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Autore: Kitty_94    20/12/2010    0 recensioni
Lo sento chiamarmi dalla cucina.
Sorrido tra me e me…«Eccomi».
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo scritto è molto particolare. Fatto di brevi frasi, spesso non unite tra loro da subordinazione o coordinazione.
É semplicemente un flusso di pensieri, immagini, ricordi.
É totalmente autobiografico, e dopo averlo scritto sono riuscita a trovare una stabilità emotiva. Non pensavo di pubblicarlo, ma una serie di circostanze mi ha spinto a farlo.
É un modo di scrivere nuovo per me, e molti potrebbero trovarlo brutto/insignificante/scritto male. Ad altri potrebbe piacere, potrebbe addirittura suscitare qualcosa.
Ringrazio comunque tutti quelli che leggeranno/recensiranno.
Un bacio
MissCris94

P.S Buon Natale a tutti!!! 




ECCOMI.
Ti vedo lì, vicino a lei.
Lei: una tua amica, la mia migliore amica.
Lei non sa niente, non ho mai avuto il coraggio di dirglielo.
Lei…segretamente innamorata di te.
Io, quella che dovrebbe essere la vostra confidente.
Invece sono qui, arrabbiata con il mondo, ma soprattutto con voi.
Voi, che siete due delle persone più importanti della mia vita.
Lei: la persona a cui voglio un bene infinito, di cui mi fido ciecamente, ma con cui non mi sono confidata.
Lui: il ragazzo che è entrato nella mia vita quel freddo autunno di sei anni fa, quel ragazzo che mi ha fatto innamorare, che non si è accorto di ciò che provo.
Ma io voglio che loro stiano insieme.
Ecco: mi vedono, mi salutano, mi vengono incontro.
Lei mi stampa due baci sulle guance, lui mi passa un braccio in vita, mi stringe a sé e pochi secondi dopo si allontana.
Mi sorridono.
Iniziamo a parlare, come tre vecchi amici, amici che si credono fratelli e che non credono che gli altri abbiano dei segreti.
Però la realtà è questa, ci stiamo nascondendo qualcosa a vicenda, lo stesso segreto: siamo tutti innamorati.
Lei di te, me lo ha anche confessato.
Io di te, anche se non voglio ammetterlo (forse nemmeno a me stessa).
Tu invece: innamorato e lo vediamo bene, perché ti conosciamo parecchio, ma non sappiamo di chi.
Il mio cuore vorrebbe che fossi innamorato di me anche se sto cercando con tutta me stessa di dimenticarti.
Ma è difficile, tremendamente doloroso e logorante.
Perché ogni volta che riesco a non pensarti, c’è qualcosa che mi ricorda te.
Io cerco di reagire, ma non ci riesco….o forse, in fondo in fondo, non voglio farlo.
Perché reagire vuol dire opporsi al cuore .
Vuol dire soffrire, vuol dire piangere…o peggio, vuol dire perderti definitivamente.
E io non voglio perderti, per niente al mondo.
È per questo che, anche se mi fa morire, sto cercando di farti avvicinare maggiormente a lei.
Perché l’unica cosa che voglio è vederti felice, anche a costo di distruggere me stessa.
Perché se sarai felice con lei sarà anche grazie a me.
E questo mi illuderebbe di essere importante per te.
Perché non so se sono importante per te.
Tu me lo hai detto migliaia di volte
Quei “ti voglio bene”,
Quei “sei unica”,
Quei “ti adoro”,
Si, mi rendono felice e ogni volta che li leggo, infondo agli sms, mi fanno mancare un battito.
Ma non mi bastano più ormai.
Da un po’ sono iniziati i primi veri abbracci, le serate a parlare chiusi in una stanza davanti a un film e una pizza.
Ma sempre con lei.
Lei che è la ragazza perfetta per te.
Potrei esserlo anche io, e se non lo fossi lo diventerei a costo della vita.
Ma perché rischiare?
Lei è già quella giusta per te.
Quella che potrebbe, anzi, che sicuramente ti renderebbe felice.
Mi vengono in mente mille ricordi.
Interi pomeriggio passati a far niente.
O a far tutto, dipende dal punto di vista.
Ore passate a parlare e a scherzare.
Propositi di studio, che non sempre mantenevamo.
Quei sabato sera trascorsi tra pizza,film, pop-corn e dolci vari.
Le serate per cui faccio il conto alla rovescia per tutta la settimana.
Ma ogni momento passato con voi, con te, quelli sono i momenti più meravigliosi e magici.
Ecco, lei ci saluta e si allontana per la strada.
Noi, io e lui, restiamo soli
 
Lui si avvicina di più a me.
Io perdo un battito.
Lui mi squadra dalla testa a i piedi, sembra preoccupato.
Io mi sento indifesa.
Lui mi chiede se va tutto bene.
Io mi sento morire: deve aver capito qualcosa.
Lui mi continua a guardare e nota che cerco di evitare il suo sguardo.
Io cerco di pensare a qualche scusa.
Lui mi solleva il mento con un dito fissando il suo sguardo nei miei occhi.
Io sono in panico, non riesco a reagire.
Lui sembra essere agitato.
Io dico, facendo tesoro degli anni che ho fatto teatro, che sto bene e che tutto procede normalmente.
Lui scuote la testa e si avvicina ancora.
Io mi ritrovo tra lui e il muro, a dieci centimetri dalla mia schiena.
Lui mi dice che invece lui non sta bene, perché si sente strano.
Io sono spiazzata e non capisco a cosa stia alludendo.
Lui mi sorride e, avvicinandosi lentamente, mi bacia.
Io rispondo al bacio, travolta dalle emozioni del momento.
Lui si allontana e mi guarda, probabilmente sbalordito dal fatto che io abbia risposto.
Io sono raggiante: sento che il mondo sta iniziando a girare dal verso giusto.
 
Ma questo è solo un sogno.
 
Ecco, lei ci saluta e si allontana per la strada.
Noi, io e lui, restiamo soli.
Lui mi attira a sé prendendomi per il fianco, con il sorriso sulle labbra.
Io mi sistemo più comodamente tra il suo corpo e il suo braccio che mi stringe in vita.
Lui inizia a camminare verso casa mia, che è dalla parte opposta della città rispetto alla sua.
Io cerco di cogliere ogni movimento e sensazione.
Dopo una decina di minuti arriviamo davanti casa mia.
Sono stati minuti fantastici…finalmente eravamo io e lui.
Noi.
Solamente le nostre due anime che sembravano formarne una unica.
Avevamo parlato di un sacco di cose che potevano sembrare insulse.
Poi a un certo punto avevo cominciato a correre e lui mi aveva inseguito.
Agli occhi di chi ci vedeva saremo probabilmente sembrati un coppia.
Ma non è così.
Ma io mi accontento di “sembrare”.
Perché è pur sempre meglio di niente.
Perché è questo che siamo io e te: niente.
Perché è vero, i nostri cuori possono battere all’unisono, ma di sicuro non alla stessa frequenza.
Perché siamo due persone troppo diverse,seppure maledettamente simili.
Noi, che siamo disposti a correre rischi immensi per le persone a cui vogliamo bene.
Noi, che ci teniamo tutto dentro per non far del male agli altri, pur annientando noi stessi.
Adesso stiamo chiacchierando appoggiati al cancello di casa mia.
Tu mi dici che devi andartene altrimenti farai tardi a lezione.
Io che sorrido e ti schiocco un bacio sulla guancia destra.
Mi volto subito dopo essere rimaste qualche attimo con le mie labbra sulla tua guancia.
Cerco le chiavi nella mia borsa, ti do le spalle.
Tu che, all’improvviso e facendomi prendere un colpo, mi stringi da dietro.
Sento la mia schiena aderire perfettamente al tuo torace.
Tu che inspiri il mio profumo.
Tu che mi lasci un bacio vicino all’orecchio.
Tu che mi sussurri che adesso devi proprio andare e che ci vediamo domani al solito.
Tu che rimani ancora a pochi millimetri dalla mia pelle.
Tu che fai grandi respiri profondi facendomi scorrere mille brividi sulla schiena ogni volta che il tuo respiro caldo arriva in contatto con la mia pelle.
Poi, all’improvviso come ti sei avvicinato ti allontani e io rimango immobile.
Spiazzata.
Dopo mi volto di scatto e ti vedo camminare all’indietro sorridendomi.
Io ti saluto con la mano e poi infilo la chiave nella serratura.
Appena entro in casa l’incanto si infrange.
Rimango sola.
Scivolo a terra con la schiena a contatto con la porta.
Stringo le ginocchia al petto.
Inizio a piangere.
Piango, per te.
È la prima volta che piango per paura di perderti.
Dopo un po’ riesco a smettere.
Non ho più lacrime dentro di me.
Vado in camera mia e guardo l’orologio.
Inizio il conto alla rovescia: tra 22 ore e 33 minuti ti rivedrò; 22 ore e 32 minuti.
Mi butto sul letto e dopo 43 minuti mi addormento.
E indovina un po’??
Sogno te.
È una cosa che succede abbastanza spesso ultimamente.
Ma nei miei sogni non ti perdo mai.
Non sempre c’è il lieto fine, però tu rimani sempre e comunque insieme a me.
  
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