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Autore: Kia85    23/12/2010    4 recensioni
Si avvicina il Natale, un periodo incredibilmente magico per ogni creatura vivente, così pieno di pace, speranza, buoni sentimenti…Eppure qualcosa di terrificante turba il giovane Harry Potter, il Prescelto, colui che ha il potere di sconfiggere l’oscuro signore. È una paura che gli afferra il cuore e fa cedere il suo coraggio. Ed è con questi turbamenti che Harry si ritrova a tirare le fila della sua vita, arrivando a una importante conclusione…
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Ciao. Eccomi di nuovo a presentare l’ennesima one-shot. Dal titolo si può benissimo immaginare che è ambientata a natale.

Un’ultima cosa: rispetto alle altre mie storie, questa è un po’ diversa perché è scritta in prima persona, quindi a parlare è Harry.

Buona lettura.

 

Please come home for Christmas”

 

 

 

Due ore…

Mancano solo due ore. E poi arriverà.

Porto il braccio sinistro in alto, davanti ai miei occhi: tra un’ora e 59 minuti arriverà il momento che tanti aspettano. Lo stesso a cui io non posso sottrarmi e che, lo ammetto, temo. Non ho mai avuto paura più grande: che lui vinca e mi…

Uccida…

Come molti sperano e altrettanti temono.

Ma la mia paura, la paura di Harry Potter, il Prescelto, non è la morte in sé. Cos’è in fondo la morte? Il semplice passaggio dalla vita terrena a quella spirituale. Anche lei può essere un’incredibile avventura. Non dovrebbe far così paura: la morte è la fine di ogni sofferenza, ci rende finalmente liberi da tutto. E può avere anche risvolti positivi in alcuni casi.

I miei genitori, per esempio. Si sono sacrificati per me, donando così una speranza al mondo magico, una speranza contro Lord Voldemort.

Mi chiedo solo: può questa speranza avere paura?

Da qualche parte ho letto che i bambini cresciuti senza genitori sono i più coraggiosi: la loro condizione di orfani li costringe a crescere prima del previsto, diventando subito maturi, forti e responsabili. In molti pensano che io possegga tutte queste nobili caratteristiche.

Forse ciò è corrisposto alla realtà solo per qualche anno. Perché adesso, all’improvviso, proprio io mi sento infinitamente debole e vulnerabile. Ed eccola, la mia paura.

Deludere tutti coloro che credono ciecamente in me e, quindi, non vederli mai più. Non potrei sopportare di perdere tutte le persone che mi sono state vicine in questi anni: i Weasley e tutto l’Ordine della Fenice, che mi hanno trasmesso un tenero senso di famiglia e di protezione; Hagrid e il suo buon cuore; il saggio Silente, l’ennesima importante perdita per me, dopo il mio padrino Sirius, vittime entrambi di Lord Voldemort; la stravagante Luna, così inaspettatamente utile; Neville, timido e impacciato, ma coraggioso e determinato; la piccola Ginny, innamorata di qualcosa che non poteva esistere, per cui è arrivata a rimedi estremi; Ron, il mio primo, grande, incomparabile amico, senza cui sarei perso; così come non sarei ancora qui senza Hermione, lei, troppo perfetta per uno come me e troppo preziosa. Con la sua saggezza e forza e dolcezza ha cambiato la mia vita.

Ci sono stati momenti, in questi sette anni, in cui lei è stata determinante: scelte da fare, segreti da scoprire, azioni da compiere o non compiere…

Ma non è mia e forse non lo sarà mai. Eppure ora sento che la cosa giusta da fare è dirle ciò che provo. Perché, altrimenti, Ron l’ha lasciata giusto qualche giorno fa, subito dopo quel piccolo discorso fra lui e il sottoscritto? Me la ricordo bene quella sera…

 

Era una sera di inizio dicembre. A Grimmauld Place si respirava già aria di Natale: la signora Weasley stava preparando la cena insieme a Fleur e, nel frattempo, canticchiava Bianco Natale; Tonks, Ginny e Hermione addobbavano l’albero di Natale, mentre Ron, Bill e Remus si dedicavano ad altre decorazioni della casa. I gemelli, invece, sperimentavano sui poveri inquilini della casa i loro scherzi natalizi.

Tuttavia c’era una tale armonia che nessuno avrebbe mai potuto immaginare che si stava avvicinando la battaglia finale tra Voldemort e me. Distrutti gli Horcrux mancanti, restava solo quello nel corpo dell’Oscuro Signore. L’Ordine, nonostante la morte di Silente, continuava a essere molto efficiente; così avevamo scoperto il nascondiglio di Voldemort: Villa Malfoy.

E, una volta per tutte, io l’avrei sconfitto!

Remus e gli altri membri dell’Ordine avevano stabilito il giorno in cui avremmo attaccato. Naturalmente loro sarebbero stati al mio fianco. Ma quella data, la vigilia di Natale, non venne comunicata agli altri abitanti del quartier generale, almeno per il momento. Remus aveva pensato bene di lasciarli organizzare con gioia la festa più bella dell’anno, una festa di pace. La data, così particolare, secondo i membri dell’Ordine avrebbe colto di sorpresa Voldemort e i suoi Mangiamorte. Io, però, non sono della stessa opinione. Io lo sento, sento che lui sa già tutto. E sa tutto attraverso me. Ma spero vivamente che questa festa di pace sia di buon auspicio per la mia battaglia. In fondo, non sono forse io il Prescelto, “ l’unico col potere di sconfiggere l’Oscuro Signore”?

Colui che porterà la pace nel mondo magico solo uccidendo un uomo…

Solo con i miei pensieri e problemi, quella sera avevo preso una importante decisione. Il sentimento che per sette anni era cresciuto lentamente in me, amore per Hermione, era diventato troppo ingombrante. Dovevo assolutamente condividerlo con qualcuno. E l’unica persona che poteva davvero capirmi era Ron, il mio migliore amico. Non importava che fosse anche il ragazzo con cui Hermione stava da pochissimi mesi. Meglio! Mi avrebbe sicuramente capito più di tutti!

Perciò gli chiesi di fare una passeggiata fuori, in giardino. E lui, con sospetto, mi seguì.

Nevicava quella sera, il giardino era coperto da un soffice tappeto bianco. E intorno a noi il silenzio.

Il silenzio della neve…

I fiocchi vaporosi e candidi danzavano sulle note di un valzer impercettibile per noi umani e con infinita grazia si posavano su soffice tappeto.

Di cosa volevi parlarmi?” mi chiese Ron.

Io lo guardai nei suoi occhi azzurri come il cielo d’estate e sorrisi.

Mi sono innamorato!”

Le parole mi erano uscite dalle labbra, prima che me ne accorgessi. E, improvvisamente, mi resi conto che Ron avrebbe potuto non capire i miei sentimenti per Hermione e la nostra amicizia si sarebbe rovinata.

Lui, però, sembrava sorpreso e tendente al ridermi in faccia.

Di me?”

Il solito stupido!

Certo che no! Ti voglio bene, è vero, ma come un fratello. Non è certo amore!”

Ron ridacchiò: “Ah, allora ti sei nuovamente innamorato di Ginny?”

No!”

Cho Chang?”

Scossi il capo.

Non sarà Luna?”

Sospirai: “No, Ron, non è lei!”

Ma allora chi…”

Il sorriso gli scomparve dal viso in una frazione di secondo e lasciò il posto a un mix di curiosità e preoccupazione. Io guardai per terra, sollevando con il piede un po’ di neve: dovevo farlo, non resistevo. Se non glielo avessi detto con calma subito, l’avrei gridato un momento dopo.

Hermione…” dissi, fissandolo negli occhi.

La notizia lo lasciò perplesso: probabilmente stava pensando di aver capito male…

oppure era esattamente quello che si aspettava.

Poi si infilò le mani nelle tasche del giubbotto.

Hermione…la nostra Hermione?” mormorò lui.

C’era un pizzico di delusione nella sua voce: stava, infatti, cercando un’ulteriore conferma a quanto avevo detto. E io gliela diedi.

Sì, proprio lei!”

In quel momento non riuscii a capirlo: cosa avrebbe fatto? Cosa mi avrebbe fatto?

Ron…-iniziai-…cosa ti…”

Perché me lo hai detto?

Mi aveva interrotto e mi stava fissando intensamente, ma non sembrava arrabbiato.

Non voglio in alcun modo interferire fra voi!- ma, in verità, mi sarebbe piaciuto- Però…solo tu puoi capire cosa si prova ad amare Hermione. Se le sei accanto, tremi per paura di fare qualcosa di sbagliato e deluderla. Sarebbe inaccettabile! Allora cerchi di resistere all’emozione e pensi a tutt’altro: devi distrarti, per non lasciarti travolgere dalla sua personalità così forte e affascinante. E poi, lei ti guarda, ti sorride, magari ti chiede semplicemente se hai finito i compiti e tutte le difese, che con tanto sforzo e abilità eri riuscito a costruire, crollano. Ti sciogli completamente nel calore del suo sguardo e nella dolcezza del suo sorriso. Capisci, all’improvviso, di non poter amare nessun’altra!”

Ron continuava a guardarmi, sorpreso questa volta: non avevo mai parlato così bene di Hermione! Poi annuì e sorrise.

Strano, vero?” esclamò.

Cosa?”

Sette anni fa non la sopportavamo nemmeno; invece adesso…”

Non possiamo farne a meno!- terminai io- Sì, è davvero strano!”

Ron era perfettamente d’accordo con me e non sembrava avere alcuna intenzione di distogliere il suo sguardo dal mio.

Dì un po’: avete deciso quando andare a Villa Malfoy, vero?” mi chiese, facendo emergere un incredibile zelo, da lui mai mostrato.

Ma mi conosce bene Ron!

Io annuii: “Come hai fatto a capirlo?”

Beh, sono sette anni che ci conosciamo, ormai, e ho intuito che questa rivelazione improvvisa, ma non inaspettata, doveva avere un preciso motivo. Insomma è una specie di ultima prova della tua sincerità nei confronti dei tuoi amici.”

Riflettei qualche secondo sulle sue parole, quasi a volerne fare l’analisi grammaticale. Tra l’altro la odiavo alle elementari.

E qualcosa mi colpì.

Perché hai detto non inaspettata?” gli chiesi con voce tremante.

Per lo stesso motivo per cui ora ti dico che dovresti dire tutto a Hermione e lasciare che lei decida fra noi!”

Non voglio competere con te, Ron!” ribattei io, scotendo energicamente il capo.

Ron, invece, sorrise: “Ma lo facciamo già, Harry, da sempre…almeno per quanto mi riguarda. Tu sei sempre stato così perfetto e io ti ho invidiato dal primo momento che ci siamo conosciuti. Eri coraggioso, famoso e bravissimo a Quidditch. Quando parlavi la gente ti ascoltava, sapevi farti rispettare e, soprattutto, riuscivi e riesci a capire Hermione molto più di me.  Insomma avevi tutto quello che io ho desiderato in questi anni, incluse tutte le attenzioni e le amorevoli cure di Hermione. Ma la situazione si è capovolta: io sono più fortunato di te adesso. Ho Hermione e non devo pensare a una terribile profezia che può decretare la mia morte.”

Non mi aspettavo certo una reazione così spietata da parte di Ron.

Mi dispiace, Harry, ma devo essere così duro con te ora che sei mio rivale. La competizione fra noi finirà solo quando Hermione sceglierà: o te o me!”

Scossi nuovamente il capo: non potevo farlo. Non ero pronto ad affrontarla!

Non posso, Ron, non lo farò!- esclamai afflitto- E, a pensarci bene, è meglio che lei stia con te. Se dovesse succedermi qualcosa, sarei felice di saperla al sicuro con te!”

Ah, è così allora? Rinunci alla prima difficoltà?- mi urlò in faccia Ron, rosso come un pomodoro- La tua è solo paura di essere rifiutato!”

Stavo per ribattere che non era come diceva lui, che, come al solito, non poteva capire cosa stessi provando in quelli che, probabilmente, sarebbero stati i miei ultimi giorni di vita, quando…

Ron divenne improvvisamente triste, una tristezza che non avevo mai visto nei suoi occhi perennemente allegri.

E’ una paura stupida, Harry…davvero stupida!”

Qualcosa nel suo tono mi fece pensare che, dietro queste sue parole, si nascondeva un messaggio, un altro messaggio. Ma non riuscì a capire quale fosse, anche perché, dalla porta della cucina, comparve Hermione.

A causa del freddo pungente si portò le mani sulle braccia, per non disperdere il calore del suo corpo.

Ah, ecco dove siete!” esclamò, sorridendoci.

Il sorriso, però, le scomparve dal volto quando si accorse delle nostre espressioni accigliate.

Che succede, ragazzi?”

Ce lo chiese con quello sguardo, quello con cui si apprestava a leggerci nel pensiero. Altrimenti come caspita faceva sempre a intuire i pensieri miei e di Ron?

Niente, Hermione! Stavamo solo parlando!”

Ron non l’aveva convinta: sembrava ancora perplessa. Ma lei sapeva che, in questi casi, anche se avesse insistito, non avrebbe scoperto nient’altro. Erano quelle cose ‘da ragazzi’ che lei non riusciva a capire. Perciò sospirò e ci sorrise nuovamente.

La signora Weasley ha detto che è quasi pronto da mangiare. Sarà meglio che torniate dentro, prima che entrambi vi ammaliate! Fa molto freddo qui fuori!”

Arriviamo!”

Ron mi guardò ancora un secondo; dopodiché seguì Hermione dentro casa. E dalla finestra vidi lui che, dopo averla raggiunta con una corsa, le circondava da dietro la vita con le braccia. Lei si era voltata sorpresa e lui, ridendo, l’aveva baciata.

Non potevo assolutamente portargliela via: non era giusto e non era neanche possibile. Hermione amava Ron, solo lui, forse da anni. E per lei io sarei sempre stato un grande amico: niente di più, niente di meno.

 

E, proprio quando stavo per sottopormi a quel processo intensificato di autorassegnazione, arrivò la notizia bomba: Ron aveva lasciato Hermione. Non era difficile intuire che, in qualche modo, io e quel mio discorso avevamo contribuito non poco. Ma Ron aveva detto chiaramente che Hermione avrebbe dovuto scegliere fra noi due. Quindi, considerato che io non avevo detto un bel nulla a Hermione riguardo i miei sentimenti, ci doveva essere anche un’altra causa per quella improvvisa rottura.

Scoprii da Ginny che, proprio lei, la piccolina di casa Weasley, era andata da Ron a parlargli. Ginny aveva capito quasi subito cos’era successo tra me e Ron, visto che dopo quella famosa sera i nostri rapporti si erano un po’ raffreddati. Perciò gli confessò il suo “geniale” piano d’amore: somministrare al sottoscritto l’amortentia per farmi innamorare di lei. E non finiva qui, no, la piccolina è fin troppo sveglia per i miei gusti. Infatti lo stesso trattamento aveva subito Hermione.

Verrebbe quasi naturale chiedere…perché? Già, perché mai Ginny avrebbe dovuto arrivare a questi rimedi estremi?

Ribadisco un concetto fondamentale: Ginny è astuta almeno quanto sveglia e perspicace. All’epoca non aveva impiegato molto a capire che tra me e Hermione stava nascendo un bellissimo rapporto fatto di amicizia, complicità e…come dice lei, amore. Ne era, dunque, diventata estremamente gelosa, tanto che aveva usato questo trucchetto per allontanarci. Così io mi innamorai di Ginny e Hermione di Ron. La piccola Weasley aveva preso due piccioni con una fava: lei con me era felice e lo era anche Ron, da sempre infatuato di Hermione.

Peccato che, in questo modo, venivano calpestati i sentimenti miei e di Hermione. Ma qui entriamo in una questione morale, troppo complicata da affrontare per me adesso. Inoltre, a voler essere completamente sinceri, non mi importa più niente di quello che ha fatto Ginny. Non era giusto, ma lo ha fatto solo per i profondi sentimenti che provava verso di me, sentimenti che mi fanno piacere, ma che mai più potranno essere ricambiati.

Ciò che, invece, conta veramente è che Hermione, la sera in cui Ron l’aveva lasciata, era venuta da me, proprio dal suo migliore amico, segretamente e pazzamente innamorato di lei.

Come dimenticare quella sera?

 

Mi trovavo sdraiato sul mio letto. Non riuscivo a dormire, così avevo cominciato a fissare il soffitto con apatia. E, nel frattempo, continuavo a lanciare in aria un Boccino, reso senza vita, e a riprenderlo con una mano. Passatempo interessante per un Cercatore. Ma per me era fin troppo facile. Non vorrei peccare di vanità, ma ci sarà pure un motivo se vengo definito il Cercatore più capace degli ultimi cento anni, no?

Perso com’ ero in un mare di pensieri, mi accorsi a malapena di qualcuno che aveva appena bussato alla mia porta.

Avanti!”

Fui abbastanza sorpreso di vedere Hermione che entrava in camera mia.

Abbastanza?!

Che dico? Ero talmente sorpreso che mi dimenticai di afferrare il Boccino: e ricevere sullo stomaco 50 grammi di metallo in caduta libera, credetemi, non è affatto piacevole.

Ahi!”

Hermione accennò un timido sorriso: “Ti sei fatto male?”

Lei si avvicinò al mio letto e io cominciai a sentirmi a disagio: Hermione in camera mia a due passi dal mio letto…anzi, seduta sul mio letto. E Ron non c’era! Forse era un sogno, forse finalmente mi ero addormentato ed ero arrivato subito alla fase REM: sapete, quella in cui si vivono sogni intensi, tanto che credi quasi siano la realtà.

Ma quello non era un sogno!

No, non è niente!” risposi, mettendomi a sedere e massaggiandomi lo stomaco.

La osservai a lungo e con attenzione: era strana, tremava leggermente e sembrava confusa.

Cos’è successo, Hermione?” le chiesi, appoggiando una mano sulla sua.

Per qualche strana ragione, mi sentivo forte, determinato, coraggioso di fronte a lei, che improvvisamente mi appariva bisognosa di protezione.

Ron…” mormorò lei, fissando le nostre mani.

Ron?- ripetei- Cosa ha fatto?”

Era colpa di Ron se lei stava così?

Mi ha lasciata!”

La notizia mi arrivò come un fulmine a ciel sereno. Non me lo aspettavo proprio da Ron-una-vita-dietro-Hermione. Eppure era successo, era appena successo.

Perché?”

Hermione scosse il capo leggermente: “Non lo so. Ha detto qualcosa sul fatto che litighiamo troppo spesso, che siamo incompatibili…”

Quanto era vero!

Mi dispiace!” mentii spudoratamente.

Però mi sembrava che, nonostante tutto, lui mi volesse bene.”

Oh, Hermione, se ti ha lasciata, non vuol dire certo che non ti voglia bene. Come si fa a non volerti bene? Sei così speciale e non sai nemmeno quanta gente accanto a te ti vuole bene!”

Non sapevo neanche perché le avevo detto quelle cose! Certo, altre volte le avevo fatto dei complimenti che lei meritava e che io non riuscivo a dire a nessun’altra.

Però un conto era dirle che non la trovavo brutta e che la ritenevo la ragazza più intelligente che avessi conosciuto e un altro conto era stare lì, solo con lei, stringerle le mani, guardarla negli occhi e farle capire che io ero tra tutte quelle persone che le volevano bene; insomma lei era triste, vulnerabile e non potevo certo approfittare della situazione per confessarle i miei sentimenti. Facevo davvero fatica a trattenermi e ne fui molto sorpreso. Un momento prima tremavo all’idea di confessarle i miei sentimenti e quello dopo morivo dalla voglia di aprirle il mio cuore e farle sapere tutto. E Hermione contribuiva a rendere la situazione più complicata: le mie parole le avevano sollevato il morale e il sorriso le tornò sulle labbra, illuminando il suo viso.

Il suo sorriso per me…

La mia mano destra sentiva l’impellente desiderio di prenderla per un braccio e avvicinarla a me, ma riuscii a controllare per fortuna le sue, le mie voglie. Hermione, però, si stava avvicinando veramente a me. Controllai immediatamente le mie mani: non si erano mosse, erano ancora lì, sopra quelle di Hermione.

Allora lei lo stava facendo di sua spontanea volontà!

Riuscii miracolosamente a non svenire, ma cominciai a sudare, a pensare a cose assurde (come mi succede sempre in questi momenti!) e il mio povero cuore era impazzito!

La sentivo sempre più vicina: non era mai successo!

Sfortuna volle che le sue perfettissime labbra, da cui uscivano sempre parole di saggezza, che più volte mi hanno salvato la vita, presero ben altra direzione.

Hermione mi baciò una guancia.

Grazie, Harry!”

Ecco, il mio ultimo desiderio, quello che si concede a un condannato a morte: baciare Hermione, baciare la mia fonte di salvezza. Era un mio diritto: volevo farle sapere quanto le ero grato  per tutto quello che aveva fatto per me e…quanto l’amavo.

Non c’era più niente che me lo impediva, se non il suo attuale fragile stato emotivo.

Di niente!”

Sei sempre così gentile con me!”

Oh…- arrossii-…non sempre…”

Beh…- disse lei, pensierosa-…è vero. Ma è servito per rafforzare la nostra amicizia. Questo non toglie, comunque, il fatto che tu sia stato il primo ragazzo in assoluto ad essersi preoccupato per me. Prima di venire a Hogwarts ero come te: senza veri amici. E quella sera di Halloween mi ha sorpresa vedere te e…Ron affrontare il troll per salvare me. Non sarei qui se tu non avessi pensato a me!”

Ehm…beh…te lo dovevo. Tu ci avevi salvato da Gazza!”

Già, ma eravamo finiti rinchiusi con Fuffi.”

Che importa! Ci avevi evitato una sicura espulsione!

Hermione rise, rendendomi immensamente felice: non sopportavo di vederla triste.

Harry, dovresti rivedere le tue priorità!”

Da quando aveva cominciato a pensare come Ron? Oh, ma che importava?

Ormai si erano lasciati. E io l’avevo fatta ridere.

Lo farò, promesso!”

 

E lo feci davvero! La mia priorità ora è un’altra, decisamente più importante: non coinvolgere Hermione e Ron anche in questa ultima battaglia.

Troppo pericoloso per entrambi! Se a Voldemort venisse la terribile idea di usare le due persone più importanti della mia vita per sconfiggermi, sarebbe la fine!

La fine per loro, per me, per tutta la comunità magica.

Non posso permettere che mi seguano, non questa volta, nonostante entrambi mi abbiano assicurato il loro sostegno subito dopo aver appreso la data in cui avremmo attaccato Voldemort e i suoi seguaci.

So benissimo quanto sia Hermione sia Ron desiderino  essermi accanto in questi momenti. I rapporti fra di noi si sono alquanto congelati in questi già troppo freddi giorni d’inverno. Soprattutto da quando Ron ha confessato a Hermione che Ginny ha usato su di lei l’Amortentia e lei è andata su tutte le furie. Si è arrabbiata anche con me perché, essendo suo amico, avrei dovuto raccontarle tutto subito. Ma la nostra amicizia è estremamente salda e resistente e in questo caso vorrei essere per una volta un inguaribile ottimista. È solo un momento particolare, ma passerà. E magari passerà proprio tra pochi minuti.

Ho un piano e sono certo che andrà a buon fine.

Ho preparato un pozione soporifera. Mi ha aiutato Remus, che ha compreso perfettamente le mie intenzioni e ha sottolineato per l’ennesima volta quanto assomigli a mio padre. Ha detto che papà avrebbe fatto lo stesso per lui, per Sirius e, naturalmente, per mia madre. Secondo lui, i miei genitori, anche da lassù, sono molto orgogliosi di me. Lo spero davvero: se è vero che assomiglio molto ai miei genitori, davvero non potrei essere più felice. Perché loro hanno sacrificato la loro vita e salvato la mia per amore. E io non sto facendo nient’altro che salvare la vita di due persone che, seppur in modo diverso, amo profondamente.

La pozione è stata unita a un calda e dolcissima Burrobirra, che ora si trova sul tavolo accanto alla finestra di camera mia. Il mio bicchiere è già pieno, quelli per Ron e Hermione ancora no. Ma stanno per arrivare. Li ho invitati io, con la scusa di voler parlare con loro. Che poi non è neanche così lontano dalla verità. Ho davvero qualcosa da dire a entrambi.

Parleremo e io offrirò loro la Burrobirra con la pozione incorporata. Non la rifiuteranno. È la nostra bevanda preferita.

E poi si addormenteranno. Per 24 ore, saranno totalmente inermi. Sarà come se…beh, il paragone non mi piace per niente, ma rende bene l’idea: sarà come se morissero per un giorno intero.

Guardo ancora il mio orologio e mi metto seduto: manca un’ora e mezza circa. Quando arrivano? Certi discorsi si possono fare solo quando hai l’ispirazione. E la mia sta per passare.

Finalmente, però, sento qualcuno bussare alla porta.

Vado ad aprire: Ron e Hermione si stanno guardando in cagnesco, ma sorrido.

Ciao!”

Accorgendosi della mia presenza, Ron sbuffa e Hermione incrocia le braccia sul petto. Non mi importa di quanto possano essere arrabbiati: io li farò ragionare e insieme supereremo tutto.

Perché non entrate?”

Con fare altezzoso, Hermione mi passa davanti per prima e io non riesco a non trovarla più bella che mai. E Ron, con quel suo atteggiamento ancora un po’ infantile e quel muso lungo, è assolutamente buffissimo!

Chiudo la porta dietro di me e rivolgo il mio sguardo ai miei due migliori amici. Hermione guarda fuori dalla finestra, mentre Ron si siede sul mio letto. Sono molto emozionato, mi tremano le gambe e comincio a sudare.

Allora, cosa ci volevi dire di così importante?” mi chiede Hermione, continuando a fissare un punto fuori dalla finestra.

Cerca di sembrare forte e indifferente, ma so benissimo che dentro di lei soffre parecchio per questa situazione: la nostra amicizia messa a dura prova, l’imminente scontro con Voldemort… Hermione è terribilmente in ansia per questo. Fa parte della sua natura, la sua bellissima e particolare natura che mi ha fatto innamorare di lei.

Tra circa un’ora e mezza partiremo per una missione molto rischiosa, voi lo sapete più di tutti.”

Ron mi guarda e ho come l’impressione che abbia capito la piega che sta prendendo il mio discorso.

Quindi?”

Quindi…-sospiro-…questa è probabile che sia la mia ultima occasione per dirvi che…”

All’improvviso, però, Hermione si volta, mi guarda spaventata e quei suoi occhi riescono a bloccare il mio discorso: tutta la sua indifferenza si è volatilizzata, lasciando emergere la sua qualità più bella.

Non credo che ti permetterò di parlarci in questo modo!”

In quale modo?” le chiedo.

È a disagio, lo sento, e fatica a parlare: “Come se…questa fosse l’ultima volta che ci parliamo e stiamo insieme.”

Ma…Hermione, è inutile far finta che non stia per accadere niente di grave. Sai che il mio scontro con Voldemort sarà uno scontro all’ultimo sangue: uno di noi deve morire e non è detto che sia io a vincere.”

Finiscila, Harry. Tutti sappiamo benissimo che sarai tu a vincere !- esclama Ron, ansioso- Tu…tu devi vincere!”

Grazie, Ron. Ma devo pensare anche alla possibilità che io non vinca. E se questo dovesse accadere non voglio avere rimpianti.”

Rimpianti, ma…Harry, ti prego, non…- Hermione mi guarda dolcemente con occhi lucidi-…non parlarmi così…”

Ultimamente quegli occhi hanno avuto il potere di farmi cambiare idea e fare ciò che desideravano. Ma non questa volta. Non posso permettere che accada.

Hermione, non avercela a male con me se insisto a parlare così. Devo farlo!”

E’ probabile che lei abbia letto qualcosa nel mio sguardo che l’ha convinta a non opporre più alcuna resistenza; infatti sospira e annuisce.

Se non puoi proprio farne a meno…”

Le sorrido, grato per aver compreso per l’ennesima volta i miei bisogni: “Grazie, Hermione…”

Mi prendo un momento di pausa per riunire tutti i miei pensieri e sentimenti verso di loro e cercare le parole più adatte per esprimerli.

Vorrei, innanzitutto, ringraziare entrambi per essere diventati miei amici. Siete due persone meravigliose, di cui io ormai non posso fare a meno. E vi sono infinitamente grato perché non è stato facile sopportare me e tutti i miei problemi. Non sarei qui se non avessi avuto in ogni occasione il vostro sostegno e la vostra fiducia.”

Sì, hai ragione! – esclama Ron, sdraiandosi sul letto con le braccia sotto la testa- E’ stato uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pure farlo!”

Rido. Ron riesce a sdrammatizzare anche nei momenti più difficili. È una qualità che gli invidio molto e che mi ha sempre fatto bene all’anima.

Ron, sei stato il mio primo vero grande amico. Insieme abbiamo passato dei momenti indimenticabili e la tua genuina e contagiosa allegria mi ha sempre portato molta fortuna. Sai benissimo che ti voglio bene come un fratello e, per favore, credimi quando ti dico che ti sono infinitamente grato per tutto quello che hai fatto per me, tutto!”

Detto questo, gli rivolgo uno sguardo eloquente e lui ricambia: penso che abbia capito quello che volevo dirgli in realtà. Gli sono infinitamente grato per avermi dato la possibilità di confessare i miei sentimenti a Hermione. Finchè lei fosse rimasta insieme a lui, probabilmente, io non avrei mai avuto il coraggio di farlo. Invece lui l’ha lasciata proprio per questo.

Chi mai avrebbe lasciato la propria ragazza per permettere al migliore amico di dichiararsi a lei?

Ron si alza, si avvicina a me e, sorridendo, appoggia una mano sulla mia spalla: “Siamo amici dopotutto. Questo è assolutamente normale!”

Annuisco, d’accordo al 100% con lui.

Invece, sai cos’è che non è normale?” mi chiede, con tono di rimprovero.

Cosa?”

“Non offrire un po’ di Burrobirra ai tuoi migliori amici! E dire che nei hai una bottiglia piena! Volevi tenerla tutta per te?”

Ok, è arrivato il momento cruciale del mio piano. Perciò mi avvicino al tavolo e verso un po’ di Burrobirra nei due bicchieri vuoti, porgendoli poi a Ron e a Hermione. Dal momento in cui la bevanda toccherà le loro labbra, avrò ancora pochi minuti da passare con loro.

Facciamo un brindisi?” propone Ron.

Io prendo il mio bicchiere già pieno: “D’accordo!”

Alla nostra amicizia, che è stata piena di insidie e difficoltà, ma dopo sette anni è ancora in piedi e più bella che mai, vero…Hermione?”

Hermione è stata molto silenziosa da quando ho cominciato a parlare in quel modo: altro segno della sua agitazione, tutta interiore. La conosco. Dentro di lei ci deve essere una tempesta emotiva che ha creato questo suo mutismo. Mi piacerebbe, però, che lei esternasse tutti i suoi sentimenti, qualunque essi siano: rabbia, frustrazione, dolore, angoscia…o, chissà…magari un po’ di amore…

Hermione guarda Ron, sforzandosi di sorridere: “Sì!”

Mi piacerebbe aggiungere qualcosa al discorso di Ron.

Io vorrei brindare anche all’amore, perché è ciò che farà la differenza nello scontro con Voldemort. Se sarò io a vincere, sarà solo grazie a tutto l’amore che provo.”

E’ più forte di me, non riesco a non guardarla. Così, mentre Ron sorride fra sé e sé, io guardo Hermione e lei fa altrettanto. Giuro su me stesso che le dico tutto. Ma lo farò solo quando avrà bevuto. È da pazzi, lo so, ma è l’unico modo per riuscire a confessarle tutto. Fa parte del mio piano. Probabilmente mi odierà, ma io sarò soddisfatto.

Allora, cin cin!” esclama Ron.

Cin cin!”

Facciamo tintinnare i nostri bicchieri poi beviamo. Ron beve tutto d’un fiato, mentre Hermione esita. Guarda il contenuto del bicchiere con un’espressione indecifrabile. Spero tanto che non abbia capito cosa c’è nella Burrobirra. Mi sento particolarmente in ansia per questo. Lei è bravissima ed è certamente in grado di riconoscere una bevanda, diciamo, “truccata”. Ma non può farlo adesso, per il semplice motivo che è necessario che lei beva. Deve farlo.

Tiro un sospiro di sollievo quando anche lei, finalmente, beve la sua Burrobirra.

Perdonatemi!” dico, abbassando lo sguardo.

Per cosa?” mi chiede Ron.

Per quello che ho appena fatto!”

Ron assume un’espressione accigliata: “Cos’ hai fatto, Harry?”

Nella Burrobirra che avete appena bevuto ho aggiunto una pozione soporifera. Tra qualche minuto vi addormenterete per 24 ore.”

Il bicchiere di Ron gli cade dalle mani: “No…non puoi averlo fatto!”

Ron è molto arrabbiato, credo di non averlo mai visto così furibondo. Hermione, invece, non mostra alcuna reazione. Mi chiedo come mai… Eppure dovrebbe arrabbiarsi almeno quanto Ron.

Non puoi averci fatto questo, Harry!”

Era necessario, Ron. Non posso portarvi con me.”

Si può sapere perché l’hai fatto? – mi urla in faccia Ron, afferrandomi per il colletto della camicia- Tutti quei bei discorsi sulla nostra amicizia e poi osi farmi una cosa del genere?”

Lo lascio sfogare e lo affronto con infinita calma e tranquillità: “E’ proprio per questo che né tu né Hermione potete seguirmi in battaglia stanotte! Siete troppo importanti per me e non posso perdervi. Se vi accadesse qualcosa non me lo perdonerei mai!”

Da quando non ti fidi più di noi?”

Ron mi lascia andare e si accascia per terra: la pozione sta per fare effetto. E io mi inginocchio davanti a lui.

Anzi, io mi fido ciecamente di voi. Gli unici di cui non mi fido sono Voldemort e me stesso. Voi siete la mia forza, ma anche la mia debolezza. Credimi, Ron, è meglio così. E se puoi, ti prego di perdonarmi.”

Guardandolo negli occhi, mi accorgo che Ron sta piangendo. Non l’ho mai visto piangere. E provo molta tenerezza per quei suoi occhi che, così lucidi, sembrano più azzurri che mai.

Prima che le forze lo abbandonino, Ron mi afferra e mi abbraccia.

Allora, vinci per noi!”

Farò del mio meglio, ma tu devi promettermi che, se mi dovesse accadere qualcosa, tu ti prenderai cura di Hermione!”

Non è come qualche sera fa. Questa volta glielo sto chiedendo con tutto il cuore. E per fortuna Ron annuisce. Dopodiché chiude gli occhi lentamente e  si addormenta.

A presto, amico mio.

Lo prendo in braccio e lo faccio stendere sul mio letto. Finalmente anche Hermione parla, uscendo dal suo mutismo.

Sai, sapevo che c’era qualcosa di strano nella pozione.”

Io la vedo sorridere, ma con tristezza. È adorabile.

Allora, perché hai bevuto?”

Perché mi fido di te ed ero sicura che avevi un valido motivo per farci questo.”

Sorrido a me stesso. Lo avevo immaginato, lei è straordinariamente perspicace.

Il mio discorso a Ron l’ho già fatto. Mi manca quello per te.”

Hermione riesce a ridere sinceramente e scherza: “Ne hai riservato uno anche per me?”

Certo. Ed è molto simile a quello che ho fatto a Ron. Ma c’è una sostanziale differenza.”

Le dico questo fissando intensamente i suoi occhi, così pieni di calore e dolcezza. Ma anche lei mi fissa, con più serietà.

Allora, credo di aver bisogno di sedermi.”

E, così dicendo, Hermione si siede sulla sedia: non ho molto tempo. Perciò mi avvicino e, per guardarla meglio, mi inginocchio di fronte a lei e le prendo le mani.

Non avrei mai voluto dirtelo così, credimi Hermione, e sai bene quanto io sia negato per certi discorsi.- cerco di assumere un tono di tenerezza sincera e convincente- Ma non posso più tacere, soprattutto verso di te, che mi conosci così bene. Tu sei l’amica più cara che abbia mai avuto: sei sempre stata così disponibile con me, mi hai aiutato in tutti gli aspetti della mia vita. E io non potrei esserti più grato per tutto quello che hai fatto per me. Ma da un po’ di tempo sento che la nostra amicizia si è trasformata…”

Hermione comincia a tremare e mi guarda, sorridendo: “Trasformata?”

Non lo senti anche tu, mia cara Hermione, ciò che siamo diventati?”

Lei stringe le mie mani e le porta sulla sua guancia: “Dimmelo tu, ti prego, Harry.”

E’ una sensazione magnifica, che mi sta scaldando il cuore. La mia dolce, adorabile Hermione sa già tutto, ma vuole sentirlo dire da me. Beh, credo che dopo tutti questi anni, lei si meriti questo ed altro.

Anche se molte volte ci siamo rimproverati a vicenda, il nostro è un rapporto di cui né tu né io possiamo fare a meno. Ed è questo che siamo diventati: indispensabili l’uno per l’altra. – mi avvicino al suo viso, che mostra già l’effetto della pozione- Hermione, io…ti amo.”

Hermione sta facendo molta fatica ad opporsi al sonno che prima o poi la colpirà, ma sorride, appoggia la sua fronte alla mia e mi prende il viso tra le mani.

Ti amo anch’io, Harry, tantissimo.”

Il mio cuore non potrebbe essere più felice…se dovessi morire adesso, morirei felice perché Hermione ora sa tutto e ricambia questo sconvolgente, ma dolcissimo sentimento.

Però…” continua lei.

Però?”

Harry, ho bevuto la pozione perché sapevo che, seguendoti in battaglia, sarei stata solo un intralcio per te. Ma ora devi promettermi che quando mi sveglierò domani, ci sarai tu al mio fianco.”

E’ una promessa che non sono sicuro di riuscire a mantenere. Così abbasso lo sguardo. Ma Hermione mi alza subito il viso, mi guarda, quasi implorandomi di accettare quella promessa così impegnativa, e poi mi bacia. Sento, all’improvviso, qualcosa che si smuove dentro di me. Siamo così indispensabili l’uno per l’altra che non posso fare a meno di promettere tutto quello che mi chiederà. Lei, come tante altre persone intorno a me, ha molta fiducia e crede ciecamente in me. Per questo, ora più che mai, sento che ce la posso fare: vincere e tornare da Hermione.

Promettimi che tornerai a casa per Natale!”

Mi chiede questo, appoggiando il capo sulla mia spalla e le mani sul mio petto. Non posso né voglio più sottrarmi a questo impegno. Credo che lei ne abbia davvero bisogno.

Te lo prometto, Hermione…tornerò a casa per Natale!”

Grazie, Har…”

La sua voce, appena percettibile, scompare del tutto. Io la guardo: si è addormentata. Così, la prendo in braccio e la porto in camera sua: stendo il suo esile corpo sul letto e mi siedo accanto a lei, accarezzandole i capelli, poi le guance ancora un po’ arrossate e, infine, le sue labbra, le stesse che poco fa mi hanno regalato tutto quello che ho sempre sognato in questi ultimi giorni.

Vorrei passare il resto della mia vita qui, a guardarla dormire, ad accarezzarla e sentire il suo respiro, provando ad indovinare che cosa stia sognando in questo momento. Vorrei che questo nuovo sentimento non svanisca, ma duri all’infinito, come un’impronta indelebile nella mia anima. Vorrei semplicemente vivere per poter essere ancora così turbato, così eccitato e allegro, ma soprattutto così innamorato della mia Hermione. Lei che è stata tutto per me e mi ha dato tutto quello di cui avevo bisogno: le amorevoli cure di una madre, l’affetto e la complicità di una sorella, il sostegno di un’amica e ora l’amore di una compagna per la vita.

Una miriade di ricordi si affollano nella mia mente, momenti trascorsi insieme, pensieri felici per il solo fatto che lei era accanto a me. L’ultimo, il più recente, il più prezioso è proprio il suo bacio.

E naturalmente c’è anche quella promessa che le ho fatto prima che lei si addormentasse.

Sorrido: Hermione, voglio essere per te, ora più che mai, un uomo di parola. È una promessa molto impegnativa quella che ti ho fatto e desidero confermarla definitivamente.

Mi chino su di lei e la guardo adorante: è il mio preziosissimo tesoro. Nonostante lei sia nel mondo dei sogni, voglio donarle il mio bacio. Delicatamente appoggio le mie labbra sulle sue.

Il nostro patto, ora, è suggellato. Sono tenuto a rispettare la mia promessa.

Mi alzo e raggiungo la porta. Prima di uscire, guardo un’ultima volta ciò che mi sto lasciando alle spalle. Momentaneamente…spero…

Hermione, aspettami. Farò di tutto per tornare a casa per Natale ed esserti accanto quando ti risveglierai. Ora che abbiamo scoperto cosa nascondevano i nostri cuori, non posso permettere che qualcuno mi allontani definitivamente da te. Sono sicuro che, in questo momento, tu sia d’accordo con me. Quindi, ti chiedo ancora di aiutarmi, anche se non sarai accanto a me. Sognami, Hermione, sogna la nostra vita insieme, sogna la nostra casa, i nostri figli. È ciò che mi darà la forza di vincere contro Voldemort.

Sogna il nostro amore, meraviglioso come un fiore appena sbocciato…

E io tornerò.

 

 

Fine

 

 

 Spero vi sia piaciuta. Sono molto affezionata a questa fanfic, perché credo che sia quella che mi è venuta meglio.

A presto

kia85

   
 
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