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Autore: MardyBum__    25/12/2010    1 recensioni
« Dimmi perchè » domandò lui scuro in volto.
Nessuna risposta, non una sillaba uscì dalla bocca di lei che teneva lo sguardo fisso sul pavimento.
« Rispondimi dannazione! »
« Non lo so, diamine non lo so perchè Tom! Tu pensi che per me sia facile? Credi che non mi sia impegnata per cercare di smettere? Ci ho messo tutta me stessa ma non ci sto riuscendo e non so se mai ci riuscirò! » Urlò lei tutto d'un fiato mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.
Le braccia di lui la avvolsero, la strinse a sè per poi guardarla negli occhi « Non farmi questo ti prego, significhi troppo per me e non sopporterei di perderti »
A quelle parole il suo cuore perse un battito.
« Aiutami Tom, ti prego »
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thirteen


- Perfetto allora! Prendo la macchina e andiamo subito ad Amburgo.  – Esclamò il chitarrista entusiasta.

Nia si trovava un po’ spaesata, nemmeno il giorno prima era nella sua amata Brighton e in meno di un batter d’occhio  era nella fredda Germania.

- Si, direi che è una buona idea. – Disse lei anche se non troppo convinta.

Non se lo fece ripetere due volte, prese per mano la ragazza e la condusse alla sua macchina, la sua adorata Cadillac nera.

- Piccolina mia, quanto mi sei mancata – iniziò a dire il ragazzo lisciando i lussuosi sedili in pelle della sua auta e baciando addirittura lo sterzo.

- Come dici?! Oh, ma certo che non ho guidato nessun’altra auto, lo sai che amo solo te! – Continuò lui.

Nia osservava divertita la scena che le si poneva davanti agli occhi, forse non era poi tanto vero che quel ragazzo non era in grado di amare, certo anche se la “fortunata” a ricevere così tante attenzioni da parte del chitarrista era una macchina! Dopo le “effusioni amorose” tra Tom e la sua auto, finalmente si misero in viaggio verso Amburgo.

- Pensi che per stare qui debba, non so…tingermi i capelli o fare altro per non farmi riconoscere? – Domandò la ragazza sperando in lei che il chitarrista le avrebbe detto di no dato che non voleva cambiare il colore dei suoi capelli che le piaceva tanto.

- Francamente non penso ce ne sia bisogno, qui non sei molto conosciuta e comunque sia cercheremo di essere il più discreti possibile quindi tranquilla.- La rassicurò lui.

Nia tirò un respiro di sollievo, si sistemò più comoda sul sedile, appoggiò la testa al vetro e prese a guardare fuori dal finestrino.
Amava osservare il paesaggio quando viaggiava, la rilassava tantissimo e la faceva pensare. Ad un tratto i suoi pensieri si fermarono tutti su suo fratello, Adrian.
Lui non sapeva nulla di quello che era successo al locale, che quel mostro di Chris l’aveva picchiata, che ora si trovava in Germania con Tom, si erano visti per l’ultima volta in ospedale e non era stato un incontro molto allegro.

Lui le mancava, le mancava da morire, era sempre stato il suo punto di riferimento sin da piccola, lui l’aveva sempre protetta, aveva sempre fatto di tutto per renderla felice e lei l’aveva ripagato con la più grande delusione che possa esistere. Ora non sapeva dove lui fosse, né cosa stesse facendo, sapeva solo che l’unica cosa di cui aveva bisogno era un abbraccio del suo fratellone. I suoi pensieri poi si soffermarono sulla sua famiglia, i suoi genitori, chissà se erano venuti a conoscenza del segreto di Nia, in cuor suo sperava di no, ma sapeva anche che se sarebbe riuscita ad uscire da quel tunnel avrebbe comunque dovuto dir loro tutta la verità, non voleva avere pesi sulla coscienza ma soprattutto non voleva deludere anche loro mentendogli. Continuava a rimuginare su tutto quello che le era successo quando senza nemmeno rendersene conto si addormentò.

***

- Nia corri, va via!! - Continuava ad urlarle Adrian che cercava di torgliersi di dosso Chris che lo minacciava con una pistola.

Lei rimaneva lì, immobile davanti al fratello e al ragazzo che le aveva rovinato la vita, impotente.

- Cazzo Nia, scappa vattene! - Continuava ad urlarle Adrian, ma lei non si muoveva era pietrificata, non aveva espressione sul volto, l’unica cosa che aveva di “vivo” erano le lacrime che lente glielo rigavano, il suo viso abbattuto e pallido, decisamente diverso da quello di sempre.

- Christopher, per favore lascialo in pace, lui non c’entra niente! Prendi me al posto suo! - Urlò lei ad un tratto.

- Ahahaha! Troppo facile piccola, se ammazzo lui, uccido anche te, lui morirà per aver detto alla polizia dov’era il nascondiglio dove io e Mike nascondavamo la droga, e tu cara, morirai con lui, ma di dolore, credo che non riuscirai a vivere un giorno di più senza il tuo adorato fratellino, o sbaglio?! - Sputò acido il ragazzo con il suo ghigno diabolico sul volto.

La ragazza chiuse gli occhi e strinse i pugni, le lacrime ora scendevano più veloci, vedeva la sua vita scorrerle davanti agli occhi, tutti i momenti che aveva trascorso con le sue amiche, i suoi primi amori, i bei momenti passati con il suo Adrian. No, non poteva permettere che per un suo fottutissimo errore dovesse morire suo fratello, piuttosto sarebbe morta lei. Prese un respiro profondo, approfittò di un attimo di distrazione di Christopher e gli si buttò addosso.

- Va via Adrian, scappa! - Gli urlava lei mentre tantava con tutta la forza che aveva di trattenere le braccia di Chris cercando di prendergli la pistola.

Adrian non sapeva che fare, non poteva abbandonarla, la su Nia, proprio non poteva.

- Va via Adrian, cazzo! - Gli urlò lei con tutta la disperazione che aveva in corpo. Finalmente riuscì a rubare la pistola a Chris e gliela puntò contro, a quella vista Adrian fece come le aveva detto la sorella.

- Cosa vorresti fare eh?! Spararmi?! Coraggio fallo. - La sfidò Christopher con la sua solita arroganza.

Lavinia non aveva il coraggio di sparagli, per quanto lo odiasse non ci riusciva proprio.

- Cos’è, non ce la fai?! Sei troppo debole per uccidere la persona che ti ha rovinato la vita? Che ti ha privato della tua felicità, che ti ha usato, ha abusato di te, ti ha picchiato?! Sei solo una puttana, una puttana perdente. - Sibilò il ragazzo ancora più arrogante.

La rabbia stava prendendo possesso del suo corpo, mise il dito sul grilletto stava per premerlo quando un colpo la fece sobbalzare. 
Si voltò e, non l’avesse mai visto, Adrian era caduto a terra ferito. Iniziò a correre il più veloce possibile verso di lui disperata, lo raggiunse e si inginocchio di fianco a lui. Prese delicatamente la testa del fratello e la tirò verso di lei.

- Adrian, per favore non lasciarmi, ti prego.- Disse esausta e in lacrime.

- E’ tutta colpa mia, ti hanno sparato per colpa mia, dovevo esserci io al tuo posto, non abbandonarmi ti prego . - Continuò lei.

-  Shhh, non dirlo nemmeno per scherzo, non è colpa tua, tu non hai colpa di niente si vede che questo era il mio destino - disse lui sfinito.

Iniziò a piovere, il cielo era scuro, come l’anima di Nia, un’anima ormai piena di dolore, tristezza e rabbia, tanta rabbia.

- No, no Adrian resistim ti prego non chiudere gli occhi rimani sveglio ti prego! - Iniziò a urlare lei nel panico più totale.

- Lo so che ce la farai, anche senza di me, sei forte l’ho sempre detto io - disse Adrian con voce sempre più bassa e affaticata.

- Ti voglio bene piccola…- disse infine il ragazzo in un soffio. Poi chiuse gli occhi, per sempre.

- Adrian? - Lo chiamò Nia.

- Adrian svegliati è arrivata l’ambulanza - insistette lei agitata.

- Adrian, ci sono i medici, si prenderanno cura di te vedrai! - Ormai stava delirando.

La pioggia batteva forte, era tagliente. Lei non riusciva a credere che il suo Adrian fosse andato via per sempre, lo abbracciò per l’ultima volta, come non aveva mai fatto.

***

- Nia?! Ehi Nia, siamo arrivati! - La chiamò Tom nel tentativo di svegliarla.

- Adrian, no! Non andartene per favore ho bisogno di te! - Disse improvvisamente svegliandosi. Era solo un brutto sogno, e non appena se ne rese conto tirò un respiro di sollievo.

- Ehi, ma che ti è successo, sei sudata e stai piangendo, sei pallida, non ti senti bene?! - Domandò Tom preoccupato aiutandola a scendere dall’auto.

- No, è che ho avuto un incubo, ma ora sto bene, davvero.- Cercò di rassicurarlo lei.

- Coraggio entriamo in casa, ti preparo qualcosa di caldo e ti riposi, domani penseremo a tutto il resto.- Disse il chitarrista dolcemente stringendo fra le braccia la ragazza.

Fortunatamente c’era Tom con Nia, e si stava prendendo cura di lei, come un papà fa con la sua bambina, o per meglio dire come Adrian aveva sempre fatto con lei, forse era anche per questo motivo che si stava affezionando così tanto a Tom, perché le infondeva la stessa sicurezza che riusciva a trasmetterle il fratello.
Loro speravano di essere finalmente al sicuro ma era presto per cantare vittoria, lì in fondo alla strada che precedeva l’abitazione del ragazzo c’era un uomo ad osservarli, l’uomo che aveva tormentato Nia con quelle minacce.
   
 
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