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Autore: Soffiotta    24/12/2010    6 recensioni
Cara Luce,
ti scrivo questa lettera perché quando avrai l’età per iniziare a comprendere la vita io non avrò più tempo per comprendere fino in fondo la mia, Dio mi avrà già reclamato accanto a lui.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera ad una figlia.








 
 
Cara Luce,
ti scrivo questa lettera perché quando avrai l’età per iniziare a comprendere la vita io non avrò più tempo per comprendere fino in fondo la mia, Dio mi avrà già reclamato accanto a lui.
Sai, è buffo. Mentre scrivo queste righe sono seduto alla scrivania, quella che un giorno diventerà tua. Già ti immagino, innervosita a causa della mamma che ti vieterà di uscire con gli amici e ti spedirà in camera a fare quei maledetti compiti.
Pensa, in questo momento tu sei qui accanto a me. Dormi nel tuo lettino, sei tranquilla. Pari una piuma che è stata accidentalmente portata dal vento accanto a me e prego perché tu rimanga qui in eterno. Sei entrata nella mia vita solo un mese fa, come un uragano travolgente e violento. Hai scombussolato tutto, ma non ti preoccupare, lo hai fatto in modo positivo!
Sai il perché del tuo nome, Luce? Sono stato io a pregare la mamma di battezzarti con questo nome. Due anni fa i dottori mi diagnosticarono questo male incurabile, che ti toglie la vita poco a poco, come un parassita. Io e la tua mamma eravamo sposi novelli e ci sembrò di sentire il mondo con tutto il suo peso caderci addosso. Vivevamo le giornate passivamente, perché tanto sapevamo che non c’era nulla da fare, se non forse aspettare. Aspettare di andarsene per sempre…
E poi un giorno la mamma mi venne vicino, mi abbracciò come solo lei sa fare e mi mostrò un test di gravidanza. E allora capii… saresti arrivata tu. Sai, la mia reazione non corrispose a quella di un padre modello ma mi sono ripromesso di raccontarti tutta la verità, e così farò.
Ero furioso. Perché? Perché dovevi per forza arrivare tu? Cosa avevo da offrirti io se non il mio abbandono?
E allora lo feci. Diventai il peggior padre sulla faccia della terra. Urlai contro tua madre. Le urlai tutto il disprezzo per quel piccolo essere che pian piano occupava il suo ventre. Sai, se ripenso a tutto ciò che le ho detto mi sento un orribile mostro, e forse non sbaglio a pensarlo.
Ma poi tutto cambiò.
E le lacrime amare si tramutarono in lacrime di gioia. Un giorno tornai a casa da lavoro, la tua mamma ormai era al sesto mese di gravidanza, fu lei a decidere di tenerti, mia piccola Luce. Mi sedetti accanto a lei, stava guardando un programma alla tv. Non parlavamo molto, tutto l’affetto che prima era onnipresente fra noi svanì di colpo quando seppi della tua presenza. La amavo, ma non amavo te. E lo so cara Luce, lo so che dopo queste parole mi considerai un padre vigliacco, ma non posso fare a meno di dirti tutta la verità.
Comunque sia lei ad un certo punto mi prese la mano, la strinse nella sua e poi l’appoggiò sul suo pancione.
E fu lì che mi resi conto che avrei dato tutta la mia vita per quel solo, unico attimo.
Eri tu, piccola Luce, che con il tuo piedino ti facevi sentire dal tuo papà. In quell’attimo capii che eri parte essenziale di me e che già ti amavo con tutto il cuore.
La mamma mi sorrise e io sorrisi a lei e fu così che ci lasciammo andare ad un bacio carico d’amore. Grazie Luce, grazie di essere entrata nella mia vita in questo modo stupendo.
22 settembre. Ore 18:43. Ricordo perfettamente anche i minuti. Ero in sala d’attesa e vidi uscire un’infermiera con in braccio un fagottino.
Eri tu, Luce.
Balzai in piedi e ti presi in braccio e fu lì che ti vidi per la prima volta. Credo che mi si fermò il cuore per qualche secondo, sai? Era come avere fra le braccia l’impossibile. Eri come… una luce.
Capito ora il significato del tuo nome? Ho chiesto alla mamma di chiamarti così perché sei stata la mia luce. La luce che è riuscita a farmi lottare contro la malattia. La luce che è riuscita a farmi rinascere.
Quindi… grazie piccola mia.
Ricordati una cosa Luce, l’amore è la forza che può sconfiggere qualsiasi cosa. Ama, e riuscirai a vivere sempre con il sorriso sulle labbra. Ama con quell’amore vero, fatto di emozioni pure e sentimenti. Non avere paura delle avversità, ricordati che tutti le affrontano. Quando ti sentirai male, quando ti sembrerà che non ci sia più via d’uscita, tu ricorda che se resisterai abbastanza a lungo dopo anche tu potrai trovare la tua luce.
È strano, ma il periodo in cui la malattia si è impossessata di me in realtà è stato il più bello di tutta la mia vita. Perché ci sei tu.
Quando inizierai a parlare, a camminare, io non ci sarò più.
Ma, tranquilla. Dicono che le persone quando vanno via, vanno in cielo. No. Io rimarrò qui, accanto a te. E non preoccuparti se non mi vedrai, ti basti pensare che sarò sempre lì, con te.
Ti voglio bene principessa.

Papà.

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