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Autore: tinta87    26/12/2010    2 recensioni
"A volte il passato ritorna... E quando ritorna per G Callen, è pericoloso... Quando 2 gemelli sanguinari arrivano a LA e portano scompiglio in città, G scopre di essere il vero obiettivo. Sia lui che il team sono in pericolo, perchè c'è qualcuno disposto a tutto pur di trovare e catturare Callen.." Storia scritta a 4 mani insieme a Susan
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

 

 

 

Nate fissava la scena nell'aula e sentiva che qualcosa non andava. Callen aveva incominciato la lezione e tutti erano attenti (più le ragazze, a dire il vero), ma l'unica che sembrava disinteressata alla lezione era Irina.
La ragazza fissava G e stringeva gli occhi. Lo stava scannerizzando.
"Nate, tutto ok?" domandò Kensi entrando in quel momento, riscuotendolo dai suoi pensieri.
"Ciao... Deeks?"
"Con Sam all'università... Aveva occhi solo per le studentesse" disse divertita Kensi con una smorfia.
Nate rise e tornò a guardare Irina.
"Che idea ti sei fatto di lei?"
"C'è qualcosa che mi fa rabbrividire in lei... La sola idea che abbia ucciso quei marines e ora se ne stia lì, in mezzo a tutti quei ragazzi..."
Nate rabbrividì. Kensi annuì.
"Già..."
"I suoi occhi sono spaventosi"
"Trovi?"
Eric fece uno zoom sugli occhi neri di Irina.
"Effettivamente..."
Nate guardò quel nero così... nero.
"Non sembrano occhi di un essere umano, ma più di... una bestia"
"E i miei?" domandò Kensi, voltandosi verso Nate. Cercava di tranquillizzarlo con un sorriso.
"Beh, i tuoi sono bellissimi in confronto... E poi sono diversi, il che ti rende unica" disse Nate.
"Grazie, doc!" disse Kensi, compiaciuta.
Nate arrossì un po'. Sì, l'aveva tranquillizzato.

“Callen come se la cava?”

“Benissimo direi” rispose Eric “ Sta facendo tutto da solo e lo stanno pure a sentire”

“ Ovvio, sta spiegando le tecniche di osservazione su una scena del crimine…Non so quanto sia attinente al programma, comunque ha fatto colpo” rispose Nate

“Oh, bè vedo. Quella in prima fila se lo sta mangiando con gli occhi”  disse Kensi sorridendo.

G in aula si schiarì la voce.

“Oh scusa” rispose l’agente Blye tornando ad osservare le immagini sullo schermo “Eric ingrandisci di nuovo sulla ragazza”

“Subito”

“ Cosa ha in mano? …Tiene gli occhi puntati su G, ma ogni tanto abbassa lo sguardo per qualche secondo”

“ Da questa angolazione non posso offrire di meglio..” rispose Eric.

“G, avvicinati alla ragazza, dobbiamo capire cosa sta facendo..” disse Nate

“ …perché fondamentale quando arrivate su una scena del crimine è la luce di cui disponete.” Callen continuava la sua spiegazione ai ragazzi in aula e, ricevuto il messaggio dello psicologo salì le scale dell’aula universitaria, trovandosi così in mezzo ai ragazzi “..a seconda della luce alcuni particolari potrebbero sfuggirvi oppure apparire diversi. Per esempio se da qui” disse fermandosi all’altezza di Irina “..guardate la cattedra, non noterete la graffetta che vi sta sopra”.

“ Astuto..” disse Eric facendo scorrere velocemente le sue dita sulla tastiera.

“Ferma l’immagine su Irina e dammi un ingrandimento sulle mani” disse Kensi avvicinandosi allo schermo. “ Ha un cellulare….sembra che stia…scrivendo un sms..”

“ G ha un cellulare..” comunicò con l’auricolare Nate.

“..Altra fase importante è la catalogazione delle prove ai fini della rintracciabilità..

Oh certo..cerco di rintracciare la chiamata….Sono sull’operatore vicino al campus, limito la ricerca all’aula universitaria…..Solo un secondo..” disse continuando a lavorare sul pc “Ok perfetto, negli ultimi cinque minuti è stato inviato un solo sms. Rintraccio il numero e…..voilà…ecco il testo”

Vreau să Somlói galuska

Nate e Kensi osservarono lo schermo davanti a loro, parecchio confusi.

“C’è solo un problema….è in rumeno Eric!”

“Abbiamo bisogno di Hetty…”disse Nate

“ Non c’è..è uscita dieci minuti fa..”

“Google traduttore? “ propose Eric

“Ottima idea”

“ Non è precisissimo ma per lo meno capiamo il senso…….e il testo dice..- ho voglia di Somlói galuska – “

Somlói galuska? E che diavolo vorrebbe dire?” chiese Kensi guardando gli altri nella stanza.

Nate incrociò le braccia e si portò una mano alla bocca, come era consueto fare mentre pensava, ed osservò G sullo schermo.

“ Questo non è rumeno altrimenti sarebbe stato tradotto…comunque sappiamo a chi è stato inviato il messaggio?” chiese Kensi

“Ah si giusto…il numero del destinatario è intestato ad un certo Paul Koster che si trova al quinto di Landfaire Avenue…praticamente l’indirizzo del bar in cui lavora il fratello”

“ Sarà sicuramente lui, lo avrà avvertito della presenza di Callen?” chiese Kensi rivolgendo lo sguardo a Nate

“ E’ possibile”rispose, tornando ad osservare gli occhi di Irina che non avevano mai lasciato Callen.

 

 

“Sam?”

“Che vuoi Deeks?”

“Manca molto?”

“Cinque minuti meno rispetto a cinque minuti fa!”

“ Ahah..simpatico, davvero simpatico..Magari se non fossi stato così silenzioso sarebbe trascorso di più il tempo” rispose Marty seccato, sistemandosi per l’ennesima volta sul sedile.

“ Capita…Comunque tra qualche minuto dovrebbe suonare la campanella”

“Oh questo mi piace..”

“ Non avevo dubbi..” concluse Sam senza sorridere

“Tutto bene?”

“Mmm..”

“Allora questo tuo essere così silenzioso è normale? Preoccupato per Callen?”

Sam lo guardò serio per poi tornare ad osservare fuori dal finestrino.

“Ok, ricevuto…Me ne sto zitto…Quanto hai detto che manca?”
” Non avrei mai creduto di poterlo dire, ma sto rimpiangendo gli appostamenti con G”

“ Sam?” disse una voce femminile attraverso l’auricolare

“Dimmi Kensi”

“Hai idea di cosa voglia dire Somlói galuska?”

“ Somlói galuska?”

“Si”

“Se la memoria non mi inganna dovrebbe essere un piatto tipico ungherese…Ma perché vuoi saperlo?”

“ Lo ha scritto Irina in un sms, molto probabilmente a suo fratello..”

“Scusa ma non sono rumeni?”

“Già…”

“Nate cosa ne pensa?”

“ Penso che potrebbe essere una parola con la quale avvertire il fratello della presenza di Callen nella stanza..” rispose lo psicologo

“Ma perché scrivere un piatto ungherese?” chiese Deeks

“Non ne ho idea..Penso che dovremmo sentire G in merito, ma questa cosa non mi piace comunque..”

Dal plesso universitario si sentì la campanella suonare, segno che la lezione era finita. Per adesso il lavoro del professor Callen era terminato.

“ Ok, ragazzi..A quanto pare il tempo a nostra disposizione è finito..Vi consiglio di dare un’occhiata al capitolo 5 del vostro manuale, tratta proprio di quello che vi ho spiegato stamani..”
”Cioè fatemi capire..” disse Eric guardando i presenti della sala operativa “Callen ha letto il manuale del corso?”

Nate fece spallucce e Kensi sorrise prendendo il cellulare dalla tasca. “Ragazzi chiamo Callen per aggiornarlo”

G indossò la giacchetta che aveva appoggiato alla sedia, raccolse i libri dalla cattedra e, dopo aver salutato con un sorriso la ragazza della prima fila, uscì dall’aula. Non guardò Irina, ma sentiva tutta la potenza del suo sguardo su di lui. Il cellulare nella tasca destra iniziò a vibrare, osservò il display e sorridendo rispose: “ Ciao amore!”

“ Bel modo di troncare sul nascere le speranze delle tue giovani allieve Callen..” lo sbeffeggiò Kensi.

“Oh si è andato tutto bene.. cosa mi racconti?”

“Ok abbiamo rintracciato il messaggio inviato da Irina, probabilmente lo ha avvertito della tua presenza, o per lo meno è quello che crediamo, visto che ha usato una parola ungherese….”

“ Ne sei sicura?” chiese G fermandosi nel corridoio, visibilmente preoccupato.

“ Si, un dolce al cioccolato ungherese…Si lo so è un modo un po’ insolito, ma non avrebbe alcun sen…”

“Sai una cosa amore” disse non lasciando finire la frase alla collega “c’hai ragione, vado a mangiare qualcosa qui vicino. Un collega mi ha suggerito un posticino carino a due isolati da qui..”

“ Callen stai scherzando, spero? Ma hai capito quello che ti ho appena detto?” rispose Kensi alterandosi, tirando un’occhiata a  Nate.

“ No, certo che non è un problema…ci pensi tu ad avvertire mio fratello per la cena?”

“E’ un suici…”

“ No, ha ragione” intervenne Nate. Kensi lo guardò per una seconda volta, stavolta parecchio confusa: “Scusa ma non eri tu il primo ad opporti  all’operazione?” chiese allo psicologo.

“ Si, e sono contrario pure ora” rispose Nate “Ma ormai siamo in ballo, ed entrare nel bar adesso è una mossa che non si aspettano. Come non si aspettava Irina di vedere Callen all’università. Non dico che sono d’accordo, ma, se pur pericolosa, è una mossa sensata.”

“Se lo dite voi….ma non correre rischi inutili ed al minimo problema AVVERTI” disse di nuovo a G.

“Tranquilla”

“Callen?”

“Dimmi”

“Fai attenzione”

“ Ci vediamo stasera…Ti amo” .

G chiuse la conversazione e mise, di nuovo, il telefono in tasca. Kensi fece lo stesso. Sospirò e guardò i suoi colleghi: “ Siamo sicuri che sia la strategia giusta?”
” Lo spero” rispose Getz al suo fianco.

Eric osservò entrambi e poi chiese: “ Ma Hetty che fine ha fatto?”

 

 

Quindici minuti più tardi G parcheggiava l’auto di fronte al Nash coffe. Sam lo aveva seguito discretamente per tutto il tempo ed aveva parcheggiato sul lato opposto della strada per non dare nell’occhio e per avere la giusta visuale sul locale.

“Mi senti Sam?”
”Forte e chiaro G…anche il video è ok”

“Eric?”

“Perfettamente”
” Ok, io entro..”
” G…”
” Si lo so Sam,  faccio attenzione e se c’è qualche problema, c’è la parola d’ordine..”
” Merda!” disse Deeks guardando attraverso l’obiettivo della macchina fotografica

“Che c’è?” chiese Hanna

“Ad ogni vetrata del bar c’è una tenda, non abbiamo visuale all’interno..”

“Sarai solo G..” disse preoccupato Sam

“Tranquillo amico. Terrò gli occhi aperti.”. Detto questo Callen aprì lo sportello, lasciò la giacca sul sedile posteriore ed uscì dall’auto. Fece un cenno impercettibile a Sam con la testa, si tolse gli occhiali da sole ed aprì la porta del bar. Era dentro.

Il locale era carino, un posto tranquillo. Non era affollato: una ragazza stava pagando e un signore sorseggiava un caffè leggendo il giornale. La radio era accesa e lo speaker della stazione di Los Angeles presentava il nuovo pezzo. G richiuse la porta dietro di se, catturando l’attenzione del ragazzo dietro al bancone. Florian. La reazione fu la stessa di Irina: gli occhi, dello stesso nero intenso, lo scannerizzarono, ma fu molto più bravo. Salutò la ragazza e sorrise a Callen come se fosse un semplice cliente, ma a G non sfuggì lo sguardo che gli aveva riservato. Ne aveva la certezza era il loro obiettivo.

Si sedette ad un tavolo ed iniziò a sfogliare il menù. Nel frattempo, il signore si alzò, pagò il conto e lasciò il locale. Prima di uscire, però, fece entrare una giovane ragazza salutandola cortesemente.

“Kensi…Irina è entrata nel locale”

“Ricevuto Sam” fu la risposta secca dell’agente. La tensione era piuttosto alta all’interno della sala operativa.

“E’ il momento della verità ragazzi” constatò Nate.

 

“Ciao sorellina..già di ritorno?”

“ Oh si, sono in pausa pranzo ma non avevo voglia di mangiare alla mensa del campus…preparami uno dei tuoi favolosi panini..”

“Allora mi ha consigliato bene il mio collega…mi ha detto che è il miglior posto della zona..” intervenne Callen.

Irina guardò il fratello e poi sorridendo rispose a G: “Professor Reeve ma che piacere vederla qui”

“Ha seguito il mio corso stamani mattina vero? Comunque mi chiami pure Thomas” disse porgendole la mano.

“Si… piacere mio…Irina Petrescu e questo è mio fratello Florian”

“Perché mai si è presentata con il suo vero nome?” chiese Eric osservando lo schermo.

“Non ha niente da perdere ed inoltre né lei né il fratello sono stati arrestati…la loro fedina penale è immacolata” rispose Nate

“Pedrescu, cognome europeo….polacca?” chiese G

“No, rumena..”

“Oh capisco..bè un bel viaggio per arrivare Los Angeles…Non deve essere facile vivere così lontano da dove si è nati e cresciuti”

“Non è poi un così grosso problema, avevamo voglia di cambiare vita e quale posto migliore dell’America?”

- Certo che è davvero brava – pensò Callen tra se

“Oh be sicuramente….anche per i vostri genitori deve essere una soddisfazione avere una figlia che studia nella più prestigiosa università della California”

Callen poté notare come gli occhi della ragazza si riempirono di dolore e di odio, ma la sua espressione non cambiò minimamente, si fece solo un po’ più triste, da vera professionista: “Purtroppo i nostri genitori sono morti quando eravamo piccoli…io e Florian ce la siamo dovuta cavare da soli”
“Mi dispiace, non potevo saperlo” rispose Callen abbassando lo sguardo “Ma ti capisco, ho passato la mia infanzia tra orfanotrofi e case affidatarie..” Callen seguiva il consiglio di Nate: giocare con il suo passato. G guardò di nuovo negli occhi Irina e questa volta si accorse che l’aveva colpita. Ora non c’era rabbia nel suo sguardo, ma dolore, il dolore di una persona che ha provato le stesse cose.

“Non pensiamo al passato, cosa ne dici di pranzare insieme, Irina? Cosa mi consigli”
”Volentieri…Florian preparaci due panini Extra e due succhi all’arancia…può andare?”
”Perfetto!” Rispose Callen invitando la ragazza a sedersi di fronte a lui.

 

“Dove è il signor Callen?” chiese Hetty entrando nella sala operativa.

“Nel bar di Florian con i fratelli Petrescu” rispose Kensi

“Fatelo rientrare” ordinò Hetty.

“Hetty con tutto il rispetto, non credo che sia una buona idea interrompere la missione adesso…Callen ha appena istaurato un rapporto con Iri..”
“Abbiamo la certezza che non sia lui il loro obiettivo?”

“No…anzi” rispose Nate

“Appunto….Signorina Blye invii un sms al signor Callen..”

Il cellulare di G segnalò l’arrivo di un messaggio.

“Scusami..sarà sicuramente mia moglie”
- Missione conclusa. Ordine di rientrare. Hetty –

Callen sorrise e rispose al messaggio:

- E’ tutto apposto Hetty. Non posso rientrare ora!. –

“Scusa….è mia moglie che mi controlla…dicevamo..”

“Dicevamo che è arrivata l’ora di mangiare”

Florian appoggiò i due piatti ed i due bicchieri e si congedò.

“Buon appetito professore” disse Irina aprendo il tovagliolo. Ma un gesto un po’ troppo maldestro la fece incappare nel suo bicchiere che urtò anche il bicchiere di G, facendo cadere l’aranciata sul braccio e sulla camicia di Callen.

“Maledizione” disse alzandosi in piedi

“Mi dispiace..prendo un po’ di carta per pulire..” affermò Irina.

Lo schermo della sala operativa diventò grigio e all’auricolare si sentiva solo un fastidioso fruscio.

“Eric che diavolo succede?!” chiese Kensi preoccupata

“Credo che il liquido abbia messo ko le nostre trasmittenti”
“Può fare qualcosa a riguardo?” domandò Hetty

“Ci sto provando..” rispose il tecnico lavorando frettolosamente al pc

“Signor Hanna se non ha risposta, tra 60 secondi entri nel bar!”

“ Ricevuto Hetty”

 

 

“Ci penso io” disse Florian avvicinandosi con uno straccio. Ma non aveva solo quello in mano. Teneva nascosta una pistola, G se ne accorse e l’istinto fu quello di portarsi una mano sulla cintura, ma l’arma non era lì. Non sentì il colpo partire dalla canna perché Florian aveva applicato il silenziatore, ma un dolore lancinante al petto. Cadde a terra ed il buio lo avvolse…

 

 

Continua..

   
 
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