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Autore: elfin emrys    26/12/2010    5 recensioni
[un'altra fanfiction della serie Erede]
Altre urla.
Stavolta non sono sue.
Merlin si divincola sul letto, cercando di resistere.
Anche quelle urla sanno di sangue...
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'Erede'
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CAPITOLO 3

 

E il sogno diviene reale.

Non sai quando è successo,

sai solo che è accaduto.

Ti senti male.

Eppure ti senti bene.

Come quando,

tanto tempo fa,

l'incantesimo ebbe effetto

su di te.

E senti i cori di Natale.

Non te lo ricordavi?

Ti rallegrano.

Ti rendono felice.

E ti ricordano che sei ancora vivo.

E' un miracolo:

lo sai perchè senti che qualcuno sta cucendo le ferite.

Lo sai perchè hai sentito le parole di Arthur...

 

Merlin si svegliò di soprassalto.

Una luce dorata riempiva la stanza.

La finestra era aperta: probabilmente il vento l'aveva spalancata.

Il mago si passò una mano fra i capelli.

Si sentiva bene.

Acciaccato, ma...

Ma si sentiva rinato.

-Arthur!

Nessuna risposta.

-Arthur!

La porta si aprì.

Il volto di Merlin si illuminò,

ma il sorriso si spense subito:

era solo una guardia.

-Puoi chiamare il Re?

Il soldato annuì con la testa e uscì.

Merlin cominciò ad attendere seduto sul letto.

 

Lo rivedrai.

Lo sai, perchè lo senti.

Lo senti rinascere,

lo senti tornare.

Lo senti tornare da te,

che senza di lui saresti perso,

saresti morto.

Lo vedi nel letto,

mentre riprense forza e colore.

Sembra troppo bello per essere vero.

Lo vedi.

Lo vedi che corre ancora verso di te.

Lo vedi.

Lo vedi che resterà ancora.

 

Arthur si svegliò quando sentì qualcuno che bussava.

-Avanti...

-Sire...?

Il Re fissò la guardia.

-Cosa c'è?

-Merlin...

Il biondo spalancò gli occhi.

Stava temendo il peggio.

Suo padre gli aveva sempre detto che bisogna essere ottimisti.

Ma diceva anche che quando non c'è speranza è inutile illudersi.

E il medico l'aveva detto:

per Merlin non c'è speranza.

E se non c'è speranza per lui...

-Vi ha mandato a chiamare.

E se non c'è speranza per lui...

Non c'è speranza neanche per Arthur.

Il Re lo sa

e in qualche maniera se ne compiace.

Arthur ama Merlin.

Merlin ama Arthur.

Niente poteva cambiare tutto ciò.

Nemmeno la Morte...

-Sire?

Il biondo si riscosse dai suoi pensieri.

-Vado.

Uscì dalla stanza,

correndo per i corridoi.

Sembra un bambino che sta scappando

e che torna fra le braccia della propria mamma.

In qualche modo è così.

 

Quando Arthur apre la porta,

tutto si fa rosso.

Rosso è il colore dell'amore.

Rosso significa Camelot.

E Camelot significava che c'è un regno.

E che c'è un Re.

 

Quando Arthur aprì la porta,

tutto si fece rosso.

Rosso è il colore dell'amore.

Rosso significa Camelot.

E Camelot significava che c'era un regno.

E che c'era un Re.

E il Re esisteva di nuovo:

tornava a vivere,

perchè la sua ragione di vita era salva.

Forse erano pensieri troppo sentimentali per Arthur.

Ma anche se lo erano,

il biondo li formulò comunque,

mentre si sedeva accanto a Merlin.

 

E c'è ancora quel sorriso.

Quel sorriso che illumina il suo volto.

E gli occhi ti guardano,

come ti hanno sempre guardato.

Non sono più spenti,

non sono più chiusi.

Sono aperti.

E il suo volto è rivolto a te.

Ti ha cercato, la mattina,

non trovandoti.

Ti sorride.

E a te sembra la cosa più bella che ti sia mai successa.

E' ancora più bello di quando stava bene.

 

Arthur guardò il suo amore,

stupito,

abbagliato.

Il mago tirò fuori da sotto il letto una scatola impacchettata.

-Buon Natale, Arthur!

Il Re lo guardò.

-Stupido.

Il Re lo abbracciò.

Il Re, finalmente, lo baciò.

-Non provare ad andartene mai più!

E Merlin sorrise,

rispondendo al bacio,

non preoccupandosi del pacco,

lanciato con poca grazia a terra.

Il biondo lo strinse ancora di più,

quasi strangolandolo,

come se volesse fondersi con il marito.

Merlin viene baciato sulle labbra,

sulla guancia,

sul mento,

sul collo.

E il moro tenne Arthur abbracciato,

come un cucciolo smarrito.

-Ma come... quando...?

-E' un miracolo...

E ancora Merlin sorride.

E il Re ricorda.

 

Questa è la prima volta dopo quindici anni. La prima volta dopo una vita, praticamente. Lo so lo so: avevo detto che non avevo bisogno di aiuto, che non avevo bisogno di qualcuno. Io stavo bene così: avevo Merlin. Ma... Ma adesso non so se lo rivedrò ancora. Voglio... Vorrei. Vorrei vederlo ancora con me: per sempre o per quanto è concesso stare insieme. Ormai lui è parte di me e della mia vita. Se me lo togliessero, sarebbe come strapparmi il cuore. Vorrei averlo con me. E se proprio deve morire, vorrei vederlo morire con il suo inconfondibile sorriso.

 

-Ti amo.

Merlin baciò il biondo.

Non era la prima volta che glielo diceva, ma ogni volta che lo faceva, il moro si sentiva rinato.

Quella volta non faceva eccezione.

-Forse dovrei capire come funziona l'incantesimo, perchè non lo so.

Il Re rise nervosamente,

liberamente.

-Non ne hai proprio idea?

I due si baciarono ancora.

-No.

Improvvisamente la porta si spalancò,

rivelando due bambini.

-Papà!

I figli saltarono sopra il moro, abbracciandolo.

 

Abbiamo vegliato tutta la notte.

Ti abbiamo consolato da lontano.

Ti volevamo con noi.

Abbiamo visto il dolore di nostro padre,

la sua parte umana,

quella che fa vedere solo a te.

E se te morivi,

nostro padre, il Re, che fine avrebbe fatto?

 

 

 

Merlin fece tante ricerche, ma non capì mai come funzionava l'incantesimo, né in che cosa consisteva il malfunzionamento.

Arthur si prese molta cura di lui.

Ci vorrà molto prima che Merlin potesse tornare a “premiare” Arthur.

E Arthur si fece premiare più delicatamente.

Il medico si aspettava un'altra gravidanza.

Gravidanza che non arrivò.

Emrys e Aranel non seppero mai cosa era successo al papà quando stava male.

Ma Aranel continuò ad arrivare in ritardo e Emrys continuò a non bussare.

 

 

 

Caro Babbo Natale,

non mi hai dato quello che avevo chiesto, cioè una mamma. Avevo delle motivazioni molto convincenti. All'inizio sono rimasto deluso. Ma poi ho capito.

Quelle motivazioni non valgono più: mi hai fatto un regalo molto più bello. Hai fatto guarire papà.

Non mi lamenterò più per gli altri bambini.

Io voglio bene a papà e voglio che rimanga tutto così. Un miracolo è stato perduto, ma un altro è stato fatto

Grazie.

 

Emrys Pendragon

   
 
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