Dopo un’infinità di tempo finalmente riesco ad aggiornare!
Scusate il ritardo ma ho dovuto dare un esame due giorni fa (poco prima di
Natale, una tristezza assoluta! -_-) che mi ha tenuta molto impegnata! Ora che
però me lo sono finalmente tolto di mezzo sono in vacanza per un po’!^^ Quindi
non vi annoio oltre e passo subito al capitolo, che è l’ultimo del remake! Dal
prossimo inizieranno gli inediti!!^^
***
Le
origini
Rei continuava a
tenere i suoi occhi dorati fissi davanti a sé. Contemplava l’acqua limpida e
immutabile, quasi sembrava non scorresse, su cui la zattera scivolava
silenziosa. Era stata una fortuna trovare quella chiatta abbandonata sulla riva
del fiume, e per di più in buone condizioni. Almeno così si erano risparmiati
di camminare ed avevano evitato di inoltrarsi nel folto delle foreste che
quella terra offriva, con il rischio di perdersi; anche se forse si erano già
persi.
Non avevano la
minima idea di dove si trovavano e per di più gran parte dei loro compagni non
c’era. L’unica cosa che sapevano era che si erano improvvisamente risvegliati
in quel posto sconosciuto, dal cielo rosso, dai numerosi boschi, e privo di
forme di vita umane, a parte loro: la squadra dei Baiuhuzu
e il professor Kappa. Sei persone, sei ragazzi in
balia di quello che poteva essere un sogno affascinante, o un terrificante
incubo.
-Rei…secondo te dove ci stiamo
dirigendo?- gli domandò il Professore.
-Non lo so- rispose
con un sospiro, senza staccare gli occhi dall’orizzonte. Sapeva di dover essere
preoccupato per la situazione in cui si trovavano, ma stranamente non lo era.
In lui regnava una strana sorta di rassegnazione, come quando si conosceva il
proprio destino e si era consapevoli di non poter far niente per cambiarlo.
Non ne conosceva il motivo ma era certo che fosse quel posto a procuragli quella
sensazione. Quell’acqua calma, quel cielo
inquietante, quegli alberi tutti uguali l’uno all’altro, quel senso di atemporalità. Non aveva mai visto quel luogo prima, eppure
era come se ci fosse già stato.
-Secondo voi gli
altri stanno bene?- chiese Mao preoccupata.
Quella domanda
riscosse il blader della Tigre Bianca dai suoi
pensieri. Si voltò verso la ragazza, che seduta a gambe incrociate osservava
distrattamente le venature del legno della zattera.
-Noi stiamo bene
quindi…si presuppone che stiano bene anche loro- le rispose
il fratello, anche se non del tutto convinto.
Il silenzio che
infestava quella terra anonima si fece largo anche tra i presenti per un
momento che parve interminabile. Fu Rei a romperlo all’improvviso.
-Dobbiamo trovarli-
dichiarò conciso, senza aggiungere altro.
-Già- fece eco il
Prof. –Ma come facciamo? Non sappiamo nemmeno noi dove
siamo!-
Il cinese si voltò,
dando le spalle ai suoi compagni, tornando ad osservare il percorso del fiume
che scorreva sotto di loro.
Quel grande corso
d’acqua prima o poi avrebbe dovuto sfociare da qualche
parte, in un lago, in un mare…o sarebbe anche potuto continuare all’infinito,
per quanto ne sapevano. E a quel punto che cosa ne sarebbe stato di loro?
-Ehi! Guardate
laggiù! Che cos’è?- esclamò Kiki.
Rei indirizzò lo
sguardo nella direzione indicata dal ragazzino. Strinse gli occhi per meglio
mettere a fuoco l’immagine. In lontananza, verso l’entroterra, sorgeva una
strana costruzione. Non avrebbe saputo dire quanto grande fosse in realtà, la
prospettiva poteva ingannare la vista su quelle che in realtà erano le sue vere
dimensioni. Ma sicuramente aveva una forma allungata, un rettangolo con la base
più estesa dell’altezza che sembrava essere scandita da delle colonne: un
porticato probabilmente.
-Questo è
fantastico!- strepitò il Professore, con un’enfasi che non venne
compresa dai compagni.
-Mah…non mi sembra granché…le colonne sono tutte ricoperte di edera, e
sembrano anche piuttosto malridotte- dichiarò Mao.
-Non mi riferivo a
quello! Intendevo dire che qualcuno deve pur aver
costruito quel porticato, no? Questo significa che non siamo capitati in un
posto completamente isolato dal mondo! Possiamo chiedere aiuto!- spiegò.
-Se mai riusciremo
ad incontrare qualcuno…- disse Lai, in vena di pessimismo.
-Non essere così
negativo!- esclamò Rei.
-Io non ti capisco
Rei…come fai ad essere così tranquillo?-
La domanda
dell’amico lasciò il ragazzo senza parole. –Non lo so- fu
infatti tutto ciò che gli rispose. Ed era la verità. Quel luogo gli dava
un senso di estranea tranquillità…quasi di familiarità avrebbe osato dire.
-Ma che senso ha
costruire un colonnato addossato ad un montagna?-
chiese Kiki, non capendo l’architettura di quello
strano edificio.
-E’ l’entrata di un tempio- rispose il blader della Tigre Bianca, meccanicamente, come se non
avesse dovuto affatto pensarci. –Il tempio si trova dentro quella montagna-
-Scusa, ma tu come
lo sai?-
La sua risposta
aveva lasciato tutti sorpresi.
-Io…io non…-
biascicò, portandosi le mani alle tempie. Chiuse gli occhi, improvvisamente si
sentiva la testa scoppiare.
-Rei? Rei, stai
bene?- gli domandò Mao, preoccupata.
La voce della
ragazza fu l’ultima cosa che sentì prima di vederla: un’immagine, un flash si
proiettò nella sua mente.
C’era una stanza,
grande, molto grande. E al centro di essa una figura
dominava la scena. Una figura dai tratti femminili, un volto dai lineamenti
perfetti, occhi chiarissimi e capelli del colore dell’argento.
-Rei?-
Il cinese riaprì gli
occhi e immediatamente quell’immagine sparì,
portandosi via anche il dolore alla testa.
-Rei! Che cosa è
successo?-
Spostò lo sguardo
sui suoi amici che lo fissavano in ansia.
-No…niente- si
limitò a rispondere. –Non è successo niente…credo- la sua espressione tradiva
però le sue parole. Ma comunque non avrebbe saputo spiegare ciò che gli era
capitato. Era stata una specie di visione, come un sogno o…un ricordo.
Ma come era
possibile?
*
-Come sta il tuo
braccio?-
Kai aprì gli occhi, limitandosi a
spostarli sulla persona che gli aveva rivolto quella domanda. Yuri, appoggiato con la schiena al tronco di un albero, lo
squadrava dall’alto.
-Bene- gli rispose, telegrafico come al suo
solito, senza muoversi di un centimetro. Sdraiato sull’erba, le braccia
incrociate dietro la testa, lasciava al vento di scompigliarli dolcemente i
capelli sulla fronte.
Avevano deciso di
fermarsi a riposare prima di riprendere il cammino, erano troppo stanchi per
proseguire con la ricerca dei loro compagni. Probabilmente era sera, ma non
potevano dirlo con certezza; il cielo infatti era
sempre tinto da quel particolare color sangue di provenienza incerta. Non gli
sembrava infatti di aver mai intravisto il sole da
quando si erano risvegliati in quel posto senza nome. Oltretutto i loro orologi
avevano smesso di funzionare. Pareva davvero di trovarsi al di fuori del tempo
e dello spazio.
-Certo…guarirei in
fretta anche io se avessi qualcuno che si prendesse tanta cura per me- fece il
rosso con una punta di ironia nella voce.
L’espressione di Kai cambiò. Da impassibile che era si fece incerta. –Che intendi?- gli chiese, le sopracciglia appena aggrottate.
-Sai benissimo a
cosa mi riferisco- dichiarò l’altro. Il velo di malizia con cui pronunciò
quella frase fece irritare non poco il blader
dell’Aquila Rossa.
Lo sguardo del
capitano della Neoborg saettò a nemmeno una decina di
metri di distanza da loro. Il suo compagno di squadra fu costretto a seguirlo,
incontrando il profilo di una persona che conosceva bene.
-E allora?- ribatté Kai, senza però staccare gli occhi da Hilary,
seduta accanto a Takao.
-Vi preoccupate
l’uno per l’altra…che carini!-
Il ragazzo si levò a
sedere, scocciato, puntando le sue iridi ametista in quelle
color ghiaccio di Yuri, che lo fissava con un
ghigno divertito sulle labbra. Lo stava volontariamente provocando.
-Ti sbagli, io non
mi preoccupo…che mi importa!-
-Già…in fondo oggi
hai solo rischiato la tua vita per salvare la sua- il rosso si staccò
dall’albero infilandosi le mani in tasca. –Proprio non ti importa!- ridacchiò,
prima di dargli le spalle e allontanarsi, lasciandolo da solo.
Kai tornò a sdraiarsi sull’erba,
riflettendo sulle parole del compagno…che ne sapeva Yuri?
Infastidito si girò
di lato e senza accorgersene il suo sguardo si estese di nuovo sulla brunetta,
che si era preoccupata di fasciargli il braccio.
Gli tornò in mente
la scena di poco prima, quando la sua guancia era venuta a contatto con la
freschezza delle labbra di lei. Non sapeva spiegare esattamente cosa aveva
provato in quel momento ma uno strano brivido gli aveva
attraversato la schiena, come una scossa elettrica. E non aveva potuto far
niente per fermarlo. Così come non aveva dovuto far niente per salvarla, quando
stava cadendo nel precipizio. Il suo corpo si era mosso indipendentemente dalla
sua volontà. L’istinto di proteggerla aveva prevalso su tutto il resto.
Preoccuparsi per
qualcuno e avere qualcuno che si preoccupava per lui. Chiuse gli occhi, un
lieve sorriso a increspargli le labbra. Tutto sommato non era così male…
Intanto, a poca
distanza, Hilary non riusciva a darsi pace per quello
che aveva fatto. Aveva baciato Kai…certo, sulla
guancia, ma era stato pur sempre un bacio. Come le era saltato in mente? Adesso
non era del tutto certa di avere ancora il coraggio di
guardarlo in faccia. Si sentiva in imbarazzo, eppure una parte di lei non
riusciva a pentirsi di averlo fatto. Per un attimo aveva potuto sentire il
buonissimo profumo della pelle del ragazzo che amava.
Gettò una rapida
occhiata verso il russo, sembrava stesse dormendo. Pareva che il braccio non
gli causasse particolari problemi. Sospirò sollevata continuando a fissare il
suo viso.
-Non dovresti
preoccuparti- una voce al suo fianco la riscosse
all’improvviso.
-Come?- fece
confusa, voltandosi verso Takao.
-Ho detto che non
dovresti preoccuparti…per Kai…lui se la cava sempre-
Hilary abbassò lo sguardo a terra. Forse il
suo amico non aveva tutti i torti, Kai se l’era
sempre cavata, anche nelle situazioni più difficili.
-E poi mi sembra che
tu abbia fatto un buon lavoro da crocerossina- aggiunse, particolarmente
sarcastico, riferendosi alla fasciatura del russo.
La brunetta spostò
nuovamente l’attenzione sul blader, stupita.
-Mi chiedo se per me
avresti fatto lo stesso-
La ragazza spalancò
la bocca, indecisa su cosa dire. Non capiva dove volesse arrivare. Vide Takao abbassare la testa, in modo che i capelli coprissero
i suoi occhi, celando la sua espressione.
-Se non ti
conoscessi direi quasi che sei geloso- disse.
-Figurati- replicò
il moretto, muovendo la mano come a voler scacciare quell’ipotesi.
-Mi accontento di
sapere che almeno in un altro mondo ho qualche possibilità con te- aggiunse
poi, riferendosi a Dark Takao e Dark Hilary, senza guardarla in faccia.
La brunetta continuò
a fissarlo stranita. Non riusciva a capire se stesse parlando sul serio oppure
stesse semplicemente scherzando. Il suo tono di voce era indecifrabile.
*
Il vecchio Ohirin si sedette a terra, a gambe incrociate, al centro
perfetto del piccolo tempio. Poggiò il bastone sul pavimento, di fronte a lui,
e sollevò gli occhi sui suoi ospiti.
I ragazzi lo
guardavano in silenzio, in attesa che cominciasse a
parlare. Aveva detto di voler raccontare una storia…la storia di Saal. Avevano già sentito questo nome, veniva
citato nei documenti che Josh aveva trovato su
Internet, in quella che doveva essere la prefazione de “L’Antico Codice”. Non
poteva trattarsi di una coincidenza, non dopo tutto
quello che avevano visto e passato ultimamente. Forse si sarebbe finalmente
giunti ad una svolta.
Il capo villaggio si
schiarì la gola, cominciando a parlare.
-Mille anni fa il
nostro mondo fu attraversato da una terribile guerra. Una guerra che rischiò di
portare all’estinzione di Saal e di ridurre in schiavitù tutti i suoi abitanti; Moor,
l’altro grande regno del nostro mondo, patria delle tenebre, voleva dominare
incontrastato su tutte le terre.
Il re di Saal scese in campo a fianco del suo esercito, guidandolo
nella battaglia, pur sapendo di avere ben poche speranze contro l’armata di Moor, che non era mai stata così potente come allora-
Ohirin fece una pausa e sospirò stanco, quasi
come raccontare quella storia fosse una fatica fisica, quasi come avesse le immagini di quella guerra davanti agli occhi e
stesse combattendo lui stesso, nonostante si riferisse ad un passato tanto
lontano da sembrare irreale.
-Nonostante tutto
non volle mai abbandonare la speranza…anche se questo
gli costò la vita- continuò il vecchio capo villaggio. –Il re morì in quella
che fu chiamata la “Battaglia d’inverno”. Da quel momento in poi le cose per Saal andarono di male in peggio. Moor
penetrò nel nostro regno, cominciando a prendere tutto quello che gli capitava
a tiro: terre, case, animali…persone, che ridussero come schiavi del regno
delle tenebre, strappandogli la volontà, strappandogli l’anima-
-Strappandogli
l’anima?- domandò Daichi, totalmente preso dalla
storia.
-Li fecero diventare
come loro- spiegò Ohirin. –Esseri apatici, malvagi,
che rispondevano solo agli ordini di Moor. Ogni
sentimento buono fu cancellato dal loro cuore.
Ma proprio quando Saal stava cominciando a perdere ogni speranza, proprio quando si trovava sull’orlo della resa, una luce
apparve all’orizzonte…i Cavalieri Sacri-
Sentendo fare quel
nome i ragazzi si fecero più attenti.
-I Cavalieri Sacri
discendevano da una nobile e potente stirpe, una stirpe che purtroppo con il
tempo è andata estinguendosi. Mille anni fa rimasero solo in cinque, cinque
giovani in grado di sfruttare un grande potere…quello degli Animali Sacri: un
Drago Azzurro, un Drago Dorato, una Tigre Bianca, una Tartaruga Nera e
un’Aquila Rossa. Essi combattevano insieme ai Cavalieri nei momenti più
critici, accrescendo i poteri dei Cavalieri stessi e delle loro armi-
-Ma sono i nostri
bit-power! Come è possibile?!- esclamarono Max e Daichi all’unisono, a dir poco increduli.
-Quelli che voi
chiamate bit-power sono in realtà gli Animali Sacri, gli stessi che mille anni
fa affiancavano i Cavalieri-
-E come è possibile
che adesso li abbiano loro?- chiese Rick, con il suo
solito scetticismo, ancora indeciso se credere o meno
a quella storia tanto assurda.
-Purtroppo a questo
non so rispondere…ma se ci sono persone in grado di controllare gli Animali
Sacri, allora queste persone devono avere per forza un nesso con i Cavalieri
Sacri-
-Sicché io, te e gli
altri, avremmo un nesso con questi tizi?- domandò Daichi
sottovoce al biondino americano accanto a lui, che si limitò a rispondergli con
un’alzata di spalle. Ne sapeva tanto quanto lui.
-Come continua la
storia?- chiese Emily.
Ohirin le rivolse un gran
sorriso prima di continuare nel suo racconto. –I Cavalieri Sacri avevano
il compito di proteggere il regno, ed erano a servizio della famiglia reale.
Durante la guerra il re di Saal gli affidò il compito
di proteggere sua figlia, la principessa, e di portare con loro “L’Antico
Codice”, per impedire a Moor di venirne in possesso.
Purtroppo però Moor riuscì comunque a sottrarglielo-
-Che cos’ è “L’Antico Codice”?- la domanda sorse spontanea sulle
labbra di Max.
-E’ un libro che scrisse un profeta
vissuto millenni fa. In esso è raccontata la storia di
Saal e Moor dall’origine
dei tempi…ma la parte principale del testo si concentra sulle sue visioni-
-Visioni?-
-Si…Zamerius, l’autore del libro, prevedeva il futuro, un
futuro molto lontano…un futuro che per noi deve ancora venire, ma di cui
purtroppo non sappiamo nulla-
-E per quale
motivo?- lo interruppe Micheal.
-Perché non sappiamo
che fine abbia fatto “L’Antico Codice”, non è stato più ritrovato. Inoltre su
quel libro era stato impresso un sigillo magico, che solo i membri della
famiglia reale o i loro discendenti erano in grado di spezzare-
-Un sigillo- ripeté
Max a bassa voce, quasi come stesse riflettendo con se
stesso. Gli tornò in mente quella volta alla sede della BBA, quando avevano
incontrato i Dark G Revolution per la prima volta. Dopo che Takao
era stato sconfitto dal loro leader, Dark Hilary
aveva pronunciato una strana formula di fronte a “L’Antico Codice”, e sulle
pagine del volume, completamente bianche in precedenza, erano apparse delle
parole come per magia. Forse era quello il sigillo…
-Fu per questo
motivo che Moor, pur essendo venuto in possesso del
libro, non poté farci niente. Non riuscì mai a spezzare il sigillo che l’avvolgeva-
-Ma perché Moor voleva “L’Antico Codice”?- chiese Emily.
-Perché pensava che
in realtà sul libro ci fossero scritti i piani di Saal
per eliminare il regno del male- le rispose Ohirin.
-Che stolti…-
continuò poi, scotendo stancamente la testa. –Luce e tenebre devono convivere e
non cercare di eliminarsi a vicenda. Non possono sussistere l’uno senza
l’altro. Non ha senso parlare di luce quando manca il
buio, e viceversa. E’ per questo che Saal ha
combattuto sempre guerre difensive contro Moor, non è
mai stato il primo ad attaccare-
Il capo villaggio
riprese il suo bastone da terra, e fece leva su di esso
per riuscire ad alzarsi in piedi.
-La guerra
combattuta mille anni fa fu in seguito ribattezzata la “Guerra Sacra”, in onore
dei Cavalieri Sacri. Furono loro a fermare l’avanzata di Moor
e a salvare il nostro amato regno- concluse con un sorriso che per un attimo
gli ringiovanì il volto.
-Ma purtroppo non so
dirvi esattamente come abbiano fatto, mi dispiace. Quella parte della storia
non è giunta fino a noi-
Ohirin sollevò gli occhi al soffitto,
soffermandosi sul dipinto degli Animali Sacri, scrutandolo con grande devozione.
Poi tornò a spostare l’attenzione sui ragazzi.
-Forse…c’è un motivo
se voi che possedete gli Animali Sacri siete giunti fin qui…- disse, fissando
Max e Daichi. Il suo sguardo era colmo di una segreta
speranza.
-Cosa intende?-
domandò il biondino.
L’anziano uomo
attese qualche secondo prima di rispondere, come
stesse riflettendo. –Venite con me…il tempio non è il luogo migliore per
parlare di questo- e con un cenno del capo li invitò nuovamente a seguirlo.
*
-Come sarebbe a dire
che l’aereo è atterrato in orario?!- l’urlo di Josh rimbombò per tutto il corridoio. Ci fu un minuto di
silenzio prima di sentirlo di nuovo parlare:-Va bene,
lasciamo perdere!- sbatté il ricevitore del telefono con tanta forza che per
poco non ruppe l’apparecchio.
Picchiettò le dita
sul tavolo, nervoso e preoccupato. Nemmeno un quarto d’ora prima aveva chiamato
l’albergo dove i ragazzi sarebbero dovuti rimanere durante il loro soggiorno a
Delhi, per assicurarsi che il viaggio fosse andato bene. Ma alla reception gli avevano detto che non erano ancora arrivati.
Nessuno dei diciotto ragazzi era stato registrato, perciò nessuno di loro aveva
messo piede in quell’albergo. Eppure sarebbero dovuti
arrivare da un pezzo.
Cercando di non
perdere la calma aveva quindi chiamato all’aeroporto in cui sarebbero
dovuti atterrare, pensando che potesse esserci stato un ritardo nei
voli, cosa che spesso capitava; anche se in quel caso si sarebbe trattato di un
ritardo davvero grande, troppo.
Ma le sue
aspettative si erano di nuovo rivelate vane: l’aereo proveniente da Tokyo era
atterrato a Delhi in perfetto orario. Allora dove erano finiti sua sorella e i
suoi amici? Potevano essersi persi…eppure c’era qualcosa che gli diceva che non
era così. Quello stesso qualcosa, quella strana sensazione che lo aveva assalito quando i ragazzi avevano deciso di recarsi in
India. Aveva avuto ragione a preoccuparsi.
-Tutto bene?- la
voce di sua madre sbucò insieme a lei nel corridoio.
–Ti ho sentito urlare-
Josh sollevò lo sguardo sulla donna davanti
a lui, rimanendo in silenzio.
-Hilary e gli altri sono arrivati a Delhi?-
domandò, continuando ad asciugare una pentola che si era portata dietro dalla
cucina.
Il ragazzo esitò qualche secondo prima di risponderle. –Certo, è tutto a
posto- si sforzò di sorriderle e sembrarle calmo. Non voleva farla preoccupare,
almeno non finché avesse scoperto cosa era successo. In fondo non era ancora
detto che qualcosa fosse andato storto…o almeno ci sperava.
Si diresse in
salotto a prendere le chiavi della macchina che aveva lasciato sul tavolo.
Sarebbe andato alla sede della BBA, dal presidente Daitenji.
Forse lui sapeva qualcosa in più.
Uscendo passò
davanti al televisore acceso, senza prestare troppa attenzione alla notizia che
il telegiornale straordinario stava trasmettendo: poche ore prima, quattro
vulcani, ognuno in un continente diverso, erano eruttati contemporaneamente,
nello stesso istante. Un fenomeno a dir poco incredibile. Il titolo del comunicato
“
Josh si affrettò ad uscire e raggiunse in
fretta la fine del vialetto, dove era parcheggiata la sua macchina. Stava
infilando la chiave nella portiera, quando sentì una voce dietro di lui che lo
chiamava.
-Ehi, ragazzo!-
qualcuno nell’ombra della via gli faceva cenno di avvicinarsi.
Il ventenne esitò
prima di allontanarsi dall’auto e dirigersi verso quello sconosciuto. Gli ci
volle qualche secondo prima di ricordarsi dove aveva
già visto quella persona.
-Ma lei è…- esordì
stupito, quando gli fu abbastanza vicino. Non poteva crederci. Quel tizio era
lo stesso che aveva incontrato nella biblioteca a San Francisco, quello che gli
aveva dato “L’Antico Codice”.
Il ragazzo non
riuscì nemmeno a completare la frase, tanta era la sorpresa di trovarlo lì,
sotto i suoi occhi, a due passi da casa sua, in Giappone.
-Non c’è più tempo-
gli disse il misterioso uomo dall’età indefinita.
-Come?- esclamò Josh, confuso.
-Bisogna
affrettarsi- continuò, prima di voltargli le spalle e allontanarsi a grandi
passi. I suoi lunghi capelli neri striati di grigio svolazzavano ad ogni suo
movimento.
-Aspetti!- lo chiamò
il giovane, prendendo a rincorrerlo. Girò l’angolo dietro il quale lo
sconosciuto era sparito e…non trovò nulla. Nessun anima camminava per quella
via.
Si guardò intorno
alla sua ricerca. Come era possibile che fosse sparito così all’improvviso,
così come era apparso? E che cosa aveva voluto intendere con quelle parole?
*
-Ehi, ragazzi!- Takao e il suo gruppo si voltarono verso la voce che li
stava chiamando. Videro Max e Daichi corrergli
incontro, entusiasti, seguiti dal resto della squadra degli All
Stars e da un vecchietto dall’aria saggia e stanca.
-Max! Daichi!-
esclamò il capitano dei Bladebreakers come se non
potesse credere ai suoi occhi. Avevano camminato per ore alla ricerca dei loro
compagni senza scorgere anima viva, finché si erano ritrovati in una piccola
valle che sembrava accoglierli come una culla. In
lontananza spiccavano delle costruzioni simili a capanne. Non sapevano di cosa
si trattasse, ma era bastato per convincerli ad
avvicinarsi. E quasi senza accorgersene si erano fermati solo
quando erano entrati in uno spiazzo abbastanza grande circondato da
quello che aveva l’aria di essere un villaggio.
-Che bello! Siete
sani e salvi!- enfatizzò il biondino con la sua solita allegria. Allegria che
aveva ritrovato nel momento in cui Shanda e Keira, le ragazze che avevano salvato nel bosco nonché
nipoti di Ohirin, erano venute ad avvertire il capo
villaggio dell’arrivo di sette sconosciuti.
Max aveva
immediatamente pensato alla possibilità che fossero i
suoi compagni dispersi, e a quanto pareva la sua speranza non si era rivelata
vana.
-Ma voi…che ci fate
qui? Che cosa è successo?- domandò Takao,
ancora scettico. –Ah! Non ci sto capendo niente!- continuò, esasperato.
-Mi sarei stupita
del contrario- ribatté Sunee, atona.
-Hai sempre la
risposta pronta tu, vero?- replicò il moretto, lanciandole uno sguardo
irritato.
-Dai, calmati Takao- Hilary gli poggiò una mano
sulla spalla.
-A dire la verità
nemmeno noi sappiamo cosa ci sia successo esattamente- dichiarò Max. –Ma Ohirin ci ha raccontato
una storia, come dire…particolare- continuò. Forse “particolare” non era la
parola più adatta da utilizzare in quel contesto, ma non sapeva come altro
definire il racconto dell’anziano saggio.
-Ohirin?-
-E’ il capo di questo villaggio- gli
spiegò Daichi indicando l’uomo dalla lunga barba
bianca dietro di loro.
-Ah…- il capitano
dei Bladebreakers lo squadrò perplesso.
Max si voltò verso Ohirin. –Posso?- gli domandò semplicemente. Il capo
villaggio rispose con un lieve cenno del capo, sorridendogli con aria stanca.
Il biondino prese un
profondo respiro. –Preparatevi ragazzi…quella che sto per raccontarvi è una
lunga storia-
***
Ed eccoci alla fine!!! In realtà in
questo capitolo c’era ancora un’altra scena, ma ho preferito toglierla per
modificarla e inserirla nel prossimo in quanto lega meglio con quello che ho in
mente!!^^ Quindi questo capitolo è risultato un po’ più corto degli altri, ma
spero sia stato lo stesso di vostro gradimento!! Aspetto le vostre opinioni
come sempre!! :) A riguardo ringrazio tutti quelli che hanno commentato la
scorsa volta e tutti quelli che leggono! Ho deciso di approfittare della nuova
funzione del sito che permette di rispondere singolarmente alla recensioni,
perciò troverete lì le mie risposte! In genere posto prima il nuovo capitolo e
poi passo a rispondere alla recensioni, quindi…ci risentiamo tra poco! XD
Alla prossima e…buon Natale a
tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!^^