- Oh oh oooh! Marry Christmas every one!
Oh, beh, bando alle ciance, vi parlo un po' del capitolo...^__^ Comincia la parte picca della storia U.U E' solo l'inizio, ma pian piano le cose si complicheranno, per poi sistemarsi, ovviamente xD Beh, sono solo 2 pov: due di Eddy e uno di Bells. Quello di lei, lo trovo molto---divertente, non so, mi sono divertita a scriverlo U.U Leggerete, sisi.
Comunque: 8 recensioni *-* GRAZIE!! Non ho trovato il tempo per rispondere singolarmente, quindi faccio ora.
sury: assolutamente si!! ^^ Ma piu avanti imparerà a esserlo..XD
bellina97: Anche io sono perfida, e mi sta sulle scatole Cedric...Ma sì, chissene di lui! :D Intanto ci godiamo Bellina che sclera XD Grazie per la recensione, cara! Bacio!
amanecer: quella di Bella, sarà una vendetta lunga e dolorosa...Muhuhuhu... :) Grazie per la recensione, mia veggente!
Giulia_Cullen: Okay: Tanya si merita tanti calci...Glieli diamo insieme? ^^ Grazie mille, davvero, e grazie!!!
baby2080: zizi, ne vedremo eccome delle belle!! Grazie mille, baciuuuz^^
giova71: ma è ovvio che le donne di casa Cullen vincono U.U XD E eddy dispererà eccome, prima...^^ Spero che anche questo ti piaccia, un bacio^^
marilenacappucci: Hai centrato il punto: qui i mezzi saranno...bestiali XD Comunque mi dispiace per le attese, solo che la scuola è davvero allucinante...Beh, spero ti piaccia il capy, e grazie ancora!!! bacio!
franz1000: Ho fatto il possibile per aggiornare...Spero che almeno ti piaccia ^^" :D Magari la magia del natale mi ha aiutato a far qualcosa di carino: spero ti piaccia!
Comunque Edward, penerà, oh se penerà XD
Un bacio!
Bon, ora vi lascio al capitolo!!
Buona lettura!
- Capitolo
14
- Pov
Edward
- Ero
piuttosto
nervoso, quel giorno.
- Non
sapevo cosa stava
succedendo, ma Alice e Rose non me la raccontavano giusta. Mi
sballottavano
Bella da una parte all’altra, pensando a cosmetici e vestiti di ogni
genere.
Significava ovviamente che complottavano qualcosa.
- «Ough!»
Emmett rise
fragorosamente, e gli avrei volentieri detto qualche dolce parola, se
le risate
dei miei figli non mi avessero fatto completamente sciogliere. Mi misi
seduto,
scrollandomi di dosso un po’ di terra rimasta appiccicata ai miei jeans
nel
momento in cui mio fratello mi aveva piantato nel giardino con un pugno
ben
assestato.
- «Eddy,
sei un po’
assente...» mi beffeggiò Emmett, accomodandosi al mio fianco con in
groppa
Nessie e Ej. «Il tuo potere molesto perde colpi!»
- Sospirai.
«Vorrei non
averlo questo potere.» confessai. L’unica mente che avrei voluto
sentire, mi
era totalmente occlusa. E le menti che non volevo sentire, erano quelle
più
rumorose, e che mi dovevo sorbire in ogni momento.
- Tanya
era un tarlo,
mi seguiva ovunque, e di ogni mio gesto, ne faceva un film erotico.
- Cedric..Non
dovevo
pensarci. Non volevo che i miei figli mi vedessero commettere un
omicidio.
- «Ma
papà, il tuo
potere è fico come il mio!» Ej scese dalla schiena di Emmett e mi si
sedette di
fronte, a gambe incrociate, guardandomi con i suoi occhi verdi e
sorridenti. I
miei da umano.
- «Certo,
a volte lo è.
Però è anche fastidioso.»
- «Molto
fastidioso.»
- «Taci,
Emmett.» lo
rimbeccai, facendo ridere Nessie e Ej.
- Nessie
si sporse e mi
diede un bacio sulla guancia, sorridendomi poi dolcemente. Quella
bambina era
troppo dolce! L’avrei soffocata di baci volentieri. Le scompigliai
dolcemente i
capelli rossi. Avevano il colore dei miei, con la differenza che i suoi
boccoli
erano ben definiti, e le arrivavano alle spalle.
- Li
avvicinai
entrambi, e li abbracciai spasmodicamente.
- «Vi
voglio un mondo
di bene, piccoli miei..» mormorai sui ricci impossibili di Ej. Respirai
il loro
profumo dolce, misto tra il mio e quello di Bella.
- Non
potevo più immaginare
la mia vita senza di loro. Mi portavano felicità, allegria, colore.
Cose che da
tempo non credevo più per me. Mi facevano credere nei miracoli. Loro
erano il
miracolo.
- «Anche
noi ti
vogliamo bene, papà.» affermò con sincerità Nessie, mentre il
fratellino
annuiva sul mio petto. Sentivo i loro cuoricini battere a un ritmo
incalzante,
ed era la musica più armoniosa che avessi mai sentito. La melodia della
loro
vita era il pezzo migliore che avevo creato. Ed era ancora più bello,
quel
suono, perché era frutto dell’amore tra me e Bella.
- «Nessie,
Edward!»
Kate chiamò i due bambini, e loro corsero dalle nuove zie acquisite,
per far
merenda. Con Irina e Kate, avevano un ottimo rapporto, e così anche con
Carmen
e Eleazar. Si adoravano reciprocamente. Le vampire Denali erano
innamorate dei
due piccoli, e loro stravedevano per le altre.
- All’altro
mio fianco,
si mise Jasper.
- «Mi
sembri piuttosto
inquieto..» analizzò. Acuto l’empatico.
- Sbuffai
ancora. Stavo
diventando pure acido.
- «Prova
te ad
ascoltare dei pensieri pervertiti sulla donna che ami..» risposi di
getto, con
una nota di sfida, «Poi vediamo come reagisci, se un tipo continua a
immaginarsi Alice senza vestiti addosso. O Rose.» Em e Jazz fecero una
smorfia.
Avevo definito il concetto, e avevo sputato fuori il rospo che avevo in
gola da
quando avevo incontrato Cedric per la prima volta. Perché non ero mai,
mai, stato
più geloso che in quel momento. Ricordavo il ribrezzo per la poca
finezza di
Newton, di Yorkie o Crowly; però mai avevo desiderato così ardentemente
staccare la testa a qualcuno. Era un tarlo fisso nella mia mente, che
si
rinforzava ogni qual volta Cedric pensava a Bella. Cioè circa..ogni
millesimo
di secondo, la mia voglia di carneficina aumentava di più. Con Newton,
sì,
avevo le mani che prudevano, e parecchie volte mi era passato per la
testa di
dargli per sbaglio un colpetto sulla nuca; quel tanto che bastava a
spappolare
quel fragile e vuoto cranio, dove l’unico neurone che c’era stava per
morire di
solitudine. Con Cedric..diciamo che i miei istinti omicidi si erano
triplicati
all’infinito. E poi, con lui sarebbe stato molto più divertente: altro
che
leggero colpetto!
- «Beh,
riconquistala.»
esordì Emmett, dopo qualche istante di silenzio.
- Sgranai
gli occhi
basito solo dal pensiero in sé che aveva fatto.
- Sì,
ci avevo pensato
anch’io. Ma c’era un piccolo, gigante problema. Lei non mi poteva
volere
ancora, non dopo tutti i torti e gli affronti che le avevo fatto; non
dopo
averla abbandonata. E questo era imperdonabile.
- «E’
impossibile»
- «No.»
Jasper affilò
lo sguardo, «Edward. Bella ti ha sconvolto, giusto?L’amore per lei ti
ha
cambiato, e ti rimarrà nel cuore per l’eternità. Perché è così per
noi.»
Annuii. Altroché. Lei era come l’ossigeno per un umano; o come la linfa
vitale
degli esseri viventi per uno come me. Lei..era tutto. Era l’unica
persona che
mi avesse mai fatto ridere, gioire, e soffrire così. Lei aveva
illuminato la
mia cupa esistenza. Lei mi aveva fatto credere di poter toccare il
cielo, di
spegnere il sole, di poter essere un uomo. Un uomo vero. Mi aveva fatto
credere
che la vita poteva diventare un sogno anche per uno come me. Lei mi
aveva
regalato una nuova speranza, anzi due: due piccoli bimbi.
- E
io? Io l’avevo
ripagata facendo la più grande cazzata dell’universo, andandomene via e
lasciandola lì, senza protezione, con dei licantropi irosi e dei
bambini da
crescere.
- E
perché? Perché non
ero stato capace ad accogliere la più bella cosa della mia vita, di
proteggerla
e di donarle il mio amore. Perché, principalmente, ero un idiota.
- E
mi stava bene, se
lei si fosse messa con un altro: così imparavo a lasciarmela scappare.
- Imparavo
anche a
lasciarla da sola, stupenda com’era, in mezzo a una mandria di uomini
con gli
ormoni sballati. Se ero rimasto io a bocca aperta, agli umani veniva un
infarto. Che sicuramente mi sarebbe venuto, se fossi stato umano.
- «Perciò,
se tu la
riconquisti, come ha detto intelligentemente Emmett, una buona volta
nella sua
lunga esistenza per puro miracolo, - l’orso gli riservò un’occhiataccia
omicida, che l’empatico ignorò – se lei si innamorasse di nuovo...»
lasciò la
frase in sospeso, a disagio, come se avesse omesso qualcosa e si
sentisse in
colpa. Emise un sospiro frustrato, poi ricominciò. «Se lei si
innamorasse di
nuovo di te, nella nuova vita, la sconvolgeresti come lei ha ribaltato
te.»
- Il
suo ragionamento
non faceva una piega. Solo che molte volte, la fiducia, dopo un torto,
se ne
andava. E la fiducia doveva essere la base del nostro amore; quella
stessa
fiducia che probabilmente Bella non aveva più nei miei confronti, dopo
quello
che le avevo fatto.
- Le
risate di Alice e
Rose mi fecero alzare lo sguardo su di loro, che stavano uscendo da
casa. Eccola.
Più luminosa del sole, più bella di una dea.
- Si
mordeva il labbro
perfetto, imbarazzata.
- Solo
quel gesto
innocente scatenò in me una serie di emozioni travolgenti, che a mio
fratello
non sfuggirono.
- «Siete
impossibili!»
si lamentò Bella, dando un buffetto sulla spalla di Alice, che rideva
apertamente. Rose soffocò la risata in un colpo di tosse, con una mano
davanti
alla bocca.
- «Maddai,
è una cosa
normale!» le disse Alice.
- «Sono
cose private!»
sbottò la stupenda vampira castana, incrociando le braccia al petto.
- Okay,
avevo smesso di
respirare. Come se un gesto così stupido e inutile potesse placare il
desiderio
che mi stava sconvolgendo. Jazz mi appoggiò una mano sulla spalla, per
tranquillizzarmi. Servì ben poco, perché quando Bella si passò una mano
tra i
capelli, per spostarli dal viso, tornai ancora inquieto. Avrei tanto
voluto io
toglierle quella ciocca dal viso, e portargliela all’orecchio,
sfiorandole
intanto la pelle liscia.
- Le
mie sorelle si
sedettero sul dondolo, con lei tra di loro. Accavallò le gambe, e nella
sua
ingenuità, la trovai..maliziosa. Certo che ero proprio messo male;
queste mie
follie erano frutto di una dolorosa lontananza da lei, e mi era mancata
così
tanto che ora tutte la voglia repressa si stava facendo sentire.
- Emmett
balzò in
piedi, ghignando: «Voglio mettere anche io in imbarazzo Bellina!»
Quell’orso di
mio fratello trottò dalla moglie, che ridacchiava.
- «Rose..»
la implorò
Isabella.
- «Eh,
no Em, Bella non
vuole.» disse Rose a Emmett, con un sorrisino.
- «Te
lo dico io!»
Alice si accostò all’orecchio di Emmett, e mormorò il ‘grande’ segreto
di
Bella, che intanto la inceneriva con lo sguardo. Non sentii il
sussurro, ma il
pensiero rumoroso di Emmett sì. Mio fratello scoppiò in una risata
fragorosa,
facendo vibrare il terreno fino a me, che ero piuttosto distante.
- Mi
irrigidii
immediatamente, mentre l’irritazione cresceva.
- Com’è
il non-più-verginello-Cullen a
letto? Sono curioso!
- «Avanti
Bellina,
sputa il rospo!» Emmett si inginocchiò davanti alle gambe di Bella,
aspettando
la risposta, mentre Alice e Rose la guardavano curiose e divertite al
contempo.
- Non
avrebbe risposto.
- «Uf,
ma fatevi i
cavoli vostri!» borbottò lei, chinando il capo e nascondendolo dietro
ai
capelli. Emmett rise, dando dei colpetti al suo ginocchio:«Uhh,
scommetto che è
una schiappa!» Ringhiai basso, cominciavo a sentirmi davvero ferito. Ma
dovevo
star calmo: Bella non avrebbe mai detto nulla..della nostra intimità.
- Anche
Jasper era
divertito dalle mie reazioni e da quelle di Bella, e aveva benissimo
capito
l’argomento, anche se non leggeva nel pensiero.
Cercò di calmarmi, con dei pessimi risultati.
- «Ma
dai, dimmi Bella..»
- «Emmett,
è passato
parecchio tempo, e c’è di mezzo la trasformazione..Non ricordo tutto.»
Cincischiò lei.
- Emmett
alzò e abbassò
le sopracciglia, maliziosamente: «Avanti. Dillo solo a me. Non lo dico
a
nessuno»
- «Non
sono molto
esperta..»
- «Oh
cielo: mi stai
dicendo che era anche la tua prima volta? E che Edward ha fatto centro
subito?
Oh fly!» e rise come un idiota. Anzi, era un idiota.
- Non
intendevo
sopportare oltre. Mi alzai senza troppi complimenti, e presi a correre,
senza
una meta precisa fuori paese.
- Pov
Bella
- Che
cretini!
- Non
erano domande da
fare, quelle. E non era carino prenderci in giro così.
- La
notte con Edward
com’era stata secondo loro? La mia prima volta con l’uomo che amavo, e
che
diceva di amarmi...
- Era
stata fantastica,
il culmine della mia vita umana, probabilmente. Ero felice, euforica,
così
ingenua da far venire il voltastomaco. Sentivo di poter toccare il
cielo con un
dito, quella sera. E mai, mai mi sarei aspettata la nostra rottura.
- Per
questo mi si era
spezzato il cuore.
- Edward
si alzò, e
corse via, senza degnarsi di salutare o dire dove andava.
- Beh,
era mio diritto,
essendo madre dei suoi figli, sapere dove andava e cosa faceva, no?
- No
Bella.
- Ecco,
anche la
stupida vocina mentale mi contraddiceva. Ero messa, non bene,
benissimo.
- Beh.
Però poteva
anche evitare. Gli avevo portato i bambini, e lui si faceva
tranquillamente i
cavoli suoi. Si meritava il Nobel per l’ignoranza e la cafonaggine.
- Sbuffai.
- «Emmett,
sei proprio
uno scemo» bofonchiai, sprofondando nel dondolo.
- «Perché
Bellina? Così
mi offendi..» fece una specie di faccia tenera, che non mi scalfì
minimamente.
- «Perché
sei una volpe
del deserto.» mi guardò con un enorme punto di domanda sopra il testone
riccioluto. Alice e Rose ghignavano, al mio fianco, e potevo notare il
sorriso
anche sul viso perfetto di Jasper, che si avvicinava a noi
tranquillamente.
- «Non
ho capito perché
te la prendi con me. Ero solo curioso!»
- «Curioso
e
impiccione. Mi hai fatto fare una
figuraccia con lui!»
- «Ma
Bella, non
dovresti vergognarti con lui, dopotutto vi conoscete nel profondo!»
occhiata
omicida da parte mia, risate dalle mie ex-cognate e Jasper.
«..Emmett..»
ringhiai. Ma si poteva essere più idioti di lui?!
- «Che
c’è? Non è forse
vero che conosci Edward nel nudo animo?»
- «EMMETT!»
ora lo
ammazzo!
- «Ehi,
non voglio
spargimenti di sangue! Risolvete la cosa senza morti, per piacere!»
Carlisle
cercò di non scoppiarmi a ridere in faccia, e proseguì in casa, dove
andò
subito da Esme.
- In
quel momento,
arrivarono anche i miei piccoli con Kate e Irina.
- «Bimbi-
annunciai,
mentre mi alzavo dal dondolo-, la mamma darà una bella lezione allo zio
Emmett,
adesso!» lanciai un’occhiata di sfida all’orso, che ghignò, fremente.
«Braccio
di ferro?» proposi, facendogli un cenno a una roccia nel cortile,
piatta
abbastanza per poggiarci i gomiti.
- Faccia
a faccia, il
mio fratellone sembrava davvero sicuro di sé. In effetti, Emmett era
grosso.
Muscoloso. Sì, metteva abbastanza paura.
- Però
dimenticava una
cosa.
- Dimenticava
che ero
una neonata, una neonata madre, single, e incazzata.
- Ci
preparammo, e al
via di Jasper, che- si vedeva- moriva dal ridere, Emmett cominciò a far
pressione sul mio braccio. Non era indifferente, certo, ma ancora
sopportabile.
Sorrisi a Em, che s’accigliò. La sua forza aumentò, ma il mio braccio
non si
muoveva; lo feci penare ancora un po’, poi, sorridendo vittoriosa,
cominciai a
prendere posizione e senza nemmeno troppa fatica, la mano di Emmett
sfondò la
sua parte di roccia con un tonfo secco.
- «E
vince..» sorrisi,
mentre Emmett grugniva.
- «Brava
mamma!» i miei
bimbi si complimentarono con un bacio sulla guancia ciascuno, mentre
Alice e
Rose mi batterono un cinque, con un «Ben fatto».
- «Uffa,
Bellina,
rivincita domani!»
- «Non
sai perdere,
fratellone!» l’apostrofai, mentre lui s’imbronciava.
- *
- Pov
Edward
- Se
ripensavo all’intelletto
infimo di mio fratello, mi veniva voglia di fare retromarcia e di
andare a
picchiarlo a sangue, così forte e devastantemente che non sarebbe
nemmeno
servito il fuoco per finirlo, perché era così sbriciolato che non
sarebbe
riuscito a ricomporsi.
- E
non m’importava se
desideravo ammazzare mio fratello. O forse, proprio per questo, non
volevo
togliere attenzione alle piante a cui sfrecciavo accanto, evitandole un
istante
prima di andarci contro.
- Mi
ritrovavo nello
stesso stato di quando avevo capito di amare Bella. Quando correvo
disperatamente, cercando di estraniarmi dal resto, di farmela passare
per
salvarla da me stesso. Correvo veloce, silenzioso; volavo, quasi. Era
facile
come respirare, per me, correre, un gesto istintivo, piacevole; facile
come
amare Bella.
- All’improvviso,
mi
accorsi di non essere il solo, a correre.
- Era
Tanya.
- Mi
seguiva da quando
ero partito, e io non me n’ero nemmeno accorto. Cominciai a rallentare,
mentre
lei recuperava terreno, finchè non mi fermai del tutto. Volevo mettere
in
chiaro che non ci sarebbe mai stato nulla tra noi, che poteva evitare
di
immaginarmi nudo, e che, soprattutto, il mio cuore apparteneva a Bella,
anche
se lei non ricambiava il mio sentimento. Doveva finirla di invidiarla,
odiarla
e pensar male di lei. Non c’era cosa che odiassi di più.
- La
Denali era ormai
di fronte a me.
- «Tanya,
dobbiamo
parlare» non conclusi la frase, che mi trovai lei a un millimetro dal
viso. Mi
accarezzò i capelli, «non servono parole per questo» e azzerò le
distanze.
- Cazzo.
- Riuscii,
poggiandole
le mani sulle spalle e allontanandola con forza, a staccarla da me.
«No, Tanya.»
- «Più
mi allontani, più
mi piaci, Edward.» sfuggì alla presa delle mie mani, e mi ribaciò. Poi
si
allontanò, correndo, verso casa.
- Guardai
in quella direzione
per un tempo indefinito, perso. Non riuscii, in quegli istanti, a
pensare a
nulla. Avevo il vuoto totale, intorno a me, come se fossi stato in una
bolla
impenetrabile, e io fossi diventato cieco e sordo.
- Poi
il senso di colpa
si fece improvvisamente sentire, schiacchiandomi in un modo opprimente.
Mi
lasciai cadere in ginocchio, con la testa fra le mani.
- Per
la prima volta
nella mia esistenza, sentii davero l’impulso di piangere a pieni
polmoni, per
sfogare la mia rabbia, il mio dolore e il mio odio verso me stesso.
Perché in
ogni momento, dovevo peggiorare sempre di più la mia situazione? Perché
dovevo necessariamente
sbagliare ogni cosa facessi? Perché?
- Non
bastava essere un
essere come me, che si nutriva della vita altrui? Un vampiro? Non
bastava che
avessi perso la nascita dei miei figli? Che mi fossi perso il loro
primo pianto,
la loro prima parola, il loro primo passo?
- Non
era sufficiente che
non fossi stato accanto alla donna che amavo, durante la sua
trasformazione in
mostro?
- No
evidentemente.
- -
- Tornai
a casa la sera
tardi.
- Bella
era ancora da
noi, la sentivo chiacchierare da fuori. Erano tutti in salotto, che
guardavano
dormicchiare i bambini, tra le sue braccia. Intanto, lei raccontava ai
miei le
sue piccole avventure durante la gravidanza. Io rimanevo fuori, ad
ascoltare,
immaginandomi quello che mi ero perso. La sua voce era meravigliosa,
calda, e
piena d’affetto per Renesmee e Edward. Dalla finestra, vedevo il suo
sguardo
luminoso, mentre li accarezzava con gli occhi.
- Più
andava avanti a
parlare, più mi rendevo conto che il mio grado di mostruosità
raggiungeva
livelli mai visti. Ero davvero un essere pessimo; di persona non potevo
nemmeno
parlare, io non ero tale.
- E
non solo perché mi
ero comportato male nei suoi confronti. Perché, l’avrei ripetuto
all’infinito,
non mi sarei mai perdonato di aver abbandonato Bella nella foresta, per
di più incinta
dei piccoli. Ma anche per il fatto di essere un non-padre. Ero stato
assente
per mesi, facendoli sentire diversi, e soffrire per non avere un
secondo punto
di riferimento. E ora che mi avevano trovato, io me ne andavo perché mi
lanciavano semplici –anche se fastidiose- frecciatine, e li lasciavo di
nuovo
soli. Che razza di genitore ero?
- Decisi
di entrare.
Aprii la porta e passai per il salotto, fermandomi a capo basso sulla
soglia.
Mi sentivo uno schifo.
- Presi
un respiro, e
alzai lo sguardo sui bambini, che dormivano beatamente. «Bella, ti
andrebbe di
lasciare i bambini qui a dormire? A-anche tu se vuoi, passi un po’ di
tempo con
Ali..» proposi, senza riuscire a guardarla in viso. Mi vergognavo come
un ladro
di quello che era successo prima.
- «Sì,
Ness e Edward possono
rimanere qui..Però io no, mi dispiace.» Si alzò aggraziatamente e si
avvicinò a
me. Presi dalle sue braccia Nessie, mentre le dicevo di seguirmi di
sopra. Coccolai
e dondolai la bambina, godendomi quel momento di tenerezza. Vedevo i
suoi
sogni: erano colorati, vivaci. C’era tutta la mia famiglia, i Denali, e
poi c’eravamo
io e Bella, per mano.
- La
piccola voleva
rivederci insieme.
- Anche
a me piacerebbe, piccola.
- A
noi due, si
aggiunsero anche lei e Ej, uno per mano a me, l’altra con Bella.
- Baciai
i capelli
profumati della piccola dolce Nessie, poi la posai sul mio letto,
mentre Bella faceva
lo stesso con Ej. Mi allungai per prendere la coperta nello stesso
istante in
cui lo fece Bella, e le nostre mani si sfiorarono, lasciandomi nel
punto
toccato la scossa che solo lei mi provocava. Ma non alzai lo sguardo ai
suoi
occhi, nonostante la voglia immane di farlo, e rimboccai le coperte ai
bambini.
Lasciai a entrambi un bacio sulla fronte, promettendogli mentalmente
che sarei
tornato tra poco. Bella fece lo stesso, mormorando un ‘ci vediamo
domani’. Mi
seguì giù di nuovo. La sua vicinanza mi faceva impazzire. Non solo la
pressante
voglia di baciarla e stringerla era tornata, ma era anche fronteggiata
da
quella di scappare via, per non incrociare mai i suoi occhi. Per non
dirle la
verità.
- Ma
poi, di che mi
preoccupavo? Non stavamo più insieme, dopotutto, no?