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Autore: nikole_chan    23/12/2010    0 recensioni
salve a tutti,questa fanfiction parla...beh,della mia storia (inventata ovviamente) in alcune parti potrete notare dei riferimenti a qualche anime/videogioco,ma non volevo plagiare nessuno!grazie in anticipo se la leggerete..e..che altro dire...beh è la mia prima fanfiction,siate clementi!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avrei mai creduto che potesse accadere ciò…ora,solo a ripensare da esterno a quella strana storia mi viene da ridere,tanto è assurda da non sembrare reale.Ma è meglio cominciare dall’inizio:io sono Nicole,ho 15 anni..e…bhe questa è la mia storia. Era una mattina come tante,mi alzai svogliata per andare a scuola,mi vestii,preparai lo zaino e scesi di sotto a fare colazione.Me lo ricordo benissimo,quel dolce aroma del the che aleggiava in casa,già scendendo le scale riuscivo a pregustarne il sapore.Feci colazione ed uscii di casa,una bella sensazione mi prendeva tutto il corpo,quella di quando fuori è freddo,così freddo che il naso ti pizzica e nello stomaco quel caldo tepore del the che hai bevuto di fretta per uscire..mi piaceva troppo.Quella mattina ero felice e,con l’ipod nelle orecchie e canticchiando “ever” mi diressi a scuola..già,ever…sempre..magari fosse stato sempre così bello e…si,si può dire banale,ma a volte è proprio la banalità,le cose semplici che rendono felici.Immersa nei miei pensieri,forse anche troppo filosofici per quell’ora presto di mattina arrivai a scuola,appena messo piede oltre il cancello iniziai a sentirmi strana,il cielo si fece nero e l’aria più pesante..immediatamente pensai stesse arrivando il temporale,anche se c’era un'altra cosa strana,le foglie,non si muovevano uniformemente come spostate dal vento,ma a pezzi,come se qualcuno le spostasse passandoci a fianco.Evitai di darci molto peso ed entrai in aula,prima ora:inglese,detestavo l’inglese,e non capendolo mi risultava ancora più inutile,così spesso e volentieri mi mettevo a guardare fuori dalla finestra…quel giorno era tutto come al solito,il corvo sotto il grande albero che nutriva i suoi piccoli,la signora dal balcone che stendeva i panni e l’altra signora che innaffiava le piante…d’un tratto posai l’occhio sul tetto di una casa vicina,lì c’era un ragazzo dai capelli biondi ed un buffo cappello,troppo grande per lui che gesticolava,sembrava stesse combattendo contro qualcuno,ma non c’era nient’altro che l’aria,ero preoccupata,sarebbe potuto cadere da un momento all’altro,così scattando in piedi chiamai la prof ed indicai il tetto,anche se non c’era nessuno,era scomparso,però era impossibile per chiunque scendere a quella velocità..mi si gelò il sangue,pensavo fosse caduto,guardai in strada ma niente..dubito fosse solo frutto della mia immaginazione,però mi scusai,tornai a sedere e intanto continuai a cercarlo con lo sguardo dalla finestra. . D’un tratto la porta si aprì e si chiuse,sbattendo violentemente,subito dopo si riaprì ed entrò quel ragazzo,che puntando una specie di scettro contro il nulla e sussurrando qualcosa sferrò un colpo,lo scettro si illuminò ed emanò una fioca luce gialla.In quell’istante potei guardarlo meglio,aveva dei capelli biondi come il grano,si notava dalle ciocche che spuntavano da sotto il cappello,dei grandi occhi grigi,quasi inespressivi,i suoi vestiti erano molto larghi,dei pantaloncini neri,nonostante fossimo in novembre,una lunga felpa bianca con degli strani disegni e quell’enorme cappello rosso e nero,che ricordava vagamente la forma di un fungo.Con lo scettro in mano iniziò a camminare fra i banchi,puntandolo contro ognuno di noi,quando arrivò a me,la punta iniziò a brillare,lui,con lo stesso sorriso di un bambino al quale hanno appena regalato un giocattolo mi porse una lente ed un bracciale”mettili eletta,devo mostrarti una cosa” mi disse…non capii bene il senso di quella frase ma me li misi,fissai la lente all’orecchio e la portai davanti all’occhio destro e mi infilai il bracciale “ora guarda” mi disse,ed indicò il tetto dove lo avevo vidi prima,mi si bloccò il respiro.Là accasciato c’era una..cosa..era enorme,rosastra,assomigliante a tutto fuorché un umana,e anche che fosse un animale era strano,era tre volte più grosso di me,guardai shockata la prof,che era impassibile,tranne un po’ sconvolta per il ragazzo che aveva fatto irruzione in aula…lì a fianco della cattedra cè n’era un altro,lo guardai meglio,aveva dei lunghissimi denti gialli ma con delle macchie rosse,non aveva né occhi ne naso,ma una grossa vena gli pulsava sul lato destro del viso,cacciai un urlo.Lui,tranquillissimo e sempre sorridente mi disse”tranquilla quello è morto,ah e non agitarti troppo,ti prenderebbero per pazza,loro non possono vederli,ora seguimi” effettivamente tutti erano tranquilli,dubito che non ci avessero fatto caso,occupava quasi mezza aula,prima che potessi rispondere mi afferrò un braccio,aprì la finestra e saltò giù trascinandomi con lui,chiusi gli occhi e trattenei il respiro,per la prima volta pensai davvero di morire “su ora puoi aprire gli occhi” mi disse…eravamo già a terra,entrambi in piedi e senza esserci fatti un graffio…non riuscivo a capacitarmi di quello che stava succedendo e,guardandomi in torno vidi altre di quelle…cose..camminavano,ci sfioravano,erano tantissime e nessuno pareva farci caso” loro non sanno che puoi vederli perciò non ti attaccheranno,fai finta di nulla e non fissarli…ti chiedo di rimanere calma,se si scatenassero tutti quelli che si trovano qui sarebbe la fine,ora sali sulle mie spalle ed andiamo”
  
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