Di solito sono contraria ai bagni lunghi e lenti…non mi sento pulita dopo essere stata ammollo per ore,ma oggi ho scoperto di essermi gravemente sbagliata. Le posizioni che preferisco tenere sotto il getto dell’acqua sono molto dinamiche o in piedi per farmi scorrere la corrente addosso,oppure seduta a gambe incrociate per sentire il picchiettio indefinito delle gocce sulla schiena. Ma ieri notte in preda a un delirio di lacrime mi sono lasciata scivolare in una vasca piena di acqua bollente.. porto ancora le scottature della mia meravigliosa avventura: saranno state le 4 di mattina quando mi alzo di scatto dal letto,piangente,ancora distrutta per le pesanti giornate trascorse nell’attesa del riposo notturno che,pero,non arriva mai… le mie notti sono un susseguirsi di incubi,pianti e lamenti... l’acqua di quella atroce serata bruciava sulla pelle,l’arrossava e mi faceva scorrere brividi di dolore lungo tutto il corpo,ma dopo poco sono riuscita ad abituarmi e nel silenzio più assoluto scivolo sempre più in basso fino a essere quasi completamente sommersa. Mantengo le ginocchia,i gomiti e il profilo del viso fuori dall’acqua che raffreddandosi al contrario del resto del corpo mi tengono sveglia e viva. Sola nel mio bianco bagno ascolto i rumori notturni:il mio respiro ,il battito cardiaco sempre più pesante e forzato e lo scaldabagno. Se premo con le scapole sul fondo della vasca sento precisamente i colpi cardiaci,questi sono i bei giochetti che si possono fare con la bassa pressione. Gioco a trattenere il respiro e chiudere gli occhi,la fastidiosa presenza luminosa della mia lampada al neon mi spingere ad abbassare le palpebre e per un lungo momento cerco di annullare tutti i miei sensi eccezion fatta per l’udito. Questo percepisce tutti i suoni attutiti dalla sua strategica posizione. Mi sento inutile e superflua. Se smettessi di respirare cosa cambierebbe in questa perfezione notturna? Sto vivendo i miei giorni solo per arrivare ai miei domani e questi, al loro arrivo,si presentano più neri e ancora più distruttivi dei presenti. Capisco Leopardi con la sua donzelletta,capisco finalmente l’attesa della festa…ho lavorato per un futuro che mi sta deludendo,sto continuando a lavorare...ma per cosa?cosa attendo con tanta ansia? cosa mi spinge a sbrigarmi?cosa?io voglio andare lenta… È questo mio desiderio di tranquillità emotiva ,credo,che mi ha fatto provare quello che ho conosciuto l’altra notte:improvvisamente durante una delle mie statiche riflessioni subacquee ho sentito il tempo completamente fermo intorno a me. Quella sensazione che tentano di imitare i film:io ero in grado di muovermi ma il resto del mondo completamente bloccato,anche lo scaldabagno ha smesso per un attimo di vibrare…meraviglioso…neanche nei rapporti fisici credo di aver mai sperimentato una sensazione simile. Potere,assoluta concezione dello spazio intorno a me,come e potessi sentire l’acqua pressare su ogni punto della mia pelle,incapacità di muovermi,bloccata da una presenza molto più forte.Pella mia mente ho percepito l’orgasmo e l’ho imitato in tutte le sue caratteristiche, involontariamente. Sentendo la lacca bianca che riveste la vasca sciogliersi e diffondersi nell’acqua,le unghie sembravano staccarsi cosi come i capelli… Ho chiuso nuovamente gli occhi .Quel pathos non è terminato:ha continuato a farmi fremere chiusa nella mia gabbia umida con tutti gli arti tesi nella concentrazione e nello sforzo di percepire e provare una frenesia disordinata di sentimenti. Non è stata una cosa carnale e neanche voluta,lo giuro. Mi sento Manuel. Non ho idea di quanto io sia restata nella mia vasca, ma sta di fatto che li ho riaperti solamente quando l’acqua si era ormai gelata e la percezione finita...