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Autore: MiaStonk    20/12/2010    6 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest 'We are Original Drunks...!' indetto da TittiGranger,classificandosi al settimo posto.
Desideravo davvero rimanere nella mia stanza,nel mio letto stretta a Ron per sempre. Lontana dalle responsabilità,da ciò che è giusto e da ciò che tutti si aspettavano da me:che tornassi ad Hogwarts,che prendessi i M.A.G.O,che mi importasse davvero del mio futuro. Ma quando si ha avuto un passato come il mio,il presente è l’unica cosa che davvero ha importanza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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                                                                                                                          s


NOME:  ‘Sarai sempre con me’
NOME SU EFP: 
Mia29
PERSONAGGI SECONDARI: 
Nessuno
RATING:
Verde 
CATEGORIA: 
Romantico
SITUAZIONE SCELTA: 
‘La sera prima che Hermione parta per Hogwarts, Ron va a casa sua per salutarla...’

FRASE BONUS:  “Come se nulla fosse cambiato..non è vero certo,tutto è cambiato [..] “Forse dovremmo restare qui,invecchiare..” 
EDITA- INEDITA:  
Inedita

NOTE AUTORE:  Ho cercato di descrivere i pensieri di un’Hermione diversa,insicura e dubbiosa circa il proprio futuro. Del resto la carriera scolastica non è più il suo principale e unico pensiero.

 

 

Era difficile immagine Hogwarts senza Harry,senza Ron. Persino io sentivo che non sarei stata la stessa. A differenza degli anni precedenti,ritornare alla stazione di King’s Cross,non mi dava le stesse sensazioni. Non ne ero entusiasta,piuttosto rassegnata.

 

Mi tormentava  l’idea che avrei percorso quei freddi corridoi senza Ron al mio fianco, che avrei partecipato a magnifici banchetti senza rimproverarlo di mangiare troppo o che avrei passato le ore in biblioteca  o in Sala Comune senza che nessuno mi distraesse dai miei studi. Prima di allora non avevo mai pensato a come potesse essere la mia vita senza di lui,per quasi metà di essa Ron mi era stato vicino,era il mio migliore amico.

 

Ma ora che quella prospettiva stava prendendo forma mi sentivo disorientata,sola. Ma più di tutto temevo che qualcosa tra noi potesse cambiare. Un anno non sarebbe passato in fretta e in quei giorni qualsiasi cosa avrebbe potuto incrinare il nostro rapporto:la lontananza,la gelosia,la paura,per non parlare del nostro orgoglio da perfetti Grifondoro quali eravamo.

 

Immersa nei miei pensieri fui destata da un tonfo improvviso. Balzai dal letto puntando lo sguardo nella direzione da cui pensavo potesse provenire quel rumore. Presi la mia bacchetta,tenuta sotto il cuscino e illuminai la stanza buia.

 

“Lumos” 

Una figura ancora poco chiara stava rialzandosi,grattandosi la nuca e imprecando.

 

“Miseriaccia!” 

 

Abbassai la bacchetta e accesi la lampada sul mio comodino. Avrei riconosciuto quella voce,quei goffi movimenti tra tanti. Era lui,era Ron. Mi sfuggì un sorriso,ma prontamente mi costrinsi a cambiare espressione.

 

“Ronald Weasley posso sapere cosa ti salta in mente?” 

 

Urlai perentoria,il mio pudore mi imponeva di cacciarlo fuori a calci o defenestrarlo.

 

“Merlino Hermione! Non urlare! Vuoi che tuo padre ti senta?” 

 

Lasciò cadere la sua scopa e fece qualche passo avanti raggiungendomi e gesticolando animatamente, mi suggeriva di calmarmi.

 

“Non mi dispiacerebbe se ti desse una lezione!” 

Replicai seccamente portando le mani ai fianchi.  

“Anche se potrei tranquillamente pensarci io!”  

 

Conclusi infine,incrociando le braccia al petto e costringendomi a mostrare un’aria severa. Probabilmente in quell’istante dovetti somigliare tantissimo alla McGranitt perché lo vidi trattenere una risata e portare le mani avanti.

 

“Oh,lo so bene!  Rammento ancora la tua furia quando ritornai da te ed Harry,dopo aver distrutto quel maledetto medaglione”.

 

“Te lo meritavi” 

Risposi prontamente.

 

“Lo so”  

 

Guardai il suo viso rabbuiarsi,cambiò repentinamente espressione. Provai una fitta allo stomaco nel vederlo in quello stato,sapevo che ancora si incolpava di quanto accadde. E mi odiai per aver rinvangato quella storia. Oramai l’avevo perdonato eppure mi scoprii ad essere terribilmente crudele con lui.

 

Sentii il bisogno di stringerlo e rassicurarlo. Mi avvicinai a lui,allungando una mano che si posò sul pallido viso. Lo accarezzai con dolcezza,quasi a scusarmi. Sentii il suo volto distendersi e gli angoli della bocca piegarsi in un sorriso. Provai un’infinita tenerezza per quel ragazzo dai capelli rossi che anni prima aveva rubato il mio cuore ed io non ero più stata capace di riprendermelo.

 

Vidi la sua mano posarsi sulla mia,stringerla dolcemente e carezzarne il dorso col pollice. Gli sorrisi per la prima volta da quando era piombato qui,nella mia camera in piena notte. Mi allontanai,risedendomi sul letto e vidi che anche lui indietreggiava prendendo posto sulla sedia accanto alla scrivania. Ci fissammo per un tempo interminabile fin quando,arrossendo, mi decisi a spezzare il silenzio.

 

“Sei qui “

 

Non volli chiedergli il perché fosse venuto. Infondo al mio cuore conoscevo bene la risposta. Mi limitai ad una semplice e banale affermazione. Ron annuì portando una mano a scompigliare i capelli, più lunghi del solito. Era nervoso e indugiava,forse cercando le parole adatte. Non riusciva a comprendere che parole giuste non c’erano e che io ne avrei fatto volentieri a meno.

 

“Volevo vederti prima che partissi “ 

Distolse lo sguardo,probabilmente trovando parecchio interessanti le mattonelle del mio pavimento.

“E volevo che avessi questo” 

 

Lo vidi rialzarsi dalla sedia che occupava solo pochi secondi prima e avvicinarsi al mio letto. Non mi ero accorta prima che aveva con sé qualcosa che somigliava ad un libro. Solo quando lo presi e lo aprii scoprii che si trattava di un album,al suo interno delle foto scattate durante i nostri anni ad Hogwarts.

 

Lo sfogliai mentre lui si sedeva accanto a me. E fu così che le vidi: in una eravamo io,Ron ed Harry. Dovevamo essere al primo anno,eravamo così piccoli. Sorrisi nell’osservare quei visini timorosi e felici. Io ero riconoscibilissima grazie ad un cespuglio che sembrava crescere sulla mia testa e a dei denti fin troppo sporgenti.

 

In un’altra ancora eravamo con Ginny,loro tre indossavano la divisa della squadra di Quidditch di Grifondoro e impugnavano le loro scope,io la semplice divisa. Ridevamo spensierati,prendendoci in giro,ancora ignari del nostro destino. E poi l’ultima,in cui non c’era solo il consueto trio. Accanto a noi c’erano Luna,Neville ancora Ginny e poi George e Fred.

 

 Mi soffermai a guardare il volto dei gemelli,allegro e sbarazzino. Avevano il solito sorrisetto furbo che li caratterizzava. Ricordai quando quella foto fu scattata,era precedente alla morte di Silente,al nostro viaggio alla ricerca degli Horcrux,alla guerra e prima che il destino decidesse per noi. Era prima che quegli orrori cambiassero per sempre la nostra vita.

 

Fu solo quando Ron mi strinse tra le sue braccia,cullandomi nel suo abbraccio che mi accorsi delle lacrime che imperterrite solcavano il mio viso. Mi avvicinai a lui singhiozzando fin quando il calore del suo corpo,i suoi sussurri non mi tranquillizzarono.

 

 Rialzai il capo incrociando il suo sguardo. Aveva gli occhi lucidi,il viso arrossato e contorto in una smorfia di dolore,probabilmente stava sforzandosi di non piangere. Voleva proteggermi,darmi forza e in quel momento gliene fui grata. Trascorsero ancora diversi minuti prima che il silenzio,piombato tra le mura della mia camera, si rompesse nuovamente.

 

“Volevo che portassi con te ognuno di noi “  

 

Avvertii la sua voce tremare e le sue braccia stringermi con più forza. Annuii sforzandomi di sorridergli. Era questo che amavo in lui,la sua disarmante semplicità. Sapevo che l’amore di Ron era in ogni suo gesto,in ogni sua carezza o parola. Stretta a lui,mi sentii però nuovamente insicura.

 

Non volevo lasciarlo ora,adesso che tutto sembrava così perfetto da far paura. Abbassai lo sguardo,stringendo gli occhi e scuotendo il capo impercettibilmente. Quasi avesse letto nella mia mente,lo sentii aumentare la presa,a scacciare dalla mia mente quei brutti pensieri e tranquillizzarmi. 

 

Abbassò il capo nello stesso istante in cui io lo rialzai,osservai l’azzurro dei suoi occhi e un’ infinita calma mi pervase. Lo vidi avvicinarsi e sfiorare delicatamente la mia bocca,era un bacio ancora insicuro,timoroso. Sorrisi,dischiudendo appena le labbra mentre le mie mani risalivano lungo il suo petto,indugiando intorno al suo collo.

 

Col mio tacito consenso Ron approfondì il bacio,lasciando che le nostre lingue si muovessero in una danza sconosciuta fin a quel momento. Sentivo le sue mani premere contro la mia schiena e distendermi sul letto,era sopra di me ma facendo leva sulle sue braccia si preoccupò di non farmi male col peso del suo corpo.

 

Avvertivo un innaturale senso di protezione,un calore avvolgere l’intero mio essere. Percepivo le sue labbra sfiorare ogni lembo della mia pelle,indugiare su di essa,ero accaldata e sentivo il mio respiro crescere ad ogni sua carezza. Ron era dolce,premuroso e ad ogni tocco mi guardava negli occhi,quasi aspettandosi che gli concedessi questa piccola felicità. I secondi,i minuti furono scanditi dai battiti del nostro cuore,dai nostri taciti sussurri e dai gemiti soffocati.

 

Ero sua,irrimediabilmente sua. Non mi piaceva perdere il controllo del mio corpo,concedermi il lusso di lasciarmi guidare dai miei sensi ma in quell’istante non avrei potuto far altro,niente era più giusto di quella dolce agonia. Mi strinse ancora,e ancora quasi volesse imprigionarmi a sé e impedirmi di allontanarmi da lui. Non sapeva forse,che non avrei lasciato le sue braccia per nessuna ragione.

 

Disteso al mio fianco,abbassò il capo posandosi tra i miei capelli,respirando il mio profumo e carezzando con dolcezza la mia guancia. Con l’indice disegnava piccole linee sul mio volto,sfiorandomi gli zigomi,il naso,la bocca. Mi voltai,avvicinando il mio viso al suo. 

 

“Come se nulla fosse cambiato..non è vero certo,tutto è cambiato..”

 

Mi sorpresi a sussurrare,forse più a me stessa che a lui. I miei pensieri sembravano prendere forma senza che ne avessi consapevolezza,erano i miei timori a parlare e la certezza che indietro non saremmo potuti tornare. 

 

“Forse dovremmo restare qui,invecchiare..” 

 

Desideravo davvero rimanere nella mia stanza,nel mio letto stretta a Ron per sempre. Lontana dalle responsabilità,da ciò che è giusto e da ciò che tutti si aspettavano da me:che tornassi ad Hogwarts,che prendessi i M.A.G.O,che mi importasse davvero del mio futuro. Ma quando si ha avuto un passato come il mio,il presente è l’unica cosa che davvero ha importanza.

 

“Ti sbagli mia piccola so-tutto-io!”

 

La voce di Ron mi impose di distogliere lo sguardo dal vuoto e riposarlo nuovamente nei suoi meravigliosi occhi. Aveva un’aria compiaciuta,probabilmente soddisfatto di saper smentire una mia teoria. Lo guardai interrogativa,così continuò con voce roca e tono ovvio.  

 

“Ti sbagli..” 

Ripeté con decisione.

 

 “C’è qualcosa che è immutata,qualcosa che negli anni non è stata scalfita,mutilata o danneggiata a differenza di tutto il resto”

Mi guardò e per la prima volta vidi un Ron diverso. 

“Noi due,ad esempio..Quello che provo per te Hermione è qualcosa che non so cambiare..non voglio cambiare..” 

 

Mi stupì la sua voce ferma,e il suo sguardo deciso ma soprattutto il fatto che non fosse arrossito. Era serio,estremamente serio. Non seppi cosa dire,pensavo che qualsiasi mia parole sarebbe risultata banale o assolutamente fuori luogo.

 

Sapevo cavarmela tra incantesimi e libri impolverati ma quando si trattava di lasciarsi andare,di aprire il proprio cuore ero un’incapace. E avrei continuato ad esserlo,senza dubbio. Ma il sorriso di Ron,le sue carezze mi fecero capire che non voleva una mia risposta. Mi conosceva bene,sapeva cosa il mio cuore nascondesse ed entrambi non avevamo bisogno di altro.

 

Non ci eravamo mai nemmeno detti ‘ti amo’,probabilmente eravamo le uniche due persone al mondo che trovavano quelle due paroline riduttive. Si perché i nostri sentimenti non potevano essere esplicati in quel modo,ci sarebbe sempre stato troppo altro da aggiungere.

 

Per noi amarsi voleva dire guardarsi negli occhi e scoprire che dopo tanto erano ancora gli stessi occhi, che avevano ancora la stessa luce. Era capire che un abbraccio aveva sempre la stessa intensità. Era guardarsi e ridere senza timore perché infondo eravamo uguali io e lui. Amare era osservare, imprimere nella mente ogni dettaglio,ogni piega,ogni ragione,ogni sentimento. Amare era cercare un contatto,per quanto difficile fosse e trovarlo più facilmente di quanto si potesse credere. Amare era vivere quei brevi momenti nei quali la calma e la gioia ci attanagliavano per farci ancora sorridere anche quando non tutto era al proprio posto.

 

                                                                  ***

 

Quella fu la notte più bella della mia vita,e avrei sempre ricordato di essa ogni singolo particolare. Alle prime luci dell’alba Ron era ancora accanto a me e dovettero trascorrere diversi minuti prima che mi decidessi a smettere di fissare il suo viso e buttarlo giù dal letto. Per quanto mio padre mi volesse bene e fosse fiero di me,non credo avrebbe perdonato facilmente la presenza di un ragazzo tra le mie coperte.

 

“Delicata come sempre,eh?”

 

Ron si rialzò con fatica,massaggiandosi il di dietro con cui aveva attutito la sua caduta. Forse ero stata un tantino brusca,ma guardare il suo viso rosso e imbronciato mi portò a credere che ne fosse valsa la pena.

 

“Quante storie Ronald!”

 

Trattenni a stento le risate,voltandomi e fingendo di sistemare i miei capelli che erano ben lontani dal sembrare decenti. Sentii i suoi passi,si avvicinò a me e circondò con le sue forti braccia il mio esile corpo,poggiando il mento sulla mia spalla. Alzai lo sguardo,fissandolo dallo specchio di fronte a me. Sorridemmo,inebriati da una strana felicità.

 

Poco dopo aveva impugnato la sua scopa e accanto alla finestra era pronto per uscire. Prese la mia mano,stringendola tra la sua e guardandomi negli occhi. Ora era lui a non aver bisogno di parlare,sapevo cosa i suoi occhi stavano dicendomi. Sorrisi,piegando appena il capo e carezzandogli il viso fino a scompigliargli alcune ciocche rosse.

 

“Ti prego di non rimandare indietro le mie lettere con note a piè pagina in cui evidenzi i miei errori grammaticali!”

 

Sbuffò tra il serio e il divertito mentre già a mezz’aria,si era affiancato un’ultima volta accanto alla mia finestra.

 

“Non posso prometterlo!”

 

Replicai sincera,contorcendo il mio viso in una smorfia. Lo vidi sorridere e scuotere la testa,lo osservai finché non fu solo un punto lontano. Sospirai,voltandomi e a piccoli passi raggiunsi il letto.

 

Su di esso c’era ancora il suo album e nel prenderlo un bigliettino cadde sulle coperte. Lo presi,leggendolo e un sorriso increspò le mie labbra. Tornai a distendermi sul letto e mi addormentai,mancavano ancora diverse ore alla mia partenza.

 

‘Sarai sempre con me’


   
 
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