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Autore: Hyperviolet Pixie    20/12/2010    1 recensioni
Finalmente giunse alla torre e aprì la porta della cameretta in cui dormiva Rosaspina.
Giaceva là, ed era così bella che egli non riusciva a distoglierne lo sguardo.
Si chinò e le diede un bacio.
E, come l'ebbe baciata, Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e lo guardò tutta ridente.

[“Rosaspina” dei Fratelli Grimm]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Antefatto:
un mese prima.


Sorrise leggendo quelle parole e una tristezza infinita sembrò propagarsi all'interno del suo corpo. Prima le invase il cuore e le sembrò strano che il dolore partisse da lì, così all'interno, così in profondità dentro di sé. Provò a mettersi una mano sul cuore per carpirne meglio quei battiti furiosi, ma uno strano torpore si stava impadronendo dei suoi arti.
Attorno a lei tutto si era fatto confuso. Percepiva i rumori come lontani e ovattati. Qualcuno poco distante da lei la stava chiamando, ma lei non riusciva a dire niente. Nessuna parola, nessun gemito, niente. Si lasciò cadere all'indietro sul prato. Sì, si ricordava ancora dove si trovava. Non riusciva a vedere nient'altro che quel cielo color ametista così vicino e al tempo stesso così lontano.
«Pansy? Che succede?» una voce allarmata la raggiunse, ma era troppo lontana. Chiuse gli occhi e si lasciò andare a quel torpore.

*

The Spleeping Beauty


Non aveva mai visto la Parkinson così pallida e immobile. Di solito sprizzava energia da tutta i pori e gli faceva strano vederla lì con la testa adagiata sul cuscino bianco dell'infermeria. Era più di un mese che la ragazza si trovava in quel coma mistico e finalmente si era deciso ad andarla a trovare.
Avrebbe tanto voluto allungare una mano e accarezzarla ma non poteva. La ragazza era protetta da una strana barriera magica, la stessa che impediva il suo trasferimento al San Mungo.
Se solo qualcuno avesse provato ad avvicinarsi a lei più del dovuto, una miriade di ferite si sarebbero aperte sulla pelle candida della ragazza. Chiunque l'avesse ridotta in quello stato doveva proprio odiarla, considerò Draco rattristandosi. Non era mai stato molto legato alla Parkinson ma le era affezionato vista l'enorme ammirazione che lei provava nei suoi confronti.
Al quarto anno era anche andati al Ballo del Ceppo insieme. L'aveva invitata lui nel momento esatto in cui aveva scoperto del ballo perché era l'unica ragazza con cui era un minimo in confidenza. All'epoca era solo un ragazzino inesperto e si era persino dimenticato di farle i complimenti quando lei, bella come mai prima d'allora, era apparsa insieme a Daphne in Sala Comune di Serpeverde.
Si era giocato parecchie possibilità con lei e non l'aveva mai apprezzata fino in fondo. Addirittura non l'aveva nemmeno degnata di uno sguardo quando al loro terzo anno, lei era subito accorsa in infermeria con gli occhi lucidi delle mie lacrime che avrebbe voluto versare se fosse stata sola.
Sì, ora che lei non si svegliava più da quel coma profondo lui si cominciava a sentire vagamente un verme.
«La nostra bella addormentata si sta facendo un po' troppo attendere, non trovate, signor Malfoy?» la voce del preside lo raggiunse. Draco non si voltò nemmeno, né diede segno di ascoltare quel vecchio.
«Lei non può non sapere come fare a svegliarla. - ribatté con tono apatico, lo stesso che avrebbe usato per discutere del tempo atmosferico con uno sconosciuto – Non è mica il più grande mago di tutti i tempi? Potter e gli altri non la venerano mica per questo motivo?».
«Ci sono migliaia di incantesimi, signor Malfoy. Ne basterebbe solo uno svegliarla e le altre migliaia per ferirla orribilmente come quando abbiamo cercato di portarla al San Mungo.» replicò grave.
«Non vuole assumersi responsabilità più grandi di lei? La vita di una sua allieva è qui, legata ad un filo. Per quanto tempo ancora vorrà restare a guardare senza fare niente?» lo accusò Draco con un leggero tono di critica senza tuttavia smettere di guardare Pansy.
«Ho studiato la situazione a fondo, non credere. E ho capito che il suo è una specie di coma auto-indotto.»
Draco ebbe l'impressione che il preside stesse sorridendo e si girò per la prima volta a guardarlo. Silente era in piedi poco dietro di lui e lo guardava sorridendo quasi in modo sornione.
«Auto-indotto?» chiese Draco perplesso.
«Vada a leggersi “La Bella Addormentata nel bosco”, signor Malfoy. Potrebbe trovarlo interessante e sono sicuro che potrà rendersi conto che alcuni punti sono piuttosto
simili al caso della signorina Parkinson.»


*

Con un sospiro affranto, Draco entrò nella sezione dedicata ai libri babbani della biblioteca guadagnandosi un'occhiata sospettosa da parte della bibliotecaria. Cosa si aspetta che facesse? Forse che bruciasse tutti i libri babbani della sua preziosa biblioteca? Cercò velocemente il titolo del libro che il preside gli aveva indicato e lo trovò senza fatica.
Era un libricino non particolarmente grande dalla copertina consunta. Sfogliò le pagine a caso notando come i disegni non si muovessero. Corvi, bambini, archi, castelli, principi e principesse, maghi e streghe risultavano perfettamente immobili. Sorrise vedendo lo stereotipo della strega cattiva vestita di nero, dal naso adunco e piena di porri in faccia. Erano decisamente prevedibili i Babbani.
Non ci mise molto a trovare la fiaba che stava cercando. Quando era piccolo sua mamma ne inventava di magnifiche. Aveva una fervida immaginazione Narcissa e lui adorava sentire la sua voce dolce che le raccontava di quel giovane bambino biondo chiamato Hyperion che si metteva ogni volta in un guaio diverso.
Decise di scacciare velocemente quei ricordi immergendosi nella lettura della fiaba. Si immerse in quel mondo fatato, ancora più della stessa Hogwarts, con lo stesso entusiasmo che aveva da bambino tanto che faticò a riconoscersi.
Non lesse solo la storia che gli aveva indicato ma divorò tutto il libro tanto che quando si rese conto di ciò che doveva fare per salvare Pansy era ormai già finito l'orario di visita.
Camminò furtivo per i corridoi avendo paura di trovarsi davanti Gazza ogni volta che svoltava un angolo. Ben presto si trovò davanti alla porta dell'infermeria e senza far rumore, entrò. Nel letto in fondo alla stanza, Pansy era ancora lì, immobile e immersa in quel sonno profondo.
Inspiegabilmente, dopo un immenso sospiro, riuscì ad attraversare la barriera magica della ragazza senza ferirla. Si trovò a distanza minima da lei dopo più di un mese. Non poté fare a meno di accarezzarle una guancia e poi prese coraggio e...



Finalmente giunse alla torre e aprì la porta della cameretta in cui dormiva Rosaspina.
Giaceva là, ed era così bella che egli non riusciva a distoglierne lo sguardo.
Si chinò e le diede un bacio.
E, come l'ebbe baciata, Rosaspina aprì gli occhi, si svegliò e lo guardò tutta ridente.

[“Rosaspina” dei Fratelli Grimm]



«Malfoy? Che hai fatto?» la voce arrochita di Pansy gli entrò nuovamente in testa dopo moltissimo tempo. Quasi l'aveva dimenticata.
«Secondo te?» gli chiese irritato a distanza minima dalla sua bocca.
Pansy scoppiò a ridere e Draco le dedicò uno dei suoi rari sorrisi sinceri.

...e vissero felici e contenti.

__________________________

Angolo autrice:

storia nata quasi per caso qualcosa come dieci minuti fa! Spero vi piaccia, fatemi sapere <3
Una precisazione: la fiaba dei fratelli Grimm si intitola "Rosaspina" mentre ho preferito che Silente la citasse come "La Bella Addormentata nel bosco" come molti penso la chiamino grazie alla versione Disney.

   
 
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