22/12/2010
8 recensioni
La foto
Mi servono assolutamente un pezzo di pergamena e una piuma, ma mentre frugo in quel cassetto so già che mi ferirò di ricordi.
Cerco di ignorare il sudore freddo che mi imperla la fronte, la consapevolezza di quanto poco tempo mi rimanga, mentre le mie dita ghiacciate si serrano attorno ad un foglio… finalmente…
Ma non è quello che cerco. È una foto.
Non faceva più molto caldo e le notti erano state clementi, ma la piccola aiuola di fronte alla mia finestra era ancora ricoperta di erbacce secche, incartapecorite e uccise dal sole di un’intera estate.
Bussai alla porta di Sirius, sorridendo, ma non attesi la sua risposta; entrai e su di me s’infranse un odore dolciastro di stoffa polverosa, di attesa e di pensieri interrotti.
-Hai preparato tutto?- sussurrai a mezza voce, sapendo benissimo che il baule di mio fratello era pronto da due giorni.
Sirius profumava ancora d’estate. -Sì, Reg. Perché me lo chiedi ancora?-
Ignorai la sua domanda. Avevo da poco compiuto dieci anni e mai i problemi mi erano sembrati tanto chiari e taglienti come allora; mai avevo sentito così potente la pressione di essere un Black. Allora non capivo appieno cosa significasse, ma percepivo con una potenza disarmante la tensione riguardo allo Smistamento di Sirius.
Lui non voleva essere un Serpeverde.
Diceva che non avrebbe mai potuto.
Lo fissai e vidi la passione e la beffa che, come miele insolitamente amaro, esalavano dal suo sguardo ancora undicenne.
Tutto su di lui appariva distorto, acquisiva nuovo colore, gridava la sua diversità, si librava come una fenice appena nata.
Non dalle proprie ceneri, ma da un uovo.
Era il 31 agosto.
Il giorno dopo, le grinfie del grifone l’avrebbero allontanato per sempre da me.
Stringo la foto tra le mani, guardo quei due ragazzini che non riesco a riconoscere per pura inerzia.
O forse siamo davvero cambiati così tanto?
Scuoto la testa, scacciando il pensiero di Sirius.
Mille volte ha pensato che io abbia sbagliato, mille volte mi ha insultato senza scalfire la mia corazza, e mille volte ora le sue parole - maturate e marcite negli anni - colpiscono e corrompono la mia fermezza.
Finalmente trovo un foglio, e la paura ritorna a stringermi e ad accarezzarmi come una vecchia amica, aiutandomi ad intingere la piuma nell’inchiostro.
Una goccia macchia la foto.
Ignoro quei volti infantili che mi sorridono speranzosi, ma amari, e comincio a scrivere.
Al Signore Oscuro…
Sto già morendo. Quest’inchiostro è il mio sangue.
Ooook, tutte le amanti di Regulus hanno il diritto di Cruciarmi seduta stante.
Però avevo l’ispirazione!
Pensate alla mia povera ispirazione, non si presentava da giorni, come potevo negarle un pochino di ospitalità? -.-
Ho riletto Harry Potter e i Doni della Morte in inglese… Per la quarantesima volta… e vi avverto che la lingua originale è decisamente più impressionante rispetto alla traduzione italiana!
Il racconto di Kreacher fa venire i brividi!!
E così… ho pensato a Regulus e a quello che doveva aver sentito prima di chiedere a Kreacher di accompagnarlo nella grotta, consapevole che probabilmente non sarebbe più tornato.
Non so perché mi sia venuta in mente la foto…
E così sono riuscita ad inserire la questione ‘Blackness’ (come dice Julia Weasley… perdonami, ti risarcirò i diritti d’autore).
Eh, Regulus.
Che eroe. *__*
E poi anche il mio adorato Sirius… :Q_________
Lo ammetto. La mia salute mentale ha fatto le valigie un paio di anni fa.
Be’, che ve ne pare?
Ho fatto proprio pena??
Lasciatemi una recensione, dai! Vi prego, vi supplico…
Oh, già, perché non partecipate al The Marauders’ Contest? Le consegne scadono il 10 gennaio e ci sono le vacanze di Natale! Avete un sacco di tempo!!
Tanti abbracci,
ClaireTheSnitch.