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Autore: Siv Poltergist Potter    25/12/2010    2 recensioni
Sirius e Germinia.
Un'amore sconfinato.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Una ragazza uscì fuori di casa.Era presto e il vento percuoteva gli alberi, che liberavano gocce di pioggia enormi, che toccavano la terra già bagnata per la recente pioggia.
La ragazza in questione assaporò l'odore acre e dolce allo stesso tempo dell'asfalto bagnato e si avviò verso-per noi- l'ignoto.Arrivo alla fine della via : Queen Street, diceva l'insegna sul fondo della via, vicino all'ultima casa.Era incrostata di foglie secche e ghiaccio.
Ci passò una mano sopra e liberò la scritta da quel pattume, rivelando lettere d'oro.Continuò il suo cammino più serena.Attraversò la strada principale, che si biforcava in vicoli e stradine secondarie, come Queen Street.Era presto e perciò era deserta.Si vedeva la strada bagnata e gli alberi gialli e rossi, uggiosi, fino a quando gli occhi non si rassegnavano e lasciavano stare quel paesaggio.
Attraversò la strada a passò deciso, col vento che gli sferzava le guancie, rendendole rosee per un minuto, per poi tornare ad un colore cereo dovuto al freddo.
Aveva le labbra rosso vivo, che a guardarle ti mangiavano, che sembravano una ciliegia divisa in due parti e appoggiata sul suo viso, anche se in quel momento erano semichiuse per lo sforzo di non urlare dal freddo.
Aveva gli occhi neri, dono raro, di chi era piena di coraggio e lealtà.Brillavano al chiarore delle stelle e rifulgevano alla luce del sole.
Aveva i capelli nero fuligine, che a guardarli t'incantavi e perdevi i sensi, la cognizione di ciò che ti era intorno.Lunghi fino alla spalla, in quel momento sferzavano con una forza disumana sulle sue povere guancie, impedendogli la vista tre minuti si e uno no.Continuava a camminare, deviando per stradine e vicoli, fin quando arrivò alla sua meta.
Una piazza uggiosa, con il pavimento che brillava di luce brillantinata, dovuta alla primiera pioggia e il tempestivo sole di settembre, che ormai era passato.
Varie impalcature si ergevano su diversi edifici e la piazza era vuota e vasta, illuminata solo dal sole cocente, che la fece rabbrividire dopo tutto quel freddo.
La luce filtrava attraverso gli alberi, vaste quercie e salici che piangevano goccie di pioggia vaste quanto una moneta, la più grossa che troverete in commercio.
Ma la sua attenzione non andava a questo spettacolo, bensì ad un ragazzo alto, smilzo, con gli occhi della sua stessa intensità di nero, con i capelli fino alla spalla come i suoi, ma più smosti e frastagliati.Si ergeva su una cascata di scalini infiniti, dove giungevano raggi di sole attraverso un fitto cancello a sbarre che circondava la piazza.
La guardò e sorrise.
Affrettò il passo.Lo raggiunse.Sfoderò un sorriso minuzioso e sussurrò -Geminia Cork- lei sorrise a sua volta e rispose -Sirius Black-
Si avviarono insieme per i fitti scalini e non si rivolgevano parola.Solo alla fine dei tortuosi scalini, in alcuni punti sconnessi, si guradarono : lui sorrise sprezzante e lei con un colorito tendente al granada, abbassò lo sguardo e sorrise furtivamente.
Poi, alla fine, il ragazzo esordì -Geminia, quanto sei incantevole- le prese una mano e la baciò.Lei si esibì in un inchino e lo guardò, sorridendo davvero, cosa che non faceva da circa quindici minuti-Lei mi lusinga, affascinante Sirius- sorrise.
Lei sussultò come una pastorella che aveva pestato volontariamente cacca di capra.
Lo sguardo di lei fu rubato da un particolare : due girandole appese su un balcone, che giravano scosse dalla forza del vento che imperterrito soffiava.
Avevano i colori dell'arcobaleno e quando giravano diventavano completamente immacolate.Sirius percepì l'oggetto del desiderio di lei, e si tuffò per prenderlo.
Si arrampicò su per vari balaustra, si appoggiò su una cassetta della posta, prese un filo dove le signore erano solite appendere gli abiti bagnati e sfilò una delle due girandole, la prese e saltò, toccando il suolo con eleganza.
Gliela porse -Per lei- disse, seguendo la frase con uno svolazzo esegiuto con la mano.
Lei la prese e ci soffiò sopra raggiante : la girandola si percosse e cominciò a girare, sotto il suo sguardo ammirato.
-Geminia- esordì per la seconda volta Sirius-io con te voglio andare avanti.Per me non sarai solo un'amica, o magari una fidazata.Io voglio che tu sia qualcosa di più per me.Magari una sposa.O una madre.Un pezzo del mio cuore-
Geminia si bloccò a metà soffio, con le labbra socchiuse, intenta-appunto- a soffiare.
Quello che le aveva detto Sirius era pieno di significato, ma prima di avere il tempo di rimurginarci su, lui le prese la mano dove teneva stretta la girandola.
Il cuore cominciò a battere con il ritmo di una batteria che non ha intenzione di fermarsi.
Le cinse i fianchi, l'avvicinò a esso e schiuse le labbra di lei-che sembravano già pronte al bacio- nelle sue.
Fluido, umido, intenso.Geminia desiderò per un attimo che i minuti si allungarono, rendendo quell'attimo pura perfezione.
  
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