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Autore: tinta87    05/01/2011    0 recensioni
"A volte il passato ritorna... E quando ritorna per G Callen, è pericoloso... Quando 2 gemelli sanguinari arrivano a LA e portano scompiglio in città, G scopre di essere il vero obiettivo. Sia lui che il team sono in pericolo, perchè c'è qualcuno disposto a tutto pur di trovare e catturare Callen.." Storia scritta a 4 mani insieme a Susan
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

 

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“Deeks io entro”

“Ma non dovevamo aspettare 60 secondi?”

“Si lo so, ma non mi piace questo silenzio..”
” Ok, ti seguo..”
” Hetty noi..”

Si fate irruzione!”

Sam e Marty uscirono rapidamente dall’auto, attraversarono la strada e si trovarono di fronte alla porta del locale. Hanna impungò la pistola e guardò Deeks:

“Ma vuoi entrare armato?”
”SI” rispose secco. C’era qualcosa che non andava, se lo sentiva. Callen sapeva che aveva il microfono e la telecamera fuori gioco, avrebbe inviato un sms per dire che tutto era tranquillo. Era decisamente successo qualcosa.

Hanna a sinistra, Deeks a destra. Il primo contò fino a tre ed il poliziotto aprì con un gesto deciso la porta. Le loro pistole puntate all’interno, ma lo spettacolo che si trovarono di fronte li lasciò senza fiato.

Il locale era vuoto. Ma i loro occhi si fermarono sul pavimento: una pozza di sangue piuttosto grande era proprio lì, dove meno di un minuto fa era seduto G.

“ Maledizione” si lasciò sfuggire Deeks guardando un pietrificato Sam di fronte a lui. "Sam..."
L'agente scattò e oltrepassò la pozza. Si diresse sul retro e trovò una porta spalancata. C'era una scia di sangue. Molto sangue. Troppo sangue.
Deeks lo seguì e notò anche lui il sangue.
"Oddio..."


L'ufficio era silenzioso. Sembrava essere tornati ai tempi della morte di Dom. C'era una sensazione di tristezza e frustrazione nell'aria. Tristezza perchè un compagno non era lì, frustrazione perchè era qualcosa che si sarebbe potuto evitare.
Eric aveva cercato ovunque G, in ogni telecamera, ma nessuna traccia. La Mercedes metallizzata dei gemelli era stata abbandonata al porto, quindi avevano una nuova auto. Ma non sapevano quale.
Sam, dopo che Eric aveva detto:"Non abbiamo nulla", si era semplicemente voltato ed era uscito.
Deeks aveva l'aria da cucciolo bastonato: che poteva dire per confortarli? Nulla...
Hetty aveva preso un grosso respiro ed aveva seguito Sam fuori.
Nate aveva messo sù la sua faccia corrucciata e pensava. Sentì qualcosa che gli sfiorava la spalla e vide Kensi che si allontanava a capo chino.
Un tempo il team era più combattivo, come quando Dom era sparito e non si erano fermati per nulla al mondo. Ma era G che aveva spinto tutti... Era il capo della squadra.
E se G non c'era, non c'era neanche più la determinazione.
Nate fissò il fermoimmagine della faccia di Irina. Dove diavolo avevano portato Callen?
Nate si tolse l'auricolare e diede una pacca a Eric mentre usciva.
Appena uscì sentì il rumore del sacco da pugilato. Sam...
Nate si fermò e ponderò l'idea di andare a parlarci, ma sapeva benissimo che Sam scaricava così la tensione. Scese le scale e trovò Deeks al telefono.
"Ehi, Deeks, che fai?"
Deeks alzò la testa e fissò lo psicologo.
"Chiamò un mio amico della polizia... Forse ci può aiutare"
"In che modo?"
Sta lavorando sottocopertura per bloccare un traffico di armi e droga... Magari dei delinquenti hanno sentito parlare dei due gemelli assassini"
Nate annuì con un sorriso.
"Grandioso!"
"Sì, magari ha sentito qualcosa... Se succede qualcosa a Callen, giuro che li ammazzo io di persona" ringhiò Deeks. "Quei due psicopatici"
Nate continuò ad annuire. Forse c'era speranza...
"Ah, Nate?"
"Uhm?"
"Vai da Kensi...
Non aveva una bella cera"
"Dov'è?"
Deeks indicò la porta che dava sul giardino di cemento dell'ufficio. Nate si diresse fuori a passo spedito e aprì la porta. L'aria fresca fu un toccasana per la tensione che aveva accumulato fino a quel momento.
Inspirò l'aria e cercò Kensi con lo sguardo. La ragazza se ne stava seduta per terra e fissava il cielo. Ma non era sola. Hetty era affianco a lei.
"Ciao" le salutò Nate. Le due si voltarono a fissarlo.
"Signor Getz..."
"Tutto ok?"
Hetty lo fissò con intensità e sospirò. "Non credo proprio, signor Getz"
"Lo so che siete preoccupate per Callen..."
Kensi chiuse gli occhi.
"Ma non dobbiamo disperare... Ricordate con Dom? Lo abbiamo cercato fino all'ultimo e alla fine lo abbiamo trovato!"
Kensi si alzò così di scatto che Nate indietreggiò, spaventato.
"Sì, certo e come è finita, eh? Dom è morto! Dannazione, è morto! E se Callen finisce così?"
"Non succederà!"
"Hai la palla di cristallo?" domandò ad alta voce Kensi.
Nate non l'aveva mai vista così frustrata e arrabbiata.
"No... Ma ho fiducia in Callen e nella nostra squadra" rispose secco lo psicologo ergendosi in tutta la sua altezza. Superava Kensi di 10 centimetri buoni.
Kensi lo fissò, poi sentì la mano di Hetty sulla sua. Si voltò e vide la donna annuire.
"Il signor Getz ha ragione"
"Ma... Ma..."
Nate la prese per le spalle. "Kensi, sei una delle migliori agenti che abbia mai conosciuto e l'intero team è il migliore che abbia mai visto... Non possiamo perderci d'animo ora... Proprio no! E' vero, con Dom non è andata bene... Ma possiamo riscattarci con Callen!"
Kensi fissò lo psicologo e la luce determinata nei suoi occhi.
"Uoa, doc... Parli con un sergente dei marines!"
Nate la fissò interrogativo.
"Eh?"
"Usi queste frasi da film di guerra... Ok, ok... Dai, vado a staccare Sam da quel dannato sacco e ci rimettiamo all'opera"
Nate sorrise. "Sul serio?"
"Sì e lo farei volentieri se mi lasciassi andare" disse Kensi scocciata, indicando con gli indici le mani di Nate chele serravano ancora le braccia.
"Oh, scusa!" disse Nate, allontanandosi subito.
"Grazie" e gli diede un pugnetto sul braccio. "Tu sì che sai fare il tuo lavoro, doc"
Nate sorrideva tra sé e sé quando Kensi si voltò.
"Ah, Nate?"
"Sì?"
"Afferrami di nuovo così e ti stendo"
Nate impallidì. "O-ok"
La porta si chiuse dietro Kensi. Hetty e Nate rimasero soli.
"Signor Getz?"
"Sì"
"L'agente Blye ha ragione... Lei sa davvero fare bene il suo lavoro"
"Grazie"
"E' in momenti come questi che lei deve capire la sua utilità per la squadra. Uno psicologo riesce a vedere tutti i punti di una situazione... Non se lo dimentichi, signor Getz: lei è indispensabile per la squadra"
Nate fece un piccolo cenno con la testa. "Grazie"
"E adesso andiamo a cercare il signor Callen"


La squadra era di nuovo nella sala operativa e fissava delle immagini.
"Il mio amico mi ha detto che ha sentito parlare dei due ragazzini psicopatici. Anzi, a dire la verità, tra la malavita non si parla d'altro. Dice che tutti i delinquenti di Los Angeles stanno lontani da quei due" spiegò Deeks.
"Ci credo" disse Kensi.
"Comunque, mi ha detto che sono protetti da qualcuno molto in alto... Li ha visti due volte al porto scendere da una limousine nera e parlare con il passeggero. Non ha visto il volto perchè i vetri erano oscurati"
"Quindi è qualcuno di ricco..."
"Già... E sappiamo che hanno una sistemazione provvisoria al Golden Hotel"
I presenti nella stanza fissarono stupiti Deeks.
"E tu come lo sai?" domandò Eric.
"Uno spacciatore che il mio amico tiene d'occhio gli ha visti più volte entrare in quell'hotel"
Eric si lanciò sulla tastiera. Dopo dieci secondi disse:"Ma non c'è nessuno di loro due. Gli albergatori del Golden fanno una scansione dei documenti e ci sono le foto di tutti i clienti, ma di quei due nemmeno l'ombra"
"Eric, lascia stare... Stampa una copia per me, Kensi e Deeks della facce di quei due... Andiamo a chiedere personalmente" disse Sam, risoluto.




   
 
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