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Autore: Yellow_Falling_Leaves    21/12/2010    4 recensioni
New Moon.
Edward abbandona Bella nella foresta, lasciandola sola, distrutta e--Incinta.
All'inizio, Bella, troppo presa dal dolore per la partenza di Edward, non se ne rende conto. E' gia difficile per lei respirare, tentare di sopravvivere è un'impresa.
Due nomi: Edward Junior e Renesmee; le danno la forza per tornare a vivere e a sorridere. Single e vampira, si trasferisce con i suoi piccoli mezzivampiri- speciali come il padre- in Italia, dove scoprirà la presenza di una famiglia di vampiri a lei fin troppo conosciuta...
--Siate clementi, è la mia prima fic!^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, New Moon
Capitoli:
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Oh oh oooh! Marry Christmas every one!
*-* Che bello, le vacanze di Natale sono arrivate ^^ Non ne potevo piu di sgobbare a scuola... XD
Oh, beh, bando alle ciance, vi parlo un po' del capitolo...^__^ Comincia la parte picca della storia U.U E' solo l'inizio, ma pian piano le cose si complicheranno, per poi sistemarsi, ovviamente xD Beh, sono solo 2 pov: due di Eddy e uno di Bells. Quello di lei, lo trovo molto---divertente, non so, mi sono divertita a scriverlo U.U Leggerete, sisi.
Comunque: 8 recensioni *-* GRAZIE!! Non ho trovato il tempo per rispondere singolarmente, quindi faccio ora.
sury: assolutamente si!! ^^ Ma piu avanti imparerà a esserlo..XD

bellina97: Anche io sono perfida, e mi sta sulle scatole Cedric...Ma sì, chissene di lui! :D Intanto ci godiamo Bellina che sclera XD Grazie per la recensione, cara! Bacio!

amanecer: quella di Bella, sarà una vendetta lunga e dolorosa...Muhuhuhu... :) Grazie per la recensione, mia veggente!

Giulia_Cullen: Okay: Tanya si merita tanti calci...Glieli diamo insieme? ^^ Grazie mille, davvero, e grazie!!!

baby2080: zizi, ne vedremo eccome delle belle!! Grazie mille, baciuuuz^^

giova71: ma è ovvio che le donne di casa Cullen vincono U.U XD E eddy dispererà eccome, prima...^^ Spero che anche questo ti piaccia, un bacio^^

marilenacappucci: Hai centrato il punto: qui i mezzi saranno...bestiali XD Comunque mi dispiace per le attese, solo che la scuola è davvero allucinante...Beh, spero ti piaccia il capy, e grazie ancora!!! bacio!

franz1000: Ho fatto il possibile per aggiornare...Spero che almeno ti piaccia ^^" :D Magari la magia del natale mi ha aiutato a far qualcosa di carino: spero ti piaccia!
Comunque Edward, penerà, oh se penerà XD
Un bacio!

Bon, ora vi lascio al capitolo!!
Buona lettura!
Capitolo 14
Pov Edward
Ero piuttosto nervoso, quel giorno.
Non sapevo cosa stava succedendo, ma Alice e Rose non me la raccontavano giusta. Mi sballottavano Bella da una parte all’altra, pensando a cosmetici e vestiti di ogni genere. Significava ovviamente che complottavano qualcosa.
«Ough!» Emmett rise fragorosamente, e gli avrei volentieri detto qualche dolce parola, se le risate dei miei figli non mi avessero fatto completamente sciogliere. Mi misi seduto, scrollandomi di dosso un po’ di terra rimasta appiccicata ai miei jeans nel momento in cui mio fratello mi aveva piantato nel giardino con un pugno ben assestato.
«Eddy, sei un po’ assente...» mi beffeggiò Emmett, accomodandosi al mio fianco con in groppa Nessie e Ej. «Il tuo potere molesto perde colpi!»
Sospirai. «Vorrei non averlo questo potere.» confessai. L’unica mente che avrei voluto sentire, mi era totalmente occlusa. E le menti che non volevo sentire, erano quelle più rumorose, e che mi dovevo sorbire in ogni momento.
Tanya era un tarlo, mi seguiva ovunque, e di ogni mio gesto, ne faceva un film erotico.
Cedric..Non dovevo pensarci. Non volevo che i miei figli mi vedessero commettere un omicidio.
«Ma papà, il tuo potere è fico come il mio!» Ej scese dalla schiena di Emmett e mi si sedette di fronte, a gambe incrociate, guardandomi con i suoi occhi verdi e sorridenti. I miei da umano.
«Certo, a volte lo è. Però è anche fastidioso.»
«Molto fastidioso.»
«Taci, Emmett.» lo rimbeccai, facendo ridere Nessie e Ej.
Nessie si sporse e mi diede un bacio sulla guancia, sorridendomi poi dolcemente. Quella bambina era troppo dolce! L’avrei soffocata di baci volentieri. Le scompigliai dolcemente i capelli rossi. Avevano il colore dei miei, con la differenza che i suoi boccoli erano ben definiti, e le arrivavano alle spalle.
Li avvicinai entrambi, e li abbracciai spasmodicamente.
«Vi voglio un mondo di bene, piccoli miei..» mormorai sui ricci impossibili di Ej. Respirai il loro profumo dolce, misto tra il mio e quello di Bella.
Non potevo più immaginare la mia vita senza di loro. Mi portavano felicità, allegria, colore. Cose che da tempo non credevo più per me. Mi facevano credere nei miracoli. Loro erano il miracolo.
«Anche noi ti vogliamo bene, papà.» affermò con sincerità Nessie, mentre il fratellino annuiva sul mio petto. Sentivo i loro cuoricini battere a un ritmo incalzante, ed era la musica più armoniosa che avessi mai sentito. La melodia della loro vita era il pezzo migliore che avevo creato. Ed era ancora più bello, quel suono, perché era frutto dell’amore tra me e Bella.
«Nessie, Edward!» Kate chiamò i due bambini, e loro corsero dalle nuove zie acquisite, per far merenda. Con Irina e Kate, avevano un ottimo rapporto, e così anche con Carmen e Eleazar. Si adoravano reciprocamente. Le vampire Denali erano innamorate dei due piccoli, e loro stravedevano per le altre.
All’altro mio fianco, si mise Jasper.
«Mi sembri piuttosto inquieto..» analizzò. Acuto l’empatico.
Sbuffai ancora. Stavo diventando pure acido.
«Prova te ad ascoltare dei pensieri pervertiti sulla donna che ami..» risposi di getto, con una nota di sfida, «Poi vediamo come reagisci, se un tipo continua a immaginarsi Alice senza vestiti addosso. O Rose.» Em e Jazz fecero una smorfia. Avevo definito il concetto, e avevo sputato fuori il rospo che avevo in gola da quando avevo incontrato Cedric per la prima volta. Perché non ero mai, mai, stato più geloso che in quel momento. Ricordavo il ribrezzo per la poca finezza di Newton, di Yorkie o Crowly; però mai avevo desiderato così ardentemente staccare la testa a qualcuno. Era un tarlo fisso nella mia mente, che si rinforzava ogni qual volta Cedric pensava a Bella. Cioè circa..ogni millesimo di secondo, la mia voglia di carneficina aumentava di più. Con Newton, sì, avevo le mani che prudevano, e parecchie volte mi era passato per la testa di dargli per sbaglio un colpetto sulla nuca; quel tanto che bastava a spappolare quel fragile e vuoto cranio, dove l’unico neurone che c’era stava per morire di solitudine. Con Cedric..diciamo che i miei istinti omicidi si erano triplicati all’infinito. E poi, con lui sarebbe stato molto più divertente: altro che leggero colpetto!
«Beh, riconquistala.» esordì Emmett, dopo qualche istante di silenzio.
Sgranai gli occhi basito solo dal pensiero in sé che aveva fatto.
Sì, ci avevo pensato anch’io. Ma c’era un piccolo, gigante problema. Lei non mi poteva volere ancora, non dopo tutti i torti e gli affronti che le avevo fatto; non dopo averla abbandonata. E questo era imperdonabile.
«E’ impossibile»
«No.» Jasper affilò lo sguardo, «Edward. Bella ti ha sconvolto, giusto?L’amore per lei ti ha cambiato, e ti rimarrà nel cuore per l’eternità. Perché è così per noi.» Annuii. Altroché. Lei era come l’ossigeno per un umano; o come la linfa vitale degli esseri viventi per uno come me. Lei..era tutto. Era l’unica persona che mi avesse mai fatto ridere, gioire, e soffrire così. Lei aveva illuminato la mia cupa esistenza. Lei mi aveva fatto credere di poter toccare il cielo, di spegnere il sole, di poter essere un uomo. Un uomo vero. Mi aveva fatto credere che la vita poteva diventare un sogno anche per uno come me. Lei mi aveva regalato una nuova speranza, anzi due: due piccoli bimbi.
E io? Io l’avevo ripagata facendo la più grande cazzata dell’universo, andandomene via e lasciandola lì, senza protezione, con dei licantropi irosi e dei bambini da crescere.
E perché? Perché non ero stato capace ad accogliere la più bella cosa della mia vita, di proteggerla e di donarle il mio amore. Perché, principalmente, ero un idiota.
E mi stava bene, se lei si fosse messa con un altro: così imparavo a lasciarmela scappare.
Imparavo anche a lasciarla da sola, stupenda com’era, in mezzo a una mandria di uomini con gli ormoni sballati. Se ero rimasto io a bocca aperta, agli umani veniva un infarto. Che sicuramente mi sarebbe venuto, se fossi stato umano.
«Perciò, se tu la riconquisti, come ha detto intelligentemente Emmett, una buona volta nella sua lunga esistenza per puro miracolo, - l’orso gli riservò un’occhiataccia omicida, che l’empatico ignorò – se lei si innamorasse di nuovo...» lasciò la frase in sospeso, a disagio, come se avesse omesso qualcosa e si sentisse in colpa. Emise un sospiro frustrato, poi ricominciò. «Se lei si innamorasse di nuovo di te, nella nuova vita, la sconvolgeresti come lei ha ribaltato te.»
Il suo ragionamento non faceva una piega. Solo che molte volte, la fiducia, dopo un torto, se ne andava. E la fiducia doveva essere la base del nostro amore; quella stessa fiducia che probabilmente Bella non aveva più nei miei confronti, dopo quello che le avevo fatto.
Le risate di Alice e Rose mi fecero alzare lo sguardo su di loro, che stavano uscendo da casa. Eccola. Più luminosa del sole, più bella di una dea.
Si mordeva il labbro perfetto, imbarazzata.
Solo quel gesto innocente scatenò in me una serie di emozioni travolgenti, che a mio fratello non sfuggirono.
«Siete impossibili!» si lamentò Bella, dando un buffetto sulla spalla di Alice, che rideva apertamente. Rose soffocò la risata in un colpo di tosse, con una mano davanti alla bocca.
«Maddai, è una cosa normale!» le disse Alice.
«Sono cose private!» sbottò la stupenda vampira castana, incrociando le braccia al petto.
Okay, avevo smesso di respirare. Come se un gesto così stupido e inutile potesse placare il desiderio che mi stava sconvolgendo. Jazz mi appoggiò una mano sulla spalla, per tranquillizzarmi. Servì ben poco, perché quando Bella si passò una mano tra i capelli, per spostarli dal viso, tornai ancora inquieto. Avrei tanto voluto io toglierle quella ciocca dal viso, e portargliela all’orecchio, sfiorandole intanto la pelle liscia.
Le mie sorelle si sedettero sul dondolo, con lei tra di loro. Accavallò le gambe, e nella sua ingenuità, la trovai..maliziosa. Certo che ero proprio messo male; queste mie follie erano frutto di una dolorosa lontananza da lei, e mi era mancata così tanto che ora tutte la voglia repressa si stava facendo sentire.
Emmett balzò in piedi, ghignando: «Voglio mettere anche io in imbarazzo Bellina!» Quell’orso di mio fratello trottò dalla moglie, che ridacchiava.
«Rose..» la implorò Isabella.
«Eh, no Em, Bella non vuole.» disse Rose a Emmett, con un sorrisino.
«Te lo dico io!» Alice si accostò all’orecchio di Emmett, e mormorò il ‘grande’ segreto di Bella, che intanto la inceneriva con lo sguardo. Non sentii il sussurro, ma il pensiero rumoroso di Emmett sì. Mio fratello scoppiò in una risata fragorosa, facendo vibrare il terreno fino a me, che ero piuttosto distante.
Mi irrigidii immediatamente, mentre l’irritazione cresceva.
Com’è il non-più-verginello-Cullen a letto? Sono curioso!
«Avanti Bellina, sputa il rospo!» Emmett si inginocchiò davanti alle gambe di Bella, aspettando la risposta, mentre Alice e Rose la guardavano curiose e divertite al contempo.
Non avrebbe risposto.
«Uf, ma fatevi i cavoli vostri!» borbottò lei, chinando il capo e nascondendolo dietro ai capelli. Emmett rise, dando dei colpetti al suo ginocchio:«Uhh, scommetto che è una schiappa!» Ringhiai basso, cominciavo a sentirmi davvero ferito. Ma dovevo star calmo: Bella non avrebbe mai detto nulla..della nostra intimità.
Anche Jasper era divertito dalle mie reazioni e da quelle di Bella, e aveva benissimo capito l’argomento, anche se non leggeva nel pensiero. Cercò di calmarmi, con dei pessimi risultati.
«Ma dai, dimmi Bella..»
«Emmett, è passato parecchio tempo, e c’è di mezzo la trasformazione..Non ricordo tutto.» Cincischiò lei.
Emmett alzò e abbassò le sopracciglia, maliziosamente: «Avanti. Dillo solo a me. Non lo dico a nessuno»
«Non sono molto esperta..»
«Oh cielo: mi stai dicendo che era anche la tua prima volta? E che Edward ha fatto centro subito? Oh fly!» e rise come un idiota. Anzi, era un idiota.
Non intendevo sopportare oltre. Mi alzai senza troppi complimenti, e presi a correre, senza una meta precisa fuori paese.
Pov Bella
Che cretini!
Non erano domande da fare, quelle. E non era carino prenderci in giro così.
La notte con Edward com’era stata secondo loro? La mia prima volta con l’uomo che amavo, e che diceva di amarmi...
Era stata fantastica, il culmine della mia vita umana, probabilmente. Ero felice, euforica, così ingenua da far venire il voltastomaco. Sentivo di poter toccare il cielo con un dito, quella sera. E mai, mai mi sarei aspettata la nostra rottura.
Per questo mi si era spezzato il cuore.
Edward si alzò, e corse via, senza degnarsi di salutare o dire dove andava.
Beh, era mio diritto, essendo madre dei suoi figli, sapere dove andava e cosa faceva, no?
No Bella.
Ecco, anche la stupida vocina mentale mi contraddiceva. Ero messa, non bene, benissimo.
Beh. Però poteva anche evitare. Gli avevo portato i bambini, e lui si faceva tranquillamente i cavoli suoi. Si meritava il Nobel per l’ignoranza e la cafonaggine.
Sbuffai.
«Emmett, sei proprio uno scemo» bofonchiai, sprofondando nel dondolo.
«Perché Bellina? Così mi offendi..» fece una specie di faccia tenera, che non mi scalfì minimamente.
«Perché sei una volpe del deserto.» mi guardò con un enorme punto di domanda sopra il testone riccioluto. Alice e Rose ghignavano, al mio fianco, e potevo notare il sorriso anche sul viso perfetto di Jasper, che si avvicinava a noi tranquillamente.
«Non ho capito perché te la prendi con me. Ero solo curioso!»
«Curioso e impiccione. Mi hai fatto fare una figuraccia con lui!»
«Ma Bella, non dovresti vergognarti con lui, dopotutto vi conoscete nel profondo!» occhiata omicida da parte mia, risate dalle mie ex-cognate e Jasper. «..Emmett..» ringhiai. Ma si poteva essere più idioti di lui?!
«Che c’è? Non è forse vero che conosci Edward nel nudo animo?»
«EMMETT!» ora lo ammazzo!
«Ehi, non voglio spargimenti di sangue! Risolvete la cosa senza morti, per piacere!» Carlisle cercò di non scoppiarmi a ridere in faccia, e proseguì in casa, dove andò subito da Esme.
In quel momento, arrivarono anche i miei piccoli con Kate e Irina.
«Bimbi- annunciai, mentre mi alzavo dal dondolo-, la mamma darà una bella lezione allo zio Emmett, adesso!» lanciai un’occhiata di sfida all’orso, che ghignò, fremente. «Braccio di ferro?» proposi, facendogli un cenno a una roccia nel cortile, piatta abbastanza per poggiarci i gomiti.
Faccia a faccia, il mio fratellone sembrava davvero sicuro di sé. In effetti, Emmett era grosso. Muscoloso. Sì, metteva abbastanza paura.
Però dimenticava una cosa.
Dimenticava che ero una neonata, una neonata madre, single, e incazzata.
Ci preparammo, e al via di Jasper, che- si vedeva- moriva dal ridere, Emmett cominciò a far pressione sul mio braccio. Non era indifferente, certo, ma ancora sopportabile. Sorrisi a Em, che s’accigliò. La sua forza aumentò, ma il mio braccio non si muoveva; lo feci penare ancora un po’, poi, sorridendo vittoriosa, cominciai a prendere posizione e senza nemmeno troppa fatica, la mano di Emmett sfondò la sua parte di roccia con un tonfo secco.
«E vince..» sorrisi, mentre Emmett grugniva.
«Brava mamma!» i miei bimbi si complimentarono con un bacio sulla guancia ciascuno, mentre Alice e Rose mi batterono un cinque, con un «Ben fatto».
«Uffa, Bellina, rivincita domani!»
«Non sai perdere, fratellone!» l’apostrofai, mentre lui s’imbronciava.
*
Pov Edward
Se ripensavo all’intelletto infimo di mio fratello, mi veniva voglia di fare retromarcia e di andare a picchiarlo a sangue, così forte e devastantemente che non sarebbe nemmeno servito il fuoco per finirlo, perché era così sbriciolato che non sarebbe riuscito a ricomporsi.
E non m’importava se desideravo ammazzare mio fratello. O forse, proprio per questo, non volevo togliere attenzione alle piante a cui sfrecciavo accanto, evitandole un istante prima di andarci contro.
Mi ritrovavo nello stesso stato di quando avevo capito di amare Bella. Quando correvo disperatamente, cercando di estraniarmi dal resto, di farmela passare per salvarla da me stesso. Correvo veloce, silenzioso; volavo, quasi. Era facile come respirare, per me, correre, un gesto istintivo, piacevole; facile come amare Bella.
All’improvviso, mi accorsi di non essere il solo, a correre.
Era Tanya.
Mi seguiva da quando ero partito, e io non me n’ero nemmeno accorto. Cominciai a rallentare, mentre lei recuperava terreno, finchè non mi fermai del tutto. Volevo mettere in chiaro che non ci sarebbe mai stato nulla tra noi, che poteva evitare di immaginarmi nudo, e che, soprattutto, il mio cuore apparteneva a Bella, anche se lei non ricambiava il mio sentimento. Doveva finirla di invidiarla, odiarla e pensar male di lei. Non c’era cosa che odiassi di più.
La Denali era ormai di fronte a me.
«Tanya, dobbiamo parlare» non conclusi la frase, che mi trovai lei a un millimetro dal viso. Mi accarezzò i capelli, «non servono parole per questo» e azzerò le distanze.
Cazzo.
Riuscii, poggiandole le mani sulle spalle e allontanandola con forza, a staccarla da me. «No, Tanya.»
«Più mi allontani, più mi piaci, Edward.» sfuggì alla presa delle mie mani, e mi ribaciò. Poi si allontanò, correndo, verso casa.
Guardai in quella direzione per un tempo indefinito, perso. Non riuscii, in quegli istanti, a pensare a nulla. Avevo il vuoto totale, intorno a me, come se fossi stato in una bolla impenetrabile, e io fossi diventato cieco e sordo.
Poi il senso di colpa si fece improvvisamente sentire, schiacchiandomi in un modo opprimente. Mi lasciai cadere in ginocchio, con la testa fra le mani.
Per la prima volta nella mia esistenza, sentii davero l’impulso di piangere a pieni polmoni, per sfogare la mia rabbia, il mio dolore e il mio odio verso me stesso. Perché in ogni momento, dovevo peggiorare sempre di più la mia situazione? Perché dovevo necessariamente sbagliare ogni cosa facessi? Perché?
Non bastava essere un essere come me, che si nutriva della vita altrui? Un vampiro? Non bastava che avessi perso la nascita dei miei figli? Che mi fossi perso il loro primo pianto, la loro prima parola, il loro primo passo?
Non era sufficiente che non fossi stato accanto alla donna che amavo, durante la sua trasformazione in mostro?
No evidentemente.
-
Tornai a casa la sera tardi.
Bella era ancora da noi, la sentivo chiacchierare da fuori. Erano tutti in salotto, che guardavano dormicchiare i bambini, tra le sue braccia. Intanto, lei raccontava ai miei le sue piccole avventure durante la gravidanza. Io rimanevo fuori, ad ascoltare, immaginandomi quello che mi ero perso. La sua voce era meravigliosa, calda, e piena d’affetto per Renesmee e Edward. Dalla finestra, vedevo il suo sguardo luminoso, mentre li accarezzava con gli occhi.
Più andava avanti a parlare, più mi rendevo conto che il mio grado di mostruosità raggiungeva livelli mai visti. Ero davvero un essere pessimo; di persona non potevo nemmeno parlare, io non ero tale.
E non solo perché mi ero comportato male nei suoi confronti. Perché, l’avrei ripetuto all’infinito, non mi sarei mai perdonato di aver abbandonato Bella nella foresta, per di più incinta dei piccoli. Ma anche per il fatto di essere un non-padre. Ero stato assente per mesi, facendoli sentire diversi, e soffrire per non avere un secondo punto di riferimento. E ora che mi avevano trovato, io me ne andavo perché mi lanciavano semplici –anche se fastidiose- frecciatine, e li lasciavo di nuovo soli. Che razza di genitore ero?
Decisi di entrare. Aprii la porta e passai per il salotto, fermandomi a capo basso sulla soglia. Mi sentivo uno schifo.
Presi un respiro, e alzai lo sguardo sui bambini, che dormivano beatamente. «Bella, ti andrebbe di lasciare i bambini qui a dormire? A-anche tu se vuoi, passi un po’ di tempo con Ali..» proposi, senza riuscire a guardarla in viso. Mi vergognavo come un ladro di quello che era successo prima.
«Sì, Ness e Edward possono rimanere qui..Però io no, mi dispiace.» Si alzò aggraziatamente e si avvicinò a me. Presi dalle sue braccia Nessie, mentre le dicevo di seguirmi di sopra. Coccolai e dondolai la bambina, godendomi quel momento di tenerezza. Vedevo i suoi sogni: erano colorati, vivaci. C’era tutta la mia famiglia, i Denali, e poi c’eravamo io e Bella, per mano.
La piccola voleva rivederci insieme.
Anche a me piacerebbe, piccola.
A noi due, si aggiunsero anche lei e Ej, uno per mano a me, l’altra con Bella.
Baciai i capelli profumati della piccola dolce Nessie, poi la posai sul mio letto, mentre Bella faceva lo stesso con Ej. Mi allungai per prendere la coperta nello stesso istante in cui lo fece Bella, e le nostre mani si sfiorarono, lasciandomi nel punto toccato la scossa che solo lei mi provocava. Ma non alzai lo sguardo ai suoi occhi, nonostante la voglia immane di farlo, e rimboccai le coperte ai bambini. Lasciai a entrambi un bacio sulla fronte, promettendogli mentalmente che sarei tornato tra poco. Bella fece lo stesso, mormorando un ‘ci vediamo domani’. Mi seguì giù di nuovo. La sua vicinanza mi faceva impazzire. Non solo la pressante voglia di baciarla e stringerla era tornata, ma era anche fronteggiata da quella di scappare via, per non incrociare mai i suoi occhi. Per non dirle la verità.
Ma poi, di che mi preoccupavo? Non stavamo più insieme, dopotutto, no?
  
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