Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance
Segui la storia  |       
Autore: Evazick    23/12/2010    3 recensioni
(Seguito di 'We all go to hell...')
Quando il polverone si diradò e lei smise di tossire, si diede un’occhiata intorno: era nel deserto e si vedevano due o tre cespugli secchi in lontananza; lei era atterrata accanto a una strada asfaltata che sembrava aver visto tempi migliori, e a dieci metri di distanza, dall’altro lato della strada, un enorme cartello arrugginito recitava WELCOME TO BATTERY CITY, CALIFORNIA, e sotto 19 LUGLIO 2019.
'Battery City… perché questo nome mi è così familiare?' pensò Eve.
Ci volle un po’ prima che la ragazza mettesse in relazione il nome della città, il deserto e l’anno, e quando capì tutto urlò. Un paio di avvoltoi volarono via, spaventati.
“Ma porca miseria! Non di nuovo!”
(AU!Killjoys!)
Genere: Avventura, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio, Ray Toro
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Eve.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Anywhere
Where the city lights are hopeless for you
We don’t care, I needed another song for California
 
Sarà meglio che mi sbrighi, se non voglio prendermi qualcosa. Eve si tirò in fretta il cappuccio della felpa rossa e nera sulla testa e iniziò a camminare a testa bassa sul marciapiede. Era quasi invisibile agli occhi della gente, che continuava a sbatterle contro mentre cercava un riparo dalla pioggia che aveva colpito Manhattan quel pomeriggio. La gente andava talmente di fretta da non accorgersi della ragazzina coi capelli corti e rosso fuoco che avanzava tra la folla.
La ragazza stava tornando verso casa dopo aver fatto un giro nei dintorni, per allontanare la noia. O meglio, per allontanare ricordi troppo dolorosi da scordare. Dal suo ultimo ‘incidente’, come lo chiamava lei, era passata solo una settimana e, quando era tornata a casa dopo essersi risvegliata nel vicolo, sua madre non le aveva detto nulla, come se non fosse successo niente. E infatti a Manhattan quel mese passato con i Killjoys non era mai trascorso e addirittura, quando Eve si era guardata allo specchio, aveva visto che i suoi capelli erano tornati lunghi come prima e senza le ciocche fucsia. Lei non sopportava la vista dei suoi capelli come erano prima, e così, senza dirlo a nessuno, il giorno dopo se li era tagliati di nuovo corti e se li era tinti dello stesso rosso fuoco di Gerard Way, come quando si era infiltrata dentro la Better Living. Sua madre si era ovviamente arrabbiata, ma a lei non importava più di tanto: anche se la donna non lo sapeva, a sua figlia erano successe cose molto, molto peggiori.
Quei sette giorni, però, non erano bastati a Eve per calmare il dolore che la consumava dall’interno: non avendo dimenticato tutto come la volta precedente, tutti i ricordi di quel mese erano vivi più che mai nella sua mente. Uno in particolare.
Un ragazzo con i capelli blu e un fisico quasi femminile.
Joshua.
A quel ricordo, Eve iniziò a camminare più velocemente per evitare che le lacrime le raggiungessero gli occhi e poi le guance. Tirò dritto a testa bassa, e non vide la persona che avanzava nella sua direzione. Si scontrarono e finirono entrambi per terra, sul marciapiede fortunatamente vuoto. La borsa che la ragazza aveva in mano si aprì, vomitando sull’asfalto una marea di fotocopie.
“Oddio, scusa! Ti sei fatta male?” le chiese lo sconosciuto, aiutandola a raccogliere i fogli. “Andavo di fretta e non ti ho vista, mi dispiace davvero!”
“Tranquillo, non importa…” Lei rimise tutti i fogli nella borsa, poi si alzò e guardò il ragazzo. Trattenne il fiato quando lo guardò in faccia.
Aveva corti capelli neri, con dei riflessi bluastri, che facevano risaltare la pelle bianca, e due occhi grigi fissavano la ragazza. Aveva un fisico molto femminile, e da dietro sarebbe stato impossibile capire che era un maschio.
“J…Joshua?” balbettò Eve, confusa e incredula.
Lui la guardò stranito. “Joshua? No, mi chiamo Josh.”
Lei fece per dire qualcosa, poi richiuse la bocca e sorrise. “Ah, sì. Scusa, è che somigli tanto a una persona che conoscevo tempo fa.”
“Davvero?” Il ragazzo sorrise di rimando. “E mi hai scambiato per lui?”
“Sì,” disse lei triste. Ma tu non sei lui. Non potrebbe essere qui.
Ci fu un momento di silenzio imbarazzato, poi lui parlò di nuovo. “Senti… ti posso offrire un caffè? Per farmi perdonare dello scontro.”
“In teoria, tu saresti un perfetto sconosciuto e io non dovrei accettare.”
“Già.”
“… Va bene.”
Si diressero verso il bar più vicino. Mentre Josh teneva la porta aperta, guardò di nuovo la ragazza e poi disse: “Sai, ora che mi ci fai pensare anche a me sembra di averti già vista da qualche parte.”
Lei lo guardò sorpresa, e poi i suoi occhi incontrarono quelli di lui: dentro vi brillavano le stesse stelle di una notte passata nel deserto con l’unico ragazzo che avesse mai amato in vita sua.
Il sorriso che Eve fece non avrebbe potuto essere più splendente.
Ordinarono da bere e poi si sistemarono a un tavolino accanto alla finestra. “Allora, cosa ti porta di bello a Manhattan?” chiese la ragazza.
“È una storia strana e lunga, e anche abbastanza noiosa.”
“C’entra per caso la radio?”
Josh la guardò stupito e poi scoppiò a ridere. “Ehi, ma come fai ad azzeccarci? Non sarai mica una strega?”
Eve sorrise dolce. “No. Non proprio.”
Quando Josh iniziò a raccontare, la ragazza non distolse mai lo sguardo da lui. Fuori la pioggia aveva smesso di cadere e il sole era sbucato da dietro le nuvole, illuminando le pozzanghere per la strada. Anche se Eve non se ne era accorta, nel punto in cui lei e Josh si erano scontrati era apparso dal nulla un piccolo mucchietto di sabbia del deserto.
 
----------------------------------------------------------------

Shut up and give me a shot
On occasion to the places that you never want to die
 
If there’s a place that I could be, then I’d be another memory… Can I be the only hope for you? Because you’re the only hope for me…
“Da quando in qua canti canzoni romantiche come questa?” Showpony si girò velocemente, colto sul fatto: dietro di lui, appoggiata allo stipite della porta del garage, Grace lo guardava con i suoi occhi azzurri. Sorrise vedendo la faccia confusa del ragazzo. “Pensavo che non ti piacessero,” aggiunse.
“E infatti non mi piacciono,” replicò lui, uscendo dal garage per allontanarsi dalla bambina, che tuttavia lo seguì, come una perfetta sorella minore. “E allora perché la stavi cantando?” insistette mentre camminavano lungo la strada. Joshua alzò gli occhi al cielo e si fermò. “Lo capirai quando sarai più grande.”
Più grande?” Il tono di lei era un misto tra l’arrabbiato e lo stupefatto, poi scoppiò a ridere. Quando smise disse: “Ad essere sincera, mi sembra di essere abbastanza grande per poter capire.”
Il ragazzo si girò, pronto a replicare, ma si fermò vedendo l’espressione seria della bambina: non aveva tutti i torti, ne aveva passate più lei in quei pochi mesi che una persona normale in tutta la sua vita. Ricordava ancora il primo giorno che l’aveva vista, quando Jet Star l’aveva portata dai Killjoys: aveva la stessa età che aveva ora, ma era più spaventata e… fragile. Adesso, invece, era diventata più forte, ed era difficile ferirla, in qualunque senso. Joshua soppesò le parole per poter spiegare come si sentiva, ma Grace lo batté sul tempo.
“Ti manca Eve, vero?”
Lui rimase senza parole: era così evidente quanto gli mancava quella ragazza che aveva portato un po’ di felicità nella sua vita? Si notava tanto la sua tristezza nel sapere che lei non sarebbe tornata mai più? Il ragazzo si limitò ad annuire a testa bassa. La bambina gli si avvicinò e lo abbracciò stretto, come se questo potesse farlo stare meglio. Lui sorrise e ricambiò l’abbraccio. Meno male che ci sei tu, Grace, pensò.
Grace cercava in tutti i modi di farlo stare meglio con il suo carattere allegro e la sua vivacità, e Joshua gliene era grato, ma dentro di sé era sempre triste. Pensare che non avrebbe visto mai più Eve era una cosa che lo tormentava da una settimana, da quando lei se ne era andata. ‘Non devi preoccuparti, un giorno ci rivedremo’ le aveva detto per consolarla: e lui ci credeva con tutto sè stesso. Fece una smorfia mentre la bambina non lo guardava: ma chi voleva prendere in giro? Era ovvio che quel giorno non sarebbe mai arrivato, che sarebbero sempre rimasti divisi l’uno dall’altra. Chissà, forse Eve si era pure già scordata di lui. A quest’ultimo pensiero Showpony, il ragazzo che apparentemente sembrava avere un cuore a prova di proiettile, si lasciò sfuggire una lacrima.
Grace capì che doveva assolutamente distrarre il ragazzo e si staccò velocemente da lui. “Forza, vieni ad acchiapparmi, se ci riesci!” gli urlò, per poi fare dietrofront e correre a tutta birra verso l’altra parte del Diner. Lui la fissò un momento scioccato, poi sorrise come un predatore mostrando i denti. “Se ci riesco? Aspettami che arrivo, piccola peste!”
Si appoggiò con una mano al muro accanto a lui e si diede la spinta, iniziando a pattinare sulla strada mentre inseguiva la ragazzina. Le strilla e le risate di lei si persero nel cielo senza nuvole e tra le sabbia del deserto, dove, in lontananza, il profilo dei grattacieli di Battery City si stagliava minaccioso.
 
 
The End...
Or maybe not.
*
Buonasera, Sunshines. La vostra Lethal Bloody Venom termina la sua storia qui, ma non è detto. Diciamo che ho un'idea che mi vaga per la mente... ma non voglio rivelare altro. E voglio sapere il vostro parere. Ringrazio Kumiko_Chan, Acid_Queen, Dawn_, BBBlondie, Yka per le recensioni, e anche tutte quelle che hanno letto la storia senza recensirla. Alla prossima, Killjoys (ovvero domani, con la mia sorpresina natalizia per le Sunshines).
So Long And Goodnight. Look Alive, Sunshine!
-74 al The Best Day Ever
P.S. Le citazioni sono dalla canzone "We don't need another song about California"
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > My Chemical Romance / Vai alla pagina dell'autore: Evazick