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Autore: Neremir    24/12/2010    1 recensioni
Riusciranno Brooke e Nick a riallacciare il rapporto da dove lo avevano interrotto? Seguito di "Back to school"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 16: YOU CAN CALL ME SELFISH


Brooke si svegliò qualche ora dopo, sentendo Nick che si faceva la doccia. Ricordando la sua decisione, si alzò dal letto e andò nella stanza di Nick. La porta che dava sul corridoio era aperta, ma quella del bagno era ovviamente chiusa. Arrampicandosi sul suo letto, si mise a sedere, in attesa. Ma, sbadigliando, decise di sdraiarsi per un po’.
Non si rese conto che si era addormentata finché non la svegliò. Alzando gli occhi, vide Nick, con i capelli ancora bagnati, che la guardava con curiosità. Si sedette in fretta, sussurrando: "Ciao. Non volevo addormentarmi ... E' solo che ... ci stavi mettendo molto tempo e il letto era così comodo... "
Lui si lasciò sfuggire una piccola risatina nervosa, "Non ti preoccupare." Andò verso il suo armadio, scomparve per un attimo, per poi ricomparire questa volta, con una maglietta.
"Nick", disse Brooke: "Ho pensato molto la scorsa notte." Quando lo vide irrigidirsi, continuò, "non voglio venire a letto con te, non ancora."

I just don’t understand
Why you’re running from a good man, baby
Why you wanna turn you back on love
Why you’ve already given up
I know you’ve been hurt before
But I swear I’ll give you so much more
I swear I’ll never let you down
‘Cause I swear it’s you that I adore
And I can’t help myself, babe
‘Cause I think about you constantly
And my heart gets no rest over you


"Non te l’ho mai chiesto, Brooke. Sai perché sono incazzato."
"Sì, lo so», rispose guardandosi le mani. "Non sono più spaventata".
"Lo pensi davvero?" chiese sedendosi accanto a lei sul letto.
"Uh huh", annuì Brooke, mordendosi il labbro. "Ci ho pensato, e ... non so cosa mi trattiene dal ... è solo che ... ti amo", disse finalmente.

You can call me selfish
When all I want is your love
You can call me hopeless, baby
‘Cause I’m hopelessly in love
You can call me imperfect
But who’s perfect
Tell me what do I go to do
To prove that I’m the only one for you
What’s wrong with being selfish


Nick si lasciò sfuggire un sorriso, "Ti amo anch'io", e si chinò a baciarla. Ma non appena le sue labbra toccarono quelle di lei, si fermò e fece marcia indietro. "Non mi respingerai come l’ultima volta, vero?"
"No," rispose lei scuotendo la testa, avvicinandosi per baciarlo.
Tuttavia, Nick la fermò con una mano sulla spalla: «Se si finisce per andare un po' troppo in là, non avere paura di fermarmi."
"Sì, sì», borbottò Brooke, afferrandolo per la maglia. "Qualunque cosa", e finalmente riuscì a baciarlo.

I’ll be taking up your time
Till the day I make you realize
That for you there could be no one else
I’ve just got to have you for myself
Baby, I would take good care of you
No matter what it is you’re going through
I’ll be there for you when you’re in need
Baby, believe in me
Cause if love is a crime
Then punish me, I would die for you
Cause I don’t want to live without you
What can I do?

Ridendo, Nick le avvolse le braccia intorno alla vita tirandola più vicina a sé mentre una delle sue mani si posava tra i suoi capelli arruffati. Si tirò quasi indietro per la sorpresa, quando all'improvviso sentì la lingua di Brooke premere sulle sua labbra, l'opposto di ciò che era sempre successo prima. Obbedientemente, aprì la bocca, per non lasciarsi sfuggire questa opportunità.
Dall’altra parte del bacio, Brooke sapeva esattamente cosa stava facendo. Non sapeva cosa era successo, ma la lite della notte prima con Nick le aveva fatto aprire gli occhi. Solo il vedere la sua faccia addolorata e l’ultimatum che gli aveva imposto, le avevano fatto capire che era rimasta spaventata per troppo tempo. Quando si mosse per approfondire il bacio, sentì la sua sorpresa, ma sorrise quando lui obbedì alle sue azioni. "Hmm," si lasciò sfuggire, avvolgendogli le braccia intorno al collo, questa volta fu lei a farlo sdraiare sul letto.
"Brooke?", la chiamò Nick.
"Rilassati", disse scostandogli una ciocca di capelli dagli occhi: "Ti dirò io quando fermarti."
Nick annuì con un cenno del capo, e si chinò di nuovo, appoggiandosi sul collo dato che aveva capito, memore delle due volte precedenti, che quella era una zona sensibile per lei. Sentì che Brooke gradiva quello che stava facendo, quando le sue braccia si avvolsero ancora più strettamente intorno al suo collo, ma fu interrotto da un filo di voce.
"Papà, cosa stai facendo alla mamma?"
La domanda di Katie sconvolse Nick altrettanto quanto Brooke, e lui si tirò in fretta indietro, sedendosi, "Io ... um. Stavo ... "
"Lui stava ..." Brooke disse nello stesso momento, sedendosi a guardare la figlia, che teneva il suo orsacchiotto tra le braccia.

You can call me selfish
When all I want is your love
You can call me hopeless, baby
‘Cause I’m hopelessly in love
You can call me imperfect
But who’s perfect
Tell me what do I go to do
To prove that I’m the only one for you


"Sì ..." la voce di Nick si spense.
"Che ne dite di fare colazione?" Brooke chiese a un tratto, cercando di focalizzare l’attenzione di Katie su qualcos’altro.
"Okay", rispose la bimba sorridendo, uscendo dalla stanza e correndo nel corridoio.
Quando se ne fu andata, Brooke si girò e guardò Nick, ma lui si strinse nelle spalle, guardandola impotente. "Hai lasciato la porta aperta," le disse ridendo.

Why do you keep us apart?
Why won’t you give up your heart?
You know that we’re meant to be together
Why do you push me away?
All that I want is to give you love
Forever and ever and ever and ever and ever


"Accidenti, è colpa mia adesso!" rispose lei ridacchiando, scendendo dal letto. "Tu sei quello che non sa tenere le mani a posto."
"Ehi adesso!" Nick saltò giù dal letto a sua volta. "Hai cominciato tu."
"No è vero".
"Sì è vero."

You can call me selfish
When all I want is your love
You can call me hopeless, baby
‘Cause I’m hopelessly in love
You can call me imperfect
But who’s perfect
Tell me what do I go to do
To prove that I’m the only one for you
What’s wrong with being selfish


"No".
"Sì".
"No".
Stavano ancora punzecchiandosi, quando entrarono in cucina, e videro che Katie era seduta, che aspettava pazientemente il suo cibo.

Selfish I’m in love with you
Cause I’ve searched my soul
And know that it’s you
And prove that I’m the only one for you
What’s wrong with being selfish?*

 
***
"Questo non mi sembra giusto", borbottò Brooke, mentre andava su e giù tra le file di alberi, con in braccio Katie. Erano passate due settimane, e dopo aver finito di decorare la casa, avevano finalmente deciso che quello era il momento giusto per comprare l'albero.
"Perché no?" Nick chiese, in piedi dietro di lei.
"Fa troppo caldo. Prendere un albero di Natale vero senza la neve non mi sembra la stessa cosa."
"Brooke, nevicava appena in Ohio."
"Sto parlando del Connecticut infatti, sciocco. E infatti in Ohio avevamo un albero finto."
"Oh".
Continuarono a guardare vari alberi fino a quando Brooke finalmente decise che aveva trovato quello perfetto. "Sei sicura finalmente?" Nick sospirò.
"Uh huh», sorrise lei. "Adesso andiamo a casa a decorarlo".
***
Un paio di ore dopo, Katie si era addormentata sotto l'albero con il gatto che le faceva le fusa accanto, quando Brooke e Nick finalmente finirono di decorarlo. "Che cosa ne pensi?" Brooke fece un passo indietro e guardò l'albero.
"Penso che sia molto bello," rispose Nick annuendo. "E credo che sia ora di mettere la piccola principessa a letto», rise, avvicinandosi a Katie e prendendola in braccio.
"L’abbiamo stancata", Brooke si mise a ridere, andando a baciare la fronte di sua figlia.
"Torno subito», sorrise Nick, portando la bambina al piano di sopra. Un momento dopo, Brooke decise di andare a mettersi il pigiama. Quando ritornò giù dalle scale, trovò Nick già seduto in poltrona, che guardava la TV.
Sedendosi fra le sue braccia, dichiarò, "Credo che la casa sia proprio bella adesso."
"Anch'io lo penso", annuì lui, baciandola sulla guancia. "Non avrei mai fatto tutto questo se non ti avessi avuta qui." Brooke rise. "Allora, dimmi, Brooke. Siccome tua figlia è nata la vigilia di Natale, non la inganni con i regali, vero?"
"Certo che no!" Brooke rispose. "Beh non credo ...", rispose infine mordendosi il labbro.
Nick sorrise: "Non credo che succederà quest'anno. Non con me, tutti gli amici che ha qui, e poi i tuoi genitori che arriveranno a giorni."
Lei ridacchiò, "Hai ragione. Quest’anno la vizieranno tanto".
"E la pila di regali che giace nel mio armadio mentre parliamo ne è la prova."
"Parlando di quel mucchio, dobbiamo incartarli!" Brooke esclamò, balzando in piedi.
"Di già? Abbiamo ancora due settimane o più".
"Ma sarà tutto più facile una volta incartati, e poi così non dobbiamo restare alzati fino a tarda notte, la vigilia di Natale." Si avvicinò a Nick, gli afferrò la mano, e cominciò a tirarlo, cercando di farlo stare in piedi .
"Ma io non sono bravo ad incartare i regali!" Piagnucolò lui, alzandosi in piedi, seguendola.
"Allora mi aiuterai" Brooke disse, aprendo la porta della sua camera da letto e subito andando verso il ripostiglio per prendere i sacchetti e la carta da regalo. Quando entrò in camera, vide Nick sdraiato sul letto, con gli occhi chiusi. "Svegliati, Nick!" Rise lei, mettendo tutto sul letto per poi salirci sopra.
"Non ne ho voglia." Dicendo questo, la prese tra le braccia e cercò di farla sdraiare sui letto. "Dormiamo», piagnucolò, accoccolandosi vicino a lei.
"No", disse Brooke faticando per alzarsi.
"Sì", rispose lui, baciandole il collo, mentre cercava di arrivare alla bocca.
"Mmm", lei gli avvolse le braccia intorno al collo, tendendo il collo per raggiungerlo. Ma poi, si tirò indietro, ridendo, "Nick, stai cercando di distrarmi!"
"Uh huh", annuì lui, chinandosi a baciarla di nuovo.
«No», ridacchiò lei, spingendolo lontano e mettendosi a sedere. "Dobbiamo farlo ora."
"Mi ricordo quando eri un procrastinatrice. Cosa diavolo è successo?" chiese Nick scuotendo la testa, alzandosi finalmente per aiutarla a disporre le cose sul letto.
"Sono diventata mamma," rispose lei, prendendo il primo giocattolo e la carta da regalo. "Credi di riuscire a mettere lo scotch sul regalo?", chiese prendendolo in giro.
"Penso di sì," sogghignò lui. Ma invece che mettere il nastro adesivo sul pezzo di carta che Brooke aveva tra le mani, decise di attaccarglielo sul naso, ridacchiando.
"Nick", disse lei ridendo: "Cosa stai facendo?"
"Ti sto infastidendo."
"Nick, non mi dai mai fastidio. Sei sempre perfetto," rispose lei alzando gli occhi con fare ironico.
"Lo so", sorrise, togliendole il pezzo di nastro adesivo dal naso, e mettendone un altro sul regalo.
Un'ora più tardi, Nick stava mettendo l'ultimo pezzo di scotch sull’ultimo regalo. "Questo è tutto, vero?" chiese.
"Beh, finché non ne avremo altri”.
Nick sospirò, raccogliendo tutti i regali per rimetterli nuovamente dentro le buste e poi riportarli nell’armadio del ripostiglio. Mentre stava facendo questo, Brooke si mise sotto coperte.
Quando Nick entrò nella stanza e vide Brooke avvolta in una palla, addormentata, ridacchiò. "Dormi qui stasera?"
"Mm Hmm," mormorò lei. "Sono troppo stanca per andare nella mia stanza."
"Scuse, solo scuse," rise lui, spegnendo la luce, e sdraiandosi sul letto accanto a lei. Abbracciandola intorno alla vita, le baciò il naso. "Buona notte, Brooke".
"Notte notte, Nick," sbadigliò lei, accoccolandosi vicino a lui e addormentandosi.
***
Due giorni prima di Natale, Nick, Brooke e Katie andarono all'aeroporto a prendere Mr e Mrs Darcy.
"Tu non vedi la nonna e il nonno da tanto tempo", disse Brooke a Katie mentre aspettavano al gate, in attesa che l’aereo atterrasse.
"Oh," Katie sospirò. "Io piccola."
"Sì, eri piccola," Brooke ridacchiò.
"Anche io ero piccolo," Nick si intromise nella conversazione.
"Se avere 25 anni vuol dire essere piccolo, credo che tu non sia mai cresciuto", Brooke rispose ridendo.
"E allora?" Sorrise, baciandola sulla guancia.
"Ehi! Guarda, l'aereo è atterrato! "Brooke disse guardando fuori dalla finestra.
"Sei eccitata?", le chiese Nick.
"Sì. Saranno sconvolti nel vedere quanto Katie è cresciuta ... E anche nel constatare quanto immaturo sei rimasto", disse prendendolo in giro.
"Ehi!" Nick protestò.
"Cosa?" Brooke chiese, alzandosi in piedi per aspettare i suoi genitori. "E' la verità".
"Sono maturato ... un po'."
"Sì, un po'", sorrise lei. «E poi, chi ha detto che volevo che tu maturassi? Mi piaci come sei".
"E tu mi piacevi di più, quando eravamo al college," Nick le disse serio.
Al suo tono, Brooke lo guardò in stato di shock, non sapendo se piangere o prenderlo calci. Ma sul volto di Nick scoppiò un sorriso, "Rilassati, B. Sto solo scherzando".
"Sarò meglio per te", il suo viso si illuminò mentre gli dava un piccolo pugno nel petto.
Nick ridacchiò, "Non crederai mica che io sia serio quando dico di qualcosa del genere." Abbassandosi verso di lei, la baciò dolcemente, prima di appoggiare la fronte contro la sua.
"Ehm," la voce della sig.ra Darcy li fece dividere. "E’ bello sapere che mia figlia è ansiosa di vedermi."
"Mamma!" Brooke esclamò, abbracciando sua madre per poi salutare suo padre nello stesso modo. "Come è stato il volo?"
"Tutto bene," Mrs Darcy rispose, guardando Katie che era appollaiata tra le braccia di sua madre, che fissava con gli occhi spalancati le nuove persone. "Oh, Brooke, è cresciuta così tanto!" Mrs. Darcy si avvicinò alla bambina.
Brooke disse a Katie, "Questa è la tua nonna e lui il tuo nonno, Katie".
"La nonna? Nonno?" Chiese lasciandosi prendere in braccio da sua nonna.
"Sì," Brooke sorrise.
Nel frattempo, Nick era rimasto in piedi in disparte, lasciando che Brooke riprendesse contatto con i suoi genitori. Dopo aver passato Katie alla signora Darcy, Mr Darcy si rivolse a lui: "Ciao, Nick. Come stai? E’ passato quasi un anno ... "
"Un anno?" Brooke chiese confusa.
"Sì, B. Sai i tuoi genitori sono venuti a trovare Ashley. Non sei l'unica loro figlia ", ripose prendendola in giro.
«Beh, non così spesso, Brooke," Mr. Darcy spiegò. "Credo di aver incontrato Nick solo una volta o due durante le visite che abbiamo fatto a Ashley. Nick era rinchiuso nella sua casa alle Keys."
«Non più, però," Nick rise, stringendo la mano del signor Darcy in segno di saluto. "Venite, andiamo a prendere il vostro bagaglio così poi potete riposarvi".
Nick li condusse verso il ritiro bagagli. Mentre il signor Darcy e Nick aspettavano le valigie, Brooke e Mrs Darcy rimasero indietro, a parlare. "Brooke, sembri molto più felice", sua madre sorrise.
"Lo sono", rispose sorridendo Brooke. "Non mi rendevo conto di quanto mi mancassero tutti".
"Mi chiedo come hai potuto sopravvivere per tre anni ..." sua madre si spense. "E che cosa c’è tra te e Nick?"
La figlia arrossì: "Non lo so", rispose alzando le spalle.
Mrs Darcy rideva vedendo l’imbarazzo della figlia. "Solo per conoscenza”, disse sorridendo: "Sono felice per te. Ho sempre pensato che tu e Nick sareste finiti insieme."
"Sì, peccato che non me ne sia resa conto fino ad oggi" Brooke sospirò.
Proprio in quel momento, Katie chiese, dalle braccia di sua nonna, confusa, "Dove è papà?"
"Sta aiutando il nonno a trovare la valigia".
"Oh" Katie si morse il labbro proprio come sua madre.
"Papà?" Mrs. Darcy chiese, inarcando le sopracciglia.
"Sì, un giorno ha deciso che Nick doveva essere suo padre," rispose Brooke ridendo.
"Che dolce," la madre le rivolse un sorriso complice.
Proprio allora, Nick e il signor Darcy arrivarono con le valigie. "Pronti per andare?" chiese sorridendo.
"Uh huh," La madre di Brooke annuì. "Andiamo a vedere la nuova casa di mia figlia."

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