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Autore: unleashedliebe    26/12/2010    1 recensioni
- Ragazzi, lei è la modella della quale vi ho accennato prima!- Gli sguardi dei componenti si posarono su di me e mi sentì avvampare. Ringraziai mentalmente tutto il fondotinta sulla mia faccia che permise al rossore di non essere notato. Guardai chi avevo di fronte.. Ali aveva ragione! Rimasi sconvolta da tanta bellezza racchiusa in quei pochi metri quadrati. Dovetti far uso a tutto l’autocontrollo possibile per non far uscir bava dalla mia bocca. Ne avevo visti tanti di belli, lavoravo pur sempre con modelli! Ma loro erano.. indescrivibili! Di una bellezza unica! Mi maledissi in tutte le lingue che conoscevo: assomigliavo a un adolescente in calore, ma ero una “donna in carriera” diciannovenne! .. Così iniziò la mia avventura con la band tedesca. Mai avrei immaginato come questi quattro ragazzi avrebbero sconvolta la mia tranquilla esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4.

Mi maledissi mentalmente: assomigliavo a un adolescente in calore, ma ero una “donna in carriera” diciannovenne! Mi riscossi dai miei pensieri e strinsi la mano con unghie laccate di nero che il cantante m’aveva gentilmente posto insieme a un sorriso gentile.
- Piacere Bill Kaulitz, il cantante. Loro sono Georg – bassista -, Gustav – batterista – e mio fratello Tom – chitarrista.- accompagnò la presentazione con un gesto svelto della mano.
Ricambiai il sorriso e passai alla mia presentazione. –Piacere mio, io sono Deike – la modella.
- Lo so! Ho visto le tue foto nel servizio fotografico che hai fatto per Vanity Fair, davvero stupende! Comunque ti piace il vestito? O è troppo.. gotico?- mi domandò curioso Bill.
- Oh no, è davvero molto bello! Si accosta bene con il tuo stile poi-  risposi sincera.
- E ti fa anche delle belle gambe!- s’intromise Tom nel discorso, facendomi arrossire! Si scambiò un’occhiata maliziosa con Georg ma si guadagnò una gomitata dal gemello.
- Lascia perdere mio fratello, è un pervertito. Ma dimmi.. sei una nostra fan?- mi domandò con gli occhi scintillanti lui, sembrava proprio un bambino!
-  uhm.. ero una vostra fan. Non fraintendere, non è che non mi piacete più! Sono rimasta al vostro secondo album, poi ho iniziato a fare la modella e non ho avuto più tempo per altro, così vi ho persi di vista.-
- Sacrilegio! Provvederò a ampliare il tuo vuoto al più presto!- mi disse Bill sorridendo.
Risposi al sorriso e poi uscimmo dalla stanza, richiamati dal fotografo per iniziare il tutto. Camminavo a fianco dei ragazzi, ero alta come il frontman, figo! Grazie ai tacchi, ovvio.
Andammo nella classe prescelta che era stata addobbata per l’occasione: sui muri prima bianchi erano stati dipinti – probabilmente con delle bombolette spray – il nome della band e dei componenti, era stata poi utilizzata della vernice rossa per dare l’effetto del sangue. Molto bella la location.   
Iniziarono i Tokio Hotel con vari scatti: tutti seduti sulla cattedra, o su un banco, o sul pavimento, o con un mix fra i due prima scritti. Successivamente entrai in scena io, sdraiata sulla cattedra con la band seduta sotto, seduta sui banchi con loro e altre pose simili. Cambiai anche i vestiti.
Poi vi furono scatti individuali e quelli a coppie. Non vi furono particolari problemi coi ragazzi, tranne per Tom che metteva le mani dove non doveva.
-Ok ragazzi, per oggi abbiamo finito! Siete stati tutti fenomenali oggi, i miei complimenti!- ci disse il fotografo dopo due ore di scatti. Ero stanca e avevo anche fame, dannazione.
- Deike, io e gli altri abbiamo a mangiare in un ristorante qua vicino, vuoi venire con noi?- mi domandò Gustav.
- Se non disturbo vengo davvero volentieri! Per gli altri va bene?- Chiesi, l’altro annuì.
- Okay, allora. Vado ad avvertire il mio manager, il tempo di cambiarmi e arrivo!-
Andai ad avvertire il mio manager che non fece obiezioni e poi in camerino a cambiarmi. Tolsi la maglia e i jeans e mi rinfilai ciò che indossavo prima, abiti più anonimi: t-shirt marrone dei Rolling Stone, jeans corti e un paio di converse. Capelli raccolti in una coda alta. Viso struccato e in condizioni veramente pessime.
Sbuffai, chissà.. probabilmente vedendomi al naturale mi avrebbero licenziato seduta stante.
Uscì dalla scuola e andai verso Georg che mi aiutò a salire nella loro macchina. Anzi, un bellissimo furgoncino dai vetri oscurati con in tutto sei posti, mi toccò stare seduta vicino a Tom. Non che avessi qualcosa contro di lui però.. mi sembrava un ragazzo superficiale e non mi ispirava molta fiducia.
Estrassi il cellulare dal mio zaino e notai che avevo ricevuto due messaggi: uno di Franz e uno di Ali.

Aprì prima quella della mia amica. “Allora stella, sei sopravvissuta di fronte a cotanta bellezza? Ammettilo, avevo ragione, sono terribilmente strafighi.Ricordati L’AUTOGRAFO! Grazie mille!” Sorrisi e le risposi in fretta.
Alice! Ma sei sempre la solita sai? Però.. stavolta avevi proprio ragione! Sono proprio carini. Sto andando a pranzo con loro. Scommetto che sei verde d’invidia. Non dimenticherò l’autografo, soprattutto perché me lo hai detto mille volte!
Inviai la risposta e poi lessi l’altro sms. “Congratulazioni, David Jost ha accettato di ingaggiarti fino a  novembre.”

Istantaneamente mi si stampò in faccia un sorrise da ebete. Nel frattempo tutta la band entrò nella vettura, destinazione luogo di ristorazione!
- Com’è che hai un sorriso da ebete stampato in faccia?- Chiese Tom con la solita delicatezza che lo distingueva dagli altri membri.
- Oh, nulla. Il mio manager mi ha informato che lavorerò con voi fino a novembre circa- risposi.
- Davvero? Bello! Il servizio di oggi è stato fantastico, le foto saranno strepitose!- disse Bill.
- Già! – Concordarono all’unisono le due G. Tom si limitò ad una scrollata di spalle.
Il viaggio non fu molto lungo, cinque minuti dopo eravamo già arrivati al locale. Scendemmo accompagnati dalle guardie del corpo e ci sedemmo al tavolo, ovviamente nella zona più riservata. I Tokio Hotel ordinarono pizza con le patatine, io mi limitai a una margherita.
- Allora, ci racconti qualcosa in più di te? – domandò Gustav.
- Non c’è un gran che da dire- risposi io indifferente.
- Ma dai, sei una modella, avrai girato il mondo, no?- s’intromise Georg.
- Allora, sono nata in Südtirol, per questo parlo bene il tedesco. Ho cominciato a fare la modella quando avevo sedici anni, sono andata a lavorare per un anno a New York, poi anche in  Francia e Roma. Sono riuscita anche a finire la scuola. A luglio mi sono diplomata e ho deciso di trasferirmi in Germania -.
- Davvero, hai finito la scuola?- domandò curioso Tom.
- Già! È stato difficile continuare a studiare perché ho frequentato diverse scuole in diversi paesi. Ho frequentato il liceo artistico! Ho passato la maturità col massimo dei voti- dissi con tono orgoglioso.
- Scommetto che la maggioranza dei professori erano maschi!- E ti pareva, non poteva farsi mancare un commentino, figuriamoci! Stavo per rispondergli quando partì la suoneria del mio cellulare. Nulla di eclatante, semplicemente un drin. Guardai il display, Alice! Probabilmente voleva ricordarmi di farle fare l’autografo.
- Alice, che vuoi?- risposi in italiano.
- Ehi! Chi ti dice che voglia qualcosa? Modella screanzata che non sei altro!-
- Alice cara, so che sei leggermente avara! E una chiamata Italia – Germania è abbastanza cara. Quindi, lo dico per non farti spendere troppi soldi. Va dritta al punto! È anche da maleducati parlare a tavola, sto pranzando!-
- Come vuoi! AUTOGRAFO!- dissi addio a dieci decibel del mio udito e, non feci in tempo a urlarle dietro, che aveva già messo giù! Tirchia fino al midollo lei!
- Parli anche l’italiano?- Mi domandò Georg.
- Si, il Trentino è bilingue. Ero al telefono con una mia amica, non è che mi fareste un favore? Mi sta assillando perché vuole un vostro autografo e se non glielo faccio avere posso considerarmi morta. Non potreste..?-
I ragazzi risero divertiti, tirai fuori dal mio zaino il mio quaderno, lo aprì in una pagina bianca e glielo porsi assieme a una penna. Poco dopo sulla pagina c’erano quattro firme dei componenti della band più amata d’Europa. Sorrisi pensando alla gioia di Ali quando li avrebbe visti.
- Grazie mille ragazzi! Mi avete salvata da morte certa! – dissi sincera.
- Ci devi un favore ora.- mi comunicò il Kaulitz maggiore. Inarcai un sopracciglio scettica.
- Non fare quella faccia! L’hai detto tu che ti abbiamo salvato da morte certa! – Dannazione, aveva ragione.
- Che favore scusa?- chiesi sospettosa.


   
 
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