N o
v e n
a .
Nove
giorni al
Natale.
8.
recita
Helen
Pevensie entrò nella palestra della scuola dei due figli
minori, ora allestita
come teatro, a braccetto del marito e seguita dai due figli
più grandi.
La
signora Pevensie puntò dritta verso le prime file, ma Andrew
la fermò.
- cara,
non vorrai metterti lì davanti spero. –
- certo!
Altrimenti i miei bambini come faranno a trovarci tra la folla?
–
Andrew
sorrise perplesso.
- Helen,
ci vedranno comunque. E poi saranno troppo impegnati a recitare
–
La donna
si rassegno a sedersi un po’ più indietro.
Andrew,
in realtà, sapeva che Lucy li avrebbe cercati con lo sguardo
e che se non li
avesse trovati sarebbe scoppiata a piangere. Però sapeva
anche che Edmund non
si sarebbe mai girato verso il
pubblico di sua spontanea volontà, e visto che la scena
prevedeva che lui fosse
girato, aveva preferito sedersi un po’ più
indietro, dove Lucy li avrebbe visti
e dove Edmund avrebbe potuto far finta di non notarli.
Susan e
Peter già si scambiavano opinioni sui cambiamenti della
palestra e sulle recite
cui loro stessi avevano partecipato da piccoli, quando ancora andavano
alle
elementari, convenendo che avevano ampliato la palestra e che le
luminarie
sembravano molto più luminose.
-
eccoli, eccoli! – sussurrò eccitata Helen,
conficcando le unghie nella mano del
marito seduto accanto a lei (liberamente tratto dalla storia di Lils_
xD).
Al
centro del palco era apparsa la slitta di Babbo Natale, guidata da
quattro
renne, e tanti bambini si erano radunati di fronte ad essa.
La
storia interpretata raccontava dei bambini di un orfanotrofio che,
grazie a Babbo
Natale, riuscivano a cacciare il
preside cattivo, mettendo al suo posto una delle cameriere del luogo,
che era
sempre stata gentile con loro.
Storia
molto semplice, e Peter si chiese se anche lui, alle elementari, avesse
mai
fatto una recita così.
Lucy era
una delle bambine dell’orfanotrofio, che ora stava
accarezzando una renna con
fare stupito.
Quella
renna era Edmund, cui non avevano trovato altro ruolo.
Anche
se, pensava il signor Pevensie, Edmund avrebbe fatto volentieri a meno
di
recitare.
Quella
sventurata sorte era toccata anche a Stuart Marshall, che aveva
un’aria
piuttosto abbattuta; Josh
Mulciber e Carl
McDonald erano le altre due renne: il
primo era della stessa classe di Lucy,
mentre il secondo aveva un anno in più.
Fiero
del suo ruolo di Babbo Natale, Marcus Wilson, si ergeva maestoso
– per quanto
lo possa essere un bambino di undici anni – da sopra la
slitta, lanciandosi in
diverse interpretazioni del classico “oh, oh ,
oh!”.
Marcus,
stava giust.. no. Babbo Natale, stava giusto incitando i bambini ad
essere
buoni e a cercare di “redimere” il preside cattivo,
quando entrò Emily Turner,
nella parte di Amy, alias la cameriara che sarebbe stata poi eletta
preside.
La
storia andò avanti così per un po’,
Daphne Dixon che si fingeva Mary, ovvero
l’alleata del preside, e che seguiva di nascosto Amy per
riferire poi al
superiore dei piani dei bambini.
Ad un
certo punto cadde uno degli scenari, rivelando Lucas Taylor tutto preso
nel
controllare le luci insieme a Mrs Bell, e Andrew poté
giurare di aver sentito
il proprio figlio minore sbuffare. O, perlomeno, di averlo visto.
Alla
fine dello spettacolo, Edmund si rifiutò di farsi fare una
foto con la classe
vestito da renna, e minacciò di rinchiudersi in bagno per
sempre.
Toccò
ad
Andrew, l’ingrato compito di tirarlo fuori di lì,
tra moine e minacce varie.
- dai,
Ed. è solo una foto, che vuoi che sia? –
- una
foto che dovrò mostrare ai miei figli così che
possano ridere di me? Ma neanche
morto! – ribatté piccato il bambino, sempre chiuso
dentro al bagno. Andrew si
domandò come un bambino di undici anni riuscisse a tirar
fuori delle
motivazioni così valide.
-
né tu
né i tuoi fratelli avete mai visto una foto di una mia
recita – gli ricordò.
- per
forza. Non esistevano ancora, le foto – lo
rimbeccò Edmund.
- non
sono così vecchio! – protestò Andrew.
- invece
si –
-
Edmund! Esci immediatamente di lì! - s’impose
l’uomo.
- No!
–
Alla
fine, fu Helen a trascinare fuori dal bagno Edmund, minacciandolo di
non
comprargli più libri e di togliergli i toast a colazione.
La foto
di quella sera lo ritrae con espressione sconsolata, in mezzo ad una
banda di
renne, folletti e bambini esultanti.
Lucy,
invece, fu ben disposta a farsi fotografare con il proprio vestito di
scena, e
non faceva altro che girare su sé stessa per far vedere a
Susan come la gonna
si allargasse durante le piroette.
-
guarda, Sue! Non è bellissimo? –
Fece
l’ennesima giravolta, finendo addosso a Peter e rischiando di
rovesciarsi
addosso l’aranciata che il fratello maggiore teneva in un
bicchiere.
- Lucy!
– la rimproverò la maggiore – stai un
po’ attenta! –
La
più
piccola rise, in tutta risposta, e riprese a volteggiare per il salone.
- Ed!
–
esultò la più piccola, vedendo il fratello
trascinarsi fino al tavolo con aria
disperata.
- che
c’è, Lucy? – le domandò,
togliendosi il cerchietto con le corna da renna.
- la
vuoi fare una foto con me? – chiese Lucy.
Edmund
sbiancò di colpo.
- No!
–
Ahah, buona
sera :D
Anche
quest’oggi, ad Edmund
capita un infausto destino.
Colpa sua,
che è portato per
subire disgrazie xD
Trullallero
trullallààà..
Ragazzi,
domani è la vigilia! Che
belloooooooo *w*
Chissà
se mi hanno comprato quel
peluche di Edmund a grandezza naturale che ho chiesto.. (speranza vana
-.-)
Vabbè,
spero di avervi divertiti
con questa shot!
A domani
sera, con l’ultima
storia della raccolta! :3
Smàck
<3
_ L a l a