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Autore: Robigna88    26/12/2010    1 recensioni
Stava per riaddormentarsi quando sentì il bisogno di dirglielo ancora una volta.
“ Ti amo, Castiel.” sussurrò, sospesa tra il sonno e la veglia.
Lui la strinse più forte.
“ Ti amo anch’io Anna. Per sempre.” E si addormentarono.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anna, Castiel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Grazie come sempre alla mia adorabile socia brokendream


Gabriel, my brother!





Oppio, polvere sepolcrale, radice di angelica ed il suo sangue.

Castiel si fece un leggero taglietto sulla mano e fece gocciolare altre piccole gocce rosse dentro il piccolo calice.

Poi si alzò da terra, raggiunse il letto su cui Anna giaceva e le accarezzò i capelli spostandoli dal suo viso.

Recuperò il calice sul pavimento e tornò di nuovo al suo fianco.

Si sentiva un verme a farlo, ma era necessario.

Con la punta di un piccolo coltello fece un taglio netto e profondo sul palmo della mano della sua amata.

Poi la sollevò e la strinse forte lasciando che sanguinasse quanto era necessario, dentro la coppa.

Dopo qualche minuto decise che era sufficiente.

Poggiò il calice sul comodino lì a fianco, poggiò il palmo della sua mano su quella di Anna e rimarginò la ferita ripulendo le macchie intorno.

I suoi poteri, lo solleticavano dentro.

Sentiva un leggero pizzicorio ogni volta che li usava, tanto era abituato oramai a vivere come un perfetto umano.

La sua aura si sprigionava violenta dentro il suo povero tramite.

Faceva male e bruciava, sopratutto all'altezza delle giunture delle ossa.

Sulla punta delle dita invece premeva una forte potenza.

Il suo essere incapace di rimanere chiuso dentro quell'involucro da cui si era allontanato da tempo oramai.

Non che avesse perso il suo vero aspetto nel passaggio da angelo ad umano.

Dentro era sempre una luce abbagliante che si propagava violenta.

Semplicemente, privo dei suoi poteri, il suo vero aspetto si era affievolito lentamente fino a raggiungere una dimensione giusta e perfetta per essere contenuta nel corpo che il mondo intero vedeva.

E ora che sprigionava di nuovo un potere di cui era evidentemente assetato, Castiel aveva la sensazione di esplodere.

Ignorò ogni leggero malessere e baciò la mano di Anna con amore.

Riprese la sua coppa colma di tutto l'essenziale e raggiunse nuovamente il pavimento.

Disegnò un cerchio per terra.

Doppio e dentro i bordi disegnò piccoli simboli enochiani.

Tre in tutto.

Uno in alto e due ai lati.

Per il bordo in basso recuperò una candela bianca, piccola e cilindrica.

La immerse nella coppa per pochi secondi pronunciando versi che credeva di aver dimenticato.

Poi la tirò fuori e la sistemò sul bordo vuoto, in corrispondenza di quella in alto.

Si accertò che il calice fosse posizionato al centro perfetto di quel perfetto cerchio e si alzò.

Chiuse gli occhi e stese il braccio finchè la sua mano non fu in corrispondenza della coppa.

Recitò alcuni lunghi versi in enochiano e poi ripetè le stesse identiche parole in latino, in greco e in ogni antica lingua di cui era a conoscenza.

Stese anche l'altra mano in corrispondenza della prima e alzò gli occhi al cielo.

«Gabriel, fatti vedere!» esclamò deciso.

Ci fu silenzio per un lungo minuto che gli sembrò interminabile e poi, la candela e i simboli si accesero sprigionando una fiamma e una luce quasi accecante.

Si alzò un leggero venticciolo caldo e le luci sfarfallarono per interminabili secondi.

Poi si spensero.

In casa di Cass e, poteva vederlo dalla finestra aperta davanti a sé, in tutto l'isolato.

Un blackout, un leggero venticciolo, una luce accecante e una fiamma alta e poi...

Poi tutto si fermò, ma di Gabriel non c'era traccia.

Castiel scosse il capo pronto a ricominciare da capo.

Avrebbe fatto quello stesso rituale per ore, anche per giorni se fosse stato necessario.

Incurante delle possibili conseguenze, e sapeva che ce ne sarebbero state, era deciso ad andare avanti fino al compimento della sua missione.

Voleva salvare Anna e per farlo aveva bisogno di Gabriel.

E in un modo o in un altro lui avrebbe avuto un colloquio con l'Arcangelo.

Sospirò e si inginocchiò per terra, ricordandosi uno dei tanti motivi per cui aveva lasciato il Paradiso.

A parte l'amore per Anna, il non sentirsi più a casa senza di lei. Il non sentirsi liberi e il cieco desiderio di esserlo, l'ingratitudine, c'era anche l'indifferenza e l'incapacità di essere una vera famiglia, a dispetto di quello che ogni credente nel mondo pensava.

Ora per esempio, lui aveva bisogno di suo fratello e quello stesso fratello per cui tante volte si era detto pronto a gettarsi tra le fiamme dell'Inferno, gli negava il suo aiuto.

Schioccò le dita procurandosi nuovi strumenti per il suo piano e poi lo sentì.

Un fruscio di ali potente gli soffiò dietro le spalle, raffreddando l'aria intorno.

Si rimise dritto si schiarì la voce.

«Credevo che non saresti venuto.» disse nel buio della stanza.

«Questo perchè tu credi che io mi sia dimenticato il significato della parola famiglia.. Ma evidentemente ti sbagli.» replicò l'allegra voce di Gabriel.

Anche se nascondeva una certa ansia ed un certo nervosismo.

Solo allora Castiel si voltò incontrando gli occhi di suo fratello.

«Grazie di essere venuto.» gli disse quasi timidamente.

Gabriel sospirò e agitò la mano in alto.

«Bando alle ciance e ai convenevoli.» disse «Dimmi di cosa hai bisogno. Anche se..» si fermò e guardò Anna nel letto addormentata «Credo di intuire quale sia il tuo problema.»

«Anna è rimasta intrappolata nei suoi sogni. Nella sua.. mente. Qualcuno ce l'ha chiusa dentro e lei non riesce ad uscire, ed io non riesco a svegliarla. Non sono abbastanza potente.» spiegò accorato.

«E credi che io lo sia?» chiese Gabriel di rimando «Pratico semplici trucchetti da Arcangelo spacciandomi per una divinità pagana, da secoli e secoli. Ho perso il tocco per le cose così.. imponenti.»

Castiel scosse violentemente il capo.

«Non è vero!» esclamò avvicinandosi «La tua Grazia freme potente come un tempo, forse anche di più. Tu puoi aiutarmi, solo che non vuoi farlo.»

Lo guardò negli occhi sentendo le sue guance arrossare di rabbia e poi, rendendosi conto dell'affronto e del tono con cui aveva parlato all'Arcangelo Gabriel, indietreggiò e tornò al suo posto.

Guardò Anna, accarezzandola con gli occhi e poi guardò di nuovo suo fratello.

«Ti sto implorando fratello mio. Aiutami!» gli disse «O almeno indicami la via e lo farò da solo, non importa a che prezzo.»

Gabriel sembrò rifletterci per qualche minuto, poi si mise a sedere ai piedi del letto e osservò Anna per qualche minuto.

Era stata sua fiera compagna di battaglie una volta e anche se era lui a comandare, lei era un soldato veramente in gamba.

Molte volte aveva pensato di affidarle il comando della sua guarnigione e andare via.

Ma non l'aveva mai fatto, perchè, per quanto fosse imbattibile sul piano militare, Anna era quella che gli umani avrebbero definito testa calda.

Combatteva per la libertà e Gabriel era d'accordo con lei.

Ma le cose ai piani alti funzionavano diversamente e lui doveva mantenere il controllo e sopratutto doveva tenere separate le sue battaglie personali da quelle che riguardavano l'intero Paradiso.

Così aveva rimandato per millenni, fin quando stanco senza dire nulla, era sparito. Volato via.

Non aveva lasciato ad Anna il comando, ma qualcuno le aveva dato comunque un posto un gradino più su e com'era prevedibile, lei aveva creato scompiglio.

E aveva coinvolto Castiel nella sua follia.

Non gliene faceva una colpa però.

Loro si amavano e l'amore non poteva essere considerato peccato.

Quando aveva saputo della loro “fuga”, aveva resistito a stento alla voglia di correre ad aiutarli.

Ma li aveva osservati a lungo, fiero di come il suo fratellino aveva gestito le cose.

Si, Castiel era stato un bravo angelo. Leale, fiero e potente.

Ed era un umano altrettanto in gamba.

Volse gli occhi verso sul fratello e annuì appena.

«Va bene!» esclamò «Ti aiuterò. Ma non sarà semplice e alla fine potremmo persino fallire. Sei pronto a questa possibilità?»

«Si!» esclamò Castiel con furore «Sono pronto Gabriel. Ma insieme non falliremo fratello mio.»

Gabriel annuì e afferrò un pugnale, si ferì la mano e disegnò un simbolo sulla parete.

Un simbolo raro che Castiel aveva solo visto di sfuggita uno o due volte.

Era troppo potente per lui, mentre gli Arcangeli ne facevano tranquillamente uso pieni di un potere che un semplice angelo non possedeva.

«Ora ci faremo un viaggetto nella testa della tua fidanzatina. Quando spariremo questo sigillo fungerà da protezione così nessuno si avvicinerà a lei in nostra assenza.» gli disse Gabriel «Potresti vedere cose che non ti piaceranno lì dove stiamo andando. Ricordi, immagini.. Sii pronto a tutto.»

«Sono pronto.»

«Bene. Andiamo zuccone!»

E così dicendo, Gabriel poggiò la mano ferita sul sigillo.

Ci fu un bagliore e.. sparirono dalla stanza iniziando il loro viaggio nella mente di Anna.


Dopo la resa di Sam a Lucifero e la morte di Dean in battaglia, Castiel e Allison si ritrovano, unici legati da un passato, ad affrontare le conseguenze di una guerra che sta distruggendo il Mondo, un futuro post-apocalittico.  A Dark Love





   
 
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