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Autore: Fiorels    26/12/2010    26 recensioni
“Ti farò credere nel destino... Fosse l'ultima cosa che faccio..”
“Buona fortuna allora..” risposi ironica.
“Bè..” disse piano. “Mai dire mai..”
Soffiò quelle parole sul mio viso e sentii le sue morbide labbra sulla mia guancia.
Un sorriso e una carezza delicata prima di allontanarsi e tornare dentro.
E mentre lo guardavo capii che volevo fidarmi di lui, che forse era quello che mi mancava davvero, che forse era quello che mi serviva per andare avanti e dimenticare il passato.
Ma ancora non sapevo quanto fossi lontana dalla verità.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buon pomeriggio a tutte :D
Wow.. 16 recensioni solo per il prologo sono tante *__* e non possiamo fare altro che ringraziarvi per fidarvi di noi e seguirci in questa 'piccola avventura'.
Abbiamo notato che il tema piace a molte quindi siamo fiduciose che la storia non vi deluderà ;)
Visto che non c'è molto da aggiungere vi lasciamo subito al primo capitolo!
Verranno postato a distanza di circa 5 giorni l'uno dall'altro in modo da darci il tempo di scrivere QDBIC e di darvi un modo per passare il tempo e non farvi dimenticare di noi nel frattempo :)
Buona letturaaa!!!
E fateci sapere che ne pensate *__*
Baci.
Fio e Cloe

Never say never


Capitolo 1


POV Kris


Le luci, i suoni, le immagini..
Tutto, ogni cosa si stava affievolendo man mano..
Il respiro. Non lo sentivo più.
La forza. Era sparita.
La paura. Non sapevo più cos'era perché non sentivo niente.
Tutto attorno a me perdeva senso mentre sentivo il dolore pulsare dentro di me, il bisogno di liberarmi e liberarlo.
Fa..fatelo.. uscire..”
Fu un lieve sussurro il mio. Due parole biascicate prima di sentire un beep assordante, di quelli che si sentono solo nei film, di quelli che sai che arrivano quando la situazione va male e i dottori si guardano preoccupati.
Ma i miei occhi era già troppo pesanti e l'udito era rimasto l'unico senso che mi teneva ancora al mondo..
Morivo, lo sentivo. Sarei morta e non sarei nemmeno riuscita a vederlo.
Ma.. ma lui ce l'avrebbe fatta?
Doveva! Doveva farcela almeno lui altrimenti avevo combattuto invano e non poteva farmi un affronto del genere, non dopo aver affrontato tutto e tutti.
Tu vivrai..” un sospiro subito coperto da voci pesanti che echeggiarono subito nella mia testa.
Lo stiamo perdendo”
E' il cordone!”
Dobbiamo farlo uscire subito!”
No.. no ti prego.. tu devi vivere..
Ma qualcosa sul mio viso bloccò le parole che volevano uscire e in pochi secondi fu il buio.

Aprii gli occhi lentamente, senza spaventarmi, senza saltare nel sonno come di solito accade dopo un incubo.
Ma forse era perché quello non era più nemmeno un incubo. Lo era stato per i primi mesi forse ma ora era diventato semplicemente parte di me.
Non ero nemmeno sicura che fosse un sogno, sembrava più il ricordo del sogno stesso..
Una futile e inutile speranza di svegliarmi da quel buio e trovarmi in una realtà diversa, una realtà che non mi aveva portato via nulla senza motivo.
La realtà che doveva essere, l'alternativa per cui sarebbe valsa la pena urlare “No, non è così!”.
Ero davvero una stupida..
Per quanto ancora sarei andata avanti a vagare in quella che credevo una menzogna?
Per quanto ancora avrei continuato a credere che non poteva essere vero?
Per quanto mi sarei svegliata sperando che davvero fosse solo un incubo e non una parte di me?
Stupida.. ero solo una stupida..
Una stupida che meritava di soffrire così come aveva sofferto lui.
Sofferenza fetale.
Sofferenza.
Era tutto ciò che contava e che aveva avuto da quell'attimo di vita che aveva respirato.
Sofferenza.
E' stato meglio così tesoro..” mi aveva detto mia madre e da quel momento non ero riuscita a guardarla più allo stesso modo.
Come poteva essere stato meglio così? Come poteva anche solo pensare che io sarei stata meglio dopo averlo sentito dentro per otto mesi?
Dopo aver sentito la sua presenza costante dentro di me, i suoi calci, i suoi tentativi di allungarsi per farsi sempre più spazio.
Presto sarai fuori.. con me..” gli sussurravo carezzandomi la pancia e sentendolo calmarsi credevo davvero che non vedesse l'ora di venire al mondo.
Invece mi sbagliavo, non era così.
Perché avrebbe voluto in fondo?
Il mondo non era altro che delusione, dolore e sofferenza, la stessa che aveva provato nei suoi pochi secondi di vita, la stessa che lo aveva portato via da me e che albergava il mio cuore da mesi.
E non potevo fare a meno di chiedermi cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente.
Se non avesse assunto quella posizione, se avessi fatto un'ultima ecografia o se quella notte non avessi bevuto così tanto.
Se non avessi accettato l'invito di Jessica, se non fossi andata a quella festa, se non avessi sfidato la sua scommessa..
Pensai al modo in cui mi era stata vicina per mostrarmi quanto si sentisse in colpa e quanto avrebbe fatto qualsiasi cosa per alleviare il mio dolore.
Ma non era colpa sua. Non era colpa di nessuno in realtà.
Evidentemente doveva andare così..”
No mamma. Non doveva andare così..
Non la pensavi così quando ti ho detto che ero incinta di quattro mesi..”
Le cose non accadono per un motivo predeterminato. Accadono e basta.
Non c'è fato, non c'è destino, non c'è nessuna forza mistica e nessun motivo particolare.
Accadono e basta; aggrapparsi a queste cose è da deboli e io non ero mai stata debole.. fino ad allora almeno.
Prima di perdermi per l'ennesima volta nei meandri infiniti di quegli ultimi undici mesi guardai l'orologio che come una sveglia mi avvertiva di quanto sarei stata in ritardo se non mi fossi data una mossa eppure, nonostante tutto, rimasi lì a fissare il soffitto, l'unica cosa tanto simile a quella stanza d'ospedale in cui mi ero svegliata per vomitare anche l'anima.
L'unico pezzo di quel caso che era rimasto così intatto da farmi vivere il dolore che avevo provato mentre mia madre parlava prima ancora che io potessi chiedere.
Era troppo tardi..”
Tre parole vivevano costantemente nella mia testa in tutta la loro esatta tonalità ed espressione..
E una lacrima solitaria sfuggì al mio controllo.
Kristeeeeeen!”
Perché cazzo non potevo soffrire in pace? Perché non potevo vivere senza sentire la sua più che irritante voce penetrarmi come un martello pneumatico ogni santo secondo?
Coma va? Come ti senti? Hai mangiato? Il lavoro? Che ne pensi? Hai dormito? Che ore sono? Cosa guardi? L'hai letto? Te l'avevo detto....
Ogni minima cosa mi irritava a morte e non perché l'odiassi effettivamente. Lei non aveva colpe in tutto ciò se non l'avermi rinfacciato quanto ero stata stupida a “restare incinta a nemmeno diciassette anni, di uno sconosciuto per giunta!”
E' stato meglio così.
Si.. certo che era stato meglio così, per loro senza dubbio. A loro non importava, non era mai importato e la mia sofferenza era solo una fase di passaggio che sarebbe affievolita col tempo..
Mesi chiusa in casa...
Prediche...
Delusioni.
La figlia prediletta, quella che avrebbe potuto avere una grande carriera in quel mondo si era rovinata la vita per nulla e doveva pagarne le conseguenze.
Prima e dopo.
Ma in fondo tutti dobbiamo pagare le conseguenze delle nostre azioni, non finiscono mai per nessuno.
Finché ci sarà un'azione ci sarà una conseguenza e a pagare in un modo o nell'altro è sempre la donna.
Il mio bambino aveva pagato con la vita, io stavo pagando con i sensi di colpa e lui..
Lui non sapeva nemmeno il mio nome..
Kristen!” mi madre irruppe in camera rompendo nuovamente quella bolla di silenzio che ero riuscita a creare attorno a me. “Sei in ritardo!”
Lo so” mugugnai senza degnarla di uno sguardo.
Ti muovi allora?”
Te ne vai allora?”
Non rispondermi così”
Allora non darmi ordini”
Non ci si comporta così! E' tuo dovere presentarti in tempo e rispettare i tuoi impegni!”
Non potendo evitare lo scontro mi misi a sedere sul letto per poi alzarmi un attimo dopo.
Non sono i miei impegni, mamma. Sono i tuoi! Come tutto! Tutto è tuo, ogni cosa. I miei pensieri, i miei sentimenti, la mia vita!”
Lo faccio solo per te..”
Cosa esattamente fai per me? Chiami il mio agente costringendomi a leggere un copione e a fare un provino? E' questo il tuo aiuto per me? Bè grazie ma potevo farne a meno..”
E' il massimo che posso fare.. Tesoro..”
Strinsi gli occhi.
Sai che sarò sempre qui..”
Era davvero troppo. “Non mi serve più mamma. Non mi serve più. Non mi servi ora. Dov'eri quando avevo bisogno di te? Dov'eri quando ho fatto l'ecografia la prima volta? Dov'eri quando con la maglia più larga che avevo sono dovuta andare a comprare culla e passeggino? Dov'eri quando mi si sono rotte le acque? DOVE CAZZO ERI?!”
Io ero lì, accanto a te..”
Col corpo forse.. ma con lo spirito? Dov'eri con lo spirito?”
Mi guardò truce. “Sei ingiusta”
Scrollai le spalle con disinvoltura. “Si bè.. benvenuta nel club. La vita è ingiusta nel caso non te ne fossi accorta..”
Mi voltai e aprendo l'armadio mi cambiai velocemente maglia.
Kristen, tu devi smetterla di pensare al passato. Non serve a nulla. Concentrati sul futuro e dimentica. Prima dimentichi prima ricominci a vivere..”
Evidentemente la vita non è la mia priorità in questo momento..”
Risponderle a tono era una soddisfazione che non potevo negarmi in momenti come quello, momenti in cui volevo solo prendermela con qualcuno e lei era la mia cavia preferita, lei che mi aveva sempre dato il suo appoggio, lei che c'era sempre stata ma che non avevo mai sentito davvero vicina.
Tesoro..” iniziò ma l'ignorai completamente quando aprendo la cassettiera non trovai quello che stavo cercando.
Il sangue mi salì al cervello quando mi resi conto che era stata lei, che l'aveva fatto per l'ennesima volta ignara di quanto potessi davvero diventare pericolosa.
Dove stanno?” ringhiai con lo sguardo chino tra i panni nel cassetto.
No..”
Mamma..” mormorai con calma estremamente forzata richiudendo il cassetto “Dove stanno?” ripetei.
Ti fanno male..”
DOVE CAZZO STANNO?!” esplosi contro di lei che tremò al tono della mia voce.
Lo sguardo duro e rassegnato mentre metteva una mano in tasca per poi passarmi il pacchetto di sigarette che le strappai di mano con un colpo secco e preciso.
Uscii di camera velocemente arronzando Cameron che si era offerto di accompagnarmi.
I miei fratelli erano gli unici che potevano capirmi minimamente ma quello era troppo per me e sarebbe stato impossibile da sostenere per loro.
Dovevo solo stare sola.. anche sul sedile freddo di un taxi.
Fissai l'orologio della macchina per l'ennesima volta e quando mi resi conto che il traffico evitava ogni tipo di movimento e che eravamo solo a due isolati dalla meta pagai il tizio velocemente e scesi.
Presi a correre mentre cercavo disperatamente di allacciarmi la zip della felpa quando inevitabilmente mi scontrai contro qualcosa. Vidi prima i suoi piedi e capii immediatamente che era un ragazzo.
Alzai il capo per un attimo, giusto il tempo di vederlo in viso un secondo e scusarmi.
Piacere mio..” lo sentii sussurrare mentre già prendevo la mia via.
Doveva essere un pazzo..
Allungai il passo velocemente ma nonostante il ritardo non mi negai il piacere di una sigaretta, la quinta da quando ero uscita di casa.
Dio, con quei presupposti non sarei riuscita a ricordare nemmeno una battuta.
Arrivai a destinazione col fiatone e mi scusai più volte con Catherine per il ritardo ma lei non sembrò darci molto peso troppo presa dalla sua incessante euforia che dopo un po' iniziava anche a dare sui nervi.. e i miei erano già a fior di pelle...
Calma Kristen.. calma... mi ripetevo mentalmente maledicendo per l'ennesima volta la condiscendenza che avevo dimostrato nell'accettare quel lavoro. Ancora una volta avevo lasciato che qualcuno decidesse per me, ancora una volta mi ero lasciata vivere.
Tutto prospettava un pomeriggio d'inferno e infatti l'ora e mezza successiva non fece che dare credito ai miei presentimenti.
Quattro ragazzi, quattro provini uguali e diversi, quattro approcci ma nessun con cui valesse la pena anche solo iniziare a girare un film del genere.
Senza elettricità non avrebbe significato nulla e le loro labbra non avevano fatto altro che darmi disgusto.
Sconosciuti. Erano sconosciuti, proprio come lui.
Mi dispiace Cath.. credo sia colpa mia..” dissi per essere gentile non sapendo quanto di vero ci fosse nelle mie parole.
Non dire sciocchezze Kristen.. non convincevano per niente neanche me..”
Troveremo qualcuno..” l'arronzai lì col solo desiderio di uscire da quella casa e farmi quattro passi con l'unica compagnia dei miei pensieri.
Bè.. io andrei..” azzardai dopo un po' ma lei mi bloccò.
Ce n'è un altro ancora..”
Non erano quattro?”
E' arrivato poco fa..”
Iniziamo bene..” borbottai tra me e me dimentica di come il ritardo fosse stato una mia colpa quello stesso pomeriggio.
Tanto vale provarle tutte..” sospirò quasi rassegnata per poi aprire la porta e lasciare entrare l'ultimo pretendente.
L'osservai seduta sul letto mentre entrava col capo chino e il passo insicuro.
Seriamente? Se quello era l'approccio che avrebbe avuto con l'audizione poteva anche iniziare a tornarsene a casa.
Stavo giusto per perdermi nei miei pensieri quando alzò il viso e seppure l'avessi visto per un solo secondo, lo riconobbi subito.
Tu..” sussurrai.
Ciao..” disse timido abbozzando un sorriso e colpendomi gli occhi con i suoi.
Vi conoscete?”
Gli sono finita addosso prima” risposi senza staccare il contatto visivo.
Ma dai! Magari è un segno del destino!” esordì lei e bastò quella parola a farmi ridestare dei pensieri confusi che giravano nella mia testa e a farmi chinare il viso.
No..non credo..” sussurrai.
Non mi sono nemmeno presentato. Mi chiamo Robert..”
Vidi una mano tesa proprio sotto i miei occhi e non potei fare a meno di alzare il viso e allungare la mia per stringergliela.
Kristen..” dissi mentre le nostre mani si muovevano leggermente e si mise seduto sul letto accanto a me come attratto dalla forza di un magnete.. o forse semplicemente perché non c'erano altre sedie in camera.
Voltai lo sguardo insieme a lui quando Catherine prese a illustrargli la scena che ormai conoscevo a memoria ma non mi esentai dal lanciargli qualche occhiata e non potei fare a meno di notare come avesse iniziato a mordersi le labbra quando aveva inteso che la scena comprendeva un bacio.
Era incredibilmente impossibile spiegare l'effetto che mi faceva quel ragazzo.
Non era attrazione.. era curiosità..
O forse era davvero attrazione e io stavo cercando di celarla sotto falso nome ma semplicemente perché non riuscivo a spiegarmela.
Era come se lo conoscessi da tempo, come se l'avessi lì accanto a me da una vita e fossi in grado di leggergli nel pensiero..
Era come sentire che col tempo sarei stata capace di capire com'era davvero, qual era il suo cognome, perché portava quei capelli scuri e quel taglio assurdo che a prima vista mi avevano portato a farmi un'opinione completamente sbagliata di lui..
Questo è ancora da vedere..
Echeggiò una vocina nella mia testa ma le intimai il silenzio e decisi di concedergli quanto meno il beneficio del dubbio.
Mi resi conto di essere stata a fissarlo per molto solo quando si voltò verso di me dicendo: “Quando vuoi”.
I suoi occhi furono nei miei ancora una volta e fu come perdersi completamente. Erano così profondi che mi sembrava di precipitare in quel mare di silenzio e.. ansia, dolore, dolcezza, calma.
Era un mix assurdo di sensazioni che mi resero il respiro irregolare mettendomi lo stomaco sotto sopra.
Come sei entrato?” recitai chiedendomi davvero come potesse essere già entrato così in fondo in me dopo appena cinque minuti.
Dalla finestra..”
Mio dio.. la sua voce. Era così soffice e dolce che mi sembrava di poterla accarezzare, così morbida da non poter essere rotta.
L'hai fatto tante volte?”
Perché l'impressione di conoscerlo era così radicata in me da portarmi a desiderare una risposta a quella domanda che fosse sincera e non solo una battuta di copione?
Nell'ultimo paio di mesi..”
L'ultimo paio di mesi.. quelli che per me erano stati un inferno.
Mi piace guardarti mentre dormi.. è una cosa che mi affascina molto..”
Mi penetrò con gli occhi e il mio pensiero andò irrimediabilmente a quella notte, l'unica, sola e ultima notte in cui avevo dormito tra le braccia di qualcuno. E nonostante tutto mi ero sentita protetta e amata..
Assurdo..
Voglio.. solo provare a fare una cosa..”
Il cuore prese a battermi in modo così vergognoso che fui lieta che non fosse udibile all'orecchio umano.
Però non ti devi muovere..”
E non volevo. Non volevo muovermi, non volevo andare da nessuna parte. Volevo stare lì e aspettare che fosse lui a venire da me.
Non sarei più andata incontro a nessuno io.. mai più..
Col respiro quasi affannato e irregolare restavo ferma al mio posto aspettando che lui, con tutta la calma del mondo, si avvicinasse.
Era quasi frustrante quella minima distanza che ci teneva a un passo impercettibile l'uno dall'altra e mi sentii strana.
Strana al pensiero di come avessi disgustato i baci di quei quattro sconosciuti e di come ora desiderassi il suo.
Improvvisamente il concetto di sconosciuto mutò forma, le lettere presero a mischiarsi nella mia testa e non ebbe più un senso, come se per lui non esistesse un termine del genere, come se non rientrasse in quella schiera.
Fu un attimo solo di esitazione prima che finalmente le sue labbra si posassero lievi sulle mie.
Quasi impercettibili e così prudenti che mi portarono a desiderarne di più.
Mi riavvicinai baciandolo a mia volta, e fu allora che la sentii.
La scarica, il brivido, la scintilla, l'elettricità, la carica. Tutto ciò che solo un'altra volta avevo sentito in vita mia.
Nonostante volessi godermi quel momento il mio inconscio tornò a quella notte di quasi un anno prima..
Ricordavo perfettamente le sue mani sul mio corpo e le mie tra i suoi capelli, il suo respiro sul mio viso, i nostri odori così simili e contrastanti.. Rum e Vodka che passavano dalla sua bocca alla mia e poi di nuovo alla sua.. e di nuovo alla mia.
Sentii una mano sul fianco e rabbrividii per quanto rispettasse alla perfezione la vividezza di quel ricordo.
Avvertii la punta della sua lingua contro la mia bocca ma non premeva per passare e nonostante volessi non glielo lasciai fare, non prima di farlo io almeno.
Avvicinai la mia punta alla sua e senza esitare mi lasciò passare facendo scivolare una mano dietro la mia schiena per farmi stendere sul letto sotto di lui, quasi con violenza e irruenza.
Alzai le ginocchia per permettergli i movimenti e giocando tra i suoi capelli lo tirai e lo avvicinai a me finché non fu di nuovo lui a stringermi per portarmi su un lato insieme a lui finché non sentii lo stacco improvviso delle nostre labbra e un tonfo assurdo sul pavimento di legno.
Sbarrai gli occhi quando lo vidi lì per terra e una risata sonora e spigliata si liberò dal mio corpo per la prima volta dopo tanto tempo, sincera come mai.
Catherine si aggiunse a me ricordandogli di attenersi ai canoni del film.
Continuai a ridere e lui, imbarazzato fino al midollo, era ancora per terra borbottando qualcosa per giustificarsi.
Istintivamente allungai una mano seppur non sarebbe servita davvero a niente.
Eppure lui l'afferrò e la strinse alla sua alzandosi minimamente e tirandomi un po' così che i nostri visi erano estremamente vicini.
Restammo a fissarci per molti secondi, senza mai nemmeno sbattere le ciglia.
A rompere l'idillio fu l'entusiasmo di Cath, manifestato prima con qualche sussurro estasiato e poi con vere urla di soddisfazione
Si! Si! Eccolo! E' questo! E' questo quello che volevo! Quello sguardo!!!”
Fu quell'ultima parola a farmi rendere conto di come fosse assurda e imbarazzante quella situazione e allargando leggermente la mano, la liberai dalla sua rimettendomi composta sul letto mentre Cath era già intenta a rivedere la registrazione.
NO! Porca..” si trattenne giusto in tempo. “Vado a prendere il caricabatteria!” ci informò e io ne approfittai.
Va bene se mi fumo una sigaretta?” esitai sperando che non fosse un problema.
Oh certo tesoro, torno subito comunque..” rispose già uscendo dalla stanza.
Mi morsi le labbra passandomi una mano tra i capelli e senza guardarlo presi le sigarette dalla scrivania e andai fuori.
Nei disperati tentativi di accendere la sigaretta e far funzionare quel dannato accendino iniziai quasi ad andare in ansia sicura che mi avrebbe raggiunta di lì a poco e forse mi avrebbe anche teso un fiammifero o qualcosa del genere, proprio come accadeva nei film e proprio come in effetti accadde solo due secondi dopo.
Me lo trovai al mio fianco con un accendino già acceso in mano.
Lo avvicinò piano a me e velocemente aspirai.
Di cuore..” ringraziai nel modo in cui ero abituata a fare da tempo.
Come.. come mai questo modo per ringraziare?”
Mi prese alla sprovvista. Nessuno aveva mai fatto caso a quella mia abitudine o per lo meno nessuno mi aveva mai fatto domande, ma in effetti non avevo stretto molti rapporti umani in quel periodo quindi nessuno poteva davvero interessarsi a me o a quello che mi passava per la testa.. eccetto questo ragazzo che era lì, appoggiato sulla ringhiera accanto a me, intento a scrutare le mie espressioni e in attesa di una risposta.
Aprii la bocca in attesa che qualche suono ne uscisse. “Ehm..”
Come potevo spiegargli? Come potevo trovare un modo di rispondergli senza sembrare un pazza invasata?
Cercavo disperatamente una risposta quando decisi di essere semplicemente molto evasiva. In fondo era pur sempre uno sconosciuto e non ero certo obbligata a raccontargli particolari della mia vita.
Non lo so..” scrollai le spalle. “E' solo un modo per sentirmi vicina a qualcuno..” dissi una mezza verità sperando che non chiedesse altro.
E' strano comunque..”
Mi sentii quasi offesa per un secondo, ma solo perché era vero.
Senti chi parla, quello che quando si scontra con qualcuno dice 'Piacere mio'..”
Sorrise e mi resi conto di quanto fosse davvero carino.
Era così diverso dagli altri ragazzi che avevo visto quel pomeriggio.. Aveva qualcosa in più..
E' un modo per rimorchiare o lo dici a tutte le ragazze che ti piombano addosso?”
No.. lo dico solo se è vero..”
Iniziavo a perdere il filo. “Vero cosa?”
Che è stato un piacere..”
Rimasi a fissarlo per un po' senza dire niente.. senza sapere cosa dire per la prima volta.
Eppure sembravi piuttosto ansioso di scappare via. Cosa ti ha fatto cambiare idea e tornare indietro?”
Un quarto di pasticca di valium” confessò con un sorriso un po' imbarazzato.
Non potei trattenere il riso. “Stai scherzando?” chiesi cercando di moderare la risata.
Lui scosse il capo mantenendo quel sorriso che già adoravo.
Ricambiai con un cenno del capo invitandolo a darmi una spiegazione.
Ero solo nervoso all'idea di rivederti..”
Non capii e pensai stessa usando qualche gioco di parole o cose del genere.
Cosa?”
Guardò davanti a sé verso il giardino poi di nuovo verso di me.
Immaginavo che non ti ricordassi.. Ma.. ci siamo già visti..”
Questo pomeriggio..”
Scosse il capo lentamente.
Prima ancora..”
Quelle parole non avevano alcun senso per me, erano solo parole alla rinfusa, dette a caso..
Eppure prima che potessi ignorarle socchiusi gli occhi focalizzandomi sul suo viso, i suoi lineamenti, i suoi capelli così.. diversi.
E come un fulmine a ciel sereno, tutto fu di nuovo chiaro come la luce, il suo viso mi fu di nuovo noto e.. aveva ragione.
Io lo avevo già visto e ora che tutto tornava alla memoria come se fosse stato ieri mi chiedevo come avevo fatto a dimenticarlo.

Non riuscivo a stare ferma, camminavo avanti e dietro in quella sala d'aspetto come se fosse quella di un'ospedale e fossi in attesa delle analisi più importanti della mia vita.
La situazione era meno tragica ma per qualche motivo mi sentivo ugualmente in ansia e desiderosa di uscire da quel posto il prima possibile.
Da molto tempo non entravo in uffici del genere e tornarci dopo mesi come se niente fosse successo mi dava la nausea soprattutto consapevole di essermi messa in un nuovo progetto quando forse non ero ancora pronta.
Come sempre i miei mi avevano spronato ad andare avanti e spinta da quel desiderio che animava anche me avevo accettato.
Dovevo continuare la mia vita, non potevo chiudermi in me o non sarei più tornata alla normalità.
Eppure non potevo fare a meno di pensare che fosse troppo presto.
Erano passati appena due mesi e il mio ricordo di tutto ciò che era successo era ancora troppo vivo per essere semplicemente cancellato da un nuovo copione che la mio agente mi aveva obbligato a leggere.
Inizialmente avevo rifiutato con un no secco ma dopo una lettura più accurata mi ero ricreduta. La storia non era male e per niente scontata. Era diverso da ogni cosa che avevo mai fatto prima e forse era quello di cui avevo bisogno per distrarmi.
Ma stare lì, in attesa del nulla, mi dava davvero i nervi.
Odiavo aspettare, odiavo gli obblighi, odiavo la formalità e le regole, odiavo in pratica ogni cosa che fosse così adiacente alla società in cui vivevo, la stessa società che mi avrebbe criticato per essere rimasta incinta di uno sconosciuto a soli sedici anni, la stessa società di cui tanto si preoccupavano i miei genitori mentre a me non fotteva un cazzo..
Tesoro.. puoi aspettarmi giù se vuoi. Non c'è necessariamente bisogno di te ora..quindi..”
Davvero? Posso?”
Certo, se vuoi puoi anche andare. Ti chiamerò per le ultime cose..”
Oh grazie a dio!
Grazie di cuore Stephanie..” l'abbracciai cautamente sorridendole grata.
Stranamente lei sembrava l'unica ad essersi messa nei miei panni. Non erano mancati i suoi rimproveri ma nel tentativo di spronarmi ad accettare altri lavori era stata la sola che aveva capito quanto grande fosse il mio dolore nel dire di no e quanto avessi bisogno di tempo per assimilare tutto.
Ricambiò il mio abbraccio ma il suo saluto fu coperto da un tuono assurdo che rimbombò per tutta l'aria interna ed esterna facendo vibrare le vetrate.
Muoviti prima che cominci a piovere..”
E con quelle sue ultime parole mi allontanai definitivamente già agognando il momento in cui sarei potuta stare seduta alla finestra di camera mia a fissare la pioggia cadere forte..
Speravo solo che non iniziasse prima di lasciare l'edificio. Ero uscita con jeans e maglietta a maniche corte nell'umida aria di Los Angeles, tiepida e piacevole come sempre in Ottobre e mai avrei creduto possibile che nel giro di un paio d'ore il cielo azzurro potesse lasciare spazio a dense nuvole nere che incombevano pronte ad esplodere.
Una volta mi avevano raccontato che la prossimità del temporale si poteva misurare contando i secondi che separavano un tuono dall'altro e scioccamente lo facevo ogni volta per prepararmi e contai appena sette secondi di distanza tra i diversi tuoni.
Allungai il passo verso l'ascensore che ovviamente non poteva già trovarsi a disposizione per me.
Premetti il pulsante di chiamata e restai in attesa per qualche secondo continuando con quello stupido gioco che mi impegnava a passare il tempo.
I secondi erano diminuiti a quattro e sapevo che da un momento all'altro si sarebbe scatenato il delirio e non sarei riuscita ad arrivare alla mia macchina senza bagnarmi da capo a piedi.
Dai dai.. muoviti...” tamburellai contro la parete e come se mi avesse ascoltato le porte si aprirono un secondo dopo.
Entrai e velocemente premetti il bottone per il piano terra. Le porte iniziarono a chiudersi ma quando erano a qualche centimetro dall'incontrarsi furono bloccate sgarbatamente da qualcuno che si frappose tra loro con irruenza facendo in modo che si riaprissero.
Perfetto.. avevo proprio bisogno di perdere altro tempo, pensai tra me e me mentre un ragazzo entrava.
Senza chiedere niente decisi di nuovo per il piano terra e sbuffai.
E' maleducazione non chiedere a che piano, sai?”
Mi voltai a dir poco sbalordita ma non senza la parole pronta. “Lo è anche fermare le porte come hai fatto tu..”
No, quello si chiama ritardo..”
Bè anche il mio allora..”
D'accordo.. che caratterino..”
Senti, a che piano vai? Così facciamo prima..” cercai di chiudere la faccenda prima di scoppiare e dire cose poco gradevoli.
Piano terra..”
Ancora più senza parole. Non potevo crederci. Andava al mio stesso piano. “Perché tutte queste polemiche allora?”
Pura constatazione, niente di che..”
E' assurdo quanto il tuo bel visino non faccia giustizia ai tuoi modi irritanti..” sbottai prima di poter pensare a quello che stavo dicendo. Gli avevo detto che era irritante, certo, ma inconsciamente gli avevo anche confessato che era carino e in effetti lo era davvero ma decisamente non era il modo per colpire a fondo il suo ego.
Credi che abbia un bel visino?”
Era ironico” me ne uscii indifferente. “Oltre che irritante quindi sei anche poco perspicace.. Wow.. hai due delle caratteristiche che odio di più al mondo..” continuai acida non sapendo nemmeno perché portassi avanti quella conversazione.
E cosa te ne importa a te delle mie caratteristiche?” chiese sorridendo, evidentemente divertito da quel gioco e lo ignorai sperando fosse la sua ultima parola, anche perché aveva ragione. Dopotutto non me ne importava niente.
Infatti.. non so nemmeno perché sto qui ancora a parlarti..”
Sai è sbalorditivo che piccolina come sei possa contenere un così alto tasso di acidità. Hai preso uno yogurt scaduto a colazione?”
Non era possibile che ogni parola di quel ragazzo riuscisse a farmi ribollire il sangue nelle vene peggio di prima.
Dì un po'.. ma cerchi di rovinare la vita a tutti quelli che incontri negli ascensori oppure sono la sola sfigata ad avere avuto questo onore?”
Rovinare la vita? Addirittura? Sto solo cercando di fare un po' di conversazione..”
Conversazione? Ma se hai solo insultato dal momento in cui hai aperto bocca..”
Ah, aspetta. Io non ho insultato. Ho solo fatto una critica. La tua reazione è stata esagerata. Rispondere a una critica con un'altra critica è sintomo di debolezza e di aver torto..”
Un sorriso amaro mi dipinse il viso e presto sentii una sensazione di acido invadermi lo stomaco. “Tu non sai niente di me.. non sai niente. Chi ti credi di essere per entrare in un ascensore e pensare di avere il diritto di sputare sentenze su di me? Chi sei tu? Non mi conosci e non ci tengo nemmeno a continuare questa conversazione quindi.. stai semplicemente zitto e fatti gli affari tuoi per cortesia..”
Lo fissavo negli occhi per sfidarlo ma mi risultò piuttosto difficile quando mi persi in quel blu così bello e profondo, come se i suoi occhi dicessero tutto il contrario di quello che usciva dalla sua bocca.
Annuì leggermente prima di parlare.
Come pensavo..” disse semplicemente e distogliendo lo sguardo dal mio si voltò verso le porte chiuse dell'ascensore.
Eh no.. che gran figlio di puttana. Credeva forse di lasciare le frasi a metà e darsi la vittoria con mezzi enigmi senza che chiedessi altro per dimostrare la mia ragione?
Povero illuso. Non sapeva com'ero fatta. Non sapeva che ero così abituata ad essere criticata e ad andare contro tutto e tutti che non sarebbero state certo le parole di uno sconosciuto a scalfirmi.
Come pensavi cosa, scusa?”
Si voltò a fissarmi di nuovo scrollando le spalle come se la questione non gli riguardasse.
Niente.. non hai fatto altro che confermare le mie impressioni..”
E sarebbero?”
Credevo che non ti importassero..”
Infatti non mi importano. Cioè.. non so nemmeno il tuo nome perché dovrebbe importarmi quello che pensi di me?”
Farebbe differenza se ti dicessi il mio nome? Per quel che ne sai potrei sempre mentirti e non varrebbe nulla..”
Sbattei le palpebre diverse volte. “Sai una cosa? Hai ragione..non mi importa.. non so nemmeno perché ho insistito.. Tanto siamo quasi arrivati.. Tutto ciò non ha senso..”
Bene”
Perfetto”
Grandioso”
Meraviglioso!”
Favoloso!”
Inspirai profondamente chiudendo gli occhi. “D'accordo.. hai vinto tu.. dio..”.
Lo vidi sorridere soddisfatto e irritata al massimo lanciai un'occhiata ai numerini in alto sperando di vederli scendere sempre più velocemente. Ovviamente non fu così e l'ascensore continuò il suo corso iniziato al 32° piano, sempre più vicino a raggiungere la meta.
Mi torturavo le mani nell'attesa ed ero già in posizione davanti alle porte quando arrivato al terzo piano si fermò di botto.
Mi ci volle qualche secondo per realizzare che era effettivamente fermo e che non si stava muovendo di un millimetro.
Non è possibile..” bisbigliai incredula, sicura che non fosse vero e che forse semplicemente si stava muovendo ma non l'avvertivo.
Eppure il tondino era illuminato sul 3, fermo e immobile.
Non ci credo..”
Credo che sia bloccato..” sentii la sua voce irritante dietro le mie spalle e rabbrividii per quanto mi desse fastidio.
Ma dai.. sei un vero genio! Non ci sarei mai arrivata da sola!!!” sbottai acida prima di iniziare a battere con forza le mani contro le porte.
AIUTO!! C'E' QUALCUNO?? SIAMO CHIUSI DENTRO!!! QUALCUNO MI SENTE??!”
Siamo dietro un muro..”
Cosa?”
Guarda..”. Mi indicò la soglia che separava l'ascensore dal piano ed era appena sotto al suolo quindi non c'era nemmeno possibilità di intravedere minimamente qualcuno all'esterno.
Tuttavia lo ignorai e con tutto il corpo mi buttai di peso contro le porte per fare quanto più rumore possibile.
Ma sei pazza per caso?!?! Ti fai male così..”
Che te ne importa?”
D'accordo allora. Fai come vuoi. Ucciditi pure..”
Perché tu non sembri minimamente preoccupato?”
Perché sono intelligente abbastanza da ricordare che in ogni ascensore c'è un campanello d'allarme”
Ecco.. bastarono quelle poche parole per farmi sentire una perfetta idiota.
Mi schiarii la voce cercando di ricompormi e senza dire una parola distolsi lo sguardo dal suo e con estrema e forzata calma mi voltai verso il quadrante e allungai la mano giusto un secondo prima di vederlo illuminarsi ad intermittenza per poi spegnersi sotto i miei occhi.
Le luci nel vano si spensero improvvisamente e terrorizzata dal buio pesto che improvvisamente mi fu attorno lanciai un urlo impaurito e senza nemmeno pensarci feci due passi indietro per voltarmi e affondare il viso nel suo petto.
Non pensai alle conseguenze di quel gesto e al fatto che potesse prendermi per una psicopatica e allontanarmi in malo modo, ma non lo fece.
Passarono solo pochi secondi prima che avvertissi le sue mani leggere sui miei fianchi per poi farsi strada dolcemente dietro la mia schiena stringendomi a se.
Hey.. va tutto bene.. tranquilla..”
La sua voce era così soffice ora che mi sembrava appartenesse a un'altra persona, non lo stesso irritante ragazzo con cui avevo avuto l'onore di parlare fino ad ora.
Mi carezzava debolmente la schiena forse per non sembrare troppo sfacciato ma mi dava un senso di protezione non indifferente, come non mi sentivo da tempo, come non mi sentivo da allora.
Dovrebbe accendersi la luce d'emergenza..” disse al mio orecchio e per un secondo sperai tanto che avesse torto ma invece non fu così e man mano una piccola luce gialla sopra di noi si riscaldò sempre più fino a tornare a illuminarci parzialmente.
Mi sentii terribilmente in imbarazzo quando potei constatare alla luce della debole illuminazione che eravamo ancora abbracciati e prima che potesse fraintendere, a malincuore mi allontanai un po', eppure lui non sciolse la presa dietro la mia schiena.
Ehm.. scusami..” sussurrai alzando il viso e incontrando i suoi occhi.
Piacere mio..” sorrise e mi sciolsi come neve al sole.
Mi lasciò andare appena dopo qualche minuto e fu una mossa completamente inutile visto che un attimo dopò si fulminò anche la luce d'emergenza e restammo di nuovo al buio.
Fu più forte di me e non potei non tornare tra le sue braccia che mi accolsero subito, come se si aspettassero quella mossa da me.
Sorrise teneramente e mi carezzò i capelli col filo di barba che era così piacevole da sentire sulla fronte.
Come non detto..” rise stringendomi e di tutta riposta mi scusai di nuovo dato che stavolta sapevo di averlo fatto consapevolmente.
Te l'ho detto.. è un piacere..”
E di nuovo la sua voce mi trasmise una calma assurda, come se l'avessi già sentita altrove, come se non fosse per niente nuova.
Restammo così per qualche altro minuto senza dire niente poi sembrò ricordarsi di qualcosa..
Aspetta un secondo...” mormorò e le sue mani mi lasciarono quel poco che bastava per fargli frugare nelle tasche della sua felpa.
Estrasse qualcosa e poco dopo la lucetta di una mini-torcia mi illuminava il viso.
Sorrisi prendendola dalle sue mani e spostandola verso di lui.
Non mi importava del buio attorno, non era quella la mia fobia. Era più che altro sapere che c'era qualcuno accanto che non potevo vedere..
Era quello il pensiero che mi dava paura e che mi tormentava da quella notte di dieci mesi prima. La paura di restare al buio e non poter riconoscere le persone, la paura di non ricordare i loro volti e restare delusa e ferita un'altra volta..
Vuota.
Come mai porti una torcia con te?”
Hei, è una mini torcia”
Oh d'accordo. Come mai porti una mini-torcia con te allora?”
Sembrò rifletterci un po' o semplicemente prendere tempo. “Non.. non lo so.. Nella speranza di trovare qualcuno forse.. La porto solo quando vengo negli States comunque..”
Ah.. non sei di qua?”
Il mio accento non è abbastanza forte? Wow.. questa è una sorpresa..”
E quella parola, 'sorpresa', fu più che sufficiente per farmi capire.
Sei inglese..” era un'affermazione ovviamente.
Sorrise annuendo e lo seguii con la piccola luce mentre si metteva a sedere con le spalle alla parete dell'ascensore.
Che fai?”
Bè.. sembra che staremo qui per un po' ..Sicuramente il temporale ha fatto scattare qualche circuito. Finché non rimettono a posto le cose non possono farci uscire..”
Potremmo chiamare i pompieri” suggerii d'un tratto di nuovo in ansia e avvertii che era soprattutto perché si era allontanato da me.
In una città come questa non sono certo due poveracci chiusi in un ascensore per blackout a rappresentare un'emergenza..”
Potrei fingere un attacco di panico..” proposi e lo vidi ridere scuotendo il capo.
Non sarebbe giusto. Ci saranno sicuramente casi che necessitano più di noi. Stai tranquilla. Nel giro di mezz'ora saremo di nuovo fuori. Ora rilassati e siediti”
Fu difficile cedere alle sue parole che rievocavano un deja-vu assurdo e la paura di riviverlo. Ma non sarebbe stato così. Ero perfettamente cosciente, non avevo bevuto più da quella sera e non sarebbe successo assolutamente niente. Soprattutto non con uno sconosciuto in un ascensore.
Feci come mi disse prendendo posto di fronte a lui e lo vidi scuotere il capo.
Intendevo qui..” batté la mano sullo spazio libero accanto a lui ma esitai. “Ti giuro che non mordo..” scherzò e lo trovai ironico visto che avevo appena firmato un contratto per un film sui vampiri.
Spinta da chissà quale forza mi spostai e gattonando in quel piccolo spazio mi sistemai accanto a lui e.. iniziai a tremare per il freddo.
Avevo una semplice maglia di cotone e da sopra arrivava una fastidiosa aria gelida che mi copriva il corpo di brividi continui e mi fece venire la pelle d'oca. Mi accucciai su me stessa e lo sentii muoversi accanto a me.
Non capii cosa stava facendo né tanto meno me lo chiesi finché non sentii qualcosa appoggiarsi sulle mie spalle e mi fu ovviamente chiaro che mi aveva dato la sua felpa.
Non poteva essere vero.. Era tutto come quella notte..
Non.. non importa..” sussurrai nascondendo la voce rotta dal freddo.
Sono abituato a questa temperatura io. Per una ragazza californiana come te questo è il polo Nord..” scherzò esasperando la cosa eppure risi di gusto.
Bè.. di cuore..” lo ringraziai.
C..cosa?”
Non farci caso.. è una strana abitudine che ho di ringraziare..”
Oh..” sembrò deluso ma non ci feci molto caso e prima che potessi accorgermene lo scontro di soli pochi minuti prima era dimenticato e ci trovammo a parlare del più e del meno.
Comunque scusa per prima.. ero nervoso.. mi avevano appena rifiutato a un provino..”
Sei attore?”
Non proprio.. diciamo che faccio quello che mi va.. ma dopo questa ho chiuso.. Evidentemente non sono tagliato..” rise.
Bè.. mai dire mai..” cercai di confortarlo.
E tu? Come mai qui?”
Mi sentii improvvisamente a disagio. Lui mi aveva confessato di voler chiudere col suo lavoro dopo l'ennesima delusione e io avrei dovuto dirgli che avevo appena firmato per un nuovo progetto?
Oh.. niente di che..pensavo di lasciare anche io..” mentii ma la mia stessa voce mi tradì.
Spostai la luce dal suo viso così che non potessi vederlo in faccia.
Lo sentii ridere. “Per essere un'attrice sei una pessima bugiarda.. ed è una buona cosa. Vuol dire che devi essere davvero brava..”
Scusa..” mormorai. “Se può consolarti.. non sono molto spronata a farlo.. è un modo per tenermi impegnata ora come ora..”
Non preoccuparti.. E poi mi va bene così. Se non mi avessero rifiutato non avrei sentito il bisogno di fuggire via, non avrei bloccato l'ascensore e non ti avrei conosciuta.. Forse era destino..”
Credi nel destino?” chiesi sorpresa.
Tu no?”
No.. non più..” risposi chinando il capo.
Bè.. non si può mai sapere..” continuò citando le mie stesse parole.
Non risposi e mentre lui mi stringeva massaggiandomi le braccia per farmi calore poggiai il viso sulla sua spalla senza più bisogno di illuminargli il viso.
Posso?” chiese prendendo la torcia dalle mie mani e lo lasciai fare.
Esitò un po' prima di portarla sul mio viso.
Che.. che stai facendo?”
Voglio solo.. ricordarmi il tuo viso..” sussurrò e incatenando i miei occhi ai suoi lasciai che esplorasse ogni particolare del mio volto mentre il suo mi restava oscuro iniziando a farmi di nuovo paura.
In quel momento ci fu un leggero movimento, le luci si accesero e la discesa riprese come se nulla fosse successo.
Sentivo già un vuoto nello stomaco all'idea di dovermi allontanare da lui ma non feci niente. Non gli chiesi il nome, o il numero di telefono. Niente. Lui era inglese e presto sarebbe ritornato nel suo paese e mi sarei sentita abbandonata.. di nuovo.
Le porte si aprirono ma noi eravamo ancora persi nei nostri occhi finché non sentimmo le persone in attesa tossire con imbarazzo.
Lui si alzò per primo e mi tese una mano senza staccare gli occhi dai miei.
L'accettati e lasciai che mi tirasse su. Chinai il viso e gli passai la giacca.
Fa freddo.. puoi tenerla..”
No.. non la voglio..” sussurrai malinconica. “Però grazie davvero.. di cuore..”
Gli baciai una guancia e uscii velocemente dalla cabina.
Lo sentii subito urlarmi dietro.
Aspetta!”
Mi voltai per guardarlo un'ultima volta.
Non.. non so nemmeno il tuo nome..”
Sorrisi ripensando alla risposta che lui mi aveva dato quando ero stata io a farglielo notare. Avrei potuto citare le sue parole, avrei potuto avere la mia vittoria e dirgli che non faceva differenza.. ma non lo feci.
E' più bello così..” dissi con un sorriso scrollando le spalle e uscendo dall'edificio me lo lasciai alle spalle, come tutto il resto.

Sorrisi al ricordo.
Sai.. dovrei sentirmi offeso per questa mancanza..”
Mi dispiace davvero tanto ma.. cioè.. ti sei visto con questi capelli? Sei totalmente diverso..”
Finse una faccia offesa per qualche secondo ma poi sorrise e fu costretto a darmi ragione spiegandomi di aver appena finito un film.
Allora.. credevo che avessi deciso di mollare..”
Oh bè.. sai com'è.. mai dire mai..” scherzò e sorrisi insieme a lui.
Assurdo come ci troviamo qui insieme no?” lo schernii con un filo di ironia.
Te l'ho detto che credevo nel destino io..”
Ma questo non è destino.. è solo.. un provino, un film.. Di certo non ti si è rotta la macchina mentre andavi all'aeroporto e casualmente hai chiesto aiuto a Cath che casualmente cercava qualcuno con le tue caratteristiche..”
Bè.. no.. Lo ammetto..”
Allora come mai di nuovo qui?”
Per te..”
Cosa?”
Non ho fatto che pensare a quel giorno e ti ho cercata ma non sapevo proprio dove trovarti. Sono anche tornato su a chiedere agli uffici ma ovviamente la legge sulla privacy impediva di darmi qualsiasi informazione. Non sapevo che fare e infine una sera.. guardavo un film con un mio amico nel mio appartamento di Londra e ho sentito la tua voce dalla cucina.. così nitida che credevo di impazzire per il ricordo chiaro che ne avevo. E tu eri lì.. in quello schermo, nel mio salotto.. e non potevo credere ti averti trovata e averti a un palmo dalle mie mani ma non poterti toccare.”
Il cuore mi si era fermato quando aveva iniziato a parlare e ogni frase, ogni parola, ogni sillaba sembrava una parte essenziale di una poesia.
Ed ecco perché credo nel destino.. perché due settimane fa il mio agente si è presentato con questo copione che inizialmente ho rifiutato su due piedi.. finché non ho letto il nome della protagonista. Il tuo nome. Kristen Stewart, la ragazza dell'ascensore, la ragazza del film, la ragazza che cercavo e volevo rivedere...” sospirò sorridendo al ricordo. “Così eccomi qui..” concluse tornando in sé e mi resi conto di avere la bocca aperta, le fronte inarcata e uno stupido sorriso stampato in faccia.
Tu sei pazzo..” fu tutto quello che riuscii a dire.
Lo prendo come un complimento” sorrise avvicinandosi a me e sentii un brivido percuotermi la schiena.
Devi imparare a seguire il tuo cuore Kristen”
Gelai sentendolo pronunciare quella parola, cuore, con quella r così soffiata e appena accennata che mi rimandò indietro di un anno.
Inchiodai i miei occhi ai suoi per molto tempo, finché la voce di Catherine ci giunse da dentro invitandoci a rientrare.
Ti farò credere nel destino... Fosse l'ultima cosa che faccio..”
Buona fortuna allora..” risposi ironica.
Bè..” disse piano. “Mai dire mai..”
Soffiò quelle parole sul mio viso e sentii le sue morbide labbra sulla mia guancia.
Un sorriso e una carezza delicata prima di allontanarsi e tornare dentro.
E mentre lo guardavo capii che volevo fidarmi di lui, che forse era quello che mi mancava davvero, che forse era quello che mi serviva per andare avanti e dimenticare il passato.
Ma ancora non sapevo quanto fossi lontana dalla verità.

Come avrete notato ( o forse no XD ) non abbiamo specificato il nome di chi ha scritto il capitolo XD
Siamo curiose di sapere se riuscite a indovinare chi di noi due l'ha scritto hihi.
Alla prossima! ;)
   
 
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