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Autore: Sanzina    09/12/2005    7 recensioni
questa è la mia personale risposta a una sfida lanciata da Arc en Ciel, sul sito di Nocturne Alley...Harry e Draco, una tempesta li porterà a qualcosa di assolutamente nuovo...fra bestie furibonde e amici traditori purtroppo! La fine vi stupirà, vedrete! XDD
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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TRACCIA: “Una tempesta sorprende Harry e Draco nel mezzo di qualcosa, devono ripararsi assieme, Draco minaccia, Harry si intim

 

 

 

TRACCIA: “Una tempesta sorprende Harry e Draco nel mezzo di qualcosa, devono ripararsi assieme, Draco minaccia, Harry si intima di stare calmo. Quello che accade deve essere scoperto dal migliore amico di uno dei due [Blaise Zabini/Ron Weasley]”

 

Solo una piccola introduzione...perdono per il ritardo, ma la scuola è diventata il mio incubo personale! Perdono anche per questa fic non proprio eccellente, ma mi è piaciuto scriverla, Arc ha dato un ottimo spunto uhuhuh! A proposito, questa fic e dedicata a lei e alla mia sorellina MrsScarlett90, che forse andrò a trovare quest’estate…ci spero tanto >.

 

THE DANGER OF STORM

 

-Bene Potter, ora spero avrai la compiacenza di spiegarmi perché, esattamente, ci troviamo in questa situazione-

La voce di Draco Malfoy, di solito bassa e strascicata, ora era arrochita dal freddo.

Il ragazzo guardò gelido verso un cantuccio semibuio della piccola caverna in cui si erano riparati, aspettando una risposta decente e soprattutto esplicativa.

In quel momento un refolo di vento carico di umidità si insinuò nell’antro, facendolo rabbrividire negli abiti fradici. Sentì la camicia incollarsi come un sudario freddo alla schiena e non poté fare a meno di tremare ancora, abbracciandosi strettamente per cercare di non disperdere il poco calore rimasto.

Quando si rese conto che l’altro, quasi invisibile eppure riconoscibile dal lieve brillio degli occhiali alla luce delle bacchette, non intendeva rispondere, sentì la rabbia montargli dentro scaldando la sua pelle intirizzita.

Non solo quel dannato idiota lo aveva trascinato in quel guaio, ma pretendeva anche di ignorarlo come se non esistesse!

Si alzò e si diresse spedito verso Potter, fermandoglisi esattamente davanti. Quasi godette nel constatare quanto fosse gramo il suo aspetto, poi si rese conto di essere più o meno nelle stesse condizioni e preferì non inoltrarsi in una sicura discussione. Merlino sapeva se era l’ultima cosa che voleva, in quel momento…era sicuro di essersi ammalato, la sua salute era sempre stata cagionevole fin dall’infanzia e correre sotto la più potente tempesta che avesse mai visto non era esattamente un bene per il  suo fisico.

-Potter, non tollero di essere ignorato, specialmente da te! Ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta…com’è possibile che io e te siamo qui, in questa caverna, lontani da tutto e da tutti, senza poter uscire a causa di una dannatissima tempesta?!-

Harry lo guardò con occhi vacui, perso nei suoi pensieri. Era piuttosto buffo, i capelli inzuppati d’acqua stillavano minuscole gocce che andavano a cadergli sul volto, spesso imperlando le lenti dei suoi occhiali.

-Insomma Potter!-

La risposta arrivò flebile, la voce del Bambino Sopravvissuto era quasi trasognata:

-Shh, Malfoy vuoi tacere una buona volta? Sto tentando di ricordare una formula che mi ha mostrato Hermione durante il primo anno, se non ricordo male lei se ne serviva per accendere un fuoco magico che bruciava senza aver bisogno di legna-

Draco si zittì, perplesso.

Un fuoco, ma certo! Lui era partito subito con l’autocommiserazione e la rabbia, invece di pensare effettivamente a come scaldarsi. Ma…perché per forza un fuoco magico? Sarebbe bastato un Incendio…ma un’ispezione più accurata della grotta umida gli rivelò che non era possibile. I pochi ramoscelli che c’erano, sparsi sull’irregolare suolo pietroso, erano bagnati e pressoché inservibili.

Stessa storia, se non peggiore, per la legna della foresta.

Con la fitta pioggia che cadeva imperterrita, sarebbero stati fortunati a trovare un singolo ago di pino asciutto.

Potter intanto aveva preso ad agitare la bacchetta, borbottando qualcosa. Sembrava avesse completato l’incantesimo ma che sbagliasse comunque qualcosa perché di fuochi, magici e non, non ve n’era neanche l’ombra.

Il biondo sbuffò, meravigliandosi della sua incapacità a ricordarsi una semplice formula. Come poteva essere riuscito a battere il Signore Oscuro tante volte?
Il ragazzo incominciò addirittura a chiedersi se Lord Voldemort fosse veramente potente quanto si diceva…a guardare il suo acerrimo nemico, fradicio come un pulcino, non sembrava affatto.

Finalmente il moro azzeccò la giusta serie di movimenti e subito un allegro fuoco verde smeraldo divampò dal nulla, rimanendo sospeso dal terreno per un centimetro scarso.

Draco rimase piacevolmente colpito dal colore che le fiamme avevano preso…trattandosi di Harry Potter si sarebbe aspettato un tripudio di rosso-oro, come ogni Grifondoro che si rispetti. Evidentemente il piccolo Potter nascondeva più segreti di quello che sembrava.

Harry interruppe i suoi pensieri, rispondendo finalmente alla sua domanda:

-Non fare in modo da addossarmi tutta la colpa, Malfoy…se tu non fossi stato tanto sconsiderato da insultare, per la seconda volta in vita tua per di più, un Ippogrifo, non ci troveremmo qui!-

Draco ribatté stizzito:

-Cosa?! Chi è l’idiota che, megalomane come al suo solito, si è messo in testa di domare quell’Ippogrifo selvatico?-

-Ah, sarei megalomane eh? Ci sarei riuscito, se soltanto tu fossi stato zitto invece di iniziare a blaterare come il tuo solito su quanto i serpenti fossero preferibili agli Ippogrifi! Lo sai che sono animali estremamente orgogliosi, cosa ti sarebbe costato tenere chiusa quella boccaccia?-

In effetti, Harry non aveva tutti i torti. La giornata era iniziata fin troppo bene, con un annuncio di Hagrid: avrebbe portato tutti i settimi anni nelle montagne non lontane da Hogwarts, per far conoscere più approfonditamente agli studenti le varie creature magiche che vi dimoravano.

La notizia era stata accolta con gioia e in men che non si dica i ragazzi si erano preparati, più con l’intento di divertirsi che di osservare noiosi esseri boschivi come i Vermicoli.

Quello che non avevano considerato era stata la, piuttosto ovvia in verità, propensione di Hagrid per le creature selvagge e pericolose.

Il grosso professore li aveva condotti direttamente nella foresta in cui, secondo le sue informazioni, si trovava un branco piuttosto nutrito di Ippogrifi selvatici.

Gli studenti quindi si erano ritrovati davanti quelle enormi bestie senza alcun preavviso e avevano spalancato bocca e occhi dallo stupore.

Ce n’erano almeno una ventina, accovacciati negli spiazzi erbosi e assolati, che si godevano il calore fievole del sole l’uno accanto all’altro.
Di sicuro erano bestie magnifiche, dagli splendidi corpi possenti e le grandi ali piumate.

Le classi si sparpagliarono presto, gruppi di ragazzi delle quattro case si avvicinavano cauti alle creature per vederle più da vicino nel loro habitat naturale…le ragazze quasi impazzirono quando notarono, al fianco di una femmina dall’aria particolarmente feroce, un cucciolo che ancora si reggeva a stento sulle zampe traballanti.

Il muso non aveva traccia dell’asprezza degli adulti e sembrava più che mai un aquilotto, con le penne arruffate di un bel color castagno. Anche la parte posteriore, equina, era snella e delicata ed era interessante osservare come le minuscole piume e il pelame setoso mutassero in scaglie a intervalli regolari.

Dal canto suo Harry era rimasto incantato da quello che sembrava il maschio dominante, enorme e fiero. La pelliccia era di un nero corvino, con riflessi violacei sulle penne più sviluppate.

Gli occhi, grandi e perennemente accigliati, parevano due lampadine di un azzurro squillante, screziati di grigio metallo vicino alle iridi.

Aveva avanzato lentamente verso di lui, evitando di guardarlo negli occhi ma avvertendo il suo sguardo acuto sul corpo.

A un metro di distanza si era fermato, prendendo fiato: ora veniva la parte difficile e pericolosa. Senza mostrare paura si inchinò, esponendo il fragile collo al becco aguzzo dell’animale.

Aspettò la fatale beccata...un secondo…due secondi…poi il fruscio sommesso delle piume che strusciavano il terreno mentre l’Ippogrifo rispondeva al suo inchino.

Si rialzò sorridendo, specchiandosi in quegli enormi occhi fieri. Allungò la mano, pregustando il contatto col vello corvino…ma il momento venne irrimediabilmente rovinato da una voce che Harry conosceva fin troppo bene:

-Potter, che diamine ti sei messo in testa? Non ti basta più fare l’eroe a scuola, devi esserlo anche fuori?-

Draco Malfoy lo osservava, il ghigno sul volto appuntito, dalla sua postazione sotto un grande albero frondoso.

Harry fu lieto di notare che non osava avvicinarsi di più, aveva ben in mente l’ultima volta che aveva incontrato Fierobecco a quanto sembrava.

Il ragazzo però si accorse subito del cambiamento nella creatura che aveva davanti, quasi avvertì il rumore sommesso dei muscoli che si tendevano.

-Malfoy, smettila…- sibilò nervoso, gli Ippogrifi erano imprevedibili…

Ma l’altro lo ignorò, continuando a cianciare:

- Pfui, Ippogrifi…troppo ingombranti, lunatici, estremamente irritanti! Fra quel bestione idiota e un bel serpente non c’è paragone!-

La frecciata sul serpente era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Era piuttosto risaputo che fra rettili e Ippogrifi non correva buon sangue, sebbene fosse probabile che in qualche strano modo fossero imparentati tra loro.

L’Ippogrifo dominante si era alzato sulle zampe posteriori, spalancando minacciosamente becco e ali.

Harry era stato sbalzato più in là, senza riportare grandi danni. Ma aveva notato distintamente il colore abbandonare il volto già pallido di Malfoy quando l’animale aveva ruggito e aveva galoppato verso di lui, sferzando l’aria.

Ancora qualche istante e l’avrebbe dilaniato con le zampe artigliate.

Draco era schiacciato contro il tronco, paralizzato.

Harry sentì le esclamazioni dei suoi compagni, la cavalcata pesante ma veloce dell’Ippogrifo, i versi lamentosi del resto del branco…prese la sua decisione senza nemmeno pensarci e, estratta la bacchetta, la puntò sul dorso muscoloso della creatura.

-Stupeficium!-

Un fiotto di luce rossa si schiantò fra le scapole dell’Ippogrifo, arrestandolo bruscamente. Non cadde come avrebbe dovuto essere ma restò intontito per qualche tempo, dando l’occasione a Harry di superarlo, agguantare il polso sottile di Draco e cominciare  a correre come un forsennato verso la parte del bosco più fitta.

Malfoy non protestò, anche se era evidente che faticava a mantenere un’andatura tanto sostenuta. Harry notò distrattamente che era davvero leggero, quasi non gli procurava fatica strattonarlo per cercare di allontanarsi il più possibile.

Una serie di schianti annunciò loro che l’Ippogrifo era uscito dal suo stato di intorpidimento ed era pronto a riprendere l’inseguimento.

Accelerarono la corsa, senza più badare a dove si stavano dirigendo.

Avrebbero saputo solo in seguito che Hagrid era intervenuto subito, bloccando l’animale con la sua forza sovrumana e calmandolo a suon, incredibile ma vero, di carezze e buffetti sulla testa.

In quel momento in ogni caso il terrore li aveva sopraffatti e l’unica cosa a cui riuscivano a pensare era quella di scappare, scappare, scappare fino a che non fossero crollati dalla stanchezza.

Draco però iniziava a rallentare, avvertiva al fianco una fitta dolorosa e sentiva i polmoni in fiamme, come se non riuscissero più a svolgere il loro dovere.

L’altro se ne accorse e si bloccò, sia per controllare le sue condizioni che per spronarlo ad andare avanti.

Non ce ne fu bisogno, perché improvvisamente grosse gocce gelide di pioggia avevano cominciato a cadere dal cielo, inzuppandoli fino al midollo.

-Merda!- Il biondo scostò dalla fronte una ciocca di capelli già fradicia, guardandosi intorno –Dobbiamo trovare un luogo in cui ripararci!-

-Là, fra quei due cespugli…non è una grotta?- Suggerì Harry, indicando una macchia scura qualche decina di metri sulla sinistra.

Malfoy alzò le spalle e si avviò in quella direzione, tenendosi una mano sul fianco e respirando affannosamente.

Harry lo seguì e arrivati vicino ai cespugli si accorsero che era effettivamente un piccolo anfratto, seminascosto dalla vegetazione. Ma…se fosse stato abitato?

Dopotutto non avevano tempo per pensarci e con le bacchette in mano penetrarono all’interno, trovandolo desolatamente vuoto. Non una traccia di vita, pericolosa o meno che fosse.

Ed ora era lì che si trovavano, stanchi e bagnati. Il fuoco però era già all’opera per asciugare i loro vestiti e la morbida luce verde scolpiva i loro lineamenti come se fossero di cera.

-Potter, io…credo di doverti delle scuse- Le parole sembravano far fatica ad uscire dalla bocca di Draco ed egli si chiese se fosse la febbre incombente o semplicemente il suo orgoglio. Forse un cinquanta per cento di entrambi.

-Credi?…beh lasciamo perdere, sentiamo- Harry sembrava intirizzito addirittura più di lui e con un altro tocco di bacchetta ingrandì il fuoco…ora Draco vi distingueva anche lingue argentate. Gli venne un sospetto, ma decise di esternarlo solo dopo che avesse ringraziato Potter. I Malfoy potevano essere una famiglia corrotta, ma avevano le loro regole. Suo padre non lo avrebbe mai perdonato se non si fosse comportato da uomo prendendosi le sue responsabilità, anche se verso San Potter.

-Io…sono stato un idiota. Sarei morto se tu non avessi distratto quell’Ippogrifo e...insomma…grazie-

Con sua sorpresa, Harry ridacchiò.

-Cosa ci trovi da ridere?!-

-Suvvia Draco, non essere così permaloso! Stavo ridendo perché sentire una scusa uscire dalle tue labbra è un evento piuttosto insolito, probabilmente lo scriveranno nella prossima edizione di Storia di Hogwarts! Comunque non serve chiedermi scusa, ormai il danno è fatto e non ci resta che attendere la fine del temporale. Chissà se ci staranno cercando?-

Al biondino sembrò che il suo nome, pronunciato da Harry, fosse molto più musicale. Aveva sempre rinfacciato ai suoi genitori il suo nome di battesimo, ma sentendolo provenire da quella bocca ne coglieva per la prima volta la forza intrinseca, l’orgoglio e la maestosità.

-Di sicuro stanno cercando te…figuriamoci, sei o no l’unica speranza contro Tu-Sai-Chi?-

-Perché non dovrebbero cercare anche te, scusa? I tuoi compagni saranno preoccupati..-

Malfoy rise, con una traccia di amarezza nella voce, poi sussurrò:

-Come se per loro fossi veramente importante…solo Blaise si può definire mio amico, il resto non è che una massa di infidi approfittatori. A volte credo proprio che le dicerie sulla casata di Serpeverde non siano poi così sbagliate…-

Intravide Harry alzarsi e sedersi accanto a lui, tanto che le loro spalle si sfiorarono. Lo guardò interrogativamente ed egli rispose:

-Emh...mi sentivo piuttosto stupido a parlare con te a distanza, se non vuoi mi sposto subito-

-N-no, figurati…così almeno stiamo più...più al caldo-

Il moretto annuì semplicemente, per poi dire:

-Sai, non dovresti pensare una cosa del genere. Voglio dire, le stesse caratteristiche non possono valere per tutti, ognuno ha il proprio carattere e le proprie abitudini, sebbene spesso ci sia un filo conduttore, dei comportamenti simili se vogliamo. I Serpeverde sono famosi non solo per le loro inclinazioni poco lodevoli, ma anche per la loro furbizia e il sangue freddo…cosa che, purtroppo, i Grifondoro non posseggono minimamente-

Draco sollevò gli occhi dal fuoco e lo fissò intensamente. Sì, ora il suo era più di un sospetto.

-Sei sicuro di essere un Grifondoro? Hai molti aspetti in comune con noi Serpeverde-

L’altro ragazzo sussultò e abbassò la testa, colpevole, dando a Draco la sua risposta.

-Vorresti dire che tu…proprio tu, saresti stato bene a Serpeverde? Come è possibile una cosa del genere!?- Il biondo lo fissava esterrefatto, mai avrebbe pensato di aver indovinato. Harry Potter…un Serpeverde! Pareva un paradosso.

-Sì, il Cappello Parlante mi avrebbe mandato a Serpeverde…dopotutto parlo il Serpentese, ho una certa, emh, attitudine a infrangere le regole e spesso faccio dei ragionamenti prettamente verde-argento-

-E allora come mai ti sei ritrovato a Grifondoro?-

-Perché il Cappello non ne era del tutto sicuro e io l’ho pregato di non mandarmi nella tua Casa- A queste parole Harry chinò ancora di più la testa, aspettando una reazione che non tardò ad arrivare. Draco infatti parve veramente offeso:

-Cos…non ci credo, ti sei fatto mettere a Grifondoro di proposito? Ti faceva tanto schifo Serpeverde, eh?! San Potter non poteva permettersi di stare con la feccia della scuola!-

Harry avvertì le guance bruciare e non credette nemmeno per un momento che si trattasse dell’effetto del fuoco.

-Prova a pensarci, mi avevano appena detto che Serpeverde era la casa dei Maghi Oscuri, inoltre quando ci siamo incontrati non mi hai fatto esattamente una bella impressione! Cosa avrei dovuto scegliere?!-

Quello se non altro chiuse al bocca a Draco per qualche secondo.

Malfoy sospirò leggermente, poi fece una cosa inaspettata…si appoggiò lieve ad Harry, riprendendo a parlare in tono più sommesso:

-Immagino che la prima cosa te l’abbia detta Ron “Donnola” Weasley…per la seconda, onestamente non saprei cosa dirti. Ricordo che quel giorno, quando tu rifiutasti con tanta leggerezza la mia mano, mi sentii colmo di vergogna mista a rabbia. Tu, senza nemmeno conoscermi, avevi osato ignorarmi, proprio come stavi facendo pochi minuti fa e come hai sempre fatto. Sembra che sia una cosa che ti venga bene, quella di ignorarmi. Dopotutto, cosa dovrebbe importartene di me? Sono il nemico, il Serpeverde per eccellenza, quello che risulta tanto facile odiare. Però quella volta io…avrei solo voluto essere tuo amico. Immagina: crescere in un mondo in cui un ragazzo della tua stessa età è leggenda, sapere a memoria il suo nome, il suo passato…e poi, incontrarlo di persona. E vorresti avere l’onore di diventare suo amico, l’orgoglio di sapere che per lui vali qualcosa in più degli altri. Eppure, ho fallito. Cosa hanno la Granger e Weasley che io non ho? Cosa vedi in loro da desiderare di averli accanto?-

Il moretto chinò la testa verso di lui, tentando di confortarlo. Vedere questo lato di Draco Malfoy provocava nel suo animo una tristezza infinita…ma anche una stilla di gioia. Perché il Draco che stava venendo a galla era una persona ben diversa da ciò che credeva…ancora una volta, aveva lasciato che le dicerie e alcuni sciocchi pregiudizi avessero la meglio sul suo buonsenso.

-Se avessi visto ciò che mi hai mostrato ora, probabilmente avrei accettato la tua amicizia. Ron e Hermione, semplicemente, mi vogliono bene per quello che sono, non per quello che la gente pensa di me…Non è facile per loro, ma stringono i denti e mi aiutano ad andare avanti…Saresti in grado di farlo anche tu?-

Draco si scostò e lo guardò con gli occhi semichiusi, ponderando bene la domanda.

Quali erano state le sue sensazioni tanti anni prima, quando si era trovato di fronte quello smilzo ragazzino dai capelli spettinati e gli occhi verdi celati dietro un paio di occhiali da quattro soldi?

Stupore, curiosità, determinazione a fare buona impressione.

E poi?
Rabbia, umiliazione…tristezza. Per non essere stato considerato degno. Per aver fallito.

E ancora, in tutti quegli anni?
Rancore, prima di tutto. Malizia. Ma anche ammirazione. La curiosità iniziale si era fatta risentire…accompagnata da una maggiore maturità, questa volta.

Potevano davvero essere amici? Forse sì…se non altro, ci avrebbe provato con tutte le sue forze, riscoprendo un desiderio sopito con il passare del tempo e sepolto sotto decine e decine di cattiverie che, se esaminate con occhio consapevole, rivelavano un bisogno irrefrenabile di attenzione.

Era come se per sette anni avesse urlato, attraverso le frecciatine e gli scherzi, un appello colmo di solitudine.

Sono qui.

Ti accorgi di me?

Perché non mi guardi mai come guardi loro?

Draco si decise, rompendo il silenzio:

-Non lo so…ma tenterò. È tutto quello che ti posso promettere in sincerità-

Questa risposta sembrò appagare Harry più di un assenso indiscriminato.

Egli sorrise e gli passò un braccio intorno alle spalle, stringendolo forte e mormorando nel suo orecchio:

-Amici, allora?-

Draco si trovò avvolto nel suo calore, il freddo pareva un lontano ricordo…annusò l’odore di pioggia e bosco nei capelli corvini di Harry, poi girò poco la testa e poggiò le labbra sulle sue, staccandosi dopo un momento con le guance tinte di un rosa pallido.

Cadde il silenzio.

La mano libera i Harry corse alla bocca, soffermandosi sulle labbra che parevano tutto a un tratto formicolanti.

L’altra restò mollemente adagiata sulla nuca di Draco, che serrò gli occhi nel timore di avere rovinato ogni cosa.

Il suo era stato un gesto impulsivo, dettato dall’istinto.

Che ci fosse di più nel suo tentativo di amicizia verso Harry?

In ogni caso, non si era nemmeno del tutto delineato e già aveva distrutto ogni possibile rapporto con lui, presente o futuro.

-Queste non sono cose che si fanno fra amici, lo sai vero?- La voce di Harry era seria, ora.

-Io…io non so cosa mi abbia spinto a farlo. Ad un tratto, mi è sembrata la cosa giusta-

Ecco, ora l’avrebbe respinto ancora, ancora una volta la sua mano non sarebbe stata considerata.

Invece…di nuovo la sensazione morbida delle labbra di Harry sulla sua bocca, più insistenti di prima.

Draco sgranò gli occhi, sorpreso, mentre le dita dell’altro ragazzo scorrevano nei suoi capelli umidi.

Si divisero, leggermente ansimanti.

-È sembrata totalmente giusta anche a me, non chiedermi il motivo. Credi…che non avremmo dovuto farlo?-

Fu il turno di Draco di sorridere, sebbene il suo fosse più un ghigno.

-Ormai l’abbiamo fatto, giusto Potter? Non si può tornare indietro…e ci tengo troppo a te per farlo…-

Le mani di Draco erano poggiate sul petto di Harry, la bocca sfiorava la tenera carne del collo.

Il moro non poté evitare di reclinarlo all’indietro, abbandonandosi alle attenzioni dell’altro.

Avvertì sulla schiena le piccole punture delle pietre mentre si lasciava andare sul suolo, ma non vi badò.

Si baciarono ancora, profondamente. Harry infilò le mani sotto la camicia di Draco, accarezzando la sua pelle.

Le cose stavano prendendo una piega seria e nessuno dei due pareva ansioso di smettere…

Furono interrotti però da un gran tramestio e da alcune voci che sembravano chiamarli.

Draco fece per tirarsi su, ma non vi riuscì in tempo…e si godette senza remore l’espressione quanto mai attonita e schifata di Ron Weasley, che li osservava dalla penombra.

-Voi…voi…VOI…- Il ragazzo pareva essersi inceppato, mentre la voce gli diventava sempre più acuta. A Harry ricordò il tono che assumeva quando c’erano ragni nelle vicinanze e scoppiò a ridere, coprendosi gli occhi con la mano.

Questo sembrò sbloccare il Grifondoro, ma quel che disse spiazzò Harry e Draco:

-Voi…brutti traditori, mi avete fatto perdere cinque galeoni!-

E senza aggiungere altro corse fuori, chiamando a gran voce… Zabini?

I due si guardarono perplessi, poi Draco sbottò:

-Che gli è preso al tuo amico? E cosa centra Blaise in tutto ciò?!-

Harry fece spallucce, non sapeva veramente cosa rispondere. Scostò gentilmente il biondo e si rialzò, porgendogli la mano per aiutarlo.

Il Serpeverde la accettò volentieri, e dopo ben sette anni seppe cosa significava avere la mano di Harry Potter stretta alla sua con intento gentile.

Harry agitò la bacchetta e il fuoco scomparve, risucchiato nel nulla. Si accorsero solo in quel momento della luce che filtrava dall’entrata…la tempesta era quindi finita?

Una sola occhiata fuori dalla caverna bastò a decidere che sì, il temporale aveva finalmente cessato di infuriare nella foresta.

Lo spettacolo degli alberi coperti di gocce d’acqua, lucenti nel riverbero del sole, li abbagliò.

Solo dopo qualche istante riuscirono a scorgere i loro compagni, che li guardavano con espressioni a metà fra il sollevato e il seccato. Una nuvola di capelli crespi sfrecciò verso Harry, che si ritrovò serrato nell’abbraccio di una Hermione sull’orlo del pianto.

-Oh Harry, non sapevamo dov’eri, ti abbiamo visto salvare Malfoy e poi...siete scomparsi nella foresta, vi abbiamo cercato per ore….NON FARMI MAI PIÙ PREOCCUPARE COSÌ!!-

Scoppiò in singhiozzi, non smettendo di abbracciarlo.

Il ragazzo si limitò ad accarezzarle fraternamente la testa ricciuta, sussurrandole:

-Ehi Herm, su…non fare così, non è successo nulla, io e Draco stiamo bene!-

Lei lo squadrò, tirando ancora su col naso:

-Come sarebbe a dire tu e Draco?- 

-Sarebbe a dire che ho perso la scommessa, dannato Serpeverde!- In quel momento Ron si avvicinò, frugandosi nelle tasche con aria scocciata.

Dietro di lui veniva Blaise, con gli occhi blu che luccicavano e un sorriso enorme stampato in faccia.

-Blaise…quale scommessa, di preciso?- Draco aveva incrociato le braccia, tentando di apparire imponente. La cosa non gli riuscì molto bene, considerando gli abiti infangati e i capelli scompigliati.

Il Serpeverde dai capelli neri ghignò:

-Sai, quando siete scappati via e abbiamo visto che non tornavate, io e il caro Lenticchia abbiamo pensato che aveste trovato riparo da qualche parte…e ci è venuto in mente che lasciare voi due da soli non è salutare. Abbiamo quindi scommesso che, in un  modo o nell’altro, qualcosa sarebbe cambiato fra voi. Mi diverte dire che il signorino qui presente ha scommesso sul fatto che Harry sarebbe tornato da solo, con la tua testa graziosamente legata alla cintola come trofeo…io sono stato più realista-

Draco non era sicuro di voler sentire il resto, ma scoccò comunque un’occhiataccia a Ron, che ricambiò sfacciatamente.

-Ho scommesso cinque galeoni che sareste diventati amici…e da quanto mi ha raccontato Weasley, ho stravinto! Complimenti, neo amichetti! - Terminò allegro Blaise, facendo arrossire i due ragazzi.

Dio, quindi Ron gli aveva detto di averli trovati in quella posizione totalmente equivoca!

-Amici? Ma è una cosa molto bella!- Si intromise Hermione, innocentemente ignara del sarcasmo di Zabini.

-Uh…emh…sicuro!- replicò Harry, facendo sbellicare Ron e Blaise e provocando in Draco una nuova, intensa ondata di rossore.

Cinque sonanti galeoni finirono nelle tasche di Blaise, che si divertì a sfottere Draco fino a che quest’ultimo non tirò fuori la bacchetta minacciando di Cruciarlo se non avesse smesso. Inutile dire che aveva negli occhi un’aria così assassina che il moro obbedì senza fiatare.

In quanto a Ron, quando Harry gli passò davanti per tornare verso il castello sentì in un mormorio secco:

-Con te faccio i conti dopo, scommettitore dei miei stivali…-

Il rosso ridacchiò tranquillo, probabilmente sarebbe stato vittima della più grande battaglia a cuscinate degli ultimi anni.

Poi vide Harry avvicinarsi a Draco e parlargli a bassa voce…entrambi sghignazzarono e guardarono verso di lui e Blaise con fare cospiratorio.

Deglutì, rabbrividendo. Una battaglia  a cuscinate…o forse no?

Hermione gli si affiancò, dicendogli:

-Certo che quei due insieme sono proprio carini! Guardali, già ridono e scherzano come se niente fosse!-

Ron non si trovò d’accordo, ma si guardò dall’andarglielo a dire.

Invece fissò rabbioso una nuvoletta grigia, unica superstite di quella tempesta che non solo gli aveva fatto perdere cinque galeoni, ma lo aveva condannato a una morte sicura per mano del suo migliore amico e del suo…brrr…nuovo ragazzo.

Eh, pensò rassegnato, il pericolo di una tempesta non va mai, MAI sottovalutato.

 

FINE

Ok, se mi lasciate un commento mi fate piacere….anche se non è un granché ed è in ritardo abnorme!

Besitos, Sanzina Malfoy =3

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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