NOME:
‘Sarai
sempre con me’
NOME SU EFP: Mia29
PERSONAGGI SECONDARI: Nessuno
RATING: Verde
CATEGORIA: Romantico
SITUAZIONE SCELTA:
‘La sera prima che Hermione parta per Hogwarts, Ron va a casa
sua per salutarla...’
FRASE
BONUS: “Come
se nulla fosse cambiato..non è vero certo,tutto è
cambiato [..] “Forse dovremmo
restare qui,invecchiare..”
EDITA- INEDITA: Inedita
NOTE
AUTORE:
Ho cercato di descrivere i pensieri di un’Hermione
diversa,insicura
e dubbiosa circa il proprio futuro. Del resto la carriera scolastica
non è più
il suo principale e unico pensiero.
Era
difficile immagine Hogwarts senza Harry,senza
Ron. Persino io sentivo che non sarei stata la stessa. A differenza
degli anni
precedenti,ritornare alla stazione di King’s Cross,non mi
dava le stesse
sensazioni. Non ne ero entusiasta,piuttosto rassegnata.
Mi
tormentava
l’idea che avrei percorso quei freddi corridoi
senza Ron al mio fianco,
che avrei partecipato a magnifici banchetti senza rimproverarlo di
mangiare
troppo o che avrei passato le ore in biblioteca
o in Sala Comune senza che nessuno mi distraesse dai miei
studi. Prima
di allora non avevo mai pensato a come potesse essere la mia vita senza
di
lui,per quasi metà di essa Ron mi era stato vicino,era il
mio migliore amico.
Ma
ora che quella prospettiva stava prendendo forma
mi sentivo disorientata,sola. Ma più di tutto temevo che
qualcosa tra noi
potesse cambiare. Un anno non sarebbe passato in fretta e in quei
giorni qualsiasi
cosa avrebbe potuto incrinare il nostro rapporto:la lontananza,la
gelosia,la
paura,per non parlare del nostro orgoglio da perfetti Grifondoro quali
eravamo.
Immersa
nei miei pensieri fui destata da un tonfo
improvviso. Balzai dal letto puntando lo sguardo nella direzione da cui
pensavo
potesse provenire quel rumore. Presi la mia bacchetta,tenuta sotto il
cuscino e
illuminai la stanza buia.
“Lumos”
Una
figura ancora poco chiara stava
rialzandosi,grattandosi la nuca e imprecando.
“Miseriaccia!”
Abbassai
la bacchetta e accesi la lampada sul mio
comodino. Avrei riconosciuto quella voce,quei goffi movimenti tra
tanti. Era
lui,era Ron. Mi sfuggì un sorriso,ma prontamente mi
costrinsi a cambiare
espressione.
“Ronald
Weasley posso sapere cosa ti salta in
mente?”
Urlai
perentoria,il mio pudore mi imponeva di
cacciarlo fuori a calci o defenestrarlo.
“Merlino
Hermione! Non urlare! Vuoi che tuo padre ti
senta?”
Lasciò
cadere la sua scopa e fece qualche passo
avanti raggiungendomi e gesticolando animatamente, mi suggeriva di
calmarmi.
“Non
mi dispiacerebbe se ti desse una lezione!”
Replicai
seccamente portando le mani ai
fianchi.
“Anche
se potrei tranquillamente pensarci io!”
Conclusi
infine,incrociando le braccia al petto e
costringendomi a mostrare un’aria severa. Probabilmente in
quell’istante
dovetti somigliare tantissimo alla McGranitt perché lo vidi
trattenere una
risata e portare le mani avanti.
“Oh,lo
so bene!
Rammento ancora la tua furia quando ritornai da te ed
Harry,dopo aver distrutto
quel maledetto medaglione”.
“Te
lo meritavi”
Risposi
prontamente.
“Lo
so”
Guardai
il suo viso rabbuiarsi,cambiò repentinamente
espressione. Provai una fitta allo stomaco nel vederlo in quello
stato,sapevo
che ancora si incolpava di quanto accadde. E mi odiai per aver
rinvangato
quella storia. Oramai l’avevo perdonato eppure mi scoprii ad
essere
terribilmente crudele con lui.
Sentii
il bisogno di stringerlo e rassicurarlo. Mi
avvicinai a lui,allungando una mano che si posò sul pallido
viso. Lo accarezzai
con dolcezza,quasi a scusarmi. Sentii il suo volto distendersi e gli
angoli
della bocca piegarsi in un sorriso. Provai un’infinita
tenerezza per quel
ragazzo dai capelli rossi che anni prima aveva rubato il mio cuore ed
io non
ero più stata capace di riprendermelo.
Vidi
la sua mano posarsi sulla mia,stringerla
dolcemente e carezzarne il dorso col pollice. Gli sorrisi per la prima
volta da
quando era piombato qui,nella mia camera in piena notte. Mi
allontanai,risedendomi sul letto e vidi che anche lui indietreggiava
prendendo
posto sulla sedia accanto alla scrivania. Ci fissammo per un tempo
interminabile fin quando,arrossendo, mi decisi a spezzare il silenzio.
“Sei
qui “
Non
volli chiedergli il perché fosse venuto. Infondo
al mio cuore conoscevo bene la risposta. Mi limitai ad una semplice e
banale
affermazione. Ron annuì portando una mano a scompigliare i
capelli, più lunghi
del solito. Era nervoso e indugiava,forse cercando le parole adatte.
Non
riusciva a comprendere che parole giuste non c’erano e che io
ne avrei fatto
volentieri a meno.
“Volevo
vederti prima che partissi “
Distolse
lo sguardo,probabilmente trovando parecchio
interessanti le mattonelle del mio pavimento.
“E
volevo che avessi questo”
Lo
vidi rialzarsi dalla sedia che occupava solo
pochi secondi prima e avvicinarsi al mio letto. Non mi ero accorta
prima che
aveva con sé qualcosa che somigliava ad un libro. Solo
quando lo presi e lo
aprii scoprii che si trattava di un album,al suo interno delle foto
scattate
durante i nostri anni ad Hogwarts.
Lo
sfogliai mentre lui si sedeva accanto a me. E fu
così che le vidi: in una eravamo io,Ron ed Harry. Dovevamo
essere al primo
anno,eravamo così piccoli. Sorrisi nell’osservare
quei visini timorosi e
felici. Io ero riconoscibilissima grazie ad un cespuglio che sembrava
crescere
sulla mia testa e a dei denti fin troppo sporgenti.
In
un’altra ancora eravamo con Ginny,loro tre
indossavano la divisa della squadra di Quidditch di Grifondoro e
impugnavano le
loro scope,io la semplice divisa. Ridevamo spensierati,prendendoci in
giro,ancora
ignari del nostro destino. E poi l’ultima,in cui non
c’era solo il consueto
trio. Accanto a noi c’erano Luna,Neville ancora Ginny e poi
George e Fred.
Mi soffermai
a guardare il volto dei gemelli,allegro e sbarazzino. Avevano il solito
sorrisetto furbo che li caratterizzava. Ricordai quando quella foto fu
scattata,era precedente alla morte di Silente,al nostro viaggio alla
ricerca
degli Horcrux,alla guerra e prima che il destino decidesse per noi. Era
prima
che quegli orrori cambiassero per sempre la nostra vita.
Fu
solo quando Ron mi strinse tra le sue
braccia,cullandomi nel suo abbraccio che mi accorsi delle lacrime che
imperterrite solcavano il mio viso. Mi avvicinai a lui singhiozzando
fin quando
il calore del suo corpo,i suoi sussurri non mi tranquillizzarono.
Rialzai il
capo incrociando il suo sguardo. Aveva gli occhi lucidi,il viso
arrossato e
contorto in una smorfia di dolore,probabilmente stava sforzandosi di
non
piangere. Voleva proteggermi,darmi forza e in quel momento gliene fui
grata.
Trascorsero ancora diversi minuti prima che il silenzio,piombato tra le
mura
della mia camera, si rompesse nuovamente.
“Volevo
che portassi con te ognuno di noi “
Avvertii
la sua voce tremare e le sue braccia
stringermi con più forza. Annuii sforzandomi di sorridergli.
Era questo che
amavo in lui,la sua disarmante semplicità. Sapevo che
l’amore di Ron era in
ogni suo gesto,in ogni sua carezza o parola. Stretta a lui,mi sentii
però
nuovamente insicura.
Non
volevo lasciarlo ora,adesso che tutto sembrava
così perfetto da far paura. Abbassai lo sguardo,stringendo
gli occhi e
scuotendo il capo impercettibilmente. Quasi avesse letto nella mia
mente,lo
sentii aumentare la presa,a scacciare dalla mia mente quei brutti
pensieri e
tranquillizzarmi.
Abbassò
il capo nello stesso istante in cui io lo
rialzai,osservai l’azzurro dei suoi occhi e un’
infinita calma mi pervase. Lo
vidi avvicinarsi e sfiorare delicatamente la mia bocca,era un bacio
ancora
insicuro,timoroso. Sorrisi,dischiudendo appena le labbra mentre le mie
mani
risalivano lungo il suo petto,indugiando intorno al suo collo.
Col
mio tacito consenso Ron approfondì il
bacio,lasciando che le nostre lingue si muovessero in una danza
sconosciuta fin
a quel momento. Sentivo le sue mani premere contro la mia schiena e
distendermi
sul letto,era sopra di me ma facendo leva sulle sue braccia si
preoccupò di non
farmi male col peso del suo corpo.
Avvertivo
un innaturale senso di protezione,un
calore avvolgere l’intero mio essere. Percepivo le sue labbra
sfiorare ogni
lembo della mia pelle,indugiare su di essa,ero accaldata e sentivo il
mio
respiro crescere ad ogni sua carezza. Ron era dolce,premuroso e ad ogni
tocco
mi guardava negli occhi,quasi aspettandosi che gli concedessi questa
piccola
felicità. I secondi,i minuti furono scanditi dai battiti del
nostro cuore,dai
nostri taciti sussurri e dai gemiti soffocati.
Ero
sua,irrimediabilmente sua. Non mi piaceva
perdere il controllo del mio corpo,concedermi il lusso di lasciarmi
guidare dai
miei sensi ma in quell’istante non avrei potuto far
altro,niente era più giusto
di quella dolce agonia. Mi strinse ancora,e ancora quasi volesse
imprigionarmi
a sé e impedirmi di allontanarmi da lui. Non sapeva
forse,che non avrei
lasciato le sue braccia per nessuna ragione.
Disteso
al mio fianco,abbassò il capo posandosi tra
i miei capelli,respirando il mio profumo e carezzando con dolcezza la
mia
guancia. Con l’indice disegnava piccole linee sul mio
volto,sfiorandomi gli
zigomi,il naso,la bocca. Mi voltai,avvicinando il mio viso al suo.
“Come
se nulla fosse cambiato..non è vero
certo,tutto è cambiato..”
Mi
sorpresi a sussurrare,forse più a me stessa che a
lui. I miei pensieri sembravano prendere forma senza che ne avessi
consapevolezza,erano i miei timori a parlare e la certezza che indietro
non
saremmo potuti tornare.
“Forse
dovremmo restare qui,invecchiare..”
Desideravo
davvero rimanere nella mia stanza,nel mio
letto stretta a Ron per sempre. Lontana dalle
responsabilità,da ciò che è
giusto e da ciò che tutti si aspettavano da me:che tornassi
ad Hogwarts,che
prendessi i M.A.G.O,che mi importasse davvero del mio futuro. Ma quando
si ha
avuto un passato come il mio,il presente è l’unica
cosa che davvero ha
importanza.
“Ti
sbagli mia piccola so-tutto-io!”
La
voce di Ron mi impose di distogliere lo sguardo
dal vuoto e riposarlo nuovamente nei suoi meravigliosi occhi. Aveva
un’aria
compiaciuta,probabilmente soddisfatto di saper smentire una mia teoria.
Lo
guardai interrogativa,così continuò con voce roca
e tono ovvio.
“Ti
sbagli..”
Ripeté
con decisione.
“C’è
qualcosa
che è immutata,qualcosa che negli anni non è
stata scalfita,mutilata o
danneggiata a differenza di tutto il resto”
Mi
guardò e per la prima volta vidi un Ron
diverso.
“Noi
due,ad esempio..Quello che provo per te
Hermione è qualcosa che non so cambiare..non voglio
cambiare..”
Mi
stupì la sua voce ferma,e il suo sguardo deciso
ma soprattutto il fatto che non fosse arrossito. Era serio,estremamente
serio. Non
seppi cosa dire,pensavo che qualsiasi mia parole sarebbe risultata
banale o
assolutamente fuori luogo.
Sapevo
cavarmela tra incantesimi e libri impolverati
ma quando si trattava di lasciarsi andare,di aprire il proprio cuore
ero
un’incapace. E avrei continuato ad esserlo,senza dubbio. Ma
il sorriso di
Ron,le sue carezze mi fecero capire che non voleva una mia risposta. Mi
conosceva bene,sapeva cosa il mio cuore nascondesse ed entrambi non
avevamo
bisogno di altro.
Non
ci eravamo mai nemmeno detti ‘ti
amo’,probabilmente eravamo le uniche due persone al mondo che
trovavano quelle
due paroline riduttive. Si perché i nostri sentimenti non
potevano essere
esplicati in quel modo,ci sarebbe sempre stato troppo altro da
aggiungere.
Per
noi amarsi voleva dire guardarsi negli occhi e
scoprire che dopo tanto erano ancora gli stessi occhi, che
avevano
ancora la stessa luce. Era capire che un abbraccio aveva sempre la
stessa
intensità. Era guardarsi e ridere senza timore
perché infondo eravamo uguali io
e lui. Amare era osservare, imprimere nella mente ogni dettaglio,ogni
piega,ogni
ragione,ogni sentimento. Amare era cercare un contatto,per quanto
difficile
fosse e trovarlo più facilmente di quanto si potesse
credere. Amare era vivere
quei brevi momenti nei quali la calma e la gioia ci attanagliavano per
farci
ancora sorridere anche quando non tutto era al proprio posto.
***
Quella
fu la notte più bella della mia vita,e avrei
sempre ricordato di essa ogni singolo particolare. Alle prime luci
dell’alba
Ron era ancora accanto a me e dovettero trascorrere diversi minuti
prima che mi
decidessi a smettere di fissare il suo viso e buttarlo giù
dal letto. Per
quanto mio padre mi volesse bene e fosse fiero di me,non credo avrebbe
perdonato facilmente la presenza di un ragazzo tra le mie coperte.
“Delicata
come sempre,eh?”
Ron
si rialzò con fatica,massaggiandosi il di dietro
con cui aveva attutito la sua caduta. Forse ero stata un tantino
brusca,ma
guardare il suo viso rosso e imbronciato mi portò a credere
che ne fosse valsa
la pena.
“Quante
storie Ronald!”
Trattenni
a stento le risate,voltandomi e fingendo
di sistemare i miei capelli che erano ben lontani dal sembrare decenti.
Sentii
i suoi passi,si avvicinò a me e circondò con le
sue forti braccia il mio esile
corpo,poggiando il mento sulla mia spalla. Alzai lo sguardo,fissandolo
dallo
specchio di fronte a me. Sorridemmo,inebriati da una strana
felicità.
Poco
dopo aveva impugnato la sua scopa e accanto
alla finestra era pronto per uscire. Prese la mia mano,stringendola tra
la sua
e guardandomi negli occhi. Ora era lui a non aver bisogno di
parlare,sapevo
cosa i suoi occhi stavano dicendomi. Sorrisi,piegando appena il capo e
carezzandogli il viso fino a scompigliargli alcune ciocche rosse.
“Ti
prego di non rimandare indietro le mie lettere
con note a piè pagina in cui evidenzi i miei errori
grammaticali!”
Sbuffò
tra il serio e il divertito mentre già a
mezz’aria,si era affiancato un’ultima volta accanto
alla mia finestra.
“Non
posso prometterlo!”
Replicai
sincera,contorcendo il mio viso in una
smorfia. Lo vidi sorridere e scuotere la testa,lo osservai
finché non fu solo
un punto lontano. Sospirai,voltandomi e a piccoli passi raggiunsi il
letto.
Su
di esso c’era ancora il suo album e nel prenderlo
un bigliettino cadde sulle coperte. Lo presi,leggendolo e un sorriso
increspò
le mie labbra. Tornai a distendermi sul letto e mi
addormentai,mancavano ancora
diverse ore alla mia partenza.
‘Sarai
sempre con me’