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Autore: Berenike    24/12/2010    13 recensioni
FANFICTION VINCITRICE DEI NESA 2010 TURNO SPECIAL NATALIZIO NELLE SEZIONI BEST KISS E BEST READER'S CHOISE
Richard Castle e Kate Beckett partono per un viaggio del tutto inaspettato verso Venezia: quattro giorni, una città magica, ed una sola camera.
Riusciranno Richard e Kate a rimanere professionalmente solo "colleghi" senza lasciarsi andare alle emozioni?
Decisamente, l'atmosfera Natalizia non sarà di loro aiuto.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Insieme a Venezia




Capitolo 7: Shopping Veneziano

La Mattina di Santo Stefano la detective Kate Beckett si svegliò alle prime luci del mattino. Si sentiva stranamente riposata e rimase per qualche secondo assopita tra quelle morbide lenzuola di seta. Poi, girandosi cautamente, sistemò il cuscino e si guardò intorno. I suoi occhi erano ancora semi chiusi ed i suoi muscoli addormentati e doloranti: Kate sognò subito di ritornare al centro benessere, quel giorno.
Richard Castle stava dormendo accanto a lei, sopra le coperte. La donna gli sfiorò il braccio, per sentire se avesse freddo, ma al contatto capii subito che non aveva bisogno di coperte.
Kate lo guardò per qualche secondo, rapita dalla beatitudine del suo sonno e dalla morbidezza delle sue labbra. Sognò di svegliarlo accarezzandogli i capelli ed augurandogli il buon giorno con un lungo e dolce bacio, ma sapeva che tutto questo era impossibile.
Presto sarebbero tornati alla vita reale e allora la favola sarebbe finita, l'incantesimo spezzato.
Kate sorrise notando ogni piccolo dettaglio di quella stanza: avrebbe voluto abbandonare New York, il suo lavoro, la sua vita precedente per poter stare semplicemente lì dov'era in quel momento.
Avrebbe voluto passare il resto della sua vita in quella camera da letto, accanto a Richard addormentato, con i primi raggi del sole che penetravano pigramente in camera.
La detective si alzò cercando di non svegliare lo scrittore ma, scoprendo presto che anche avesse avuto il passo pesante, questo non si sarebbe svegliato comunque: aveva un aspetto orribile, decisamente molto stanco; come se fosse stato alzato tutta la notte.
Kate rabbrividii nel pensare che l'uomo fosse sgattaiolato fuori dalla camera e avesse passato la notte con una formosa donna italiana; sperò con tutto il cuore di sbagliarsi.
All'improvviso Beckett si ricordò di un episodio lontano, rimosso nella sua mente, ma che ora poteva tornarle molto utile... Nella sua mente vide i ragazzi dell'Accademia scherzare e prendersi gioco dei nuovi arrivati mentre dormivano...
Forse era arrivato il suo turno di vendetta.
Così, quatta quatta e stando attenta a non far rumore, la donna andò in bagno, prese la schiuma da barba dello scrittore e la portò con sé nella camera da letto. Per un attimo la sua coscienza le consigliò di non farlo, ma perché no? Quell'uomo la faceva impazzire ogni giorno della sua vita... Perché non prendersi una piccola rivincita?
Kate Beckett, riunendo tutto il proprio coraggio, spruzzò della schiuma da barba sulla mano destra dello scrittore, sentendosi come una ragazzina al college. Ogni dettaglio era importante negli scherzi, non doveva saltare nessun dettaglio vitale.
Poi iniziò la fase due: prese il proprio pennello della terra che usava per truccarsi ed avvicinandosi a Rick glielo strofinò più volte sul naso.
Una, due, tre, cinque volte...
E lo scrittore ancora niente... Non dava segno di irritazione, non sembrava nemmeno accorgersi del fastidio.
Kate stava quasi per darsi per vinta quando, dopo quasi un minuto dall'inizio dell'operazione, lo scrittore si grattò il naso con un gesto involontario, usando proprio quella mano destra piena di schiuma da barba. E si svegliò.
Starnutì una volta poi aprì gli occhi, incapace di capire cosa stesse succedendo.
Fu un attimo: i suoi occhi assonnati si appoggiarono prima sulla propria mano destra, poi sulla detective che era in piedi su di lui con un'aria insieme complice e vendicativa; così capii all'istante e tutto il sonno che pochi secondi prima sembrava essergli piombato addosso come cemento, lo abbandonò improvvisamente.
E si alzò. Kate continuava a ridere senza sosta, continuando a guardare la faccia sorpresa ed arrabbiata di Castle. Questo fece per andare verso il bagno a pulirsi, ma a metà del tragitto cambiò idea e si buttò di peso addosso a Kate, che cadde sul letto.
Lei prese questa come un'offesa personale ed iniziò a lottare come fosse in uno dei tappeti morbidi della sua palestra in centrale: si difese, attaccò, evitò dei colpi ed iniziò con quell'uomo una danza nel letto, tra colpi, abbracci, e gambe incrociate.
Dopo mezz'ora di combattimento erano entrambi decisamente sudati, molto agitati, probabilmente eccitati ed entrambi davvero molto imbarazzati.
Kate era sopra di Richard, che era disteso a pancia in su con la detective a gambe aperte sopra il suo bacino. L'imbarazzo si scarse nell'aria ed entrambi evitarono un contatto visivo.
-Andiamo a colazione? - suggerì poi lo scrittore, per alleggerire la situazione.
-Ottima idea – disse la detective, sciogliendo quella posa così naturale e al tempo stesso così dannatamente sbagliata.


Due ore e due docce dopo i due si avviarono per la colazione. Alexis e Martha, vedendoli, notarono subito che doveva essere successo qualcosa tra loro. Castle sembra stanco come se avesse dormito una sola ora, e Kate non riusciva a guardarlo negli occhi. Quella mattina poi era tornata ai suoi waffle con caffè americano: brutto segno.
Fu Martha la prima ad avvicinarsi a lei, dicendole:
-Mia cara, non devi essere così sorpresa. Prima o poi doveva succedere che...-
Kate la guardò scioccata. Di cosa stava parlando?
-Martha... Non è come pensi... -
-Ma io non ho detto nulla. - rispose per ultima Martha, allontanandosi da lei quasi fluttuando.
Kate cercò di eliminare quella conversazione ma la sua mente elaborò ugualmente ciò che aveva appena sentito: cosa voleva dire con Prima o poi doveva succedere?


-Signor Castle, Signora Castle... - una gentile receptionist accolse la famiglia Castle al pian terreno, per informare tutti loro delle attività della giornata.
-Richard, perché mi ha chiamato Signora Castle? - Beckett, improvvisamente libera dall'imbarazzo di quella mattina, si rivolse acida allo scrittore.
Perché in quell'hotel nessuno capiva che lei non era sposata con Richard?
-Dormiamo nella stessa camera... Cosa volevi che dicessi? Qui in Italia hanno il Papa, non si scherza con certe cose! - Tutte e tre le donne di fronte a lui si misero a ridere. Poco distante anche l'addetta alla reception accennò ad un sorriso.
Castle, semplicemente unico.
-Cosa si può fare oggi? - domandò piena di entusiasmo Alexis.
-Possiamo visitare i musei? -
La Signorina le rivolse un grande sorriso.
-Certo, qui a Venezia non esiste giorno dell'anno in cui musei e negozi siano chiusi! -
-Negozi! - Martha sussultò. Finalmente poteva fare ciò per cui era andata in Italia: shopping.
-Mamma, frena il volo! Oggi tu ed Alexis andrete a musei... - disse, indicandole da dietro le spalle la detective. Martha capii al volo e disse, accigliata:
-Anzi, ho un'irrefrenabile voglia di vedere i musei oggi...! - Alexis si illuminò in un sorriso.
-Grazie Nonna! - Martha non sembrava contenta tanto quanto Alexis ma la abbracciò comunque.
Andando fuori dall'albergo per raggiungere il vaporetto che li avrebbe portati in Piazza San Marco, Alexis abbracciò il padre e sua moglie, mentre Martha sussurrò all'orecchio del figlio:
-Vedi di concludere oggi, perché io per te mi sto perdendo un giorno di shopping a Venezia! - detto questo, si lanciò uno scialle dietro la schiena con un gesto teatrale e lasciò la scena.
Castle e Beckett si guardarono, di nuovo soli.
-Shopping? - domandò lui, sperando di non pentirsene.
-Ottima idea! - disse per la seconda volta nella giornata Kate; che Rick avesse ragione, non era affatto un buon segno.


Richard Castle scoprì presto che far shopping con la detective Beckett era decisamente più rilassante rispetto alla corsa sfrenata che aveva dovuto sopportare prima con sua madre e poi con le sue due ex mogli. La detective non amava entrare nei negozi, preferiva osservare le vetrine dall'esterno.
Si fece offrire una cioccolata calda da sorseggiare per le strette calli di Venezia, ma non spese nemmeno un dollaro di quella scintillante carta di credito Gold che Richard esibiva davanti ad ogni negozio. Kate non si soffermava molto sui vestiti alle vetrine, o sulle borse, o sulle scarpe: i suoi occhi erano avidi della storia di Venezia, erano ghiotti di ponti, di poggioli, di palazzi, di luci natalizie sparse per tutta la città; era bisognosa di festa, di calore, di affetto, di decorazioni di Natale che si potevano trovare in ogni angolo di Venezia. Guardava desiderosa ogni albero di Natale, come potesse chiedere di portarselo a casa ed infine, guardò con meraviglia la bellissima Basilica di San Marco.
Castle amò profondamente questo lato della detective. Era così dolce, così bambina, così semplice.
Il suo animo non aveva bisogno di grandi spese per essere felice, le bastava essere li, essere felice, essere con lui.
Durante quella giornata di shopping (per Rick) e di visite (per Kate) i due si parlarono poco ma lo scrittore notò che, presa dalla foga e dall'entusiasmo della passeggiata, Kate lo prese per mano e non gliela lasciò fino a sera.
A fine giornata Richard poteva contare due nuove cravatte di Gucci, due camicie della Bottega Veneta, un abito di Armani ed tre cinture di Dolce e Gabbana. Infine non aveva proprio potuto resistere alla tentazione di entrare da Vuitton e comprare un porta computer ed un paio di occhiali da vista.
-Ma tu ci vedi benissimo! - replicò la detective, che era sbalordita dal quello shopping sfrenato. Lo scrittore aveva speso in un giorno, quello che lei guadagnava in sei mesi.
-Se mai un giorno, quando diventerò vecchio ne avrò bisogno, li avrò già no?- e per l'ennesima volta Kate sbuffò, divertita da quel lato un po' femminile dello scrittore.
Beckett non si era lasciata trasportare da nessun negozio in particolare; Castle cercava di comprarle dei regali in ogni negozio in cui entravano, ma non c'era stato verso. O almeno fino a che la donna non vide le maschere: entrando in un tipico piccolissimo negozio veneziano, le guardò come se le volesse tutte e così Richard fece la cosa che più la lasciò senza parole.
-Scegline otto che ti piacciono.- La detective si illuminò come una bambina a Natale.
-Perché otto? - chiese cortese, sperando che non cambiasse idea sul numero.
-Una per te, una per me, una per Martha e Alexis, e poi bisogna considerare Ryan, Esposito, il Capitano e tuo padre... Mi pare siano otto in tutto no? -
Kate sorrise raggiante. E così buona parte del pomeriggio la passarono lì, in quel piccolo negozio antico, a provare maschere e a pensare ognuno dei propri amici con una di esse.


Alle otto e mezzo della sera la famiglia Castle si ritrovò nel magnifico hotel Mulino Stucky. Alexis e Martha raccontarono entusiaste della loro giornata e sorrisero felici alla vista delle maschere comprate per loro. Nemmeno Martha sembrava più arrabbiata con il figlio: dopo aver visto il Teatro Goldoni ed il Teatro della Fenice, non faceva altro che ripete che potevano lasciarla lì per il resto della vita, e lei sarebbe stata felice.
Dopo cena Alexis propose di scendere al terzo piano dell'albergo per partecipare ai giochi da tavolo organizzati per gli ospiti; Kate fu la più entusiasta dell'idea, ma Richard ancora una volta stravolse i piano di tutti:
-Io e Kate abbiamo un altro impegno, per questa sera. -
Alexis assunse un'espressione felice. Stava quindi succedendo qualcosa tra loro? Le sarebbe piaciuta Kate come nuova mamma.
Martha invece sembrò capire i suoi piani e questa volta però non accettò di essere lasciata in disparte.
-Richard Castle, questa volta non riuscirai a fermarmi dal venire con voi! -
Richard la guardò beffardo. Poi rise.
-Mamma non ho così tanti soldi! - Martha non lo ascoltò, ed andò a prepararsi.
Kate invece, che non aveva ancora capito quali fossero i piani per la serata, si rivolse ad Alexis e le chiese:
-Tu hai capito qualcosa? -
-No, ma ho come l'impressione di non poter venire! -
-Infatti – la interruppe Richard – i minorenni non possono entrare, mi dispiace! - Poi si girò verso Kate – Noi invece dobbiamo andare a prepararci, muoviamoci prima che mia madre sia pronta! -
Entrambe le donne di fronte a lui risero, facendo sentire Rick finalmente a casa: le sue due donne, insieme, che ridevano e scherzavano, come una famiglia...
Sarebbero mai potute andare così le cose?


Una volta in stanza, Castle si cambiò e lasciò Kate sbalordita: era a dir poco elegantissimo, come forse lo era mai stato in sua presenza. Era così affascinante, così sensuale nel suo abito nero, con la sua cravatta e la sua camicia bianca. Era semplice, ma assolutamente perfetto.
Kate guardò all'interno della sua piccola valigetta, e si sentì un po' come Cenerentola. Non aveva portato nulla di così elegante, e anche se ancora non sapeva dov'erano diretti, sapeva bene che non poteva indossare i jeans con la felpa dell'Accademia.
-Richard, grazie per l'invito ma sono un po' stanca dopo la giornata di oggi... - mentii. Certo avevano camminato molto, ma aveva una voglia matta di scoprire dove erano diretti.
-Non vieni nemmeno se... - Castle aprì la propria valigia e ne estrasse un grande pacco regalo di Chanel – ho preso questo per te? - le allungò il regalo.
La detective non riuscì ad attendere, ignorò la scatola con su scritto Chanel in ogni angolo ed aprì subito il grande contenitore: per un attimo pensò che lo scrittore la stesse prendendo in giro.
In quel semplice pacco c'era un mondo a cui lei era completamente estranea: per prime notò le scarpe di Chanel, tacco probabilmente 12, massimo 13, nere di camoscio; poi i suoi occhi si posarono sull'intimo rosso di Chanel, di sera, elegantissimo; per ultimo notò un lungo abito rosso senza spalline, che partiva dal seno e arrivava fino per terra; a metà si apriva un grande spacco; in mezzo al seno c'era il logo di Chanel in oro bianco.
Le aveva regalato un gioiello sotto forma di abito da sera.
-E non è tutto – si intromise lo scrittore tra i suoi pensieri. Tornò alla propria valigia e questa volta ne estrasse un pacchetto più piccolo, di Dior.
-Aprilo. - La detective sentì le proprie mani tremare. Scartò con cura quel secondo pacchetto, cercando di assaporare ogni secondo di quel regalo: solo la confezione era un regalo di per sé. In velluto nero, pregiatissima. Kate la aprii e restò senza respirare per qualche secondo.
-Ovviamente se sei stanca, e se non vuoi nulla di tutto questo... Se non ti piace, domani puoi sempre portarlo indietro, decidi tu se hai voglia di uscire... -
-Richard Castle stai zitto! - o interruppe all'improvviso. Poi sorrise raggiante e gli prese le mani.
-Grazie Rick, nessuno mi aveva mai fatto dei regali simili... - lo scrittore arrossì appena.
-Non devi ringraziare me, ma la commessa del negozio; ha scelto tutto lei! Tranne il completino intimo, quello l'ho scelto io...! - scherzò malizioso. Poi lasciò le mani della donna e si incamminò verso la reception, lasciandole lo spazio e tutto il tempo di cui aveva bisogno per trasformarsi in una principessa.
Kate, guardandolo uscire, posò nuovamente gli occhi sul secondo regalo: una collana di oro bianco tappezzata di brillanti, lunga fino al seno e finita con un piccolo cuoricino di diamante, che doveva infilarsi perfettamente all'interno del suo seno.


Richard capì subito quando Kate stava scendendo: lo capii dagli sguardi degli uomini, che erano tutti d'ammirazione per la donna più bella che avessero mai visto; lo capii dal calore che sentì improvvisamente divampare in quella sala; lo sentì nella propria eccitazione nel vedere la donna più intelligente ed unica che avesse mai conosciuto, uscire dall'ascensore e dirigersi verso di lui.
L'uomo notò subito che non si sentiva perfettamente a proprio agio in quegli abiti così diversi dai propri abituali: amò moltissimo questo lato timido e allo stesso tempo sexy del suo carattere; era così diversa da tutto ciò che aveva conosciuto fino a quel momento.
Dirigendosi verso di lui, Kate non lo salutò. Si limitò a rispondere con un piccolo inchino a quello fatto dallo scrittore; poi prese l'uomo sotto braccio e si diresse insieme a lui verso ancora non sapeva dove; ma già le piaceva.
Ad attenderli, fuori dall'hotel, c'era una gondola chiamata apposta per loro, all'interno della quale Martha si era già accomodata.
-Finalmente! - disse, vedendoli. Fece cenno al gondoliere italiano che coloro che stavano aspettando erano arrivati e che potevano partire.
-Colpa mia! - disse Kate, prendendo posto accanto a Castle. Questo non faceva che guardarla: ancora non l'aveva vista vestita con l'abito rosso perché era scesa già con il cappotto nero addosso; poteva intravedere solo la fine dell'abito e le scarpe con il tacco.
Pensò che nel momento in cui quel cappotto fosse stato tolto, lui probabilmente avrebbe fatto un infarto, e addio mondo.
-Perché quello sguardo deluso, Richard? - gli chiese Martha, notando il suo sguardo all'arrivo.
-Speravo di seminarti in hotel; invece sei stata veloce! -
-Sai bene che non mi perderei mai una serata – Richard le fece cenno di fermare la frase in tempo, ma sua madre non riconobbe il segnale e continuò la frase fino alla fine – al Casinò! -
Attimi di silenzio.
-Casinò? - Kate Beckett aveva finalmente scoperto dov'erano diretti. E sorrise eccitata.








ANGOLO DELL'AUTRICE
Ciao a tutte, mie adorate lettrici!! Sarò breve con il commento (lo so: lo dico tutte le volte e poi non lo sono mai!)
Vi avevo promesso un settimo capitolo entro ieri ed intitolato Casinò: bene, non sono riuscita a mantenere nessuna delle due promesse!
Ma non è proprio tutta colpa mia: ero davvero intenzionata a scrivere riguardo al Casinò ma poi mi sono persa nei dettagli dei negozi e dello shopping ed il capitolo è diventato più lungo del previsto! Così ho dovuto dividerlo dal prossimo capitolo, che si intitolerà Casinò (davvero questa volta!)
L'ottavo capitolo di cui vi sto parlando uscirà domani, il giorno di NATALE!!! Per cui i miei auguri più cari li troverete nel capitolo di domani mattina... Un piccolo regalo natalizio da parte mia! :-)
Questo capitolo è molto particolare: mi sono divertita molto a pensare ad ogni dettaglio, alle preferenze di Richard ed a quelle di Kate... spero di esserci riuscita!
Spero che questo episodio vi sia piaciuto come i precedenti e spero che sarete così gentili da lasciarmi una recensione, il vostro giudizio è davvero molto importante per me!!
Volo a finire di scrivere l'ottavo capitolo...
BUONA VIGILIA A TUTTI!
Berenike
ps. a tutti coloro che se lo stiano chiedendo, questa storia PARTECIPERA' ai NESA NATALIZI: mi sono informata meglio e si può partecipare anche con una storia incompleta. Per cui, finita o non, incrociamo le dita!!!





(Aggiunta postuma)
La fanfiction INSIEME A VENEZIA ha vinto i NESA NATALIZI nella sezione BEST KISS e BEST READER'S CHOISE. Ringrazio tutti i miei lettori e coloro che mi hanno votata!



   
 
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