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Autore: flamber    23/12/2010    0 recensioni
Questa è la storia di Amber guaritrice che fece nascere Eldarion, figlio di Arwen e Aragorn...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
D’un tratto un rumore improvviso seguito dal comparire di fumo grigio scosse tutti da quelle rivelazioni, arrivava dalle mani di Amber che ancora teneva strette le armi. Uscisti da quella nube di fumo, senza le armi in mano, erano scomparse, era un incantesimo per mostrarvi i loro assi nella manica come avevate immaginato. Legolas e Faramir ti si avvicinarono tu li tranquillizzasti, non ti era accaduto niente, almeno fisicamente. Notasti che l’elfo si massaggiava la spalla e ricordasti le sue parole “i suoi compagni l’hanno protetta da me” e gli chiedesti: -Chi ti ha ferito? Fammi vedere.
Con tuo estremo dispiacere doveste appartarvi, i tuoi doveri di guaritore erano molto più importanti di una futile storia d’amore, FUTILE sì! La ferita si stava infettando.
-Non mi avevi detto che ti aveva ferito un Uruk-hai
- Non se n’è presentata l’occasione.
Ancora una volta, ma in condizioni meno felici ti trovasti vicina a quella pelle dalle iridescenze seriche, ancora una volta provasti quel fastidioso groppo alla gola, ancora una volta sembrava che il cuore volesse balzarti fuori dal petto, ancora una volta ti sentivi, come mai avevi realmente provato, finalmente a casa. Quando si sfilò la maglia per farti vedere meglio la ferita fu proprio la fine, ti avvicinasti ma la sensazione fu terribile, al groppo alla gola si unì uno spiacevole senso di vuoto nello stomaco, vertigini e nausea. La tua mano si poggiò sulla sua spalla, l’incredibile perfezione della sua pelle era deturpata dall’apertura delle ferite, i lembi di pelle erano viola di veleno, ma il sangue era di un rosso bellissimo, puro, splendente, quasi una bevanda invitante. La tua mano scivolò sul suo petto liscio inavvertitamente, probabilmente arrossisti e la tua mano si ritrasse, ma incontrò la sua che la prese e con delicatezza ti guidò di nuovo sul suo petto. Il suo volto si avvicinò al tuo, il suo naso sfiorava il tuo e i tuoi occhi si riflettevano nei suoi, era così bello! Aprì la bocca e in un sussuro commosso disse:- Mi sei mancata! Avevo quasi dimenticato i tuoi occhi!


Tornasti alla realtà, non potevate, era ricomparso per un motivo ben preciso, ti allontanasti, prendesti delle erbe mediche, gli massaggiasti la spalla e ripulisti la ferita.
- Continua a fare quello che ho fatto io ogni sera con queste erbe e vedrai che la ferita scomparirà.
- Amber, io vorrei…
- Non è il caso, ci vediamo più tardi.
- Ma Amber fammi parlare!
- Non voglio ascoltare, sei entrato nell’equilibrio precario della mia vita come un tornado e ne sei uscito allo stesso modo, hai fatto razzie nel mio cuore e ora voglio tornare alla vita di sempre. Non dovrei neanche più essere qui, il mio compito era terminato, purtroppo c’è stato quest’inconveniente, ma sono pronta a farmi dimenticare e tornare alla mia vita raminga…
Cominciasti a correre, correre, correre tra gli alberi, sentendo i suoi leggeri passi dietro di te, non eri abile nella corsa, ma lui era debole ed eri sicura che prima o poi si sarebbe fermato e così successe.
Ti fermasti in una radura, sedesti a terra, l’erba era soffice e la rugiada cominciava a presentarsi su di essa come lacrime di fata. Cominciasti a piangere, piangere, piangere, come non avevi mai fatto era tutto terribile, triste, vano, vuoto e il peso nel tuo cuore era sempre più voluminoso. L’aria del mattino intorno a te sembrava quasi divenire scura…in effetti era realmente divenuta nera, un fumo corvino ti avvolgeva e i tuoi sensi stavano per lasciarti sola. Accidenti! Come avevi fatto a non pensarci? Come aveva fatto la tua fine logica a non ricordarti che la foresta era presidiata? Come avevi fatto ad essere così sciocca e sconsiderata? Purtroppo ora eri nelle mani del nemico…



  
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