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Autore: ArgentoVivo97    24/12/2010    16 recensioni
Il 25 dicembre. Una passeggiata in famiglia. Due sguardi che s'intrecciano, infondendosi felicità.
Piccola shot per augurarvi Buon Natale ♥
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Hugo Weasley, Ron Weasley, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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È Natale per tutti, no?

 

 

 

 

 

 

Le avevano detto questo, fin da piccola.

‹‹In tutto il mondo, Rosie!›› le rispondevano, alla sua domanda “Ma dove è Natale?”.

Inclinava la testolina, agitava i riccioli rossi e sorrideva. Poi andava in giro per casa, a fare gli auguri a mobili, quadri e qualsiasi altra cosa incontrasse sul suo cammino di Natale.

L’aveva chiamato così.

 

 

‹‹Rosie! Addiamo, bbigati!››.

La voce leggermente impaziente del suo fratellino Hugo le arrivò alle orecchie. Si affrettò a scendere, correndo come una pazza giù per le scale. Non si accorsero del suo arrivo.

Aveva questo talento. Scendeva correndo forsennatamente, tre gradini alla volta, senza però fare rumore. Chissà come.

‹‹Finalmente!›› la accolse suo padre, infilandole con delicatezza il cappellino.

Rose ridacchiò, afferrandogli la mano.

Quella fredda mattina di Natale, la famiglia Weasley aveva deciso di andare in centro a fare una passeggiata.

Si respirava un’aria frizzante, nonostante il vento arrossasse le guance di Rose.

Faceva vagare i suoi occhi ammirati sulle luci che pendevano dalle ringhiere dei balconi, come enormi gocce colorate, i lustrini sulle vetrine dei negozi, che brillavano nell’azzurro scuro dei suoi occhi come minuscole gemme.

‹‹Mamma, Babbo Natale!›› gridò Hugo, tirando la mano di Hermione: due cavalli scuri trainavano una slitta con sopra adagiato un grasso signorotto vestito di rosso e con la barba bianca. Rose spalancò la bocca, saltellando.

‹‹Che belli cavalli!›› esultò, con una voce così divertita che Hermione non ebbe cuore di correggerla.

La velocità faceva tintinnare i campanelli dorati appesi sui fianchi della carrozza, che scomparì in una nuvola di allegria e grida di bambini eccitati.

 

 

Fu poco dopo che Rose si riscoprì ad interrogarsi sulla risposta che le davano:‹‹Quando è Natale qui, è Natale per tutti. Ovunque››.

Guardandolo, capì che si sbagliavano. In un certo senso.

Non per cattiveria. Forse non conoscevano quel lato della città, quello scorcio, quell’attimo.

Quello non era Natale. Quello era dolore, sofferenza, tristezza.

Quello non era un cuore felice. Proprio no.

Gli lesse negli occhi tutta la solitudine che è possibile leggere in un essere vivente.

No, decisamente quello non era un cane felice.

 

 

‹‹Mamma, guarda!››.

Hugo, attirato dal richiamo di Rose e tutto speranzoso di rivedere Babbo Natale in slitta, si voltò. Poi vide il randagio indicato dalla sorella e sbuffò, sconsolato.

‹‹Sì, Rose. Quello è un cane›› le spiegò Ron, incuriosito dal tono sorpreso con il quale Rosie gliel’aveva fatto notare.

‹‹No! Non è un cane! È un cane triste!›› strillò la bambina, e divincolandosi dalla stretta del padre si avvicinò allo scatolone.

‹‹Rose, attenta!›› gridò Hermione, ma lei aveva occhi solo per quegli occhi.

Era un randagio ma Rose non sapeva cosa significasse randagio. Sapeva solo che quel cane si era dimenticato di accendere le luci e di fare l’albero. Ah, e di mettersi l’abitino bello. E di mettere negli occhi una luce diversa.

Aveva il pelo bianco, con due grandi chiazze marrone chiaro sui fianchi e un’aura beige attorno agli occhi e ad un orecchio. Stava in una grossa scatola, malconcia e mangiucchiata lungo i bordi, troppo piccola per lui: doveva tenere le zampe raggomitolate sotto il corpo.

‹‹Sei triste?›› gli chiese, abbassando la voce.

 

 

Il cane alzò la testa, per mettere meglio a fuoco quella strana bambina che gli si era avvicinata. Cos’era, un angelo?

‹‹Se vuoi, ti compro io un alberello. Ne ho visto uno in un bel negozio, costava pure poco. Ti va?››.

Parlava, la bambina. Gli parlava, e la sua voce era come un balsamo sulle sue ferite. Cose le stava chiedendo? Forse, che cosa ci facesse lì tutto solo.

‹‹Se non puoi parlare, ti insegno io. Devi aprire il muso così, aaaaaaah!›› e spalancò la sua bocca, mettendo in risalto i suoi dentini bianchissimi. ‹‹Poi devi far uscire un coso, dal tubicino della gola, e parli. Semplice, no?››.

Apriva la bocca. Voleva dirgli qualcosa? Il cane si soffermò a guardarla, poi emise un buffo abbaio, rauco ma possente.

‹‹Che bravo!››. Non era stata spaventata dalla voce del cane come una qualsiasi bambina di sette anni. Le era piaciuto.

Le piaccio, pensò lui. E, goffamente, si alzò. Si mise sulle zampe, un po’ debole.

Allungò una zampa oltre il bordo e uscì dallo scatolone, sedendosi. Poi si leccò le labbra.

‹‹Ha fame, mamma! Ha fame!››.

La vide correre via. Non andartene. Non mi lasciare qui.

 

 

‹‹Mi serve qualcosa, ha molta fame!›› chiese Rose, saltellando accanto ai genitori.

‹‹Ma Rosie…›› protestò Hermione, tirando comunque il panino al tonno di Hugo dalla borsa. Rose glielo strappò dalle mani.

 

 

‹‹Tieni, piccolo. O dovrei dire, grande!››.

Era tornata. Non l’aveva abbandonato.

Le porgeva un panino, profumato.

L’addentò piano, come se non volesse sfiorare in alcun modo Rose. Le lambì delicatamente le dita con la lingua rosea, mentre mordeva il panino. L’ultima briciola le cadde in mano.

Poi Rose decise di vedere se il suo interruttore funzionava.

Lo abbracciò, incurante delle grida di disappunto dei genitori.

E quando si separò e lo guardò negli occhi, azzurro scuro nel cioccolato fondente, la vide.

Ora, per il suo amico cane, era Natale.

 

 

‹‹Rose… Sei così buona. Ma è solo un cane!›› la accolse Ron, mettendole un braccio attorno alle spalle.

Rose fu colta da una rabbia cieca.

Si fermò, i pugnetti serrati. Poi respirò e parlò, con voce delicata come suo solito, un sorrisino quasi beffardo: ‹‹ È Natale per tutti, no?››.

E Ron ed Hermione non poterono ribattere in alcun modo. La bimba aveva, oltre al cervello di Hermione, anche la testardaggine dei Weasley.

 

 

Così tanta che la gente del posto, da quel giorno, avrebbe visto spesso la ragazzina con i riccioli rosso fuoco in compagnia di un cane dagli occhi così scuri da sembrare infiniti. Quelli di entrambi brillavano.

E ogni Natale, puntualmente, la ragazzina e il cane si sedevano di fronte ad un muro. Lì, una volta, c’erano una scatola malconcia, un cane triste e una bambina angelo.

Oggi ci sono soltanto loro due, che ricordano quella lontana mattina del 25 dicembre in cui si sono incontrati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice  ** Versione natalizia

 

 

Hollalà! Ma che vedo! ArgentoVivo97 oggi compie un anno su EFP!

*Clap Clap*

Ecco come nasce questa shot.

 

Per festeggiare il mio anniversario e per augurare a tutti un Felice Natale.

Tutta autobiografia. Stamattina, passeggiando, ho visto un enorme e meraviglioso cagnolone in una scatola e mi sono chiesta perché davvero non fosse Natale per tutti. Rose ha soltanto espresso il mio amore per i cani e per il Natale con la gentile partecipazione a questa storia!

Vi lascio andare subito alle vostre scartate di regali, alla rimpinzata, alla mezzanotte.

 

Con la speranza di risentirci al più presto. *-*

Bacio

 

 

 

ArgentoVivo97

 

  
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