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Autore: luz79    26/12/2010    6 recensioni
Rose e Scorpius alle prese con i loro sentimenti e qualche centimetro di differenza.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Questa storia prende titolo e ispirazione (solo ispirazione) dall’anime omonimo. Buona lettura!

 

 

-Lovely Complex-

 

 

28 Agosto 2016, cucina della famiglia Weasley-Granger.

Sono su questa pagina di erbologia da almeno una mezzora, ma il mio cervello non ne vuole sapere di collaborare.

Invece di ultimare gli esercizi che il professor Longbottom – lo zio Neville per intenderci- ha assegnato per le vacanze estive, i miei pensieri sono rivolti esclusivamente a lui.

No, no. Non allo zio Neville, ma al ragazzo di cui sono pazzamente e segretamente innamorata.

Quindici anni, un metro e sessantaquattro di altezza – bassezza ad essere pignoli - capelli biondi spettinati, sguardo limpido e intenso, sorriso disarmante e contagioso: in un solo nome Scorpius Malfoy.

Al mio ennesimo sospiro mi ritrovo gli occhi indagatori di mamma puntati contro.

Per le mutande di Godric, che paura!

«Volevi qualcosa mamma?» chiedo con tutta la nonchalance di cui dispongo, mentre mi affretto a riabbassare lo sguardo sul libro.

Io adoro “oltre ogni previsione” mia madre, ma tutte le volte che usa quel particolare sguardo scrutatore mi fa sentire profondamente vulnerabile. Non che abbia timore di ritorsioni, ma essere un libro aperto per lei – in realtà per il novantanove virgola novantanove percento dei miei parenti e amici – mi fa sentire piccola e parecchio sciocca.

Avete presente quando da bambini vi trovano con la bocca sporca del cioccolato che non avreste dovuto mangiare e voi negate a tutti i costi l’evidenza?!

Beh, mamma in certe occasioni, mi fa sentire come se avessi mangiato il cioccolato,  anche se il cioccolato non c’è.

«Gelato al cioccolato?»

Eh?!

«Scusa mamma, dicevi?»

«Ti va se ci mangiamo una bella coppa di gelato al cioccolato?» mi domanda complice. «Naturalmente senza dirlo né a papà né a Hugo.» conclude poi a bassa voce, strizzandomi l’occhio.

Vi ho già detto quanto adoro mia madre?!

«E nella coppa ci metti anche le arance candite?» le chiedo con la voce settata in modalità bimba brava, bella e buona.

“Affare fatto!” conferma gongolando, sapendo di essersi comprata la mia devozione vita natural durante.

E così è davanti a una mega coppa di gelato che mamma Hermione-astuta-Granger mi convince a parlarle del mio problema.

«Insomma c’è una mia cara amica» le racconto «che si è innamorata di un compagno di scuola…»

L’amica in realtà sarei io e so che mamma lo sa, ma questa scusa serve a me per avere un po’ di coraggio in  più nel confidarmi e a lei per essere meno in imbarazzo nel darmi un consiglio.

Sono un piccolo genio, lo so!

«… solo che c’è una questione decisamente spinosa che li divide e che forse li terrà separati per sempre.»

Ecco l’ho detto.

Forse non sono stata poi chiarissima, ma mamma che è una dea d’intelligenza avrà capito di sicuro.

«Mmh…» mugugna pensierosa «la differenza sta nelle case di appartenenza ad Hogwarts? Forse lui è uno Slytherin, mentre lei è Gryffindor come te?!»

Sbuffo.

«Sì, loro appartengono a queste due case, ma il problema non è così semplice.» le espongo, mentre continuo a mangiare il mio gelato. «È una questione decisamente più seria.»

«Ho capito!» esclama esaltata «Le famiglie dei due ragazzi in questione sono in rivalità da secoli e un’unione tra questi due giovani non sarebbe ben accetta da nessuno.»

“Un’unione tra questi due giovani” …ma come Godric ti esprimi mamma!

«Ma noooo mammina. In effetti le loro famiglie non si sopportano, ma la questione di cui parlo io è indiscutibilmente più grave.» proclamo abbattuta.

Mia madre ci pensa ancora alcuni secondi, prima scrollare la testa e chiedere: «Si può sapere qual è questa misteriosa e terribile complicazione?»

Io sbatto la testa sul libro disperata.

«L’altezza mamma. È l’altezza il problema.» sospiro.

«Lui è molto più basso di lei!»

Undici lunghissimi e terribilissimi centimetri.

Sento un grosso peso scivolarmi via dal cuore e dalla testa, ora che l’ho confessato ad alta voce, anche se l’improvvisa e scrosciante risata di mia madre non mi permette di sentirmi libera come dovrei.

Destino crudele: io soffro e la donna che mi ha messo al mondo ride.

«Che c’è di tanto divertente?» finisco per aggredirla.

 «Scusa tesoro, ma io stavo ipotizzando davvero il peggio!» afferma, continuando a scompisciarsi sulle mie pene d’amore.

Mi sento leggermente irritata.

Io le parlo del problema del secolo e lei lo sminuisce così.

Forse deve avere notato la mia faccia indispettita, perché smette immediatamente di ridere e mi accarezza con dolcezza i capelli.

«Se a te… mmh, volevo dire alla tua amica, piace veramente questo ragazzo non credo che i centimetri che li dividono o quello che possono pensare e dire gli altri sull’argomento sia importante. Se io alla tua età avessi dovuto dare retta a tutti quelli che consideravano me e tuo padre una coppia male assortita o a quelli che ci reputavano solo “la secchiona e l’idiota”, non avremmo avuto nessuna possibilità e non avremmo potuto formare una famiglia meravigliosa come la nostra.»

Sto seriamente per mettermi a piangere, perché mamma ha ragione da vendere.

«E poi Rose,» aggiunge dopo qualche attimo di silenzio «credo che il problema altezza sia solo temporaneo. Lui deve ancora crescere e con ogni probabilità tra un paio d’anni questa differenza non esisterà più.»

Mamma sei la migliore!

«Considerando poi che nella famiglia Malfoy sono tutti alti, io non mi preoccuperei più di tanto se fossi in te.» conclude poi, tornando in cucina con le coppette vuote e lasciandomi lì con la bocca spalancata.

 

17 Settembre 2016, parco di Hogwarts.

Finalmente mi sono decisa.

Finalmente ho preso il proverbiale coraggio Gryffindor  per la criniera e mi trovo da sola con Scorpius per invitarlo ad uscire.

Tra una decina di giorni ci sarà la prima gita ad Hogsmeade e non posso di certo sprecare quest’occasione.

È vero io e lui siamo amici dal primo anno, da quando Albus – mio cugino - è stato smistato a Slytherin ed è diventato suo compagno e migliore amico, ma questo non vuol dire che non possiamo diventare anche una coppia.

A parte la differenza in centimetri, siamo fortemente compatibili: abbiamo entrambi un carattere allegro, ci piace fare scherzi, amiamo il quidditch, a scuola siamo due studenti brillanti, ma decisamente non ci spacchiamo la testa sui libri e infine, adoriamo la musica rap babbana.

In sostanza io e Scorpius siamo la nuova coppia del secolo!

«Senti Scorpius, mi stavo chiedendo se ti andasse di uscire insieme il 27?» chiedo, cercando di rimanere il più calma possibile, anche se il mio cuore ha iniziato a sbatacchiare impazzito dalla gola ai piedi.

«Ma certo! Avevo già detto anche ad Albus e Roxanne che andava bene andarci insieme».

Il sorriso formato “Hagrid” – un sorriso gigante – che si è creato dopo quel “Ma certo!”, si è velocemente anche dissolto.

Mai che capisse qualcosa questo nanerottolo demente!

«No, Scorpius. Io… io» inizio a balbettare e ad arrossire «intendevo dire…»

Sto per fare definitivamente la figura della cretina, quando una vocina stridula mi distrae.

«Ciao Scorpius!» sento pronunciare da una ragazzetta che si trova molto più in basso di me e stranamente anche del mio amico.

Ma questo microbo in gonnella da dove è saltato fuori?!

«Ciao Amanda!» la saluta lui giulivo.

«Ti cercavo» dice il batterio donna, sbattendo le ciglia «per chiederti se ti andava di andare insieme a Hogsmeade tra due sabati?»

Levati dalle scatole piccoletta, c’ero prima io!

«Oh, sicuro! Verrò con te con vero piacere.» sento affermare da uno Scorpius esaltatissimo.  

Credo che le mie pupille, insieme alla mascella, siano rotolate in terra dallo schoc.

E il crack  che devo aver sentito è il mio povero cuore frantumato, che dico, polverizzato.

Mentre i due microcefali si accordano, io marcio incavolata come una banshee verso il castello, meditando di uccidere il mio ex-amico in modi lenti e dolorosi.

Sono quasi arrivata al portone, quando sento la voce del nanerottolo insopportabilmente vicina: «Rose hai sentito?! Uscirò con Amanda Travers, non è fantastico!»

Adesso gli tiro un pugno su quello che non può definirsi un cervello normale e lo sotterro.

«Fantastico sì.» ringhio caustica. «Se preferisci uscire con lei.»

«Rosie scusami! Lo so che solo un minuto prima ti avevo detto che saremmo andati insieme, ma cerca di capire… Amanda è una ragazza.»

E io cosa sareiiiiii?????

«Con te e gli altri ci sto sempre, ma lei è una ragazza.»

Fantastico, io sono innamorata di lui e lui non sa nemmeno che sono una ragazza.

 

 

22 Ottobre 2016, Sala Grande.

«Al, ma che fine ha fatto Rose? Sono settimane che non sta più con noi. Quando la incrociamo a lezione è sempre di corsa e sembra evitarmi peggio di un Chizpurfle. Credo che sia almeno un mese che non riesco a scambiare una parola con lei.» dico al mio migliore amico, mentre entriamo in Sala Grande per la cena.

Non lo ammetterei neanche sotto tortura, ma non avere tra i piedi quella pazza  scatenata mi manca.

Ha un carattere pessimo, è una insopportabile gigantessa, ma parlare e passare il tempo con lei è sempre stato divertentissimo.

D’accordo forse il fatto che adesso io e Amanda Travers facciamo coppia fissa, mi tiene più impegnato, ma questo non vuol dire che non ho più tempo per i miei amici.

«Rose… boh. Ci ho parlato questa mattina a colazione. Ah, ma guarda eccola lì.» afferma Al, indicando un punto vicino al nostro tavolo.

Quando mi giro, la mascella mi cade letteralmente alle ginocchia: Rose è seduta in braccio a Robby Montague, settimo anno Slytherin, che le sta facendo un approfondito esame orale – e non intendo scolasticamente parlando.

«Ma… ma… ma… cosa…» balbetto incomprensibilmente.

«Cosa ci fa mia cugina con Montague?!» conclude Albus per me. «Beh, da quello che so è un paio di settimane che si frequentano.»

«Non puoi dire sul serio?!» sputacchio fuori sconvolto.

«Dico serio invece. Da quello che vedo sembrano molto presi, poi.» afferma ridacchiando.

Non ci sono più i cugini protettivi di una volta! 

Proprio in quel momento Rose decide di alzarsi e vedo che la gonna della divisa le lascia in mostra una notevole porzione di coscia e non capisco se sono le sue gambe ad essere diventate ancora più lunghe, oppure è la sua divisa ad essersi ristretta. Per non parlare dei bottoni della camicetta che sono un po’ troppo aperti e lasciano ben poco all’immaginazione.

Quella non può essere Rose.

Dopo pochi secondi la vedo sfilare, proprio come farebbe una modella – altissima - davanti a noi.

«Ciao Al!» saluta sorridendo il mio migliore amico.

«Malfoy.» bofonchia come se fossi un inutile moscerino.

Non posso crederci.

«Da… da quando tua cugina ha quelle tette?» sussurro sconvolto a voce bassa, quando lei è già lontana.

Albus mi guarda come fossi un povero demente.

Forse lo sono.

«Da un bel po’, ma non mi stupisce che l’ultimo ad accorgersene sia stato proprio tu adesso!»

Che avrà voluto dire con questo?!

 

 

28 Novembre 2016, sala comune Gryffindor.

Sono in sala comune spaparanzata sulla mia poltrona preferita, quando un leggero tossicchiare mi distrae dalla lettura di un nuovo avvincente romanzo d’amore.

In amore non sono mai stata molto fortunata, per questo mi piace lasciarmi trasportare in romantiche avventure, in cui il principe azzurro è sempre innamorato della principessa e solitamente è pure più alto.

Lo so che non dovrei lamentarmi, perché la metà delle ragazze di Hogwarts darebbe un pezzo di pancreas per poter uscire con Montague come faccio io, ma non posso farci niente se non sono innamorata di lui – neanche lui di me se è per questo – e ci usiamo reciprocamente per avere un po’ di piacevole compagnia.

All’inizio avevo accettato di uscire con lui, per provare a farmi notare da Scorpius, ma quando mi sono accorta che neppure mettermi a ballare nuda la lap dance in sala grande sarebbe servito al mio scopo, mi sono detta che dovevo solo pensare a me e a divertirmi.

Chi non ti ama, non ti merita!

Sono persa nei miei vaneggiamenti, quando il tossicchiare di prima diventa insistente.

Ma chi cavolo ha l’influenza?!

Alzo gli occhi dal mio libro e mi trovo davanti la faccia sorridente della mia croce: Scorpius Malfoy, il nanerottolo più bello di tutta la Gran Bretagna.

Sono ancora decisamente incavolata con lui – sono stata respinta per Morgana! – solo che quando mi guarda con quegli occhioni dolci e quel sorriso furbetto, il mio cuore comincia a battere veloce e persino il mio orgoglio ferito gli perdona tutto.

«Oh, ce l’hai fatta finalmente!» mi dice sbuffando «Pensavo fossi in catalessi.»

«Spiritoso… ma che ci fai qui, straniero?»

Vedo le labbra di Scorpius stendersi in un sorriso ancora più largo.

«Sono venuto a portarti il mio regalo di Natale» confessa con semplicità.

«Ma manca più di un mese» obbietto, cercando di mascherare la mia sorpresa.

Anche se non ci frequentiamo più come prima, si è ugualmente ricordato di me!

«In effetti sì, ma non volevo che tu prendessi impegni per quel giorno, quindi eccomi qui!»

Eh?!

Sono io che non capisco o è lui che non si spiega?!

«Non ho capito.»

Scorpius sbuffa ancora, prima di tirare fuori dalla tasca dei jeans – vi ho detto quando è sexy con i jeans babbani – due foglietti e sventolarmeli sotto al naso.

Quando li prendo per leggerli, i miei occhi diventano come quelli di un pesce palla. In effetti inizio anche a boccheggiare come un pesce palla, finché il nanerottolo non scoppia a ridere.

«Rosie riprenditi… mi servi viva per il 27 dicembre, altrimenti con chi ci vado al concerto di Bloody Hand?»

Bloody Hand il solo e l’unico.

Il mio mito, dopo mamma naturalmente!

Dylan Wulls in arte Bloody Hand è un rapper babbano che ho iniziato ad ascoltare all’età di dodici anni e i cui pezzi mi fanno letteralmente impazzire.

È stato meraviglioso poi scoprire che anche Malfoy ne andava pazzo.

Siamo già stati insieme a due suoi concerti, ma ogni volta è sempre un’emozione unica.

«Vuoi davvero andarci con me?» gli chiedo, dopo essermi ripresa dalla super notizia.

Lui mi guarda storto.

«E con chi ci dovrei andare secondo te?»

In effetti ha ragione, quale migliore compagna di canzoni urlate potrebbe trovare?!

«Non so, magari ad Amanda farebbe piacere.»

Come sono masochista, dannazione!

«Ma per piacere… già quella mi sta attaccata peggio di una cozza allo scoglio, figurati se me la porto a vedere Hand.»

«Ah e per la cronaca…» aggiunge poi «ho già convinto Teddy ad accompagnarci. Se ci porta lui, tuo padre non farà storie.»

È ufficiale: io amo questo ragazzo!

 

 

27 Dicembre 2016, Londra dopo il concerto.

«È stato pazzesco!»

«Fantastico!»

«Mirabolante!»

«Unico!»

«Meraviglioso!»

«Speciale!»

Io e Rose continuiamo a sproloquiare così anche fuori dall’arena.

Il concerto è stato superlativo e noi ci siamo divertiti come pazzi.

Adesso però tutta l’adrenalina accumulata nel saltare e cantare, ha lasciato il posto ad una leggera stanchezza, per questo decidiamo di sederci sui gradini fuori dall’arena, in attesa di Teddy.

Mi sento davvero bene e anche se qui fuori ci sono almeno una decina di gradi sotto lo zero, non vorrei più andare via.

Essere seduto qui, con accanto Rose che blatera felice, mi fa sentire stranamente in pace.

 «Grazie Scorpius.» mormora improvvisamente Rose che ha il capo appoggiato sulla mia spalla.

È molto più alta di me ed è decisamente una tipa tosta, ma quando usa quel tono, mi viene l’istinto di abbracciarla e proteggerla come se fosse piccola e fragile.

«Sciocca, non devi certo ringraziarmi... se non ci fossi stata tu, molto probabilmente sarei venuto da solo e non mi sarei divertito così tanto.» le dico con dolcezza.

Di solito non sono così serio e smielato, ma mi sento talmente sereno che la sincerità è l’unica cosa che mi esce dalle labbra.

«Davvero lo pensi?» chiede piano, alzando la testa e guardando un punto imprecisato di fronte a noi.

«Ma certo, scema!» affermo, avvicinandomi per posare un bacio sulla sua guancia arrossata dal freddo.

Poi non so perché, ma Rose si gira e le mie labbra incontrano le sue.

È solo un contatto di un paio di secondi, prima che ci allontaniamo l’uno dall’altra allucinati, ma il cuore inizia a pomparmi veloce nel petto ugualmente.

«Scusa, non volevo.» mi affretto a spiegarle in imbarazzo.

«Scusa tu, mi sono girata all’improvviso.» dice, diventando rossa peggio dei suoi capelli.

Rimaniamo in un silenzio teso, fino a quando Teddy  ci raggiunge e ci fa superare il momento di empasse.

Tutti e tre ci dirigiamo all’auto babbana di mio cugino, raccontandogli del concerto.

Il viaggio in macchina è pieno di resoconti della serata appena trascorsa, ma, anche se Rose ciarla allegra, sento che tra noi si è incrinato qualcosa.

Non mi ha più guardato dopo il “quasi bacio” e quando siamo arrivati a casa Weasley è sgusciata via dall’auto talmente veloce che ha persino scordato di prendere il suo zaino con i gadget di Hand.

Spero con tutto il cuore che il nostro piccolo incidente non abbia rovinato nulla, perché ci tengo davvero alla sua amicizia.

Mi riprendo dai miei stupidi pensieri, per raccontare a Ted dello striscione che siamo riusciti a fregare al concerto.

«Ah, ma posso fartelo vedere.» ammetto improvvisamente, ricordandomi che è nello zaino di Rose.    

Apro la sacca – che sembra più la borsa di Mary Poppins – e inizio a cercare.

Quante cavolo di cose ci ha infilato dentro quella pazza!

Non trovo lo striscione, ma casualmente mi ritrovo tra le mani il romanzo che Rose stava leggendo la sera in cui l’ho invitata al concerto.

È un librone parecchio grosso e da quello che intuisco sfogliandolo lo deve aver letto e riletto tante volte.

Sto per posarlo quando una foto cade da un pagina.

Se sa che le ho perso il segno mi ammazza!

Rimango sorpreso, quando prendendola in mano incontro la mia faccia: sulla foto ci sono io in primo piano che sorrido.

Quello che mi lascia maggiormente interdetto però è la scritta sul bordo bianco a lato.

“Il mio stupido nanerottolo” recita la dicitura sopra la foto e non so se sentirmi offeso o solo molto molto sorpreso.

Rimango in silenzio per parecchio, finché Ted non mi riscuote dai miei pensieri.

«Allora questo striscione?»

Dopo averlo trovato, glielo mostro, continuando a raccontargli del concerto, anche se il mio cervello è insieme a una certa gigantessa dai capelli rossi e gli occhi celesti.

 

 

08 Gennaio 2017, dormitorio maschile 5° anno Slytherin.

«Al, Rose ti ha mai detto niente di me?»

Sento gli occhi del mio amico scrutarmi attento.

«In che senso?»

So di essere arrossito e Albus se n’è accorto, perché inizia a sogghignare.

«Nel senso… se magari le piaccio.»

«Le piaci come amico?» mi chiede.

Bastardo! Ha capito, ma si diverte a vedermi in difficoltà.

«No, come ragazzo, intendevo dire.»

«Prima le piacevi parecchio, ma dopo che hai respinto il suo invito per uscire con la Travers credo proprio che tu sia precipitato in fondo alla lista, amico.»

Boccheggio per alcuni secondi.

Le piacevo.

«Ma Rose non mi ha mai chiesto di…» e mentre sto per pronunciare la fine della frase, mi rendo conto che sono un gran deficiente e lo sguardo del mio migliore amico me lo conferma.

Che gran deficiente!

 

12 Gennaio 2017, infermeria di Hogwarts.

Sono veramente incazzato nero.

Quello stronzo!

Lo so che questo linguaggio non si addice a un Malfoy, ma sono così furioso.

Volete sapere con chi ce l’ho? Ma con quell’essere viscido di Montague, chi altri?!

Ieri ero in sala comune quando l’ho sentito parlare di Rose in termini non proprio cavallereschi, diciamo.

Quell’infame stava dicendo ai suoi amici che per San Valentino sperava di riuscire a far sciogliere la ‘sua Rosellina’ – che sia sua è tutto da vedere – un po’ più del solito.

Non so cosa mi sia preso, ma un attimo prima stavo tranquillamente studiando e un attimo dopo stavo prendendo a pugni quell’energumeno tutto muscoli e poco cervello.

Sono più piccolo – non solo d’età purtroppo – e quindi, come può dimostrarlo il letto dell’infermeria e i lividi violacei sulla mia faccia, ho avuto la peggio, ma mi sono comunque difeso bene e per Montague ogni intenzione di usare le sue parti bassi con la MIA Rose è decisamente rimandata.

L’ho già detto, ma sono incazzato nero?!

Sì, perché non solo mi sono beccato una montagna di pugni e una super punizione dal nostro capocasa, ma Rose mi ha urlato anche contro.

Senza sapere cosa effettivamente fosse accaduto, mi ha sbraitato inferocita che non potevo andare in giro a picchiare la gente per sport.

Per sport?! Io quello non lo chiamerei sport, ginnastica forse, ma non sport.

Che rabbia… mentre io sono qui, magari lei è a consolare quel viscido essere che è uscito dall’infermeria questa mattina.

Sbuffo frustrato.

Quando a Rose piacevo, io l’ho rifiutata per la Travers e adesso che a me piace Rose - sì, mi piace e parecchio - lei preferisce Montague a me.

Non è giusto!

«Non è assolutamente giusto!» dico ad alta voce, quasi ringhiando.

«Cosa non è giusto?»

Perfetto adesso immagino anche la sua voce.

«Eh Scorpius, cosa non è giusto?» mi richiede Rose, che si ritrova in carne ed ossa proprio vicino al mio letto.

Dal tono secco che ha usato deve essere ancora arrabbiata.

«Niente che ti riguardi.» mento «Se sei venuta per farmi una seconda paternale, puoi anche tornartene dal tuo Robby.» aggiungo cattivo.

La miglior difesa è l’attacco.

Lei fa un profondo respiro, come per calmarsi e poi mi sorprende ringraziandomi.

«Cosa?!»

«Oltre ad essere stupido sei anche diventato sordo.» rimbrotta.

«Mio cugino mi ha raccontato cosa è realmente accaduto con Montague…»

L’ha chiamato per cognome.

«Quindi…» prosegue «anche se non avresti dovuto farti massacrare di botte per difendere il mio onore… grazie.»

Massacrare… che esagerata, si tratta solo di qualche graffietto!

Non so bene perché, ma quando punto il mio sguardo nel suo, mi sento scuotere dentro.

Sono davvero irrimediabilmente cotto di lei.

«Oh, non c’è di che.» le rispondo molto stupidamente, sentendomi l’idiota più idiota del pianeta.

E come se non bastasse Rose scoppia a ridermi in faccia.

«Conciato così nanerottolo, sei davvero buffo.» mi dice continuando a ghignare.

«Ha parlato Miss Sono-Alta-Una-Pertica, ma non so scegliermi neanche un ragazzo decente.» ribatto sarcastico.  

Rose diventa malinconica all’improvviso, ma dopo una manciata di secondi ha di nuovo un super sorriso sulle labbra.

«E va bene, allora il prossimo ragazzo lo sottoporrò al tuo inappuntabile giudizio, così non correrò rischi.»

Sorriso soddisfatto, pensando che l’unico che potrà mai passare al vaglio sono solo io.

 

 

31 Gennaio 2017, parco di Hogwarts.

«Mmh… senti Rose, mi mi st… stavo chiedendo se ti andrebbe di andare ad Hogsmeade insieme tra due sabati? Che ne dici?!»

È qualche settimana che Scorpius è decisamente strano: balbetta, arrossisce, ha quasi sempre la testa tra le nuvole.

«Hogsmeade dici?! Sì, certo, vengo volentieri. E chi ci sarà?»

«Chi …chi ci sarà?!»

Riecco che  tartaglia. Che abbia iniziato ad assumere sostanze strane?! Questo spiegherebbe gli sguardi vacui, i sudori improvvisi, la tensione muscolare…

«Beh, sì. Chi viene? Albus, Lorcan… Ti avviso che se viene anche quella piattola di Lily non contate su di me.»

Ha contratto il muscolo della mascella, l’ho visto. Oh, no ed è nuovamente diventato rosso.

«Scorpius sei sicuro di stare bene? Sembri un po’ strano oggi. Se c’è qualcosa che ti preoccupa o di cui mi vuoi parlare, sono qui.»

«Eh?! Ah, niente sto benissimo.»

Ecco che distoglie lo sguardo. Oh, nanerottolo mio, ma allora è proprio vero… è droga!

«Rose, per Hogsmeade, intendevo andarci solo con te. Sempre che a te vada bene.»

Eh?!

«Come hai detto, scusa?!»

Lo vedo sospirare pesantemente.

«Volevo uscire da solo con te, Rosie.»

Ah!

Il mio cuore ha perso un battito e credo di essere arrossita.

Questa volta sono io che distolgo lo sguardo.

Non farti illusioni Rose.

Non farti illusioni Rose.

«Ok, per me va bene. Sicuro però di non voler uscire con qualche ragazza?»

Lui allarga leggermente le palpebre e inizia a scuotere la testa.

Sembra esasperato.

«Rose… tu sei una ragazza!»

Uffa se prima ero leggermente rossa, ora credo che la mia faccia sia diventata un tutt’uno con i miei capelli.

Non voglio farmi illusioni, ma…

«So di essere una ragazza, quello che non se n’é mai accorto eri tu!»

Scorpius abbassa il capo e rimane zitto, mentre ci avviamo verso il castello.

Siamo quasi rientrati, quando sento una voce dolce e gentile chiamarlo.

Ci voltiamo entrambi per trovare una ragazza del quinto anno Rawenclaw di fronte a noi.

Camilla Tallin: capelli neri, lisci come la seta, occhi verde mare, labbra piene, nasino alla francese, il tutto incorniciato in un visino da bambola.

«Ciao Scorpius!» cinguetta sorridente, non degnandomi neppure di uno sguardo o un cenno del capo.

Eppure così alta non pensavo di passare inosservata.

«Ciao.»

Bravo nanerottolo mio: poca confidenza alle sconosciute.

«Ti cercavo, perché volevo chiederti se per San Valentino ti andrebbe di andare ad Hogsmeade insieme?»

San Valentino?! È già San Valentino?! Oh, giusto tra due sabati sarà proprio il 14 febbraio e in più quest’anno si combinerà con la gita al villaggio.

«Io… io in realtà ho già preso un impegno. L’ho già chiesto ad una ragazza. Mi spiace.»

Ah! E adesso di quale diavolo di superoca si sarà infatuato?!

Porco Merlino, perché sono così sfigata.

«Ohhhh, sono arrivata tardi.» commenta triste la bambolina. «Se non sono troppo indiscreta, chi hai invitato?»

Sì, Scorpius chi hai invitato??? Non arrossire. Diccelo così potrò andare da questa megaoca e spennarla e cucinarla come merita.

«Lei. Vado con lei!» risponde indicando verso la mia direzione.

Mi volto per guardare chi sia questa fantomatica lei, ma non vedo assolutamente nessuno.

Adesso anche le fidanzate immaginarie.

«La Weasley?! Ohhh, beh allora divertitevi.»

La Weasley?!

Quale Weasley?! Qui ci sono solo io.

Sono io!

Io e Scorpius usciremo insieme il giorno di San Valentino.

E mi ha invitato lui.

E ha capito che sono una ragazza.

Calma Rose, non giungere a conclusioni troppo affrettate.

«Scorpius… se vuoi uscire con quella – non mi è uscito propriamente gentile quel pronome -  per San Valentino, possiamo rimandare il nostro incontro.»

Rose, masochismo è il tuo secondo nome.

«Non rimanderemo un bel niente.» sbotta arrabbiato «Io voglio uscire con te, mica con quella

 Anche lui ha detto ‘quella’.

«E p poi …»

Merlino come è carino quando balbetta e arrossisce.

Balbetta e arrossisce… forse non ha iniziato a drogarsi …

 «Quella è decisamente troppo bassa per i miei gusti!»  

… forse è cotto di me!

 

 

***

 

15 febbraio 2017, luogo non precisato.

Volete sapere se io e Scorpius siamo usciti insieme a San Valentino?

Mmh… la risposta è sììììì.

Siete curiosi di sapere se ci siamo anche baciati?

Beh, la risposta è… decisamente sì!

Ma questa, per vostra sfortuna o fortuna, è indiscutibilmente un’altra storia.

 

-The end.-

 

 

Angolo dell’autrice.

Come anticipato sopra, il titolo è preso dall’anime “Lovely Complex” che se non conoscete, merita di essere visto.

Bene, se siete arrivati fin qui vuol dire che vi siete coraggiosamente sciroppati tutte le quindici pagine della storia e quindi vi ringrazio.

Come avete potuto notare questa fan fiction non è niente di pretenzioso, ma spero ugualmente vi sia piaciuta.

Solitamente nel paring si presuppone che loro siano rivali, che le loro famiglie si odino, ma a pochi viene in mente che Rose e Scorpius sono ragazzi alle prese con problemi decisamente più leggeri di quelli alla Romeo e Giulietta.

Ho, inoltre, volutamente concluso la storia prima del loro appuntamento (e non ci sarà un seguito), perché l’impronta che volevo dare era sentimentale, ma non romantica.

Ora, se volete dirmi cosa ne pensate, sarò felice di leggere i vostri commenti.

Buone feste a tutti e alla prossima.

Ri.

  
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