Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Little Miss Sunshine    24/12/2010    1 recensioni
Alexis vuole ricominciare da zero trasferendosi da Londra a Chesterfield.
C'è la fantastica cugina. Ci sono amici che le voglione bene.
E c'è lui: Evan.
Si sedette su letto stringendo al petto una camicia a righe bianca e azzurra. Passò le dita sui bottoni, inspirando poi il buon odore che emanava. Si soffermò alla fine ad osservare le iniziali cucite in basso a destra della camicia. E.M. Sorrise nostalgica, scuotendo poi la testa e posando la camicia alla sua destra.
Malgrado tutto ciò che le era accaduto in quei due anni, nel momento in cui aveva deciso di trasferirsi aveva messo la camicia con cui si era svegliata in quel campo di grano nella valigia. Non si era mai dimenticata di Evan, mai... Per il semplice fatto che era l’unico ragazzo con cui avesse mai fatto l’amore e non squallido sesso, perché era l’unico ragazzo che l’aveva trattata come una principessa e non come una puttana, perché nonostante le avesse spezzato il cuore lei gli aveva sempre riservato un angolo speciale nella sua anima.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo Primo

“Andrà tutto bene”

 

 

Il paesaggio dello Yorkshire scorreva sotto lo sguardo spento di Alexis. Era partita da Londra da molte ore ormai e aveva trascorso quelle ore sempre nella medesima posizione: la fronte poggiata al finestrino e la mano sinistra sul suo collo, giocherellando con qualche ciocca. Le cuffie nelle sue orecchie emettevano sempre la stessa playlist di diciotto canzoni e sul sottile viso della ragazza non passava alcuna emozione.

Era stata una scelta quella di trasferirsi a casa degli zii in un paesino dello Yorkshire, se scelta si poteva chiamare. Aveva avuto davanti due strade da prendere: o trasferirsi verso il nord dell’Inghilterra o trasferirsi in un centro di riabilitazione a due passi da casa, a due passi dalla sua vecchia scuola, a due passi da quella vita che l’aveva condotta sull’orlo del precipizio. Era stato facile scegliere.

All’improvviso il pullman si fermò e Alexis fu costretta a svegliarsi dallo stato di apatia in cui era finita nel momento in cui si era seduta su quel sedile: stazione di Sheffield, capolinea. Si alzò lentamente, passandosi una mano fra i lunghi capelli castani, e si sistemo sulla spalla la borsa. Scese insieme agli altri passeggeri e ringraziò il cielo che la sua valigia fosse la prima ad essere tirata fuori. Si guardò poi intorno e notò immediatamente un gruppo di persone estremamente sorridenti che sventolavano le mani. Accennò un sorriso e si incamminò nella loro direzione.

-Alex! Quanto tempo!- La prima a parlare fu Rose Mc Logan, la zia di Alexis, che la strinse forte a sé, lasciandole un delicato bacio fra i capelli. La ragazza non poté fare altro che ricambiare quell’abbraccio in silenzio, sorridendo con dolcezza: era bello, infondo, essere così apprezzata e benvoluta da qualcuno.

-Cugina!- Dopo che Alexis ebbe salutato anche lo zio, Edgar Mc Logan, una ragazza dai capelli neri a caschetto si fece spazio fra i due e buttò le braccia al collo di Alexis.

-Chloe, che bello vederti!- Disse affettuosa Alexis mentre abbracciava la cugina. Fino ai dodici anni erano state come sorelle: stessa scuola, stessa classe, stesse attività pomeridiane. Poi Chloe si era trasferita con la sua famiglia nello Yorkshire ed Alexis era stata costretta a rifarsi una vita. O meglio a distruggersi la vita.

-Abbiamo tante cose da raccontarci!- Gli occhi di Chloe brillavano mentre guardava Alexis. Erano passati cinque anni da quando i Mc Logan avevano lasciato la capitale britannica, eppure sembrava che nulla si fosse interrotto.

-Ve le racconterete una volta a casa, ragazze.- Si intromise Edgar, lisciandosi poi i baffi brizzolati. –Abbiamo un’ora da passare in macchina prima di arrivare a Chesterfield.- Afferrò così la valigia di Alexis e si incamminò con la moglie affianco verso il parcheggio. Chloe ed Alexis camminarono vicine a braccetto, mentre le loro vite tornavano ad incrociarsi di fronte quel nuovo anno che le aspettava.

 

Dopo aver cenato con uno squisito arrosto ed aver rispolverato vecchi ricordi delle vacanze e dei momenti passati insieme, le due cugine si erano chiuse nella stanza di Chloe, ora di entrambe, e si erano sdraiate sul letto per parlare. Come ai vecchi tempi.

-Parlami della tua scuola.- Disse ad un tratto Alexis. Il giorno dopo la attendeva il suo primo giorno di scuola a Chesterfield e, di certo, non si poteva dire che era tranquillissima all’idea.

-Non c’è molto da dire, in realtà; fortunatamente è abbastanza ordinario come ambiente. Domani ti presenterò il mio gruppo di amici... Sono generalmente persone normali, apposto direi. Le uniche persone che devi cercare di evitare sono Eleanor Clockwood ed il suo seguito di oche starnazzanti... Ed anche Evan Miller.- Spiegò Chloe, giocherellando con le punte dei suoi capelli.

-Perché?- Domandò incuriosita Alexis, inarcando un sopracciglio.

-Purtroppo in ogni scuola c’è una viziata che si crede una celebrità...E purtroppo ogni viziata che si crede una celebrità ha un ex ragazzo che considera ancora di sua proprietà. L’ex ragazzo in questione è Evan.-

-Oh, capisco.- Le sopracciglia della ragazza erano ancora aggrottate. Possibile che quelle gerarchie sociale potessero persistere anche in un paesino sperduto nel nord dell’Inghilterra? In una scuola statale? Finché tutto ciò accadeva alla King’s di Londra lo poteva capire ma lì non ce ne era il motivo.

-Vedrai, andrà tutto alla grande. I miei amici non vedono l’ora di conoscerti.- Chloe era davvero radiosa. Il suo grande sorriso sprizzava allegria ed energia ed Alexis non poteva che ringraziare il cielo di essere con lei.

-Grazie.- Mormorò con dolcezza, guardando la cugina negli occhi.

-E di che?- Il sorriso non si incrinò neanche di un millimetro.

-Avevo bisogno di calma dopo tutto quello che è successo nell’ultimo mese. Avevo bisogno di te.- Abbracciò Chloe, lasciando sprofondare il suo viso nella sua spalla. La ragazza ne fu inizialmente sorpresa, ma poi si lasciò andare a quell’affetto fraterno che le era inevitabilmente mancato in quei cinque anni.

-Stai tranquilla, con me il tuo segreto è al sicuro. Andrà tutto bene.-

Andrà tutto bene.

Alexis continuò a ripetersi quelle tre parole dopo che ebbero spento le luci, coricandosi per dormire. Andrà tutto bene. Contemporaneamente quelle tre parole la confortavano e la bombardavano. Doveva andare tutto bene, sarebbe andato tutto bene. Ripetendosi quelle parole si addormentò profondamente e, per la prima volta, la sua fu una notte senza sogni né incubi.

 

La “Union High” era una scuola statale di rinomata fama, che richiamava studenti sia dei paesi vicini a Chesterfield sia di Sheffield. L’edificio era di mattoni rossi che spiccavano per il loro colore facendo contrasto con il clima uggioso dello Yorkshire.

-Tu che materie hai?- Domandò Chloe, mentre guardava il suo orario seduta su una panchina.

-Storia, matematica avanzata, economia e scienza del governo.- Rispose Alexis, tirando a proprio volta fuori dalla borsa il foglio con su stampate le classi e le materie.

-Mmh, l’unica materia che abbiamo in comune è storia.- Schioccò la lingua, riponendo le sue cose nella borsa. Le due cugine si alzarono, dirigendosi verso l’entrata. –Visto che entrambe abbiamo lezione solo alle dieci, andiamo a prenderci un caffé nella caffetteria, almeno vedi un po’ come è strutturata la scuola e conosci i miei amici!-  

Alexis si guardava intorno spaesata: era tutto così diverso da Londra, era tutto così semplice. Immagini della sua vita a Londra cominciarono a passarle davanti agli occhi, come dei flash. Vedersi su quella panchina con Emiko e Catherine. Passami una cartina. Sgattaiolare negli spogliatoi con Andrew. Abbiamo una bottiglia di vodka nello zaino, oggi. I festini a casa del figlio del Barone. Continua con lo spogliarello! Era tutto così offuscato nella sua mente, era tutto così maledettamente lontano da Chesterfield. Era tutto... finito.

-Alexis, ti presento le mie migliori amiche: Sam, Megan e Alyson.- Al posto dell’immagine della King’s si materializzarono tre volti sorridenti. Avevano dei sorrisi così veri, dei visi così puliti ed acqua e sapone.

-Piacere!- Disse, cercando di ricambiare il loro sorriso. Strinse le mani delle tre ragazza, sinceramente entusiasta.

-Finalmente ti conosciamo! Chloe era da settimane che ci parlava di te e del tuo arrivo, non vedevamo l’ora!- Parlò Sam, scuotendo i suoi lunghi capelli dorati.

-Avete saputo che venerdì sera c’è una festa a casa di Colin?- Domandò eccitata Alyson. Il suo viso, leggermente arrossito, sembrava essere un tutt uno con le molteplici lentiggini che vi erano sparse ed i suoi capelli ramati.

-Fa una festa?- Megan era di media statura, capelli neri ed occhi scuri. I suoi lineamenti suggerivano le sue origini sudamericane.

-Beh, direi che è un ottimo modo per farti conoscere un po’ di gente del posto!- Chloe sorrideva raggiante. –Che ne dici? E’ dopodomani... Domani potremmo andare a Sheffield a cercare un vestito!-  Alexis si limitò ad annuire, incrociando le braccia al petto e cercando di distribuire il maggior numero di sorrisi in giro.

 

Un’ora volò fra le chiacchere. Sam, Megan e Alyson erano tre ragazze aperte e solari; avevano coinvolto immediatamente Alexis nei loro discorsi, aggiornandola sulle loro disavventure amorose, sulle loro cotte. In quei sessanta minuti Chloe le aveva presentato anche Colin, l’amore platonico di Alyson, Matthew, il loro migliore amico dell’altra sponda, e George, il ragazzo di Madison, una loro amica che si era trasferita nella “grande città”: Sheffield. Ogni volta che le avevano domandato il perché del suo trasferimento a Chesterfield, Alexis aveva ringraziato mentalmente Chloe che prontamente aveva risposto che la sorella della madre, che viveva in Europa, stava molto male e che di conseguenza era andata lì per un periodo indeterminato.

-Sam, tu hai matematica avanzata ora, vero?- Domandò Chloe mentre si alzavano dal tavolo dove si erano sedute. –Devi scortare Alex in classe, che altrimenti si finisce per perdere!- Sam annuì entusiasta, prendendo sottobraccio la ‘new entry’.

-Non sia mai che tu ti perda nella Union!- Disse ridendo Megan, raccogliendo gli appunti che aveva sparso sul tavolo. –Non girano belle storie sullo scantinato!-

-Ma stai zitta che lo conosci meglio del bidello quel posto per tutte le volte che ci sei andata con James!- Megan arrossì, tanto una spintarella a Chloe e scoppiando poi a ridere.

Sam e Alexis si incamminarono chiaccherando verso l’aula di matematica. Quando entrarono la maggior parte dei posti era già occupata: Sam si diresse al suo solito banchetto, infondo all’aula, dopo aver mormorato uno “scusa” ad Alexis e quest’ultima si sedette al primo banco, silenziosamente, cercando di evitare gli sguardi curiosi che la stavano osservando da capo a piedi.

Dopo che furono entrati tutti, il professor Gatrick si sistemò gli occhiali sul naso e lesse distrattamente l’elenco degli studenti, soffermandosi infine su Alexis. Alzò lo sguardo e la osservò curiosamente, schiarendosi nel frattempo la voce.

-Signorina Johnson, benvenuta alla Union High.- La sua voce era roca e profonda. Non aveva più di quarant’anni ma aveva delle movenze quasi antiquate, d’altri tempi. –Da dove viene?- Aggiunse, inarcando un sopracciglio. I suoi occhi ardevano di curiosità.

-Da Londra.- Un mormorio si alzò nelle file posteriori dell’aula. Il professore annuì, sistemandosi nuovamente gli occhiali.

-Vedo che ha studiato alla King’s. Una scuola prestigiosa... Vedo che ha ottenuto brillanti risultati negli esami di matematica negli ultimi due anni.-

Nonostante avesse condotta una vita completamente sregolata negli ultimi anni, su una cosa Alexis si era sempre concentrata: i suoi sogni. Sin da bambina sognava di studiare Relazioni Internazionali alla prestigiosa LSE di Londra e non aveva mai permesso che l’alcol, la droga ed i ragazzi la distraessero. Quelle A* sul suo curriculum scolastico erano probabilmente gli unici motivi di orgoglio nei confronti di se stessa e della persona che era diventata.

-Potrei considerarla come tutor, decisamente... Sarebbe anche un incentivo per socializzare!- Gatrick sorrise, riponendo l’elenco in un cassetto e aprendo il libro. –Benvenuta, Alexis, comunque.- Le lanciò un’ultima occhiata, cominciando poi a spiegare.

Il professore spiegava bene e la sua voce calda ed accogliente era sicuramente un motivo in più per seguire attentamente la lezione. Ogni passaggio della sua spiegazione risultava chiaro ed esaustivo ed Alexis non ebbe problemi a seguire la lezione senza distrarsi. Forse perché non era sotto l’effetto di stupefacenti. Scosse la testa ogni volta che le tornavano in mente i ricordi delle condizioni in cui spesso aveva seguito le lezioni, rifiutandosi di marinare scuola perché avrebbe rischiato di rovinare il suo curriculum.

La campanella suonò ed il professore congedò la classe, uscendo poi velocemente dall’aula. Alexis sistemò il quaderno ed il libro nella sua borsa, attenta a non dimenticare nulla come suo solito.

-Lexi?- Quel soprannome... Nessuno ormai la chiamava in quel modo. Si voltò di scatto ed incrociò gli occhi azzurri di un ragazzo che le era incredibilmente, troppo familiare.

-Evan.- Pronunciò il suo nome freddamente, concentrandosi sulla borsa che si stava sistemando sulla spalla.

-Come mai sei qui a Chesterfield?- Domandò incuriosito, affiancandola mentre uscivano dall’aula.

-Mia madre è andata in Europa da mia zia che non stava molto bene.- Mentì, stringendosi nelle spalle.

-Era davvero da troppo che non ci vedevamo! L’ultima volta è stato...- Prima che potesse terminare la frase Evan si zittì, fulminato dallo sguardo di Alexis, che si era voltata di scatto. Il ricordo dell’ultima volta che si erano visti riaffiorò contemporaneamente nella loro mente. Improvvisamente la tensione crebbe a livelli spropositati.

-L’ultima volta è stato quando mi hai abbandonata ubriaca e fatta in quel maledetto campo di grano.- La voce di Alexis tremò leggermente ed Evan abbassò gli occhi, imbarazzato.

 

Oxford 2008. Alexis era andava a quel campo estivo per un corso di potenziamento di matematica, nel tentativo di allontanarsi dalle compagni che aveva cominciato a frequentare a Londra, nel tentativo di riprendersi in mano la propria vita. Eppure una mattina, mentre fumava le sue Marlboro all’ingresso del college, aveva incontrato Evan, che le aveva domandato se avesse un accendino. Con i miei amici ho comprato un po’ d’erba, ti va di unirti? E così quella vacanza studio si era trasformata in una vacanza devasto. Ogni pomeriggio dopo le lezioni si incontravano in un parchetto dietro ai dormitori e fumavano. La sera dopo la cena si chiudevano nella stanza di Mark, il migliore amico di Evan, e bevevano, bevevano fino allo svenimento, fino al dimenticare tutto. E lei era l’unica ragazza...

Eppure Evan era un ragazzo intelligente, tutto sommato. Nonostante fosse scarso in matematica, quando era sobrio e in sé era in grado di fare discorsi di senso compiuto. Voleva fare giurisprudenza, faceva matematica perché il padre voleva che frequentasse Economia a Oxford, dove si era laureato lui. Avevano così cominciato a vedersi a tu per tu, delle volte... Erano finiti a baciarsi appassionatamente nelle vie più nascoste di Oxford, a fare l’amore nascosti dietro degli alberi. Mi hanno procurato dei funghetti allucinogeni. Mark aveva portato quella sorpresa ed inevitabilmente Alexis aveva voluto provare quella novità.

Si era svegliata in quel campo di grano. Da sola, solo con una camicia addosso, senza ricordarsi un accidente di ciò che aveva fatto nelle ultime ore. Non aveva mai più rivisto né Evan, né Mark, né gli altri membri dell’allegra combriccola dello Yorkshire.

 

Alexis guardò Evan negli occhi e per un momento si perse in quel meraviglioso azzurro. Le ricordavano il cielo di Londra nei giorni di sole i suoi occhi. Le erano sempre piaciuti i suoi occhi.

-Potremmo andarci a prendere un caffé uno di questi pomeriggi, se ti va.- Disse ad un tratto Evan con la voce roca, quasi in un imbarazzato sussurro.

-Sto cercando di cambiare vita, sai.- Mormorò Alexis, scuotendo poi la testa e fissando le punte delle sue Converse nere. –Penso che la cosa migliore che io possa fare sia allontanarmi da tutte le persone che hanno tirato fuori il lato peggiore di me.-

-Ho sempre e solo tirato fuori il lato peggiore di te in quel mese ad Oxford?- Domandò, sempre mantenendo basso il tono della sua voce. Alexis tornò a specchiarsi nei suoi occhi chiari, scuotendo poi leggermente la testa. Quando lui l’aveva baciata al tramonto, quando avevano fatto la prima volta l’amore sul suo letto, no che non aveva tirato fuori il peggio di lei.

-No, ma... Hai visto anche l’altra me. Conduci la tua vita come l’hai condotta per questi ultimi due anni, come se non fosse successo nulla, come se non esistessi... E’ la stessa cosa che ho intenzione di fare io. E’ meglio così.- Gli diede le spalle, allontanandosi poi in fretta diretta alla sua prossima lezione: economia.

Quei quarantacinque minuti passarono in fretta, quasi non se ne accorse. La sua mente viaggiava nel tempo, precisamente verso quell’agosto del 2008 ed il volto di Evan sembrava offuscarle completamente la mente. Lexi. Solo lui la chiamava così. Era bastato rivederlo per un solo istante ed improvvisamente erano riaffiorate tutte quelle immagini che aveva cercato di nascondere, cancellare negli ultimi due anni... Era tornata con una bruciatura d’amore quell’estate da Oxford. Era tornata con il cuore infranto. Per tre settimane si era frequentata con Evan, aveva aperto il suo cuore ad Evan, e lui si era smaterializzato dalla sua vita come niente, senza neanche più farsi sentire, senza rispondere alle sue chiamate, senza salutarla prima di partire... L’aveva lasciata in quel campo di grano, con una sua camicia addosso.

 

A pranzo si ritrovò nella mensa con Chloe ed i suoi amici. Mangiava silenziosamente, ricambiando di tanto in tanto un sorriso. Ogni boccone che mandava giù le pesava incredibilmente sullo stomaco.

-Sei pallida come un fantasma.- Affermò ad un certo punto Matthew. Si voltarono tutti preoccupati a guardarla. Alexis sventolò la mano e scosse la testa.

-Sei sicura di stare bene?- Domandò premurosa Chloe. –E’ successo qualcosa a lezione?-

-E’ tutto apposto, tranquilla.- Mormorò, mandando giù un altro boccone.

-Secondo me è la vendetta della Strega Eleanor che grava su di lei.- Disse Samantha, incredibilmente seria in volto.

-Perché Eleanor dovrebbe vendicarsi su Alexis?- Domandò curiosa Megan.

-Dovevate vederla quando ha visto che Evan ed Alexis si stavano parlando!- Alexis cominciò a tossire improvvisamente, per poco non si era strozzata con il cibo.

-Alex! Ti avevo detto che Evan dovevi evitarlo!- Chloe aveva gli occhi sbarrati mentre dava dei colpetti sulla schiena alla cugina. –Perché mai ci avresti parlato?-

-L-lo conosco...- Disse, mentre riprendeva fiato dopo l’attacco di tosse. -...Ci siamo conosciuti due estati fa ad Oxford.- Volontariamente tralasciò i dettagli della loro conoscenza estiva.

-Brutto affare.- Affermò Alyson, annuendo vigorosamente.

-Tranquilli, gli ho detto di starmi lontana.- Affermò alla fine Alexis.

-Mi raccomando... Non voglio che tu abbia problemi con quella Strega!- Chloe era sinceramente preoccupata e finì con il non terminare nemmeno il suo pranzo. Alexis passò il resto del pranzo cercando di ricordare i dettagli della sua chiaccherata con Evan. Possibile che non avesse notato che quella Eleanor la stesse squadrando? Eppure nella mente aveva solo il sorriso di Evan, i suoi gesti, i suoi occhi... Tutto il resto era completamente annebbiato. Miller. Evan Miller. Certo! Come aveva fatto a dimenticarsi del suo cognome?

Proprio nell’istante in cui si domandò mentalmente come potesse essere quella famosa Eleanor “La Strega della Union”, un gruppetto di ragazze passò davanti al tavolo dove erano seduto, facendo un grande baccano con le proprie risate e le chiacchere. Solamente una di loro si fermò. Lunghi capelli biondi ricadevano in dei morbidi morbidi sulle sue spalle e gli occhi neri sembravano esprimere con il loro colore il suo stato d’animo, percepibile a chilometri: disprezzo, odio.

-Buongiorno.- Aveva una tonalità bassa di voce, forse troppo bassa, quasi non si addiceva al suo corpo mingherlino.

-Salve, Eleanor, qual buon vento.- Chloe salutò con un tono estremamente piatto. Eleanore. Era lei l’ex ragazza di Evan.

-Volevo conoscere personalmente la nuova celebrità della Union. Alexis Johnson, direttamente da Londra!- Guardò Alexis con aria di sfida, tenendo il mento leggermente alto.

-Piacere.- Si limitò a dire la ragazza, sfoggiando un sorriso a trentadue denti estremamente sfrontato.

-Ho visto che hai conosciuto già le persone più in della scuola,- Disse, guardando sprezzante tutti coloro che circondavano Alexis. –compreso Evan Miller.- Aggiunse, scrutando attentamente Alexis, che invece era ben attenta a non far trasparire nessuna emozione dall’espressione del suo viso. –Volevo solamente consigliarti di stare attenta alle persone che frequenti, tutto qui.- Si congedò con quelle parole minatorie, allonandosi poi ancheggiando vistosamente.

Alexis si scambiò un’occhiata con gli altri, per poi tornare a concentrarsi sul suo pranzo, scacciando con tutte le sue forze l’immagine di Evan Miller.

 

Era arrivata da ventiquattro ore a Chesterfield e già aveva delle cose che avrebbe voluto cancellare dalla sua nuova vita: aveva incontrato Evan dopo due anni di totale silenzio, si era inimicata la cosidetta Strega-Sono-La-Perfezione-Guai-A-Chi-Mi-Si-Avvicina di turno ed aveva un carico di ricordi sulle spalle che pensava di aver sotterrato da tempo.

Dopo la cena e le solite domande di routine su come era andata la giornata, Alexis si era precipitata nella sua stanza e mentre Chloe si faceva la doccia, aveva aperto la sua valigia. Aveva rovistato per due minuti buoni prima di trovare ciò che cercava. Si sedette su letto stringendo al petto una camicia a righe bianca e azzurra. Passò le dita sui bottoni, inspirando poi il buon odore che emanava. Si soffermò alla fine ad osservo le iniziali cucite in basso a destra della camicia. E.M. Sorrise nostalgica, scuotendo poi la testa e posando la camicia alla sua destra.

Malgrado tutto ciò che le era accaduto in quei due anni nel momento in cui aveva deciso di trasferirsi aveva messo la camicia con cui si era svegliata in quel campo di grano nella valigia. Non si era mai dimenticata di Evan, mai... Per il semplice fatto che era l’unico ragazzo con cui avesse mai fatto l’amore e non squallido sesso, perché era l’unico ragazzo che l’aveva trattata come una principessa e non come una puttana, perché nonostante le avesse spezzato il cuore lei gli aveva sempre riservato un angolo speciale nel suo cuore.

 

Andrà tutto bene.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Little Miss Sunshine