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Autore: LonelySpring    26/12/2010    4 recensioni
Si sentono gli zoccoli dei cavalli in lontananza all’albeggiare del nuovo giorno. Polvere, poi, tanta polvere che s’innalza da terra, quasi volesse raggiungere il cielo. I bianchi stanno arrivando e, assieme a loro, le grandi canne della morte, quelli che loro chiamano fucili.
Le frecce sono intinte di veleno, tese verso l’orizzonte sugli archi di legno. I cavalli partiranno alla carica non appena il Grande Capo avrà dato l’ordine di partire.
E ora, che cosa attenderà loro? Aria di morte è scesa sulla loro terra.
« Perché il grande Viracocha permette tutto ciò? ».
« … ».
« Rispondi, Grande Capo! Perché? ».
« Figlio, non discutere. Gli uomini bianchi non hanno pietà di noi. Sono sciacalli selvaggi corrosi dalla bramosità dell’oro. Ma Uku Pacha non avrà pietà di loro quando esaleranno l’ultimo respiro. »
Detesta quando il Grande Capo gli risponde con frasi enigmatiche. Nonostante tutto, però, si fida. L’unica cosa che lo spaventa è la morte.
« Moriremo? ».
« … »
« Moriremo? ».
« … »
« M-O-R-I-R-E-M-O?! ».

Fanfiction partecipante del "Al fianco degli Indiani", indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Genere: Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Dedicata ad Ulissae (o Lalla).

 L’ultimo volo dell’aquila

Si sentono gli zoccoli dei cavalli in lontananza all’albeggiare del nuovo giorno. Polvere, poi, tanta polvere che s’innalza da terra, quasi volesse raggiungere il cielo. I bianchi stanno arrivando e assieme a loro le grandi canne della morte, quelli che loro chiamano fucili.
Le frecce sono intinte di veleno, tese verso l’orizzonte sugli archi di legno. I cavalli partiranno alla carica non appena il Grande Capo avrà dato l’ordine di partire.
E ora che cosa attenderà loro? Aria di morte è scesa sulla loro terra.
« Perché il grande Viracocha1 permette tutto ciò? ».
« … ».
« Rispondi, Grande Capo! Perché? ».
« Figlio, non discutere. Gli uomini bianchi non hanno pietà di noi. Sono sciacalli selvaggi corrosi dalla bramosia dell’oro. Ma Uku Pacha2 non avrà pietà di loro quando esaleranno l’ultimo respiro. »
Detesta quando il Grande Capo gli risponde con frasi enigmatiche. Nonostante tutto, però, si fida. L’unica cosa che lo spaventa è la morte.
« Moriremo? ».
« … »
« Moriremo? ».
« … »
« M-O-R-I-R-E-M-O?! ».
Urla il ragazzo. Si sgola davanti all’uomo che ha sempre rispettato e venerato, davanti a quello che fino a poco fa rappresentava la saggezza fatta persona.
Perché non gli risponde?
« Non lo so. »
Le parole del Capo riecheggiano nell’aria come una melodia che si ripete all’infinito, come un suono destinato a non esaurirsi mai; gli martellano la testa, quasi volessero dilaniarla, fino a che non sente per davvero un sordo dolore alle tempie.
Sente le lacrime salire agli occhi. La bocca, tutta impastata, non riesce più ad aprirsi. Vorrebbe urlare e piangere allo stesso tempo, sfogando tutto il dolore che lo assale, ma è paralizzato dalla paura. Sente che la morte lo stringerà presto tra le sue braccia.
Una mano si posa sulla sua spalla ossuta e la voce del grande mentore parla ancora, per un’ultima volta.
« Va’ figlio, non voltarti, e non avere paura né vergogna di cadere. Ricorda sempre che anche l’aquila muore. »
I bianchi sono spuntati all’orizzonte.
Non c’è più tempo di scappare, non c’è più tempo per i ripensamenti.
Il destino dell’aquila, ora, è quello di compiere l’ultimo sanguinolento volo e di guidare un popolo verso morte certa. Sì, l’aquila è lui.
« Sia fatta la volontà di Viracocha1! ».
Urla d’improvviso, sistemandosi il copricapo di piume con fare solenne. No, non vorrebbe combattere, ma è costretto. Il volere del grande Dio è quello e disobbedire sarebbe un grande disonore per lui e per tutto il popolo.
La mano, finora posata dolcemente sulla spalla, si toglie bruscamente. L’urlo di guerra indigeno si leva nell’aria, fendendo il chiaro silenzio del mattino. Così inizia il volo dell’aquila.
La Terra, quest’oggi, vedrà morire impotente molti dei suoi figli.
I cannoni della morte sparano. Ecco, incominciano già a cadere tanti fratelli da cavallo. Ma l’aquila continua, testarda, a lanciarsi sugli avversari; e poi, d’improvviso, muore.
Muore perché non abbastanza forte. Muore perché i bianchi sono molto più crudeli dei pellerossa. Così si conclude il volo dell’aquila, breve e fugace come un fulmine a ciel sereno. Termina affogato nel sangue di molti innocenti.
« Sia fatto il volere di Viracocha1. »
L’aquila esala l’ultimo respiro e con lui tutto il popolo rosso. Crudelmente, nel sangue.

Mio angolo.
Credo che sia qualcosa di troppo triste per essere commentato. Ho raccontato, in un modo che spero sia plausibile, lo sterminio dei Nativi d'America. E' dedicata ad Ulissae, ecco, non me la sento di dire altro.
Se volete lasciare un piccolo commento, mi fareste davvero un grande piacere. Perché credo che questo grande genocidio di massa non debba essere dimenticato!

1Viracocha: La più importante divinità Inca. Secondo questa popolazione, questo Dio avrebbe creato tutti gli esseri viventi.
2Uku Pacha: Il nome del "mondo di sotto", cioè il mondo degli inferi. Gli Inca infatti, pensavano che esistessero tre tipi di mondi. Io ho personificato questo mondo.
(Fonte: Wikipedia.)


Fanfiction partecipante del "Al fianco dei Nativi d'America", indetto dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »

   
 
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