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Autore: SixLeeMunster    21/12/2010    1 recensioni
Chi sono i biomeccanici?? E chi è Fenn Razor?? Qual'è il suo passato?? Perchè è così importante?? Da dove derivano i suoi poteri?
Genere: Dark, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Giorno 10: Un amaro segreto
 
 
Fenn si svegliò di colpo: erano le tre e sei, ma si alzò ugualmente, senza svegliare Alex che dormiva beatamente sotto le coperte di lino, nuda e bellissima.
Strisciò al piano di sotto, sentendo una strana e malvagia presenza che gli pareva famigliare.
Prese una mazza da baseball e scattò nel salotto, dove trovò solo Turbo e Mousse, il suo piccolo siamese che lo aveva seguito fino a casa qualche giorno prima, che dormivano nella loro cuccia.
Si rilassò dalla tensione che aveva accumulato nel scendere le scale e si avviò in cucina: aprì il frigo e cercò qualcosa di altamente alcolico.
Trovò il suo più grande amore, dopo Alex, ovviamente, il Jack Daniel e ne versò un bel po’ in un bicchiere.
Il superalcolico andava giù che era una meraviglia, ma qualcosa ancora lo manteneva all’erta, anche se no spiegarsi che cosa.
-Fenn…-
Riconosceva quella voce e quella puzza di zolfo che ora impregnava quella stanza.
-Cosa cazzo ci fai in casa mia?- Rispose Fenn con brutalità e rabbia.
Lux apparve davanti a lui, appoggiato al ripiano della cucina con quella sua faccia da schiaffi, sorridente e divertito.
“Mi chiedevo come stesse il mio gemello sfigato… A quanto pare, decisamente bene, dato che ti sbatti una tra le più belle donne del mondo e tracanni alcol a tutto spiano. Chissà cosa succederebbe se sparissi.”
Fenn cercò di colpirlo con un pugno, ma invano perché Lux scomparve e apparve dietro di lui, scaricandogli una violenta scossa elettrica nel corpo, tanto da tramortirlo,
“Voglio fare questo esperimento, che ne dici, fratellino?”
 
 
Alex si alzò, intontita dal sonno e dai mille orgasmi che aveva provato, e si diresse in bagno, senza dare troppa importanza alla mancanza di Fenn.
Prese il telefono mentre si pettinava e lo cercò, ma rispondeva solo la segreteria telefonica: “Dannazione! Oggi vengono i miei e non mi risponde nemmeno… Quando torna…”
Turbo si presentò con la collanina di Fenn in bocca, mostrandola alla padroncina, scodinzolante.
Lei la prese in mano, ricordandosi che Fenn non se la toglieva mai, il che la preoccupò assai.
“Turbo… Tu sai dov’è Fenn?” Fissò il cane, in preda al panico.
Il mastino la portò giù, in cucina: sul pavimento c’era qualche chiazza di sangue e n odore pestilenziale di zolfo.
Alex ne fu certa: quella era la firma di Lux; senza perdere tempo, prese la moto e si diresse alla base, dove Rebel guardava la tv e seguiva i corsi di Fitness sulla Wii.
“Rebel… E’ un’emergenza.”
“Non ora, sto facendo un esercizio complicatissimo, mi serve concentrazione.”
“Rebel è una questione di vita o di morte!!!” Strillò Alex, isterica.
“La marijuana si sta estinguendo?”  sbarrò gli occhi, quasi sull’orlo di piangere.
“No, peggio… Lux ha rapito Fenn!” Alex era in una crisi di pianto, non riusciva a calmarsi.
Rebel urlò: “Ragazzi, codice rosso! Abbiamo una missione che richiede la presenza di tutta la squadra.”
Francis, Beauty, Emme, Valentine e Nykyta in un lampo si diressero nel punto in cui Rebel e Alex li avevano chiamati.
“Che succede per chiamare codice rosso?” Chiese Nykyta.
Fece capolino, di lì a poco, anche Blanc.”Ciao cognata!!!” Ma non fu tanto più sorridente quando seppero la notizia.
“E’ impossibile entrare nella base di Lux… Sono sei livelli, e tutti con delle prove mortali da superare.” Beauty per poco non svenne.
“Per non parlare di tutte le creature feroci che tiene a guardia dei livelli.” Continuò Emme.
“Ma stiamo parlando di Fenn…” Blanc era preoccupata all’idea di suo fratello torturato e messo in catene.
“Ci dovremo munire di armi e armature speciali per un’impresa del genere.” Calcolò il Doc.
“Io non credo…” Se ne venne fuori Francis che era il più deciso ad affrontare tale missione: “In officina abbiamo il nostro bel furgone per le missioni impossibili, dentro c’è ogni tipo di arma che ci possa servire. Comunque, chi vuole venire, venga con me. Io, per il mio capo, mi butto anche nel fuoco se devo.”
Alla fine, Francis convinse tutta la squadra a partire.
Il furgone era enorme, bianco e azzurro: dentro conteneva qualsiasi tipo di equipaggiamento di armi.
“Ma dove l’hai comprata tutta questa roba?” Ne uscì Rebel a bocca aperta.
“Sono stato nell’esercito, in Iraq, da lì ho imparato a fabbricarmi armi e automezzi.” Li osservò: “Bene, salite che partiamo.”
 
 
 
Fenn si svegliò: aveva una forte emicrania e il corpo tutto indolenzito per le forti scosse elettriche.
A polsi, delle catene di Uranio lo stavano indebolendo sempre di più.
Lux fischiettava un motivetto allegro e moderno, osservando una frusta uncinata che aveva tra la sua collezione di armi.
“Dove… Siamo?” Sbiascicò Fenn, con poche forze in corpo.
“Nella mia suite di dieci livelli, caro fratello. Questa è la stanza dei divertimenti, capirai presto perché!” Fece schioccare la frusta che si conficcò nel petto di Fenn, lacerandogli le carni: “Questa l’hanno utilizzata i pretori romani per giustiziare il nostro amico Gesù Cristo superstar, che te ne pare?”
Il biondino urlò di dolore, sentendo le membra staccarsi da lui.
“Devo dedurre di sì.” Prese una boccetta e ne leccò la fialetta: “Il mio preferito, l’acido demoniaco.”
“Vaffanculo!” Sbottò Fenn contro la sua parte oscura.
Lux versò la fialetta sulla spalla di Fenn, riducendola all’osso, divertendosi.
“Ti ho detto che è la stanza dei giochi.” Rise Lux, saltellando come un matto.
“Fottiti, Lux! Puoi uccidermi, non me ne frega. L’importante è che lasci stare Alex.”
“Oh… No, io penso che me la sbatto quella puttanella.”
“E come credi di fare? Lei sa riconoscerti…”
“Numero uno: io sono più figo di te. Numero due: dimentichi che io sono il diavolo! Posso trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia.”
Fenn sbarrò gli occhi: “Non osare nemmeno pensarlo, io ti ammazzo!”
“Ridotto in quelle condizioni, non uccideresti nemmeno una formica. E poi, lo sappiamo entrambi… Un giorno, io e te, ci riuniremo.”
“Cosa?”
“Già… Diventeremo una cosa sola, ritorneremo a essere Luxifenn… I 4 cavalieri dell’Apocalisse ci faranno un culo grande come una casa e ci incateneranno nell’oblio per mille anni. Sei destinato a perdere tutti quelli che ami.”
“Perché sono qui, Lux?”
“Perché voglio accorciare i tempi. Voglio godermi un po’ della tua vita, capisci?”
“Ma se tu sei più figo di me, perché vuoi la mia vita?”
“Perché… Tu hai Alex! Ma non voglio quell’odiosa puttanella, io desidero lei perché potrò ritrovare Unknow.”
“Quindi tu…Vuoi far tornare Unknow?”
“Sei intelligente, bravo!”
“Ma così ucciderai Alex!”
“Mi stai sorprendendo fratello, complimenti, migliori ogni momento che passa!”
“No, non oserai…”
“E qui mi cadi in basso… Io oso perché sono il male!”
 
 
 
Ci vollero circa sette giorni per arrivare a Las Vegas, ma, alla fine, arrivarono davanti al grande Casinò “Le Piramidè”.
“Bene… Ora sì che servirebbero un paio di mutande pulite.” Disse Nykyta osservando il cupo casinò con un po’ di timore.
“Voi due restate qua fuori a controllare le nostre mosse, noi entriamo!” Disse Alex, mentre Francis la imbragava di tuta e armi.
Rebel montò sul suo Skate che diventò volante, ad azoto: “Grazie, Doc, Ora va meglio”
Valentine sorrise e chiuse il portellone del furgone, accendendo le telecamere e i computer.
“Contatto attivato, Francis.” Parlò Nykyta nel microfono.
Francis si lanciò dentro al casinò seguito da tutta la squadra.
 

 

  
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