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Autore: Hinata_Dincht     24/12/2010    6 recensioni
La pace e la tranquillità dei Guns n' Roses viene rotta dall'improvviso comportamento ambiguo di uno dei cinque; ambientata agli inizi della loro carriera, questa è la mia prima storia nella sezione!
"Fantastico. Ora Duff mi fissava dall'alto in basso con uno sguardo disgustato, stringendo Steven finto-singhiozzante al petto."
Attenzione: linguaggio in stile Guns!
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

- ... E finisce con "It's gonna bring you down - HA! "- urlai, facendo trasalire l'altro che sbandò un poco finendo nell'altra corsia. Quando alcune macchine gli suonarono in maniera incazzosa, lui mise fuori il braccio dal finestrino e sventolò al mondo il dito medio, urlando e imprecando, i capelli all'aria. Gli diedi una mano a imprecare; devo ammettere che è una delle cose che mi viene meglio.

- Insopportabili coglioni, non è colpa mia.- borbottò leggermente Duff, ricomponendosi nella sua aria da "cazzone-imperturbabile".

Alzai il sopracciglio. - Ovvio, cazzo!, è decisamente colpa loro se un idiota, patentatato erroneamente, ha deciso di fare una fottuta deviazione nella loro corsia, vero?-.

Duff mi lanciò un occhiataccia da sopra gli occhiali da sole; per tutta risposta sghignazzai.

Abbassai il para-sole o come cazzo si chiama, e notai con disappunto che, impresso a caratteri rossi-rossetto-da-troia, c'era un numero che occupava lo specchietto. Fra una cifra e l'altra, si vedeva ben poco del mio viso. Chissà chi era stata la puttana.

- Insomma, in definitiva come si chiama questa canzone?- chiese Duff, spingendo la macchina -catorcio?- oltre il suo limite, superando alcune auto che, a sua detta, andavano troppo piano. Io avrei detto entro i limiti di velocità, ma è solo una mia considerazione.

- Welcome to the jungle.- risposi sovrappensiero; era forse il caso di mettersi la cintura di sicurezza? Di certo era da sfigati. Decisi che, Nerd o meno, volevo sopravvivere al fottuto viaggio di ritorno per comprare il fottuto pranzo.

- Mi ispira.- affermò il biondo, che schivò di poco una cassetta delle lettere di una delle residenze più costose di tutta Los Angeles; e fu quello il momento in cui decisi che mi sarei fatto la patente e avrei guidato IO e SOLO io quella fottuta macchina.

Un improvviso urletto mi fece voltare terrorizzato verso un Duff esaltato. - ALZA LA RADIO!-.

Obbedii e le note di "I was made for lovin' you" riempirono la macchina.

Io e Duff cominciammo a saltellare a ritmo sui nostri sedili come due coglioni muovendo la testa di qua e di là in un frullato di capelli.

Lui in un falsetto spudoratamente alto, io nella mia solita tonalità, iniziammo a cantare scuotendoci tutti; qualcuno, vedendoci da fuori, avrebbe potuto scambiarci per due epilettici nel bel mezzo di una crisi violenta.

Finalmente arrivammo davanti alla Hell House e, raccattato il pranzo di cinque belve dal sedile posteriore, ci avviammo verso la porta sculettando e ancora cantando. Quando Steven ci venne ad aprire eravamo nel pieno del ritornello e, dopo lo shock iniziale, ci seguì anche lui nei movimenti, saltellando dall'uno all'altro facendo finta che noi fossimo i pali e lui una ballerina da night club. Una ballerina da night club molto pelosa.

- Che schifo, Steven! Mai pensato di usare il rasoio?- sbottai leggermente disgustato; per forza che sono lunatico! Con certe visioni si spegnerebbe l'entusiasmo di chiunque.

Fantastico. Ora Duff mi fissava dall'alto in basso con uno sguardo disgustato, stringendo Steven finto-singhiozzante al petto.

Fottiti, Duff, non gli chiederò scusa. È peloso.

E, pensato questo, girai i tacchi ed entrai in cucina.

Slash ha sempre avuto un fiuto canino. Infatti, non appena l'odore del cibo si propagò nell'aria, lui fece la sua entrata in scena grattandosi le palle in giro per la cucina.

Cazzo, proprio vicino al mio pranzo lo doveva fare?

- Ciao cazzone.- lo salutai con una pacca sulla spalla. Lui grugnì poco convinto, fissando con bramosia i cartoni bianchi adagiati sul bancone.

- Ok, non mangiare quella fottuta pizza senza di me.- lo avvertii con l'indice. Ci guardammo per dei momenti interminabili. - Ho rischiato la mia fottuta vita per questo pranzo. Ti ho avvertito.- ringhiai. - Vado a raccattare Iz e mangiamo. Insieme.-.

- La tua anima gemella?- mi girai e vidi Steven entrare nella stanza portando le birre. Si era completamente ripreso, lo stronzo. - E' di sopra.-

- Fottiti, Popcorn.- borbottai, trotterellando verso le scale per poi salirle due scalini alla volta. Izzy, la mia anima gemella. Che stronzi. Erano due settimane che avevano iniziato, di comune accordo, a spaccare i coglioni con questa storia dell'anima gemella. Fortunatamente non la tiravano fuori davanti a Iz. Conoscendolo avrebbe fatto lo sciopero del silenzio per una settimana. Perché in fondo Izzy era così, pensai buttandomi a peso morto sul letto che sapeva di pulito una volta tanto; Izzy non era in grado di incazzarsi quando gli altri lo trattavano male, e allora faceva quel suo fottuto sciopero e non parlava più a nessuno. Non era come tutti noi che ci incazzavamo, litigavamo, bevevamo e tornavamo amici come prima, no! Lui aveva quella sottigliezza nel fare le cose che lo rendeva più stronzo. Agli occhi degli altri, ovvio. Perché io sapevo benissimo che lo stronzo non lo sapeva fare, intenzionalmente.

Fui strappato ai miei pensieri da un'imprecazione. Mi venne un fottuto attacco di cuore! Non mi ero nemmeno accorto della presenza di Izzy.

Che, ad osservarlo meglio, sembrava piuttosto indaffarato...

- Ehi, Izzy! Cosa stai facendo? Il pranzo è pronto.- esclamai, fissandolo preoccupato. Perché stava infagottando i suoi vestiti? E lo stronzo nemmeno mi rispondeva!

- Iz?- chiesi gentilmente; ma, fanculo, io lo dico sempre che le maniere gentili non funzionano. Continuava a raccogliere roba nel suo zaino, il bastardo.

- Iz, cazzo!- esclamai, alzando le braccia in maniera esasperata. Niente. Di tanto in tanto mi dedicava un'occhiata che poi fuggiva via dal mio sguardo.

- IZZY!- alzai la voce mentre afferrava la sua acustica e metteva in spalla il suo zaino.

- JEFFREY DEAN ISBELL- tuonai con tutta la voce che avevo in corpo. L'avrei sicuramente maledetto se, nel chiamarlo con tanta foga, si fossero rovinate le mie corde vocali. Fatto sta che si bloccò come pietrificato sulla porta.

Si voltò lentamente a guardarmi, e nei suoi occhi notai qualcosa che mi raggelò.

- Il pranzo... giù... freddo...- farfugliai, incapace di comprendere l'intensità del suo sguardo.

Lui boccheggiò per un po', aprendo e chiudendo la bocca, senza riuscire a dire nulla.

Alla fine rafforzò la stretta sulla custodia della sua chitarra e disse: - Me ne vado.-

Rimasi impassibile, sul momento, incerto se sul ridere o lo sbraitare. IO avevo rischiato la mia fottuta vita anche per il suo pranzo... e lui se ne andava prima ancora di vedere cosa c'era da mangiare?

Qualcosa però mi disse che la questione era ben più seria.

To be continued...

Buongiorno gente!
Sono nuova di questa sezione, sapete... Eppure ho sempre sognato di scrivere qualcosa su questi cinque svitati!
Beh, mi piacerebbe molto sapere che cosa ne pensate di questa "cosa" e se vale la pena di continuarla...!
Vi prego, abbiate pietà e se notate qualcosa come una stronzata mondiale sulle loro storie o nelle loro descrizioni ( che so, come dire che Axl ha avuto un'infanzia felice o che Slash in realtà è Babbo Natale) vi prego di farmelo notare! Ricordate che è Natale, e a Natale si è tutti più buoni! *me scappa*
Love, fuckers!
  
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