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Autore: ste13    24/12/2010    1 recensioni
Andrè segue Oscar nella guardia nazionale. è paziente da anni, troppi anni. la sua pazienza si è già trasformata in disperazione la notte in cui stava per abusare della sua amata oscar. ma le cose cambiano...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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toc toc
"Avanti" comandò senza emozione, seduta alla scrivania.
Andrè entrò, chiuse la porta dietro di sè e fece il saluto militare.
Oscar rimase sorpresa di ritrovarselo lì, a fissarla con l'unica iride smeraldo che gli era rimasta. Non sapeva se meravigliarsi di più per lo sguardo gelido che il suo ex attendente le rivolgeva o per la sua presenza non espressamente richiesta. Era, infatti, da quella maledetta notte che Oscar trattava Andrè come un semplice soldato, e non più come il suo migliore amico, suo fratello. Erano finite le esercitazioni estenuanti con la spada, le cavalcate contro il vento, le lunghe chiacchierate davanti un bicchiere di vino, l'amicizia che durava da vent'anni.
E tutto per volontà del capitano della guardia metropolitana.
Andrè, dal canto suo, in un primo momento credeva di meritare la noncuranza della sua amata Oscar: l'aveva quasi violentata. Si sentiva un mostro, affogava l'amarezza nell'alcool, ma non riusciva a separarsi dalla sua dea. L'aveva seguita nelle guardie metropolitane per dimostrarle il suo pentimento, per chiederle perdono non solo con le parole, per cercare di recuperare la loro amicizia, per continuare a servirla come aveva fatto per tutta la vita. Ma Oscar perseverava nell'ignorarlo.
Possibile che uno sbaglio, un solo ed unico sbaglio, per quanto grave possa essere stato, abbia cancellato dal quel cuore di donna nascosto da una divisa da uomo venti anni di assoluta devozione?
Oscar si riprese dall'iniziale stupore ben celato dallo sguardo inespressivo e fu colta dalla curiosità.
"E' successo qualcosa, Andrè?"
"Sì, comandante. C'è qualcosa di cui devo parlarvi." Un voi ed un tono solenne mai usciti da quelle labbra. Quelle labbra...
"...lascio la guardia metropolitana"
Un sordo silenzio. La tacita richiesta di spiegazioni.
"Sono stato al servizio della vostra famiglia per tutta la vita, Oscar. Sono stato il vostro servo personale per oltre venti anni. Vi avrei servito fino alla morte se aveste voluto,ma così non è stato, mi avete congedato... quella sera..." la voce di lui quasi un sussurro, lo sguardo di lei scagliato verso il pavimento.
"...non avete più bisogno di me. sono stato sciocco a seguirvi, a volervi restare vicino come si fa tra amici, o come dicevate voi... fratelli..."
Oscar trattenne il respiro, sentiva che Andrè stava mettendo fine per sempre a ciò che li aveva uniti. O era stata lei, prima di lui?
"... come fa un uomo per la donna che ama"
Le gote pallide di lei arrossirono vistosamente, la gola secca, lo sguardo disorientato e spaurito d'improvviso in quello di lui.
"Ma ho mentito a me stesso per anni, per voi non sono stato nè un amico, nè un fratello, tantomeno avrei potuto essere il vostro amante. sono sempre stato il servo. la vostra dama di compagnia. e visto che mi avete congedato, il mio lavoro è finito. addio, monseigneur"
Lo sguardo glaciale di Andrè era stato puntato sulla figura bionda per tutto il tempo, impassibile, forte, sicuro, virile. Le stava dimostrando ancora una volta chi è il vero e unico uomo in quella stanza. Uno sguardo severo che non le aveva mai rivolto, la sua vendetta.
Oscar si sentì ribollire il sangue, scattò dalla sedia facendola cadere e inveì contro l'uomo riducendo drasticamente la distanza tra loro con poce, composte falcate. I pugni a strattonare il bavero della divisa di lui, i visi troppo vicini, il fuoco negli occhi della dea, il freddo nell'occhio del dio.
L'impassibile maschera indossata dal soldato stava cadendo.
Lo spettacolo messo in scena mesi addietro, in quella notte che fece crollare la loro amicizia, si stava ripetendo. Ma Oscar era troppo infuriata per rendersene conto.
"Come ti permetti di parlarmi in questo modo, Andrè? come puoi darmi dell'ipocrita con tanta leggerezza? io non ti ho mai considerato un servo, non ti ho mai trattato da servo!"
"Ah, no? sono stato ai tuoi ordini per anni Oscar! ogni tua parola o gesto è sempre stato un ordine! tutte le volte che hai inveito contro di me solo per sfogare le ingiustizie di tuo padre e della corte, tutte le volte che hai riservato a me la rabbia che covavi per Fersen, tutte le volte che mi hai picchiato, ignorato, ferito quando alludevo alla tua femminilità, come se fosse colpa mia che sei nata donna! tutte le volte che mi hai portato ad ubriacarmi in locande sudice frequentate da malintenzionati e prostitute... il tuo aiuto mancato quando coglievi in me la tristezza o la disperazione... sei stata tu a portarmi ad aggredirti quella sera vomitandomi addosso rabbia, ostilità e indifferenza che mai, mai ho meritato. come adesso! e mi rimproveri di darti dell'ipocrita? affermi di non avermi mai trattato da servo? allontanati da me!"
Due mani vigorose spinsero un'Oscar disarmata verso la scrivania. La sua mente sembrava riempita di nebbia. Era la protagonista o una spettatrice di quella che aveva tutta l'aria di essere una tragedia mal messa in scena? le spalle di lui, lo sbattere della porta.
Era sola.
  
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