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Autore: MelCullen    24/12/2010    2 recensioni
"Si era salvata; sì, Bellatrix Black in Lestrange era sopravvissuta alla caduta dell'oscuro signore, del suo sire."
Bellatrix è stata salvata dalla sorella, ma si sente inutile, una codarda. Ma tutto cambia quando scopre come può riscattarsi, e l'idea gli viene proprio da un discorso con la sorella.
Nasce così, grazie ad una antica pozione, Thomas Salazar Black (Riddle). O meglio, Thomas Salazar Malfoy.
La sua vita, i suoi cambiamenti e gli amori della new generation.
Prima fanfiction su HP.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, James Sirius Potter, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Insidias Amoris

Ed eccomi qua, pronta per un'altra avventura spericolata, alias iniziare una fan fiction su... Harry Potter. Abbiate pietà, è la prima che scrivo, e visto che non voglio scombussolare più di tanto ho deciso di prendere in mano la new generation, metterci qualche personaggio in pù e...

Beh, cambiare qualcosina. Anzi, a dir la verità questa storia sarà sì, su amore&co, ma non tanto semplice. Il protagonista... Beh, scoprirete chi è in questo prologo, e spero che la mia idea non sia tanto stupida o repellente. Secondo le mie cavie o "consigliere" è originale, ma spetta a voi avere il compito di deciderlo. :)

Il titolo è in latino, lo so, e il senso sarebbe "imbrogli d'amore" o una cosa del genere. Non sapevo come chiamarla, e questo mi è sembrato un titolo affascinante.

Allora io vi lascio, ringraziando la mia amata SweetJuly, al prologo.

Buon Natale a tutti :3

Vostra scrittrice folle.

Insidias Amoris

Prologo.

Si era salvata; sì, Bellatrix Black in Lestrange era sopravvissuta alla caduta dell'oscuro signore, del suo sire.

Sua sorella l'aveva salvata dalla furia di quella traditrice del suo sangue, Molly Weasley, e l'aveva portata via, in un posto sicuro.

Per quanto avesse scalciato e opposto resistenza, non riuscì a liberarsi della sorella, e quando tornarono anche suo nipote e suo cognato seppe la verità.

Era finita. Lord Voldemort era stato sconfitto, ucciso da un banale expelliarmus da quel sudicio mezzo sangue che tanto aveva fatto dannare il suo signore, Harry Potter.

La sua furia era stata infinita, l'ira nei confronti della sorella per averla trascinata via era profonda, e l'immensa sensazione di vuoto era solo agli inizi.

Era finita.

Mangiamorte, marchio oscuro... Le battaglie per il sangue puro, gli omicidi, i piani... Finito.

Era tutto finito, e lei era rimasta sola.

Forse era quella l'unica paura di Bellatrix Black in Lestrange, rimanere sola in disparte. Senza nessun piano, senza niente da fare.

Il vuoto.

Narcissa non voleva che sua sorella morisse, ma con questo proposito aveva fatto un danno peggiore. Le aveva impedito una morte gloriosa, insieme al suo signore, le aveva preso il suo sogno e in cambio le aveva mollato una esistenza di buio vuoto, nascosta da tutto e da tutti, senza obbiettivi o qualcosa per cui valesse la pena vivere così.

L'aveva salvata dalla morte, ma l'aveva condannata ad una vita orribile.

Bellatrix era in gabbia. Era morta. Quello che ne rimaneva era solo un involucro insensibile.

 

Passarono sette anni così, passati tra cantine e lontane tenute dei Black; o almeno, quelle che rimanevano. Lei era ormai una bambola senza vita, le uniche volte che si infiammava era quando si toccava l'argomento “proibito”, L'oscuro signore.

Colui per il quale Bellatrix era pronta a dare anche la vita, ed ogni volta rinfacciava a sua sorella il fatto che non gli ha permesso nemmeno quello.

Non riusciva a convivere con questa consapevolezza, ma non sapeva come rimediare. Suicidarsi era da codardi, andare ad Azkaban e auto consegnarsi agli auror era inutile. Uccidere Harry Potter? Oh sì, quello sarebbe stato grandioso. Un sublime riscatto, uno straordinario regalo per il suo signore.

Ma non aveva un buon piano, e di conseguenza stava lì, seduta su una poltrona di un salotto dentro una casa isolata dal mondo, aspettando una occasione, un idea che non arrivava.

Ma sarebbe arrivata. Oh sì.

Lei ne era convinta, e si sa, le donne hanno un sesto senso molto acuto e una determinazione straordinaria.

E lei ne aveva da vendere.

 

Quel giorno arrivò durante la notte, mentre fuori imperversava una tempesta e lei ripensava ad una conversazione che aveva avuto con sua sorella Narcissa anni prima, ma sembravano tempi così lontani...

 

< Bella! Bella!!>la accolse felice la sorella in salotto, andando addirittura ad abbracciarla. Non capiva il motivo di questo improvviso invito, e soprattutto della sua allegria. La scostò in modo brusco.

< Sì, quello è il modo in cui storpi il mio nome. Come mai così tanta allegria sorellina?>chiese con una nota di acidità e sarcasmo, e la bionda, ignorando il suo atteggiamento, la fece sedere. Era eccitata; nemmeno quando ha saputo del fidanzamento con Lucius era così sorridente.

< Perchè ho scoperto una cosa straordinaria Bella, e ne sono così felice!!>e prende le mani della mora tra le sue, sorridendo in un modo che Bellatrix definirebbe “stucchevole”.

< Cosa? Che è successo?>chiese con finalmente un pizzico di curiosità, e lei si aprì in un sorriso ancora più radioso, se poteva essere possibile.

< Sono incinta. Aspetto un bambino!>disse con enfasi alla sorella, facendo agitare i suoi bei boccoli biondi. Lei la guardò strabuzzando gli occhi, sconvolta.

Un figlio? Tutto questo per un figlio? La sua mente non riusciva ad accettare una tale euforia per un piccolo parassita nel ventre; poi in quel momento, che il Signore Oscura stava iniziando a trovare consensi anche nella politica magica...

Narcissa, dato il suo prolungato silenzio, la guardò confusa. < Bella?>la chiamò cauta, e la bruna si destò dai suoi pensieri.

< Sei incinta. Lucius che ne pensa?>chiese freddamente, e lei fece un sorriso ampio, ma non tanto come quello che aveva fatto prima.

< Lui... Beh, è felice e fiero.>Bellatrix alzò un sopracciglio.

< Fiero?>la bionda annuì.

< Fiero. Dopotutto è il suo primogenito... E spera che sia un bel maschietto.>sorride amara, per poi abbassare lo sguardo sul suo ventre e addolcire lo sguardo.

Alla bruna sembrò quasi stomachevole il dare tutta quella importanza ad un mocciosetto ancora non nato. Sinceramente pensava che la sorella sarebbe stata molto più utile nelle schiere dei mangiamorte con lei che a casa a crescere mocciosi.

< Sai, è così felice di diventare padre... Penso che sia la cosa più bella che lui avesse mai voluto. Un erede, sangue del suo sangue...>mormora più a se stessa che alla sorella sfiorando leggermente il suo ventre, per poi alzare lo sguardo e sorriderle quasi amara. < Dopotutto è questo che ogni uomo desidera. Un figlio uguale in tutto e per tutto a lui, destinato a percorrere il suo stesso percorso e magari a fare ciò che lui non è riuscito  fare nella sua vita!>

Lì per lì Bellatrix non era riuscita a comprendere ciò che diceva la sorella, ma in quella notte scura, illuminata da soli lampi e fulmini, aveva compreso ciò che poteva ancora fare per il suo Sire.

Dare alla luce il suo discendente.

Si alzò di fretta e dopo tempo si fissò nello specchio, facendo una smorfia. In quegli anni era invecchiata visibilmente, ma il suo orologio biologico non aveva ancora scoccato l'ora decisiva. Si sfiorò il viso, il quale  era solcato già da rughe non indifferenti, ma il fisico era rimasto decente. In questi anni non si è mai preoccupata di mangiare molto, e il suo fisico sembrava fin troppo spigoloso.

Sarebbe dovuta tornare in forma, per riuscire nel piano che si stava prefissando nella mente. Ma prima doveva riuscire in un altra fase, alias la pozione.

 

Anni addietro, prima che Lord Voldemort “morisse” e quando era ancora umano, Bellatrix arrivò quasi a portarlo a letto, ma all'ultimo momento qualcosa andò storto.

Si ritrovò nella camera da letto sola, frustrata e con solo dei capelli neri per confermare la presenza, seppur breve, del Signore Oscuro. Aveva conservato con premura quei filamenti scuri che provavano la sua intimità con il suo Sire, ed ora potevano essere l'unica fonte di riscatto per la sua vita.

Un giorno, quando ancora era ragazzina, aveva trovato un libro antico nella biblioteca di famiglia; a lei piacevano tutte le cose oscure, e quel libro e gli incanti contenenti in esso erano davvero una manna da cielo per lei. In esso trovò una pozione molto complicata, quasi assurda, che le streghe del medioevo facevano sotto richiesta alle dame di corte, che intendevano avere un figlio dal re solo per avere una piccola somma di denaro e un po' più di potere.

Alcune volte funzionava, altre no, ma dipendeva tutto dalla determinazione delle richiedenti. E lei era molto più che determinata; immediatamente salì in soffitta, dove c'era il baule che usavo per Hogwarts nel quale avevo riposto libri di magia oscura e i suoi tesori più preziosi...

Come la provetta chiusa con dentro l'unica cosa rimasta del suo Lord.

La prese tra le mani come se fosse la cosa più delicata al mondo, e le lasciò sopra un delicato bacio prima di prendere con l'altra mano il libro e recarsi velocemente nello studio, dove c'era tutto l'occorrente per fare le pozioni.

Appena arrivata mise subito il libro sul leggio in legno scuro, e sempre tenendo la provetta con una mano iniziò a cercare quella pozione. La sua mano pallida scorreva rapida le pagine ingiallite da tempo, ruvide al tatto. Alcuni incantesimi erano scritti in lingue antiche, che lei a stento ricordava, e dopo qualche decina di minuti finalmente la trovò.

Insidias amoris. Ecco come si chiamava la pozione che le avrebbe restituito l'onore e la dignità. Leggendo la preparazione si accorse che non era così facile come si ricordava ma anzi, molto, molto complicata.

Lacrime di unicorno, essenza di alito di drago... Tanti altri ingredienti difficili da trovare, e l'ultimo è... Sangue.

Delle gocce del suo sangue.

Per questo non devo fare tanta strada pensò facendo un sorriso sornione, e si mise a cercare tutti gli ingredienti che potevano esserci in casa.

 

< Non puoi farlo Bella! è una follia!>le urla la sorella, Narcissa, quando il giorno dopo la bruna le riferì tutto il suo piano. Lei sbuffò.

< Certo che posso farlo Cissy, e lo sto facendo!>disse scocciata riprendendo a controllare la pozione che ribolliva nel calderone. La bionda si alzò e la fermò con un braccio, facendola girare per guardarla negli occhi.

Lei la guarda; la sua sorellina era così invecchiata in questi anni... Gli spaventi, la paura per il marito e il figlio, la tentata ri scalata sociale dopo la caduta del signore oscuro, il figlio che cresceva e che si è sposato... Per ogni preoccupazione una ruga.

< Non fare sciocchezze Bella, lui è morto!>le sussurra, ma lei si libera bruscamente dalla sua presa.

< Lo so, ed è per questo che lo faccio. Cissy, è una occasione straordinaria, possiamo rifarci! Il figlio del Lord Oscuro conquisterà il mondo, e finalmente il padre avrà vendetta!>sibila convinta per poi darle le spalle e cercare un ingrediente nel ripiano. La sorella sospira esasperata, per poi avvicinarsi al libro e leggerne le indicazioni della pozione; dopotutto chi poteva frenare sua sorella nelle sue follie? Non lei.

Ma una nota alla fine della pozione la fece ricredere, la sorella non doveva fare una follia del genere. Un brivido freddo percorse la sua schiena e subito prese la bruna per il gomito. < Cosa c'è ora?!>strilla irritata Bellatrix, e la bionda la trascina davanti al leggio il legno.

< Hai letto le note in fondo?>risponde fredda con una domanda e la bruna sbuffa, leggendo svogliata ciò che le indica la bionda. Mentre legge muove le labbra e quando finisce si irrigidisce, lasciando le sue labbra socchiuse e immobili, prima che finiscano la parola pronunciata silenziosamente.

Morte.

Colei che rimarrà incinta di un morto, dando alla luce il bambino, sarà desinata alla morte. Per farlo nascere ci vorrà il sacrificio della madre, la sua stessa vita per quella del pargolo, ed esso sarà figlio della morte.

 

Figlio della morte. Ecco la frase che continuava a stare nella testa di Bellatrix Black. Narcissa la guarda, sperando in un suo lampo di lucidità, ma quando questa iniziò a ridere di gusto e in un modo inquietante, si dovette ricredere.

< Figlio della morte! Oh Cissy, non potevo chiedere di meglio!>dice con tono vivace e torna alla sua pozione. Narcissa non sapeva che dire, esterrefatta.

Narcissa Black, in Malfoy, moglie di Lucius e madre di Draco, aveva rischiato la vita per salvare quella della sorella, la stessa che aveva ucciso la loro nipote mezzosangue. E questa voleva buttare la sua seconda chance per un bambino, un mostriciattolo nato da un morto e una pazza.

Non era sano tutto ciò, Bellatrix non era sana.

< Oh sorella, immagina cosa potrà fare il figlio della morte e dell'oscuro signore! Potrà dominare l'intero mondo!>continua a dire Bellatrix soddisfatta, mentre riprende a mescolare la pozione ed aggiungerci delle polveri.

< Sì, speriamo che non prenda la tua sanità mentale.>dice acida la bionda, per poi sospirare esasperata. < Bella, non farlo! Non... Non puoi!>cerca di convincerla, ma riceve solo una occhiata di sbieco.

< Ah no? Ed ora cosa sto facendo?>dice sorridendo soddisfatta, e Narcissa stringe le labbra irritata. Non ha mai sopportato quel sorriso durate le discussioni.

< Smettila. Non puoi farlo, potrebbe non funzionare!>

< Funzionerà!>ripete annoiata la bruna, ricevendo uno sguardo ammonitore dalla sorella.

< E chi crescerà questo bambino quando tu non ci sarai?>chiede con un espressione seria in viso, che si trasforma sorpresa e poi in terrorizzata dopo l'eloquente sguardo di Bellatrix. < Non lo pensi sul serio.>

< Andiamo Cissy! Sei un ottima madre, una strega paziente e sei sposata con un mangiamorte! è perfetto.>parla sicura delle sue parole, ma la sorella affila lo sguardo.

< Ex mangiamorte. E non voglio crescere un bambino non mio, e per di più nato da un tuo capriccio!!>sbotta irata, ma lo sguardo della sorella quasi la fa sentire in colpa.

< No, non è tuo figlio, ma è il mio. Di tua sorella, dell'uomo in cui credevamo, un Black. Non puoi dirmi di no Cissy.>dice Bellatrix facendo un broncio triste, e la bionda rimane in silenzio ad assorbire quelle parole.

é mia sorella, è mio nipote... è un Black.

 

Nove mesi dopo, in una notte senza luna e fredda, mentre imperversava una tempesta di tuoni e fulmini, naque. In camera con Bellatrix c'erano solo Narcissa e una donna di fiducia, e fuori ad aspettare un nervoso Draco e un pacato Lucius.

Pesava tre chili e trenta grammi, aveva dei capelli già folti e scuri e strillava come un matto tra le braccia della nutrice. < Thomas Salazar Black.>sussurrò indebolita e fiera la bruna, e quando lo tenne in braccio pulito e pacifico sorrise. Narcissa non aveva mai visto un sorriso tanto dolce sulle labbra della sorella, ma non gli disse nulla, troppo impegnata a guardare quel frugoletto dalla pelle diafna che tra non molto sarebbe diventato suo.

Infine Bellatrix sospirò stanca, baciò la testolina del piccolo e lo porse a Narcissa, che subito lo prese tra le braccia. La bruna si accasciò debole tra i cuscini. < Ho fatto il mio dovere... Ora tocca a te Cissy. Ricordagli chi è, la magnificenza di suo padre, la sua missione...>sussurra facendo quel ghigno che solo lei sapeva fare, e la bionda le accarezzò la fronte, senza mai lasciare il bimbo.

< Lo crescerò bene, non dubitarne sorella.>aveva gli occhi lucidi, e Bella se ne accorse; infatti le fece un sorrisetto di rimando, per poi dare un ultimo sguardo al bimbo.

Suo figlio, il suo bambino... Che soddisfazione, che cosa sublime!

Esalò il suo ultimo respiro con questo pensiero. Era finita, stavolta era finita sul serio.

Bellatrix Black, in Leastrange, era morta, lasciando al mondo un bambino, un piccolo frugoletto dai capelli folti e scuri, dai polmoni forti e dal carattere placido.

Thomas Salazar Black. O meglio...

Thomas Salazar Malfoy.

   
 
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