- Giorno 10: Un amaro segreto
- Fenn
si svegliò di colpo: erano le tre e sei, ma si alzò ugualmente, senza svegliare
Alex che dormiva beatamente sotto le coperte di lino, nuda e bellissima.
- Strisciò
al piano di sotto, sentendo una strana e malvagia presenza che gli pareva
famigliare.
- Prese
una mazza da baseball e scattò nel salotto, dove trovò solo Turbo e Mousse, il
suo piccolo siamese che lo aveva seguito fino a casa qualche giorno prima, che
dormivano nella loro cuccia.
- Si
rilassò dalla tensione che aveva accumulato nel scendere le scale e si avviò in
cucina: aprì il frigo e cercò qualcosa di altamente alcolico.
- Trovò
il suo più grande amore, dopo Alex, ovviamente, il Jack Daniel e ne versò un
bel po’ in un bicchiere.
- Il
superalcolico andava giù che era una meraviglia, ma qualcosa ancora lo
manteneva all’erta, anche se no spiegarsi che cosa.
- -Fenn…-
- Riconosceva
quella voce e quella puzza di zolfo che ora impregnava quella stanza.
- -Cosa cazzo ci fai in
casa mia?-
Rispose Fenn con brutalità e rabbia.
- Lux
apparve davanti a lui, appoggiato al ripiano della cucina con quella sua faccia
da schiaffi, sorridente e divertito.
- “Mi
chiedevo come stesse il mio gemello sfigato… A quanto pare, decisamente bene,
dato che ti sbatti una tra le più belle donne del mondo e tracanni alcol a
tutto spiano. Chissà cosa succederebbe se sparissi.”
- Fenn
cercò di colpirlo con un pugno, ma invano perché Lux scomparve e apparve dietro
di lui, scaricandogli una violenta scossa elettrica nel corpo, tanto da
tramortirlo,
- “Voglio
fare questo esperimento, che ne dici, fratellino?”
- Alex
si alzò, intontita dal sonno e dai mille orgasmi che aveva provato, e si
diresse in bagno, senza dare troppa importanza alla mancanza di Fenn.
- Prese
il telefono mentre si pettinava e lo cercò, ma rispondeva solo la segreteria
telefonica: “Dannazione! Oggi vengono i miei e non mi risponde nemmeno… Quando
torna…”
- Turbo
si presentò con la collanina di Fenn in bocca, mostrandola alla padroncina,
scodinzolante.
- Lei
la prese in mano, ricordandosi che Fenn non se la toglieva mai, il che la
preoccupò assai.
- “Turbo…
Tu sai dov’è Fenn?” Fissò il cane, in preda al panico.
- Il
mastino la portò giù, in cucina: sul pavimento c’era qualche chiazza di sangue
e n odore pestilenziale di zolfo.
- Alex
ne fu certa: quella era la firma di Lux; senza perdere tempo, prese la moto e
si diresse alla base, dove Rebel guardava la tv e seguiva i corsi di Fitness
sulla Wii.
- “Rebel…
E’ un’emergenza.”
- “Non
ora, sto facendo un esercizio complicatissimo, mi serve concentrazione.”
- “Rebel
è una questione di vita o di morte!!!” Strillò Alex, isterica.
- “La
marijuana si sta estinguendo?” sbarrò
gli occhi, quasi sull’orlo di piangere.
- “No,
peggio… Lux ha rapito Fenn!” Alex era in una crisi di pianto, non riusciva a
calmarsi.
- Rebel
urlò: “Ragazzi, codice rosso! Abbiamo una missione che richiede la presenza di
tutta la squadra.”
- Francis,
Beauty, Emme, Valentine e Nykyta in un lampo si diressero nel punto in cui
Rebel e Alex li avevano chiamati.
- “Che
succede per chiamare codice rosso?” Chiese Nykyta.
- Fece
capolino, di lì a poco, anche Blanc.”Ciao cognata!!!” Ma non fu tanto più
sorridente quando seppero la notizia.
- “E’
impossibile entrare nella base di Lux… Sono sei livelli, e tutti con delle
prove mortali da superare.” Beauty per poco non svenne.
- “Per
non parlare di tutte le creature feroci che tiene a guardia dei livelli.”
Continuò Emme.
- “Ma
stiamo parlando di Fenn…” Blanc era preoccupata all’idea di suo fratello
torturato e messo in catene.
- “Ci
dovremo munire di armi e armature speciali per un’impresa del genere.” Calcolò
il Doc.
- “Io
non credo…” Se ne venne fuori Francis che era il più deciso ad affrontare tale
missione: “In officina abbiamo il nostro bel furgone per le missioni
impossibili, dentro c’è ogni tipo di arma che ci possa servire. Comunque, chi
vuole venire, venga con me. Io, per il mio capo, mi butto anche nel fuoco se
devo.”
- Alla
fine, Francis convinse tutta la squadra a partire.
- Il
furgone era enorme, bianco e azzurro: dentro conteneva qualsiasi tipo di
equipaggiamento di armi.
- “Ma
dove l’hai comprata tutta questa roba?” Ne uscì Rebel a bocca aperta.
- “Sono
stato nell’esercito, in Iraq, da lì ho imparato a fabbricarmi armi e
automezzi.” Li osservò: “Bene, salite che partiamo.”
- Fenn
si svegliò: aveva una forte emicrania e il corpo tutto indolenzito per le forti
scosse elettriche.
- A
polsi, delle catene di Uranio lo stavano indebolendo sempre di più.
- Lux
fischiettava un motivetto allegro e moderno, osservando una frusta uncinata che
aveva tra la sua collezione di armi.
- “Dove…
Siamo?” Sbiascicò Fenn, con poche forze in corpo.
- “Nella
mia suite di dieci livelli, caro fratello. Questa è la stanza dei divertimenti,
capirai presto perché!” Fece schioccare la frusta che si conficcò nel petto di
Fenn, lacerandogli le carni: “Questa l’hanno utilizzata i pretori romani per
giustiziare il nostro amico Gesù Cristo superstar, che te ne pare?”
- Il
biondino urlò di dolore, sentendo le membra staccarsi da lui.
- “Devo
dedurre di sì.” Prese una boccetta e ne leccò la fialetta: “Il mio preferito,
l’acido demoniaco.”
- “Vaffanculo!”
Sbottò Fenn contro la sua parte oscura.
- Lux
versò la fialetta sulla spalla di Fenn, riducendola all’osso, divertendosi.
- “Ti
ho detto che è la stanza dei giochi.” Rise Lux, saltellando come un matto.
- “Fottiti,
Lux! Puoi uccidermi, non me ne frega. L’importante è che lasci stare Alex.”
- “Oh…
No, io penso che me la sbatto quella puttanella.”
- “E
come credi di fare? Lei sa riconoscerti…”
- “Numero
uno: io sono più figo di te. Numero due: dimentichi che io sono il diavolo!
Posso trasformarmi in qualsiasi cosa io voglia.”
- Fenn
sbarrò gli occhi: “Non osare nemmeno pensarlo, io ti ammazzo!”
- “Ridotto
in quelle condizioni, non uccideresti nemmeno una formica. E poi, lo sappiamo
entrambi… Un giorno, io e te, ci riuniremo.”
- “Cosa?”
- “Già…
Diventeremo una cosa sola, ritorneremo a essere Luxifenn… I 4 cavalieri
dell’Apocalisse ci faranno un culo grande come una casa e ci incateneranno
nell’oblio per mille anni. Sei destinato a perdere tutti quelli che ami.”
- “Perché
sono qui, Lux?”
- “Perché
voglio accorciare i tempi. Voglio godermi un po’ della tua vita, capisci?”
- “Ma
se tu sei più figo di me, perché vuoi la mia vita?”
- “Perché…
Tu hai Alex! Ma non voglio quell’odiosa puttanella, io desidero lei perché
potrò ritrovare Unknow.”
- “Quindi
tu…Vuoi far tornare Unknow?”
- “Sei
intelligente, bravo!”
- “Ma
così ucciderai Alex!”
- “Mi
stai sorprendendo fratello, complimenti, migliori ogni momento che passa!”
- “No,
non oserai…”
- “E
qui mi cadi in basso… Io oso perché sono il male!”
- Ci
vollero circa sette giorni per arrivare a Las Vegas, ma, alla fine, arrivarono
davanti al grande Casinò “Le Piramidè”.
- “Bene…
Ora sì che servirebbero un paio di mutande pulite.” Disse Nykyta osservando il
cupo casinò con un po’ di timore.
- “Voi
due restate qua fuori a controllare le nostre mosse, noi entriamo!” Disse Alex,
mentre Francis la imbragava di tuta e armi.
- Rebel
montò sul suo Skate che diventò volante, ad azoto: “Grazie, Doc, Ora va meglio”
- Valentine
sorrise e chiuse il portellone del furgone, accendendo le telecamere e i
computer.
- “Contatto
attivato, Francis.” Parlò Nykyta nel microfono.
- Francis
si lanciò dentro al casinò seguito da tutta la squadra.