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Autore: lyrapotter    26/12/2010    1 recensioni
Quinta classificata al contest La Battaglia di Hogwarts di Vogue
Nuova rabbia ti monta dentro, a sostituire il senso di colpa: quante altre vite rovinate pesano sulle spalle di quel mostro? Decine? Centinaia? Greyback è a piede libero da più di trent’anni, quanti altri ha contaminato o ucciso prima di arrivare a Lavanda? Remus, Bill…
Un brivido ti sale su per la schiena: anche tu avresti potuto far parte di quella lunga ed infelice lista, se solo le cose a Malfoy Manor fossero andate diversamente.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fenrir Greyback, Hermione Granger, Lavanda Brown
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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DISCLAIMER: Harry Potter e tutti i suoi personaggi appartengono a JK Rowling e a chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

N.B. le parti in corsivo sono i pensieri dei personaggi.

Sanguesporco: traduzione letterale del termine inglese Mudblood

Fanfiction partecipante al contest La Battaglia di Hogwarts indetto da Vogue91 sul forum di EFP

IT’S NOT OVER YET

Guardi Harry sparire lentamente su per le scale, diretto verso l’ufficio di Silente.

Non ti piace per nulla l’idea di lasciarlo da solo: lo conosci abbastanza bene da sapere che molto probabilmente finirà con il fare qualcosa di incredibilmente stupido per non mettervi in pericolo più di quanto già non siate.

Allo stesso tempo, sai anche che qualunque cosa Piton gli abbia lasciato in quei ricordi, è per lui e lui soltanto. E del resto, in questo momento c’è qualcuno che ha più bisogno di me di Harry: ti volti lentamente verso Ron.

Lui ha già da parecchio distolto lo sguardo, tutta la sua attenzione calamitata verso la Sala Grande. Senza una parola, gli stringi la mano. Sono qui, Ron, sono con te.

Lui capisce, senza bisogno di aggiungere altro, e insieme valicate quella soglia che vi è famigliare ed estranea al tempo stesso. Non vi fermate né posate lo sguardo su nessuno, vi dirigete dritti verso di loro.

Il signor Weasley è il primo ad accorgersi di voi: si allontana dal resto del gruppo per correre ad abbracciare Ron. Non lo hai mai visto stringersi a suo padre con tanta forza come in questo momento.

Quando si separano, lentamente vi dirigete verso gli altri, tu un po’ in disparte. La signora Weasley sta piangendo, disperata, ma non è questa la cosa che ti colpisce di più: è l’assoluto, immenso vuoto che aleggia sul volto di George, un dolore che va al di là delle lacrime.

Ti accosti a Fleur, vedendo riflesso nel suo viso lo stesso senso di intrusione che provi tu: non siete parte di questa famiglia, non davvero, che diritto avete di interferire nel loro dolore?

Eppure non osi distogliere lo sguardo dal volto spento di Fred: hai troppa paura di scoprire che giace accanto a lui, di vedere altri volti amici tra i morti. Sai che cederesti definitivamente e non puoi permettertelo: non è ancora finita.

Pertanto, ricacci indietro le lacrime che a viva forza cercano la strada per uscire. Avanti, Granger, dov’è finita la vecchia So-Tutto-Io? Tira fuori gli artigli, non è il momento di piangere…

Credevi che, dopo tanti anni, più nulla potesse sconvolgerti: in effetti, ne hai fatta di strada da quando un gigantesco Troll di Montagna ti ha terrorizzata in un bagno delle ragazze. Forse se una cosa simile ti capitasse oggi, ti metteresti a ridere: cosa sarà mai un Troll paragonato al più potente mago oscuro di tutti i tempi?

Ma la scena a cui assistito poco fa nella Stamberga Strillante continua a rimbalzarti con prepotenza davanti agli occhi: non amavi particolarmente Piton, anzi, ma una morte così orribile non l’augureresti nemmeno al tuo peggior nemico, nessuno si meriterebbe una fine tanto atroce. Non ti ritieni una persona particolarmente impressionabile, ma non riuscirai mai a dimenticartelo: l’immagine di Piton morente di perseguiterà per il resto della vita, lo sai.

Questa è la prima volta che ti concedi una pausa da quando la battaglia è cominciata… Ma che cosa dici, sono mesi che la tua mente non si ferma mai, nemmeno quando dormi: c’erano sempre Horcrux da trovare o distruggere, piani da architettare, misteri da risolvere, nemici da cui fuggire… Mai un attimo di pace, mai una tregua, nemmeno nei lunghi mesi di stallo, quelli che avevano portato Ron all’esasperazione: non hai permesso al tuo laborioso cervello di fermarsi nemmeno per un istante, troppo timorosa di quello che poteva accadere nel caso.

Ed ora, senti che questi nove mesi di tensione emotiva stanno per pioverti addosso tutti in un colpo solo: hai solo diciotto anni, come puoi aver già visto tutti questi orrori nella tua breve vita? Come puoi sentirti così stanca? Perché questa stupida guerra che non ha portato altro che dolore e morte non è ancora finita?

Ti porti una mano sulla guancia e con una certa sorpresa la senti bagnata: le lacrime hanno cominciato a scorrere senza che te ne accorgessi.

No!

Ti rimangi il groppo che ti senti in gola, pulendo il viso con la manica: non ancora, non ancora, non ancora… Non è finita, non puoi lasciarti andare adesso, non ora che ci siete quasi: senti che la fine è vicina, anche se non puoi ancora vedere quale esattamente sarà la fine.

Ma forse nemmeno ti importa più: vittoria o sconfitta, che differenza fa? Ti basta vedere le facce dei Weasley per sentire che, qualunque sarà l’esito finale, voi avete già perso.

All’improvviso stare lì ti diventa intollerabile: devi muoverti, fare qualcosa, tenere la mente occupata per evitare di farti prendere dallo sconforto. In fondo, finora ha funzionato più che bene, perché il trucco non dovrebbe reggere qualche altra ora?

Dedichi solo un breve sguardo a Ron: non noterà se ti allontani per qualche minuto, immerso nel dolore com’è ora e forse c’è qualcun altro in giro che puoi aiutare in quel momento, con qualcosa in più del semplice supporto morale.

Nemmeno due passi dopo, sei già pentita della tua scelta. Remus e Tonks. Freddi, distanti, morti.

Non è giusto!

Vorresti gridarlo ad alta voce, pensando al bambino che avevano appena messo al mondo, alla vita che ancora li aspettava, ma non indugi più di qualche secondo: non riesci a sopportarlo.

Ed è lo stesso per tutti gli altri: molti nemmeno li conosci, se non forse di vista, ma di certo erano amici, fratelli, figli, fidanzati di qualcuno che avrebbe presto pianto la loro perdita.

E trovi tremendamente ingiusto che tu sia ancora viva quando quelle persone non lo sono più: cos’hai tu in più o meno di loro? Solo un po’ di fortuna, rifletti: in fondo, pochi metri di differenza e al posto di Fred forse ci saresti tu.

Dopo qualche minuto di lento girovagare senza indugiare su nessuno in particolare, due volti noti attirano la tua attenzione.

Ti avvicini lentamente a Calì, che ti osserva sorpresa, il volto tirato dalla tensione: è impolverata e tutta in disordine, ma relativamente incolume. Stringe la mano della sua migliore amica, stesa in terra priva di sensi.

"Come sta?" domandi in un sussurro.

Calì sembra rivolgerti uno sguardo alla "Ma che te ne importa?", ma se anche lo pensa non lo dice: si limita a stringersi nelle spalle e rispondere. "Madama Chips l’ha visitata poco fa: non sa se ce la farà. È stata un brutta caduta e poi quel… quel mostro…".

Trattiene a stento un singhiozzo e le accarezzi il braccio in segno di conforto: non hai bisogno che aggiunga altro. Hai visto con i tuoi occhi Fenrir Greyback aggredire Lavanda dopo che era caduta dalla balconata della Sala d’Ingresso: speravi di averlo fermato in tempo, ma evidentemente sbagliavi. L’approssimativo bendaggio già screziato di rosso che le fascia tutta la spalla destra sopra la camicetta strappata sembra quasi accusarti di aver ritardato di quell’unico fondamentale secondo.

Volgi lo sguardo verso Calì, rendendoti conto solo in questo momento di quanto poco conosci queste due ragazze, nonostante abbiate diviso il dormitorio per ben sei anni. Non siete mai entrate in confidenza, né avete mai davvero parlato: per loro, tu eri l’insopportabile Miss So-Tutto-Io, per te, loro erano due ochette interessate solo ai ragazzi, alla Divinazione, ai trucchi…

Quando poi Lavanda si era messa con Ron, era stata un po’ come la goccia che fa traboccare il vaso: pure quel labile rapporto di reciproca gentilezza era venuto a mancare e tra di voi si era aperta una vera e propria voragine, fatta di ripicche e cattiverie.

Ed ora quella ragazza che tanto avevi odiato un anno fa giace davanti a te sospesa tra la vita e la morte. E anche se fosse sopravvissuta, quale vita l’attendeva?

Non c’era luna piena quella notte, grazie a Merlino, perciò quasi certamente Lavanda non era stata completamente contagiata, ma ci sarebbero di certo state delle conseguenze: i morsi di licantropo lasciano sempre delle conseguenze.

Ti senti quasi colpevole: per quanto sia stupido, non puoi evitare di pensare che se fossi stata solo un pochino più veloce, Greyback non avrebbe potuto… Ma è assolutamente ridicolo: soltanto se avessi avuto il dono della preveggenza, avresti potuto agire con più prontezza. Eppure, non è bastato nemmeno così.

Nuova rabbia ti monta dentro, a sostituire il senso di colpa: quante altre vite rovinate pesano sulle spalle di quel mostro? Decine? Centinaia? Greyback è a piede libero da più di trent’anni, quanti altri ha contaminato o ucciso prima di arrivare a Lavanda? Remus, Bill…

Un brivido ti sale su per la schiena: anche tu avresti potuto far parte di quella lunga ed infelice lista, se solo le cose a Malfoy Manor fossero andate diversamente.

È incredibile l’effetto che ti fa questa rabbia: lo sconforto che provavi poco fa è svanito, almeno temporaneamente, hai di nuovo la forza di combattere, quando verrà il momento.

"La pagherà" senti la tua voce dire.

Calì alza lo sguardo, perplessa. "Come?".

"Pagherà per quello che le ha fatto: è una promessa".

Pagherà per tutto quanto. Tutti loro pagheranno.

******

È successo tutto così velocemente che probabilmente non riuscirai mai a ricostruire esattamente cosa è accaduto e quando.

Avevi lasciato Lavanda e Calì per tornare dai Weasley. Ron aveva a malapena fatto in tempo a chiederti dov’eri andata che la voce di Voldemort l’aveva interrotto.

Harry.

Avevi incrociato lo sguardo di Ron, piena di orrore: non poteva essere vero, non poteva averlo fatto…

Ma era assolutamente, orribilmente vero: Harry era davvero morto, l’avevi visto con i tuoi occhi.

Ma prima che la disperazione potesse davvero fare presa dentro di te, Neville si era fatto avanti.

Prima che te ne rendessi conto, era scoppiato il caos: avevi visto la testa di Nagini volare per aria, avevi sentito l’urlo di rabbia di Voldemort, avevi quasi pensato di correre da Neville per aiutarlo, ma Ron ti aveva trattenuta per un braccio.

La battaglia era ricominciata ed avevi visto solo Mangiamorte, maledizioni scagliate spesso a caso e gente che correva da tutte le parti.

Hai perso di vista Ron, ma con tutta questa confusione ritrovarlo sarebbe quasi impossibile… Oltretutto, ti preme molto di più evitare di farti uccidere: hai fiducia in lui, sai che se la caverà, devi pensare a te o al più alle persone ferite che non sono in grado di difendersi da sole.

Incredibilmente, è l’immagine di Lavanda esanime a balzarti con prepotenza davanti agli occhi.

Ti sembra quasi assurdo il senso di solidarietà che provi per una ragazza che credevi di odiare a morte... Ma era tutta un’altra vita, quella, una vita frivola e un po’ sciocca, quella che ogni normale adolescente avrebbe dovuto vivere.

Ma tu non sei più una normale adolescente e a quel genere di frivolezze te lo sei lasciato alle spalle: ora è soltanto una mera lotta per sfuggire alla morte e vedere la fine di questa lunga notte. E anche una sola persona in più che vedrà l’alba renderà il nuovo giorno un po’ migliore.

Ma che cosa puoi fare per lei? Non sei nemmeno più sicura del punto preciso della Sala Grande in cui si trova, aiutarla ti è impossibile: puoi solo sperare che Calì non l’abbia lasciata sola. Ma di certo non l’ha fatto: difenderà la sua migliore amica fino allo sfinimento, esattamente come tu faresti per Ron o Harry.

Ti chini, evocando nel contempo un Sortilegio Scudo per schivare una maledizione diretta verso di te, e ti guardi intorno, in cerca di possibili avversari… Ed è allora che lo vedi, che si aggira per la Sala come una iena, senza dubbio in cerca di un’altra vittima in cui affondare i denti.

"Everte Statim!" gridi senza nemmeno pensarci.

Lo manchi, sfortunatamente, ma tanto basta per attirare la sua attenzione su di te: carne tenera, carne fresca, dicono i suoi occhi.

"Mi ricordo di te, carina" dice dopo essersi avvicinato un po’. "Abbiamo un conto in sospeso noi due".

Un brivido di raccapriccio ti percorre la schiena, ma non ti lasci intimorire. "Pagherai per tutto quello che hai fatto nella tua schifosa vita, Greyback".

Un sorrisetto di scherno gli passa sul volto. "E chi dovrebbe farmela pagare? Tu, carina? Non vorrei deluderti, ma gente ben migliore di te ci ha già provato…".

"Non ho paura di te: stupeficium!".

Evita il tuo Schiantesimo con facilità, senza smettere un attimo di fissarti: non ti considera minimamente un avversario alla sua altezza, anzi, si sta divertendo e la cosa ti irrita enormemente.

Piena di collera, lanci un’altra fattura, che di nuovo va a vuoto. Com’è possibile? Non sta nemmeno usando la magia…

"Troppo lenta, carina" sorride serafico lui. "Sarai sempre troppo lenta per me".

Scatta all’improvviso verso di te e riesci ad evitarlo per un soffio. Girando su te stessa, scagli un nuovo Schiantesimo, contando sulla sua distrazione, ma anche stavolta riesce a evitarlo.

Siete di nuovo faccia a faccia, solo un po’ più vicini di prima, abbastanza perché il suo odore pestilenziale inizi a farti rivoltare lo stomaco. Mentre lo studi aspettando la sua prossima mossa, un primo accenno di paura si fa strada nella nube di rabbia e adrenalina che aleggia nella tua mente: ti stai velocemente rendendo conto di averlo sottovalutato, solo perché non possiede una bacchetta. Ma Greyback non è un normale essere umano, è un licantropo, e come tale possiede sensi e riflessi più acuti di un uomo qualunque, luna piena o no: ha un vantaggio su di te e tu non l’avevi calcolato, guidata da un impulso del momento.

Ecco cosa succede a seguire l’istinto: quante volte l’avrò ripetuto a Ron e Harry?

Potresti scappare: nel caos che regna sovrano in questo momento, seminare Greyback sarebbe uno scherzo. Ma chi ti garantisce che qualcun altro lo fermerà al posto tuo? Vuoi davvero dargli la possibilità di farla franca un’altra volta? Non hai forse giurato a te stessa di fargliela pagare per quello che ha fatto a Lavanda e tanti altri prima di lei?

"Ah, mi piace l’odore della paura su una bella ragazzina" ghigna Greyback, quasi ti avesse letto nel pensiero. "Sarà un incredibile piacere affondare i denti in quel tuo bel collo bianco, carina".

No, non hai la minima intenzione di scappare: piuttosto preferisci che ti sconfigga, con tutte le conseguenze del caso. Non è solo una questione di orgoglio, hai fatto una promessa e intendi mantenerla.

"Diffindo!".

Questa volta è Greyback ad essere una frazione di secondo troppo lento: la tua fattura lo colpisce di striscio, ferendogli una guancia. "Questa te la farò pagare, carina".

Non c’è più divertimento nei suoi occhi, solo odio e rabbia, mentre a sua volta si rende conto di averti sottovalutata. Beh, non è certo il primo che commette questo errore, ma hai tutta l’intenzione di fargliene pentire amaramente.

Non sprechi nemmeno fiato per ribattere alla sua provocazione, limitandoti a scagliare un nuovo incantesimo.

Stavolta non si fa cogliere di sorpresa, ma passa subito al contrattacco. Ti metti sulla difensiva: è solo questione di tempo prima che commetta un errore, devi solo pazientare un po’ e nel frattempo stare lontano dai suoi artigli.

Ma il tempo non c’è, sei nel bel mezzo di una battaglia di cui il tuo scontro con Greyback è solo una piccola parentesi, anche se la foga del momento te l’ha fatto momentaneamente scordare… Tre incantesimi che ti passano vicino mancandoti per pura fortuna te lo ricordano bruscamente.

Il breve attimo di distrazione che sei costretta a prendere per difenderti ti fa perdere il poco vantaggio mantenuto fino a quel momento: con la coda dell’occhio scorgi Greyback con un sorriso trionfante dipinto in volto, pronto a saltarti addosso.

Alzi la bacchetta in un estremo tentativo di difesa: anche se sai che non servirà a nulla, sei pronta a vendere cara la pelle…

"Hermione! Everte statim!".

"Stupeficium".

Prima che lui possa rendersi conto di quelli che è successo, ben due incantesimi gli piovono addosso, mandandolo al tappeto proprio di fronte a te.

Alzi lo sguardo per cercare il tuo, no, i tuoi salvatori, e non ti stupisce molto scoprire che uno di loro è Ron, il tuo Ron, che in questo momento pare vagamente sconvolto dal fatto che per una volta è stato lui a salvare te e non il contrario…

Sei talmente certa che girando appena la testa vedrai Harry che non puoi evitare di sentire una fitta di amara delusione nel realizzare che è stato Neville a scagliare lo Schiantesimo: ma è ovvio, non può essere stato Harry, perché Harry è…

Non indugi oltre su quel pensiero troppo doloroso: non puoi permetterti di perdere la lucidità adesso. Non hai nemmeno il tempo per indugiare o riflettere sulla sconfitta di Greyback, che dovrà finalmente scontare la pena per tutto il male che ha fatto, sebbene il merito non sia tuo.

Vorresti correre da Ron, per restare uniti almeno voi due, ma non ne hai l’occasione: vedi Ginny e Luna, poco lontano da te, duellare tenacemente contro Bellatrix e senti di dover correre ad aiutarle prima che succeda qualcos’altro di terribile.

Avrai tempo in seguito per abbracciare Ron, per piangere, per prendere davvero coscienza di tutto quanto è accaduto, ma non ora: la battaglia non è ancora finita.

Lyrapotter’s corner

Questa cosa si è classificata quinta al contest di Vogue La Battaglia di Hogwarts, dove appunto si doveva descrivere la Battaglia scegliendo due personaggi, un buono e un cattivo, e ambientare il tutto dal punto di vista di uno dei due e farlo interagire in qualche modo con l’altro. I miei, come avrete capito, erano Hermione e Fenrir.

Che dire, non so proprio cosa mi fosse venuto in mente quando ho scelto Hermione come protagonista, visto che non è propriamente nelle mie corde: mi sono ricordata dell’aggressione a Lavanda e la mia mente ha partorito il resto. Di questo sono tutto sommato grata a Vogue che mi ha permesso di sperimentare qualcosa di inusuale per me.

Comunque, considerata la fatica per metterla nero su bianco, penso proprio che tornerò alla ia amata old generation e lascerò Hermione e soci a chi saprà trattarli meglio di me.

Bon, credo sia tutto, vi auguro buon natale, anche se in ritardo, e felice anno nuovo.

See you soon!

5°Classificata

Lyrapotter "It’s not over yet"

-Grammatica: 9.75/10

-Stile e Lessico: 9/10

-Originalità: 15/15

-IC: 13.5/15

-Attinenza ai personaggi scelti: 9.5/10

-Giudizio personale: 9/10

Totale: 65.75/70

Dal punto di vista grammaticale, le uniche due imputazioni vanno a ‘famigliare’, inserito in un contesto in cui era corretto scrivere ‘familiare’ e ‘nemici da sfuggire’, dove avresti dovuto inserire ‘cui’. Si tratta certamente di distrazioni, e per il resto il testo non presenta la minima imprecisione.

Il lessico è davvero buono, accurato, si confà perfettamente alla narrazione, ed è ben modulato nell’introspezione di Hermione. Per quanto riguarda lo stile invece, ammetto di averlo trovato alquanto pesante in alcune parti della storia. Molte frasi potevano essere rese in modo più scorrevole, magari inserendo più punti fermi. Nel complesso non dico che il risultato non sia buono, solo sono presenti questi periodi lunghi, o con troppe virgole, che rallentano la lettura.

Sicuramente originale, dato che normalmente Hermione, che è di certo un personaggio fondamentale, viene accantonata quando si parla della battaglia. Invece hai saputo descrivere passo per passo le sue azioni, le sue riflessioni, inserendo in modo assolutamente fluido il disgusto che prova per Fenrir, e la sua voglia di aiutare Lavanda.

Tuttavia, ci sono alcune sfumature della ragazza che non ho trovato del tutto IC, come ad esempio l’auto-imposizione di ‘pensare a se stessa’, che non mi sembra da lei, o lo stesso senso di vendetta, che poco si confà al suo essere riflessiva. Si tratta comunque di sfumature, che non inficiano nemmeno troppo una caratterizzazione che rimane comunque profonda e accurata. Certo è che le hai dato parecchio spessore.

Nulla da dire sulla sua preponderanza nella storia, quindi. Più carente è quella di Fenrir, ma niente di trascendentale dato che comunque rimane presente nei pensieri della ragazza, e di cui comunque è ben delineata la ferocia, il suo accanimento nei confronti delle vittime, in una buona descrizione.

La storia, tutto sommato, mi è piaciuta. Ci sono parecchi spunti di riflessione, primo fra tutti il fatto che Hermione stessa si renda conto di come le cose cambino in battaglia, di come le sembri quasi stupida l’antipatia che aveva provato per Lavanda nemmeno un anno prima.

Insomma, un’ottima introspezione, che non rimane fine a se stessa, e che riesce perfettamente a far immedesimare il lettore in Hermione. I miei complimenti.

   
 
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