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Autore: hotaru    24/12/2010    2 recensioni
“Forse il mondo non viene creato. Forse niente viene creato. Semplicemente c'è, c'è stato, ci sarà sempre... Un orologio senza orologiaio.”
Germania, 1923. Che cosa accadde dopo la fine de “Il Conquistatore di Shamballa”?
Dedicata a Shatzy, perché il Roy/Ai esiste anche al di là del portale
[Accenni Roy/Ai, Ed/Win]
Prima classificata al contest "Quotes from Watchmen" di DarkRose86 e vincitrice del premio Miglior Fanfiction
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Al di là del Portale'
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6- Hanukkah Hanukkah


Qualche giorno dopo, entrando in cucina all'ora di colazione, Ed e Al furono investiti da una Win particolarmente entusiasta.
- È il primo giorno di Hanukkah! - annunciò.
- Hanukkah? E che cos'è? -.
- La “festa delle luci”: una festa ebraica – spiegò lei.
- Ebraica? -.
- Noi siamo ebrei – disse, come fosse la cosa più naturale del mondo.
Al guardò Ed in quel modo che Win aveva ormai imparato a riconoscere.
- L'ebraismo è una religione – sospirò.
- Ah... - Al sembrò illuminarsi – E... che cosa si festeggia? -.
- La purificazione del tempio di Gerusalemme dopo le profanazioni compiute dai Greci quando lo occuparono. Ci fu un miracolo, sapete? Sembrava non ci fosse abbastanza olio per tenere accesa la menorah, ossia il candelabro che dovrebbe ardere giorno e notte; invece l'olio bastò per otto giorni. La durata di Hanukkah -.
- Oh – fece Al – Ma non è che l'olio l'aveva portato qualcuno? -.
- No, è stato un miracolo! -.
- Ne sei sicura? -.
La gomitata che ricevette nelle costole da Ed gli fece capire che forse era il caso di smetterla con le domande di senso pratico.
Per sviare la discussione, il maggiore degli Elric annusò l'aria e domandò:
- Cos'è questo profumino? -.
- Le frittelle che prepariamo in quest'occasione – rispose la signora Eliza – Ancora un minuto e sono pronte -.
- Comunque, tornando a noi – riprese Win – È la festa delle luci per questo motivo, e si ricorda accendendo ogni giorno una candela del candelabro a otto braccia -.
Ecco perché su quel candelabro sopra il davanzale ardeva una fiammella soltanto, allora.
- È anche una cosa simbolica, in realtà – disse il signor Rod sedendosi su una sedia – Siamo ormai in inverno, la stagione del buio, e le candele rappresentano la luce che vince sull'oscurità -.
La debole fiamma della prima candela si rifletteva sul vetro della finestra, sola nel buio di quella mattina di dicembre. Si era nel momento in cui i lampioni si spengono, ma la luce del giorno non è ancora così potente da illuminare le strade.
- La luce che vince sull'oscurità... - mormorò Ed assorto, osservando il riflesso del fuoco sul vetro.
Piccola e apparentemente insignificante, quella fiammella stava aspettando le sue sette sorelle.
- Però è un peccato – continuò il signor Rod – Ormai non ci sono più bambini in questa casa, e non è la stessa cosa -.
- Uh? Perché? - domandò Al.
- Perché Hanukkah è la festa dei bambini – disse la signora Eliza, portando in tavola un vassoio di frittelle dall'aria invitante.
- Dopo colazione vi faccio vedere una cosa! - esclamò Win, allontanando Ned dal tavolo e prendendo posto.


Dopo colazione, infatti, Win tornò in cucina con uno strano oggetto di legno.
- Che cos'è? Sembra una trottola -.
- Infatti è una trottola. Per giocare – replicò la ragazza – Si chiama dreidel, e qui sui lati sono incise quattro lettere dell'alfabeto ebraico -.
- Scusa, ma cosa c'entra una trottola con una festa religiosa? - domandò Ed – Ho capito che è la festa dei bambini, ma... -.
- Perché Dio gioca – rispose il signor Rod, ancora seduto a tavola con la moglie. Sembrava divertirsi un mondo a guardare quei tre alle prese con una trottola, quasi fossero stati davvero dei bambini.
- Dio gioca? - Al non ricordava che i sopravvissuti di Ishbar gli avessero mai detto una cosa simile – E a cosa? -.
- Gioca il gioco del mondo – rispose tranquillamente lo zio di Win.
- Per decidere il destino degli uomini? - chiese Ed senza riuscire a trattenersi, percependo immediatamente le occhiate di Al e Win su di sé.
Il signor Rod stava forse per dire qualcosa, quando Win appoggiò il dreidel sul pavimento e lo fece ruotare. Rimasero tutti a guardarlo in silenzio, qualcuno perso nei ricordi d'infanzia, qualcun altro affascinato da quella nuova e strana festività.
Quando la trottola si fermò, Win la prese delicatamente in mano, quasi fosse stata un pulcino.
- Sapete, anche questa l'ha costruita Ed. Va che è una meraviglia -.
Passò il dreidel ad Al, che fece per provarlo a sua volta, ma si bloccò nell'udire la voce del signor Rod.
- Hai raccontato loro di Edmund? -.
- Sì, perché? Ho fatto male? - chiese Win, sorpresa.
- Certo che no, ma... -.
- Hanno visto anche l'orologio. A momenti Edward prendeva un colpo! - aggiunse.
- Ehi, insomma! - protestò l'interpellato. Continuavano a prenderlo in giro solo perché si era un po' sorpreso nel trovare tracce del suo mondo proprio ora che doveva cercare di dimenticarselo. Insomma.
- Tuo fratello non mi è sembrato così sconvolto – osservò lei.
- Solo perché stava pensando... alla faccenda di cui abbiamo parlato dopo – ribatté Ed – Sta' sicura che è rimasto a bocca aperta anche lui -.
- E perché, se è lecito chiederlo? - domandò il signor Rod, interrompendoli.
- Perché... beh, perché... - Ed lanciò un'occhiata ad Al, chiedendo aiuto.
- Perché... era davvero molto singolare! - rispose lui, non trovando niente di meglio – Già... non avevamo mai visto niente del genere -.
- Ma come? Se non ricordo male, tu ieri mi hai chiesto... - intervenne Win, rivolgendosi a Ed - … come facevo a saperlo. Ma a sapere cosa? -.
- Che... ehm, che... - stavolta Al sembrava non poter essere di alcun aiuto – Ecco... -.
- Forse dovreste lasciarli in pace, che ne dite? - quando la signora Eliza aprì bocca, si girarono tutti a guardarla – Sembra un interrogatorio -.
Pareva rivolta in particolar modo al marito, che fece finta di nulla e prese un altro pezzo di frittella.
- Il capo di questa famiglia ha parlato – decretò poi il signor Rod, beccandosi una leggera occhiataccia dalla moglie – E adesso è meglio che esca -.
Si alzò, prese la giacca e andò.
- Sapete, credo che lo faccia apposta – il commento della signora Eliza li fece voltare tutti e tre, un'espressione interrogativa dipinta in volto – A farmi arrabbiare la mattina presto, così ha la scusa del lavoro e sa che per stasera mi sarà passata -.
Cominciò a sparecchiare con un sospiro irritato mentre Ed, Al e Win cercavano di non ridere e provavano ancora il dreidel.


Ma quella sera non gli andò così liscia.
- Allora? - la voce perentoria della moglie lo bloccò l'istante prima che riuscisse ad infilarsi a letto.
- Allora cosa? -.
- Lo sai benissimo -.
Il signor Rod sospirò.
- Liza, possiamo almeno discuterne sotto le coperte? Il pavimento è gelato -.
- E sia – concesse lei – Ma guai a te se fingi di addormentarti -.
- Non accadrà, signor tenente – scherzò lui, imitando il saluto militare e sdraiandosi prima che la donna potesse dirgli qualcosa.
Cercò di voltarsi verso l'armadio, in un ultimo tentativo di resistenza, ma una mano sulla spalla lo fece desistere subito.
Si limitò allora a poggiare la schiena contro il materasso, il viso rivolto al soffitto.
- Si può sapere che ti è preso? -.
L'uomo non rispose, continuando a rimuginare su qualcosa che la signora Eliza temeva di conoscere.
- Non può essere Edmund, Rod – gli si appoggiò su una spalla, mormorando quelle parole nel tentativo di farlo ragionare – È morto. Win ha voluto vederlo nel suo letto, e poi nella bara. C'è stato il funerale -.
- Lo so. Ma l'hai visto anche tu, è identico. Come fa Win a non accorgersene? -.
- Perché lei sa che il suo migliore amico si trova al cimitero. O perlomeno il suo corpo. Se sei convinto di una verità, non c'è dubbio che tenga -.
- Liza, sii sincera: tu trovi che gli somigli? -.
- Io... - si morse le labbra. Sì, l'aveva pensato anche lei la prima sera che lo aveva visto – Questo sì, ma non è lui. Edmund aveva un carattere molto diverso: lui non si metteva mai a discutere con Win -.
- Già... - il signor Rod si voltò su un fianco, il viso a un soffio da quello della moglie – Ma come spieghi quello che ha detto stamattina? Dalle parole di Win, sembrava che lui sapesse già qualcosa sugli strani sogni di Edmund... com'è possibile? -.
La signora Eliza lo guardò bene negli occhi.
- Rod, lascialo in pace. Lui e suo fratello hanno attraversato tutta la Germania per arrivare fin qui. E poi... - le venne in mente una cosa, e quasi sorrise - … credi che Noa non ce l'avrebbe fatto sapere, se l'avesse creduto in qualche modo collegato a Edmund? L'aveva conosciuto anche lei, ricordi? -.
Quest'ultimo ragionamento sembrò quasi far capitolare l'uomo, ormai prossimo a rassegnarsi. Già; se Noa non aveva avvertito niente di strano, che senso aveva che lui se la prendesse tanto?
- Senti, lasciami fare un ultimo tentativo – disse infine – Niente di assillante, non preoccuparti, e starò attento che Win non sia presente. Voglio solo... provare un metodo più diretto -.
- Mi ascolti bene, signor Roderich Mühlstein – lo apostrofò lei, la voce lenta e minacciosa – Se dopo questo “tentativo” quei due ragazzi dovessero andarsene, andrai a cercarli tu stesso, a costo di rastrellare l'intera Berlino -.
- Sissignore – sussurrò il signor Rod, contento di averle strappato il consenso. La baciò lentamente, un bacio che voleva forse essere della buonanotte, ma dopo vari minuti di effusioni si ritrovò sopra di lei.
- Liza, senti... - mormorò con voce roca, carezzandole piano i capelli.
- Mmh? -.
- Perché non facciamo un bambino? -.
- Eh? -.
- Win prima o poi se ne andrà, lo sai, e sarebbe bello avere di nuovo qualcuno per cui festeggiare degnamente Hanukkah. Non lo pensi anche tu? -.
- Mmm... forse – quella gamba che le stava alzando la camicia da notte, scaldandole i polpacci nudi, non la aiutava affatto a pensare – Ma di questi tempi come facciamo? Cosa gli daremmo da mangiare? -.
- Sbaglio o stiamo mantenendo due ospiti? I bambini si adattano, e noi non faremo la fame. Inoltre pensa un po'... - le strofinò il naso sotto l'orecchio, nel punto che più gli piaceva perché si trovava proprio al crocevia tra viso, collo e capelli. Il punto in cui quel buon profumo d'orzo era più intenso - … concepire un bambino ad Hanukkah. Non è un bell'augurio? -.
- Ah, e pensi poi di dirglielo? - sospirò a fatica la donna, percependo il calore sotto la stoffa del pigiama che stringeva tra le dita.
- Non si sa mai, i tempi cambiano – rifletté lui, che dopo un breve momento di indecisione aveva iniziato a seguire la via del collo – Ogni generazione è completamente diversa dalla precedente, chissà che non migliorino le cose -.
- Quindi il tuo piano è migliorare il mondo attraverso... - lungo bacio nel punto in cui le clavicole si incontrano, poi sulla gola. Sorrise - … un nuovo orologio che inizia a ticchettare, come direbbe Win? -.
Lo sentì sorridere a sua volta sotto il mento, mentre cominciava a sbottonarle la camicia da notte.
- Ma se ricordi il discorso di quei tre la prima sera, non ti viene un dubbio? - le chiese, arrivando finalmente a massaggiarle le spalle nude.
- Un dubbio? - che dubbio? Ormai pensare iniziava a costarle una certa fatica.
La pesante stoffa le si staccò dal ventre, dove sentì un peso fin troppo ben identificato dire:
- Che forse da qualche parte c'è già. C'è già, c'è stato e ci sarà finché noi non gli permetteremo di venire qui –.
La camicia da notte finì da qualche parte in mezzo alle lenzuola, assieme ad un pigiama di lana.
Un sussurro all'orecchio la scaldò quasi più di quelle gambe nude contro le sue.
- Magari vuole un invito scritto, il piccoletto -.





Guarda caso, questo aggiornamento è caduto proprio alla Vigilia di Natale. Auguri a tutti!
E fatemi un regalo... lasciatemi un commentino!



Shatzy: direi che qui c'è un bel po' di Rod/Liza, dato che abbiamo iniziato a chiamarlo così... XD
Comunque sia, forse può farti piacere sapere che ho già in mente un prequel su questa storia, interamente incentrato sulla coppia... sapere che lo leggerai potrebbe spronarmi non poco nello scriverlo, dato che parecchie idee ci sono già. A proposito, sai che mi sono accorta solo ora, spulciando un po' il tuo account, che avevi già scritto tu qualcosa su Roy e Riza al di là del portale? Arrivo tardi, ma arrivo. Non ho ancora avuto il tempo di leggere come si deve, ma da quel poco che ho visto la mia storia sarà davvero diversissima.
Per quanto riguarda il capitolo precedente, le statuine rappresentano più che altro i personaggi di FMA un po' più... lontani dal nostro mondo: l'armatura, la Chimera, un soldato con divisa e “armi” differenti e un Homunculus. È più che altro per questo che ho deciso di mettere loro come personaggi dell'orologio (è Envy quello rappresentato, non Wrath), non tanto per la vicinanza a Ed- anche se ci sta. ^^
MusaTalia: se avevi già intuito cosa sarebbe avvenuto in questo capitolo vuol dire che sei una lettrice attenta, perché avevo disseminato indizi qua e là, e questo non può che farmi piacere. ^^
La faccenda degli orologi l'ho imparata da un racconto tedesco su cui siamo stati per mesi, in letteratura, tanto che me lo ricordavo quasi a memoria: mi ha sempre fatto venire i brividi, comunque.
Oh, se ti piace Al- e condivido, è il mio personaggio preferito- ti anticipo già che nella prossima storia della serie sarà lui il protagonista, e farà un incontro decisamente inaspettato.
Anche a te buon Natale e felice Anno Nuovo- come hai visto, il capitolo è in tema. ^^
   
 
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