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Autore: Chyra    24/12/2010    1 recensioni
Se un uomo si autoproclama giraffa non diventa una giraffa. Anche se si allunga il collo tramite un’operazione, anche se va a vivere nella savana e si fa mangiare da un leone.. tutti sappiamo che quell’uomo non era una giraffa. Questo perché abbiamo ben chiaro cosa è un uomo e cosa è una giraffa.
Chi sa cosa è Dio, a parte Dio stesso?
Il posto di Dio è vacante.
Io sono Dio.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io sono Dio.
È estremamente semplice.
Ho scelto di essere e dunque sono, e se si può obbiettare che la libertà di scelta degli uomini è illusoria o anche solamente relativa..che volete? Sono Dio, non mi parlate di uomini.
Non si sa niente di Dio. Alcuni dicono sia fuori dal tempo, dallo spazio..onniscente, onnipotente, onnipresente, tutte le cose con l’onni. Ma chi lo dice? Perché deve essere per forza vero? Sono gli uomini a dirlo.
Dio è qua e dice di essere se stesso. Questa e solo questa è la verità, una realtà che non può essere messa in dubbio.
Se un uomo si autoproclama giraffa non diventa una giraffa. Anche se si allunga il collo tramite un’operazione, anche se va a vivere nella savana e si fa mangiare da un leone.. tutti sappiamo che quell’uomo non era una giraffa. Questo perché abbiamo ben chiaro cosa è un uomo e cosa è una giraffa.
Chi sa cosa è Dio, a parte Dio stesso?
Il posto di Dio è vacante.
Io sono Dio.

E non scuotete la testa.


Sono a scuola.
Lo dico alla prof, dico che sono Dio.
Gli altri ridono, lei ringrazia per l’importante contributo che ho dato alla lezione.
Taccio.
D’accordo, forse non è facile da accettare, ma perché no? Perché no?
Lo chiedo al mio compagno di banco, perché non posso essere Dio.
Mi guarda malissimo perché lui va in chiesa e l’ha già il suo Dio.
“Cosa vuol dire essere Dio?” mi chiede e io ammutolisco.
Che razza di domanda è? Cosa vuol dire essere se stessi? Cosa vuol dire essere te? E te?
Hai dei doveri verso te stesso? Sì. Hai dei doveri verso gli altri? Sì. Hai dei poteri speciali che nessun altro ha? Buon Dio, sì!
Tu. Tu sei il più bravo giocatore di basket di mia conoscenza. Nessun altra persona nel mondo fa dei tiri precisi come i tuoi, è così bravo a mancare e così veloce a palleggiare e.. mi conosce. Sei unico, speciale.
Tu? Tu sei davvero gentile. Non il più gentile che conosco, ma l’unico con gli occhi azzurri, i capelli rossi e un neo sulla punta del mento. Quale altra persona del mondo mi conosce, è gentile, è rosso di capelli e ha gli occhi blu e un neo sul mento? Nessuno. Pure tu sei unico e speciale.
Cosa distingue Dio dagli esseri umani, allora? Semplice: la superiorità. Che non vuol dire aver creato il mondo o poterlo controllare, ma solo essere consapevole e accettare.
E avere dei poteri.

So far comparire le cose dal nulla, per esempio.

A casa, faccio i compiti.
Papà torna stanco dal lavoro. Gli dico che ho deciso e capito di essere Dio e lui sorride.
Come ve lo spiegate? Il sorriso prima non c’era e adesso c’è.
Ma posso fare molto di più, come far comparire un vaso pieno di fiori.
Immaginatemi seduto al tavolo di casa mia, con il quaderno di matematica aperto davanti, una penna nera in mano. Il vaso non c’è. Io strizzo gli occhi e il vaso compare.
Non potete negare di averlo visto! E’ comparso! Riproviamo.
Mi vedete? Sono seduto, alle mie spalle un muro bianco con qualche scaffale pieno di libri. Il vaso non c’è. Primo piano sulla mia faccia, una faccia giovane ma stanca. Strizzo gli occhi. Mi vedete? Ho gli occhi grigi. L’inquadratura si allarga.. ed ecco il vaso.
Se negate di averlo visto negate la vostra immaginazione.

Non sono onnipotente, onnipresente, onni, onni, onni.
Quando pensate a me scordate l’onni.

Vado in strada. C’è la neve e il sole.
Un barbone è seduto sul marciapiede, quattro cartoni sovrapposti a impedirgli il contatto diretto con la neve.
Gli dico che sono Dio.
“Allora fammi passare il freddo, dannazione!”
Lo faccio alzare e lo porto con me in un bar.
Ordino cioccolata calda per due.
“Anche una bottiglia di vino, Dio. Ehi, cos’è quello sguardo? Il vino scalda”
Anche la cioccolata.
“E se ti dicessi che sono allergico?”
Saprei che menti. Sono Dio.

I miei poteri mi vengono ancora in aiuto e mi conquisto la fiducia dell’uomo. Dico le cose giuste e lui parla.
Mi racconta della sua vita, mi racconta perché è finito sulla strada, mi racconta come i primi anni lo divertisse osservare la gente dal marciapiede. Allora chiedeva l’elemosina col sorriso e rideva perfino, se gliela rifiutavano. Poi è arrivato l’inverno. L’inverno gli piaceva poco. In inverno la gente non ama stare fuori e chi sta fuori ci sta per i suoi motivi. Non c’è niente d’interessante da vedere. Solo freddo. Tanto freddo.
Nonostante i difettucci di quella vita non può pensare di finire i suoi giorni in un posto migliore che il marciapiede dove l’ho trovato. Per quel marciapiede è passata per anni una mamma con la sua bambina e la bambina voleva fermarsi ma la mamma glielo impediva e la bambina ha iniziato a sottrarre qualche soldino dalla sua paghetta settimanale, nascondendoselo in tasca per lasciarlo cadere casualmente quando passava.
La bambina ora è una donna e ogni tanto gli offre una cena o una nuova giacca calda.
L’ama, in un certo senso. No, non ama lei. O meglio, anche, ma più di tutto ama la strada con i suoi ciottoli e il suo asfalto; la strada bagnata, ghiacciata a volte, asciutta e calda altre; la strada che ha permesso quello e tanti altri piccoli episodi scaldacuore.

“Lo sai, amico, sei stato proprio un angelo ad ascoltarmi”
Non dire baggianate. Non sono un angelo.
Sono Dio.
“Forse hai ragione”

Quando è per me l’ora di andare, lascio al barbone la mia nuova giacca calda e un po’ di soldi per comprarsi uno sciroppo. Ha una brutta tosse.








Sono sul tetto di un edificio a osservare la città dall’alto.

Un altro dei miei poteri consiste nel volare.

Posso volare.

E volo.
  
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