Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    08/12/2005    2 recensioni
Un'altra ff su Maya .... in attesa che la Miuchi si decida a mettere la parola fine a quest'opera ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vuoto, il panico, il pubblico, la sfida. Niente più esisteva di fronte ai suoi occhi. Dal profondo del proprio essere sentì germogliare e fiorire il lei lo spirito della dea.
Rimase immobile, lasciandosi trasportare dai sensi. Lei non esisteva più. Akoya stava nascendo dalla sua anima.
Aveva la percezione del mondo. Sentiva il richiamo dell’anima di Isshin. Le parole e i gesti fluivano come se le fossero appartenuti da sempre.
Non ricordava di averli imparati, non rammentava le prove. Gli elementi del creato sembravano albergare in lei da millenni, in attesa soltanto di essere risvegliati.
Era una dea. Era la dea scarlatta. Invocò Isshin, mentre l’anima gridava il nome di Masumi. Amò Isshin, mentre il cuore implorava Masumi. Morì per Isshin, mentre gli occhi dicevano addio a Masumi.
Si sentì fluttuare, avvertì due braccia calde avvolgerla, udì una voce gridare il suo nome.
Lentamente planò nella realtà e il suo pensiero tornò ad essere vigile. Maya aprì gli occhi stupita dall’incanto dei propri sensi. Il sipario era chiuso. Sakurakoji la strinse tra le braccia congratulandosi con lei.
Un silenzio irreale la avvolgeva. L’interpretazione di Akoya l’aveva incantata e sconvolta, le sensazioni sublimi e terrificanti nello stesso istante, le avevano permesso di afferrare con drammatica oggettività la vastità del proprio amore per Masumi.
Ancora scossa dalle intense emozioni che aveva vissuto, non si era accorta che il pubblico li applaudiva chiamandoli a gran voce. Uscirono, mano nella mano.
Maya fissò Masumi tra gli spettatori. Era sua, la voce dell’anima che aveva gridato il suo nome?
Si chiese se anche lui era stato rapito dalla stessa vibrante emozione o se ciò che aveva udito era stata solo un’illusione.
Masumi la ammirò. Aveva vissuto intensamente l’interpretazione di Maya, provando gioia per la sua appassionante dichiarazione d’amore e precipitando in una angosciante disperazione all’udire le dolorose parole del suo addio.
Sorrise lievemente. Maya aveva dimostrato di essere una grande attrice. Il talento che possedeva era davvero fuori del comune.
Ricordò con estrema chiarezza di avere invocato, con la propria anima, il nome di Maya e, trasfigurato da Akoya, averle dichiarato il proprio amore.

La realtà. Il ritorno fu quanto mai doloroso. Rammentò la signora Tsukikage. Si inchinò più volte per ringraziare il pubblico acclamante. Infine, il sipario si chiuse.
Pregò Sakurakoji di accompagnarla in ospedale. Fuggì quasi, dalla folla in attesa dell’attrice rivelazione.
Nel taxi che la conduceva all’ospedale, Maya pregò per la salute della signora Tsukikage.
I riflettori si erano spenti sulla sua interpretazione e lei non aveva avuto il tempo di interrogarsi sul futuro della dea scarlatta. Inconsapevole della superiorità della propria recitazione, si stringeva nervosamente le mani, nell’attesa di poter vedere la propria insegnante.
Davanti all’imponente ingresso dell’ospedale, scese di corsa dall’auto, incurante della voce di Sakurakoji.
- Maya aspettami, non correre.
Raccolta nei propri tormentati pensieri non sentì alcun suono intorno a sé.
I suoi passi veloci riecheggiarono nel corridoio asettico. Il cuore in gola e il respiro ansimante erano gli unici testimoni della sua angoscia.
Svoltando l’angolo urtò, cadendo, l’uomo che veniva dalla parte opposta.
Due mani ferme la afferrarono sollevandola da terra.
- Tutto bene ragazzina? Il nostro destino è forse quello di scontrarci ogni volta che ci incontriamo?
Il doppio senso delle sue parole era palese. Maya lo allontanò da sé, turbata. Il suo profumo maschile le era penetrato nelle narici acuendole dolorosamente la passione per lui.
- Mi lasci andare signor Hayami! Voglio vedere la signora Tsukikage.
Masumi strinse gli occhi pensieroso. Cercò di calmarsi allontanando i pensieri che lo avevano catturato durante la rappresentazione della dea scarlatta.
- Forse è meglio che ti calmi, ragazzina. Non puoi entrare nella stanza della signora Tsukikage se prima non ti tranquillizzi. Lei ha bisogno di riposare, ora.
- E cosa ne sa lei?
La voce dura di Maya lo colpì come una sferzata. L’aria di sfida che le leggeva negli occhi non lo spaventò.
- Sono appena stato da lei. E’ molto provata e ha bisogno di riposo. Non di una furia che le piombi in camera.
- Lei era dalla signora Tsukikage? E come sta?
Masumi rimase silenzioso. Lo sguardo dolorosamente rassegnato fu più eloquente di qualsiasi parola.
Maya scoppiò in lacrime cercando di scappare. Masumi la afferrò saldamente.
- Fermati! Ragazzina non puoi entrare dalla signora Tsukikage in quello stato. Calmati. Non le sarai di aiuto se ti presenterai con il viso sconvolto.
- Che cosa ne sa lei? Io devo vederla! Non può abbandonarmi ora. Che cosa ne sa lei dei sentimenti di una persona? Lei che pensa solo agli affari! Che cosa vuole?
Masumi accusò il colpo. Maya voleva vedere in lui, l’uomo senza scrupoli? Ebbene, l’avrebbe accontentata.
- Cosa ci faccio qui? Ma è ovvio, io sono qui per affari.
- Io la odio! Le piacerebbe vero, se la signora morisse, così potrebbe impossessarsi finalmente dei diritti della dea scarlatta che insegue da tanto tempo!
- Ragazzina, ormai dovresti sapere che io ottengo sempre ciò che voglio.
Calde lacrime le scesero sulle guance. Com’era possibile che lei amasse un uomo così spietato? Eppure mentre impersonava Akoya era certa di avere udito la sua voce dichiarare di amarla.
- Lei non toccherà la signora Tsukikage. I diritti della dea scarlatta non saranno mai suoi! Io lotterò contro di lei signor Hayami. Lei è proprio senza cuore!
Masumi rimase in silenzio assecondando i pensieri di Maya.
- Se ne vada. Si allontani da qui. Non voglio che la signora Tsukikage abbia a che fare con lei.
Masumi chinò il capo.
- Se è questo, ciò che desideri.
Non aggiunse altro. Le voltò le spalle con aria triste e si allontanò. Maya non ebbe il tempo di riflettere. Aprì la porta ed entrò nella stanza.
Il silenzio era quasi irreale. Gli occhi chiusi e il viso pallido della signora Tsukikage mostravano che era molto provata. Sembrava che stesse dormendo, ma socchiuse gli occhi quando Maya le si avvicinò.
Il cuore stanco e malato le consentiva di parlare con grande fatica.
- Maya mi dispiace non aver potuto assistere alla tua interpretazione. Il signor Hayami mi ha riferito che è stata splendida oltre ogni aspettativa.
- Masumi Hayami?
- Sì, lui. Ma io lo sapevo. Ho sempre creduto in te e nel tuo talento. Ora sai veramente che cosa vuol dire recitare. Sono contenta del lavoro che ho fatto. Sei sbocciata Maya, sarai una grande attrice.
Maya le strinse una mano. Era fredda e pallida. Lacrime di sconforto cominciarono a scenderle sulle guance.
- No, non lo so. Lei deve insegnarmi ancora tante cose, signora. Io ho ancora bisogno di lei. Lei mi ha sempre indicato la strada da seguire.
- Maya non hai più bisogno del mio sostegno. Nel tuo cuore conosci già il cammino, il tuo destino si sta compiendo. Sono tanto stanca e Ichiren mi sta chiamando. Non sei sola. Sei circondata da persone che ti vogliono bene, guarda avanti Maya. La risposta alla tua segreta domanda è già nel tuo cuore, devi solo portarla alla luce.
Volse il capo con estrema fatica e cercò di sorriderle lievemente, abbandonò la mano inerte sul lenzuolo e chiuse lentamente gli occhi.
Maya si sentì avvolgere da un gelido soffio e precipitò nel dolore assoluto e straziante di quella notte buia e silenziosa.

continua

  
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