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Autore: ChimeraW    25/12/2010    4 recensioni
"E se c’era una persona che l’amava di amore sincero, che l’amava come sorella, come compagna e come amica, era proprio lui. Era lui che riusciva a farla essere almeno un po’ più buona, che riusciva a metterla in pace con il resto del mondo e con sé stessa."
Ad Alessandra... Tu e Jane siete più simili di quanto pensi, credimi. E te lo dico come complimento.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Unico

 
Ad Alessandra… Tu e Jane siete più simili di quanto pensi, credimi. E te lo dico come complimento.
 
I chicchi di grandine cadevano sempre più rapidi, sbattendo prima sulle finestre delle case per poi rotolare sulle pietre delle strade. Il cielo era completamente nero, non un singolo raggio di sole ad illuminare la cittadina di Volterra.
In un vicolo, avvolta nell’ampio mantello nero, nascosta nella penombra, stava una bambina. Bambina… certo, si fa per dire. Fissava immobile un punto davanti a sé, con sguardo del tutto inespressivo e vuoto.
Ad un tratto udì dei passi e delle voci confuse, mentre un forte odore di sangue fresco si diffondeva nell’aria. Jane fece un passo indietro, abbassando il capo, mentre due giovani umane passavano davanti all’imbocco del vicolo, protette da un ombrello di un verde brillante che, non poté fare a meno di pensarlo, era decisamente orribile.
- Niente di peggio che un Natale con la pioggia – commentò una, mentre si allentavano dell’imbocco.
Jane corrugò la fronte.
Sarà. Ma tanto per lei, pioggia o non pioggia, il Natale rimaneva sempre qualcosa di detestabile. Una delle tante cose che Jane detestava.
Il Natale era la festa della famiglia, e lei non l’aveva. No, l’aveva persa tanto tempo fa, divorata da un maledetto fuoco. Poteva forse ritenere gli altri membri dei Volturi una vera famiglia? A volte ci aveva pensato, perché infondo faceva parte del clan da più di due trecento anni, ormai. Solo che non appena l’immagine confusa del volto di sua madre, che le sorrideva attraverso uno specchio, mentre la sera le pettinava i capelli, o quella di suo padre, seduto su una grande poltrona di seta rossa che leggeva uno dei suoi tanti libri, quell’ idea si dissolveva immediatamente.
Il Natale era anche la festa dell’amore, in un certo senso. E c’era davvero qualcuno che l’amava di amore sincero? Poteva credere di sì, ma nel profondo sapeva che avrebbe mentito. Per quanto le intenzioni del suo Signore, del grande Aro potessero sembrare serie, alla fine preferiva sempre Sulpicia a lei. Sulpicia, sua moglie, la sua donna. In fin dei conti era naturale che preferisse lei, una vera donna, ad un’anima intrappolata in un insignificante corpo di bambina.
Ed ogni volta che Jane se lo ricordava, odiava quel corpo – il suo corpo – più di quanto potesse odiare la bellissima e potente Bella Swan.
Il Natale, poi, era la festa della pace e della bontà. Lei non era buona, non sarebbe mai riuscita ad esserlo davvero. E la pace non era un concetto che riusciva a concepire facilmente.
- Ecco dov’eri.
Una voce familiare, molto familiare, interruppe i suoi pensieri.
Si voltò. Suo fratello Alec era a qualche metro da lei, con il cappuccio del mantello calato e i capelli del tutto bagnati. Scosse la testa come nel tentativo di asciugarli, e abbozzò una risata.
- Come mai qui? – le chiese, avvicinandosi. – Non hai voglia di stare con gli altri.
Jane sbuffò. – No – disse borbottando. – Ho voglia di stare sola.
Alec non disse nulla né alzò gli occhi al cielo, come lei si aspettava di vederlo fare. Si avvicinò ancora di più.
- Ho qualcosa per te – disse sorridendo. – Un regalo.
 Lei lo guardò stupita. – Un regalo? – ripeté.
Alec annuì e le mostrò un pacchetto, che fino ad allora aveva tenuto nascosto dietro la schiena. Era una piccola scatola azzurra, con un fiocco celeste che lo teneva chiuso. Jane lo prese tra le mani pallide e lo osservò ancora con quell’espressione meravigliata.
- Avanti, aprilo – la incitò il suo gemello. Lei fece scivolare le dita sul fiocco e lo sciolse, poi aprì la scatola.
Era un ciondolo d’argento, a forma di mezza luna. Jane lo Prese dalla scatola, per osservarlo meglio. Era semplice, piccolo, non appariscente. A pensarci bene, era proprio come lei.
- Ti piace? – le chiese Alec. Lei alzò lo sguardo verso di lui e sorrise, un sorriso che sapeva dare solo a lui.
- Sì, moltissimo – rispose, ma subito si rabbuiò. Guardò per un attimo il ciondolo, per poi inchiodare nuovamente i suoi occhi a quelli del fratello.
- Io non ho niente per te – ammise con tono dispiaciuto. Alec, però, si limitò a fare spalluccia.
- Sei felice? – le chiese. In un primo momento lei lo guardò storto.
- Cosa?
- Tu rispondi: sei felice?
Ci pensò. A dir la verità, era passato così tanto tempo dall’ultima volta che ricordava di esserlo stata davvero che le era difficile capirlo.
Dopo qualche attimo rispose: - Sì – decretò, anche se con voce non troppo sicura.
Allora Alec sorrise a sua volta. – Mi basta questo come regalo.
E mentre la pioggia si calmava lentamente, Jane pensò che la sua famiglia era suo fratello. E se c’era una persona che l’amava di amore sincero, che l’amava come sorella, come compagna e come amica, era proprio lui. Era lui che riusciva a farla essere almeno un po’ più buona, che riusciva a metterla in pace con il resto del mondo e con sé stessa.
Dopotutto il Natale non è poi così male.

 
Sarò l’unica matta, ma io Jane l’adotterei per quanto mi fa pena.
Sono certa che anche da viva non era proprio una santa, visto il potere che si ritrova, ma dopo che i genitori sono morti in un incendio e abbiano cercato di bruciare lei e Alec sul rogo, diciamo che un po’ di comprensione se la merita anche lei. Insomma, sarei incazzata anch’io!
Comunque… Premettendo che il titolo l’ho scelto all’ultimo secondo, questa fan fiction ci teneva a pubblicarla prima della mezzanotte di oggi, quindi eccola qui. Se mai siete capitati sulla mia pagina – cosa che credo molto improbabile – sapete che parlo con i personaggi delle mie storie e dei libri che leggo (chiedete a EnMilly per confermare), quindi posos dire che questa storia me l’hanno suggerita loro.
Sia chiaro che io non sono per la coppia Alec/Jane, visto che sono fermamente convinta che la bambolina malefica si sia invaghita di Aro (ma lui per me non è il tipo di accontentarsi di una donna e basta, e sono certa che se fosse costretto a scegliere sceglierebbe Sulpicia in ogni caso), ma penso anche che tra i due fratelli ci sia un affetto che vale per ogni tipo di amore, quindi ci tenevo a scrivere la frase “l’amava come sorella, come compagna e come amica”. E ci tenevo anche a scrivere l’odio di Jane per Bella, ma questa è un’altra storia…
Devo dire che a me piace, ma accetto critiche a volontà.
Ora vi lascio, vado a mangiarmi un’altra fetta di pandoro, così ingrasso un altro po’…
Buon Natale e buon anno nuovo a tutto il popolo di EFP, anche da parte dei Volturi.
 
_ Ariel Riddle Volturi _ 

  
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