragolina. Bill gli appoggiò una mano sulla spalla comprendendo appieno i suoi timori e la sua sofferenza:

-Tre mesi passano in fretta, tranquillo.

-Lo so è che mi manca- Tom aveva espresso tutto il suo dolore, i suoi sentimenti erano semplici, amava quella ragazzina e ne sentiva la sua mancanza.

 

 

 

  
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